«È in stato di choc, è affranto e ha poca voglia di parlare ma è pronto a chiedere scusa alla famiglia di Giovanbattista». Inoltre, quando ha realizzato «l’entità dell’accaduto», il ragazzo «è stato subito collaborativo». Lo ha detto all’Ansa l’avvocato Davide Piccirillo, legale del 17enne che ha sparato tre volte, all’alba dello scorso 31 agosto, in piazza Municipio a Napoli, uccidendo il musicista 24enneGiovanbattista Cutolo.
Ucciso a 24 anni Giovanbattista Cutolo. Un ragazzo volenteroso che nel silenzio della sua semplicità educava il talento alle sue passioni: il corno, la Musica. Il suo percorso di Bellezza è stato spezzato dalla banalità del male di chi non riuscirà mai ad essere Lui. R.I.P. pic.twitter.com/LYtgcU10Wb
«Si trova in una fase delicata» – ha aggiunto l’avvocato – «ora è consapevole del gesto estremo che ha commesso, un gesto che ha causato grande dolore in due famiglie». In merito alle indagini l’avvocato Piccirillo fa sapere che ormai «la dinamica è chiara, si sta cercando di fare luce su qualche altro particolare». Il legale ha tenuto a precisare che il ragazzo «ha ammesso le sue responsabilità e ha fatto ritrovare la pistola, quando è venuto a conoscenza dell’entità dell’accaduto: ha metabolizzato ed è pronto ad affrontare il suo debito con la giustizia». Circa il passato, Piccirillo ha ricordato che il 17enne «ha pagato il suo debito con la Giustizia (per un tentato omicidio qualche anno fa – ndr)».
La procura di Vicenza ha chiesto l’archiviazione per il caso di Michele Merlo, il cantante morto di leucemia fulminante due anni fa. Per i magistrati non è stato possibile dimostrare il nesso di casualità, ovvero se Marco, che aveva 28 anni, si sarebbe potuto salvare se il medico di base di Rosà, indagato nella vicenda, avesse immediatamente scoperto la malattia.
L’accusa: il medico fuorviato dalle parole del cantante
Secondo l’accusa, il medico non avrebbe capito che Merlo era stato colto da una leucemia fulminante, fuorviato, forse, dalle parole dello stesso cantante, reso famoso da Amici e X Factor, che lamentava e mostrava una contusione alla coscia che riteneva potesse essere stata provocata durante un trasloco. Proprio il 6 giugno era stato il secondo anniversario della sua morte. Dopo pochi giorni dalla prima visita vi era stata la giusta diagnosi e la corsa a vari pronto soccorsi, ma per il giovane è stato troppo tardi per qualsiasi cura.
«La politica può fare ancora molto, se vuole, per chiarire la vicenda di Ustica e non è detto che sia necessariamente la politica italiana, potrebbe anche essere quella francese: se ho il dubbio che 40 anni fa da un mio aeroporto sia partito un aereo che, pur involontariamente, ha compiuto un disastro simile, non ho bisogno che me lo chieda l’Italia per intervenire. Al giovane presidente Macron, che aveva due anni all’epoca, mi rivolgo quindi da amico invitandolo a liberarci dalla questione Solenzara». Giuliano Amato ha risposto così alle domande dei giornalisti nella sede della stampa estera, riferendosi alla base militare francese in Corsica, da cui potrebbe essere decollato il caccia che lanciò il missile che colpì il Dc9 dell’Itavia sui cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980.
Strage #Ustica, Giuliano #Amato parla dell'impegno della politica per la verità: "E' stato detto che con Ustica non c'entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché Ustica sia chiarita" pic.twitter.com/2d8YbOcr9e
Amato ha inoltre specificato: «Non ci sono secondi o terzi fini, vantaggi che avrei voluto per una parte politica o svantaggi per un’altra. A 85 anni comincio a ragionare avendo a mente qualcosa di diverso dai cronisti di politica: ho poco tempo davanti e sento che su Ustica c’è qualcosa di incompiuto». La speranza, ha spiegato, «è che chi ha guidato un aereo possa venir fuori dopo tutti questi anni perchè vuole lasciare il mondo senza avere un peso dentro di sè e dire ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9».
Stasera 5 settembre 2023 sul canale televisivo Nove andrà in onda il film Nemico Pubblico alle ore 21.25. Il regista è Tony Scott mentre la sceneggiatura è stata scritta da David Marconi. Nel cast ci sono Will Smith, Gene Hackman, Jon Voight, Lisa Bonet e Regina King.
Nemico pubblico, trama e cast del film in onda stasera 5 settembre 2023 sul Nove
La trama racconta la storia di Thomas Brian Reynolds (Jon Voight) un uomo a capo di una sezione dell’NSA, la sicurezza nazionale statunitense, che a Baltimora non riesce a convincere un rappresentante del congresso a votare a favore della legge sulla privacy. Per questa ragione, il membro del congresso statunitense viene eliminato da alcuni sicari. L’omicidio però è stato ripreso con una piccola telecamera dal ricercatore Daniel Zavitz (Jason Lee). Zavitz capisce che la morte non è stata accidentale e vuole consegnare il filmato a un giornalista per far scoprire la verità al mondo intero e denunciare Reynolds.
