Daily Archives: 4 Settembre 2023

Il Nyt: «Kim Jong-un andrà da Putin per discutere della possibilità di fornire più armi»

Il leader nordcoreano Kim Jong-un intende recarsi in Russia a settembre per incontrare il presidente Vladimir Putin e discutere la possibilità di fornire a Mosca più armi per la sua guerra in Ucraina e altre forme di cooperazione militare. A riportarlo è il New York Times, citando dirigenti americani e alleati. In una rara uscita dal suo paese, Kim dovrebbe viaggiare da Pyongyang, probabilmente su un treno blindato, a Vladivostok, sulla costa pacifica della Russia, dove incontrerà il presidente russo nell’ambito dell’Eastern Economic Forum, che si svolgerà dal 10 al 13 settembre. Secondo le stesse fonti, il leader nordcoreano potrebbe anche andare a Mosca.

LEGGI ANCHE: Nord Corea, delegazioni di Russia e Cina a Pyongyang

La richiesta: proiettili e missili per la Russia

Putin vorrebbe che Kim concordasse di inviare alla Russia proiettili di artiglieria e missili anticarro, mentre il leader nordcoreano vorrebbe che Mosca fornisse alla Corea del Nord tecnologia avanzata per satelliti e sottomarini a propulsione nucleare, ma non solo. Kim sta cercando anche aiuti alimentari per la sua nazione povera. La Casa Bianca, qualche giorno fa, aveva avvertito che i due si erano scambiati lettere discutendo di un possibile accordo sulle armi, citando informazioni di intelligence declassificate, come confermato dal portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John F. Kirby.

Pacchetto sicurezza: stretta sulla criminalità minorile. Presto le misure in Cdm

Il Governo stringe i tempi sul pacchetto sicurezza che potrebbe andare già all’esame del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. Non è ancora stato deciso se si tratterà di un decreto o di un disegno di legge. Nel provvedimento – si apprende – saranno previste nuove misure contro la criminalità minorile dopo i fatti di Caivano.

Dall’allontamento all’avviso orale del questore

Secondo le prime informazioni diffuse dall’Ansa, si va dalla possibilità di disporre l’allontanamento da determinate aree urbane (tipo Daspo) ai minori tra 14 e 18 anni, all’avviso orale del questore per la stessa fascia d’età, al contrasto della diffusione delle armi da fuoco. Le nuove norme sono in fase di definizione avanzata.

Morto Steve Harwell, cantante degli Smash Mouth

Steve Harwell, ex cantante del gruppo rock Smash Mouth, è morto all’età di 56 anni. Il musicista è deceduto nella sua casa di Boise, nello Stato dell’Idaho, «circondato da familiari e amici», come ha riferito in una dichiarazione a Rolling Stone il manager della band Robert Hayes. Secondo quanto riportato da Tmz, Steve ha lottato con l’abuso di alcol per tutta la vita e negli ultimi giorni aveva raggiunto la fase finale dell’insufficienza epatica, per la quale, fino a poco tempo fa, era stato curato in un ospedale.

«La sua eredità vivrà attraverso la musica»

«Steve ha lasciato gli Smash Mouth due anni fa e la band ha continuato il suo tour con il nuovo cantante Zach Goode», ha affermato Hayes. «Detto questo» ha aggiunto «l’eredità di Steve vivrà attraverso la musica. Con Steve, gli Smash Mouth hanno venduto oltre 10 milioni di album in tutto il mondo e la sua voce iconica è una delle più riconoscibili della sua generazione. Amava i fan e amava esibirsi».

Papa Francesco sul prossimo viaggio: «Potrebbe farlo il mio successore»

Sul volo di rientro dal viaggio appena conclusosi in Mongolia, Papa Francesco non nasconde la sua stanchezza: «Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è tanto facile come all’inizio. Ci sono limitazioni nel camminare». Ad attenderlo, la prossima missione in agenda fissata per il 22 e il 23 settembre a Marsiglia. Su ulteriori viaggi, Bergoglio non si è sbilanciato. Davanti ai cronisti a bordo del volo papale, in merito alla possibilità di visite in Paesi distanti ha affermato: «In Vietnam? Sono sicuro che ci andrà Giovanni XXIV, questo è sicuro che ci sarà».

LEGGI ANCHE: Papa Francesco, i rapporti con la Russia e la diffidenza verso gli Usa

«Sulla grande Russia parlavo in senso culturale»

«Non sarà stato felice, parlando della grande Russia, non in senso geografico bensì culturale, ma mi è venuto in mente quello che mi hanno insegnato a scuola: Pietro I, Caterina II…». Così durante il volo di ritorno dalla Mongolia, il Papa ha risposto alle recenti polemiche. «Che forse non è proprio giusto» – ha ammesso – «che gli storici ci dicano, ma è sta un’aggiunta che mi è venuta in mente. Ma quello che volevo comunicare è di farsi carico della propria eredità». Sui rapporti con la Cina, ha dichiarato che «sono molto rispettosi» aggiungendo: «Personalmente ho una grande ammirazione».

