Daily Archives: 20 Settembre 2023

La classifica dei 50 hotel migliori del mondo: al primo posto c’è un Italiano

È un hotel italiano la struttura alberghiera migliore al mondo. È stato annunciato a Londra nel corso della cerimonia di premiazione della classifica World’s 50 Best Hotels.

La classifica dei 50 hotel migliori nel mondo: vince un albergo sul lago di Como

A portarsi a casa questo prestigioso traguardo è stato il Passalacqua, una residenza storica affacciata sul lago di Como ricavata all’interno di un edificio del 1787 su un terreno che un tempo fu di papa Innocenzo XI. La medaglia d’argento l’ha conquistata il Rosewood Hong Kong, situato nel quartiere artistico e di design Victoria Dockside della città asiatica, con una vista a dir poco mozzafiato sul porto. Chiude il podio un hotel Four Seasons a Bangkok, il Chao Phraya River.

Parlando del risultato raggiunto dal lussuoso Passalacqua l’ad di The World’s 50 Best Hotels, Tim Brooke-Webb, ha dichiarato: «Congratulazioni di cuore a Passalacqua per essere riuscito ad arrivare alla numero uno, a soli due anni dall’apertura. È una testimonianza preziosa della visione della famiglia De Santis, che ha creato questo spettacolare santuario per i suoi ospiti con una scrupolosa dedizione ai dettaglio di design, alla squisita ospitalità e alla magia distintiva, che ha chiaramente lasciato un’impressione duratura nella nostra Accademia di esperti elettori».

Altre tre strutture italiane raggiungono la top 20

Al di là della numero uno, il nostro Paese si è distinto in classifica con un totale di tre strutture che sono state in grado di convincere la giuria di esperti di World’s 50 Best Hotels guadagnandosi la top 20. In nona posizione troviamo infatti il Four Seasons di Firenze, situato nel più grande giardino privato della città. In 14esima posizione si è piazzato l’Aman di Venezia, caratterizzato da spettacolari soffitti affrescati, mentre la 2oesima posizione l’ha conquistata l’hotel Le Sirenuse di Positano, situato sulla zona delle “colline technicolor” della suggestiva cittadina simbolo della Costiera Amalfitana.

Una colonia felina non può essere spostata: la sentenza del tribunale di Catania

Una colonia felina non può essere sfrattata. Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Catania, che ha dato ragione a tre associazioni animaliste intervenute a supporto di una gattara di Gravina di Catania che, con un’ordinanza, era stata obbligata a spostare una colonia felina con l’ausilio dell’Asp dopo che una condomina aveva visto nei gatti della colonia, regolarmente registrata e con tanto di tutor, una limitazione del godimento della sua abitazione e del suo balcone.

Riconosciuto il legame tra colonia felina e habitat

La tutor della colonia, assistita dal legale Margherita Mannino, aveva chiesto la modifica dell’ordinanza, sostenendo che il provvedimento si scontrava con il divieto per chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà; il diritto dei felini a non essere spostati in altro habitat; il diritto ad essere curati e nutriti proprio nel luogo dove si sono stabiliti. I presidenti delle associazioni Vera Russo (Le Aristogatte), Emanuela Tosto (L’Altra Zampa) e Lucia Fiore (Pan) hanno deciso di intervenire nella causa pendente a tutela dell’integrità e salute della colonia felina, rappresentate dagli avvocati Floriana Pisani e Tania Cipolla. Per i legali il giudice ha emesso un «provvedimento unico nel suo genere, avendo riconosciuto il legame fra colonia felina e habitat» e chiarito che «lo spostamento della colonia felina possa, quantomeno in astratto, comportare un pregiudizio per gli animali». Il giudice ha evidenziato che la disciplina invocata, ovvero quella del mero prelievo dei cani vaganti e dei gatti sul territorio, non è applicabile al caso delle colonie feline.

Chi l’ha visto?, stasera su Rai 3 il caso di Kata e del costumista dei film di Sorrentino

Stasera 20 settembre 2023 alle ore 21.20 andrà in onda una nuova puntata di Chi l’ha visto?, la trasmissione che si occupa di ritrovare le persone scomparse e risolvere i casi di cronaca più eclatanti. Come sempre a condurre il programma c’è Federica Sciarelli che presenterà diversi casi da analizzare e i servizi dei membri della troupe. Al centro dell’appuntamento i casi della piccola Kata, scomparsa nell’ex hotel Astor di Firenze, e del costumista dello staff di Paolo Sorrentino. La trasmissione sarà disponibile anche in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Stasera ritorna su Rai 3 il programma Chi l'ha visto? con due casi incredibili ed eclatanti, ecco le informazioni.
La presentatrice Federica Sciarelli a Chi l’ha visto? (X).

