Daily Archives: 29 Settembre 2023

New York sott’acqua: dichiarato lo stato di emergenza per le piogge

Piogge torrenziali, causate da violenti temporali che si sono abbattuti sulla metropoli venerdì 29 settembre, hanno allagato New York, mandandola in tilt e costringendo il governatore dello Stato Kathy Hochul a dichiarare lo stato di emergenza. I cittadini sono invitati a stare a casa e non spostarsi: «La situazione è pericolosa» e continuerà a esserlo per ore, hanno avvertito le autorità. Le piogge infatti proseguiranno incessanti per un altro giorno, secondo le previsioni meteo.

Metro sospese e stazioni allagate

La metà delle linee della metro sono state parzialmente o totalmente sospese, alcune stazioni allagate sono diventate irraggiungibili causando non pochi disagi ai passeggeri. Anche gli autobus si sono fermati. Un terminal dell’aeroporto di LaGuardia è stato chiuso e decine di voli nei tre principali scali dell’area – Newark, LaGuardia e Jfk – hanno registrato ritardi, così come i treni in arrivo e partenza. Le strade e gli scantinati di molti palazzi sono allagati. I soccorsi e le procedure di evacuazione procedono a rilento: l’acqua in alcune zone, come ad esempio a Brooklyn, è arrivata fino alle ginocchia rendendo più difficile prestare aiuto.

Le polemiche contro il sindaco

Una situazione di totale caos che ha scatenato una serie di polemiche contro il sindaco Eric Adams, accusato di non aver dato l’allarme tramite il sistema di allerta e quindi di aver fatto sì che la città e i suoi residenti fossero impreparati all’emergenza. Gli uffici e le scuole sono infatti rimasti aperti, esponendo lavoratori e studenti a un inutile rischio. Adams ha però difeso le sue scelte: «Abbiamo seguito il protocollo», ha detto assicurando che l’emergenza non è stata sottovalutata. Le sue parole non sono servite a calmare i cittadini, soprattutto quelli rimasti ostaggio del caos nei trasporti. Con la quasi paralisi totale di metro e bus, la domanda di taxi e Uber è esplosa provocando attese di oltre un’ora.

Meloni: «I soliti noti vorrebbero un governo tecnico, lo spread? È stato molto più elevato»

Si è svolto a Malta, nella giornata di venerdì 29 settembre, a margine del vertice Med9, l’incontro trilaterale tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Al centro il dossier migranti e il piano in 10 punti proposto da von der Leyen a Lampedusa.

Macron: «Con Meloni e Ue approccio comune»

«L’incontro con Giorgia Meloni è andato bene, come sempre. È stato efficace. Abbiamo potuto fare passi avanti. Con la Commissione europea abbiamo trovato un approccio comune che proporremo ai colleghi per dare una risposta comune a questa che è una sfida totalmente europea. Penso che la capacità europea di prevenire questi flussi sia la chiave». Ha detto all’Ansa il presidente francese Emmanuel Macron, commentando l’esito del trilaterale sulla crisi migratoria.

Meloni: «Soluzioni strutturali o saremo travolti»

«Chi pensa che il problema dei migranti possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema», ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle dichiarazioni finali dei leader al termine del vertice. Il «piano di azione presentato da Ursula von der Leyen a Lampedusa è una ottima cornice di partenza, è fondamentale renderlo concreto e operativo».

Sullo spread: «Non vedo questo problema»

La sinistra «continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo»  ha aggiunto la premier. Interpellata sull’andamento dello spread: «Non vedo questo problema, vedo questa speranza da parte dei soliti noti, mi fa sorridere. Voglio tranquillizzare: il governo sta bene la situazione è complessa l’abbiamo maneggiata con serietà l’anno scorso, e anche quest’anno. Lo spread che lanciate come se fosse la fine del governo Meloni stava adesso a 192 punti, a ottobre scorso 250 durante l’anno precedente al nuovo governo è stato più alto e i titoli non li ho visti».

«Non si fa solidarietà con i confini degli altri»

«Non si può fare solidarietà con i confini degli altri» ha detto Meloni a margine del vertice Med9 a Malta, parlando delle richieste della Germania sul regolamento delle crisi inserito nel Patto sulla migrazione e l’asilo. «Ho avuto degli scambi con il cancelliere Scholz nella giornata di ieri. La Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare, quello che riguarda le ong, per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere ieri così».

Facci lascia Libero: la lettera ai colleghi della redazione

Filippo Facci ha lasciato Libero. Appena insediato, il neo direttore Mario Sechi ha eliminato la sua rubrica in prima pagina. Questa la lettera con cui il giornalista ha salutato amici e colleghi del quotidiano

«Oggi mi sono dimesso da Libero – come avevo chiesto a Scaglia di dire in riunione, essendo io stato ancora in uno stracazzo di ospedale per i miei guai interminabili – e ci tenevo a dirvi che voglio bene a voi tutti (sì, anche a te, a Senaldi: giuro) e che le mie dimissioni le avevo praticamente già decise nel giorno dell’insediamento di Sechi, il quale, come primissima cosa, ha eliminato la mia rubrica di prima pagina, che, tra piccole interruzioni umorali, esisteva – passando dal Giornale a Libero – dalla fine degli anni Novanta e figurava anche nel contratto d’assunzione che firmai nella tarda estate 2009. Non mi sono dimesso per andare al Giornale, anche se è una cosa che volevo e che dovevo fare in accordo con Sallusti sin da aprile, ma che poi è saltata per forte opposizione dell’amministratore delegato che mi offrì una cifra provocatoria all’inizio di agosto, cosa che poi non si aggiustò per sostanziale e letterale vacanza di Sallusti sulla questione».