Roma, infermiera uccisa a coltellate. Ricercato l’ex compagno

Il corpo senza vita di un’infermiera di 52 anni, Rossella Nappini, è stato trovato, nel pomeriggio di lunedì quattro settembre, in un androne di un palazzo a Roma: sull’addome, visibili i segni delle ferite da arma da taglio. Il cadavere si trovava in uno stabile di via Giuseppe Allievo nella zona Trionfale-Primavalle. Sull’episodio indaga la squadra mobile. La polizia, come riportato dal Corriere della Sera, sta cercando l’ex compagno, che al momento risulta irreperibile.

Forse uccisa da qualcuno che conosceva

Gli investigatori seguono la pista di un movente nell’ambito di una relazione avuta dalla vittima con un uomo o di attenzioni non corrisposte a una persona che lei conosceva. La 52enne, che lavorava all’ospedale San Filippo Neri, era separata e viveva, assieme ai suoi due figli e alla madre anziana, nell’appartamento del palazzo dove è stata trovata morta. Secondo le prime informazioni, è stata colpita più volte all’addome. Sul posto, oltre agli uomini della squadra mobile, è intervenuta per un sopraluogo la pm Claudia Alberti del gruppo violenze di genere. A dare l’allarme sono stati alcuni condomini che hanno sentito le grida della donna.

L’ultima immagine di Giulia Tramontano abbracciata con l’amante di Alessandro Impagnatiello

L’ultima immagine di Giulia Tramontano in vita, abbracciata con quella che era la sua “rivale” in amore. È stato diffuso il fotogramma che ritrae la donna uccisa al settimo mese di gravidanza dal compagno Alessandro Impagnatiello, assieme alla ragazza con cui l’uomo, che dal primo giugno si trova in carcere, aveva una relazione parallela. L’immagine risale a poche ore prima dell’efferato omicidio e ritrae il momento dell’incontro tra le due donne, già noto dal 4 giugno quando emerse il racconto messo a verbale dalla giovane collega del barman. Con Giulia «abbiamo chiacchierato tranquillamente», aveva detto il 31 maggio. «Siamo state insieme un’ora circa, dopo di che lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale, tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile». La ragazza, che aveva scoperto la doppia vita di Impagnatiello, poco prima dell’omicidio, aveva dato appuntamento a Giulia per parlare, «perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo».

Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito

Se dipendesse solo da Elly Schlein, le liste del Partito democratico alle prossime Europee sarebbero un concentrato di rinnovamento. Come? Con un’iniezione di società civile, esponenti del mondo ambientalista e profili dell’associazionismo vicini alla sua linea più movimentista. Nomi tipo quello di Cecilia Strada, ex presidente di Emergency, e della scrittrice Chiara Valerio. Anche Lucia Annunziata sarebbe stata perfetta, ma la giornalista ha smentito categoricamente l’ipotesi. Nel Pd invece la situazione è molto complicata: ci sono le minoranze che chiedono spazi e posti in lista per “pesarsi”, dimostrando che di fronte agli elettori sono loro ad avere un maggiore appeal. «Se la maggioranza degli eletti del Pd nell’Europarlamento fossero della minoranza interna, qualcosa significherà…», osserva maliziosamente una fonte parlamentare dem a microfoni spenti, adombrando una conta nelle urne. Insomma, non conterà solo la percentuale ma l’identikit di ogni singolo eletto.

Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito
Cecilia Strada (Imagoeconomica).

Al Centro si scaldano Bonafoni, Zingaretti, Corrado. Ma anche Nardella, Ricci e Morani

Il dossier è già aperto al Nazareno, nonostante le smentite di rito: «È ancora troppo presto», ripetono nell’inner circle della leader. Schlein è consapevole che le elezioni del prossimo giugno rappresentano un passaggio fondamentale: sarà il primo giudizio sul suo operato, questa volta non si potranno scaricare eventuale responsabilità. E sono partiti gli esercizi di equilibrismo. Così nella rosa dei fedelissimi resta caldo il nome di Marta Bonafoni, attuale consigliera regionale nel Lazio, un profilo capace di macinare chilometri per conquistare le preferenze, parlando la stessa lingua della segretaria su diritti civili e parità di genere. Se decidesse di dare l’ok, Bonafoni sarebbe una delle punte di diamante nella circoscrizione Centro, in compagnia del suo ex presidente di Regione, Nicola Zingaretti, che da mesi si è convinto di tentare la candidatura alle Europee. È stato tra i primi big a scegliere Schlein al congresso, ma da quando è stato eletto alla Camera è sparito dai radar, per questo vuole dimostrare di poter fare incetta di consensi. E puntellare il suo ruolo nel partito. La leader non potrebbe dirgli di no: l’ex governatore è stato uno sponsor fondamentale a Roma durante le primarie. Annalisa Corrado, già inserita nella segreteria dem, è stata già candidata alle ultime Europee, sebbene con i Verdi. Probabile che questa volta ci riprovi nel Pd. Ma per un posto in lista nella stessa circoscrizione scaldano i muscoli altri profili mediatici, tutt’altro che allineati alla leadership. È il caso del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che alla fine del secondo mandato sta già meditando il trasferimento a Strasburgo a suon di preferenze. Stesso percorso è plausibile per il primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci, e spera in un posto l’ex sottosegretaria Alessia Morani, Il rischio è quello di avere un overbooking di candidati in cerca di un seggio nel Centro.

Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito
Nicola Zingaretti (Imagoeconomica).