Parallelamente, Robert Clayton Dean (Will Smith) un procuratore legale impegnato a combattere per i diritti dei lavoratori, si reca in un negozio di biancheria intima per poter fare un regalo alla moglie. Dopo essere uscito dal negozio incontra un viso familiare e cerca di salutarlo, ma l’uomo scappa venendo investito da un tir. Robert lo raggiunge e scopre che si tratta del suo vecchio amico Daniel Zavitz che, inseguito da diversi agenti, gli consegna il video e gli affida il compito di darlo ai giornalisti. Per Robert dopo questo evento la vita cambierà totalmente e si troverà a essere sorvegliato costantemente. L’unica sua speranza per uscire da quest’incubo è incontrare l’agente in pensione Edward Lyle (Gene Hackman) che potrebbe offrirgli una via di fuga.
Nemico pubblico, 5 curiosità sul film
Nemico pubblico, il rifiuto da parte dell’NSA di collaborare al film
L’NSA, la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, rifiutò di collaborare alle riprese del film. Per questa ragione, le riprese aeree del quartier generale che si trova a Fort Meade, nel Maryland, sono state effettuate dallo spazio aereo pubblico.
Nemico pubblico, Gene Hackman non voleva essere nel film
Più volte Gene Hackman aveva rifiutato la proposta di lavorare in questo film. L’attore si convinse di prendere parte al progetto solo quando fu personalmente il regista Tony Scott a chiamarlo. Dopo aver reclutato Hackman, anche Will Smith decise di prendere parte al progetto perché voleva lavorare con l’iconico attore. Infatti, Will Smith declinò l’offerta di partecipare al film Omicidio in diretta per entrare in questa produzione.
Nemico pubblico, inizialmente l’attore protagonista era un altro
Inizialmente, la produzione aveva affidato il ruolo di protagonista a Tom Cruise. Era tutto pronto, ma Cruise poi dovette declinare l’accordo perché voleva recitare in Eyes Wide Shut, l’ultimo film di Stanley Kubrick.
Nemico pubblico, un tecnico esperto nella troupe
Nella troupe del film c’era anche Larry Cox. Quest’ultimo aveva lavorato per diverso tempo come agente della NSA e per questo il suo ruolo era rendere le scene più credibili e realistiche.
Nemico pubblico, la storia scritta molto tempo prima
Il film ha debuttato al cinema nel 1998. Tuttavia, sembra che il soggetto inizialmente sia stato scritto da Don Simpson e da Jerry Bruckheimer addirittura nel 1991.
Il presidente russo Putin «invita a considerare ciò che gli ebrei scrivono su internet sul presidente Zelensky come giustificazione per i crimini di guerra russi in Ucraina», ha scritto il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak su X. E ha aggiunto: «Ancora una volta, una persona che dà deliberatamente l’ordine di attaccare un altro Paese con missili, uccidere in massa, stuprare, rapire bambini e spazzare via città e villaggi offre una nuova giustificazione alla sua inadeguatezza».
A person who does not use phones or computers calls for looking at what "Jews write on the Internet about President Zelenskyy" as a justification for Russian war crimes in Ukraine. Once again, a person who deliberately gives orders to attack another country with missiles, kill en…
Podolyak, prosegue precisando che il leader russo sta «usando cinicamente di l’Olocausto come vetrina per giustificare le moderne pratiche naziste russe». Secondo il consigliere di Zelensky «questa è l’ennesima conferma che il presidente russo vive nel suo mondo, una bolla artificiale isolata dalla realtà. Ciò significa che è completamente incapace ed è impossibile negoziare con lui».
La replica arriva dopo le parole del presidente russo, citato dall’agenzia Ria Novosti: «È disgustoso che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si presti a coprire la glorificazione del nazismo e coloro che hanno guidato l’Olocausto in Ucraina» con «lo sterminio di 1,5 milioni di persone». Mosca accusa l’attuale governo di Kyiv di essere l’erede dei nazionalisti di Stepan Bandera, che durante la Seconda guerra mondiale si allearono con le truppe d’invasione naziste per combattere contro l’Unione Sovietica e parteciparono ai massacri di ebrei.
Andrà in onda stasera 5 settembre 2023 sul canale Italia 1 il film 47 Ronin alle ore 21.20. Il regista è Carl Rinsch mentre la sceneggiatura è stata scritta da Chris Morgan e Hossein Amini. Nel cast ci sono Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Kou Shibasaki, Tadanobu Asano e Rinko Kikuchi.
47 Ronin, trama e cast del film in onda stasera 5 settembre 2023 su Italia 1
La trama racconta una storia ambientata nel Giappone feudale. Asano Naganori (Min Tanaka) è un uomo che governa il suo dominio in modo clemente e ha raccolto intorno a sé diversi samurai che lo servono con fedeltà. Tra questi c’è Kai (Keanu Reeves) un uomo metà giapponese e metà inglese che Asano ha adottato in tenera età e che nutre dei sentimenti per la bella Mika (Kou Shibasaki), la figlia del suo padre adottivo. L’armonia nel dominio Naganori viene spezzata quando giunge Lord Kira (Tadanobu Asano), il maestro delle cerimonie dello shogun, un uomo spietato che ha come obiettivo quello di uccidere il sovrano e conquistare le sue terre.