Chi l’ha visto?, le anticipazioni della puntata di stasera 20 settembre 2023 su Rai 3

Il primo caso che la troupe di Chi l’ha visto? tratterà è quello della scomparsa della piccola Kata. Sono passati mesi ormai dalla sparizione della piccola e gli inquirenti brancolano nel buio. In tutte queste settimane non sono stati trovati indizi o altri dettagli che possano aprire nuove piste o fare chiarezza sull’attuale posizione della bambina. Sembra che ora gli agenti vogliano ritornare nell’ex albergo Astor, perché è proprio lì che abitava Kata con la famiglia ed è lì che molto probabilmente ci saranno indizi non ancora scoperti. Continuano gli appelli dei genitori che vogliono ritrovare la loro bambina e stanno indagando anche in modo indipendente, ma per ora non sembrano esserci novità. Il team di Chi l’ha visto? sarà in diretta da Firenze questa sera e darà aggiornamenti al pubblico in merito alle indagine degli inquirenti.

Chi l’ha visto? si concentrerà poi su un altro caso di scomparsa, quello della sparizione di una ragazza 15enne di Roma. Della giovane si sono perse le tracce improvvisamente e i genitori credono che possa essere stata sequestrata per richiedere un riscatto. Ad avvalorare questa tesi il ritrovamento del suo cellulare a pochi metri dalla sua casa. Il team del programma cercherà di ricostruire gli ultimi movimenti della ragazza e il percorso che ha compiuto prima di svanire o di essere stata rapita.

Il caso di Luca Canfora

La trasmissione esaminerà poi i dettagli sul misterioso caso della scomparsa del costumista della troupe del regista Paolo Sorrentino. Luca Canfora, questo il suo nome, è stato trovato morto l’1 settembre 2023 e il suo cadavere galleggiava nelle acque di Capri. Gli inquirenti indagano ancora per scoprire eventuali colpevoli di questo giallo e per determinare con certezza le circostanze che hanno portato alla morte del professionista. A Chi l’ha visto? parlerà il fratello della vittima, sconsolato e abbattuto per questo evento. Il fratello, inoltre, non crede all’ipotesi suicidio di Luca: «Mio fratello era sereno, perché avrebbe dovuto togliersi la vita?». Come sempre, nel corso della trasmissione non mancheranno gli appelli, le richieste di aiuto e le segnalazioni in merito a tutte le persone scomparse nelle ultime settimane sul territorio italiano.

Fini: «Il blocco navale è una battuta da campagna elettorale»

Il blocco navale? «Battuta da propaganda elettorale». E la legge Bossi-Fini sull’immigrazione «va cambiata». A sostenerlo è chi a quella legge diede il nome, l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini. «La legge che porta la mia firma e quella di Bossi va cambiata», ha detto l’ex leader di An al Fatto Quotidiano. «Aveva la stessa impostazione della Turco-Napolitano: il migrante economico ha diritto di permesso solo se ha un contratto di lavoro. Vent’anni dopo è cambiato tutto il panorama internazionale e il fenomeno migratorio si è trasformato. Oggi riguarda centinaia di migliaia di persone ed è dovuto a grandi fattori economico-sociali». Come del resto confermano gli sbarchi delle ultime settimane a Lampedusa. Quando, nel 2002, venne approvata la Bossi-Fini, ricorda l’ex presidente della Camera, «solo in pochissimi chiedevano l’asilo». Ora, invece, «bisogna agire in un contesto sovranazionale. La mia legge prevedeva quote di ingresso regolari: portò a una sanatoria di centinaia di migliaia di migranti. Questo è il modello da seguire. La politica», prosegue, «dovrebbe fare un ragionamento più ampio rispetto alla battuta giornaliera del blocco navale tipica di una campagna elettorale».

Fini: «Giorgia Meloni sta facendo il massimi, quelle di Salvini sono solo affermazioni da campagna elettorale» 

Per questo secondo Fini finché «si continuerà a ragionare secondo la logica degli Stati nazionali non si troverà una soluzione. Nessuno vuole prendersi parte dei migranti. La campagna resta permanente in vista delle Europee. Cresceranno forme di xenofobia e disagio sociale». Fini ‘promuove’ però Giorgia Meloni che «sta facendo il massimo e sta ottenendo il massimo in sede europea. Basti vedere al rapporto con von der Leyen». E sulle spallate del vicepremier leghista assicura che «il governo non è diviso». «Quello di Salvini è un comizio, un tweet», spiega Fini, «sono affermazioni eccessive tipiche della campagna elettorale. Però poi non ci pensa a fare la crisi di governo».

Mosca: «Cessare gli spargimenti sangue e le ostilità nella regione del Nagorno Karabakh»

La Russia chiede di cessare immediatamente spargimenti di sangue, porre fine alle ostilità e alle vittime civili nel Nagorno Karabakh dove martedì 19 settembre l’Azerbaigian ha lanciato un’offensiva militare e ha chiesto la resa dell’Armenia. «A causa della rapida escalation delle ostilità armate nel Nagorno-Karabakh invitiamo fortemente le parti in conflitto a fermare immediatamente gli spargimenti di sangue, a cessare le ostilità e a prevenire vittime tra la popolazione civile» ha affermato il ministero degli Esteri russo in un comunicato citato dall’agenzia Tass. «La cosa più importante ora è tornare immediatamente al rispetto degli accordi trilaterali firmati nel 2020-2022, che stabiliscono tutte le misure per una soluzione pacifica alla questione del Nagorno-Karabakh».

