Daily Archives: 27 Settembre 2023

Serie A: tris del Milan contro il Cagliari, vittoria anche per Atalanta ed Empoli

Dopo la Juventus, conquista tre punti anche il Milan che batte il Cagliari, ultimo in classifica visto che l’Empoli si scuote e trova i primi punti a spese di una modesta Salernitana. In attesa della Fiorentina, l’Atalanta prosegue la sua marcia con regolarità vincendo in casa del Verona. Questi dunque i risultati delle partite della Serie A disputate mercoledì 27 settembre: Cagliari-Milan 1-3; Verona-Atalanta 0-1; Empoli-Salernitana 1-0.

Pioli sui «nuovi»

«Bravi tutti i nuovi, da LoftusCheek a Reijnders e Okafor. Adli ha interpretato bene il ruolo da play» ha detto ai microfoni di Sky l’allenatore dei rossoneri Pioli. Sulla formazione ha affermato: «Non ho tanti giocatori e questo mi piace, ne ho pochi e pronti, a lungo termine sarà un vantaggio avere sempre giocatori motivati e con meno rischi di infortuni».

 

Consiglio dei ministri: dalla Nadef al nuovo decreto migranti

Durante la riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, tenutasi mercoledì 27 settembre, è stata approvata la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef). Come anticipato, approvato anche il decreto migranti che contiene una stretta sulle espulsioni e sul fenomeno dei falsi minorenni. Confermato l’aumento del contingente militare dell’operazione Strade sicure, con ulteriori 400 unità.

Nadef e Pil

Nella Nadef, che arriverà in Aula alla Camera l’11 ottobre, il governo ha indicato un’impostazione di bilancio «all’insegna della serietà e del buon senso» riporta l’Agenzia. Secondo quanto si apprende, sì «agli aiuti alle famiglie con redditi medio bassi» e «al taglio del cuneo». Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha inoltre affermato: «Abbiamo dovuto rivedere le stime sulla crescita di quest’anno allo 0,8 per cento, e anche le stime per l’anno prossimo».

Il Pil del 2024 crescerà dell’1,2 per cento, mentre il deficit/Pil nel 2023 sale dal 4,3 per cento al 5,3 per cento interamente per l’effetto del Superbonus 110 per cento. I bonus edilizi avranno infatti un impatto negativo sui conti pubblici e, in assenza di questi, il debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno.

Migranti, accertamenti più rapidi sull’età

Il decreto migranti approvato dal Cdm, spiegano fonti di governo citate dall’Ansa, «prevede la possibilità di svolgere più rapidamente gli accertamenti per verificare l’età del minore straniero non accompagnato». Gli accertamenti sono autorizzati dalla procura dei Minorenni. «Se l’età dichiarata non corrisponde al vero» – hanno aggiunto – «lo straniero è condannato per falsa attestazione.

Stretta sulle espulsioni

La condanna per il reato di false dichiarazioni al pubblico ufficiale può essere sostituita dall’espulsione dal territorio nazionale. Qualora lo straniero presentasse una nuova domanda di protezione internazionale durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della Commissione territoriale valuterà preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda reiterata di protezione internazionale.

Tutela delle donne migranti

Finora «le donne in stato di gravidanza o le madri con minori venivano inserite subito nel sistema di accoglienza di secondo livello». Per tutte le altre «la normativa prevedeva lo stesso identico trattamento degli uomini adulti». Con il decreto appena approvato, tutte le donne migranti, dunque non più solo quelle in stato di gravidanza, vedranno garantito «l’accesso nelle strutture di maggiore tutela».

Smart working e proroghe

Approvato anche il decreto proroghe sullo smart working. Il Consiglio dei ministri, fa sapere l’Agenzia, ha approvato il dl in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali, con il prolungamento fino al 31 dicembre dello smart working per i lavoratori fragili nella P.a.

 

Morte di Andrea Purgatori: dagli esami non emergono metastasi al cervello

Al momento del decesso non erano presenti metastasi al cervello. È quanto emerge «concordemente» dagli esami istologici completati mercoledì 27 settembre, nell’ambito dell’indagine della procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. Sempre nella stessa giornata si è svolto un incontro tra i consulenti dei pm e quelli delle parti per fare il punto sulla attività effettuata in queste settimane all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata.

I familiari: «Fiducia nella magistratura»

I familiari, assistiti dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, hanno preso atto dei risultati dell’autopsia ribadendo la fiducia «nell’operato della magistratura, con l’unico intento di far accertare la verità degli eventi e le eventuali responsabilità». Nel procedimento, avviato dopo una denuncia dei familiari, sono indagati due medici, Gianfranco Gualdi e Claudio di Biasi, per omicidio colposo.

Il calvario prima del decesso

Andrea Purgatori, a seguito della diagnosi tumorale, era stato sottoposto a radioterapia. Le condizioni inizialmente erano rimaste stabili fino a metà maggio. Poi però era arrivato il peggioramento. A giugno si era infatti sottoposto a una tac nella prima clinica in cui si era recato nel mese di aprile. Qui un colpo di scena: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Una situazione confermata anche da un ulteriore esame svolto in altra struttura. L’ex giornalista del Corriere della Sera tuttavia non mostrò segni di miglioramento e venne ricoverato in uno dei policlinici della Capitale: dopo pochi giorni la morte.

Bollette, arrivano gli aumenti per luce e gas: +12 e +9 per cento

Brutte notizie per gli italiani in vista dell’ultimo trimestre del 2023. Secondo quanto annunciato dal presidente di Nomisma energia, Davide Tabarelli, Arera, l’Autorità di regolazione di energia, acqua e rifiuti, comunicherà un rialzo dei prezzi di luce e gas. L’incremento in bolletta sarà rispettivamente del 12 e del 9 per cento. Tabarelli ha spiegato che gli indici saranno «rivisti al rialzo e che per l’elettricità si va verso 27 centesimi di euro per kWh che è comunque sempre meno della metà di un anno fa».