Lord Kira architetta un piano diabolico aiutato dalla strega mutaforma Mizuki (Rinko Kikuchi) che fa credere ad Asano che la figlia Mika sia in pericolo attraverso un’allucinazione. Il sovrano si scaglia per difenderla ma in realtà affronta Lord Kira dinanzi agli altri e siccome lui è il maestro delle cerimonie dello Shogun, ordina per Asano la pena di morte attraverso Seppuku, suicidio rituale dei samurai. Inoltre, Kira decide di sposare Mika dopo un anno dal lutto e diventare il sovrano assoluto del regno dopo la celebrazione, degradando anche i samurai al grado di Ronin, così che non si possano ribellare. Tuttavia, gli uomini fedeli ad Asano non seguiranno gli ordini e guidati da Kai daranno vita a una battaglia memorabile.
47 Ronin, 5 curiosità sul film
47 Ronin, Carl Rinsch e gli scontri con la produzione
Il regista Carl Rinsch ha incolpato la casa di produzione Universal per il risultato non soddisfacente del film. Il regista voleva dare al film un tocco più epico e drammatico al pari di film come Il Gladiatoreo Le crociate. Tuttavia, Universal voleva riempire la pellicola di effetti speciale e avere un blockbuster per il grande pubblico, seguendo la scia di Avatare della saga Il Signore degli anelli.
47 Ronin, il film girato due volte
Secondo quanto dichiarato dall’attore protagonista Keanu Reeves, il lungometraggio è stato girato ben due volte: la prima totalmente in giapponese, per facilitare il cast asiatico e solo successivamente in inglese.
47 Ronin, il flop al cinema
Il budget speso in totale per la realizzazione del progetto è stato tra 175 e 220 milioni di dollari. Tuttavia, gli incassi al botteghino sono stati davvero scadenti e la pellicola è stata un flop, totalizzando solo 150 milioni di dollari circa.
47 Ronin, il regista cacciato dalla sala di montaggio
Oltre agli scontri con la produzione, secondo alcuni rumors riportati dal sito Imdb, il regista Carl Rinsch a un certo punto della produzione sarebbe stato addirittura allontanato dalla sala di montaggio per non interferire con il progetto finale.
47 Ronin, la sceneggiatura in Black List
La sceneggiatura del film è stata ripresa dalla black list del 2008, una selezione delle migliori sceneggiature arrivate nel corso dell’anno a Hollywood ma scartate da tutte le case di produzione. Quando poi è stata ripresa, Universal ha deciso di cambiare gran parte del contenuto, modificando numerosi aspetti e tagliando anche il ruolo del personaggio Kapitan, designandolo a un semplice cameo silenzioso.
Le autorità dell’Avana hanno dichiarato di aver scoperto una rete criminale dedita al traffico di esseri umani che reclutava cittadini cubani, anche residenti nella Federazione Russa, da mandare a combattere alla guerra in Ucraina al fianco di Mosca. Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez, al lavoro per smantellare il network, ha ricordato l’estraneità del Paese al conflitto e sottolineato come «i nemici di Cuba diffondano informazioni distorte» per «denigrare l’immagine del Paese e presentarlo come complice di azioni che respingiamo fermamente». Una dichiarazione che gela, apparentemente, i rapporti amichevoli tra i due Paesi. Poco più di due mesi fa il ministro della Difesa cubano aveva visitato Mosca, mentre lo scorso aprile era stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a visitare l’Isola altri Paesi ‘amici’ dell’America Latina.
Resoconti dei reclutamenti dei cubani già a maggio
In realtà, come ha ricordato Reuters, già alla fine di maggio il quotidiano Ryazanskiye Vedomosti aveva raccontato di diversi cittadini cubani entrati nelle forze armate russe e inviati in Ucraina a combattere. «Oggi diversi cittadini della Repubblica di Cuba sono transitati dal punto di selezione per il servizio militare sotto contratto per prestare servizio nell’esercito russo», scriveva il giornale russo. «I cubani vogliono aiutare il nostro Paese a portare a termine i compiti nella zona dell’operazione militare speciale, e alcuni di loro vorrebbero diventare in futuro cittadini russi». Non è chiaro se il messaggio del ministero degli Esteri cubano sia collegato o meno a queste informazioni. Da Mosca intanto non sono arrivati commenti.
In Armenia e Kazakistan vengono pubblicati annunci online per entrare nell’esercito
Che Mosca stia cercando di rimpolpare le proprie forze armate reclutando cittadini di Paesi considerati ‘non ostili’ non è sfuggito al ministero della Difesa britannico che nel suo report quotidiano del 3 settembre ha sottolineato come in Armenia e in Kazakistan stiano ricomparendo annunci online per il reclutamento. Ai ‘volontari’ si offrono 495 mila rubli (circa 4.700 euro) per l’entrata in servizio e un salario di 190 mila rubli (circa 1.800 euro). Nell’oblast di Kaluga (180 km a sudovest di Mosca), invece, stando alle denunce delle associazioni per i diritti umani, per ottenere la cittadinanza russa gli stranieri sono costretti a firmare un contratto con l’esercito.
La regista Julia Fuhr Mann ha presentato alla Settimana della Critica, nell’ambito della 80esima Mostra del cinema di Venezia, il film Life is not a competition, but I’m winning, che porta sugli schermi il tema del coinvolgimento delle atlete transgender nelle competizioni internazionali. Tra le storie al centro della trama ci sono quelle di Amanda Reiter, maratoneta che si è confrontata con i pregiudizi degli organizzatori sportivi, o di Annet Negesa, atleta degli 800 metri spinta dai responsabili delle federazioni sportive internazionali a sottoporsi a chirurgia ormonale. Quando ormai manca meno di un anno all’inizio dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, il progetto offre un punto di vista interessante.
