Monthly Archives: Giugno 2023

Piero Pelù si ferma dopo uno «shock acustico»: tour rimandato al 2024

Piero Pelù ha subito un «forte shock acustico dalle cuffie», tale da dover annullare il tour. Il suo Estremo Live 2023 viene interamente spostato al 2024, in attesa che l’artista ed ex leader dei Litfiba possa riprendersi. Ad annunciarlo è stato lui stesso tramite i propri profili ufficiali, che spiega come lo shock abbia «acutizzato gli acufeni coi quali già convivevo da molti anni» e che slitta tutto di qualche mese. Ma il rocker sottolinea che non si tratta di un addio alle scene ma «solo di un arrivederci al prima possibile».

Piero Pelù costretto a fermarsi: ha subito un forte shock acustico
Piero Pelù si esibisce al 70° Festival di Sanremo (Getty).

Pelù sui social: «Avrò bisogno di riposo forzato»

Piero Pelù racconta sui social la storia e comunica lo stop: «Ragazzaccc miei, non avrei mai voluto farvi questa comunicazione ma a questo punto è inevitabile. Durante una session di registrazione a Milano ho subìto uno shock acustico forte dalle cuffie. Questa cosa ha acutizzato gli acufeni coi quali già convivevo da molti anni rendendoli ora molto aggressivi e dopo vari controlli, fatti con i migliori otorini d’Italia, ho ricevuto l’unanime comunicazione che avrò bisogno di un riposo forzato per le mie orecchie di rocker, dunque, il tour Estremo di quest’estate 2023 dovrà essere rimandato di alcuni mesi. Sono giorni molto delicati per me che non ho mai rinunciato a nessun live, anche con le costole rotte dopo i miei stage diving, ma devo affrontare questa nuova realtà con lucidità».

Piero Pelù costretto a fermarsi: ha subito un forte shock acustico
Piero Pelù sul red carpet dell’11esimo Roma Film Festival (Getty).

Il rocker: «Non è un addio alle scene»

«Attenzione», continua poi Pelù, che mostra anche la foto dei tappi per le orecchie che dovrà usare, «questo NON è a un addio alle scene ma solo un arrivederci al prima possibile e sappiate che approfitterò di questo “periodo speciale” per avanzare con la composizione e la produzione del nuovo album che mi sta già dando grandi emozioni». E infine una promessa ai fan: «Vi prometto che ci riabbracceremo prima possibile». La prima tappa del tour Estremo Live nel 2024 sarà il 26 luglio al Lacustica Festival alla Rocca Medioevale di Castiglione del Lago, a Perugia. La tournée prevede tappe anche a Macerata, Siracusa, Palermo, Reggio Calabria, Brindisi, Frosinone e Como. In attesa della riorganizzazione delle date, invece, i concerti annullati e precedentemente programmati per l’estate 2023.

Le mosse felpate di Virginia Raggi e l’asse con Di Battista preoccupano i vertici M5s

L’ultima notizia di rilievo nazionale che la riguarda è stata la condanna di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi per il titolo “Patata bollente” di Libero. Virginia Raggi ha incassato, con soddisfazione, la vittoria della sua battaglia legale con un risarcimento di 16 mila euro. «Ma non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna che si è sentita offesa e di ogni padre, fratello, figlio o marito che si è indignato», ha commentato l’ex sindaca di Roma. Per una volta, la sua figura, da sempre divisiva, ha ottenuto un consenso pressoché unanime. Qualche mese prima, invece, aveva attirato l’attenzione per l’appoggio al referendum contro l’invio delle armi in Ucraina, sostenendo l’iniziativa della commissione DuPre che nel tempo si è contraddistinta per le tesi complottiste, soprattutto durante le ondate Covid. Poca roba, insomma, spunti limitati qua e là. Raggi sta tenendo un profilo piuttosto basso rispetto al passato. Da “semplice militante” del Movimento 5 stelle si è fatta vedere alla manifestazione del Movimento sulla sanità pubblica con tanto di presenza ai banchetti allestiti e post su Facebook a suggellare la partecipazione.

Le mosse felpate di Virginia Raggi e l'asse con Di Battista preoccupano i vertici M5s
Virginia Raggi a un gazebo M5s (dal suo profilo Instagram).

L’impegno nel progetto Women In Charge On Tour

Nel frattempo ha promosso il progetto Women In Charge On Tour, di cui è presidente del comitato scientifico e che – come recita la definizione ufficiale sul sito – «mira a promuovere l’emancipazione delle donne nel mondo del lavoro e a promuovere la parità di genere in ogni ambito della società». Un modo per spingere le leadership femminili e allo stesso tempo tenendo in piedi le relazioni con vari mondi manageriali e politici. Nella Women In Charge On Tour, come componenti del comitato, siedono tra le altre, Marilù Capparelli, direttore degli affari legali di Google, Silvia Salis, vicepresidente del Coni, con altre dirigenti (rigorosamente donne) oltre ad esponenti del mondo politico, tra cui le pentastellate Fabiana Dadone, ex ministra della Pa e Nunzia Catalfo, ex titolare al Lavoro oltre all’attuale senatrice di Fratelli d’Italia, Lavinia Mennuni.

Dopo la condanna di Appendino, resta solo Raggi ad accarezzare l’idea di una futura leadership

Raggi, insomma, non è particolarmente indaffarata. Da consigliera di opposizione al Campidoglio, si limita all’ordinaria amministrazione. Così può coltivare la propria immagine, senza assilli né scadenze immediate. Accarezzando, comunque, l’idea di una futura leadership, nonostante le smentite di rito circa le sue ambizioni future. Giuseppe Conte ha perso il tocco magico, la cerchia dei fedelissimi inossidabili inizia a restringersi dopo la serie di rovesci elettorali. La deputata ed ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata anche in secondo grado per i fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017. Secondo la sentenza non ha organizzato adeguatamente un piano di sicurezza. Al netto della vicenda giuridica è un fardello sulle sue spalle.

