Caso Portanova, parla la ragazza: «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»

La studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo per cui il calciatore Manolo Portanova è stato condannato in primo grado, ha scritto una lettera a La Nazione. Lo ha fatto dopo una frase pronunciata da Nicola Zanarini durante la radiocronaca su Radio 1 del match tra Reggiana, l’attuale squadra dell’atleta, e la Cremonese. Portanova ha segnato il primo gol stagionale in Serie B e il radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto ha commentato: «Un gol che mette a tacere le polemiche». Poco dopo il giornalista ha ricordato che «a Firenze fra qualche mese ci sarà l’appello». La sua frase non è piaciuta alla giovane che si chiede: «Se al posto mio ci fossero state la moglie o le figlie?»

Caso Portanova, parla la ragazza «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»
Manolo Portanova dopo un match nel dicembre 2021 (Getty Images).

La lettera: «Manca il rispetto per le vittime e per tutte le donne»

Mentre la Rai ha fatto sapere di aver avviato una procedura disciplinare, la giovane ha attaccato il giornalista nella lettera. Ha scritto: «Il telecronista avrà moglie o figlie, se fossero state loro al mio posto avrebbe detto le stesse cose? E loro lo avrebbero scusato?». E ha spiegato: «Non è sentirsi offesa, ma realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e in questo caso il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata e arrabbiata, comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste. Ed è in momenti così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie».

Caso Portanova, parla la ragazza «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»
Portanova con la maglia del Genoa nella gara del gennaio 2022 contro il Sassuolo (Getty Images).

La studentessa: «Se un gol riabilita dallo stupro non abbiamo speranza»

La ragazza ha continuato: «Si tratta di fare un piccolo passo avanti e farne cinque indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pure se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a 6 anni. Ricordo con rito abbreviato». E chiede maggiore delicatezza: «Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza. Mi chiedo se sia giusto e di buon esempio per la nostra società, per i giovanissimi e per le donne del nostro Paese, consentire un ruolo di tale visibilità, se è il caso di porlo come figura eroica ai giovani della sua squadra e pure alle giovani tifose. La presunzione d’innocenza non può non tenere conto di tutto questo. Soprattutto non può non tenere conto alla sofferenza della vittima e della famiglia. Non a caso si parla di cultura dello stupro».

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