Baku, soddisfazione per l’intervento militare 

L’esercito dell’Azerbaigian «continua con successo le attività antiterroristiche nella regione del Nagorno-Karabakh», ha dichiarato il ministero della Difesa del Paese in un comunicato. Nella nota si legge: «Le attività antiterroristiche condotte dalle forze armate della Repubblica dell’Azerbaigian nella regione economica del Karabakh continuano con successo. Le unità dell’esercito dell’Azerbaigian hanno neutralizzato posizioni di combattimento, veicoli militari, lanciatori di artiglieria e di missili antiaerei, stazioni radioelettroniche e altri mezzi militari appartenenti a formazioni delle forze armate armene».

Guterres: «Chiediamo la fine immediata dei combattimenti»

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto la «fine immediata dei combattimenti». «Il segretario generale chiede con la massima forza la fine immediata dei combattimenti, la riduzione dell’escalation e un più rigoroso rispetto del cessate il fuoco del 2020 e dei principi del diritto internazionale umanitario», ha affermato in una nota il portavoce Stéphane Dujarric. 

Faro dell’Antitrust su Ryanair per abuso di posizione dominante

L’Autorità Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Ryanair per possibile abuso di posizione dominante. Secondo quanto ipotizzato nel provvedimento, avviato a seguito di varie segnalazioni ricevute a partire dallo scorso mese di maggio, Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi.

I dubbi dell’Antitrust sulle attività di Ryanair

In particolare, spiega l’Autorità Antitrust in una nota, Ryanair da un lato sembra ostacolare l’acquisto – da parte delle agenzie – dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma GDS a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita del biglietto. La condotta di Ryanair, volta a limitare alle agenzie di viaggio la vendita dei biglietti aerei – che in genere sono il primo acquisto effettuato nell’organizzazione di una vacanza e che rappresentano il «punto di accesso» per la vendita di ulteriori servizi – avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione.

Neuralink di Elon Musk recluta volontari per l’impianto cerebrale

Neuralink, la startup di neurotecnologia di Elon Musk, ha avviato il reclutamento di pazienti per l’impianto cerebrale. Come ha riportato Reuters, la società è alla ricerca di soggetti con quadriplegia dovuta a lesione verticale del midollo spinale o SLA maggiori di 22 anni e con un «caregiver coerente e affidabile» in grado di contribuire alla ricerca. Lo studio PRIME, questo il nome del test, durerà sei anni e si articolerà in tre diverse fasi che culmineranno con l’impianto di un’interfaccia cervello-computer. Già a maggio, dopo aver ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda) statunitense, Elon Musk aveva annunciato grandi ambizioni per la sua Neuralink. Spera infatti di poter migliorare il trattamento, fra gli altri, di depressione, autismo e schizofrenia. Non è ancora chiaro quanti pazienti saranno coinvolti nella ricerca.

Neuralink, come si articoleranno le fasi dello studio PRIME

La sperimentazione umana dei chip cerebrali di Neuralink avrà tre scopi principali. Dapprima si procederà con un test dell’impianto N1, il sistema che collega il cervello a un computer. In seguito bisognerà studiare anche il robot R1, il macchinario chirurgico responsabile dell’operazione sul paziente. Infine, gli scienziati dovranno approvare il funzionamento della N1 User App, il software che tradurrà i segnali cerebrali in codici per azionare il computer. The Verge ha poi anche anticipato gli step della ricerca. Nei primi 18 mesi dello studio, avranno luogo nove visite specialistiche sui pazienti da parte degli esperti di Neuralink. Solo in seguito, dopo l’operazione, parteciperanno a sessioni di ricerca da due ore a settimana per familiarizzare con gli strumenti a loro disposizione. Seguiranno infine altri 20 incontri nei successivi cinque anni.

La sperimentazione si rivolge a soggetti affetti da Sla o paralizzati. Così Neuralink spera di impiantare un chip nel cervello umano.
Un esempio dell’app di Neuralink per l’impianto cerebrale (Neuralink, X).

Sul sito ufficiale della società è inoltre disponibile un registro dei pazienti, cui possono iscriversi liberamente tutti i cittadini maggiorenni che soffrono di paraplegia, perdita della vista o dell’udito, incapacità di parlare e grave amputazione di un arto. «Potresti trarre vantaggio dalla ricerca e da prodotti commerciali futuri», ha spiegato Neuralink in un comunicato ufficiale. Fra queste, anche lo studio PRIME, acronimo per Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface. «Sarà la prima ricerca nel suo genere a essere condotta su pazienti umani e potrebbe aiutarci a essere più sicuri ed efficaci nell’impianto». Riscontrata l’idoneità di un paziente per lo studio, si procederà con la convocazione negli uffici per iniziare a discutere i processi.