Le mosse felpate di Virginia Raggi e l'asse con Di Battista preoccupano i vertici M5s
Giuseppe Conte e sullo sfondo una foto di Virginia Raggi (Imagoeconomica).

Quella affinità elettiva con Dibba che allarma i vertici M5s

Così resta solo Raggi. Che al momento opportuno potrebbe giocarsi le carte e cercare il blitz per prendersi il Movimento. A favore dell’ex inquilina del Campidoglio gioca il sodalizio con Alessandro Di Battista che l’ha invitata a fare un viaggio usando proprio i soldi della condanna a Feltri e Senaldi. «Vai alle Maldive, in Brasile, in Yucatàn, caipirinha in mano, daikiri, sorriso e un bel grazie a questi pseudo giornalisti!», ha scritto Dibba su Instagram. Mozioni di affetti che non passano inosservate ai piani alti del Movimento. Del resto a inizio giugno, in una delle ultime puntate della stagione di DiMartedì su La7, Raggi e Dibba erano vicini di poltrona e di visione. Tanto che lei, il giorno dopo, ha postato un video sui social mentre in tandem andavano d’amore e d’accordo, taggando la pagina Fb di Dibba. Come se fossero ancora nello stesso partito.

 

Una vicinanza, però, che ha insospettito i piani alti del partito. La vicepresidente vicaria, Paola Taverna, secondo quanto rivelato da Il Foglio, avrebbe infatti messo in guardia Conte circa le possibili influenze dibbattistiane sull’ex sindaca. Ed ecco che, sempre secondo il quotidiano diretto da Cerasa, è arrivato il diktat: gli iscritti ai 5 stelle non devono tesserarsi all’associazione Schierarsi, fondata da Di Battista, pena l’espulsione. Il caso singolare è che se la questione dovesse porsi, a decidere chi epurare sarebbe proprio Raggi, in qualità di componente del comitato di garanzia che osserva la «corretta applicazione delle disposizioni dello statuto». Con lei anche l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, e l’ex questore del Senato, Laura Bottici. Un tema, quello delle eventuali espulsioni, che non appassiona più dopo la scissione di Luigi Di Maio. Da allora le “cacciate di massa” e le fuoriuscite erano state archiviate, ma potrebbero sempre tornare in auge per il timore di una Opa esterna.

In Moldavia c’è stata una sparatoria all’aeroporto di Chisinau

Un cittadino straniero ha aperto il fuoco all’interno dell’aeroporto internazionale di Chisinau, scalo della capitale della Moldavia. Ad annunciarlo è stato la portavoce della polizia, Diana Fetko, che ha spiegato come gli agenti fossero già all’aeroporto e che alcuni voli hanno subito dei ritardi. Gli spari hanno allarmato i passeggeri, fuggiti all’impazzata come testimoniano alcuni video sui social. L’agenzia russa Tass ha riportato una nota del ministero dell’Interno moldavo in cui si racconta la vicenda: «Uno straniero a cui è stato vietato l’ingresso nel Paese, ha aperto il fuoco contro una guardia di frontiera e poi si è barricato in una delle stanze. Le persone sono state evacuate dall’edificio».

Un uomo ha aperto il fuoco all'interno dell'aeroporto internazionale di Chisinau, in Moldavia
Poliziotti dei servizi speciali in Moldavia (Getty).

Il primo bollettino parla di due persone uccise

Il primo bollettino diramato dalle autorità parla di almeno due morti. Si tratta di una guardia di frontiera e di un civile. Su Twitter il portale dell’Est Europa, Nexta tv, ha raccontato l’arrivo delle forze speciali Fulger, che avrebbero isolato la struttura e fatto evacuare tutti. Poi la cattura dell’aggressore, che è rimasto ferito in una delle sparatorie ed è stato arrestato. Lo confermano anche i media locali. Secondo Reuters, che cita fonti all’interno dei corpi speciali di polizia moldavi, l’uomo è arrivato dalla Turchia ma non ha ricevuto l’autorizzazione per entrare in Moldavia.

Per i media moldavi l’aggressore è un russo della Wagner

Pulse media, ripreso anche dagli altri quotidiani e portali moldavi, ha rivelato un’indiscrezione secondo cui l’uomo che ha aperto il fuoco sarebbe un cittadino russo della milizia Wagner.

Serie A e Coppa Italia, le date della stagione 2023/24

La Lega Serie A ha ufficializzato le date del campionato della prossima stagione, che inizierà il 20 agosto e ci concluderà il 26 maggio 2024. Come già anticipato, il calcio non si fermerà tra Natale e Capodanno: per questo, dei 38 turni previsti, solo uno sarà infrasettimanale. Quattro invece le soste decise per lasciare spazio alle partite delle nazionali.

Calcio: Serie A e Coppa Italia, le date della stagione 2023/24. Il calendario sarò svelato il 5 luglio alle ore 12.
Rafael Leao, attaccante del Milan (Getty Images).

Unico turno infrasettimanale il 27 settembre

Il turno infrasettimanale stabilito dalla Lega Serie A arriverà piuttosto presto, già il 27 settembre. Poi non ce ne saranno altri. Queste le soste previste per gli impegni delle rappresentative nazionali: 10 settembre, 15 ottobre, 19 novembre e 24 marzo. Per quanto riguarda il periodo post-natalizio, l’Associazione Italiana Calciatori aveva proposto lo spacchettamento di una giornata nello spazio tra il post Supercoppa (che verrà disputata a gennaio in Arabia Saudita) e la ripresa delle coppe europee di febbraio. Il turno sarebbe stato dunque diviso in due fine settimana, cinque partite in ognuno. Nessuna conferma arriva dal documento ufficiale pubblicato oggi.

Il 5 luglio sarà svelato il calendario

Il calendario della nuova stagione verrà svelato mercoledì 5 luglio alle ore 12: la diretta sarà trasmessa sulla piattaforma Dazn e sul canale YouTube della Lega Serie A. Il format sarà lo stesso dell’ultima stagione: nessun big match a ridosso delle sfide di Champions League, calendario asimmetrico, prima di campionato in casa per chi ha iniziato fuori nel 2022/23.