Bollette, arrivano gli aumenti per luce e gas +12 e +9 per cento
Bollette (Imagoeconomica).

Besseghini: «I prezzi non mordono come un anno fa»

E a un anno fa guarda anche Stefano Besseghini, presidente di Arera. Ha dichiarato: «Dobbiamo ancora avere un approccio cauto e attento riguardo la situazione del sistema energetico. Stiamo vedendo un settore in evoluzione, che ha messo in campo iniziative di diversificazione, una flessibilità molto maggiore rispetto a prima. Non abbiamo più i prezzi che mordono come un anno fa; nessuno si illude di avere i livelli del 2019. Abbiamo una componente inflattiva molto più rilevante. Per questa ragione, prevediamo aumenti, poiché le oscillazioni sui mercati sono significative e ribattono sul prossimo trimestre».

Bollette, arrivano gli aumenti per luce e gas +12 e +9 per cento
Stefano Besseghini, presidente di Arera (Imagoeconomica).

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh

Con la guerra lampo della settimana scorsa Ilham Aliyev si è assicurato il suo bel posto nella storia dell’Azerbaigian, come il presidente che ha ripristinato l’integrità territoriale del Paese. Oltre 30 anni dopo il conflitto vinto dall’Armenia che aveva portato alla separazione del territorio del Nagorno Karabakh, la regione passerà sotto il controllo di Baku. Poco importa l’esodo di migliaia di abitanti di etnia armena fin fuga da quella che era diventata la repubblica indipendente dell’Artsakh: è la legge non solo del più forte, visto che de jure il territorio conteso ha sempre fatto parte dell’Azerbaigian. Vince dunque Aliyev, con l’aiuto del potente vicino turco, quel Recep Tayyp Erdogan che già nella guerra del 2020 lo aveva sostenuto, e il disinteresse di Vladimir Putin, che impegnato nel teatro ucraino ha lasciato il ruolo da protagonisti ai due abbandonando l’Armenia. O quantomeno il primo ministro Nikol Pashinyan, con cui da tempo i rapporti si erano deteriorati.

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh
Vladimir Putin e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan (Getty Images).

La crisi dei profughi e l’inerzia dell’Occidente

La storia però non finisce certo qui, visto che da una parte c’è ancora la questione umanitaria e della fuga degli armeni dall’Artsakh, dall’altra non è detto che l’appetito della coppia Aliyev-Erdogan sia del tutto soddisfatto, e in mezzo c’è ovviamente il destino dei rapporti tra Mosca e Erevan. In teoria il problema dei rifugiati è il primo e più semplice da risolvere, con l’Armenia che naturalmente non può fare tutto da sola, dipendendo dagli aiuti internazionali. Le decine di migliaia di persone già arrivate attraverso il corridoio di Lachin necessitano di prima assistenza e di aiuto sul medio periodo. Il Paese però non solo non è stabile politicamente, ma non è economicamente in grado di reggere l’impatto di decine di migliaia di profughi. Per ora non si è mosso molto e non c’è da stupirsi, se è vero che per nove mesi, tra l’inerzia dei peacekeeper russi, Erevan ha sollecitato l’intervento occidentale contro la chiusura del corridoio di Lachin e alla fine si è dovuta arrendere di fronte all’intervento armato azero: ferme le Nazioni Unite, ferma l’Europa, fermi gli Stati Uniti.

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh
Il villaggio armeno di Khnatsakh dove stanno arrivando molti dei rifugiati del Nagorno Karabakh (Getty Images).

Le promesse di Aliyev e le mire di Baku e Ankara sul corridoio di Zengezur

Aliyev ha promesso agli armeni del Karabakh garanzie di sicurezza e rispetto dei diritti, il risultato è però quello che si sta vedendo, con la fuga di massa e la paura, motivata o meno, di pulizie etniche. Qui pesa naturalmente il retaggio dei conflitti passati. E anche su quello che potrà succedere nel prossimo futuro è il timore a dominare, basta guardare a un altro corridoio, quello di Zangezur, che potrebbe collegare l’Azerbaigian, attraverso la provincia meridionale armena di Syunik, alla regione sempre azera di Nakhchivan, che confina a sua volta con la Turchia. Il progetto è da tempo supportato sia da Aliyev sia da Erdogan e l’indebolimento della posizione di Erevan potrebbe accelerarne la realizzazione, sempre con i suddetti spettatori occidentali che negli ultimi anni si sono preoccupati poco o nulla dello spostamento di vecchi e nuovi confini nel Caucaso. A eccezione di quando c’è in mezzo la Russia.

Perché sentiremo ancora parlare del Nagorno Karabakh
Il corridoio di Lachin (Getty Images).

Aumenta la tensione tra Mosca ed Erevan

Il Cremlino da parte sua sta lasciando cuocere nel proprio brodo Pashinyan, aspettando un cambio al vertice che, visto il clima di proteste, potrebbe arrivare a breve.  Anche se l’opposizione armena non è un blocco granitico. L’arresto dell’oligarca filorusso dell’Artsakh Ruben Vardanyan sta aumentando le frizioni tra Mosca e Erevan, con l’ala filogovernativa un po’ schizofrenica che da un lato aspira ad abbandonare l’orbita russa, dall’altro rimprovera il non intervento nell’ambito dell’Organizzazione del contratto di sicurezza collettivo (Csto) che raggruppa un pugno di ex repubbliche sovietiche. In realtà però, come accaduto nel conflitto del 2020, l’intervento in Artsakh non era e non è previsto, dato che si tratta di un territorio indipendente e non di uno Stato aderente al Csto. I russi hanno comunque la base militare a Gyumry, nel nord del Paese, almeno sino al 2044, da dove sarà difficile buttarli fuori, soprattutto in un momento in cui Erevan non pare in grado di poter dettare condizioni.