Ad aiutare la realizzazione del film e il coinvolgimento delle atlete è stata anche la composizione del team impegnato dietro le quinte, come ha svelato la filmmaker: «Eravamo un gruppo queer e molto al femminile, credo abbia contribuito a trasmettere le idee che avremmo parlato delle loro storie in modo diverso da quello tradizionale». Gli spettatori potranno così ascoltare delle testimonianze emozionanti, grazie alle scelte compiute dalla regista che hanno posto le atlete al centro della narrazione: «Ho chiesto a loro cosa volessero raccontare. Non desideravo, per esempio, mostrare come vive ora l’atleta dell’Uganda o farle rivivere quanto accaduto. Le ho chiesto come voleva raccontare la propria storia e abbiamo lavorato insieme per capire come portarla nel migliore dei modi sugli schermi. Loro hanno proposto molte idee».
Il mondo dello sport ancora raccontato molto dal punto di vista maschile
Spesso il mondo dello sport e di chi lo anima viene raccontato da un punto di vista maschile, essendoci ancora poco equilibrio di genere tra le persone che lavorano nel settore come commentatori o intervistatori, pur essendoci da anni qualche lieve miglioramento. Fuhr Mann ha sottolineato: «Vedo del progresso perché le donne nello sport ottengono più attenzione, come per quanto riguarda il recente Mondiale di calcio femminile, ma per quanto riguarda questioni di genere e per la suddivisione in categorie, non credo ci sia molto progresso. Ad esempio nell’atletica hanno deciso di bannare completamente alcune atlete e non c’è molta apertura nei confronti delle persone trans».
Le Olimpiadi e quel legame poco ricordato con la propaganda nazista
Scelte e divieti che alimentano un lato oscuro dello sport, raccontato anche in Life is not a competition, but I’m winning che non esita a ricordare i legami tra le Olimpiadi e i nazisti. Julia Fuhr Mann ha ricordato: «Basta pensare alla torcia olimpica che viaggia intorno al mondo, tra l’entusiasmo della gente, ed è in realtà legata alla propaganda nazista. Mi chiedo come sia possibile ignorarne la storia e continuare a pensare che sia legata all’antichità e ai greci… Ma ce la “vendono” come una tradizione positiva e senza lati oscuri. E penso poi all’uso dello stadio di Berlino che, ovviamente, ha un grande legame con l’epoca nazista e la promozione delle loro idee. Hanno organizzato comunque nello stesso spazio i giochi olimpici anni dopo, senza che nessuno pensasse a quanto accaduto in precedenza in quel luogo e al suo significato simbolico».
Una divisione in categoria come nella boxe o per le Paralimpiadi
Potrebbe quindi essere l’arte ad avere un ruolo nel cambiare le idee o a dare una spinta a un’evoluzione del settore: «C’è una reale possibilità di ottenere l’attenzione degli appassionati di sport, in modo che inizino a pensare e a mettere in discussione le proprie idee sulla suddivisione in categorie, sulle differenze di genere. Penso che molte persone, prima di ora, non abbiano mai fatto delle domande specifiche sulla questione». Attualmente, tuttavia, non è facile prevedere cosa accadrà in futuro sulle regole che definiscono le categorie. La regista, dopo l’esperienza vissuta dietro la macchina da presa e l’incontro con le atlete, ha condiviso un possibile approccio: «Penso che si potrebbe procedere come accade nella boxe, suddividendo in base al peso, o come ai giochi Paralimpici in cui la differenza è in base al tipo di disabilità, in base alle capacità fisiche».
Atlete che si sentono trattate come fenomeni da baraccone
Nell’attesa si può tuttavia cercare di offrire una visione più inclusiva e rispettosa dello sport, anche tramite la realizzazione dei documentari. Le atlete coinvolte, per esempio, hanno espresso la propria gratitudine nei confronti della filmmaker: «Hanno visto il film e la loro reazione è stata di orgoglio, si sono sentite “viste” in modo diverso rispetto al passato. Alle volte vengono ritratte o si parla di loro come se fossero degli “esseri”, ma quasi come un fenomeno da baraccone o qualcosa di strano».
Stasera 5 settembre 2023 andrà in onda il film Benvenuti al nordsu Canale 5 alle ore 21.20. Il regista è Luca Miniero che ha scritto anche la sceneggiatura in collaborazione con Fabio Bonifacci. Nel cast ci sono Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi e Valentina Lodovini.
Benvenuti al nord, trama e cast del film in onda stasera 5 settembre 2023 su Canale 5
La trama racconta la storia di Alberto Colombo (Claudio Bisio) due anni dopo il suo trasferimento in Campania e il suo ritorno nell’Italia settentrionale. La vita dell’uomo trascorre in serenità visto che ora dirige un ufficio postale a Milano e sembra aver soddisfatto i bisogni della moglie Silvia (Angela Finocchiaro). Parallelamente, anche la vita di Mattia Volpe (Alessandro Siani), suo amico e collaboratore, sembra scorrere serena: l’uomo continua a svolgere il suo ruolo di postino a Castellabate e si è sposato con la bella Maria (Valentina Lodovini) da cui ha anche avuto un figlio di nome Edinson. Tuttavia, Mattia vive ancora con la madre (Nunzia Schiano) e questa convivenza mette in crisi sia lui che la moglie Maria.