«Mi sono dimesso per la rubrica»

«Non mi sono neanche dimesso per cose tipo l’obbligo di presenziare alle riunioni del mattino, pur io non avendo alcuna mansione: la cosa semmai mi divertiva e costituiva un problema per l’equilibrio neurovegetativo dei presenti e soprattutto di Biasin. L’equilibrio neurovegetativo di alcuni (penso a Scaglia) del resto non è peggiorabile. Senza farla lunga, e se dovessi sintetizzare, io mi sono dimesso da Libero per la rubrica, e per ciò che rappresentava per Sechi: qualcosa che in parte poteva sfuggire al suo controllo. Sechi vuole il controllo totale (già Capezzone è diverso) e lo avete già visto tutti, io l’ho capito da infiniti dettagli e da esperimenti che ho fatto in questo breve periodo.  Tantomeno mi sono dimesso in un qualcosa che è stato «concordato»: no, il direttore non ne sapeva un beato cazzo. Ma voglio bene anche a lui, a Mario Sechi, che mi seguì a Libero nel 2009 assieme a Nuzzi, Bechis, Belpietro e altri tromboni: guadagnavano infiniti soldi più di me, e però, nel tempo, io sono l’unico della brigata che è rimasto, colpevole degli accordi che avevo preso (scrivere e basta, con Belpietro che non mi voleva vedere fisicamente, così stavo a casa) e colpevole di guadagnare quello che chiesi, cioè la somma di quello che percepivo al porto sicuro di Mediaset (che lasciai per l’avventura disperata del Libero orfano del fondatore) più quello che percepivo al Giornale: non un soldo di più. Io volevo e dovevo scrivere: e non mi sembra di essermi risparmiato. Voglio bene a Mario Sechi, dicevo, anche se ne ho conosciuti due: il primo era un cazzone, il miglior capocronista che abbia avuto il piacere di conoscere, e ricordo ancora la volta che, da direttore dell’Unione Sarda, mi telefonò alle 6.00 del mattino completamente ubriaco. Un pazzo che ne cercava un altro. Del secondo Sechi ho sentito parlare, ma io non do mai retta alle voci: non voglio credere che sia diventato un classico esempio del Principio di Peter. Nel caso, non voglio saperlo, scoprirlo.

«Mi sono dimesso al buio, ma non ho paura»

«Mi è bastata la cosa della rubrica, ma non perché stiamo parlando di chissà che cosa, ma perché è stato un gesto fortemente simbolico. A parte che mi hanno levato due rubriche in un mese (la Rai e Libero: vaffanculo) suvvia, pochi cazzi: la rubrica funzionava, e funzionava perché spesso non centrava un cazzo, la sbirciavi anche se non ti piaceva, Sallusti quand’era al Giornale voleva assumermi perché la scrivessi lì, e, comunque era scritta con più metodo di quanto forse immaginiate; ma non è stata affidata a un altro, o messa in una pagina interna, cose così: è stata proprio buttata via, cancellata. E, in un giornale che sta funzionando, ci devi pensare bene prima di cancellare una rubrica che ha 25 anni o demansionare persone come qualcuna di voi. Altrimenti rischi di essere lo stupido secondo la definizione di Carlo Maria Cipolla: uno che fa del male agli altri e anche a se stesso. Vi voglio bene, insomma. Ricordatemi per quando vi portai le granite alla siciliana, per quando scassinai ufficialmente la macchinetta delle merendine, per aver portato qualcuno di voi a scalare montagne (con un ‘duro’ che quasi piangeva, e un interista che si commosse guardando delle capre), per aver rifato sorriso a un paio di ragazze tristi e ricordatemi persino per qualche articolo. Ho 56 anni e mi sono dimesso al buio, ma non ho paura. E, se vi servirà, vi sarò amico».

Parco dello Stretto, Avs presenta una proposta di legge in alternativa al Ponte

Un parco nazionale che comprenda due Regioni, la Sicilia e la Calabria, al posto del Ponte sullo Stretto di Messina, sul modello delle Cinque Terre in Liguria. Questo è quanto è inserito nella proposta di legge presentata alla Camera da Gerardo Pontecorvo, co-portavoce di Europa Verde nella città metropolitana di Reggio Calabria. Primo firmatario è Angelo Bonelli, ma a sottoscriverla sono stati tutti i membri dell’Alleanza Verdi e Sinistra italiana. L’idea sarebbe quella di creare un’area protetta naturale che comprenda lo Stretto di Messina e la Costa Viola, due zone vicine con un’identità etnica e storica precisa.

Pontecorvo: «Vogliamo dare un’alternativa»

Come racconta Adnkronos, Pontecorvo ha spiegato: «La nostra proposta nasce dall’esigenza di fornire alle popolazione dello Stretto e della Costa Viola un’alternativa alla proposta che incombe sullo Stretto di Messina e in tutta l’area da decenni, ma che negli ultimi tempi ha assunto ulteriore importanza. La proposta tende a creare un parco nazionale che comprende più regioni, ma molto simile a quello delle Cinque Terre in Liguria».

Parco dello Stretto, Avs presenta una proposta di legge in alternativa al Ponte
Gerardo Pontecorvo (Imagoeconomica).

Le zone interessate tra Messina e Reggio Calabria

Il co-portavoce ha sottolineato come alcune norme vigenti in Sicilia e Calabria già tutelino le zone interessate. Nel Messinese, le aree interessate sarebbero la Zps dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e l’area marina dello Stretto di Messina. Ed è inclusa anche la Laguna di Capo Peloro, riconosciuta nel 2001 come riserva naturale e una delle più danneggiate in caso di costruzione del ponte. In Calabria, invece, sarebbe inclusa la Costa Viola, che è zona di conservazione speciale cioè una Zcs. L’area è ricca di grotte marine e siti di interesse.

Elisa Romano: «Modernizzare le infrastrutture presenti»

Anche Elisa Romano, membro della direzione nazionale di Europa Verde, ha sottolineato l’esigenza di preservare l’ecosistema dell’area. Per lei bisogna rispettare i luoghi e contemporaneamente «ripristinare e cercare di modernizzare le infrastrutture presenti sul territorio».