Coppa Italia al via il 6 agosto

Rese note anche le date della Coppa Italia. Via fissato per domenica 6 agosto, con il turno preliminare. I 32esimi di finale verranno giocati 13 agosto (ancora una domenica), poi solo gare infrasettimanali per la coppa nazionale: primo primo novembre per i 16esimi, poi ottavi spalmati in quattro giorni tra 6 dicembre, 20 dicembre, 10 e 17 gennaio. Il 31 gennaio 2024 ci saranno i quarti, prima delle doppie semifinali in programma il 3 e 24 aprile. Finale il 15 maggio, come sempre allo stadio Olimpico di Roma.

Calcio: Serie A e Coppa Italia, le date della stagione 2023/24. Il calendario sarò svelato il 5 luglio alle ore 12.
La Coppa Italia (Getty Images).

Wimbledon al via il 3 luglio: tabellone ufficiale, italiani e curiosità

Il tennis indossa l’abito bianco per l’inizio di Wimbledon. I professionisti della racchetta sono pronti a darsi battaglia sull’erba londinese per il torneo più importante e glamour della stagione. Quella in partenza lunedì 3 luglio sarà la prima edizione dal 1998 senza uno fra Roger Federer e Rafael Nadal nel tabellone principale maschile. Grandi favoriti del 2023 sono indubbiamente Novak Djokovic, sette volte campione del torneo, e il nuovo numero uno al mondo Carlos Alcaraz. Fra le donne occhi puntati sulla polacca Iga Swiatek, ancora a caccia del primo trionfo ai Championships, ed Elena Rybakina, detentrice del trofeo. Quanto gli italiani, spicca il primo turno fra Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego, replica esatta del match di Stoccarda del 12 giugno.

Tredici azzurri a Wimbledon tra maschile e femminile con un derby al primo turno. Dalle fragole con panna al falco Rufus, tutto sul torneo.
Il logo di Wimbledon all’ingresso dei cancelli (Getty Images).

Wimbledon, i tabelloni maschile e femminile con i match clou degli italiani

Nel tabellone maschile di Wimbledon ci saranno sei azzurri. Due di loro, Berrettini e Sonego, giocheranno nuovamente un derby a meno di un mese dal precedente. A spuntarla in quell’occasione fu il torinese, che dominò contro il romano ancora alla ricerca della miglior condizione fisica. Turno complicato anche per Jannik Sinner, che se la vedrà con l’argentino Francisco Cerundolo, capace di eliminarlo agli Internazionali di Roma in tre set. Turno più soft per Lorenzo Musetti che dovrà affrontare il peruviano Juan Pablo Varillas, numero 60 del ranking Atp. Marco Cecchinato sarà avversario del cileno Nicolas Jarry, mentre Matteo Arnaldi – alla sua prima apparizione fra i grandi di Wimbledon – giocherà con lo spagnolo Roberto Carballes Baena. Quanto ai big, Alcaraz esordirà sul campo centrale di Londra contro il 36enne Jérémy Chardy, Djokovic andrà a caccia dell’ottava corona iniziando contro Pedro Cachin.

Ben sette invece le tenniste azzurre nel tabellone femminile di Wimbledon. Martina Trevisan, dopo i quarti del Miami Open di marzo, inizierà contro l’iberica Sara Sorribes Tormo, più competitiva sul rosso che sulle superfici in erba. Elisabetta Cocciaretto partirà contro la colombiana Camila Osorio, mentre Lucrezia Stefanini incrocerà sul suo cammino l’estone Annett Kontaveit, al suo ultimo torneo in carriera. Sara Errani partirà contro la statunitense Madison Brengle, numero 114 del ranking Wta, mentre Camila Giorgi aprirà il suo torneo con la russa Varvara Gracheva. Lucia Bronzetti invece dovrà vedersela con la rumena Jacqueline Cristian. Amaro il sorteggio di Jasmine Paolini, che giocherà contro la due volte vincitrice di Wimbledon Petra Kvitova. Fra le big, la campionessa in carica Rybakina tenterà il bis aprendo con l’americana Shelby Rogers, mentre Swiatek sarà opposta alla cinese Zhu Lin.

Dalle fragole in tribuna al falco contro i piccioni, qualche curiosità sui Championships

Fra le tante particolarità di Wimbledon c’è l’utilizzo obbligatorio del colore bianco per i tennisti. Guai a presentarsi con un abito che abbia anche solo alcune striature o motivi colorati. Ne sanno qualcosa persino Roger Federer e Venus Williams, costretti in alcune occasioni a cambiare outfit per giocare sui campi londinesi. Uno degli obiettivi è quello di mascherare gli effetti del sudore, meno visibili sul colore chiaro che sul nero o le tonalità scarlatte. Dal 2023 però le donne potranno indossare pantaloncini scuri per evitare eventuali disagi del ciclo mestruale. Altra peculiarità dei Championships sono le fragole servite con panna sugli spalti, official food della manifestazione. Ogni anno ne vengono consumate mediamente 30 tonnellate per un totale di 2 milioni di frutti, prodotti rigorosamente a chilometro zero. Oltre ai tennisti più forti al mondo, Wimbledon ha anche una star fra i cieli. Il falco Rufus, che vanta 10 mila follower su Twitter, perlustra i campi ogni mattina prima dell’apertura per allontanare i piccioni.

Tredici azzurri a Wimbledon tra maschile e femminile con un derby al primo turno. Dalle fragole con panna al falco Rufus, tutto sul torneo.
Il falco Rufus che pattuglia i campi del torneo (Twitter).

Ligabue tour palazzetti 2023: date, città e biglietti dei concerti

Ligabue ha pubblicato le date del prossimo tour indoor in programma nell’autunno 2023. Dopo un’estate di concerti, il rocker torna live nei palazzetti con il nuovo album Dedicato a noi.