Il dilemma Bonaccini e il fortino del Nord-Est affidato a Taruffi e Gribaudo

Il grande dilemma riguarda poi Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna in scadenza nel 2025. In caso di via libera al terzo mandato, preferirebbe restare a Bologna. Da tempo, comunque, sta valutando l’opportunità di una candidatura nel Nord-Est per dimostrare – ancora una volta – il proprio peso elettorale. Insieme lui potrebbe toccare al sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, mentre la segretaria potrebbe puntare su Igor Taruffi, attuale responsabile organizzazione del Pd, per coprire un’area in cui rischia di restare con pochi fedelissimi a guardia delle liste. Per il Nord-Ovest circola il nome di Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Pd, che ha sostenuto la corsa di Schlein fin dalle prime battute, allontanandosi dal suo ex capo corrente Matteo Orfini. Al momento lavora a Montecitorio sui temi sociali, in primis il precariato, ma la chiamata della segretaria potrebbe cambiare le carte in tavola. Tra i big della minoranza interna è pronto Emanuele Fiano, non rieletto alle ultime Politiche, e si prepara il sindaco uscente di Bergamo, Giorgio Gori. Scontata, poi, la candidatura per Brando Benifei, capodelegazione del Pd all’Europarlamento e comunque protagonista di un voltafaccia: sembrava dovesse sostenere Schlein al congresso, alla fine ha scelto Bonaccini. La segretaria deve ora avallare l’aspirazione al ritorno a Strasburgo.

Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito
Stefano Bonaccini (Imagoeconomica).

Rompicapo al Sud: Schlein punta su Ruotolo e Capone ma non può dire no a Decaro e Picierno

Al Sud il quadro assomiglia a un rompicapo. Schlein può schierare due fedelissimi, il giornalista Sandro Ruotolo e Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale in Puglia. Ma intorno spunta qualche “cacicco” e alcune vecchie conoscenze a cui non si può dire proprio di no, a cominciare dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che potrebbe correre in attesa di puntare alla presidenza della Regione Puglia per provare a realizzare – elettori permettendo – la staffetta con Michele Emiliano, già realizzata al Comune di Bari. C’è poi Pina Picierno, numero due di Bonaccini all’ultimo congresso, certa di un posto in lista grazie anche al ruolo di vicepresidente dell’Europarlamento. Impossibile porre il veto su un profilo del genere, peraltro giovane e donna. Nelle Isole dietro la foglia di fico Bartolo, prende quota l’opzione Antonello Cracolici, uomo per tutte le stagioni dem in Sicilia. Perfetto esempio di un cambiamento tutt’altro che facile per il nuovo corso del Pd.

Urso apre agli affari con l’Arabia, ma per Meloni non era uno Stato integralista?

Con la sigla di un Memorandum of Understanding tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy, rappresentato dal ministro Adolfo Urso, e il ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita, rappresentato dal ministro Khalid Al-Falih, ha preso il via lunedì a Milano il primo Forum Italo-Saudita sugli Investimenti. Il protocollo è volto a sostenere il dialogo tra le istituzioni e le imprese interessate alla promozione degli investimenti tra i due Paesi e a incoraggiare la cooperazione negli investimenti diretti, sostenendo gli investitori in tutte le fasi dei progetti di importanza economica strategica per uno dei due Paesi. Un Urso soddisfatto ha addirittura commentato: «Il nostro modello sociale e produttivo è quello ideale per l’Arabia Saudita».

Quando per Meloni l’Arabia Saudita era solo uno Stato fondamentalista islamico

Pecunia non olet è risaputo. Ma l’entusiasmo del ministro per l’accordo con Riad stride con certe uscite, nemmeno troppo lontane nel tempo, della premier Giorgia Meloni proprio nei confronti del regime di Bin Salman. Il 6 dicembre 2021, per esempio, su Facebook l’attuale premier attaccando Matteo Renzi ricordava che FdI «non fa accordi con la sinistra, con il M5S o con chi ha come modello di società l’Arabia Saudita».

Evidentemente in due anni Riad è cambiata. Almeno agli occhi di Fratelli d’Italia. Anche se resta una delle competitor di Roma per Expo 2030. O ha cambiato idea Meloni dopo il suo arrivo a Palazzo Chigi. Nel 2021, sempre commentando le parole di Matteo Renzi che definiva il regime saudita «un baluardo contro l’estremismo islamico», scrisse: «L’Arabia Saudita è uno Stato fondamentalista islamico che applica alla lettera la sharia nel quale le donne non sono libere e i loro diritti costantemente lesi; si può essere condannati a morte anche per apostasia (rinuncia alla religione islamica), adulterio, omosessualità; è permessa l’ignobile pratica delle spose bambine. Ma non è tutto, perché l’Arabia Saudita, al pari del suo rivale Qatar, diffonde in modo sistematico e voluto teorie fondamentaliste che sono la principale cause della crescita dell’integralismo islamico in Europa e nel mondo creando l’humus nel quale prospera il terrorismo». Lunedì 4 settembre, a chi gli ha chiesto se Renzi fosse stato allora un apripista, Urso ha risposto solo: «Io lavoro sempre e solo per il mio Paese». E il diretto interessato? «Mi ricordo cosa dicevano», ha commentato il leader di Iv, «ma è il segno di un grande cambiamento».

