Una donna di 35 anni, Vefa Klodiana, è rimasta uccisa in strada a Castelfiorentino (Firenze), colpita da un’arma da fuoco. La vittima, cittadina di origine albanese, lascia due figli. Il femminicidio è avvenuto nella serata di giovedì 28 settembre. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, in corso gli accertamenti.
Si cerca il marito
Note di ricerca sono state diramate su tutte le possibili vie di fuga in tutta la Val d’Elsa, tra Poggibonsi (Siena) ed Empoli (Firenze). Secondo quanto appreso, si sta cercando di rintracciare il marito, che non risulta più convivente con la vittima. La donna è stata uccisa in via Galvani, una strada urbana ma periferica della cittadina.
Le parole del sindaco
«Purtroppo è accaduta da poco una sciagura in Castelfiorentino, zona Puppino. Una ragazza è stata uccisa, pare in seguito a una lite. Sono sul posto assieme alle Forze dell’Ordine. È davvero presto per divulgare informazioni sull’accaduto e discutere le ipotesi che sono tuttora al vaglio delle FdO. È il momento del silenzio, e di stringersi attorno a una famiglia toccata da un avvenimento terribile», ha scritto su Facebook il sindaco Alessio Falorni.
Il procedimento era nella fase finale e il tribunale si sarebbe dovuto esprimere sulla proposta di misure di prevenzione personale e sulla confisca dei beni avanzate dalla procura di Palermo, a carico dell’ex senatore Marcello Dell’Utri. A sorpresa, i pm hanno depositato agli atti una serie di nuovi documenti, come riporta l’Ansa, tra cui la relazione fatta dalla Dia di Firenze nell’ambito dell’inchiesta del capoluogo toscano che vede coinvolto l’ex manager di Publitalia per strage.
Il rinvio a dicembre
I giudici, per osservazioni, hanno dunque rinviato l’udienza al 6 dicembre, mentre è definitivamente chiusa la fase cautelare del procedimento. La Cassazione infatti, come chiedevano i legali dell’ex politico, gli avvocati Francesco Centonze e Francesco Bertorotta, ha respinto la richiesta di sequestro del patrimonio di Dell’Utri.
Nella corposa nota della Dia depositata al tribunale, si ricostruiscono anche tutti gli esborsi di denaro che, negli anni e fino a poco prima della sua morte, Berlusconi avrebbe fatto avere alla famiglia Dell’Utri.
La tesi della Dia
La Dia arriva a sostenere che, per sottrarre i beni alle misure di prevenzione, l’ex politico avrebbe addirittura messo in scena la sua separazione e poi il divorzio dalla moglie Miranda Ratti. Tesi respinte dagli avvocati dell’ex manager. Per i legali «il rapporto professionale tra Dell’Utri e Berlusconi ha avuto origine nella loro amicizia ed è proseguito in ragione delle capacità professionali del senatore e non certo, come sostenuto dall’accusa, per la sua vicinanza a Cosa Nostra».
Sono almeno tre le persone rimaste uccise nel pomeriggio di giovedì 28 settembre nella città olandese di Rotterdam dopo alcune sparatorie: la prima in una casa a Heiman Dullaertplein, nel distretto di Delfshaven, la seconda in un’aula dell’ospedale universitario Erasmus. Le vittime accertate sono una donna di 39 anni, sua figlia di 14 anni e un insegnante della stessa università Erasmus di 46 anni. Secondo i media locali, le persone ferite sarebbero almeno tre.
BREAKING: Shooting at Holland Erasmus Medical Centre, Rotterdam. The shooting started in a classroom with sick children. Multiple casualties have been reported. pic.twitter.com/hPuKr7A3dj
Poco dopo la duplice sparatoria e due incendi dolosi poi spenti appiccati nelle stesse aree, un uomo di 32 anni è stato arrestato sull’eliporto dell’ospedale universitario Erasmus. La polizia non ha fornito ulteriori dettagli sul sospettato e, al momento, non si cercano complici, come dichiarato su X dalle autorità. Testimoni oculari hanno descritto il caos nell’ospedale, dove agli studenti e al personale medico è stato ordinato di lasciare la parte del complesso dove si svolgono le lezioni. Alcuni pazienti sono stati portati fuori anche su sedie a rotelle e letti ospedalieri. Prima dell’arresto del presunto killer, la polizia aveva descritto l’assassino come armato di una pistola, alto, dai capelli neri, con indosso uno zaino e le cuffie.
In the city of #Rotterdam in the Netherlands, an unidentified man started shooting in a local hospital, killing several people
The shooter opened fire in the apartment – he killed a 39-year-old woman and seriously wounded her 14-year-old daughter. Leaving the apartment, he set… pic.twitter.com/XcleORXXLU
«Ho sentito degli spari e delle urla, era il panico ovunque. Siamo scappati verso l’uscita lasciando tutti gli effetti personali». Ha raccontato all’Ansa Beniamino Vincenzoni, 24 anni, medico italiano residente in Olanda, che lavora nell’ospedale universitario Erasmo da Rotterdam. Secondo la testimonianza dell’uomo, il 32enne arrestato «ha aperto il fuoco contro un medico-docente che aveva anche chiamato per nome prima di sparargli». Per Rotterdam, spesso teatro della criminalità, non si tratta della prima sparatoria: nel 2019, altre tre persone furono uccise a colpi di arma da fuoco mentre erano a bordo di un tram a Utrecht.
Rotterdam: Several people died in the shooting in the university amphitheater, the attacker was arrested
Several people were killed today when a gunman opened fire in an amphitheater at a university in the Dutch port city of Rotterdam, police said.
Tananai si ferma per qualche tempo, «un pochino» dice lui, e si ferma per fare mente locale su quel che è successo in questi due anni di ascesa e grandi successi e per mettersi a scrivere qualcosa di nuovo, «che abbia senso di esistere», così da tornare con canzoni degne di questa bella storia. Uno dice: ok, e dove sta la notizia?