Elezioni in Slovacchia, lo spauracchio di Fico e l’Europa

Lo spettro che si aggira in Slovacchia pare risponda al nome di Robert Fico, ex premier, populista di sinistra, anti-europeo e filo-russo. Questo il ritratto in breve del leader di Smer, partito che i sondaggi danno in testa alla vigilia delle elezioni anticipate di sabato 30 settembre, che potrebbero cambiare il panorama politico del Paese, spostandolo su una linea più critica nei confronti di Bruxelles. Tutto ovviamente in teoria, e tutto già visto, sia a Bratislava che altrove, dato che in Europa la lista dei governi nazionalpopulisti, pendenti a destra o a sinistra, è lunga e si agita, a corrente alternata, da almeno tre decenni.

Elezioni in Slovacchia, lo spauracchio di Fico e l'Europa
Robert Fico e il progressista Michal Simecka (Getty Images).

Il precedente di Meciar conferma che l’ondata nazional populista è diventata la regola

Solo per restare in Slovacchia basta pensare a Vladimir Meciar, tre volte primo ministro negli Anni 90, a capo di Hdzs, il Partito popolare di destra, anticipatore del populismo di sinistra di Fico, a sua volta premier tra il 2006 e il 2010 e tra il 2012 e il 2018. Se Fico oggi viene descritto quasi un come un lanzichenecco della Wagner, Meciar in realtà era peggio, ma di lui non c’è più traccia e la Slovacchia è sempre lì, accucciata tra Bruxelles e Washington. C’è poco dunque da saltare sulla sedia o lanciare allarmi per l’ormai consueta ondata nazionalista che è diventata più la regola che l’eccezione. Nessun timore che insomma Bratislava si possa staccare dalla Nato e frantumare l’Europa. Certo le crisi sul continente si sono moltiplicate, da quella finanziaria a quella migratoria passando per la guerra in Ucraina, e i governi in carica, di qualsiasi colore, sono in difficoltà di fronte alle opposizioni, di qualsiasi colore: la polarizzazione è fisiologica, accentuata dai problemi che variano a seconda delle congiuntura e che sono prontamente sfruttati per spostare gli equilibri interni. Per quelli esterni non si devono temere scossoni, dato che Unione europea e soprattutto Alleanza Atlantica costituisco blocchi da cui non tanto è facile, ma soprattutto non conviene, uscire. Finché Bruxelles riuscirà a tenere a bada gli Stati con la bacchetta economica, non rischierà di dover perder colpi a livello politico. Ammesso e non concesso che Fico vincesse le elezioni e riuscisse a formare un governo nazionalista, il segnale sarebbe quello che l’Europa sta andando in una direzione non condivisa dalla maggioranza dell’elettorato slovacco e che Olano, il partito dell’ex premier Igor Matovic, ora rischi di non superare la soglia di sbarramento del 7 per cento.

Elezioni in Slovacchia, lo spauracchio di Fico e l'Europa
Supporter di Vladimir Meciar tre volte primo ministro dal 1990 al 1998 (Getty Images).

Chiunque vinca non potrà governare da solo

Gli ultimi sondaggi mostrano un testa a testa sul 20 per cento tra Smer e Ps, Slovacchia progressista, il partito di Michal Simecka (nipote del filosofo Milan Simecka, uno dei firmatari di Charta 77, il manifesto del dissenso al regime comunista cecoslovacco) al momento uno dei vicepresidenti al Parlamento europeo. La sua formazione sostiene in politica estera una chiara linea europeista e filoccidentale e si pone dunque come alternativa a Smer. Il risultato è però incerto perché parte dell’elettorato è ancora indeciso e come Fico, anche Simecka dovrà vedersela con i partner della coalizione. Forse per i progressisti sarebbe ancora più difficile mettere in piedi un’alleanza di governo con il Partito della Libertà e della Solidarietà (SAS), dato intorno al 7 per cento. Altri possibili alleati potrebbero essere Hlas, derivato dello Smer, il Movimento cristiano-democratico (Kdh) e Olano. Tutti pronti a salire sul carro del vincitore. Una cosa è certa: chiunque la spunterà dovrà esercitare l’arte del compromesso.

Musk su X condivide un post che appoggia la AfD

Che sia di destra o di sinistra, o meglio conservatore o progressista, poco importa. Elon Musk, le cui posizioni politiche sono a dir poco ondivaghe, sul suo X ha condiviso un post di RadioGenoa, profilo genovese seguito da circa 191 mila follower, in cui prima si accusano le navi delle Ong tedesche «finanziate dal governo di Berlino» di «raccogliere immigrati clandestini da sbarcare in Italia» – attacchi pienamente coerenti con il verbo melonian-salviniano –  poi ci si augura la vittoria di Alternative für Deutschland alle elezioni «per fermare questo suicidio europeo». Il miliardario quindi si chiede: i tedeschi ne sono consapevoli? La condivisione sul profilo del miliardario intanto è stata visualizzata da 10 milioni di persone (alle 18 di venerdì 29 settembre).

Musk su X condivide un post che appoggia la AfD
Il post condiviso da Musk.

 

Difficile dire se il patron di Tesla sia a conoscenza della xenofobia e del razzismo che serpeggiano tra le file del partito di estrema destra (accusato di simpatie neonaziste). Più probabile che abbia scelto di cavalcare l’hype con l’ennesimo post divisivo. Del resto Musk, da quando ha acquistato l’ex Twitter, pare testarne il potenziale. E così non è raro che posti, condivida, commenti messaggi politicamente scorretti o addirittura vere e proprie fake news. Per vedere l’effetto che fa, si direbbe. E per continuare la sua ‘crociata’ per la libertà di espressione.

