Il tribunale amministrativo dello sport spagnolo (Tad) ha aperto un procedimento disciplinare per «condotta grave» contro il presidente della Federcalcio spagnola, Luis Rubiales. Lo hanno riferito fonti dell’Afp vicine alla vicenda. Il procedimento per «condotta grave» e non «molto grave», come chiesto dal governo spagnolo, non consente al Consiglio superiore dello sport (Csd) di pronunciare una nuova sanzione contro Rubiales, già sospeso dalla Fifa per 90 giorni.
Il governo ha riferito che chiederà in ogni caso al tribunale di sospendere Rubiales dalle sue funzioni durante l’indagine. Il Consiglio nazionale dello sport inoltre chiederà al tribunale di «sospendere temporaneamenteLuis Rubiales dalle sue funzioni fino a quando il caso contro di lui non sarà risolto definitivamente», ha detto il ministro dello Sport Miquel Iceta in una conferenza stampa.
Luis Rubiales: " Siento que se me ha tratado de juzgar injustamente por medios y políticos. Esto no le debería volver a ocurrir a nadie"
Nuovo episodio di violenza da parte delle forze dell’ordine negli Usa. Una donna afroamericana incinta di 21 anni di Columbus, Ohio, è stata uccisa dagli agenti il 24 agosto fuori da un negozio di alimentari a Blendon Township, e insieme a lei è morta anche la bimba che portava in grembo. Le autorità dell’Ohio hanno diffuso il video ripreso dalla bodycam degli agenti, che mostra gli ultimi istanti di vita di Ta’Kiya Young.
Bodycam footage shows the moment a police officer shoots at Ta’Kiya Young, 21, through the windshield of her car.
Nel filmato si vede un poliziotto che si avvicina alla macchina dove si trovava la giovane, chiedendole di scendere: la 21enne ha però accelerato verso un agente, che prima le ha urlato di fermarsi e poi le ha sparato. La donna è stata uccisa da un singolo proiettile. «Era incinta e madre di altri due bimbi, disarmata, questo va oltre l’ingiustificabile», ha detto l’avvocato della famiglia, Sean Walton. Sembra che la vittima avesse rubato delle bottiglie di alcolici dal negozio, e quando gli agenti le hanno chiesto di scendere dall’auto lei ha ingranato la marcia e ha accelerato.
On Thursday, August 24 Ta'Kiya Young was executed by police. Ta’Kiya was a 21-year-old pregnant woman leaving a Kroger grocery store in Blendon Township, Ohio with two other young children at home. Young was expected to give birth to a daughter in November. pic.twitter.com/QQv1XAPrMX
Una piazza gremita ha ricordato, nella serata di venerdì primo settembre, Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista ucciso a colpi di arma da fuoco la scorsa notte nei pressi di un bar in piazza Municipio a Napoli. Tanti cittadini, esponenti della politica e della cultura si sono riuniti nel dolore in piazza Bellini, nel centro storico della città, a pochi passi dal conservatorio dove Giogiò aveva studiato.
#Napoli: manifestazione in piazza Bellini per ricordare Giovanni Battista #Cutolo, il musicista ucciso da un 16enne dopo una lite per il parcheggio dello scooter pic.twitter.com/5TZkJWBbjt
Tra i presenti la madre di Giovabattista, Daniela Di Maggio con indosso una maglia nera sulla quale è stampata una immagine del figlio. Accanto a lei il marito, Franco che all’Ansa ha detto: «Sono commosso per l’innumerevole numero di presenze. È quasi piena la piazza: significa che la città sta iniziando a capire come reagire a certe cose. È un segnale per dimostrare che la Napoli buona e pulita c’è. Questa è la cosa più importante».
Javad Rouhi, il manifestante iraniano arrestato e condannato a morte per aver partecipato alle proteste di piazza seguite all’uccisione della 22enne curda Mahsa Amini, è deceduto in prigione, come riportato dalla Bbc. In un primo momento i giudici in fase di processo avevano comminato la pena capitale a suo carico, ma nel maggio scorso la Corte suprema aveva annullato la sentenza rinviando il processo. Secondo la versione ufficiale il 35enne sarebbe deceduto per cure mediche inadeguate, in seguito a un ricovero per un attacco epilettico avvenuto in cella.
#JavadRouhi, a political prisoner who was sentenced to death for dancing in the street, was tortured to death by intelligence agents and the IRGC in prison. Remember the image of Javad dancing when you plan to negotiate with mullahs or do business with them.#MahsaAminipic.twitter.com/WfUIrReUwp
A dare notizia della morte, il sito web Mizan, vicino alla magistratura iraniana, dove si legge che «sfortunatamente Rouhi è morto nonostante le azioni del personale medico» e che un’inchiesta «è stata depositata per far luce sulle cause». Diversi attivisti però, a un’ora prima dell’annuncio ufficiale comunicato in data 31 agosto, avevano anticipato la morte sui social network puntando il dito contro le autorità giudiziarie e i responsabili della sicurezza che lo avrebbero «ucciso».