Il tour nei palazzetti di Ligabue

L’esibizione alla RCF Arena per l’evento musicale Italia Loves Romagna e le due tappe del concerto a Milano e Roma sono un anticipo del ritorno ai live di Ligabue che, dopo aver annunciato l’uscita del nuovo album a settembre, Dedicato a noi, ha stupito i suoi fan con la pubblicazione a sorpresa delle date dell’Indoor Tour 2023. L’annuncio è comparso sulla sua pagina Instagram. Il tour lo vedrà impegnato nei maggiori palazzetti d’Italia e sarà l’occasione per far ascoltare al suo pubblico le canzoni del nuovo disco. La prima data al’Arena di Verona il 9 ottobre aprirà ufficialmente il tour che si concluderà il 30 novembre a Messina.

Le date

Qui di seguito l’elenco completo delle date e dei luoghi in cui sono previsti i concerti:

  • 9 ottobre 2023: Verona – Arena
  • 14 ottobre 2023: Torino – Pala Alpitour
  • 17 ottobre 2023: Firenze – Nelson Mandela Forum
  • 20 ottobre 2023: Bologna – Unipol Arena
  • 24 ottobre 2023: Brescia – Brixia Forum
  • 27 ottobre 2023: Padova – Arena Spettacoli Padova Fiere pad. 7
  • 30 ottobre 2023: Rimini – Stadium
  • 3 novembre 2023: Ancona – Pala Prometeo
  • 6 novembre 2023: Perugia – Pala Barton
  • 13 novembre 2023: Genova – Stadium
  • 16 novembre 2023: Livorno – Modigliani Forum
  • 21 novembre 2023: Eboli – Pala Sele
  • 24 novembre 2023: Bari – Pala Florio
  • 27 novembre 2023: Reggio Calabria – Palasport
  • 30 novembre 2023: Messina – Palarescifina

I biglietti in prevendita su Ticketone.it sono online dalle 11.00 di giovedì 29 giugno 2023 mentre coloro che sono iscritti al Bar Mario hanno potuto avere un accesso prioritario dalle ore 10 di mercoledì 28 giugno. In attesa del tour autunnale, Luciano Ligabue sarà protagonista all’evento Radio Italia Live – Il concerto previsto a Palermo il 30 giugno 2023.

Afa e caldo torrido, dalla Mecca a Pechino: l’estate rovente nel mondo

Mentre in Italia ci si aspetta un weekend con meteo instabile e temperature in calo, il resto del mondo è nella morsa di afa e caldo torrido. Si moltiplicano infatti le notizie nei cinque continenti di città o intere nazioni in ginocchio per le temperature roventi ben al di sopra della media stagionale e un alto tasso di umidità. Un surriscaldamento globale dovuto soprattutto agli effetti della crisi climatica in atto. Pechino ha superato i 41 gradi centigradi, mai raggiunti prima d’ora. Non va meglio in Messico dove l’accensione dei troppi climatizzatori sta creando continui blackout che lasciano centinaia di abitazioni senza corrente. In crisi anche i pellegrinaggi islamici alla Mecca, in quanto la temperatura ha toccato addirittura i 48 gradi.

Dall’Arabia Saudita alla Cina, gli effetti di afa e caldo torrido sul pianeta

Oltre 200 morti per colpi di calore durante il pellegrinaggio Hajj verso La Mecca

Nel deserto saudita, oltre 1,8 milioni di musulmani hanno raggiunto il monte Arafat alla Mecca per onorare il quinto pilastro dell’Islam. Un atto di fede obbligatorio che non è stato scoraggiato nemmeno dalle torride temperature estive che hanno toccato i 48 gradi centigradi. Come riporta il Guardian, circa 1.700 persone sono state vittime di colpi di calore tanto che le autorità saudite hanno sconsigliato di stare troppo a lungo sotto il sole, soprattutto nelle ore più calde, e di idratarsi bene. Sebbene non ci sia un bilancio ufficiale delle vittime, secondo il quotidiano britannico almeno 230 pellegrini hanno perso la vita nel corso dell’Hajj. Oltre 200 provenivano dall’Indonesia, il Paese con il più alto numero di islamici al mondo, cui si aggiungono casi dal Nord Africa e dall’Iran. L’agenzia di Teheran Fars ha confermato la morte di un uomo di 114 anni, il pellegrino più anziano del 2023.

Dalla Cina all'Arabia Saudita, passando per il Messico. Caldo torrido e alti tassi di umidità mettono in ginocchio popolazione e raccolti.
Un pellegrino di La Mecca sotto il caldo torrido dell’Arabia (Getty Images).

Il caldo torrido e l’afa in Arabia Saudita hanno persino “cotto” decine di smartphone, che non hanno retto alle alte temperature danneggiandosi irreparabilmente. Esperti del clima hanno avvertito che la situazione nel Golfo Persico è destinata a peggiorare nella seconda metà del secolo. Diverse regioni potrebbero presentare condizioni inospitali per la vita umana ed entro il 2100 ogni anno si potranno registrare 50 gradi centigradi di massima.

Cina spaccata a metà: oltre 41 gradi a Pechino e piogge torrenziali nelle regioni centrali

Particolare la situazione della Cina, divisa in due fra zone centrali e costa orientale. Nella capitale Pechino, per la prima volta nella storia, la colonnina di mercurio ha superato i 40 gradi centigradi per tre giorni consecutivi dal 23 al 25 giugno. I meteorologi locali hanno attribuito il fenomeno all’alta pressione di giugno, amplificata dalla sottile copertura nuvolosa e dalle giornate lunghe del solstizio d’estate. In allarme rosso anche un’area di 450 mila chilometri quadrati che comprende Hebei e Shandong. Qui, secondo i media statali, il suolo ha superato i 70 gradi centigradi mettendo in crisi agricoltura e allevamenti. Centinaia di maiali, conigli e pesci stanno morendo per colpa del caldo torrido. Nella regione sud-occidentale di Guangxi, il South of China Today ha precisato che «le carpe da allevamento sono bruciate fino alla morte per l’elevata temperatura dell’acqua».