Vladimir Putin ha firmato il decreto per 130 mila coscritti in autunno

Vladimir Putin ha firmato il decreto sulla coscrizione autunnale dei cittadini russi per il servizio militare. Lo riporta la Tass. Il decreto prevede il periodo «dal primo ottobre al 31 dicembre 2023 per effettuare la coscrizione al servizio militare di cittadini della Federazione Russa di età compresa tra 18 e 27 anni che non sono nelle riserve» e riguarderà 130 mila persone.

Putin ha firmato il decreto per 130 mila coscritti in autunno. In primavera erano stati chiamati al servizio militare 147 mila cittadini.
Vladimir Putin (Ansa).

Dal gennaio entra in vigore la legge che innalza il limite massimo dell’età di leva

Secondo quanto riferito dalla Tass, nella precedente coscrizione periodica russa, avvenuta in primavera, sono state chiamate al servizio militare 147 mila persone. Che si sono andate ad aggiungere alle 120 mila dell’autunno precedente. Negli ultimi anni, ogni coscrizione periodica in Russia ha interessato in media circa 130mila persone. Nell’agosto del 2023 è stata adottata una legge per innalzare il limite massimo dell’età di leva da 27 a 30 anni: le modifiche entreranno però in vigore dal primo gennaio 2024.

Putin ha firmato il decreto per 130 mila coscritti in autunno. In primavera erano stati chiamati al servizio militare 147 mila cittadini.
Soldati nella regione di Kherson (Getty Images).

I nuovi arruolati non svolgeranno compiti nell’operazione militare in Ucraina

Vladimir Tsimlyansky, vice capo del dipartimento di organizzazione e mobilitazione dello Stato maggiore russo, ha chiarito che i soldati arruolati durante questa coscrizione autunnale «non saranno schierati nella Repubblica popolare di Lugansk, nella Repubblica popolare di Donetsk, nella regione di Kherson o nella regione di Zaporizhzhia per svolgere compiti nell’operazione militare speciale», come Mosca definisce l’invasione dell’Ucraina. Dove, da inizio anno, la linea del fronte è cambiata davvero poco. Secondo un’analisi pubblicata dal New York Times, infatti, Kyiv ha ripreso 370 chilometri quadrati del suo territorio, mentre Mosca è avanzata di circa 850 chilometri quadrati, soprattutto nel Donbass. Complessivamente sono quindi passati di mano circa 1300 metri quadri sui 603.500 che costituiscono il territorio ucraino, almeno nei suoi confini internazionalmente riconosciuti: lo 0,2 per cento. Resta attualmente occupato dalle forze russe circa il 17 del Paese.

Assegnato a Sos Mediterranee il Premio Nobel alternativo

C’è anche Sos Mediterranee tra i vincitori dei Right Livelihood Awards, i cosiddetti Nobel alternativi creati nel 1980 che ogni anno la Fondazione omonima assegna a chi «offre risposte pratiche ed esemplari alle sfide più urgenti che dobbiamo affrontare oggi». Nella motivazione del riconoscimento si legge che il premio è stato assegnato all’ong «per le sue operazioni umanitarie di ricerca e salvataggio che hanno consentito di salvare vite umane nel mare Mediterraneo».

Premiate anche personalità di Ghana, Cambogia e Kenya

In un post su X si legge: «Sos Mediterranee è onorata di ricevere il Premio Right Livelihood 2023, il Premio Nobel per la Pace alternativo. Di fronte all’aggravarsi della crisi nel Mediterraneo, questo riconoscimento sottolinea il nostro impegno a salvare vite in mare».

Le altre personalità che sono state premiate quest’anno sono l’ex ministra della Salute ghanese Eunice Brookman-Amssiah (per il suo impegno a favore delle leggi sull’aborto), il gruppo ambientalista cambogiano Mother Nature (per l’impegno nel difendere l’ambiente) e Phyllis Omido, ambientalista kenyana detta la «Erin Brockovich dell’Africa orientale».

Enrique Iglesias, nuovo singolo con la star argentina Becerra

È uscito Así Es La Vida, il nuovo singolo dell’icona della musica latina Enrique Iglesias con la star argentina Maria Becerra, brano che anticipa l’uscita dell’attesissimo album Final vol. 2.

Una nuova bachata rivisitata con influenze contemporanee

Il brano, dalle sonorità tropicali, segna il ritorno sulle scene della superstar mondiale che in autunno partirà con il Trilogy Tour, l’attesissima tournée con Ricky Martin e Pitbull che li vedrà esibirsi dal vivo per 25 date tra Stati Uniti e Canada. Grazie alla collaborazione con il talento de La Nena de Argentina, Enrique Iglesias con Así Es La Vida reinventa la bachata, celebrandone l’essenza e fondendola con influenze contemporanee. Queste le parole del cantautore: «La bachata ha un ritmo che ha catturato il mio cuore dal primo momento in cui l’ho sentita. Sono felice di tornare a questo genere così potente e di farlo accompagnato dal grande talento di Maria, che è unica nel suo genere».

Il brano anticipa l’uscita del nuovo album 

Prodotto da Carlos Paucar e masterizzato da Randy Merrill, Así Es La Vida anticipa l’uscita del nuovo album che arriva a due anni di distanza da Final Vol. 1 che ha avuto un grande successo in tutto il mondo, ricevendo un ottimo riscontro da parte della critica e del pubblico.
Enrique Iglesias vanta straordinari record con ben 154 singoli al primo posto delle classifica di Billboard. È anche l’artista con il maggior numero di singoli che hanno raggiunto la vetta della classifica Hot Latin Songs di Billboard, motivo per cui la rivista lo ha definito come il più grande artista latino della storia. Con Así Es La Vida celebra ora un importante capitolo della sua carriera musicale, in attesa della cerimonia dei Latin Billboard Awards 2023 dove è finalista nella categoria Latin Pop Artist of the Year.