Javad Rouhi's death in custody again exposes the Iranian authorities’ assault on the right to life. Their crimes under international law must be effectively and independently investigated. pic.twitter.com/prI2lYLRwA
Il giovane era stato arrestato a pochi giorni dalla morte di Mahsa Amini, uccisa mentre era sotto custodia della polizia della morale che l’aveva arrestata in precedenza per le vie di Teheran, a metà settembre dello scorso anno, per non aver indossato correttamente l’hijab, il velo obbligatorio. Rouhi, secondo la Bbc, è stato giudicato colpevole di aver «guidato» la rivolta, di aver «distrutto proprietà» e di «apostasia», ma i video diffusi in rete invece lo mostravano mentre ballava e non intento a compiere atti di violenza.
Jïna Mahsa Amini'nin katledilmesi ard?ndan geli?en protestolarda kat?ld??? gerekçesiyle, 'Allaha Sava? Açmak Suçu'ndan üç defa idam cezas? alan, daha sonra idam cezas? Yüksek Mahkeme'de bozulan… pic.twitter.com/fQIdoAfmKm
Stasera 1 settembre 2023 andrà in onda sul canale Rai Movie il film 1917alle ore 21.10. Il regista è Sam Mendes che ha collaborato anche alla sceneggiatura insieme a Krysty Wilson-Cairn. Nel cast ci sono George MacKay, Dean-Charles Chapman, Mark Strong, Andrew Scott, Colin Firth e Benedict Cumberbatch.
1917, trama e cast del film in onda stasera 1 settembre 2023 su Rai Movie
La trama racconta un anno cruciale della Prima Guerra mondiale, ovvero il 1917. Due giovani caporali inglesi, Schofield (George MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman), appartengono all’ottavo battaglione e sono molto amici e cercano di sopravvivere così da ritornare alla loro vita normale, quando la guerra sarà finita. Tuttavia, entrambi vengono scelti per portare a termine una delicata missione: attraversare la terra di nessuno e il territorio nemico per consegnare un messaggio a un battaglione di 1.600 uomini tra i quali c’è il fratello di Blake, Joseph (Richard Madden).
Questo perché il battaglione che si trova nei pressi di Ecouste sta per cadere vittima di una trappola mortale dei soldati tedeschi e, se nessuno lo avvertirà, potrebbe avvenire una tragedia. Schofield e Blake decidono di prendere parte a quella che sembra una missione suicida ma lo fanno con coraggio, sapendo che il tempo a loro disposizione è poco. Affronteranno molte sfide ma niente li fermerà dal portare il messaggio del generale Erinmore (Colin Firth) al colonnello Mackenzie (Benedict Cumberbatch).
1917, 5 curiosità sul film
1917, il falso piano sequenza del film
Il film sembra essere girato tutto in piano sequenza, dunque senza tagli di montaggio. Tuttavia, come hanno rivelato il regista Sam Mendes e l’editor Lee Smith, ci sono tanti tagli «invisibili» per gli spettatori nel corso della pellicola. Mendes ha dichiarato che la scena più lunga girata dura circa otto minuti senza tagli, mentre la più corta appena 39 secondi.
1917, la pellicola ispirata da un’autobiografia del nonno del regista
Sam Mendes ha rivelato di aver avuto l’idea di realizzare questo film dopo aver letto l’autobiografia di suo nonno. Veterano della Prima guerra mondiale, il nonno del regista ha scritto le sue memorie in un libro intitolato L’Autobiografia di Alfred H. Mendes 1897 –1991. Alfred H. Mendes ha servito come messaggero durante il conflitto quando aveva appena 17 anni.
1917, i numerosi premi vinti da Roger Deakins
Il direttore della fotografia Roger Deakins per il suo lavoro in quest’opera si è aggiudicato ben 40 premi cinematografici. Tra i più importanti ci sono la Miglior fotografia ai Premi Oscar 2020, la Miglior fotografia ai Premi BAFTA 2020 e la Miglior fotografia ai Satellite Awards del 2019.
1917, una curiosa mossa della troupe durante le riprese
Gran parte delle riprese sono state effettuate a Low Force, nel distretto di Teesdale, in Gran Bretagna. Per non allarmare i residenti e i viaggiatori della zona, la troupe mise dei cartelli per segnalare la presenza di cadaveri a terra, invitando tutti a non allarmarsi perché facevano parte del cast cinematografico.
1917, la gentilezza e la professionalità di George MacKay
La sceneggiatrice Krysty Wilson-Cairn ha dichiarato di essere rimasta stupita dalla gentilezza e dalla professionalità di George MacKay sul set. Secondo le sue parole, prima di lasciare il set a fine giornata l’attore salutava tutti cordialmente con una stretta di mano, dai suoi colleghi ai tecnici. Inoltre, conosceva il nome di tutti e cercava di creare uno spirito positivo sul set.