Mattia quindi, per far capire alla moglie che ormai è un uomo responsabile e può allontanarsi dalla madre, decide di trasferirsi al Nord e lavorare lì come postino. In questo modo può fare un passo in avanti dal punto di vista della carriera e ritrovare il suo amico Alberto. Quest’ultimo lo accoglie gioiosamente e decide anche di ospitarlo a casa sua, ma anche per lui la situazione non è idilliaca come sembrava inizialmente: la moglie Silvia si sente trascurata per il troppo lavoro e il suo direttore Palmisan (Paolo Rossi) lo mette costantemente sotto pressione. I due cercheranno una soluzione per risolvere i loro problemi ma le cose si complicheranno quando al Nord arriveranno anche la moglie di Mattia e i suoi amici.
Benvenuti al nord, 5 curiosità sul film
Benvenuti al nord, l’omaggio ai Beatles
In una scena del film c’è un chiaro riferimento ai Beatles. Infatti, Mattia Volpe, il personaggio interpretato da Alessandro Siani, a un certo punto attraversa le strisce pedonali seguito da altri tre suoi colleghi: il regista in questa scena ha voluto omaggiare la copertina del noto album del gruppo di Liverpool Abbey Road.
Benvenuti al nord, un omaggio a un capolavoro del cinema
C’è un altro omaggio nel film. A un certo punto, il personaggio Alberto Colombo, interpretato da Claudio Bisio, nella rabbia sfonda una porta di un bagno con la testa. Per inquadrature e risultato finale della scena, l’azione ricorda quella di Jack Torrance, il mostruoso antagonista interpretato da Jack Nicholson nel film Shining di Stanley Kubrick.
Benvenuti al nord, la scena dopo i titoli di coda
Dopo i titoli di coda c’è un ultimo simpatico siparietto: Claudio Bisio e Alessandro Siani discutono di una sceneggiatura per un eventuale sequel del film chiamato ipoteticamente Benvenuti a Est. Benvenuti al Nord giunge infatti dopo il precedente Benvenuti al Sud.
Benvenuti al nord, il cameo del regista
Luca Miniero, regista del film, appare brevemente in un cameo. È infatti il casellante al quale il personaggio di Alessandro Siani fornisce il passaporto una volta che è arrivato a Milano.
Benvenuti al nord, terzo miglior debutto nel cinema italiano
Benvenuti al nord è stato il miglior terzo debutto nella storia del cinema italiano. Nel primo giorno ha incassato in totale 1,3 milioni di euro mentre nel primo trimestre ha ottenuto circa 27 milioni di euro.
Finisce il sogno dell’Italia ai Mondiali di basket in corso nelle Filippine. Dopo essere arrivati ai quarti (cosa che non accadeva dal 1998), gli azzurri sono stati sconfitti dagli Stati Uniti in un match che si è concluso 100 a 63. Gli americani si sono così qualificati per le semifinali dove affronteranno la vincente della partita Germania-Lettonia. A Manila, la squadra di Gianmarco Pozzecco è stata travolta dai rivali con parziali di 24-14, 46-24 e 83-44. Ora è in gioco il torneo di consolazione dal quinto all’ottavo posto e giovedì affronterà la perdente di Germania-Lettonia.
Pozzecco: «Presente e futuro promettente»
Queste le prime parole dell’allenatore ai microfoni Rai: «I ragazzi sono delusi e amareggiati, ma resta il fatto che siamo tra le prime otto squadre al mondo, e questo è qualcosa di straordinario. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto e questa nazionale ha un grande presente e un futuro promettente». E ancora: «Battere la Serbia e arrivare primi nel girone per poi trovarsi con gli Usa… serviva un po’ di fortuna negli incroci. Avremmo dovuto affrontare la Lituania, e invece. Sono convinto che con qualsiasi altra squadra saremmo arrivati in semifinale. Speravo di battere anche l’America, ma loro sono stati troppo precisi al tiro». Nonostante i 18 punti di Fontecchio e i 9 rimbalzi di Melli, un devastante Bridges (24), i punti dalla panchina di Haliburton e l’energia di Banchero (8 punti) hanno segnato sin dai primi minuti il destino della partita.
Nel 1997 venne acquistata per appena una sterlina (1,17 euro). Quasi 30 anni dopo, una rarissima edizione di prova di Harry Potter e la Pietra Filosofalepotrebbe fruttarne all’asta oltre 20 mila (circa 25 mila euro). Trovata nel corso delle pulizie della biblioteca di una scuola di Minster Lovell, non lontano da Oxford, è una delle sole 200 copie esistenti al mondo. Come ha riportato Deadline, è in perfette condizioni dato che gli alunni hanno sempre preferito le edizioni più recenti con le copertine illustrate. Già ritirata dal catalogo nel 2002 dopo che la scuola ne aveva riconosciuto il valore, era andata perduta nel 2015 assieme ad altri vecchi libri tascabili. Il volume andrà all’asta da Hansons Auctioneers e il ricavato sarà devoluto interamente in beneficenza per aiutare i bambini locali ad abbracciare la letteratura. «È dove tutto ebbe inizio», ha detto il responsabile di Hansons Jim Spencer.