Intesa Sanpaolo sceglie iGenius per la generative business intelligence & analytics

Intesa Sanpaolo, prima banca italiana e tra le principali in Europa, ha scelto iGenius, azienda all’avanguardia che applica la propria tecnologia di AI generativa alla business intelligence (BI), per implementare le proprie soluzioni di BI. Si tratta di una piattaforma che semplifica l’accesso ai dati utilizzando il linguaggio naturale, in grado di offrire una configurazione professionale personalizzata perché costruita sulle esigenze dell’utente finale, attraverso anche l’automatizzazione di diverse funzioni.

La banca adotterà Crystal, soluzione basata su una tecnologia di tipo GPT

Intesa Sanpaolo adotterà così Crystal, la soluzione di business intelligence generativa di iGenius già testata con successo all’interno del Gruppo attraverso Fideuram Private Banking. Crystal, basata su una tecnologia all’avanguardia di tipo GPT, sfrutta la potenza dell’AI generativa fornendo approfondimenti efficaci e strumenti decisionali, analizza grandi quantità di dati ed estrae soluzioni per supportare decisioni e progetti. Intesa Sanpaolo potrà, in tal modo, implementare soluzioni di BI che potenzieranno i propri processi, migliorando l’efficienza e la produttività complessiva.

Ditta (Intesa Sanpaolo): «Tecnologia a supporto delle capacità professionali»

Queste le dichiarazioni di Marco Ditta, responsabile Data & Artificial Intelligence di Intesa Sanpaolo: «L’utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale, come quella proposta da iGenius, e di grandi quantità di dati si sta sempre più affermando nel mondo del lavoro e nel nostro panorama aziendale come chiave di trasformazione e semplificazione. Per questo motivo è fondamentale adottare un approccio che vede l’uomo al centro di progetti e processi. Questo approccio dà priorità alle esigenze delle persone nell’organizzazione aziendale e propone un utilizzo della tecnologia a supporto ed esaltazione delle capacità professionali, oltre a creare un ambiente di lavoro più efficiente ed efficace in cui le persone partecipano al disegno delle nuove soluzioni e dei nuovi processi e vengano formate all’utilizzo delle nuove tecnologie, contribuendo così all’evoluzione del modo di lavorare in questa nuova era».

Sharka (iGenius): «Lavoriamo per implementare prodotti con attenzione alla sostenibilità»

Gli ha fatto eco Uljan Sharka, fondatore e ceo di iGenius: «La partnership tra Intesa Sanpaolo e iGenius è una dimostrazione della direzione in cui si sta muovendo il futuro del lavoro, dove tecnologie avanzate come la BI generativa giocheranno un ruolo fondamentale nel guidare il successo aziendale e le decisioni guidate dai dati. Entrambe le aziende adottano un approccio incentrato sull’uomo, garantendo vantaggi a tutti gli stakeholder, primi tra tutti dipendenti e clienti. Inoltre, iGenius e Intesa Sanpaolo stanno lavorando per implementare prodotti con particolare attenzione alla sostenibilità, introducendo modalità intelligenti di elaborazione dei dati che ottimizzano l’uso delle risorse computazionali con effetti green sui data center».

Intesa Sanpaolo sceglie iGenius per la generative business intelligence & analytics
Uljan Sharka (Imagoeconomica).

Taxi a Roma, Nancy Brilli si sfoga: «Sono introvabili, situazione assurda»

Nancy Brilli ha protestato, prima sui social e poi sui giornali, per le difficoltà crescenti relative al trovare taxi a Roma. Su Instagram nella serata del 28 settembre ha pubblicato tre stories: una in cui scrive soltanto «ritardo, la seconda in cui si mostra in pantofole, attendendo un taxi che non arriva, e la terza in cui, finalmente, lo ha preso. Poi, sulle pagine di Adnkronos, ha parlato di «situazione assurda e incomprensibile».

Taxi a Roma, Nancy Brilli si sfoga «Sono introvabili, situazione assurda»
La story su Instagram di Nancy Brilli

L’attrice: «Dove sono finiti i taxi a Roma?»

«Recentemente», ha dichiarato Nancy Brilli, «sono stata ad aspettare un taxi oltre quaranta minuti, perché non avevo altro modo di andare in centro, spesso non rispondono nemmeno. Ma che è successo? Dopo il Covid avevo scelto di non prendere più la macchina e di andare solo in taxi. Pare che non sia più possibile. Avevo l’abbonamento a radiotaxi, mi piaceva anche molto, facevano un servizio utile, aspettavano anche che tu entrassi in casa…poi che è successo? Dove sono finiti i taxi di Roma?». E l’attrice ha insistito: «Mi è capitato che non rispondessero, che si rifiutassero di portarmi nel luogo richiesto o che, quando gli ho chiesto di portarmi a Piazza di Spagna, mi chiedessero: Piazza di Spagna dove? Vicino a cosa? Insomma, è una situazione disastrosa».

Montesano: «Problema incredibile»

Ma Nancy Brilli è soltanto l’ultima vip ad aver denunciato una situazione difficile, già più volte sollevata anche dai turisti. Prima di lei lo hanno fatto anche, tra gli altri, Alba Parietti, Luca Argentero, Guillermo Mariotto, Max Giusti ed Enrico Montesano. Quest’ultimo, poche ore prima dello sfogo dell’attrice, ha dichiarato: « Io mi muovo solo con i taxi e mi sono trovato in qualche occasione veramente disperato, ho chiamato due tre compagnie e non c’erano vetture disponibili. Una città come Roma, che vive di turismo, non dovrebbe avere questo problema. È controproducente per una città a vocazione prettamente turistica come la nostra».

West Nile: altri quattro morti in Italia, i casi salgono a 283

Il virus West Nile fa altri quattro morti in Italia. E salgono a 283 i casi registrati nel nostro Paese. I dati del bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 27 settembre, riporta in tutto 17 decessi: quattro in Piemonte, otto in Lombardia (+2), quattro in Emilia Romagna (+2).