A mezzogiorno di venerdì primo settembre erano già pervenute 4.015 domande per il Supporto per la formazione e il lavoro rivolto agli ex percettori di Reddito di cittadinanza, mentre sulla piattaforma del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) presenti almeno 52.798 offerte formative per una platea potenziale di circa 600 mila possibili fruitori e 25.691 annunci di lavoro per circa 60 mila opportunità di lavoro.
Presentato il nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa: la piattaforma sarà attiva dal 1°settembre. Il Ministro #MarinaCalderone: “Rispetto al passato, chi si attiverà per un #lavoro o un corso di #formazione avrà delle risposte”.
Sono questi i primi numeri della nuova piattaforma, a meno di 24 ore dal suo debutto online, riferiti dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dall’Inps. I dati, hanno sottolineato, «sono tutti in continuo aggiornamento e descrivono una vivacità sia dell’offerta formativa che lavorativa».
L‘attacco all’aeroporto militare russo di Pskov, a pochi km dal confine con l’Estonia, è stato lanciato dal territorio russo: lo ha reso noto il capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, come riporta Rbc-Ucraina. «Lavoriamo dal territorio della Russia»: ha affermato Budanov riferendosi all’attacco all’aeroporto di Pskov avvenuto nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 agosto.
— Chief of Ukrainian Defence Intelligence (@ChiefDI_Ukraine) September 1, 2023
Due aerei sono stati distrutti
Budanov non ha specificato se l’attacco sia stato condotto dall’intelligence della Difesa o da partigiani russi filo-ucraini. Inoltre non ha voluto dire quali o quanti droni siano stati utilizzati nell’attacco all’aeroporto, ma ha precisato che due aerei «sono stati distrutti e due sono stati gravemente danneggiati». Mercoledì scorso l’intelligence militare ucraina aveva affermato che i quattro aerei da trasporto Ilyushin Il-76 dell’Aeronautica russa colpiti nell’aeroporto militare di Pskov erano stati «distrutti».
Ha raccontato di essere fuggita dalla Nigeria e di aver raggiunto l’Italia per rifarsi una vita, ma di essere stata costretta a prostituirsi dalla mafia del suo paese, che ha suoi affiliati a Palermo. Per la corte d’assise del capoluogo, che pure ha condannato l’uomo denunciato dalla vittima, la donna nigeriana sarebbe, però, «una prostituta volontaria. Da inquadrare, più correttamente» – si legge nella sentenza – «nella nota diffusa categoria delle cosiddette sex-workers ossia nella categoria di quelle donne che preferiscono dedicarsi alla prostituzione piuttosto che lavorare o svolgere lavori poco remunerativi, come potrebbero esser quello della shampista o di far capelli o di far treccine o di lavorare presso qualcuno come domestico».
Le motivazioni del verdetto
L’argomentazione è contenuta nelle motivazioni del verdetto col quale i giudici hanno comunque condannato a due anni e sei mesi di carcere, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, il nigeriano Silver Egos Enogieru. «Questa classificazione della prostituta, naturalmente non contrasta con la presenza di uno sfruttatore e favoreggiatore, che a sua volta si giovi delle prestazioni della lavoratrice e le agevoli, per rimpinguare anche le proprie casse», ha proseguito il collegio che ha anche condannato l’africano a risarcire i danni alla parte civile. La procura di Palermo presenterà appello contro la sentenza.
«Denise, oggi ricorre il 19esimo anniversario del tuo sequestro! 6939 giorni senza di te, senza verità e giustizia. Anni di omertà, ingiustizia e troppa ipocrisia. Carissima Denise, purtroppo ci avevamo visto lungo, non a caso chiedemmo aiuto circa due mesi dopo il tuo sequestro anche ai vertici dello Stato. Negli anni le nostre paure si sono concretizzate e un paio di anni fa abbiamo avuto anche ulteriori conferme». Così Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, su Facebook, ha ricordato la scomparsa di sua figlia, avvenuta il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, nel Trapanese, quando non aveva ancora compiuto quattro anni. Il post è firmato «Mamma Piera e Papà Pietro, Kevin e Brigitte, la tua famiglia che ti ama tanto».
«Rimane l’amarezza e la rabbia»
«Adesso, oltre al nostro immane dolore» – ha aggiunto la donna – «ci rimane l’amarezza e tanta rabbia per gli errori d‘indagine commessi irrecuperabili e per tutto quello che si poteva fare e non è stato fatto! Ti cercheremo sempre fino a prova contraria. Speriamo con tutto il cuore che ovunque tu sia almeno stai bene! Noi non molliamo!». Il sindaco Salvatore Quinci ha espresso «forte vicinanza della comunità di Mazara del Vallo alla famiglia di Denise» con «la speranza di poterla un giorno riabbracciare», nella «consapevolezza che troppo tempo è passato e che all’assenza di Denise si unisce il dolore per l’assenza a oggi di giustizia su questa vicenda».