Dalla Cina all'Arabia Saudita, passando per il Messico. Caldo torrido e alti tassi di umidità mettono in ginocchio popolazione e raccolti.
Pechino nella morsa del caldo torrido (Getty Images).

Inversa invece la situazione nelle regioni centrali, dove ingenti piogge torrenziali stanno danneggiando le coltivazioni. Nell’Henan, dove ha luogo il 25 per cento della produzione nazionale di grano, precipitazioni massicce hanno spazzato via una stagione di lavoro degli agricoltori. Il China Media Group ha sottolineato che si tratta dei fenomeni più gravi dal 2010, ma potrebbero peggiorare già con l’arrivo dell’autunno. A rischio anche le risaie dal bacino del fiume Yangtze, che fornisce il 60 per cento dell’approvvigionamento del Paese.

Messico nella morsa del caldo torrido, centinaia di abitazioni senza corrente

Temperature elevate anche in America. Negli States preoccupa la situazione di Tennesee, Alabama, New Orleans e Memphis, dove le temperature potrebbero toccare nei primi due giorni di luglio i 46 gradi centigradi. Situazione ben peggiore in Messico, dove mercoledì 28 giugno sono stati toccati i 49 gradi nella città di Aconchi. Il ministero della Salute ha confermato circa 100 decessi dovuti a colpi di calore fra 18 e 24 giugno. Un numero ancor più importante se si pensa che nel 2022, nello stesso lasso di tempo, era morta solamente una persona. L’eccessiva domanda di energia elettrica per alimentare i climatizzatori sta causando continui blackout da circa 15 minuti nel Paese. Il giornale El sol de Mexico ha inoltre ricordato gli ingenti disagi alla popolazione: molti villaggi per esempio dipendono dall’elettricità per estrarre l’acqua dai pozzi.

Giuntoli-Juve, tutto pronto per il sì: via libera dal Napoli

La Juventus esulta: Cristiano Giuntoli e il Napoli si separano. Tra il direttore sportivo e il presidente Aurelio De Laurentiis è stato trovato l’accordo per la risoluzione del contratto che sarebbe scaduto soltanto tra un anno, il 30 giugno del 2024. Il dirigente, invece, si libererà già nelle prossime ore e dall’1 luglio sarà il direttore dell’area tecnica della Juventus. Giuntoli è il nome da cui la società bianconera vuole ripartire per costruire una squadra in grado di tornare a vincere, cosa che non accade ormai da due stagioni. Lavorerà al fianco di Giovanni Manna, il braccio operativo del mercato della Juventus, recentemente promosso dalla Next Gen alla prima squadra.

Giuntoli si libera dal Napoli: andrà alla Juventus
Cristiano Giuntoli (Getty).

Per Giuntoli pronto un quinquennale

Cambia, quindi, l’organigramma juventino. Cristiano Giuntoli firmerà un quinquennale e andrà a completare il quadro dirigenziale. Con lui lavorerà Manna, che resta il ds, mentre Claudio Chiellini prenderà il posto lasciato libero alla Next Gen. Il direttore generale bianconero è invece Francesco Calvo, mentre l’amministratore delegato della Juventus è Maurizio Scanavino, arrivato dopo il terremoto di gennaio con le dimissioni di tutti i dirigenti del gruppo Agnelli. Sui social, i tifosi hanno immediatamente commentato la notizia dell’arrivo di Giuntoli con soddisfazione, proprio nel giorno in cui hanno salutato uno degli idoli degli ultimi anni, il Panita Juan Cuadrado.

Chi è Cristiano Giuntoli: la carriera

Dopo aver vestito le maglie di diverse squadre italiane nei campionati di Serie C e D, tra cui anche Latina, Imperia, Savona e Sanremese, Giuntoli si è ritirato nel 2008 dal calcio giocato. Ha prima deciso di frequentare Coverciano, diventando un allenatore, ma poi si è dedicato alla carriera da direttore sportivo. Ha portato lo Spezia in serie B prima della passaggio al Carpi nell’estate del 2009. Grazie al suo operato, i biancorossi centrano quattro promozioni in cinque anni, arrivando dalla Serie D alla A, per la prima volta nella propria storia. Il dirigente fiorentino poi passa al Napoli nel 2015 ed è uno dei protagonisti della crescita dei partenopei fino alla Coppa Italia vinta nel 2020 e allo storico scudetto conquistato nella stagione 2022-2023.

Giuntoli si libera dal Napoli: andrà alla Juventus
Cristiano Giuntoli in panchina durante un match del Napoli (Getty).

Leao dal calcio al rapper: pubblicato il secondo album e c’è un brano in italiano

Mentre attende di tornare con la palla tra i piedi, Rafael Leao indossa nuovamente i panni del rapper. Il portoghese del Milan, fresco di rinnovo fino al 2028, ha infatti pubblicato online My Life in Each Verse, il suo secondo album musicale. All’interno 17 tracce interpretate soprattutto in portoghese e in inglese. Ce n’è anche una in italiano, dal titolo Fede, frutto dei suoi quattro anni a Milano dove giunse nell’estate 2019, che racconta la sua scalata verso il successo. Il disco è disponibile su tutte le principali piattaforme streaming, da Spotify a YouTube, dove Leao possiede un account con 86 mila follower.

È online My Life in Each Verse, nuovo album da rapper di Leao, che canta con il nome d’arte Way45. Spicca Fede, unica traccia in italiano.
Rafael Leao con la maglia del Milan in campo a San Siro (Getty Images).