Woody Allen: «Se qualcuno mi dà i soldi per un film alle mie regole vado anche in Islanda»

«Sono sempre stato molto fortunato nella vita. Ho avuto genitori che mi amavano, moglie e figli. A quasi 88 anni non sono mai stato un giorno in ospedale. Anche come regista poi mi è andata bene e spero che per me questa fortuna continui». Così Woody Allen al Lido di Venezia commentando il suo Coup de Chance, film fuori concorso nell’ottantesima edizione del Festival del cinema in cui racconta, un po’ come aveva già fatto in Match point, l’importanza del caso nella vita. Dopo 56 anni di carriera da regista e nonostante le difficoltà nella ricerca di finanziamenti (in America è osteggiato per le accuse di molestie da parte di sua figlia Dylan), Allen non sembra intenzionato a fermarsi. Anzi, ha confessato di avere «una buona idea per un film ambientato a New York».

La provocazione di Allen sulla produzione di un nuovo film

Queste le sue dichiarazioni: «Se qualcuno viene fuori dall’ombra e si propone di produrmi un film accettando le mie folle regole – cioè che non può leggere la sceneggiatura, mi dà i soldi e basta -, ecco se accetta questa follia allora lo farò. Se ricevessi una telefonata per fare un film in Islanda o avessi un’idea per fare un film in tedesco lo farei. È stato così bello lavorare in Francia che cercherei di farlo, se avessi ancora un’occasione».

«Ho voluto regalarmi un film in francese»

A chi gli ha chiesto com’è nata l’idea di girare un film in francese (quale è Coup de Chance), ha risposto: «Avevo scritto il film pensando a due americani che vivono a Parigi, ma poi ho pensato, per il mio cinquantesimo film, di regalarmi un film in francese. Non è stato difficile perché, anche vedendo un film parlato in giapponese, puoi capire se la recitazione è buona, se è naturalistica o sopra le righe, poi avevo chi mi ha aiutato. […] Ho ammirato tanto Truffaut, Renoir, Godard e volevo unirmi a questo gruppo, ho trovato aiuto ed ecco il film».

La pellicola racconta la storia di Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud), una coppia apparentemente ideale – sono entrambi professionalmente affermati e innamorati e vivono in uno splendido appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi – che entra in crisi quando lei incontra per caso Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo che era innamorato di lei da adolescente. Travolta dalla passione, medita di lasciare il marito.

E sulla morte: «Bisogna distrarsi»

Infine una riflessione sula morte, grande classico della sua filmografia: «Non c’è nulla che si possa fare contro di lei, è davvero una brutta cosa che esiste. Possiamo solo non pensarci, distrarci. Non esiste una vera via d’uscita né attraverso la scienza, né la filosofia e neppure l’ironia. Alla fine del film invitiamo a non pensarci troppo e io sono convinto che sia la cosa migliore da fare».

Celine Dion e la sindrome della persona rigida, perché «non c’è cura per la sua pena»

La sindrome della persona rigida e una vita rovinata. È questo il calvario che deve affrontare quotidianamente Celine Dion. A raccontare le sue pene è stata la sorella maggiore, Claudette Dion, che in un’intervista al magazine canadese Hello ha condiviso la sofferenza a cui va incontro ogni giorno la cantante. Ma che tipo di malattia è? Nota anche come sindrome di Moersch-Woltman, si tratta di una rara neuropatia periferica che di solito colpisce il sistema nervoso centrale e provoca rigidità muscolare progressiva, con spasmi e crampi, soprattutto nelle zone del tronco e dell’addome, che possono anche causare cadute. Mentre braccia e gambe sono meno colpite. Da quasi un anno questa patologia costringe Celine a stare lontana dal palcoscenico.

Celine Dion e la sindrome della persona rigida, perché «non c'è cura per la sua pena»
Celine Dion (Ansa).

L’annuncio in lacrime su Instagram alla fine del 2022

Claudette ha parlato di «una malattia di cui si sa poco: gli spasmi sono impossibili da controllare. C’è poco da fare per aiutarla, per alleviare la sua pena. Possiamo solo incrociare le dita e sperare che la ricerca porti a una cura per questa orribile patologia». Ha aggiunto che la sorella, 55 anni, è una donna forte e sta facendo tutto il possibile per guarire. Era stata la stessa artista nel 2022 a mettere al corrente i fan della sua condizione. In un video su Instagram, in cui non è riuscita a trattenere le lacrime, aveva prima annunciato la cancellazione delle future date del suo Courage World Tour, compresa una in Italia, al Lucca Summer Festival, poi aveva detto di aver un male raro. Si stima che colpisca una persona su un milione.

Tutti i concerti annullati fino ad aprile 2024

«Da tempo sono alle prese con problemi di salute ed è difficile per me affrontare queste difficoltà e parlare di ciò che mi sta succedendo», spiegava a dicembre 2022. «Recentemente mi è stato diagnosticato un raro disordine neurologico chiamato “sindrome della persona rigida”». Non aveva nascosto che il suo male le rende difficile utilizzare le corde vocali come di solito. «Cantare è la cosa che amo di più», aveva sottolineato. Al momento tutti i concerti restano annullati fino ad aprile 2024.