«Un esempio di vita da seguire»
Sui social, ha espresso un pensiero anche la nuora di Piera Maggio, Brigitte Asaro, che ha ricordato di avere visto «in questi lunghi 10 anni mamma Piera e papà Pietro lottare con tutte le loro forze per te», hanno «sofferto e continuano a soffrire la tua mancanza, come la soffriamo noi e tutti coloro che ti amano» e i «tuoi genitori sono diventati per me i miei secondi genitori, un esempio di vita da seguire».
Nella destra di governo italiana sono molti gli ammiratori, persino ostentati, di Antonio Gramsci, a partire dal vicepremier Matteo Salvini. L’importanza decisiva della “sovrastruttura”, dell’ideologia che costruisce e cementa il consenso non sfugge a Giorgia Meloni e ai suoi. D’altronde sulla “struttura” dei fondamentali economici si può scherzare poco: i fatti e i numeri hanno la testa dura, non c’è trippa per gatti e i vincoli finanziari sorvegliati da Europa e mercati lasciano scarso spazio a ricette creative e roboanti promesse elettorali. Allora – Vannacci e Giambruno insegnano, ma l’elenco sarebbe lungo – meglio impegnarsi in diversivi e ballon d’essai che da una parte distraggono dalle rogne e dall’altra contribuiscono a costruire narrazioni funzionali alla nuova visione del mondo che la destra cerca di imporre al Paese.
Al Lido già si cerca un sostituto di Barbera, in pole i soliti Buttafuoco e Bruno Guerri ma anche Elisabetta Sgarbi
Un’operazione che passa inevitabilmente dall’occupazione dei sancta sanctorum della produzione culturale italiana, isolando le casematte del cosiddetto pensiero di sinistra. Della nuova Rai in salsa meloniana sappiamo tutto, ma accanto alla tivù c’è anche il cinema che, malgrado la sua crisi, rimane un potente volano di generazione di senso, di valori e contenuti. Così, mentre l’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia parte con un film italiano, Comandante di Edoardo De Angelis, che qualcuno definisce addirittura «sovranista», per quanto fautore di un messaggio di solidarietà in mare che urtica la maggioranza, lo zelante ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, per il quale pure il Sommo Dante era portatore di idee non lontane da quelle di Ignazio La Russa, pensa già a sostituire il direttore della kermesse, Alberto Barbera. Quest’ultimo avrebbe in realtà ancora due anni di incarico e dovrebbe occuparsi di organizzare anche la Mostra del 2024, ma chiaramente l’aria è cambiata attorno a lui. Possibili sostituti? I nomi che girano sono un po’ i soliti, visto il serbatoio abbastanza ristretto di “intellettuali d’area” cui la destra può attingere: dal peraltro non allineatissimo Pietrangelo Buttafuoco a Elisabetta Sgarbi, apprezzata editrice (La Nave di Teseo) e documentarista spinta dal fratello Vittorio, sottosegretario alla Cultura con cui Sangiuliano convive a fatica nelle stanze del Collegio Romano. Senza dimenticare lo storico Giordano Bruno Guerri, l’iper-dannunziano presidente della Fondazione Il Vittoriale e direttore del Museo di Salò che in realtà il ministro avrebbe voluto da tempo alla guida dell’intera Biennale di Venezia, al posto di Roberto Cicutto, nominato ai tempi di Dario Franceschini e in scadenza con il Cda il prossimo febbraio. Cicutto ha portato ottimi risultati, ma Sangiuliano lo ha sempre trattato con grande freddezza.
Giulio Base alla guida del Torino Film Festival e Castellitto verso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma
La graticola per Barbera, comunque, si (ri)accende dopo che l’esecutivo ha già messo le mani su altre importanti rassegne cinematografiche. L’attore e regista Giulio Base a luglio era stato prescelto, tra le polemiche, quale direttore del Torino Film Festival 2024, con un mandato che si estende pure alle due edizioni successive. Il cv artistico non gli difetta, eppure aveva dovuto difendersi: «Probabilmente ci sono cose che nemmeno conosco, ma non credo che Sangiuliano sia intervenuto. Anche se è stato scritto che piaccio a lui, alla Meloni, persino al Papa». Qualcuno ha fatto notare che gli manca uno dei requisiti fondamentali contenuti nel bando: non ha alcuna esperienza di direzione di festival del cinema. E però l’autore di fiction tv quali Don Matteo, Santa Maria Goretti o Padre Pio è molto apprezzato “colà dove si puote ciò che si vuole” (per far contento il citazionista Sangiuliano). In tal senso, c’è allora da chiedersi che chance possa davvero avere il convertito all’Islam Buttafuoco, ma tant’è. Sempre a luglio era scoppiata la bufera attorno al cambio di governance del mitico Centro sperimentale di cinematografia di Via Tuscolana, a Roma, con la sua scuola nazionale e la cineteca tra le più rinomate del mondo. «La cultura non si lottizza. Il Csc non si lega», era lo striscione ostentato dalla protesta degli studenti dell’istituzione: nel mirino una norma voluta dalla maggioranza e inserita nel decreto Pa bis che anticipa il ricambio degli organi di governo, abolisce la figura del direttore generale e incrementa da quattro a sei i membri del Comitato tecnico scientifico, rendendoli di nomina governativa. Insomma, una lottizzazione in piena regola a carico di un importantissimo ente culturale. A seguito del blitz parlamentare (e governativo), la presidente Marta Donzelli si era dimessa con le consigliere di amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti (il quarto era Andrea Purgatori, prematuramente scomparso il 19 luglio scorso). Dovrebbe ora succederle Sergio Castellitto, secondo un’indiscrezione anticipata da Dagospia: personaggio tanto celebre quanto camaleontico, ma comunque non inviso a Sangiuliano anche perché lontano dai circoli e dalle conventicole del cosiddetto pensiero di sinistra.