 

Il Milan ha presentato il progetto del nuovo stadio al Comune di San Donato

Primo passo formale per il nuovo stadio del Milan: il club rossonero ha presentato il progetto al Comune di San Donato Milanese, sotto forma di proposta di variante al Piano Integrato di Intervento relativo all’area denominata “San Francesco”.

Avrà 70 mila spettatori, come il nuovo stadio dell’Inter

L’ipotesi progettuale prevede la costruzione di un impianto innovativo, sostenibile e multifunzionale in grado di accogliere circa 70 mila spettatori. Le dimensioni sono in linea con quelle del nuovo stadio dell’Inter che sorgerà a Rozzano, sempre nell’hinterland milanese. «Obiettivo della proposta è una valorizzazione significativa dell’area, che potrebbe così beneficiare di un suo sviluppo sostenibile integrato, grazie a una serie di interventi migliorativi di urbanizzazione che includono: la creazione a Sud di una nuova “Porta di Milano”; la connessione (Est-Ovest) di San Donato verso l’Abbazia di Chiaravalle e i suoi parchi; una più facile fruibilità e servizi per il Parco Sud; un’ordinata accessibilità al possibile futuro sito», si legge nel comunicato della società.

Il Milan ha presentato il progetto del nuovo stadio da 70 mila spettatori al Comune di San Donato Milanese.
Paolo Scaroni (Getty Images).

La soddisfazione del presidente rossonero Scaroni

«Da quattro anni abbiamo intrapreso un percorso per dotare il nostro Club di uno stadio fra i migliori al mondo, capace di accompagnarci verso un futuro vincente e sostenibile. Quello di oggi rappresenta uno step preliminare nell’evoluzione di questo percorso, ma è anche un’ulteriore testimonianza dell’impegno della nostra proprietà per garantire al Milan una crescita continua, dentro e fuori dal campo», ha dichiarato Paolo Scaroni, presidente del club rossonero. «È un giorno importante che ci pone di fronte a decisioni, quali esse siano, che avranno comunque un impatto sul futuro della nostra città», ha detto il sindaco di San Donato Milanese, Francesco Squeri.

Caso Regeni, la Consulta sblocca il processo

Il processo sul sequestro, le torture e la morte di Giulio Regeni ci sarà. Svolta nel caso dell’omicidio del 2016 del ricercatore italiano e dell’inchiesta contro i quattro 007 egiziani, accusati di averlo rapito e ucciso. La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 402 bis comma 3 del codice di procedura penale, norma che fino a oggi ha permesso agli imputati di sottrarsi al processo non comunicando i propri indirizzi. Così facendo non era possibile notificare gli atti e il processo, secondo la Corte d’Assise di Roma e la Cassazione, non poteva cominciare.

La note della Consulta

In una nota inviata ieri pomeriggio dall’ufficio comunicazione della Corte costituzionale si legge: «In attesa del deposito della sentenza la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice proceda in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa».

Il processo si terrà senza le notifiche

Quindi, di fatto, il processo. in casi di tortura, si terrà senza le notifiche quando il Paese stranieri non collabora. Accolta quindi la tesi della famiglia, dei pm e del gup di Roma, Roberto Ranazzi, che ha chiesto l’intervento della Consulta. Quest’ultimo aveva dichiarato: «Non vi è processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un’autorità di governo. Perché ripugna al senso comune di giustizia che un fatto così grave non possa essere oggetto di un processo».

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Strage di Bologna, confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini

La Corte d’assise d’appello di Bologna, presieduta dal giudice Orazio Pescatore, ha confermato l’ergastolo per l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è stata letta dalla Corte dopo sette ore di Camera di consiglio. L’imputato non era presente in aula.

Torna l’imputazione originaria di strage politica

Dalla lettura del dispositivo è stato accolto l’appello della procura della Repubblica che aveva impugnato la sentenza nella parte in cui aveva derubricato la strage da politica a comune. Con questa sentenza torna quindi l’imputazione originaria, che era quella di strage politica. Alla lettura del giudizio in aula Bachelet erano presenti il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi e la vicepresidente Anna Pizzirani. Diversi anche i familiari delle vittime seduti tra il pubblico. In rappresentanza del Comune c’era anche la vicesindaca di Bologna Emily Clancy. Al fianco del sostituto pg Nicola Proto, durante la lettura del dispositivo, anche il nuovo procuratore generale Paolo Fortuna e il nuovo avvocato generale dello Stato Ciro Cascone.

Usb contro Salvini: sciopero dei trasporti rimandato al 9 ottobre

L’Usb risponde alla precettazione del ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e decide di rinviare lo sciopero del trasporto locale, inizialmente previsto per venerdì 29 settembre 2023, al prossimo 9 ottobre.

Usb rimanda lo sciopero dei trasporti

L’Usb in una nota ha sottolineato che solo quattr0 ore di mobilitazione non sono sufficienti ai lavoratori «per rivendicare i propri diritti», annunciando la mobilitazione di 24 ore per il 9 ottobre. «Per permettere a tutti gli autoferrotranvieri di poter scendere in piazza e manifestare il loro dissenso», si legge nella nota. «Una giornata, quella del 9 ottobre 2023, che per tutti gli autoferrotranvieri si trasforma in un grande impegno di mobilitazione per il diritto dell’esercizio di sciopero nei servizi pubblici essenziali».