Uncorrected Proof Copy of Harry Potter and the Philosopher's Stone bought for £1 in 1997
«È stata una fortuna incredibile quando lo acquistammo nel 1997», ha ricordato il preside della scuola Bob Alder. «Costava una sterlina e non si pensava avesse alcun valore. Tuttavia pensammo già dalla copertina che la storia possedesse qualcosa di speciale». Fra le particolarità del volume c’è il nome della scrittrice, indicata all’interno del libro come J. A Rowling e non con il tradizionale J.K. Rowling. Non trattandosi ancora della versione definitiva del romanzo, come conferma la dicitura «Copia di prova non corretta», presenta una copertina scarna e semplice di colore bianco e giallo. «Questo volume ci riporta indietro nel tempo», ha concluso Spencer. «È incredibile».
Una prima edizione di Harry Potter venduta per 12 mila euro
Data la fama incredibile della saga fantasy di J.K. Rowling, i volumi più rari della saga hanno attirato negli anni l’interesse dei collezionisti di tutto il mondo. L’ultima asta, risalente al luglio scorso, ha visto la vendita di una rarissima prima edizione del 1997, di cui ne rimangono soltanto 500 copie. Acquistata per appena 30 centesimi da un britannico dello Staffordshire, è stata battuta per 10 mila 500 sterline (circa 12 mila euro). Deceduto nel 2023, il proprietario originale era conscio del valore della sua edizione, ma temeva di averlo smarrito anni fa. Lo ritrovò per caso durante un trasloco, all’interno di alcuni vecchi scatoloni impolverati.
Secondo i primi sondaggi politici effettuati dopo la stagione estiva, il partito della premier Giorgia Meloni ha perso consensi per oltre un punto. La rilevazione, realizzata da Swg e diffusa dal TgLa7 lunedì 4 settembre 2023, mostra Fdi registrare un -1,2 per cento rispetto al 31 luglio. In discesa anche gli altri due partiti della maggioranza, in un’estate costellata da polemiche su temi strettamente politici – come superbonus e salario minimo– ma anche uscite eclatanti che non sono passate inosservate, come quelle del generale Roberto Vannacci («Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione») e del first gentleman Andrea Giambruno (tra le ultime affermazioni quelle sulle violenze sessuali: «Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi»).
Scendono Lega e Forza Italia, sale il M5S
In dettaglio, Fratelli d’Italia si attesta al 28,2 per cento seguito dal Partito democratico, rimasto sostanzialmente stabile (20,1 per cento rispetto a 20,0) e dal Movimento cinque stelle, che ha guadagnato oltre mezzo punto (16,9, +0,6 per cento). Giù, invece, gli alleati della premier, con la Lega al 9,4 per cento (-0,3 rispetto al 31 luglio) e Forza Italia che ha perso quasi un punto e si attesta al 6,4 per cento (-0,8). Non male il Terzo polo, con Azione che si colloca al quinto posto al 3,5 per cento dei consensi (+0,1) e Italia viva al 2,8 per cento (+0,3). Quanto infine ai partiti minori, +Europa si attesta al 2,6 per cento (+0,2), Italia con Paragone al 2,2 per cento e Unione Popolare all’1,9 per cento (+0,2). Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 1.200 maggiorenni tra il 30 agosto e il 4 settembre 2023.
Il porto di Dover, terminal dei traghetti fra i più trafficati d’Europa che collega il Regno Unito alla Francia, si allargherà per evitare le lunghe code alla frontiera. Come ha riportato la Bbc, è prevista la bonifica di un’area del mare per creare maggiore spazio alle auto dei viaggiatori, che nei periodi di punta possono raggiungere le 800 unità ogni ora. Dall’autunno 2024 saranno attivi nuovi controlli biometrici post-Brexit per l’ingresso e l’uscita dall’Unione Europea che porteranno, inevitabilmente, a ulteriori rallentamenti. Dal costo di circa 2 milioni di sterline (circa 2,3 milioni di euro), il progetto dovrebbe ottenere i finanziamenti entro la fina del 2023, per iniziare così i lavori nella primavera dell’anno successivo.
Porto di Dover, in cosa consistono i nuovi controlli alla frontiera
Come ha spiegato anche al Guardian il capo del porto Doug Bannister, i nuovi controlli sarebbero dovuti partire nel 2022, ma sono slittati fino all’autunno 2024. Noti come Entry Exit Scheme, sostituiranno la timbratura manuale del passaporto con un sistema informatico totalmente automatico. Registrerà, oltre al documento, anche impronte digitali, nome della persona e immagini facciali acquisite, nonché data e ora del suo ingresso o uscita dal Regno Unito. In parallelo, come ha anticipato Bannister alla Bbc, potrebbe arrivare anche un’app mobile per gestire parte del processo di registrazione prima che i viaggiatori arrivino al porto di Dover. L’intervento di bonifica era già previsto per destinare l’area ai cargo, ma vedrà una forte accelerazione per essere operativo entro l’introduzione dell’Entry Exit Scheme.