L’ossessione di Sangiuliano di ricostruire l’immaginario italiano
Un’ossessione, quest’ultima, per l’ex direttore del Tg2 che ancora di recente si è scagliato contro «l’egemonia della sinistra nelle università, nelle istituzioni culturali, nell’editoria». Di lì i mal di pancia a destra in particolare contro l’ultimo Festival di Sanremo, considerato uno spot licenzioso al gender fluid e al “pensiero unico dominante”. O pure gli incidenti di percorso occorsi al mite Alessandro Giuli da quando guida il museo Maxxi di Roma. E che dire delle presunte pressioni politiche sul Salone del libro di Torino e sulla figura del suo direttore uscente, Nicola Lagioia? Con il possibile successore, lo scrittore Paolo Giordano, che già a febbraio scorso si era chiamato fuori: «Mi sembra non ci siano più le condizioni», perché «sono state fatte richieste specifiche per dei nomi da includere nel comitato editoriale, aspetto su cui non avrei potuto negoziare, e non perché viva in un mondo in cui non esistano negoziazioni, non esista la politica. Ma, nella mia idea, il Salone del libro, come ha ribadito lo stesso Nicola (Lagioia, ndr), deve essere indipendente». Tante vicende che tradiscono ciò che Sangiuliano tiene a ribadire esplicitamente: «Ricostruire l’immaginario italiano è una delle azioni che metteremo in campo in un più ampio progetto che mira a sprigionare la potenza culturale della nostra Nazione. Perché l’Italia è una superpotenza culturale globale». Libro e moschetto, ministro perfetto. Basta che il libro poi lo si legga per davvero.
La popolazione umana mondiale, tra 900 e 800 mila anni fa, subì una drastica riduzione, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici, arrivando a un passo dall’estinzione. A preservere la specie, per più di 100 mila anni, sono stati poco meno di 1.300 individui in età riproduttiva, come riporta l’Ansa. La scoperta è emersa da uno studio internazionale pubblicato su Science, che ha coinvolto anche La Sapienza università di Roma e l’università di Firenze.
Human ancestors may have survived a brush with extinction 900,000 years ago | Science | AAAS https://t.co/rlJV0Rva67
Grazie a una metodologia che è in grado di percorrere a ritroso lo sviluppo della variabilità genetica umana e in tal modo avere informazioni sull’andamento della popolazione, i ricercatori possono rilevare le fluttuazioni della popolazione umana, in termini di numeri. Questo strumento ha consentito di scoprire che a partire da 930 mila anni fa, in corrispondenza con una fase che portò a importanti cambiamenti nelle temperature, gravi siccità e perdita di altre specie, utilizzate come cibo dagli esseri umani, si è verificato un collo di bottiglia e «circa il 98,7 per cento degli antenati umani furono persi, minacciando così di estinzione i nostri antenati». La popolazione umana si ridusse quindi a circa 1.280 persone in età riproduttiva e ci vollero circa 117 mila anni prima che ricominciasse a crescere.
A study published in #Science has brought to light a near-extinction event that shaped humanity’s destiny. Around 930,000 years ago, #human ancestors dropped to just 1,200 individuals from around 100,000. Click to read the full story. https://t.co/4SrwFNOrJw
Il gap nei reperti fossili africani ed eurasiatici
«La nuova scoperta apre un nuovo campo nell’evoluzione umana perché evoca molte domande, come i luoghi in cui vivevano questi individui, come hanno superato i catastrofici cambiamenti climatici e se la selezione naturale durante il collo di bottiglia abbia accelerato l’evoluzione del cervello umano», afferma Yi-Hsuan Pan, coordinatore della ricerca. Inoltre, dice in una nota Giorgio Manzi, ordinario alla Sapienza e tra gli autori dello studio, potrebbe spiegare «il gap nei reperti fossili africani ed eurasiatici» che infatti «coincide con questo periodo di tempo una significativa perdita di prove fossili».
Un uomo è stato trovato morto in un carrello della spesa a Roma, colpito da arma da fuoco, nei pressi di via Raffaele Costi, zona Tor Sapienza. Potrebbe trattarsi di un migrante, secondo le prime indicazioni. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.