Il virus è stato rilevato in 52 Province

Il primo caso umano di infezione da West Nile della stagione è stato segnalato dall’Emilia-Romagna a luglio nella provincia di Parma. Nello stesso periodo sono stati segnalati cinque casi di Usutu virus (due Piemonte, tre Lombardia), quattro identificati in donatori di sangue e un caso che si è manifestato in forma neuro-invasiva. Salgono a 52 le province con dimostrata circolazione del virus West Nile, in 10 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.

Quali sono i sintomi del virus West Nile

La febbre West Nile è causata da un virus trasmesso all’uomo prevalentemente dalle zanzare. La maggior parte delle persone infettate non mostra sintomi: insorgono problemi gravi solo nell’1 per cento circa dei casi. Fra i casi sintomatici, circa il 20 per cento presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e manifestazioni cutanee. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave: disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più critici (circa uno su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

iPhone 15 Pro e Pro Max si surriscaldano troppo: cause e rimedi

A meno di una settimana dall’uscita, iPhone 15 Pro e Pro Max devono già affrontare importanti lamentele. Sempre più acquirenti degli smartphone top di Apple stanno infatti riportando eccessivo surriscaldamento del dispositivo, la cui temperatura esterna raggiunge i 47 gradi. «Il telefono è così bollente da non poterlo tenere in mano», ha raccontato un utente al Guardian. «Mi fa male la pelle per il calore», ha aggiunto poi un secondo possessore del melafonino. Per quanto gli esperti stiano cercando una giustificazione comune, al momento non è ancora chiara la ragione del fenomeno. È probabile che dipenda dal backup effettuato da dispositivi più vecchi che ha causato problemi di configurazione e indicizzazione dei dati. C’è poi anche chi punta il dito contro la scocca in titanio, esclusiva dei modelli Pro e Pro Max.

LEGGI ANCHE: Apple rilascia iOS 17, nuovo aggiornamento per iPhone: i modelli compatibili

iPhone 15 Pro e Pro Max, il titanio è cattivo conduttore di calore

Come ha scritto il Wall Street Journal, iPhone 15 Pro e Pro Max si surriscaldano oltre il normale in diverse situazioni. C’è infatti chi nota una temperatura esagerata durante la ricarica cablata del device, chi invece mentre utilizza la fotocamera oppure applicazioni che richiedono un maggiore impiego di memoria Ram. Infine, non mancano coloro che lamentano problemi apparentemente casuali. Ming Chi-Kuo, analista Apple di TF International Securities, è convinto che il surriscaldamento eccessivo di iPhone 15 Pro e Pro Max dipenda dalla scocca in titanio. «I compromessi fatti per alleggerire il peso dello smartphone hanno un impatto negativo sull’efficienza termica», ha scritto in una nota riportata dai media britannici. «La ridotta area di dissipazione del calore e l’uso di un telaio in titanio ne sono la prova».

Aumentano i casi di overheating degli smartphone di Apple. Forse è colpa della scocca in titanio, esclusiva di iPhone 15 Pro e Pro Max.
La pubblicità di iPhone 15 Pro in uno store di Apple (Getty Images).

Kuo ha escluso la possibile influenza del nuovo processore A17. È probabile che Apple risolva al più presto il difetto con alcuni aggiornamenti software che vadano a colmare le falle di progettazione. Bloomberg ha poi riportato il parere di altri esperti, secondo cui il difetto potrebbe essere riconducibile a livello software. Tra coloro che hanno segnalato un surriscaldamento di iPhone 15 Pro e Pro Max, molti hanno da pochi giorni effettuato un backup dei device precedenti. Non si esclude che le alte temperature dipendano da processi di configurazione dello smartphone, che deve indicizzare i contenuti per la ricerca, soprattutto foto e video.

Dal riavvio di sistema alla chiusura delle app, i potenziali rimedi

Non essendoci una comune visione del problema, non è stato possibile fornire una linea guida univoca per quanto riguarda i rimedi. In primis, si consiglia di effettuare un riavvio del sistema, al fine di consentire al software di resettarsi e ripartire al meglio. Si suggerisce anche di disattivare l’aggiornamento in background delle app. Sebbene consenta di accedere rapidamente ai contenuti, sovraccarica la Cpu di iPhone 15 Pro e potrebbe essere ragione di surriscaldamento se attiva per un lungo periodo. Per intervenire, basta andare nelle impostazioni del telefono e cliccare sulla tendina “Generali”. Altre opzioni utili potrebbero essere la luminosità automatica sempre attiva oppure l’uso del device sempre in modalità risparmio energetico.

Aumentano i casi di overheating degli smartphone di Apple. Forse è colpa della scocca in titanio, esclusiva di iPhone 15 Pro e Pro Max.
I modelli di iPhone in un Apple store (Getty Images).

Blue, la data al Fabrique di Milano sold out in 10 minuti: la band ne aggiunge un’altra

Sono stati venduti in 10 minuti, venerdì 29 settembre 2023, tutti i biglietti per quella che doveva essere l’unica data italiana dei Blue, ossia Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe, il 14 aprile al Fabrique di Milano. Gli organizzatori del concerto, prodotto da Artist First, hanno dunque annunciato il raddoppio del live, il 15 aprile. I Blue hanno affermato: «Non vediamo l’ora di portare il nostro Greatest Hits show al Fabrique di Milano. L’Italia è sempre stata, per noi, come una seconda casa, dove abbiamo avuto molto successo sia come band sia con i nostri progetti solisti. Abbiamo recentemente suonato all’Arena di Verona per un fantastico programma televisivo e non vediamo l’ora di tornare l’anno prossimo». Nati a Londra nel 2000, i Blue hanno venduto 15 milioni di dischi, posizionato numerosi singoli al primo posto della classifica UK, collaborato con star come Elton John e Stevie Wonder e vinto numerosi premi tra cui due BRIT Awards per Best British Breakthrough Act e Best British Pop Act.