Salvini: «Sì alla tutela dei diritti dei lavoratori ma senza danneggiare i cittadini»

Matteo Salvini, subito dopo la decisione di ridurre l’orario dello sciopero dei trasporti pubblici, ha rivendicato la sua scelta sui social e, con tanto di card celebrativa, ha sottolineato che un’intera giornata di stop «avrebbe colpito studenti e lavoratori». «Sì all’ascolto, al dialogo e alla tutela dei diritti dei lavoratori», ha aggiunto il segretario leghista, «ma senza danneggiare gli altri cittadini».

 

Gb, in Scozia nasce la sala protetta per il consumo di droghe illegali

In Scozia il governo ha approvato un progetto pilota per la creazione di una sala protetta per il consumo di droghe illegali, incluse eroina e cocaina. Si tratta del primo caso nel Regno Unito. Immediato l’attacco dei Tories e del governo di Londra, mentre a sostenere l’iniziativa sono gli indipendentisti dello Scottish National Party. L’obiettivo, secondo le autorità di Glasgow, è di far diminuire le morti a causa di overdose poiché il centro per tossicodipendenti garantirebbe un luogo sicuro e igienico durante il consumo, con tanto di assistenza medica.

Gb, in Scozia nasce la sala protetta per il consumo di droghe illegali
Un tavolo con siringhe e altri oggetti con cui vengono preparate dosi di cocaina ed eroina (Getty Images).

La ministra Whitham: «Notizia fantastica»

Nel 2023 in Scozia si è registrato un aumento del 7 per cento dei decessi per overdose rispetto all’anno precedente. Dall’esigenza di limitare le morti è nata l’idea di quello che viene considerato un luogo protetto, riservato a chi soffre di dipendenze. L’autorità giudiziaria scozzese ha spiegato che «non è nell’interesse pubblico che la polizia persegua chi dovesse servirsi di questa struttura». E ha commentato la notizia anche la ministra per le politiche sulla Droga e sull’Alcol, Elena Whitham, parlando di «notizia fantastica». Secondo un rapporto del sistema sanitario «circa 500 persone si iniettano droghe in luoghi pubblici di Glasgow su base regolare».

Gb, in Scozia nasce la sala protetta per il consumo di droghe illegali
Un uomo prepara una dose di eroina (Getty Images).

Critiche da Londra: «Nessun modo di assumere droghe è sicuro»

Da Londra, però, un portavoce del ministero degli Interni ha attaccato il progetto: «Non esiste alcun modo sicuro per assumere droghe illegali». A prendere le distanze è stato anche il premier britannico Rishi Sunak. Il progetto approvato a Glasgow, però, è stato già testato in altri Stati d’Europa. Ad esempio in Svizzera, a Zurigo. Lì dal 2017 è stato avviato un metodo simile, basato su quattro pilastri: «Prevenzione, terapia, riduzione del danno e repressione». Il sistema ha portato a una diminuzione radicale tanto dei decessi per overdose quanto dei crimini legati all’uso di sostanze stupefacenti.

Incidente sulla A13 a Ferrara: morte mamma e figlia di cinque anni

È di due morti il bilancio di un incidente verificatosi sulla A13 tra Ferrara Nord e Ferrara Sud nel pomeriggio di mercoledì 27 settembre 2023. Intorno alle 15.40 l’auto con a bordo le vittime, una mamma e la figlia di cinque anni, ha impattato contro un mezzo pesante fermo in coda all’altezza del chilometro 40 in direzione Sud. Per loro non c’è stato nulla da fare, mentre il camionista è rimasto lievemente ferito. Ha riportato traumi anche il padre che viaggiava con moglie e figlia.

Coinvolti quattro mezzi nello scontro

Secondo quanto ricostruito, il tir era fermo insieme ad altri veicoli perché poco prima altri quattro mezzi pesanti erano rimasti coinvolti in un altro incidente, all’altezza del chilometro 31, provocando code e rallentamenti. Sono ancora da stabilire con certezza le cause dell’impatto, che ha coinvolto anche un’altra auto e un altro camion. Dai primi rilievi sembra che la vettura su cui viaggiavano le vittime sia stata schiacciata tra i due tir. Dopo l’incidente mortale sono intervenuti gli operatori del 118, i vigili del fuoco, le pattuglie della Polizia stradale e il personale della Direzione di Bologna di Autostrade per l’Italia. Sulla A13 il traffico è bloccato e si registrano un chilometro di coda in direzione Bologna e tre chilometri di coda in corrispondenza dell’uscita obbligatoria di Ferrara Nord.

In Russia i cinema proiettano illegalmente i film di Hollywood

In Russia è ancora possibile guardare al cinema i film di Hollywood grazie a proiezioni illegali che proliferano nelle maggiori città, da Mosca a San Pietroburgo e Kazan. «La gente ritiene di avere il diritto di poter guardare le produzioni occidentali», ha spiegato al Guardian  Anton Dolin, ex direttore di una storica rivista cinematografica russa che oggi vive in Lettonia. «La popolarità di tali lungometraggi riflette la quantità di cittadini che non sono d’accordo con l’invasione di Vladimir Putin». Tra i film al cinema non mancano ovviamente i due principali protagonisti dell’estate 2023, Oppenheimer e Barbie, arrivati tramite versioni pirata delle edizioni home video di Usa e Regno Unito. In parallelo le produzioni locali, tra cui anche i documentari nazionalisti sulla guerra in Ucraina, non decollano, registrando continui flop al botteghino.