What Women Want – Quello che le donne vogliono stasera su Tv8: trama, cast e curiosità

Stasera 4 settembre 2023 su Tv8 andrà in onda il film What Women Want – Quello che le donne vogliono, alle ore 21.30. La regista è Nancy Meyers mentre la sceneggiatura è stata scritta da Cathy Yuspa e Josh Goldsmith. Nel cast ci sono Mel Gibson, Helen Hunt, Marisa Tomei e Alan Alda.

What Women Want - Quello che le donne vogliono è il film che andrà in onda stasera su Tv8, ecco trama, cast e curiosità.
Mel Gibson nel film (Twitter).

What Women Want – Quello che le donne vogliono, trama e cast del film stasera 4 settembre 2023 su Tv8

La trama racconta la storia di Nick Marshall (Mel Gibson) un affascinante pubblicitario di Chicago che ama fare il suo lavoro ma ama anche conquistare molte donne. Un giorno arriva sul luogo di lavoro la nuova direttrice creativa, l’affascinante Darcy McGuire (Helen Hunt). La direttrice ha le idee ben chiare e vuole creare una nuova campagna pubblicitaria che esalti l’universo femminile e metta in evidenza il potere delle donne. Una volta a casa e in cerca di una promozione, Nick decide di inscenare una buffa sequenza della cura del corpo, imitando ciò che fanno le donne. Tuttavia, durante questa buffonata scivola nella vasca da bagno trascinando all’interno l’asciugacapelli attivo e in corrente.

L’incidente comunque non lo uccide ma gli dona uno straordinario potere: ora riesce a captare ed ascoltare tutto ciò che le donne dicono e pensano. Inizialmente l’uomo è spaventato da questo potere e si rivolge alla psicologa Perkins (Bette Midler) per capire cosa deve fare. La specialista gli consiglia di approfittare di questo potere e grazie a tale capacità Nick riesce a recuperare il rapporto con la figlia Alex (Ashley Johnson). Comprendendo le potenzialità del suo potere, Nick inizia a usarlo senza scrupoli ma non sa che il destino ha ancora delle sorprese per lui.

What Women Want – Quello che le donne vogliono, 5 curiosità sul film stasera 4 settembre 2023 su Tv8

What Women Want – Quello che le donne vogliono, Mel Gibson e la ceretta sulle gambe

Nella scena in cui Mel Gibson si depila con una ceretta l’attore ha realmente effettuato la pratica. Tuttavia, in realtà ha sentito meno dolore di quello mostrato nel film e ha esagerato la reazione per dare un tono comico alla scena. Dopo quest’evento, Gibson si prendeva gioco delle attrici sul set, affermando che depilarsi in questo modo non faceva poi così male.

What Women Want - Quello che le donne vogliono è il film che andrà in onda stasera su Tv8, ecco trama, cast e curiosità.
Una delle iconiche scene del film (Twitter).

What Women Want – Quello che le donne vogliono, il primo film a menzionare un noto sito web

Questa è la prima pellicola nella quale viene menzionato il sito di aste online eBay. In una scena infatti, Bette Midler pensa alla sua lampada su eBay, portale fondato nel 1995, 5 anni prima del debutto al cinema del film, e l’espressione viene ripetuta con stupore dal personaggio di Mel Gibson.

What Women Want – Quello che le donne vogliono, il remake al femminile

Nel 2019 questo film ha avuto un remake al femminile. L’opera si chiama What men want – Quello che gli uomini vogliono, è stata diretta da Adam Shankman e vede come protagonista l’attrice Taraji P. Henson.

What Women Want – Quello che le donne vogliono, un cast pieno di stelle

Il cast del film è ricco di attori che prima di prendere parte al progetto avevano vinto il Premio Oscar. Nel dettaglio, le attrici Marisa Tomei e Helen Hunt lo avevano vinto per la loro interpretazione rispettivamente nel 1993 e nel 1998 mentre Mel Gibson aveva vinto due Oscar nel 1996 per il Miglior film e il Miglior regista in Braveheart.

What Women Want – Quello che le donne vogliono, il grande successo al botteghino

La pellicola è stata un grande successo al botteghino. Realizzato con un budget di 70 milioni di dollari, secondo quanto riportato dal sito Box Office Mojo, ha incassato circa 370 milioni di dollari.

Papà biologico gravemente malato: via libera all’adozione per l’altro papà

Una coppia omosessuale di Trento rischiava che il proprio figlio rimanesse orfano in caso di morte del padre biologico, gravemente malato. Entrambi sono riconosciuti come genitori legali in Canada, dove hanno avuto il loro bambino tramite gestazione per altri, ma in Italia non sono ancora riusciti a far registrare l’atto di nascita con doppia paternità. Nel mese di marzo 2023, però, quando il padre legale si è ammalato gravemente, si sono rivolti alla magistratura e in breve tempo hanno ottenuto la stepchild adoption, vale a dire l’adozione da parte del partner.