Uno stop necessario a capitalizzare quanto costruito finora
È normale che un cantante che nel giro di un paio di anni è passato dall’essere quello strambo e stonato a Sanremo – con una canzone certo orecchiabile, Sesso occasionale, cantata però talmente male da valergli un ultimo posto – a quello che mette d’accordo tutti – con, Tango, sempre a Sanremo, e con all’attivo collaborazioni importanti e un tour clamoroso – decida di fermarsi per scrivere qualcosa di interessante, così da capitalizzare quanto accaduto fin qui. Se uno non si ferma, in fondo, come è possibile che produca qualcosa di buono? È normale alternare una fase di iperpresenzialismo a una di assenza, così da tornare più forte di prima e magari lasciare anche spazio agli altri.
La legge dello streaming: niente album ma un singolo ogni mese, senza pause
Normale? Mica tanto. Perché la contemporaneità, quella che ci vuole sempre più distratti, con la soglia di attenzione scesa pericolosamente sotto il mezzo minuto e i trending topic che si rincorrono alla velocità della luce, ci dice che tocca esserci sempre, alzare sempre il tiro, produrre e produrre. Del resto, parliamo di musica, Daniel Ek, che da Ceo di Spotify un po’ di voce in capitolo dovrà pur averla, ha parlato chiaro: basta album, tirate fuori un singolo al mese, così da rimanere sempre sulla cresta dell’onda. Un singolo al mese, senza soste, senza pause. La recente storia della discografia lo dimostra. Gli artisti accorrono a Sanremo perché sotto la cura Amadeus il Festival è diventato tutto: Sanremo, ovvio, ma anche Festivalbar, e volendo anche il Tora! Tora! (il festival della musica alternativa per antonomasia, ideato e realizzato da Manuel Agnelli prima di finire a X Factor, quando ancora ci credeva). E magari azzeccano anche il brano giusto. Neanche il tempo di disfare la valigia, però, e devono tirare fuori non più un album, come un tempo, ma un nuovo brano, magari con il feat giusto, e poi un altro ancora. E poi arriva il momento dei tormentoni estivi. Nessuno sembra volersi tirare fuori dalla pubblicazione compulsiva, brani su brani, la presenza costante nei programmi dedicati alla musica che sembrano tutti uguali. A inizio settembre all’Arena di Verona c’è stato un susseguirsi di eventi speciali con la stessa organizzazione, lo stesso cast e in un paio di casi anche gli stessi conduttori, da far sembrare la trama de Il giorno della marmotta una sorta di profezia miratissima. E ancora: comparsate in talk che, a loro volta, finiscono per assomigliarsi tutti. Perché se dici le stesse cose a intervistatori diversi finisci per rendere quel che dici talmente irrilevante da divenire solo “musica da ascensore”. I social, dimenticavo i social. La possibilità di farci sapere tutto quel che si fa, quel che si pensa, dove e con chi si è, senza mai perdersi niente ha reso anche questo mezzo centrale nella comunicazione dei cantanti.
Dall’ultimo posto di Sesso occasionale al botto con Tango: l’ascesa inarrestabile di Alberto Cotta Ramusino
Già, non perdersi niente. Il fatto è che la percezione costante, che spesso tracima in certezza, è che non ci sia poi molto da perdersi. Se si sparano 100 proiettili in poco tempo, a meno che non si sia in un film tipo quelli con Jason Statham dove si spara a raffica incrociando le braccia e tutti i colpi vanno miracolosamente a centro, è facile che si finisca per non colpire proprio nessuno. Di sparare a vuoto, con pallottole perse in un oceano di altre pallottole. Tananai, uno che in quanto a uso dei social si è dimostrato maestro Sensei, dopo la sconfitta a Sanremo 2022 ha dimostrato grandissima autoironia, finendo per diventare il vincitore morale dell’edizione. Anche perché i veri vincitori, Mahmood e Blanco, non è che abbiano suscitato la medesima empatia. Alberto Cotta Ramusino si è poi trasformato nella Next Big Thing, facendo il botto con Tango, riempendo i palasport e godendosi una popolarità crescente, debordante. Poi ci ha detto che si vuole fermare. Certo, nel comunicarcelo se ne sta lì con la faccia da schiaffi, i capelli spettinati, il torso nudo lasciato intuire, ma quel che dice è chiaro, encomiabile anche, sempre che rifuggire tutto ciò che è contemporaneo non risulti troppo da boomer. Però, è incontrovertibile, l’annuncio di un momentaneo stop, fosse anche un pit stop ai box, quindi roba di qualche mese, suona novecentesco. E fa rumore, soprattutto se ad annunciarlo è uno che il Novecento l’ha giusto intravisto, visto che Tananai è nato nel 1995.
Se manterrà la parola, allora potremo dire che il ragazzo si è fatto davvero uomo
La speranza – lo dicemmo anche quando oltre 10 anni fa Ivano Fossati annunciò il ritiro dalle scene – è che sia qualcosa di vero, non una boutade studiata per far parlare. Il fatto che si chiuda un articolo su Tananai – quello che stonava una canzone esile dal titolo Sesso occasionale all’Ariston neanche due anni fa e che quest’anno, dallo stesso palco, ha cantato una canzone d’amore sotto le bombe di Kyiv intonatissimo – citando Fossati, forse, dice già tutto. Daniel Ek se ne farà una ragione, i tanti fan forse meno: se manterrà la parola potremo dire che il ragazzo si è fatto davvero un uomo, e ascoltarlo con ancora maggiore curiosità quando deciderà di tornare.