Da Mosca a Kazan, anche in Russia è possibile vedere al cinema Barbie e Oppenheimer. Dai nomi inventati ai biglietti fake, ecco come.
Margot Robbie alla premiere del film Barbie a Londra (Getty Images).

Da Barbie a Oppenheimer, come arrivano in Russia i film di Hollywood?

I film di Hollywood arrivano in Russia attraverso due strade principali. La più rapida è l’hacking delle edizioni home video rilasciate in Occidente. È quanto successo per esempio con Barbie, giunto a Mosca due giorni dopo essere uscito in digitale negli Usa e nel Regno Unito. In altri casi è possibile far arrivare i file in territorio russo tramite il passaggio illegale dalle nazioni vicine, come il Kazakistan. Curiosamente, a dispetto di quanto si possa credere, per vedere un film non bisogna andare in bunker sotterranei o superare la guardia di buttafuori e sicurezza, ma basta recarsi al cinema. Viktor, un ragazzo di San Pietroburgo, ha però detto al Guardian che non è possibile trovare poster pubblicitari o spot televisivi. L’unico modo per informarsi sulle proiezioni è attraverso una stretta cerchia di amici o conoscenti.

Da Mosca a Kazan, anche in Russia è possibile vedere al cinema Barbie e Oppenheimer. Dai nomi inventati ai biglietti fake, ecco come.
I poster all’esterno di un cinema di Mosca nel marzo 2022 (Getty Images).

Singolare anche l’acquisto dei biglietti. «Non vendono l’ingresso per i film di Hollywood», ha proseguito Viktor. «Puoi comprare un ticket per una produzione russa e poi, come anteprima gratuita, vedere invece quella americana». Non è raro poi che gli spettacoli vengano pubblicizzati online, soprattutto sui canali social delle catene cinematografiche, sotto falso nome. A Mosca, per esempio, Barbie è diventata Speed Dating, mentre Oppenheimer è stato distribuito con il nome di Dukov. A Kazan, invece, il film con Margot Robbie è stato pubblicizzato come servizio pre-spettacolo di un film locale dal titolo Boom – La figlia del pescatore. «In pratica, se non sapessi cosa proiettano potresti entrare senza nemmeno accorgerti che in una sala c’è un film straniero», ha concluso Viktor. Quanto alla fascia di pubblico, dominano soprattutto i ragazzi fra 15 e 25 anni di età, principalmente nel weekend.

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Flop per le produzioni russe, tra cui i documentari sulla guerra in Ucraina

La grande popolarità di Barbie e Oppenheimer, che secondo alcune stime avrebbero incassato fino a 200 milioni di dollari in Russia, è in netto contrasto con le produzioni locali. Tra questi, anche i documentari nazionalisti sulla guerra in Ucraina, tra cui The Witness, alla cui première si sarebbero presentati appena quattro spettatori. Il film descrive i soldati di Kyiv come un nemico, attribuendo loro il massacro di Bucha e il bombardamento dell’ospedale di Mariupol. Finanziato dal Cremlino con 200 milioni di rubli (circa 2 milioni di euro), secondo il quotidiano indipendente Nastoyashcheye Vremya ne ha incassati al box office appena 8 milioni (meno di 80 mila euro). Nonostante tutto, le autorità non hanno intenzione di porre un freno alla diffusione illegale dei film di Hollywood, a meno che non violino la legge contro la propaganda Lgbtq+.

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Trump e due suoi figli riconosciuti colpevoli di frode

Nuovi grattacapi per Donald Trump. Un giudice di New York ha infatti stabilito che, insieme ai figli maggiori Eric e Donald Jr, il tycoon ha commesso una frode commerciale gonfiando per anni massicciamente i suoi asset (fino a 3,6 miliardi di dollari) ed esagerando il suo patrimonio netto. Grazie alle bugie rifilate a banche, compagnie di assicurazioni e altri player, la compagnia Trump Organization dell’ex presidente degli Stati Uniti è stata così in grado di concludere accordi più vantaggiosi o garantirsi cruciali finanziamenti.

Trump e due suoi figli riconosciuti colpevoli di frode. L'ex presidente degli Stati Uniti nega e parla di caccia alle streghe.
L’ingresso della Trump Tower a New York (Getty Images).

Tra gli asset “gonfiati” la tenuta di Mar-a-Lago e l’attico nella Trump Tower

Il giudice Arthur Engoron ha così sostenuto gli atti della procuratrice generale Letitia James a pochi giorni prima dell’inizio (2 ottobre) del processo civile contro Trump, accusato di aver ottenuto prestiti per la costruzione di un golf resort in Miami, hotel a Washington e hotel a Chicago in virtù della frode alle banche, portata avanti per quasi un decennio. Solo per fare un paio di esempi (i più clamorosi), l’ex presidente Usa è stato riconosciuto colpevole di aver sopravvalutato le tenuta di Mar-a-Lago del 2.300 per cento in un rendiconto finanziario, di aver fatto lo stesso con il suo attico nella Trump Tower di New York, sostenendo che fosse tre volte più grande delle dimensioni reale. Tali misfatti avrebbero fruttato negli anni a Trump benefici finanziari da circa 150 milioni di dollari, sotto forma di tassi d’interesse favorevoli ottenuti dalle banche sui prestiti accordati.

Trump e due suoi figli riconosciuti colpevoli di frode. L'ex presidente degli Stati Uniti nega e parla di caccia alle streghe.
Donald Trump (Getty Images).