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Il progetto di Elon Musk per un computer cerebrale onnicomprensivo

Sebbene possa rivoluzionare la ricerca nella medicina, lo studio PRIME di Neuralink è ancora ben lontano dai progetti più ambiziosi del suo fondatore Elon Musk. Il miliardario e patron di X, Tesla e SpaceX infatti non ha mai nascosto il suo desiderio di dare vita a un computer cerebrale onnicomprensivo in grado non solo di aiutare un paziente nella riabilitazione, ma di migliorare la vita di tutti i cittadini. Come ha riportato The Verge nel 2020, oltre a trattare le patologie cerebrali Musk è certo di poter rendere possibili telepatia o interazioni fra cervello umano e intelligenza artificiale. Obiettivi però decisamente fuori portata. Gli esperti hanno persino predicato pazienza anche per lo studio PRIME. Anche se dovesse superare tutti i test attuali, per l’autorizzazione a un utilizzo commerciale occorreranno almeno altri 10 anni di ricerca.

Cos’è successo tra Giulia De Lellis e Chiara Ferragni: il dissing via social

Chiara Ferragni e Giulia De Lellis sono state di recente protagoniste di un dissing social che non è sfuggito agli utenti del web. Se l’ex volto di Uomini e Donne si è scagliato contro la collega in modo più esplicito, non lo stesso si può dire della celebre imprenditrice digitale.

Giulia De Lellis lancia una frecciatina a Fedez e Chiara Ferragni su Instagram

L’occasione di scontro è nata sulla scia dell’uscita dell’episodio speciale di The Ferragnez su Prime Video dedicato al caos pre e post Festival di Sanremo 2023. Tra i commentatori della puntata anche Selvaggia Lucarelli, che alla coppia ha dedicato una stroncatura sul suo profilo concentrandosi, tra le altre cose, sul ruolo che nella vita di Chiara Ferragni ha attualmente il suo general manager, Fabio Maria Damato. Parlando di quest’ultimo, la giornalista ha scritto: «E a proposito di adulatori, non possiamo non citare l’altro assoluto protagonista della puntata, il marito di Chiara Ferragni: Fabio Maria Damato, che nel sottopancia si definisce modestamente “General manager Chiara Ferragni Brand & Tbs crew”. Che poi è anche quello che mentre Chiara Ferragni saliva sul palco ci faceva sapere che gli abiti “col claim femminista” erano idee sue e ce li spiegava pure sulla sua pagina. Lui, non lei. Damato, come Fedez, ha la sindrome di Napoleone». Parole, quelle di Lucarelli, che Giulia De Lellis ha estrapolato in una Instagram Stories al vetriolo, e che ha così commentato: «Qui ho riso molto». Dopo aver cancellato la stories incriminata, l’ex di Andrea Damante ha poi twittato, ironica: «Ops…ho riso ad alta voce».

Una guerra a colpi di like

I più attenti non hanno potuto fare a meno di notare come Chiara Ferragni e il marito Fedez non siano rimasti fermi a guardare. Come rivelato da Biccy, sembra infatti che entrambi i coniugi abbiano messo mi piace ad alcuni tweet successivi che si scagliavano contro il gesto social di Giulia De Lellis (di recente finita nel mirino per avere in qualche modo supportato l’Israel Defence Force pubblicando alcuni contenuti in compagnia delle truppe israeliane e del capo dello Stato Herzog).

Spenti due incendi nel Nord Barese: bruciati 300 ettari

Sono stati spenti nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 settembre 2023 gli incendi divampati nel Nord Barese che hanno bruciato complessivamente 300 ettari tra arbusti di macchia mediterranea, bosco e sterpaglie. I roghi sono scoppiati in contrada San Lorenzo, in zona Castel del Monte ad Andria, e in una area a ridosso della provinciale 230 tra Minervino Murge e Spinazzola.

Al lavoro i vigili del fuoco di Taranto, Bari e Napoli e il nucleo Sapr

Le operazioni di spegnimento hanno impegnato non solo le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Barletta, ma anche le colonne mobili arrivate dai comandi di Taranto, Bari e Napoli. È stato necessario non solo istituire un posto di comando avanzato ma anche impiegare il personale del nucleo Sapr (sistemi a pilotaggio remoto) per individuare i focolai attivi e scongiurare la presenza di altri. Il fronte del fuoco nell’incendio divampato ad Andria è stato fermato a un chilometro e mezzo da Castel del Monte. Nella mattinata di mercoledì 19 hanno continuato a lavorare i vigili del fuoco e il personale dell’Arif, l’Agenzia regionale per le risorse idriche e forestali, impegnati a monitorare le zone danneggiate dalle fiamme per evitare che possano svilupparsi nuovi incendi.

Cinque arresti a Cagliari per sfruttamento del lavoro nero

Reclutavano cittadini stranieri, ospiti del Centro di accoglienza straordinaria di Monastir (Cagliari), per farli lavorare in nero in aziende agricole del Sud Sardegna. La Polizia di Stato ha smantellato una presunta associazione a delinquere. Cinque gli arresti eseguiti all’alba di mercoledì 20 settembre 2023 dalla Squadra mobile di Cagliari, tutti pakistani, dimoranti a Cagliari, con permesso di soggiorno in Italia, accusati di aver costituito e organizzato – spiega la Polizia in una nota – un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro nero, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro.