Il prossimo 10 ottobre si saprà se la candidatura presentata da Italia e Turchia per ospitare gli Europei di calcio 2032 sarà accettata. I due Paesi sono stati gli unici a candidarsi e a meno di sorprese sembra ormai certo che la manifestazione sarà disputata per metà in sei o sette stadi della penisola. Nonostante manchino ancora nove anni, il tema della scelta delle strutture da proporre per le gare è già caldo. Il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, ha ammesso che sul tavolo ci sarebbe anche l’idea di affidare la gestione degli stadi a un commissario: «Ci ragioneremo».
Abodi: «C’è bisogno di sviluppo simmetrico»
Il ministro è tornato sul tema a margine della presentazione dei campionati di Serie A1 di pallanuoto. E ha dichiarato, parlando di un ipotetico commissario per la gestione degli impianti: «Ragioneremo su questa possibilità, non per sovrapporci agli interessi territoriali, ma per uniformare il procedimento e mettere tutti nella stessa condizione. Abbiamo bisogno di uno sviluppo simmetrico. Oggi il modello prevede che non ci sia uniformità, al di là del fatto che abbiamo visto svilupparsi pochi progetti negli ultimi anni e anche quando c’è accordo la parte burocratica amministrativa dura tanti anni».
Parole anche sulla Serie A
Abodi ha poi concluso con un ragionamento complessivo: «Non può essere solo Euro 2032 a determinare l’effetto che auspichiamo, ma grazie all’Europeo dobbiamo occuparci del tema che non riguarda solo i 6-7 stadi che ospiteranno le partite della competizione, ma di tutto il sistema professionistico. Promozioni e retrocessioni espongono soprattutto la Serie A all’inserimento di soggetti che devono predisporsi al massimo campionato. Così come la Serie A deve predisporsi tutta a una qualità di prodotto che dipende anche dalla qualità delle infrastrutture».
In arrivo dal 30 settembre 2023 su tutti gli app store Metamuseo Cinemaddosso, la nuova app che con oltre 100 abiti, approfondimenti, curiosità, interviste, filmati e foto storiche (attraverso un percorso 3D) farà conoscere ai navigatori della rete il talento dei costumisti e degli artigiani italiani che hanno contribuito a creare la fama del Made in Italy nel mondo. L’app, che verrà presentata in tale data a Cinecittà in occasione del congresso dell’Associazione italiana scenografi, costumisti e arredatori, fa parte di un ampio progetto realizzato con il contributo del MIC e dei progetti speciali per il Cinema e l’Audiovisivo.
È stata sviluppata dalla Hypex
Cinemaaddosso è stata prodotta da Annamode costumes che, grazie alla sua raccolta di costumi originali creati per il cinema, ha dato vita a un archivio storico di interesse internazionale. È stata curata da Elisabetta Bruscolini, disegnata dall’art director Maria Teresa Pizzetti e sviluppata dalla creative software houseHypex di Riccardo Boccuzzi. Il nuovo spazio virtuale in 3D ha fatto seguito alla grande mostra che si è tenuta al Museo del Cinema di Torino nel 2020 e poi in Val d’Orcia, nel Comune di Pienza.
Un viaggio all’interno della storia del costume cinematografico italiano
Con l’app Cinemaddosso si potrà navigare attraverso percorsi tematici che presenteranno la storia del costume cinematografico italiano. Per conservare la fedeltà dei costumi in ogni minimo dettaglio è stato utilizzato il brevetto Hypex Interactive che ha permesso di interagire con abiti reali, cioè filmati dal vivo. Inoltre, l’ampia selezione di vestiti ripresi a 360 gradi in alta qualità e in seguito digitalizzati consentirà all’utente di soffermarsi tra i diversi spazi espositivi elaborati e distinti in modo non cronologico ma immaginifico, e anche sui singoli costumi per goderne la fattura e conoscerne la storia. Il viaggio all’interno del metamuseo sarà accompagnato anche da descrizioni e contestualizzazioni storiche ed artistiche, in cui molte delle creazioni sono nate attraverso aneddoti e racconti di chi le ha prodotte, create o indossate. Gli abiti sfileranno in sette sezioni della mostra virtuale grazie allo Studio Convertino che ha realizzato i video, mentre la musica di Massimiliano Faraci guiderà lo spettatore a immaginare gli ambienti e a entrare nella narrazione.
Incidente mortale sul lavoro nel Palermitano. La vittima, il 63enne Filippo Ciancimino, stava lavorando alla ristrutturazione di un’abitazione in via Papa Giovanni XXIII a Belmonte Mezzagno, quando il solaio è crollato. Per l’operaio edile, travolto dalle macerie, non c’è stato niente da fare: i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Misilmeri.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato a Berlino la collega tedesca Annalena Baerbock per un vertice sui migranti, dopo le polemiche degli ultimi giorni. Dopo il confronto, durante una conferenza stampa congiunta, è stata la ministra ad assicurare che «non lasceremo soli singoli Stati europei». E ha confermato il sostegno della Germania: «Abbiamo tutti visto le immagini da Lampedusa, la situazione è insostenibile: è una grande sfida per l’Italia, questo lo capiamo». Tajani ha risposto auspicando che «gli sforzi finanziari dei singoli Stati si concentrino su soluzioni strutturali della questione migratoria».
Tajani: «Nessuno fa la guerra alle ong ma serve azione europea»
Il riferimento è stato ai finanziamenti concessi dalla Germania alle ong. Tajani ha spiegato il punto di vista del governo italiano: «Nessuno fa la guerra alle ong, però non possono essere una sorta di calamita per attrarre migranti irregolari che, guarda caso, vengono portati sempre e soltanto in Italia perché è il porto più vicino. Le navi delle ong possono fare soccorso in mare, ma non si può trasformare l’Italia nel luogo dove tutte le ong portano i migranti, anche perché non vogliono venire». Il ministro degli Esteri ha poi fatto il punto sull’incontro con Baerbock: «Italia e Germania sono convinte che serve un’azione europea, le sue parole mi hanno fatto piacere».