Per il tycoon la Trump Organization è stata «diffamata e calunniata»

La decisione preliminare del giudice, che ritiene Trump responsabile insieme ai figli adulti di frode nella causa civile da 250 milioni di dollari, ha portato all’ordine di revoca di alcune delle licenze commerciali del tycoon e degli altri imputati, così come alla prosecuzione di un monitoraggio esterno delle operazioni della Trump Organization. «È una grande compagnia, che è stata diffamata e calunniata da questa caccia alle streghe politicamente motivata», ha scritto The Donald su Truth. La decisione del giudice di fatto mina alle basi il mito dell’imprenditore di successo, su cui Trump ha costruito l’intera carriera.

Con Meloni e Salvini lo spot Esselunga entra in campagna elettorale

La prima è stata Giorgia Meloni che, tra una Nadef, un decreto Immigrati (il terzo in quattro mesi sulla cosiddetta emergenza) e il gelo con Parigi e Berlino, ha comunque trovato il tempo di dire la sua sul tema caldo delle ultime 48 ore: lo spot Esselunga. «Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante», ha commentato la presidente del Consiglio sui social apprezzando il cortometraggio, firmato dalla pluripremiata agenzia Small, in cui la bambina triste prova a far riappacificare i genitori separati regalando al padre una pesca comprata al supermercato. Segno che la campagna elettorale sta (ri)cominciando e che le battaglie identitarie non possono essere ignorate.

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Così Matteo Salvini rincorre Giorgia Meloni

E poteva Matteo Salvini non cavalcare l’hype, lasciando all’alleata-avversaria un vantaggio mediatico? No di certo. «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli», ha commentato sui soliti social. «Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?».

 

La passione di Salvini per la pubblicità

Del resto non stupisce che il segretario leghista e vicepremier commenti una pubblicità cogliendo il solito trending topic. Nel giugno del 2020 in chiave nostalgica postò su Facebook il famoso spot della Barilla con la bambina che salva un gattino sotto la pioggia. «Chi non lo ricorda? Altro che “Italietta”!», commentò. «Era un’Italia più sicura, più fiduciosa, più sorridente. Siamo il Paese più bello del mondo, possiamo tornare ad essere grandi. Buonanotte Amici, vi voglio bene». Anche in quel caso lo spot che oggi si definirebbe “emozionale” era stato usato per esaltare l’Italia degli Anni 80, «quella che era davanti alla Germania» dopo uno scontro a diMartedì con Massimo Giannini che ricordando la svalutazione l’aveva definita appunto «Italietta».

L’idillio con Barilla però durò poco. Nell’agosto dello stesso anno Salvini si spinse oltre. Sui social del Carroccio venne pubblicato uno scatto in cui il leader stringeva la mano a un ragazzo di colore durante il tour elettorale sotto al celebre spot della Ringo accompagnato dal claim: «Uniti di vince».

 

Una “appropriazione indebita” di spot, tanto che la stessa Barilla fu costretta a mettere in chiaro le cose con un tweet: «Il Gruppo Barilla conferma che non ha autorizzato e non autorizza l’utilizzo dei propri marchi – compreso il brand Ringo – da parte di nessun movimento o gruppo politico».

La sfuriata di Giovanardi contro lo spot Ikea

Per restare al rapporto politica-pubblicità, come dimenticare poi l’attacco di Carlo Giovanardi allo spot Ikea. Bisogna riavvolgere il nastro fino al lontano 2011, quando l’allora sottosegretario alla Famiglia del Popolo della libertà condannò la réclame che ritraeva una coppia gay mano nella mano con la scritta: «Siamo aperti a tutte le famiglie». «Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione», tuonò Giovanardi. «L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine “famiglie” è in aperto contrasto contro la nostra legge fondamentale che dice la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda». Sembra trascorsa un’era geologica, ma siamo ancora inchiodati allo stesso punto. Ora bisogna capire a quale modello di famiglia anche la pubblicità dovrà adeguarsi.

Ambulante ucciso a Civitanova Marche: killer condannato a 24 anni

La Corte d’assise di Macerata ha condannato Filippo Ferlazzo a 24 anni di reclusione per l’omicidio volontario aggravato dell’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu avvenuto a Civitanova Marche il 29 luglio 2022. L’imputato, 33 anni e originario di Salerno, aveva aggredito la vittima dopo che quest’ultima aveva chiesto l’elemosina a lui e alla compagna, a cui aveva toccato un braccio. Dopo averlo colpito con una stampella, Ferlazzo era salito sopra di lui a cavalcioni schiacciandogli il collo e la testa fino a soffocarlo.

Il pm aveva chiesto l’ergastolo

Il pm Claudio Rastrelli aveva chiesto l’ergastolo, ma i giudici della Corte di assise di Macerata hanno rigettato la sua richiesta. Concesse invece le attenuanti generiche, equivalenti alle aggravanti, e attribuita la pena massima prevista in questi casi (24 anni, per l’appunto) che Ferlazzo dovrà scontare in carcere. Sul fronte del risarcimento, i giudici hanno concesso una provvisionale di 350 mila euro a favore della moglie e del figlio di Alika e 40 mila euro ciascuno agli altri membri della famiglia ammessi come parti civili. Charity Oriakhi, moglie della vittima, ha così commentato la sentenza: «Giustizia è stata fatta, 24 anni di carcere vanno bene». Accompagnata dall’avvocato Francesco Mantella e da alcuni membri della sua famiglia, al momento della lettura del giudizio non ha avuto alcuna reazione apparente. A far trasparire il suo stato d’animo soltanto gli occhi lucidi.