Cittadini stranieri portati a lavorare nelle aziende agricole per cinque euro l’ora

Un altro cittadino pakistano, che avrebbe fatto da autista per l’organizzazione, è indagato in stato di libertà quale partecipe dell’associazione a delinquere. Secondo le accuse, ogni mattina, le persone arrestate prelevavano dal Cas i giovani stranieri e li portavano a lavorare in alcune aziende agricole della provincia, che li sfruttavano dando loro una paga di cinque euro l’ora. A volte i lavoratori dovevano provvedere anche a procurarsi i pasti per la giornata. Sono 12 i titolari di aziende agricole e cantine indagati in stato di libertà perché avrebbero utilizzato manodopera, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno. Nell’operazione sono stati impegnati complessivamente 60 agenti della Squadra mobile, del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta e del Reparto Mobile di Cagliari.

Riciclavano il reddito di cittadinanza, 600 denunciati a Milano

I carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano, hanno concluso le indagini su un giro di oltre 600 persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza e riciclavano le somme da negozianti compiacenti. Gli indagati, soprattutto somali, versavano al commerciante l’intero credito della carta senza causa tramite Pos o con pagamenti di utenze intestate agli esercenti, nascondendo la provenienza del denaro. In cambio l’esercente consegnava loro le somme in contanti, trattenendo su ogni transazione una percentuale dal 10 per cento al 15.

Indagini avviate nel febbraio 2021

L’inchiesta aveva portato nel dicembre del 2022 a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari chiesta della Procura di Milano nei confronti di un bengalese, titolare di un internet point e commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. Le indagini, avviate nel febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano nascono dal monitoraggio del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza compiuto con gli uffici dell’Inps che aveva portato i carabinieri ad individuare numerosi somali che percepivano il reddito di cittadinanza senza i requisiti. Questi effettuavano acquisti con la carta del reddito di cittadinanza in tre esercizi commerciali di Milano e in particolare in un internet point, una rivendita al dettaglio di prodotti alimentari e un Kebab. Rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, le attività economiche avevano fatto registrare un incremento abnorme delle transazioni Pos non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità.

Giuliano Sangiorgi diventa cittadino onorario di Porto Cesareo

Il legame avuto fin da bambino da Giuliano Sangiorgi con Porto Cesareo è stato ricordato martedì 19 settembre 2023 nella cerimonia in cui al frontman dei Negromaro è stata conferita la cittadinanza onoraria del comune in provincia di Lecce. È stata la sindaca Silvia Tarantino a omaggiare il cantante della band salentina, accompagnato nell’occasione dalla madre e dalla figlia. Durante i ringraziamenti, Sangiorgi ha avuto un pensiero proprio per la madre «che non mi faceva marinare la scuola ma mi portava con lei a Porto Cesareo, dove insegnava. Un posto che ho imparato a conoscere da bambino e a cui mi sono sentito sempre legato».

La sindaca: «Artista da sempre legato alla nostra comunità»

«Conferire la cittadinanza a Giuliano Sangiorgi», ha detto la prima cittadina, «equivale a sancire di fatto un legame del cuore e dell’anima che esiste da sempre e che da sempre lega l’artista alla nostra comunità che fin quando era ragazzo come oggi, continua a scegliere Porto Cesareo come luogo d’elezione dei suoi momenti di riposo e svago, senza mai comportarsi da star» La sindaca ha inoltre ricordato come risalga al primo giugno del 2005 l’uscita del singolo Estate. Il videoclip di quel successo fu girato su una delle più note spiagge di Porto Cesareo.

Nicola Pietrangeli: età, biografia e carriera dell’attore ed ex tennista

Nicola Pietrangeli, nome d’arte di Nicola Chirinsky Pietrangeli, è nato a Tunisi l’11 settembre 1933 ed è un ex tennista, attore e conduttore televisivo. È considerato uno dei migliori tennisti italiani di sempre e tra il 1959 e il 1960 è stato il terzo migliore nella classifica mondiale dei tennisti. Ha conquistato anche la medaglia di bronzo, nel singolare maschile, ai Giochi della XIX Olimpiade di Città del Messico nel 1968.

Nicola Pietrangeli: biografia e carriera

Il tennista è nato a Tunisi perché il padre imprenditore era emigrato lì. Durante la Seconda Guerra mondiale, Pietrangeli è sopravvissuto per miracolo ai bombardamenti e poi è stato espulso dalla Tunisia insieme al padre, tornando in Italia (a Roma) insieme a lui. Qui si è iscritto al Circolo Venturini e poi al Tennis Club Parioli, facendo la sua prima apparizione agli Internazionali d’Italia nel 1952, a 18 anni. A 20 anni è apparso nei primi tornei importanti come il Grande Slam, il Roland Garros e Wimbledon, esordendo anche in Coppa Davis. Nel 1955, a Wimbledon, è diventato il più giovane tennista italiano a raggiungere i quarti di finale. Nel 1959 ha vinto il Grande Slam e nel 1960 ha collezionato un’altra serie di vittorie, tra cui il Roland Garros. In totale ha disputato in coppa Davis 164 incontri, senza mai riuscire a conquistarla se non nel 1976 a Santiago del Cile come capitano del quartetto formato da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli.