Baerbock: «Il 90 per cento viene salvato dall’annegamento»
La ministra Baerbock, dal canto suo, ha dichiarato: «Ogni vita ha un valore e ogni persona annegata non è solo un numero nelle statistiche ma un padre, un figlio, un amico. Almeno 2.300 persone sono morte dall’inizio dell’anno: sono 2.300 destini, persone, speranze per un futuro migliore. Questo non deve diventare routine. Fortunatamente molti vengono salvati: lo dico con gratitudine. Oltre il 90 per cento di quelli che partono vengono salvati dall’annegamento, siamo grati alla guardia costiera italiana ma anche ai volontari che hanno un ruolo e si impegnano per salvare vite nel Mediterraneo, mentre la missione europea Mare Nostrum non c’è più. Questo impegno ha il nostro sostegno».
Stasera 28 settembre 2023 alle ore 21.25 andrà in onda il programma Ulisse – Il piacere della scoperta sul canale Rai 1. Come sempre, alla conduzione del programma ci sarà Alberto Angela e questa volta la trasmissione si concentrerà sulla figura dell’imperatore romano Nerone. Il programma sarà disponibile anche in streaming e on demand sulla piattaforma online Rai Play.
Ulisse – Il piacere della scoperta, le anticipazioni della puntata di stasera 28 settembre 2023 su Rai 1
L’episodio si concentrerà su una figura storica molto controversa. Dalle fonti ufficiali, il quadro della figura di Nerone non è affatto positivo: più volte viene descritto come egocentrico, violento, dissoluto e responsabile della morte della madre Agrippina. Per molti, poi, Nerone è famoso per aver dato fuoco a Roma e aver incolpato i cristiani di questo evento catastrofico. Ma chi era davvero? Questa è la domanda che si pone Alberto Angela e alla quale cercherà di dare una risposta in un viaggio indietro nel tempo nel corso della puntata, tra testimonianze storiche e reperti ritrovati. La troupe di Ulisse ha studiato a lungo per cercare di capire quale fosse realmente la figura di Nerone dal punto di vista storico e politico.
Nella terza puntata, insieme ad @albertoangela, ripercorreremo la storia di uno dei più discussi imperatori di Roma, Nerone, partendo dal famoso incendio che devastò la capitale dell'impero. #Ulisse domani #28settembre alle 21.25 su @RaiUno. pic.twitter.com/e2Q0OLXQ2I
Inoltre, Alberto Angela cercherà di confutare i tanti miti che si sono susseguiti su questo personaggio e le storie che gli hanno fatto acquisire una connotazione negativa nel corso dei secoli. Si parte quindi dal grande incendio di Roma del 64 d.C. e si cercherà di capire cosa possa averlo provocato. Ancora, si analizzerà perché tali fenomeni fossero un problema costante per la città di Roma, non solo quando Nerone era al potere. Non a caso, l’imperatore Augusto istituì un corpo dei vigili del fuoco, chiamato vigiles, con relative caserme per combattere gli incendi in città. La trasmissione porterà il pubblico a scoprire uno di questi antichi edifici. Infine, non mancheranno ricostruzioni storiche e grafiche accurate che permetteranno agli spettatori di immergersi maggiormente in questo fantastico viaggio indietro nel tempo.
Ulisse – Il piacere della scoperta, i luoghi della puntata di stasera 28 settembre 2023 su Rai 1
Il conduttore visiterà la villa di Nerone, che si trova ad Anzio, e si sposterà successivamente verso la Domus Aurea, residenza che venne fatta costruire dall’imperatore in persona. Ci sarà spazio anche per visitare la Basilica di Santa Maria Del Popolo che sorge sulla sua tomba. Molto interessanti saranno poi le visite al teatro privato di Nerone, scoperto negli ultimi tempi, e alla Domus Tiberina, che dopo un meticoloso restauro durato 40 anni è finalmente accessibile al pubblico.
Stasera ripercorreremo la storia di uno dei più famosi, affascinanti e discussi imperatori di Roma: Nerone. @albertoangela ci accompagnerà nella vita di questo personaggio, facendo luce sui molti lati oscuri che per secoli ne hanno alimentato il mito.#Ulisse alle 21.25 #Rai1pic.twitter.com/SH80W03Uag
La troupe della trasmissione si sposterà infine a Napoli. Qui verranno analizzati alcuni reperti contenuti al MANN, il Museo Archeologico Nazionale, e verrà mostrato al pubblico anche il Museo di Neapolis, dove si dice che Nerone si sia esibito al pubblico per la prima volta. Infine, Alberto Angela scoprirà i segreti della Villa Oplontis, la residenza di Poppea, la moglie di Nerone.
Piazza Colonna a Roma, su cui si affaccia Palazzo Chigi, torna a essere fruibile per cittadini e turisti. Via le transenne che l’hanno a lungo delimitata, così come il varco sorvegliato dalle Forze dell’ordine che rendeva possibile il passaggio solo a parlamentari, personale dei Palazzi istituzionali e giornalisti. A spingere sulla riapertura della piazza sarebbe stata la premier Giorgia Meloni in persona.
La chiusura dopo l’attentato del 2013, poi la stretta dovuta al Covid
La piazza era stata interdetta al pubblico dopo l’attentato compiuto il 28 aprile 2013 quando, durante il giuramento del Governo Letta, un uomo aveva sparato alcuni colpi di pistola, ferendo due carabinieri di cui uno, il maresciallo Giuseppe Giangrande, rimasto tetraplegico. Piazza Colonna era stata riaperta circa un anno dopo su decisione di Matteo Renzi, prima di una nuova stretta dovuta al Covid.