Filippo Ferlazzo dopo la condanna: «Solo sei anni di sconto»

«Ho avuto solo sei anni di sconto». Questa la reazione a caldo dell’autore del delitto dopo il pronunciamento della sentenza. Il suo legale Roberta Bizzarri ha spiegato: «Avevo preparato Filippo anche all’eventualità di una condanna all’ergastolo, che nella sua mente equivale a 30 anni di reclusione. Quindi la sua è una battuta che vale per quello che vale». L’avvocata si è detta «soddisfatta» della condanna, «visto che era stato chiesto il massimo della pena». Ha infine dichiarato di non escludere il ricorso dopo che i giudici hanno rigettato la sua richiesta di una struttura detentiva alternativa al carcere per il suo assistito.

Influenza, primo caso in Italia: è un neonato di 4 mesi a Parma

L’Università di Parma ha identificato il primo caso di influenza di tipo A in Italia. A esserne affetto è un bambino di 4 mesi, attualmente ricoverato in una clinica pediatrica per febbre e inappetenza. Al lattante è stata diagnostica anche una bronchite asmatica. Le sue condizioni sono complessivamente discrete e stabili. Il piccolo sta migliorando grazie alla terapia antivirale iniziata per via orale. Ufficialmente iniziata, quindi, la stagione del virus influenzale. Dalle segnalazioni provenienti dall’emisfero australe gli esperti si aspettavano già un leggero anticipo dell’avvio della circolazione, come in effetti è stato.

Influenza, primo caso in Italia è un neonato di 4 mesi a Parma
Una bambina in culla (Getty Images).

Il ministro della Salute consiglia la vaccinazione

Come spiegato da TgCom24, l’Università di Parma ha diffuso la circolare del ministero della Salute dal titolo Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2023-2024. All’interno del documento si ricorda l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, attiva e gratuita per tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Il vaccino è gratis anche per i pazienti pediatrici di età superiore ai 6 anni con rischi di complicanze. E inoltre la circolare sottolinea l’importanza in tutta la popolazione pediatrica poiché l’influenza potrebbe «favorire lo sviluppo di infezioni batteriche gravi anche nel bambino sano».

Influenza, primo caso in Italia è un neonato di 4 mesi a Parma
Un bambino sottoposto a vaccinazione (Getty Images).

Da ottobre la campagna vaccinale anti-Covid

Intanto le Regioni hanno ricevuto le prime dosi di vaccino anti-Covid aggiornato per contrastare anche le ultime varianti e fornito da Pfizer. La campagna vaccinale per contrastare il virus e le sue sottovarianti Eris e Pirola partirà a ottobre. Di quest’ultima variante è stato identificato il primo caso a Brescia lo scorso 25 settembre.

La Sip: «Ci preoccupa il virus sinciziale»

Rino Agostiniani della Sip, Società italiana pediatri, intervenendo su Adnkronos ha lanciato però anche l’allarme sul virus sinciziale. Ha dichiarato: «La scuola è iniziata da poche settimane e stiamo vedendo quello che normalmente accade quando si torna in classe. Abbiamo notato un incremento dei casi Covid, non associati a quadri clinici gravi, più che altro una patologia banale con l’infezione delle vie aeree superiori. Quello che ci preoccupa è il virus respiratorio sinciziale che porta la bronchiolite. Ancora non abbiamo avuto numeri significativi, ma è possibile che dal mese di ottobre, in analogia con quello che è successo nell’altro emisfero, arrivi un incremento dei casi che andrà gestita con molto attenzione anche a livello ospedaliero».

 

Brasile, 50 morti nel Rio Grande do Sul: possibile nuovo ciclone

È salito a 50 il bilancio delle vittime dei forti temporali che hanno colpito lo Stato del Rio Grande do Sul, in Brasile, dove, secondo l’Istituto nazionale di meteorologia (Inmet), potrebbe verificarsi un nuovo ciclone extratropicale. Una donna di 60 anni è morta dopo che la sua auto è stata trascinata dall’acqua in un torrente a Barra do Riveiro, nella regione metropolitana del capoluogo, Porto Alegre, e il suo corpo è stato ritrovato dai vigili del fuoco. Tre persone sono rimaste ferite a causa delle precipitazioni cadute anche nella giornata di martedì 26 settembre e altre nove risultano ancora disperse per le inondazioni verificatesi all’inizio del mese, il peggior disastro naturale degli ultimi 40 anni per il Rio Grande do Sul. Visto il rischio di formazione di un nuovo ciclone, restano in allerta 78 comuni della regione.

In Grecia un gregge di pecore ha mangiato oltre 100 kg di marijuana

La Grecia fa i conti con i danni dopo l’alluvione causata dalla tempesta Daniel, gli incendi e le inondazioni che hanno colpito diverse città in tutto il Paese. Ma nelle pianure della Tessaglia, nella parte centrale del territorio greco, vicino alla città di Almyros, c’è un pastore alle prese con una vicenda quantomeno particolare. Il suo gregge di pecore ha invaso un terreno agricolo privo di recinzioni e ha mangiato oltre 100 chilogrammi di cannabis. A raccontarlo sono i media locali.

In Grecia un gregge di pecore ha mangiato oltre 100 kg di marijuana
Un edificio distrutto dalle alluvioni in Grecia (Getty Images).

L’azienda produceva cannabis medicinale

In quel tratto di pianura, l’azienda che possiede il terreno invaso dal gregge ha prodotto per anni cannabis medicinale. Ora, però, ripartire sembra difficile sia per i danni generati dalla tempesta Daniel sia per quelli causati dalle pecore. A raccontarlo è stato il proprietario: «Abbiamo avuto le alluvioni, abbiamo perso quasi tutto. E ora questo. La mandria è entrata nella serra e ha mangiato ciò che era rimasto. Non so se ridere o piangere». A dare l’allarme è stato invece il pastore, che si è accorto del comportamento definito «strano» dei suoi animali.

In Grecia un gregge di pecore ha mangiato oltre 100 kg di marijuana
Agnelli durante il pascolo (Getty Images).