Leao, il significato del suo nome d’arte e i temi delle canzoni

Se il suo cognome campeggia chiaramente sulla maglia rossonera, Leao ha scelto per la carriera musicale un nome d’arte. Negli store è infatti possibile trovarlo come Way45, nickname che scelse già per il suo debutto nel gennaio 2021 con l’album Beginning. Come ha spiegato lo stesso calciatore del Milan, la scelta non è casuale ma fa riferimento ai suoi anni d’infanzia in Portogallo. Way e 45 sono infatti il cammino nella vita e il prefisso postale del sobborgo di Almada, nel distretto di Setubal, dove è nato e ha mosso i primi passi da giocatore. Le canzoni raccontano, come si evince anche dal titolo del progetto (in italiano “La mia vita in ogni verso”), la storia di Leao fra sogni, difficoltà e vittorie. Di grande interesse, soprattutto per i suoi fan al Milan, Fede, la prima e finora unica traccia in italiano. «Io sono fortunato ad avere questa bella vita», canta Leao. «Ci sono volte in cui non parlo perché faccio tanta fatica».

Prettamente di stampo rap, il genere che Leao ama sin da bambino quando si divertiva con lo zio deejay, il disco presenta anche qualche ritmo trap. Fra le varie tracce anche tanti featuring con artisti anglosassoni o portoghesi. Torna nuovamente anche Léo Stunna, che aveva già cantato con il talento del Milan nel suo primo album con il brano Ballin’. Chissà che però presto non arrivi la tanto agognata collaborazione con il suo amico Lazza, tra l’altro grande tifoso dei rossoneri. L’artista, secondo al Festival di Sanremo con la sua Cenere, aveva promesso una hit in caso di vittoria della Champions League, sfumata in semifinale nel derby contro l’Inter. Leao, pronto a indossare da agosto la maglia numero 10 ereditata da Brahim Diaz, avrebbe dunque un obiettivo in più per riportare la coppa a Milanello, dove manca dal 2007.

Non solo musica e calcio, il talento del Milan brilla anche nella moda

«Per me la famiglia è la cosa più importante», aveva detto Leao in un’intervista del 2022 al Corriere della Sera. «Con il primo stipendio ho comprato una casa ai miei genitori». Il valore dei suoi affetti è visibile anche in Son is Son, il suo personale marchio di moda. «Non dimenticare mai da dove provieni», si legge infatti sulla pagina Instagram ufficiale del brand. Domina lo stile sportivo, con tute e felpe con cappuccio. Lo stesso Leao appare molto spesso come modello, indossando i capi più rappresentativi della sua linea. Attivo in ogni settore, il portoghese è però atteso soprattutto sul campo da calcio. Dopo la partenza di Sandro Tonali, il ritiro di Zlatan Ibrahimovic e gli addii di Paolo Maldini e Frederic Massara, i rossoneri punteranno su di lui per tornare a vincere un trofeo.

Chiara Bella, chi è la nipote di Marcella e figlia di Gianni

Chiara Bella è la figlia di Gianni Bella e nipote della cantante Marcella Bella. Ha 50 anni ed è una produttrice musicale. Negli ultimi anni affianca il papà come official manager.

Chi è Chiara Bella

Figlia e nipote d’arte, Chiara Bella è nata a Parma l’8 luglio 1973. La sua vita è fatta di musica senza la quale, come ha molte volte dichiarato, non potrebbe vivere. Si è diplomata al conservatorio in clarinetto, poi a Bologna in didattica della musica e, prima di diventare produttrice musicale, ha seguito dietro le quinte Gianni Bella e la zia Marcella Bella. Dal 2005 è diventata la produttrice del padre Gianni, come ha raccontato: «Io collaboro con mio padre Gianni Bella dal 2005 e seguo sempre i suoi insegnamenti». È diventata il suo braccio destro e continua a dargli voce e a farlo conoscere alle nuove generazioni. È inoltre ceo di Nuova Gente Edizioni Musicali, lo studio di registrazione creato da Gianni Bella e Mogol nel 1983. Molto attenta ai giovani talenti, insieme a un’amica pianista ha ideato un progetto aperto ai giovani, il Verdi Rap, una kermesse dove alcuni rapper devono creare un brano inedito ispirandosi al compositore Verdi.

Chiara Bella e Marcella Bella (Instagram).

La vita privata

Chiara Bella è sposata con un noto imprenditore. La coppia vive a Parma ed ha tre figli. Ha una sorella di nome Nazarena ed è molto legata alla zia Marcella, spesso si reca in vacanza a Ibiza dove la cantante ormai vive da anni. Oltre che alla musica, è una grande appassionata di sport: ama la corsa all’aria aperta e la meditazione che definisce un momento di crescita spirituale fondamentale nella sua vita.

Alan Arkin è morto: l’attore vinse il premio Oscar per Little Miss Sunshine

Il mondo del cinema piange Alan Arkin. L’attore statunitense è morto il 29 giugno a 89 anni nella sua casa di Carlsbad, in California, circondato dalla sua famiglia. «Era una forza della natura e un talento unico», hanno scritto i figli Adam, Matthew e Anthony che hanno dato la notizia. «Era un padre, un nonno e un bisnonno amorevole che mancherà a tutti». In circa 70 anni di carriera suddivisa fra teatro e cinema, ha recitato in decine di film, ottenendo spesso il plauso della critica. Fra i riconoscimenti spicca il premio Oscar nel 2007 per la sua performance in Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Le sue ultime apparizioni risalgono al 2019 e al 2020, quando ha preso parte in Dumbo di Tim Burton e Spencer Confidential al fianco di Mark Wahlberg.

Addio ad Alan Arkin, attore premio Oscar e Tony Award. Celebri le performance in Little Miss Sunshine e Argo. Aveva 89 anni.
Alan Arkin con in mano l’Oscar per “Little Miss Sunshine” (Getty Images).