La premier Meloni si è spesa in prima persona per la riapertura
Fin dal suo insediamento Meloni, emerge da fonti vicine a Palazzo Chigi, aveva manifestato l’intenzione di restituire a cittadini e turisti uno degli scenari più amati e fotografati di Roma, caratterizzato dalla Colonna di Marco Aurelio e da alcuni dei palazzi storici più belli della Capitale, tra cui la sede del governo.
Il fiume Mississippi è quasi in secca. I livelli di acqua potabile hanno infatti registrato, per il secondo anno consecutivo, il minimo storico e il quadro non è destinato a migliorare presto. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e l’US Geological Survey la situazione peggiorerà ancora prima di risollevarsi entro la fine del 2023. «Un evento particolarmente piovoso non basterà a cambiare le cose», ha spiegato alla Cnn Katie Dedeaux, idrologa del National Weather Service. «Non è una crisi che si risolverà dall’oggi al domani». Lo scenario è particolarmente preoccupante in Louisiana, dato che l’acqua del mare sta risalendo lentamente il corso del fiume, causando danni importanti alla popolazione e all’ecosistema.
La crisi del fiume Mississippi dovuta a un’estate secca e calda
Il livello del fiume Mississippi ha iniziato a precipitare già a inizio settembre, molto prima rispetto al 2022, quando crollò solamente a partire da ottobre. «Continue e consecutive siccità hanno impedito al corso d’acqua di ricaricarsi», ha spiegato Cullen Jones, colonnello dell’esercito americano. «Per poter respingere nuovamente il mare, occorreranno almeno 25 centimetri di pioggia sull’intera valle». L’estate 2023 però è stata la più calda mai registrata in Louisiana, nonché la terza più secca della storia. Basti pensare che il 90 per cento dello Stato ha dovuto affrontare una profonda crisi di precipitazioni alla pari del Texas orientale e dell’Alabama. Non è andata meglio in Minnesota, Iowa e Wisconsin, dove gli esperti hanno certificato un deficit nelle precipitazioni da cinque a 15 centimetri.
Importante anche l’assenza dei cicloni. Alexis Highman del Lower Mississippi River Forecast Center ha infatti sottolineato come nel 2022 e nel 2023 nessun sistema tropicale, in grado di scaricare una massiccia quantità di acqua in poco tempo, abbia colpito le coste della Louisiana o l’area del fiume, alimentando così la crisi idrica lungo tutta la valle. Nell’area di Memphis, in particolare, la situazione peggiorerà nelle prossime settimane, in quanto i dati crolleranno fino alla metà di ottobre, causando ulteriori disagi alla popolazione che abita lungo le rive. Qualcosa potrebbe cambiare solo a fine anno. Gli esperti infatti confidano nell’arrivo della corrente El Niño, solitamente accompagnata da un aumento delle precipitazioni.
In arrivo aiuti federali grazie all’intervento di Joe Biden
Sperando di scongiurare ulteriori ripercussioni sull’acqua potabile in Louisiana, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato mercoledì 27 settembre una dichiarazione di emergenza federale. La Casa Bianca ha infatti previsto finanziamenti per rispondere alla crisi e l’assistenza di partner come la Federal Emergency Management Agency e la Homeland Security. «Voglio ringraziare tutti coloro che si stanno impegnando in questa lotta», ha detto a Fox News il governatore John Bel Edwards. «Confidiamo che l’aiuto del nostro presidente si riveli decisivo».
I’m grateful to the Biden administration for making this request a priority and responding quickly to help the people of South Louisiana. #lagovhttps://t.co/NATrPTDhMi
Tira una brutta aria sul governo Meloni, ed è vento di tempesta finanziaria. I mercati sono tornati a mettere sotto pressione l’Italia dopo il varo della Nadef, la Nota di aggiornamento di economia e finanza in cui è stato stimato un innalzamento del rapporto deficit/Pil, che passa dal 4,5 per cento del Def al 5,3 per cento. In più ci si è messo anche il debito pubblico, che come ha comunicato la Banca d’Italia è aumentato a luglio 2023 di 10,4 miliardi rispetto a giugno, risultando pari a 2.858,6 miliardi di euro. Risultato? Il ritorno dei vecchi fantasmi dello spread, che fecero crollare l’ultimo governo Berlusconi a fine 2011. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è salito toccando i 200 punti base. Un livello che non si vedeva da febbraio. Il rendimento del decennale italiano è al 4,94 per cento. La cartina di tornasole del “rischio” Paese ci sta comunicando qualcosa. E per Giorgia Meloni non sono buone notizie.
Poste Italiane ha ottenuto la medaglia di platino di EcoVadis, che valuta la sostenibilità delle imprese lungo la catena di fornitura, e ha migliorato ulteriormente la posizione dalla medaglia Gold del 2022 collocandosi entro l’1 per cento delle migliori aziende valutate dal team di esperti internazionali. EcoVadis è tra le più accreditate piattaforme di rating sulla sostenibilità delle imprese a livello internazionale e ha finora espresso valutazioni su 100 mila aziende. La medaglia premia le aziende che hanno completato il processo di valutazione EcoVadis e hanno dimostrato di possedere un sistema di gestione solido che risponde ai criteri di sostenibilità secondo quanto indicato nella metodologia EcoVadis.
Misurata la performance di 21 indicatori in relazione a quattro ambiti
La metodologia si basa su standard internazionali di sostenibilità, tra cui la Global Reporting Initiative, il Global Compact delle Nazioni Unite e la ISO 26000, coprendo oltre 200 aree di interesse ESG per circa 175 Paesi. Il modello di valutazione, presidiato da un comitato scientifico internazionale, si fonda su standard riconosciuti a livello mondiale e consiste nel misurare la performance di 21 indicatori in relazione a quattro macro-ambiti valutati con un punteggio finale da 0 a 100. Si tratta di Ambiente, Pratiche Lavorative e Diritti Umani, Etica e Acquisti Sostenibili.