Milano introduce l’obbligo dei sensori per l’angolo cieco

A Milano da lunedì 2 ottobre tutti i mezzi pesanti dovranno essere dotati di sensori di rilevamento per l’angolo cieco per poter circolare in città. Milano è la prima città in Italia a introdurre quest’obbligo dopo la serie di incidenti mortali che negli ultimi mesi hanno coinvolto i ciclisti. Cinque gli incidenti mortali che hanno coinvolto uomini e donne in bicicletta dall’inizio del 2023 per le vie del capoluogo lombardo. A questi si aggiungono anche otto pedoni.

Milano introduce l'obbligo dei sensori per l'angolo cieco
Ciclisti a Milano (Getty Images).

La Fai contro Sala: «In Europa obbligatorio solo da luglio 2024»

Intanto la Fai, Federazione autotrasportatori italiani, ha chiesto al sindaco di Milano Beppe Sala la sospensione del provvedimento, considerato «illegittimo» e «inefficace». Al primo cittadino e all’assessora alla Mobilità Arianna Censi è stata inviata una diffida in cui si legge che «l’Europa» renderà obbligatorio il dispositivo «a luglio 2024 solo per i veicoli nuovi». E gli autotrasportatori hanno aggiunto che non ci sono «indicazioni precise sui dispositivi da installare, e che stanno ricevendo preventivi dai venditori di tali apparati a costi esorbitanti».

Milano introduce l'obbligo dei sensori per l'angolo cieco
Traffico a Milano (ANSA).

Gli autotrasportatori: «Campagna vessatoria»

Poi la Fai ha chiesto una «seria campagna di informazione e formazione per tutti gli utenti della strada sulle norme e i pericoli della circolazione, in particolare per gli utenti più deboli, come fanno negli altri Paesi europei». E ha insistito parlando della delibera come «l’ennesimo atto di un’amministrazione milanese che continua nella sua campagna di pervicace vessazione del comparto dell’autotrasporto, già oggetto di divieti, limitazioni e balzelli di ogni genere, che non tengono conto del fondamentale ruolo svolto dalla categoria per la vita economica e sociale della città e dei suoi cittadini».

Inps, ad agosto 884 mila nuclei con il reddito di cittadinanza

Le famiglie beneficiarie del reddito o della pensione di cittadinanza ad agosto 2023 sono state 884.100, per 1.943.381 persone coinvolte e una media di importo per l’assegno a nucleo di 561,67 euro. Lo ha rilevato l’Inps. Si tratta del primo dato dopo la sospensione del sussidio a 159 mila famiglie che l’avevano avuto già per sette mesi nel 2023 e non avevano al loro interno minori, disabili o over 60. Di queste 159 mila, 47 mila sono state prese in carico dai servizi sociali.

TIM lancia le nuove cabine digitali per le città del futuro

TIM lancia le nuove cabine digitali che permettono di accedere in modalità touch screen a una vasta gamma di servizi e contenuti digitali, tra cui quelli di pubblica utilità. Le stazioni “intelligenti”, realizzate in collaborazione con Urban Vision, sono state presentate in anteprima da Pietro Labriola, amministratore delegato del Gruppo, in occasione della giornata conclusiva dell’Italian Tech Week. Apripista del progetto sarà il Comune di Milano che, già nel 2024, renderà sempre più smart e sostenibili vie e piazze della città.

Si potranno ricaricare gli smartphone e chiedere assistenza in caso di emergenza

Caratterizzate da un design completamente rinnovato, le cabine digitali rappresentano un presidio evoluto e inclusivo, con applicazioni sensoristiche che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali in modo personalizzato, semplice e veloce. Le nuove cabine rappresenteranno per i cittadini una vera e propria stazione digitale per poter fruire di servizi di infotainment, di ricarica degli smartphone, di pagamenti digitali e ticketing, di chiamate gratuite verso numeri fissi e mobili nazionali. Inoltre le cabine digitali, che rientrano nel più ampio progetto di TIM La parità non può aspettare per il gender gap, rappresentano un importante presidio per la sicurezza di fronte a situazioni di potenziale rischio. Grazie, infatti, al tasto Women+ è possibile accedere in tempo reale a un servizio di supporto con operatore per segnalare, gestire ed assistere la persona che ne faccia richiesta. Si tratta di una funzionalità a valenza sociale che mette a disposizione della collettività uno strumento di contrasto agli episodi di violenza nei confronti delle donne o dei fenomeni di microcriminalità.

TIM lancia le nuove cabine digitali per le città del futuro
Nuova cabina digitale (TIM).

Rilevante anche il supporto alla cultura, al turismo e alle informazioni istituzionali che in tempo reale il Comune vorrà fornire alla propria cittadinanza, ad esempio l’offerta artistica della città, di cinema, teatri, musei, concerti ed eventi, l’acquisto di biglietti, la scelta di un ristorante, la prenotazione di un taxi, la verifica delle previsioni meteo e degli orari dei mezzi di trasporto oltre che informazioni sulla viabilità.

Rispettata la sostenibilità e azzerata l’impronta di carbonio

La nuova cabina si integra nel modello di Smart City promosso da TIM che – grazie alle nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, 5G e IoT- ha l’obiettivo di realizzare spazi urbani più vivibili, sostenibili e sicuri capaci di valorizzare anche il patrimonio culturale e artistico. La progettazione delle cabine rispetta i più avanzati standard di sostenibilità (Life cycle thinking) che azzerano completamente l’impronta di carbonio (carbon footprint) attraverso sistemi di compensazione sul territorio locale certificati a livello internazionale. Il progetto intende valorizzare una parte del patrimonio storico della telefonia pubblica tradizionale in corso di dismissione sul territorio nazionale. L’avvio del progetto coinvolgerà la città di Milano, dove saranno progressivamente installate circa 450 postazioni. L’iniziativa si estenderà successivamente in altre 13 principali città italiane per un totale di circa 2.500 cabine digitali.