Nicola Pietrangeli, tra carriera e vita privata
Nicola Pietrangeli e la moglie Susanna Artero nel 1960 (Getty Images).

Dopo il ritiro nel 1973, Pietrangeli ha curato per alcuni anni le relazioni esterne dei brand Lancia e Intersomer, una società di Mediobanca. Nel 1976-77 ha condotto la Domenica Sportiva con Adriano De Zan. Ha partecipato come concorrente alla settima edizione di Tú sí que vales il 14 novembre 2020 e recitato come attore nei film La donna giusta, di Paul Williams (1982) e C’era un castello con 40 cani (1990) di Duccio Tessari, con Peter Ustinov. Ha anche recitato nella parte di se stesso nell’episodio Occhio per occhio della serie tv Distretto di Polizia 5 (2005). Nel 2022 ha partecipato a Una squadra, film/documentario di Domenico Procacci sulla vittoria dell’Italia nella Coppa Davis 1976.

Nicola Pietrangeli: la vita privata

Il tennista è stato sposato con l’indossatrice Susanna Artero, dalla quale ha avuto tre figli: Marco, Giorgio e Filippo. Dopo la separazione ha avuto una relazione con la conduttrice televisiva Licia Colò. Nel 1996 Pietrangeli ha dovuto affrontare un periodo difficile, subendo un intervento chirurgico per asportare un tumore benigno al colon.

Rupert Murdoch su Donald Trump: «Staremmo tutti meglio se morisse»

Rupert Murdoch odia Donald Trump talmente tanto da desiderare in più occasioni la sua morte. A rivelarlo è il nuovo libro di Michael Wolff, dal titolo The Fall: The End of Fox News and the Murdoch Dinasty in uscita martedì 26 settembre negli Stati Uniti. Si tratta di una biografia che racconterà vita e carriera del magnate dei media americani, realizzata tramite conversazioni dirette oppure fonti secondarie di persone vicine a lui. «Tra tutti i nemici implacabili di Trump, Murdoch è uno dei più acerrimi: ha la bava alla bocca», si legge in alcune anticipazioni rilasciate dal Guardian. Wolff aveva già raccontato la vita di Murdoch nel libro The Man Who Owns the News e, nel 2018, fu autore di Fire and Fury, che rivelò il comportamento di Trump nei suoi quattro anni alla Casa Bianca.

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Gli attacchi di Rupert Murdoch: «Come fa a essere ancora vivo?»

Dopo il sostegno quasi incondizionato nel 2016, il rapporto fra Rupert Murdoch e Donald Trump si è inasprito sempre più nel corso degli anni, soprattutto durante le presidenziali 2020. La telefonata infuocata del tycoon nella notte elettorale perché Fox aveva assegnato l’Arizona a Joe Biden non è mai andata giù a Murdoch. L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio seguente ha poi complicato il tutto. «Categoricamente, ciò che non voleva era Donald Trump», si legge in The Fall. «Il suo comportamento nei confronti del tycoon è cambiato drasticamente». Nella biografia si ricorda infatti come, all’inizio, Murdoch liquidasse Trump e la sua politica facilmente, bollandolo come un «fottuto idiota». Una via di uscita che si è resa sempre più complessa, tanto da farlo diventare «un ribollente brodo di rabbia e recriminazione».

Le rivelazioni in una nuova biografia di Michael Wolff atteso negli Usa il 26 settembre. «Murdoch ha la bava alla bocca se parla di Trump».
Donald Trump durante un comizio elettorale di settembre 2023 (Getty Images).

L’ira sarebbe divampata sempre più, tanto da far meditare i grandi vantaggi che un’eventuale morte di Trump potrebbe portare al Paese. «Tutto si risolverebbe se morisse», avrebbe dichiarato Murdoch. «Staremmo tutti meglio senza di lui». In aggiunta, avrebbe fatto commenti ironici sul suo aspetto fisico, chiedendosi come possa essere ancora vivo. «Cosa mangia per poter stare così?», si legge ancora nel libro. In risposta, Trump ha sempre spiegato di godere di ottima salute tanto da essere eccezionalmente in forma per i suoi 77 anni (Murdoch ne ha 92 invece). Soprattutto, però, il magnate dei media sperava di potersi sbarazzare definitivamente di The Donald con la vittoria di Biden nel 2020. «Murdoch credeva, come molti americani, che Trump fosse vulnerabile e che la sua presa sull’elettorato si fosse indebolita a tal punto da ucciderlo, finalmente». Una previsione che però non si è avverata.

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Rapina di un Rolex a Sanremo: tre fermati a Milano

Gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno fermato tre franco-algerini di 26, 27 e 28 anni ritenuti responsabili della rapina aggravata di un Rolex del valore di circa 30 mila euro consumatasi il 9 settembre 2023 a Sanremo ai danni di un 55enne italiano.