Ancora sconosciute le generalità
A notare l’uomo dentro il carrello, sono state le stesse volanti della polizia giunte sul posto dopo la segnalazione. Non sono ancora note le generalità dell’uomo, ma sembra si tratti di un inquilino della palazzina occupata di via Costi. La struttura, sgomberata nel 2018, era stata poi rioccupata. Le forze dell’ordine erano tornate a liberare l’immobile nel 2021.
Un detenuto di origini magrebine è riuscito scavalcare la recinzione del cortile passeggi della terza sezione per poi arrampicarsi sul tetto del panificio del carcere. La polizia locale ha chiuso alla viabilità la direttrice a mare di corso de Stefanis deviando la viabilità, visto che il detenuto sta lanciando oggetti in strada. Sul posto tre pattuglie della polizia locale e i carabinieri. Immediatamente sono state avviate le trattative con il detenuto per convincerlo a scendere e desistere dal suo gesto dimostrativo.
«Gesto di protesta estremo»
«Siamo alle prese con un ennesimo gesto di protesta estremo di un detenuto nelle nostre prigioni» – scrive in una nota Fabio Pagani, segretario regionale della UilPa Polizia penitenziaria – «che da un lato è indice del disagio in cui versa l’utenza, specie quella affetta da patologie psichiatriche e che rimane pressoché abbandonata a se stessa, dall’altro conclama la vulnerabilità del sistema penitenziario le cui sorti si reggono per quel che è possibile esclusivamente sul diuturno sacrificio degli operatori, primi fra tutti quelli del Corpo di polizia penitenziaria in sottorganico di 18 mila unità».
Il ghiacciaio Perito Moreno, nella Patagonia argentina, è stato inserito nella lista delle Sette Meraviglie del Mondonel2023 della prestigiosa rivista statunitense Condé Nast Traveler. «Se vedi un solo ghiacciaio in tutta la tua vita, assicurati che sia il Perito Moreno», ha scritto nella sua rassegna il critico della rivista Aaron Millar, vero e proprio guru mondiale del turismo d’élite.
Il ghiacciaio è alto 60 metri e ha una facciata di oltre cinque km
Meta unica al mondo, che attrae centinaia di migliaia di turisti fino alle latitudini più estreme dell’America del Sud, il ghiacciaio patagonico «emana un potere naturale e selvaggio», ha aggiunto Millar nella sua rassegna. Con i suoi 60 metri di altezza e una facciata ininterrotta di oltre cinque chilometri, questa straordinaria cattedrale plasmata dalla natura è incastonata a sua volta in un parco naturale che la protegge e preserva insieme alla più grande calotta glaciale del mondo dopo l’Antartide. Si tratta del Parque de Los Glaciares della provincia di Santa Cruz, che comprende anche le località di El Calafate ed El Chaltén, dove si trovano le principali infrastrutture turistiche, punto di partenza ideale per qualsiasi escursione nella riserva.
Stasera 1 settembre 2023 andrà in onda il film Miss Marx, alle ore 21.45 sul canale televisivo Rai 3. La regista è Susanna Nicchiarelli che si è occupata anche di scrivere la sceneggiatura. La produzione ha debuttato nei cinema nel 2020 e all’interno del cast ci sono Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair e Philip Groning.
Miss Marx, trama e cast del film in onda stasera 1 settembre 2023 su Rai 3
La trama racconta la storia della figlia più piccola di Karl Marx (Philip Groning), ovvero Eleanor (Romola Garai). La donna, che vive nell’Inghilterra del XIX secolo ed è soprannominata da tutti Tussy, trascorre le sue giornate in modo attivo, partecipando a diversi eventi e cimentandosi in opere di traduzione. Inoltre, Eleanor ha anche a cuore i diritti dei bambini e delle donne, realizzando opere o discorsi che si accostano al socialismo e al femminismo. È anche una fiera sostenitrice delle opere del padre e porta avanti il suo pensiero con energia, tanto che in molti la vedono come una leader nata.
Nella vita privata, però, la donna non è così. Si dimostra vulnerabile in più occasioni e spesso trova rifugio nella relazione con il compagno di lotte Edward Aveling (Patrick Kennedy). Tuttavia, anche la relazione le porterà molti dolori, visto che il suo compagno si indebita facilmente e dilapida i suoi averi. Per questa ragione, Tussy a poco a poco verrà assorbita dalla dipendenza dell’oppio e dalle difficoltà che deve affrontare nella vita di tutti i giorni da vittima del patriarcato.
Miss Marx, 5 curiosità sul film
Miss Marx, i premi ottenuti dalla pellicola
Questo film ha ottenuto numerosi premi. Nel dettaglio, ha vinto ben tre David di Donatello nel 2021 per il Miglior produttore, il Migliore costumista e il Migliore compositore. La pellicola ha anche ottenuto un premio speciale ai Nastri d’argento 2021 ottenendo il Nastro dell’anno.