L’adozione per le coppie omosessuali non è normata da una legge specifica

Queste le parole dell’avvocato della coppia Michele Giarratano: «Vista la gravità della situazione e il rischio concreto che il bambino rimanesse orfano, il tribunale dei minori di Trento e il suo presidente, Giuseppe Spadaro, hanno cercato di fare tutto il percorso nel minor tempo possibile facendo comunque un’istruttoria completa con i servizi sociali che hanno fatto l’indagine e le udienze necessarie». La sentenza di accoglimento è arrivata il 21 luglio, a distanza di solo quattro mesi dalla richiesta – in molti casi, il procedimento può richiedere anche diversi anni. Lo stesso Giarratano ha però fatto notare come in Italia, a differenza di quanto accade per le coppie di fatto eterosessuali (dove il partner può adottare il figlio grazie a una legge specifica), per gli omosessuali non esiste una norma che regoli l’adozione. A causa di ciò, le decisioni vengono prese su base giurisprudenziale e non normativa. «Fortunatamente, la giurisprudenza in merito, è ormai abbastanza forte, con anche la Corte costituzionale che è intervenuta in merito», ha aggiunto.

Benvenuti al Sud stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità

Stasera 4 settembre 2023 andrà in onda su Canale 5 alle ore 21.20 il film Benvenuti al sud. Il regista è Luca Miniero mentre la sceneggiatura è stata scritta da Massimo Gaudioso. Nel cast ci sono Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone e Giacomo Rizzo.

Stasera andrà in onda su Canale 5 il film Benvenuti al Sud. Ecco trama, cast e curiosità su questo film diretto da Luca Miniero.
Alessandro Siani e Claudio Bisio in una scena del film (Twitter).

Benvenuti al sud, trama e cast del film stasera 4 settembre 2023 su Canale 5

La trama racconta la storia di Alberto Colombo (Claudio Bisio) un uomo che è direttore di un ufficio postale in Brianza. Alberto vuole trasferirsi a Milano per vivere in un luogo che sia lui che la moglie Silvia (Angela Finocchiaro) apprezzano e adorano. Per soddisfare i desideri della moglie, Alberto decide di fingersi paraplegico, ma durante un colloquio il suo stratagemma viene scoperto. Colombo non viene licenziato ma per punizione viene trasferito nel Cilento, per dirigere un piccolo ufficio postale di Castellabate, in Campania. Alberto comunica la notizia alla moglie ed entrambi sono scioccati a causa dei tanti pregiudizi che hanno nei confronti del Meridione.

Seppur riluttante, Alberto intraprende questo viaggio con tanti timori e molte paure. Una volta giunto a Castellabate viene accolto da Mattia Volpe (Alessandro Siani), impiegato presso le poste. All’inizio i pregiudizi di Alberto condizionano molto il suo modo di vivere e di lavorare, ma a poco a poco inizierà ad affezionarsi ai suoi colleghi: Mattia, Maria (Valentina Lodovini), Costabile piccolo (Nando Paone) e Costabile grande (Giacomo Rizzo). Alberto capirà quindi che molti pregiudizi non sono veri e comprenderà che «quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte».

Benvenuti al sud, 5 curiosità sul film stasera 4 settembre su Canale 5

Benvenuti al sud, un incasso stratosferico

Il film fu un grande successo al botteghino. Non a caso, ha ottenuto un incasso totale pari a circa 30 milioni di euro, diventando il 13esimo film con l’incasso maggiore in Italia.

Benvenuti al sud, il premio per Valentina Lodovini

Valentina Lodovini interpreta Maria Flagello, interesse amoroso del personaggio interpretato da Alessandro Siani, una ragazza campana simpatica e sveglia. La Lodovini in realtà è originaria dell’Umbria ma è riuscita a recitare con un convincente accento campano. Per questa ragione, ha vinto nel 2011 il David di Donatello come Miglior attrice non protagonista.

Stasera andrà in onda su Canale 5 il film Benvenuti al Sud. Ecco trama, cast e curiosità su questo film diretto da Luca Miniero.
L’attrice Valentina Lodovini (Getty Images).

Benvenuti al sud, il cameo di Dany Boon

In realtà il film è un remake italiano della commedia francese Giù al nord. Nel film transalpino, uno dei protagonisti è Dany Boon, che in Benvenuti al sud è produttore esecutivo. Non solo, Boon appare anche in un cameo, essendo un turista francese che entra nell’ufficio postale dove lavorano i protagonisti e viene compreso soltanto dall’irresistibile signor Scapece, il personaggio che parla in dialetto.

Benvenuti al sud, le location del film

La troupe ha girato le scene del film a Salerno, Castellabate, Vallo di Diano e parte del Parco Nazionale del Cilento. Come set è stata scelta la località di Castellabate puramente per questioni logistiche e perché serviva una location che avesse paesaggi montani e marittimi.

Benvenuti al sud, il cameo di una cantante napoletana

All’interno di una scena è possibile distinguere la cantante napoletana Valentina Stella. L’artista si esibisce in occasione della festa che si tiene a Castellabate e canta la meravigliosa canzone Passione Eterna.

