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Lavoratori Marelli in presidio: «Crevalcore non si tocca»
Marelli chiude lo stabilimento di Crevalcore (Bologna) con una produzione legata ai motori endotermici e 230 dipendenti. Lo ha annunciato l’azienda ai sindacati nella giornata di martedì 19 settembre. La produzione verrà trasferita nello stabilimento di Bari. Marelli ha ribadito che l’Italia è strategica, in quanto lo considera «un centro di rilievo in ambito ingegneria e ricerca e sviluppo, così come un importante polo produttivo».
Al via il presidio dei lavoratori
«Lo stabilimento di Crevalcore non si tocca. Noi vogliamo fare tutto il possibile anche attraverso le istituzioni con le quali siamo già in contatto per trovare una soluzione che passi alla salvaguardia produttiva del sito» Queste le dichiarazioni all’Ansa di Massimo Mazzeo, segretario della Fim Cisl di Bologna, dando voce ai lavoratori a presidio allo stabilimento Marelli di Crevalcore alle porte di Bologna. «Da ieri, da quando ci è stato fatto l’annuncio con cui l’azienda dichiara di voler chiudere lo stabilimento» in linea con la legge delocalizzazioni «noi abbiamo chiesto a Marelli di ritirare immediatamente la comunicazione». Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha ribadito il sostegno ai lavoratori: «Noi saremo al fianco dei sindacati nella mobilitazione».
L’assemblea con i lavoratori Marelli a Sulmona
Intanto è stata convocata per giovedì 21 settembre dalle organizzazioni sindacali l’assemblea con gli operai dello stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, all’indomani del vertice romano con l’azienda. Preoccupano i cento potenziali esuberi previsti nel 2024, seppur in diminuzione rispetto alle 135 unità che erano stato annunciate. «La produzione resta incerta perché se non sono stati resi noti investimenti sullo stabilimento come pure deve ancora essere illustrato il piano industriale», hanno commentato i sindacati della fabbrica sulmonese che monitorano anche gli esuberi poiché tra i cento ci sarebbero operai di tutti i livelli e non solo over 55 vicini al pensionamento.