Miss Marx, gli incassi al botteghino
Nonostante un budget importante, circa 5 milioni di euro, il film è stato un flop al botteghino. Secondo i dati raccolti da Box Office Mojo, in totale la pellicola ha incassato soltanto 624 mila dollari. Tuttavia, c’è da dire che la sua uscita al cinema è stata fortemente condizionata dalla pandemia di Covid-19.
Miss Marx, il successo al Festival di Venezia
Il film fu presentato in anteprima il 5 settembre 2020 alla 77esima edizione della Mostra di Venezia e in quell’occasione ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico.
Miss Marx, la colonna sonora composta da un gruppo italiano
La colonna sonora è stata realizzata dal gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo. Si tratta di una band italiana post-rock fondata a Perugia nel 1999.
Miss Marx, la seconda biografia per la regista
Susanna Nicchiarelli è alla sua seconda biografia in carriera. Precedentemente, aveva diretto il film Nico, 1988, incentrato sulla figura dell’artista Christa Paffgen. In merito alla scelta di realizzare biografie di figure femminili storiche, la regista ha dichiarato in un’intervista a Rollingstone.it: «In generale mi sono appassionata alle biografie. A livello di scrittura avere a che fare con un personaggio esistito è davvero una sfida. C’è una quantità esagerata di materiale. Con Nico avevo le interviste, qui sono stata sommersa dalle lettere dell’archivio di Eleanor, dai suoi testi. Queste persone reali scrivono il film con te».
Emergono nuovi elementi riguardo la morte del bambino di due anni e mezzo, avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 agosto a Livorno. Secondo gli investigatori, a causare la morte del piccolo non sarebbe stato un malore in casa come raccontato dalla madre, che aveva parlato di due cadute dallo scivolo avvenute il giorno precedente, presso il parco giochi di Tirrenia. La donna è stata arrestata venerdì primo settembre e risulta essere gravemente indiziata di omicidio premeditato.
Le indagini: racconto privo di base logica
Il racconto fatto dalla madre del bimbo, secondo le indagini della squadra mobile livornese, sarebbe stato giudicato privo di base logica a seguito degli esami medico legali, che hanno evidenziato lesioni gravissime riportate dal piccolo, tali da impedirgli di muoversi autonomamente. Come riportato da Repubblica, gli investigatori hanno ricostruito gli spostamenti fatti dalla donna insieme al figlio. In particolare, il pomeriggio del 16 agosto, la 38enne sarebbe entrata in un condominio in zona Borgo Cappuccini uscendone 11 ore dopo, con il bimbo in braccio probabilmente già morto.
Il padre affidatario esclusivo
La donna, dopo un periodo di vacanza trascorso il piccolo, avrebbe dovuto riportarlo a suo padre che ne era affidatario esclusivo, proprio il giorno in cui è morto. Davanti al tribunale di Torino, nel corso del procedimento civile, erano emersi disturbi di personalità dell’indagata, che il gip ha ritenuto pericolosa e nei confronti della quale ha ravvisato pericolo di fuga e di reiterazione del reato. La donna, rintracciata dai poliziotti livornesi a Torino, è stata arrestata e portata al carcere Don Bosco di Pisa. Nei prossimi giorni, previsto l’interrogatorio di garanzia.
Un altro ragazzo è stato accoltellato a Napoli all’alba di venerdì 1 settembre 2023. Il giovane, di 15 anni, è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Cto accompagnato dalla madre con una ferita all’addome provocata da un oggetto appuntito. Non sarebbe in pericolo di vita e i medici gli hanno assegnato 30 giorni di prognosi. In ospedale sono intervenuti i carabinieri del nucleo operativo di Napoli Poggioreale, che hanno avviato indagini per chiarire la dinamica e ricostruire l’identità delle persone coinvolte. Un altro accoltellamento si era verificato nella giornata di giovedì 31 agosto (il giorno dell’uccisione del giovane musicista Giovanbattista Cutolo da parte di un 16enne), nel quartiere di Ponticelli. Un 16enne ha confessato di avere accoltellato un ragazzo di un anno più giovane, al quale è stata recisa l’arteria femorale. Secondo gli investigatori, il ferimento sarebbe avvenuto al culmine di una lite scoppiata durante l’asta per il fantacalcio.
Dopo il sorteggio Champions che ha sorriso alle italiane, a esclusione del Milan finito in un girone infernale, è toccato alle nostre squadre impegnate in Europa League e Conference League conoscere il loro destino. Qualche insidia, ma gruppi abbordabili, soprattutto perché stiamo parlando di due finaliste delle edizioni 2022/2023. La Roma dovrà guardarsi dallo Slavia Praga e dallo Sheriff dell’italiano Bordin, l’Atalanta dallo Sporting Lisbona che l’anno scorso fu eliminato dalla Juve. Si può fare, la strada per le partite a eliminazione diretta non è impossibile.
Questi i gironi dell’Europa League 2023-24 determinati dal sorteggio:
Gruppo A West Ham (Ing), Olympiacos Pireo (Gre), Friburgo (Ger), Backa Topola (Ser).