Negli ultimi anni, i controlli alla frontiera hanno sensibilmente rallentato le operazioni di transito al porto di Dover. Il tempo medio di attesa durante l’estate, solitamente più congestionata, è stato nel 2023 di circa 41 minuti per ogni automobile. Gli ultimi dati hanno confermato il passaggio di oltre 1,14 milioni di viaggiatori verso la Francia nell’ultima stagione, molto vicino agli 1,19 degli anni prepandemici. «Occorrono decisioni immediate», ha concluso Bannister. «Queste lunghe code sono inaccettabili». In difficoltà anche il traffico nell’Eurotunnel gestito dalla società Getlink. Per questo è in programma la creazione di una nuova area che conterrà 75 stand per la registrazione dei dati. Il costo si aggira intorno ai 100 milioni di sterline (circa 117 milioni di euro).
«Poche ore fa, un gran numero di forze armate della Repubblica islamica hanno attaccato la residenza di Safa Aeli, lo zio di Mahsa Amini, e lo hanno arrestato». Ad affermarlo, la rete di attivisti iraniani 1500tasvir su X.
La 22enne di origine curda morì il 16 settembre scorso dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. La sua morte provocò un’ondata di proteste anti governative in varie città dell’Iran che andarono avanti per vari mesi e furono duramente represse.
#SafaAeli l’oncle de Jina Mahsa Amini a été arrêté aujourd’hui, confirme le frère de Jina dans un post Instagram. A moins de deux semaines de l’anniversaire du meurtre de Jina #MahsaAmini, le régime islamique a lancé une opération de répression tous azimuts afin d’éviter des… pic.twitter.com/MG6WNWYNYI
«Al momento non ci sono prospettive di pace all’orizzonte». Lo ha confermato alla stampa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, di ritorno dai colloqui con Vladimir Putin a Sochi. Come scrive il quotidiano Milliyet, Erdogan ha ricordato come Ankara, fin dal primo giorno dell’invasione, si sia schierata a favore del dialogo e della diplomazia. «Abbiamo lavorato duramente per prevenire ulteriori spargimenti di sangue», ha sottolineato. «Invece di esacerbare la crisi e gettare benzina sul fuoco, abbiamo cercato di far sì che entrambe le parti si incontrassero su un terreno comune. Sfortunatamente, la guerra che va avanti da un anno e mezzo continua ancora». Il leader turco ha poi assicurato che nonostante tutto Ankara continuerà i suoi sforzi diplomatici: «Ci auguriamo che questa guerra, che ha danneggiato i nostri due vicini e la nostra regione, si concluda con una pace giusta e duratura basata sul diritto internazionale».
Le condizioni di Putin per rilanciare l’accordo sul grano
Per quanto riguarda invece il rilancio dell’accordo sulle esportazioni del grano tramite un corridoio sicuro nel Mar Nero, come riporta la presidenza della Repubblica turca, «la Russia ha due richieste particolari. Una riguarda il collegamento della Banca russa dell’Agricoltura al sistema Swift e la seconda riguarda l’assicurazione delle navi utilizzate per il trasporto, sia nei porti europei sia in altri porti».
A Quarto, in provincia di Napoli, un uomo ha cosparso di liquido infiammabile una vicina di casa per poi darle fuoco con un accendino, il tutto molto probabilmente dopo una lite per dissidi condominiali. Il 53enne, Francesco Riccio, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato per tentato omicidio aggravato da futili motivi. La donna, 48 anni, è stata trasportata in ospedale con ustioni diffuse su tutto il corpo.
La lite forse scattata per un lenzuolo
I fatti si sono verificati intorno alle 12.30 di martedì 5 settembre 2023. Secondo le prime ricostruzioni, il litigio sarebbe scattato per banali questioni di vicinato, forse per un lenzuolo che la donna avrebbe messo davanti al box del vicino. Tanto è bastato per far andare su tutte le furie Riccio che, dopo aver preso della benzina, l’ha gettata contro di lei e la sua automobile per poi appiccare le fiamme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno identificato e tratto in arresto l’uomo. Nel frattempo, i sanitari del 118 della postazione di Pozzuoli hanno medicato la 48enne e l’hanno trasferita al centro specializzato del Cardarelli. Sul luogo dell’accaduto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per spegnere l’incendio dell’automobile e di una vettura parcheggiata accanto.
Un centinaio di lavoratrici e lavoratori di La Perla sono in presidio a Roma davanti al ministero delle Imprese e del made in Italy. Nello striscione si legge la scritta: «Ci avete lasciato senza mutande». Dalla manifestazione, a sostegno del tavolo ministeriale sul marchio di corsetteria bolognese, si alzano canti tradizionali riadattati a sostegno della vertenza come Romagna mia che diventa: La Perla mia, la Perla in fiore, tu sei la vita, tu sei passione, quando ti penso vorrei restare fino alla pensione qui a lavorare. C’è spazio anche per la musica pop con La Perla special, sulle note dei Lunapop, che ha molti problemi.
«Ci sentiamo presi in giro»
«Noi ci sentiamo presi in giro dai capoccia silenziosi che non si presentan mai» – intona un gruppo di lavoratrici – «e ci rendono nervosi. La Perla non va, le promesse son tante però se tu sganci che cosa succederà? Che la Perla un futuro lo avrà e risorgerà, risorgerà». La Uiltec Emilia Romagna ha dichiarato su Facebook: «Abbiamo bisogno di risposte definitive per questa azienda che rappresenta un pezzo storico della moda e dell’industria italiana. Un’azienda che da troppo tempo è in balia di scelte imprenditoriali poco responsabili». Al tavolo sono convocati i rappresentanti dell’azienda, di proprietà del fondo Tennor, controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst, delle parti sociali e i sindacati per fare il punto sulla crisi dell’azienda. La Perla ha pagato gli stipendi di luglio in ritardo, solo negli ultimi giorni e a breve dovrebbe versare quelli di agosto.