Alan Arkin, in carriera un Tony Award e un Oscar su quattro nomination

Prima di sbarcare sul grande schermo, Alan Arkin ha debuttato sul palcoscenico di Broadway in From the Second City nel 1961. Il suo talento ha subito catturato l’attenzione dei media e dei critici, come dimostra il Tony Award, massimo riconoscimento teatrale, ottenuto nel 1963 per la commedia Enter Laughing. Ottimo anche il suo impatto al cinema, tanto che ottenne la prima nomination ai premi Oscar già con il suo film di debutto. Nel 1966 infatti recitò nel film di Norma Jewison Arrivano i russi, arrivano i russi dove ha prestato il volto al tenente Rozanov. In quello stesso anno Arkin ricevette anche una nomination agli Emmy Awards grazie all’episodio di Abc Stage 67 dal titolo The Love Song of Barney Kempinski. Apprezzato soprattutto per il suo stile asciutto e diretto, come sottolinea Variety era in grado di interpretare al meglio sia commedie sia progetti drammatici e thriller.

Addio ad Alan Arkin, attore premio Oscar e Tony Award. Celebri le performance in Little Miss Sunshine e Argo. Aveva 89 anni.
Alan Arkin in una scena del film “Little Miss Sunshine” (Youtube).

Nel 1969 ottenne la sua seconda nomination ai premi Oscar grazie alla performance ne L’urlo del silenzio, che il New York Times definì «straordinaria, profonda e solida». Per la prima statuetta dovette attendere quasi 50 anni, dato che vinse soltanto nel 2007 con Little Miss Sunshine. Eccellente la sua versione di nonno Edwin, un anziano sboccato e dipendente dalla droga. Per il San Francisco Chronicle ha recitato in modo talmente naturale «da sembrare un’improvvisazione». Nel 2013 ha ottenuto la quarta candidatura agli Oscar grazie ad Argo, film diretto da Ben Affleck. Qui ha vestito i panni del generale Lester Seigel, un veterano reclutato da Hollywood per produrre un film di fantascienza con cui coprire il salvataggio di ostaggi americani in Iran. Ben sette le nomination ai Golden Globes, dove ha trionfato con Arrivano i russi, arrivano i russi, le ultime nel 2019 e 2020 per la serie Il metodo Kominsky.

La vita privata con tre matrimoni e altrettanti figli

Quanto alla sfera personale, Alan Arkin si è sposato tre volte. La prima nel 1955 con Jeremy Yaffe, nozze che durarono sei anni fino al divorzio nel 1961. Dall’unione nacquero i suoi primi due figli, Adam nel 1956 e Matthew nel 1960. Nel 1964 sposò invece la collega Barbara Dana da cui nel 1967 ha avuto il terzo figlio Anthony. Si è trattato del matrimonio più lungo della sua vita, dato che rimase assieme a lei fino al 1999. Quell’anno ha infatti sposato la sua terza e attuale moglie, la collega interprete Suzanne Newlander. Come ha ricordato Variety, tutti i tre figli di Arkin hanno seguito le sue orme intraprendendo una carriera nel cinema. «Quando altri bambini andavano alle partite di baseball o a pesca, papà mi portava a vedere film muti russi», aveva scherzato Adam in un’intervista alla stessa Variety.

Usa 2024, guai per DeSantis: spuntano presunti finanziamenti illegali

Nel pieno della corsa verso le presidenziali Usa 2024, Ron DeSantis, attuale governatore della Florida e principale candidato anti-Trump tra i repubblicani, viene travolto da accuse relative a finanziamenti illegali ricevuti durante la precedente campagna elettorale. Secondo quanto rivelato dai media, Friends of Ron DeSantis, cioè uno dei comitati che ha raccolto i fondi tra il 2018 e il 2022 mentre il governatore correva verso la presidenza in Florida, avrebbe ricevuto da una società con sede a Toronto, la Ecn Capital Corporation, oltre 100 mila dollari nei quattro anni di campagna elettorale. La legge federale vieta ai cittadini e agli enti stranieri di fornire contributi politici.

Ron DeSantis avrebbe ricevuto finanziamenti dal Canada in campagna elettorale: ma ricevere fondi dall'estero è illegale
Ron DeSantis parla alla folla in Texas (Getty).

In Florida donazioni politiche solo da chi ha sede negli Usa

I guai finanziari potrebbero penalizzare la corsa di DeSantis nonostante abbia tagliato da tempo i rapporti con quel Pac, acronimo per Political action committee, il modo in cui vengono chiamati i comitati. Adesso a sostegno della sua campagna per diventare il nome scelto dai repubblicani in vista delle presidenziali c’è soltanto un altro Pac, il Never back down, in cui ha trasferito 82 milioni di dollari. Ciò nonostante, la legge della Florida parla chiaro: nessuna impresa straniera può inviare capitali, nemmeno sotto forma di donazione, a scopo politico. A meno che non ci sia una sede negli Usa. Proprio questa è la risposta della Ecn, che parla di una filiale negli Stati Uniti da cui sarebbero partiti i 100 mila dollari.

Il Campiagn legal center smentisce

Non è così, però, per il Campaign legal center, l’organizzazione non profit che monitora i finanziamenti politici durante le campagne elettorali. Il Clc ha presentato una denuncia alla Commissione elettorale federale spiegando che almeno due dei quattro dirigenti di Ecn Capital e della filiale negli Usa sono cittadini canadesi. Dal Canada sarebbero partiti almeno 53 mila 506 dollari nel 2022, mentre altri contributi, secondo OpenSecrets, sarebbero partiti da Ecn Holdings e altre società collegate già nel 2018. E intanto la società canadese non risposto ai media, che non riescono a trovare alcuna informazione sul web relativa alle filiali statunitensi di cui si parla.

Ron DeSantis avrebbe ricevuto finanziamenti dal Canada in campagna elettorale: ma ricevere fondi dall'estero è illegale
Un comizione di Ron DeSantis a Philadelphia, in Pennsylvania (Getty).