L’ad Del Fante: «Testimonianza del continuo progresso aziendale»
L’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante ha così commentato il riconoscimento: «Il passaggio dalla medaglia d’oro alla medaglia di platino nella graduatoria EcoVadis testimonia il continuo progresso aziendale nel raggiungimento degli obiettivi del Piano Strategico ESG. Il rating di EcoVadis è un nuovo tassello del percorso di Poste Italiane, che si colloca al massimo livello del rating globale per la responsabilità sociale d’impresa lungo la catena di fornitura. Gli ha fatto eco il condirettore del Gruppo Giuseppe Lasco: «Siamo impegnati quotidianamente a trovare soluzioni innovative e sostenibili per i nostri partner italiani e internazionali, in linea con gli obiettivi aziendali. Continueremo a lavorare per essere un punto di riferimento sempre più rappresentativo per il Paese nell’ambito ESG».
Gli altri riconoscimenti di Poste Italiane
La leadership nel rating EcoVadis si aggiunge ad altri numerosi riconoscimenti ottenuti da Poste Italiane, che è presente nei più prestigiosi indici di sostenibilità internazionali tra cui l’indice MIB ESG di Borsa Italiana, primo posto fra le Blue Chip, il Dow Jones Indices per il quarto anno consecutivo, Euronext Vigeo-Eiris Indices, Integrated Governance Index (IGI), Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good, Bloomberg Gender-Equality Index, Stoxx Global ESG Leaders. A questi si aggiungono, inoltre, i rating da parte di importanti agenzie internazionali, come la AA da parte di MSCI, l’A- da parte di CDP e il Top 5 per cento S&P Global Esg Score 2022 del Sustainability Yearbook 2023. Il Gruppo, infine, ha ottenuto un ESG Risk Rating pari a 13,7 (Low risk) da parte di Sustainalytics ed è stato riconosciuto come top ESG performer su un panel che conta oltre 15 mila aziende valutate a livello mondiale, ottenendo il riconoscimento di 2023 Industry Top-Rated.
Matteo Renzi è tornato ad attaccare la premier Giorgia Meloni. Il leader di Italia Viva, ha parlato a margine dell’evento Cambiare rotta, i migranti e l’Europa, organizzato dalla Fondazione Oasis all’Università Cattolica di Milano. E ha sfruttato il caso dello spot dell’Esselunga degli ultimi giorni per attaccare la presidente del Consiglio: «Giorgia Meloni è la più brava influencer di questo paese, ma non sta facendo la presidente del Consiglio e mostrandosi ieri sensibile alla pesca dell’Esselunga ha fatto l’influencer. È la numero uno come influencer, ha spodestato Chiara Ferragni. Ma come premier non c’è una sola risposta ai problemi del Paese».
Il riferimento di Renzi è stato alle politiche migratorie. L’ex premier ha infatti commentato: «Sul tema dell’immigrazione il governo ha un unico obiettivo: apparire. È il governo che ha parlato di blocco navale. I migranti sono raddoppiati. Le parole della campagna di Meloni e Salvini non appartengono alla dignità della politica». Poi ha evidenziato che «l’unico blocco navale in questo paese è stato fatto dalla sinistra. Da Napolitano e Prodi nel 1997, con i profughi che provenivano dall’Albania».
E ha insistito: «Dopo Cutro, ho ricordato a Meloni che la storia italiana che non cambia. Noi da duemila anni accogliamo tutti e salviamo tutti: io sono orgoglioso di questa tradizione italiana, che risale addirittura a Virgilio. Questa cultura c’era anche durante fascismo: l’ammiraglio Todaro, nel 1940, dopo aver fatto affondare un piroscafo belga ha salvato tutti quelli che erano in mare. Rispondendo ai belgi e ai nazisti, ha detto “Sono italiano, salvo tutti”».
La soluzione: «Mandare le persone a lavorare»
Renzi ha poi parlato di quella che ha definito «la soluzione migliore per il problema migratorio». Il leader di Italia Viva ha spiegato che secondo lui è «la legalità, cioè mandare queste persone a lavorare. Perché se le lasci in stazione senza un permesso, una possibilità di lavoro o un controllo diventano un fattore di insicurezza. La sicurezza e la legalità si fanno con il lavoro e non con i decreti fuffa di Salvini». Infine un passaggio sulla Nadef, la Nota di aggiornamento al Def: «Da quello che si vede, c’è un poderoso sforzo in Europa non per abbassare le tasse ma per mantenere il piccolo abbassamento fatto a maggio dello scorso anno. Mi sembra che la Meloni debba chiedere aiuto all’Europa. Mi sembra però che non ci sia un aiuto al ceto medio».
In quello che potrebbe essere stato un tentativo di dissipare le voci secondo cui Ramzan Kadyrov sarebbe in cattive condizioni di salute, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il leader ceceno a Mosca. Durante il colloquio avvenuto al Cremlino, lo zar ha elogiato Kadyrov per la performance economica della Cecenia. E i due non hanno parlato solo di questo.
La soddisfazione di Kadyrov e gli auguri da parte di Putin
«Nel complesso la situazione è positiva, in gran parte grazie a lei, alla sua squadra, alla fiducia con cui la gente lavora e alla buona cooperazione con il governo russo», ha detto Kadyrov. «Ogni giorno prendiamo prigionieri e distruggiamo attrezzature nemiche», ha continuato, esaltando l’operato dei suoi uomini in Ucraina. E poi: «I soldati sono di buon umore. Non hanno problemi con la comunicazione o le attrezzature». Da parte sua, Putin ha rivolto i suoi migliori auguri ai soldati del distretto militare settentrionale della Cecenia, che «combattono eroicamente in prima linea».