La notizia è stata confermata in forma ufficiale martedì 5 settembre: Simone Inzaghi prolungherà il suo rapporto di lavoro con l’Inter in veste di allenatore per un altro anno. L’ex calciatore ha firmato un rinnovo contrattuale che lo vedrà al fianco dei nerazzurri fino al 2025.
Simone Inzaghi resta all’Inter fino al 2025
La conferma dell’accordo raggiunto tra le parti è giunto sulla scia di un esordio di Campionato che ha visto l’Inter salire in cima alla classifica insieme al Milan, la squadra che i nerazzurri dovranno affrontare alla ripresa del torneo subito dopo la sosta delle Nazionali. Al momento l’Inter vanta un totale di nove punti in classifica, guadagnati grazie alle tre vittorie portate a casa nell’ordine contro Monza, Cagliari e Fiorentina, per un bottino complessivo di otto reti segnate e zero subite. Almeno per ora, l’Inter è la sola squadra dei cinque principali campionati top europei a non aver subito nemmeno una rete in questa stagione.
Per lui 5,5 milioni di euro di stipendio
L’ingaggio varrà a Inzaghi uno stipendio di 5,5 milioni di euro all’anno. A questa parte fissa andranno poi aggiunti eventuali bonus in base alle performance sul campo del suo team nei prossimi mesi. Nel suo palmarès da allenatore dell’Inter, fino a questo punto, Inzaghi vanta quattro trofei (ovvero due Supercoppe italiane e due Coppe Italia) oltre alla finale di Champions League di giugno 2023, persa però contro il Manchester City a Istanbul. «FC Internazionale Milano è felice di comunicare il rinnovo di contratto dell’allenatore Simone Inzaghi. Grazie al nuovo accordo, il tecnico sarà alla guida dei nerazzurri fino al 2025», questo il comunicato del club meneghino.
Anna Magnani è la protagonista dell’immagine ufficiale della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Fra i maggiori talenti della recitazione internazionale, fu la prima attrice italiana a vincere il premio Oscar, conquistato nel 1956 grazie a La rosa tatuatadi Daniel Mann. La foto presente sul poster, che ritrae l’interprete sorridente e circondata di fotografi, risale proprio alla conferenza stampa in occasione della cerimonia di premiazione negli States. Anna Magnani mostra all’obiettivo un fazzoletto su cui, appunto, è raffigurata una rosa, identificativo della pellicola in cui recitò al fianco di Burt Lancaster e Marisa Pavan e per cui si aggiudicò anche il Bafta e il Golden Globe. Per ricordarne i 50 anni dalla morte, la Festa del Cinema di Roma la descrive come «donna forte, determinata e affascinante, indimenticabile simbolo del nostro cinema nel mondo».
Anna Magnani ottenne anche una seconda nomination ai premi Oscar nel 1958 grazie a Selvaggio è il vento di George Cukor, pur senza aggiudicarsi il premio. La performance, che le valse la candidatura anche a Bafta e Golden Globes, le consentì di vincere il primo dei suoi due David di Donatello (seguito da quello l’anno successivo per Nella città l’inferno). Star del grande schermo e simbolo della romanità nel mondo, ha legato la sua carriera anche a pellicole cult come Roma città aperta, Bellissima e Mamma Roma. L’ultima sua apparizione risale invece al 1972, grazie a un cameo nel film Roma di Federico Fellini.
Festa del Cinema di Roma, in apertura l’esordio alla regia di Paola Cortellesi
Sebbene manchino ancora diverse settimane all’inizio della Festa del Cinema di Roma, è già noto il film scelto per l’apertura. Sarà C’è ancora domani, che segnerà l’esordio alla regia di Paola Cortellesi. La pellicola, interamente girata in bianco e nero, si svolgerà nell’Italia del dopoguerra e racconterà la storia di Delia, che vive nella Capitale italiana con il marito Ivano e i loro tre figli. Vittima ogni giorno della prepotenza del partner, la protagonista trova conforto soltanto nell’amica Marisa, con cui ama condividere momenti di leggerezza e intimi segreti. Nel cast, oltre alla regista Cortellesi, figurano Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli e Giorgio Colangeli.
«Ragazzi se vi dico treno andate da quella parte eh?». È quanto si sente in un breve video girato la sera del 30 agosto, pochi minuti prima dell’incidente ferroviario a Brandizzo, nel Torinese, costato la vita a cinque operai.
#Brandizzo, in un video girato dal più giovane delle vittime, appena un’ora prima dei fatti, si sente “Se vi dico ‘treno’ vi spostate”.
Nell’audio anche scherzi e battute: "Non abbiamo ancora neanche l’interruzione", riferendosi all’autorizzazione a procedere coi lavori. pic.twitter.com/dbz9QXNMUU
Il filmato, realizzato con un telefonino, è stato diffuso in esclusiva, nell’edizione delle 13.30, dal Tg1 che ha individuato l’autore in una delle cinque vittime. Gli operai erano al lavoro su un tratto di ferrovia e sono stati travolti da un convoglio di passaggio. Nel video si vedono alcuni operai al lavoro intenti a rimuovere il pietrisco sotto i binari.