Labriola: «Così la cabina tradizionale diventa uno sportello multiservizi»

Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, si è così espresso sull’iniziativa: «L’innovazione è la chiave per offrire soluzioni più efficienti e portare benefici concreti alla collettività. Con questo progetto trasformiamo la cabina tradizionale, nata negli Anni 50, in uno sportello multiservizi di nuova generazione che contribuirà a rendere le nostre città più sostenibili. Abbiamo così colto l’opportunità di dare una seconda vita a una parte del nostro patrimonio, ormai superato dalle nostre abitudini, per farlo evolvere e diventare anche un importante presidio di sicurezza per le donne in situazioni di pericolo. Le cabine telefoniche si trasformeranno così in uno strumento a disposizione dei cittadini e che conferma il nostro impegno per l’inclusione, di genere e sociale, nell’era delle smart city». Gli ha fatto eco Gianluca De Marchi, amministratore delegato di Urban Vision: «Siamo davvero orgogliosi di essere partner di TIM in questo grande progetto. Nello sviluppo della nuova cabina digitale ci siamo basati sui principi che da sempre caratterizzano il nostro rapporto con la città: creare valore per la comunità in termini di pubblica utilità, innovazione e sicurezza, attraverso soluzioni tecnologicamente avanzate e totalmente integrate con il tessuto urbano».

Covid Italia, il bollettino della settimana: 38.775 contagi e 129 morti

Contagi e morti Covid ancora in aumento in Italia. Nella settimana dal 21 al 27 settembre, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, si sono registrati 38.775 nuovi casi: +7,4 per cento rispetto alla settimana precedente (36.102 casi), e 129 decessi, +10,3 per cento rispetto a sette giorni prima (117 morti).

Incidenza in lieve aumento, indice Rt sotto la soglia epidemica

L’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati è in lieve aumento, pari a 66 casi per 100 mila abitanti, rispetto a 61/100 mila, ma in rallentamento per la seconda settimana di fila. L’indice Rt che misura il ritmo di contagio – basato sui casi con ricovero ospedaliero – scende sotto la soglia epidemica di 1 (0,9). Il tasso di occupazione dei reparti ordinari è del 4,4 per cento (2.734 i pazienti), in lieve aumento, mentre rimane stabile l’occupazione in terapia intensiva, pari allo 0,9 per cento (82 pazienti.

Covid Italia, il bollettino della settimana: 38.775 contagi e 129 morti. Incidenza in lieve aumento, l’Rt scende sotto la soglia epidemica.
Test Covid (Getty Images).

Stabile il tasso di positività, aumentano i tamponi effettuati

Dal bollettino settimanale diffuso nell’ambito delle attività di monitoraggio Covid-19 dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità risulta inoltre sostanzialmente stabile il tasso di positività, pari al 15,4 per cento: 0,1 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente (15,5 per cento). In aumento i tamponi effettuati, 251.160, +7,9 per cento rispetto alla scorsa rilevazione (232.664).

La Venere di Open to Meraviglia in Cina diventa un videogioco

La Venere di Open to Meraviglia, dopo essere riapparsa a fine agosto sui social, sarà protagonista di un videogame in Cina. L’Enit ha infatti firmato un accordo con Tencent, il colosso cinese che possiede la piattaforma WeChat utilizzata da 1,3 miliardi di persone. L’intesa, che mira ad aumentare la visibilità dei contenuti promozionali dedicati all’Italia e dunque contribuire a incrementare il turismo cinese verso la Penisola, è stata lanciata dall’evento Welcome with Weixin Alliance organizzato a Roma da Tencent in collaborazione con Enit, a cui hanno partecipato Gianluca Caramanna, consigliere del ministero del Turismo, Ivana Jelinic, ad di Enit e Ma Fengming, direttore generale Marketing Internazionale di WeChat. Oltre al videogame che vede protagonista l’influencer virtuale voluta dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè  (la cui campagna è finita al centro di numerose polemiche, sfottò e persino sotto la lente della Corte dei Conti), nel prossimo futuro Enit e WeChat lanceranno un programma di live-streaming con influencer cinesi in carne e ossa che gireranno l’Italia e produrranno contenuti finalizzati alla promozione delle destinazioni turistiche e delle attrazioni italiane.

Fedez è in ospedale, Chiara Ferragni torna prima da Parigi

Fedez è in ospedale. Come rivela il Corriere della Sera, il rapper è stato ricoverato e sottoposto ad alcuni accertamenti. Attualmente la coppia mantiene il silenzio sui social ma è stato svelato il motivo del rientro d’urgenza della moglie Chiara Ferragni dalla Francia. L’influencer è rientrata nel tardo pomeriggio del 28 settembre a Milano da Parigi, dove si trovava per la Fashion Week. E lei stessa, in due stories ha parlato di una «emergenza» per la quale ha preso il primo aereo insieme all’amica Chiara Biasi.

Fedez è in ospedale, Chiara Ferragni torna prima da Parigi
Il bacio tra Chiara Ferragni e Fedez alla presentazione della serie Ferragnez (Imagoeconomica).

Le stories con Chiara Biasi

Nei contenuti postati nelle stories, Chiara Ferragni ha ringraziato l’amica Chiara Biasi, al suo fianco a tenerle la mano durante il volo di ritorno. Ha scritto: «Agli amici che saltano sul primo aereo con te quanto hai un’emergenza». Poi alcune foto con i figli Leone e Vittoria e il silenzio. I fan attendono e commentano anche la frase pronunciata su Twitch da Davide Marra di Muschio Selvaggio, che ha chiesto «un abbraccio per Fedez e non dico altro».

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