Individuati nel quadrilatero della Moda

Gli agenti della Squadra mobile milanese, durante un servizio nel quadrilatero della Moda per la prevenzione di furti e rapine, in particolare di orologi di valore, hanno notato quattro nordafricani che, con fare sospetto, osservavano passanti e turisti in Via Monte Napoleone. I poliziotti hanno deciso di fermarli e controllarli e, in un borsello, hanno trovato i documenti di identità dei quattro e la chiave di una Citroen. È emerso che l’auto era stata segnalata dai carabinieri della Compagnia di Sanremo come il mezzo utilizzato durante la rapina di un Rolex il 9 settembre in piazza Eroi Sanremesi ai danni di un cittadino italiano di 55 anni. Lo scambio di informazioni con i carabinieri, che avevano acquisito e visionato le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e la descrizione del fatto fornita dalla vittima che ha denunciato l’accaduto sabato 16 settembre ha permesso agli agenti di trovare riscontri sulle le responsabilità di tre dei quattro.

Zelensky: «Se Trump sa come finire la guerra ce lo dica»

«Se Donald Trump conosce la formula per concludere la guerra ce lo dica». Lo ha detto Volodymyr Zelensky, a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in un’intervista alla Cnn, rispondendo all’ex presidente Usa. Il tycoon aveva ripetuto che se fosse rieletto alla Casa Bianca «farebbe sedere il presidente ucraino e Putin al tavolo dei negoziati». «Putin non può vincere la guerra e noi non gli cederemo nessuna parte del nostro territorio», ha ribadito Zelensky sottolineando la volontà di Kyiv di «finire il conflitto il prima possibile».

Zelensky: «Abbiamo bisogno degli F16 adesso»

Il presidente ucraino ha anche assicurato che «la controffensiva sta avendo successo, soprattutto nell’est nelle ultime due settimane». Anche se sul campo la sensazione è che l’esercito ucraino non proceda come sperato. La priorità ora è la fornitura di nuove armi. «Abbiamo bisogno dei jet F16 adesso», ha insistito Zelensky. «I nostri alleati dicono che arriveranno presto. Ma che vuol dire presto? Potrebbe essere tra sei mesi o un anno. E poi ci sarà il tempo del training. Abbiamo bisogno di migliori sistemi di difesa adesso»

 

 

Bimbi ustionati all’asilo: il papà che versò l’alcol chiede scusa

«Comunque vada, mi dispiace». Lo ha detto Roberto Tornicelli ai genitori dei due bimbi rimasti maggiormente ustionati dalle fiamme divampate da un braciere in una scuola materna a Osio Sopra (Bergamo) il 30 maggio 2022. Le scuse sono arrivate nel corridoio del tribunale di Bergamo a margine della prima udienza del processo, tenutasi martedì 19 settembre 2023, che vede Tornicelli imputato di lesioni colpose gravissime aggravate insieme alla coordinatrice e a una maestra dell’asilo.

L’incidente causato dal bioetanolo versato sul braciere 

L’uomo, che aveva versato il bioetanolo per alimentare la fiamma su cui stavano cuocendo dei marshmallow per i bimbi, ha scelto il rito abbreviato e verrà giudicato nell’udienza in programma il 22 febbraio 2024. Durante quella di martedì 19 settembre 2023, intanto, il giudice Patrizia Ingrascì ha ammesso la costituzione di parte civile di quattro delle cinque famiglie dei bambini ustionati. La quinta al momento ha scelto di non costituirsi. Ammessi come parti civili anche i due papà che erano accanto al braciere e che avevano riportato leggere ustioni. I due alunni che avevano subìto le conseguenze più gravi sono ancora alle prese con le cure per rimarginare le ferite. Intanto, il 20 ottobre il gip dovrà decidere sull’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal pm Silvia Marchina nei confronti di don Luca Guerinoni, rappresentante legale della scuola d’infanzia.

I Blink-182 annunciano il nuovo album One more time…

I Blink-182, una delle bande pop punk più amate di tutti i tempi, hanno annunciato la loro reunion con il chitarrista Tom DeLonge dopo 12 anni di assenza. Il gruppo sta per pubblicare il suo nono album One More Time... in uscita il 20 ottobre 2023 per Columbia Records. I fan sono impazienti di ascoltare il primo singolo omonimo, che sarà disponibile il 21 settembre.

Tre brani presentati in anteprima

Questo ritorno segna un momento significativo per la band e per i loro fan, che aspettano da anni l’opportunità di rivedere la band sul palco. Nel trailer condiviso dai Blink-182 sono presenti brevi frammenti di un’intervista con Zane Lowe oltre che un’anteprima di tre brani: Anthem Part 3 , One More Time You Don’t Know What You’ve Got. Dopo l’uscita di De Longe dalla band, Mark Hoppus e Travis Barker hanno pubblicato due album con il chitarrista Matt Skiba, ma ora la riunione della band ha portato nuove energie e creatività al gruppo.