Il giallo delle condizioni di salute del leader ceceno
All’inizio di settembre sui social media erano state diffuse affermazioni secondo cui Kadyrov, sofferente ai reni, fosse in gravi condizioni di salute. Alcune fonti suggerivano che fosse in coma o addirittura morto. In risposta, il capo della Repubblica Cecena aveva pubblicato dei video che smentivano tali voci. L’incontro con Putin è arrivato a pochi giorni dalla diffusione, da parte di Kadyrov, di un video in cui suo figlio adolescente picchiava un prigioniero accusato di aver bruciato il Corano, incidente sul quale il Cremlino si è rifiutato di commentare.
Zucchero ha raccontato la sua fascinazione verso il palco nel trailer che anticipa il film documentario Zucchero – Sugar Fornaciaridi Valentina Zanella e GiangiacomoDe Stefano, che sarà presentato in anteprima alla 11esima edizione della Festa del Cinema di Roma il 21 ottobre e nelle sale il 23-24-25 ottobre. «Ero primo in classifica e dopo tanto avrei dovuto essere felice. Ero annullato. Ero talmente depresso che solo l’idea di stare meglio mi spaventava», ha raccontato.
Un viaggio che va oltre il ritratto di un musicista di successo e arriva dentro le fragilità dell’uomo
Il film racconta luci e ombre del bluesman italiano attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal World wild tour, il suo ultimo tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo. Zucchero – Sugar Fornaciari è una produzione K+, in collaborazione con Adler Entertainment e Ela Film, ed è distribuito da Adler Entertainment in collaborazione con Zucchero & Fornaciari Music S.r.l. e Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission.
Togliere il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina potrebbe far diminuire la qualità dei corsi. Questa è la tesi di cui ha parlato Salvatore Cuzzocrea, presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, nonché rettore dell’Università degli Studi di Messina. «Immaginare un accesso generalizzato alla facoltà di Medicina significa programmare di fatto un drastico crollo dell’indiscussa qualità dei corsi che in Italia formano medici e chirurghi, e minare il riconoscimento europeo della laurea stessa», ha dichiarato.
Cuzzocrea: «Già in atto un’apertura tarata»
Il presidente della Crui ha proseguito: «Le università hanno già fatto uno sforzo incredibile per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina. Un’apertura tarata sulle necessità del sistema sanitario è già in atto: nei prossimi 7 anni i posti cresceranno infatti di 30mila unità». E ha concluso: «In questi ultimi giorni il dibattito sull’accesso a Medicina sembra aver avuto un rilancio improvviso. In molti si pronunciano a favore dell’abolizione della programmazione e delle regole condivise a livello europeo per la formazione dei nuovi medici. Le università hanno già fatto uno sforzo incredibile per estendere i numeri di coloro che ogni anno accedono ai corsi di laurea in Medicina così da preservare, in primo luogo, la qualità della formazione di chi domani dovrà occuparsi della salute dei cittadini. In secondo luogo, per garantire validità europea ai titoli italiani».
Il governatore De Luca contro il numero chiuso
Nei giorni scorsi sono state soprattutto le Regioni a riproporre il tema. A partire dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha letto alcuni messaggi inviatigli da studenti che hanno chiesto l’abolizione del test per Medicina e del numero chiuso. L’8 settembre il consiglio regionale campano ha approvato all’unanimità la proposta presentata dalla giunta De Luca e che prevede l’accesso libero ai corsi universitari di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria, Odontoiatria e altri corsi in ambito sanitario. Si partirà dall’anno accademico 2024/2025.
Archiviata l’esperienza politica e reduce dalla fine del suo matrimonio, Sanna Marin si è goduta la prima estate da single e senza incarichi di rilievo, sfoggiando look piuttosto aggressivi al Flow Festival di Helsinki. La nuova vita dell’ex prima ministra finlandese potrebbe riservare adesso una svolta a sorpresa, nel mondo dello spettacolo. Come scrive Variety, infatti, Marin ha firmato con l’agenzia di talenti Range Media Partners, che vanta tra i suoi clienti star del calibro di Bradley Cooper, Tom Hardy e Keira Knightley.
L’innegabile appeal di Marin: basterà per fare carriera nello showbiz?
Range Media Partners, scrive Variety, aiuterà Marin a «esplorare le opportunità nel campo dei media e dell’intrattenimento», dalla tivù al cinema, fino ai contenuti audio e alle partnership con eventuali marchi interessati ad averla come testimonial. All’inizio di settembre Marin, che durante il suo mandato è stata in prima linea per la neutralità carbonica, è entrata a far parte del Tony Blair Institute for Global Change, organizzazione no-profit con sede a Londra guidata dall’ex primo ministro britannico, nelle vesti di consigliere strategico. La carriera nel mondo dell’intrattenimento sarebbe tutt’altra cosa, ma è innegabile che Marin abbia un certo appeal, essendo tra l’altro apparsa in prestigiose classifiche tra cui “25 most influencial women” del Financial Times, “30 For 30 Impact Leader” di Equality Now, “Time100 Next” dei leader più influenti del mondo, “The World’s 100 Most Powerful” di Forbes. A dimostrazione della sua popolarità, a giugno del 2023 Hbo ha lanciato la docuserie in tre episodi First Five, incentrata sulla figura di Marin e sulla formazione del pionieristico gabinetto femminile da lei formato durante il suo mandato.