Circa 200 mila gli animali morti durante le alluvioni

In Grecia, a metà settembre, il ministro dello Sviluppo agricolo, Lefteris Avgenakis, ha parlato anche dell’impatto delle inondazioni sugli animali. Nella Tessaglia ne sono morti oltre 200 mila, tra cui più di 61 mila tra ovini e caprini e quasi 20 mila suini. Un disastro per le attività produttive greche, ma non solo. Si tratta anche di un problema di salute, come ha spiegato il ministro della Difesa Nikos Dendias. Quest’ultimo ha mobilitato le forze armate, che hanno contribuito alla raccolta delle carcasse che avrebbero potuto portare malattie infettive tra i cittadini sfollati.

La Corea del Nord ha espulso il disertore americano Travis King

La Corea del Nord ha espulso Travis King, il militare statunitense che il 18 luglio aveva disertato attraversando volontariamente la frontiera durante un tour civile nella zona demilitarizzata tra le due Coree. Lo riferisce l’agenzia nordcoreana Kcna, spiegando che il soldato ha ammesso di essere entrato illegalmente nel Paese, in quanto nutre rancore per il trattamento disumano e la discriminazione razziale all’interno dell’esercito americano. King è ora sotto la custodia degli Stati Uniti. Lo ha riferito un alto funzionario dell’amministrazione Usa alla Cnn.

La Corea del Nord ha deciso di espellere il disertore americano Travis King, entrato illegalmente nel Paese eremita.
Il confine tra le due Coree a Panmunjom (Getty Images).

King era fuggito in Nord Corea durante un tour organizzato

Al momento della diserzione, King aveva appena finito di scontare una pena di quasi due mesi in Corea del Sud. Accusato di aggressione, era stato rilasciato in vista del ritorno negli Stati Uniti, dove con ogni probabilità sarebbe stato avviato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti. La scorta militare lo aveva accompagnato fino all’ingresso del terminal dell’aeroporto. King poco dopo però se n‘era andato, unendosi a un tour guidato diretto alla Joint Security Area, unico punto di contatto diretto tra gli eserciti delle due Coree, varcando poi il confine.

La Corea del Nord ha deciso di espellere il disertore americano Travis King, entrato illegalmente nel Paese eremita.
Due turiste in visita alla zona demilitarizzata (Getty Images).

 

Poste Italiane, emesso un francobollo dedicato alla regina Elisabetta II

Poste Italiane ha comunicato l’emissione, da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, di un francobollo commemorativo della Regina Elisabetta II del Regno Unito. La carta-valore, stampata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A, vuole essere un omaggio a una delle figure più iconiche della storia contemporanea nonché la monarca più longeva del regno britannico. Il bozzetto è stato ideato da Emanuele Cigliuti e ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’IPZS.

La vignetta raffigura la regina in cinque epoche diverse

Si tratta di un francobollo relativo al valore della tariffa B zona 1 (pari a 1,30 euro) recante una vignetta che raffigura il profilo della sovrana in cinque epoche diverse. Cinque come le visite ufficiali che dedicò al nostro Paese durante il suo regno durato 70 anni (1952-2022), il più lungo di qualsiasi capo di Stato donna nella storia, che contribuirono al consolidamento del legame tra le due nazioni. Elisabetta ha infatti sempre mostrato una grande passione per il Belpaese, come ha evidenziato anche l’ambasciatore britannico a Roma Lord Llewellyn nel commentare la scelta di dedicarle un francobollo: «La regina ha amato l’Italia e l’ha visitata tante volte. Secondo me questo gesto è davvero eccezionale e vorrei ringraziare il ministro Urso e tutti gli italiani».

Elisabetta visitò l’Italia cinque volte

Il primo soggiorno di Elisabetta nello stivale ebbe luogo nel 1951, un anno prima dell’incoronazione. Insieme a Filippo, alloggiò presso la villa Adriana di Tivoli dove festeggiò i suoi primi 25 anni. Si recò poi al Quirinale, dove pranzò insieme all’allora capo dello Stato Luigi Einaudi e al capo del governo Alcide De Gasperi, e in Vaticano, dove c’era papa Pio XII. Passati 10 anni, il 3 maggio 1961, attraversò Roma a bordo di una Flaminia 335. Era in città per incontrare il capo dello Stato Giuseppe Gronchi e papa Giovanni XXIII. Poi andò a Venezia e a Firenze. E, ancora, tornò in Italia nel 1980 ricevuta da Sandro Pertini e papa Giovanni Paolo I, nel 1992, quando fece tappa in una Palermo ancora ferita dalla strage di Capaci, e nel 2000. Insieme a Carlo Azeglio Ciampi assistette al Palio di Siena per poi recarsi a Milano dove, presso il Teatro La Scala, Riccardo Muti diresse un concerto in suo onore. Il suo ultimo viaggio istituzionale in Italia è stato nel 2014, quasi alla fine della presidenza di Giorgio Napolitano. In quell’occasione strinse la mano anche a papa Francesco. La regina, sposata con Filippo Mountbatten per 73 anni e madre del principe Carlo, della principessa Anna, del principe Andrea e del principe Edoardo, è morta all’età di 96 anni nel castello di Balmoral (2022).

È acquistabile presso gli uffici postali con sportello filatelico

Il francobollo a lei dedicato e i prodotti filatelici correlati – cartoline, tessere e bollettini illustrativi – sono disponibili presso gli uffici postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it. Sulla carta-valore, oltre alla vignetta che ritrae Lilibet, è presente anche il sigillo reale del suo regno, in basso al centro. Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata e affrancata, una busta del primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo al prezzo di 20 euro.

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