Gruppo B Ajax (Ola), Marsiglia (Fra), Brighton (Ing), Aek Atene (Gre).
Gruppo C Rangers (Sco), Betis (Spa), Sparta Praga (Cec), Aris Limassol (Cip).
Gruppo D Atalanta (Ita), Sporting Lisbona (Por), Sturm Graz (Aut), Rakow Czestochowa (Pol).
Gruppo E Liverpool (Ing), Lask Linz (Aut), Union SG (Bel), Tolosa (Fra).
Gruppo F Villarreal (Spa), Rennes (Fra), Maccabi Haifa (Isr), Panathinaikos (Gre).
Gruppo G Roma (Ita), Slavia Praga (Cec), Sheriff (Mol), Servette (Svi).
Gruppo H Bayer Leverkusen (Ger), Qarabag (Aze), Molde (Nor), Hacken (Sve).
Conference League: Fiorentina con Ferencvaros, Genk e Cukaricki
La Fiorentina, dopo aver eliminato il Rapid Vienna nel turno preliminare, affronterà il Ferencvaros, il Genk e i serbi del Cukaricki nel gruppo F di Conference League. Nel sorteggio effettuato a Nyon, la squadra viola era in seconda fascia ed è stata pescata nel girone della squadra ungherese, che era testa di serie.
L’e-commerce potrebbe generare un effetto volano di oltre 110 miliardi di euro (+6 per cento del Pil al 2022) per l’economia italiana ed è un elemento di contrasto all’inflazione. È quanto viene rilevato dal nuovo studio realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon e presentato al forum di Cernobbio. Già oggi l’adozione dell’e-commerce ha permesso al sistema paese di generare 21 miliardi di euro di fatturato che altrimenti sarebbero mancati. Se tutte le imprese italiane adottassero il canale online per le vendite, si genererebbero 89 miliardi di euro aggiuntivi nell’economia.
Inoltre, le imprese italiane che vendono online – secondo l’indagine condotta su 650 realtà – hanno riportato, grazie all’adozione del canale digitale, un incremento medio del fatturato dell’8,8 per cento, della marginalità dell’8,1 per cento e dell’export dell’8,1 per cento. I maggiori benefici si riscontrano per le piccole e medie imprese: una quota maggiore di Pmi riporta infatti un aumento del fatturato (+9,3 per cento), della marginalità (+64 per cento) e dell’export (+3 per cento) rispetto alle grandi imprese.
Marseglia: "Grazie a investimenti, innovazione e collaborazione tra pubblico e privato, nel 2022 più della metà delle 21mila PMI italiane che utilizzano il nostro store ha registrato su @AmazonItalia oltre 950mln di euro di vendite all’estero (+20% vs 2021)". #Cernobbio2023#TEHApic.twitter.com/wQxhlH6PNY
«Chi vende online riconosce, inoltre, benefici anche sul canale fisico» – spiega Lorenzo Tavazzi, partner e responsabile area Scenari e Intelligence The European House – Ambrosetti – «riscontrando in particolare un aumento della brand awareness (7 su 10), un’innovazione dell’offerta basata su esperienza multicanale e un miglioramento del servizio di post-vendita (6 su 10) e un ampliamento della base di clientela nazionale ed estera (6 su 10)».
Per Mariangela Marseglia, vp e country manager Amazon Italia e Spagna, «questi dati confermano come lo sviluppo dell’e-commerce abbia sostenuto il potere d’acquisto delle famiglie, aumentato il livello di competitività tra le imprese, stimolando la crescita del sistema economico italiano. Soprattutto in questo contesto macroeconomico sfidante, continueremo ad investire ed innovare per sostenere le priorità del Paese: crescita economica ed occupazionale, digitalizzazione, sostenibilità, competenze».
Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha preso parte alla presentazione della Nazionaledirugby in partenza per i Mondiali in Francia in programma dall’8 settembre al 28 ottobre. L’esponente del governo ha salutato gli azzurri con il seguente messaggio: «Porto i saluti della premier Meloni e durante il Mondiale sentirete il nostro orgoglio nazionale. Voi rappresentate la maglia azzurra in modo esemplare. La World Cup non ci vede in primissima linea, ma comunque con ambizioni alte. Conosciamo i nostri limiti, ma ci avete insegnato a sapere andare oltre. Il rugby non si improvvisa, ma avete qualcosa nell’animo e nei vostri occhi. E mi auguro che il vostro comportamento possa essere poi d’esempio. Ci vedremo in Francia». L’esordio della Nazionale sarà il 9 settembre contro la Namibia a St. Etienne.
Il calendario delle partite
Ai Mondiali, l’Italia farà parte del gruppo A e affronterà: Namibia (9 settembre a St. Etienne), Uruguay (20 settembre a Nizza), Nuova Zelanda (29 settembre a Lione) e Francia (6 ottobre a Lione). Le prime due classificate nel girone si qualificheranno per i quarti di finale.