Il riavvicinamento dei Blink-182 è avvenuto dopo diverse tragedie che hanno colpito il gruppo nel corso degli anni. Nel 2008, dopo lo scioglimento, un grave incidente aereo coinvolse Travis Barker, portando alla riunione dei tre membri. Più di recente, la battaglia contro il cancro di Mark Hoppus ha spinto De Longe a tornare nella band. Il nuovo singolo One More Time…, che dà il titolo all’album, affronta proprio questo tema della tragedia che riunisce il gruppo.

Spagna, c’è l’accordo e le calciatrici rientrano in Nazionale

La maggior parte delle giocatrici della Nazionale di calcio della Spagna, in sciopero dopo il caso HermosoRubiales, hanno accettato di rientrare nella selezione iberica per affrontare Svezia e Svizzera in Nations League. Una decisione arrivata a seguito di un accordo con la federcalcio e il governo spagnolo. Il segretario di Stato per lo Sport Victor Francos ha dichiarato: «Abbiamo raggiunto una serie di accordi che saranno elaborati e firmati giovedì 21 settembre dalla Federazione e dal Consiglio superiore dello Sport». Francos ha poi specificato: «Delle 23 giocatrici convocate, due hanno chiesto la possibilità di lasciare il ritiro per motivi di disagio».

Le calciatrici spagnole chiedono una svolta su politiche di genere e parità salariale

Il rappresentante del governo non ha rivelato i nomi delle due giocatrici coinvolte e ha sottolineato allo stesso tempo che non saranno soggette a sanzioni, contrariamente a quanto precedentemente annunciato. La nuova allenatrice della Spagna, Montse Tomé, aveva convocato per le partite contro Svezia e Svizzera una quindicina di campionesse del mondo e altre giocatrici che avevano chiesto di non essere convocate finché non ci sarebbero stati cambiamenti all’interno della federazione calcistica iberica. Una decisione arrivata in seguito allo scandalo del bacio forzato dell’ex presidente Luis Rubiales alla calciatrice Jenni Hermoso durante i Mondiali in Australia. Francos ha concluso: «Le giocatrici ci hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla necessità di profondi cambiamenti all’interno della Rfef e la federazione ha promesso che questi cambiamenti avverranno immediatamente». Secondo la stampa spagnola, uno di questi cambiamenti immediati potrebbero essere le dimissioni del segretario generale Andreu Camps. Francos ha affermato che l’accordo prevede di sviluppare la legge spagnola sulle «politiche di genere, progressi nella parità retributiva, nelle strutture per lo sport e in particolare per il calcio femminile».

The Loneliest dei Maneskin è il miglior videoclip italiano

È The Loneliest dei Maneskin ad aggiudicarsi il premio Miglior Videoclip Italiano 2022-2023.  Il riconoscimento, voluto da ImagInAction e istituito in collaborazione con Fimi, Afi e Pmi, verrà assegnato mercoledì 20 settembre 2023 al teatro comunale di Ferrara nell’ambito del festival internazionale del videoclip.

Il videoclip di The Lonielist decretato vincitore da ImagInAction 

ImagInAction ha visionato oltre 1.100 video musicali, un numero record per il nostro paese, pubblicati tra gennaio 2022 e giugno 2023. L’Academy del Festival – formata da giornalisti e critici musicali e presieduta dal direttore artistico, il regista Stefano Salvati – ha espresso la propria preferenza su 24 videoclip selezionati per la finale, ritenuti i migliori del periodo di riferimento. The Loneliest è stato decretato il vincitore. Il video, scritto e diretto da Tommaso Ottomano, è stato premiato anche agli Mtv VMAs 2023 e ha una forte componente dark dai riferimenti cinematografici tipici dello stile gotico. Questa la motivazione della vittoria: «L’atmosfera surreale e cupa di un’elegante e tetro funerale sotto la pioggia battente è perfetta nell’evidenziare le tinte malinconiche e struggenti della ballad dal sapore classic rock con cui la band torna al genere di alcuni fra i suoi più grandi successi».

The Loneliest dei Maneskin è il miglior videoclip italiano
I Maneskin agli Mtv Video Music Awards 2023 (Getty Images).

I 24 videoclip finalisti

Questi i 24 videoclip finalisti: Fragole di Achille Lauro; Mon Amour di Annalisa; Mare di guai di Ariete; L’isola delle rose di Blanco; La ragazza del futuro di Cesare Cremonini; Chimica di Ditonellapiaga; Parafulmini di Ernia; Propaganda di Fabri Fibra, Colapesce & Dimartino; Money di Geolier; Pare di Ghali; Disco Dance di Gianmaria feat. Francesca Michielin; Senza confine di Giorgia; Ovunque Sarai di Irama; Scatola di Laura Pausini; Se puoi domani di LDA; The Loneliest dei Maneskin; Pazza Musica di Marco Mengoni; Diamanti di Negramaro, Elisa, Jovanotti; Giovani Wannabe dei Pinguini Tattici Nucleari; Lamette di Rose Villain; Farfalle di Sangiovanni; Tango di Tananai; Intro La Divina Commedia di Tedua; Alba di Ultimo.

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