X è accusata di aver aiutato la campagna di repressione dell’Arabia Saudita

X di Elon Musk è stato accusato in una causa civile negli Stati Uniti di aver aiutato l’Arabia Saudita a commettere gravi violazioni dei diritti umani contro i suoi utenti, anche divulgando dati riservati su richiesta del regime di Riad a un ritmo molto più alto di quanto non abbia mai fatto per Stati Uniti, Regno Unito o Canada. Come riporta il Guardian, la causa contro l’ex Twitter è stata intentata lo scorso maggio da Areej al-Sadhan, la sorella di un attivista saudita arrestato e condannato a 20 anni di carcere dopo che tre agenti di Riad nel 2014 e nel 2015 si erano infiltrati nell’azienda californiana. Secondo al-Sadhan, le spie saudite hanno rivelato al regime l’identità di migliaia di attivisti, oltre a quella di suo fratello Abdulrahman, alcuni dei quali sarebbero stati poi arrestati e torturati.

Secondo gli avvocati di al-Sadhan Twitter ha sostenuto Riad nella repressione in cambio di finanziamenti e investimenti

Nelle ultime settimane gli avvocati di Al-Sadhan hanno integrato la causa con nuove accuse contro la piattaforma, allora guidata da Jack Dorsey, sostenendo che Twitter non solo ha volontariamente ignorato la campagna del governo saudita contro gli oppositori ma ha anche sostenuto Riad nella sua repressione in cambio di finanziamenti e investimenti. Non solo. Secondo gli avvocati già nel 2013, durante la Primavera Araba, il social era stato motivo di preoccupazione per l’Arabia Saudita perché potenziale veicolo per i movimenti democratici. La nuova istanza legale arriva pochi giorni dopo che Human Rights Watch ha attaccato un tribunale saudita per aver condannato a morte un uomo basandosi esclusivamente sulla sua attività su Twitter e YouTube, definendola una «escalation» della repressione del governo sulla libertà di espressione.

Matteo Renzi si candida alle elezioni europee: «Mi metterò in gioco con Il Centro»

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee durante una conferenza stampa a Milano: «Ci presenteremo con il brand “Il Centro“. Mi metterò in gioco anch’io candidandomi al parlamento europeo. Non saremo soli: abbiamo nove mesi per mostrare il nostro percorso. Il mio è un appello a tutti i dirigenti di Iv a mettersi in gioco. Non lo faccio per arricchire il mio curriculum ma perché serve una sveglia all’Europa. Altrimenti tutti, compresi i populisti, andremo a casa».

Renzi punta a prendere i voti sia del Pd sia di Forza Italia

Renzi si candiderà nella circoscrizione di Milano «perché voglio vedere in faccia quelli della sinistra pronti al referendum contro il Jobs Act» e mira a prendere sia i voti del Partito democratico sia quelli di Forza Italia. Quando a Calenda, «la sua posizione merita rispetto ma sono molto colpito dall’atteggiamento di Azione, perché avevamo deciso insieme di fare una Federazione e hanno lasciato le cose a metà». Il leader di Italia Viva ha poi affermato di scommettere su una maggioranza tra il Ppe e i socialisti senza Alternative für Deutschland, Vox o gli estremisti di sinistra. L’obiettivo, dunque, «è avere la stessa maggioranza che c’è stata adesso portando il nostro contributo con la nostra famiglia, Renew Europe».

Vercelli, al corteo i familiari delle vittime di Brandizzo. Landini: «Alziamo il livello di lotta»

Un corteo silenzioso quello organizzato da Cgil, Cisl e Uil a Vercelli, dopo la morte dei cinque operai travolti da un treno mentre stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari a Brandizzo. Tra i presenti, anche i parenti delle vittime con in mano le fotografie degli operai.  «Non abbiamo più parole» riporta uno striscione. In alcuni, tra i vari, si legge: «Basta privatizzazioni, mai più treni in transito e lavori in corso», e ancora «non sono incidenti sono omicidi».

LEGGI ANCHE: Incidente di Brandizzo, le telefonate prima della strage: «Fermi, devono passare due treni»

Landini: « È il momento di dire basta»

«È caricato tutto sulla pelle dei lavoratori, è il momento di dire basta e di cambiare. Abbiamo fatto scioperi, ma dobbiamo alzare ancora di più il livello della protesta», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al corteo di Vercelli. «È il momento di fare una procura nazionale sulla sicurezza e mettere insieme le persone che hanno le competenze, bisogna investire sugli ispettorati sul lavoro, sulla sicurezza. Il governo si renda conto che è necessario aprire tavoli di confronto serio. Le imprese affrontino questa situazione a partire dai grandi gruppi come Fs e Anas».

Il libro di Vannacci sarà pubblicato da una casa editrice di Rimini

Il controverso libro del generale Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, ha trovato un vero editore e dopo il boom su Amazon – il volume autopubblicato ha venduto dal 10 agosto a oggi oltre 90 mila copie – arriverà in libreria. A pubblicarlo sarà Il Cerchio, casa editrice di Rimini guidata da Adolfo Morganti.  «Il libro uscirà dalla tipografia il prossimo 15 settembre e arriverà sugli scaffali delle librerie il 20», ha confermato l’editore al Corriere di Romagna. Resta invece top secret il numero di copie previste. Morganti difende le idee di Vannacci. «Come tutti, sono stato sommerso dalla campagna al vetriolo su un testo che non avevo letto, poi ho comprato la mia copia», ha spiegato. «Dalla lettura è emersa una caricaturizzazione estrema del pensiero di Vannacci, secondo i modelli statunitensi della cancel culture che ritengo intollerabili. Da qui la proposta di realizzare un’edizione fatta come Dio comanda. Due i motivi: si vuole annichilire questo testo e un’autoproduzione resta una soluzione limitata». Morganti ha poi spiegato di essere stato colpito da «quel linguaggio semplice e colloquiale che poi è stato al centro del tiro al piccione».