La batosta elettorale e le dimissioni da leader del suo partito
Membro dell’Eduskunta dal 2015, Marin era stata eletta a capo del governo finlandese il 10 dicembre 2019, la più giovane di sempre e terza donna nella storia del Paese dopo Anneli Jäätteenmäki e Mari Kiviniemi. Ad aprile 2023, però, la premier socialdemocratica è uscita sconfitta dal voto per il rinnovo del parlamento monocamerale finlandese, che ha visto prevalere i partiti di centrodestra a discapito della coalizione di centrosinistra. Incassata la batosta, si è dimessa da leader del Partito socialdemocratico finlandese, spiegando di non aver intenzione di candidarsi per un altro mandato. «Devo ammettere francamente che la mia resistenza è stata messa a dura prova in questi anni», aveva dichiarato. Poi a stretto giro l’annuncio del divorzio dal marito Markus Räikkönen, epilogo di un matrimonio messo in difficoltà fin dall’inizio dai gravosi impegni politici, diventata premier poco prima dello scoppio della pandemia di Covid.
La Supermedia dei sondaggi politici realizzata dai Agi/YouTrend registra, anche questa volta, il primato di Fratelli d’Italia che, seppur in calo, domina ancora sugli altri partiti. A un anno esatto dalle ultime elezioni politiche, vinte da Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio resta dunque a capo dello schieramento in cui gli italiani ripongono maggiore fiducia, anche se, rispetto alle precedenti rilevazioni delle due settimane precedenti, si registra un calo dello 0,7 per cento, con il partito che si attesta al 28,5 per cento (due punti percentuali in più rispetto alle elezioni politiche del 2022).
La Supermedia dei sondaggi politici
Dietro Fratelli d’Italia, la Supermedia riporta le principali forze di opposizione: il Partito democratico di Elly Schlein al 19,7 per cento (+0,1 per cento in due settimane) e il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte al 16,5 per cento (+0,1 per cento). Subito sotto il podio è il turno degli alleati di governo di Meloni, con la Lega di Matteo Salvini al 9,3 per cento (+0,2) e Forza Italia che, invece, ha perso uno 0,1 per cento attestandosi al 6,9 per cento. Dietro Azione al 3,9 per cento (+0,2), Verdi/Sinistra 3,3 per cento (-0,1), Italia viva 2,9 per cento (=), +Europa 2,4 per cento (-0,1), Italexit 1,9 per cento (-0,1), Unione Popolare 1,3 per cento (-0,1) e Noi Moderati 1,1 per cento (+0,2). I dati portano le coalizioni parlamentari a questo risultato:
Centrodestra 45,8 per cento (-0,3);
Centrosinistra 25,4 per cento (-0,1);
M5S 16,5 per cento (+0,1);
Terzo Polo 6,9 per cento (+0,3);
Italexit 1,9 per cento (-0,1);
Altri 3,5 per cento (+0,1)
Il confronto con le Politiche 2022
Confrontando i dati dell’ultima Supermedia con i risultati delle elezioni politiche 2022 ci si rende conto di come il partito di Giorgia Meloni abbia continuato a crescere, registrando un +2,5 per cento rispetto al risultato delle urne. Bene anche il Movimento 5 Stelle che ha guadagnato un 1,1 per cento. A crescere sono anche il Pd (+0,6) e la Lega (+0,5), mentre chi ha perso di più è Forza Italia che, in un anno e complice soprattutto la morte di Silvio Berlusconi, ha visto il suo consenso decurtato dell’1,1 per cento.
Don Maurizio Patriciello, il parroco della chiesa di Parco Verde, a Caivano, è intervenuto in audizione al Senato e ha raccontato ai senatori la realtà dell’area. Dopo gli stupri, le forze dell’ordine hanno intensificato la propria attività nella zona ma in risposta sono arrivati i raid notturni, con uomini in scooter ad aprire il fuoco con fucili e pistole. Patriciello ha spiegato: «Serve un esercito di maestre elementari. Un altro un esercito di assistenti sociali. Però la verità va detta: quando l’altra notte c’è stata l’ultima “stesa” sono arrivati armati di kalashnikov, non di pistole o coltelli. Questi folli sono arrivati subito dopo la visita della Meloni con i ministri ed è sembrata veramente una sfida allo Stato. In quei momenti alla gente non serve un maestro elementare ma le forze dell’ordine».
Don Patriciello: «Qualcosa di concreto si vede»
Il parroco ha proseguito: «In questo mese a Parco Verde, definita una delle piazze di spaccio più grande d’Europa, non si è venduto un solo grammo di droga perché la polizia e i carabinieri stanno per la strada. Qualcosa di concreto si vede». E poi Don Patriciello ha analizzato la storia di Caivano: «Mi chiedo come sia stato possibile da parte dello Stato permettere che questi quartieri come Parco Verde potessero esistere. Ci vuole poco per rendersi conto che questi quartieri non potevano che produrre questi frutti. Ammassare in un solo posto tutte le famiglie povere dei quartieri più poveri e degradati di Napoli dopo il terremoto del 1980 e abbandonarli a se stessi è stata una tragedia immane di cui nessuno può lavarsi le mani adesso, né i vecchi politici né coloro che ne sono gli eredi».
La critica alla politica: «Quartieri poveri sono serbatoi di voti»
Don Patriciello ha poi criticato la politica: «Questi quartieri così poveri e così degradati sono un ottimo serbatoio di voti. Voti che poi si contano e pesano, e prima o poi ti presentano il conto». Ed è passato poi alla Terra dei fuochi, la zona con un’alta percentuale di casi di tumori tra gli abitanti a causa delle sostanze tossiche sotterrate negli anni: «Un giorno mi sono buttato in ginocchio pure davanti a Carmine Schiavone, il cassiere dei Casalesi, per il dramma della Terra dei fuochi, perché dovevo capire bene cosa succedeva. Non ce la facevo più a benedire bare bianche, di bambini morti di leucemia e di cancro. Un camorrista che non avrei voluto vedere mai in vita mia, ma mi sono detto se può aiutarmi farò anche questo. Il problema è un dramma che stava lì da anni e poi è venuto a galla».