Il libro di Vannacci sarà pubblicato da una casa editrice di Rimini
Il generale Roberto Vannacci (Imagoeconomica).

La casa editrice Il Cerchio e gli inizi con Tolkien

La casa editrice il Cerchio è nata nel 1978 come piccola cooperativa e, come si legge sul sito, agli inizi del 1980 «editò, con un taglio artigianale che di per sé misura il tempo passato, un saggio destinato a far parecchio discutere e a rimanere storico». Si trattava del «primo scritto critico» di un autore italiano, l’antropologo Mario Polia, su John Reuel Ronald Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit. 

LEGGI ANCHE: Maresciallo Titolo di Lia Celi

Scholz con la benda sull’occhio dopo l’incidente: «Aspetto i meme»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha pubblicato una sua foto con una benda sull’occhio dopo essersi ferito al viso mentre faceva jogging, innescando un’ondata di battute sui social. Il politico ha riportato lievi ferite dopo essere caduto nella giornata di domenica 3 settembre 2023 e l’incidente l’ha costretto a cancellare alcuni appuntamenti.

I meme che ironizzano sulla benda di Scholz

Il cancelliere ha pubblicato una foto su X che lo mostra con una grande benda nera sull’occhio destro, con segni di graffi rossi visibili attorno al bordo. «Grazie degli auguri, sembra peggio di quello che è!», ha scritto sotto l’immagine sul suo account ufficiale. «Ora aspetto di vedere i meme», ha aggiunto ironicamente.

E di meme in effetti ne sono spuntati in abbondanza, molti dei quali lo paragonano a un bucaniere. Alcuni mostrano un pirata dei cartoni animati con una benda sull’occhio che brandisce una sciabola, altri un pirata al timone di una nave.

Tanti però anche i messaggi che gli augurano una pronta guarigione. Nonostante l’infortunio, Scholz, che corre regolarmente da diversi anni, è in buona forma. Il suo portavoce Steffen Hebestreit ha infatti affermato: «Sta bene date le circostanze. Stamattina era di buon umore, anche se sembra ancora un po’ malconcio».

Morte di Valeria Fioravanti: meningite scambiata per mal di testa. Indagati tre medici

Tre sanitari rischiano un processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Valeria Fioravanti, 27 anni, avvenuta lo scorso gennaio. Le avevano detto che si trattava semplicemente di mal di testa e mal di schiena, mentre erano davanti a un caso di meningite. Secondo la perizia richiesta dalla pubblica ministera Eleonora Fini la malattia non è stata riconosciuta e non sono stati svolti per tempo gli esami specifici necessari.

Il primo malore e la diagnosi di cefalea

Tutto ha avuto inizio il giorno di Natale, il 25 dicembre, quando Valeria si è recata nel primo dei quattro ospedali in cui ha chiesto assistenza: il policlinico Campus Biomedico dove ha mostrato un foruncolo infiammato sotto l’ascella destra. Dopo la rimozione da parte di un chirurgo e due punti di sutura, viene mandata a casa. Trascorsi quattro giorni, non si sente bene. Viene ricoverata al policlinico Casalino dove i medici le diagnosticano una cefalea provocata, con tutta probabilità, da un movimento brusco mentre si lavava i capelli, e le prescivono il toradol, un antinfiammatorio.

Valeria Fioravanti (Foto Facebook).

Il peggioramento e il secondo errore

Intanto le condizioni della 27enne si aggravano, tanto che il quattro gennaio Valeria decide di farsi visitare in un altro ospedale, il San Giovanni Addolorata. Ancora una diagnosi diversa: si tratterebbe di dolori causati da una lombo sciatalgia. Due giorni dopo, il ritorno in ospedale. A quel punto, il medico che la visita dispone una tac celebrale che rivela una meningite acuta in fase conclamata, a cui segue il ricovero in terapia intensiva allo Spallanzani. Il sette gennaio la giovane entra in coma, viene sottoposta a un intervento, morendo tre giorni dopo.

Spagna, due morti a Toledo e un disperso a Madrid per il maltempo

Le piogge torrenziali provocate dalla Dana, responsabile del maltempo nella metà centrale e occidentale della Spagna, hanno causato almeno due morti nella provincia di Toledo e un disperso dall’alba di lunedì 4 settembre nella regione di Madrid, a causa della tracimazione del fiume Alberche. Lo hanno reso noto fonti dei servizi di emergenza citate dai media.

Rimane l’allerta gialla per piogge e venti

Il fenomeno meteorologico con abbondanti precipitazioni comincia a dare un respiro spostandosi verso l’Atlantico, come segnalato da fonti dell’Agenzia statale di meteorologia (Aemet) che a mezzanotte ha ritirato le allerte rosse e arancione che erano attive nel centro della penisola. Ha comunque mantenuto, per la giornata del 4 settembre, l’allerta gialla per piogge e venti. Le violente piogge hanno colpito soprattutto Toledo e Madrid.

Powered by WordPress and MasterTemplate