Nello staff della ministra Calderone arriva Ghislana Caon, ex ufficio stampa di Raggi

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha allargato la sua squadra della comunicazione assoldando Ghislana Caon, ex raggiana, nel senso di Virginia Raggi, già sindaca di Roma in quota Movimento 5 stelle. Giornalista professionista con un passato in agenzie di stampa, Caon è entrata nella galassia M5s nel 2016. Poi è entrata nello staff della sindaca della Capitale, come ufficio stampa e con funzioni di strategia politica, comunicazione istituzionale, relazioni istituzionali e relazioni esterne e con i media. Dopo una parentesi al ministero della Transizione ecologica, è arrivata al ministero del Lavoro, ad arricchire la squadra comunicazione che vede già presenti il portavoce Ignazio Marino ed Elena Pasquini.

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Ghislana Caon assieme a Virgina Raggi ai tempi dell’esperienza in Campidoglio (Imagoeconomica).

Berlusconi, archiviato a Bari il processo Escort

Si è chiuso a causa della la morte di Silvio Berlusconi, proprio quando ormai era giunto alle ultime battute, il processo Escort in corso a Bari, nel quale l’ex premier era imputato per induzione a mentire: secondo l’accusa aveva pagato le bugie dette dall’imprenditore barese Giampaolo Tarantini ai pm che indagavano sulle ragazze portate a pagamento nella residenza private dell’allora presidente del Consiglio tra il 2008 e il 2009. Il fondatore di Forza Italia era stato rinviato a giudizio a novembre del 2018.

Silvio Berlusconi, archiviato a Bari il processo Escort: «Non doversi procedere per morte dell’imputato». Di cosa era accusato.
Silvio Berlusconi, scomparso a 86 anni (Getty Images).

Uno dei legali: «Un onore aver difeso Berlusconi»

Nella breve udienza che si è conclusa con la sentenza di non luogo a procedere da parte della giudice Valentina Tripaldi, la difesa rappresentata dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Federico Cecconi è intervenuta ricostruendo le tappe principali del processo, sostenendo che «il dibattimento ha certificato l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria e che l’escussione dei testimoni della difesa avrebbe solo ulteriormente corroborato tale insussistenza», esprimendo rammarico: «Ma oggi, il destino così ha voluto proprio quando eravamo arrivati all’ultimo metro, la conseguenza processuale è legata ad un evento molto triste». Sisto ha quindi concluso chiedendo, oltre alla chiusura del processo, che venisse messo a verbale che per lui «è stato un onore aver difeso Silvio Berlusconi».

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L’omaggio di Mediaset al suo fondatore (Imagoeconomica).

Il ruolo di Tarantini, condannato in via definitiva

Tarantini è già stato condannato in via definitiva a due anni e 10 mesi per aver portato avanti «una frenetica attività mirata a soddisfare i desiderata dell’ex premier» con donne che «si muovevano nell’esclusiva prospettiva di elargizioni economiche». La Cassazione aveva rigettato i ricorsi della procura generale di Bari e della difesa contro la sentenza con la quale il 26 settembre 2020 la Corte d’Appello aveva condannato l’imprenditore pugliese, concedendogli tra l’altro un notevole sconto rispetto alla condanna ricevuta in primo grado di sette anni e 10 mesi, grazie alla prescrizione di 14 dei 24 episodi contestati e al riconoscimento delle attenuanti generiche.

Bonus palestre e piscine 2023: a chi spetta e come richiederlo entro il 19 luglio

Dal 19 giugno 2023 è stata resa operativa la piattaforma per richiedere il bonus palestre e piscine 2023 e, così come previsto dalla normativa, potrà essere sfruttato fino al prossimo 19 luglio. Si tratta di una misura pensata in sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche che sono state costrette a chiudere nel corso del lockdown dovuto alla pandemia da Covid 19. Il contributo varia a seconda della grandezza del centro sportivo e oscilla tra un minimo di 25 mila euro e un massimo di 60 mila.

Bonus palestre e piscine 2023: cos’è e come funziona

Il bonus palestre e piscine 2023 si sostanzia in un contributo a fondo perduto erogato a chi gestisce delle strutture natatorie ed è, come detto, rivolto nello specifico alle associazioni e società sportive dilettantistiche. Le somme ricevute devono essere utilizzate necessariamente per la gestione e la manutenzione degli impianti sportivi che hanno subito delle penalizzazioni durante la pandemia.

Bonus palestre e piscine 2023: requisiti e a chi spetta

Così come deciso in sede governativa, chi richiede il bonus palestre e piscine deve rispettare alcuni requisiti:

  • deve risultare iscritto nel Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche alla data di entrata in vigore del decreto di Riparto, vale a dire il 24 marzo 2023;
  • sempre entro il 24 marzo 2023, i richiedenti devono risultare essere affiliati alle federazioni sportive, alle discipline sportive o agli enti di promozione spallaortiva;
  • avere in gestione, come proprietari, con un contratto di affitto, o con una concessione amministrativa un impianto sportivo natatorio dotato di una piscina coperta, convertibile o scoperta (in questo caso, però, è necessario che abbia un impianto di riscaldamento); la piscina coperta o convertibile deve essere lunga almeno 20 metri e avere una superficie di almeno 150 metri quadrati, mentre quelle scoperte riscaldabili devono essere lunghe almeno 25 metri e avere una superficie minima di 400 metri quadrati;
  • avere, al 24 marzo 2023, un numero di tesserati pari almeno a 30 unità.

Bonus palestre e piscine 2023: a quanto ammonta

Come detto, il valore dei contributi concessi ai beneficiari varia in base alla grandezza della piscina o della palestra richiedente. Più nello specifico, il contributo:

  • è di 25 mila euro per piscine con una superficie di 250 metri quadrati;
  • è di 40 mila euro per quelle con una superficie compresa tra i 250 ed i 399 metri quadrati;
  • è di 60 mila euro per gli impianti con superficie superiore a 399 metri quadrati.

Bonus palestre e piscine 2023: come richiederlo

Per poter ottenere il bonus occorre presentare, entro il 19 luglio 2023, un’istanza telematica al dipartimento dello Sport. Le richieste presentate verranno sottoposte ad un’istruttoria degli organismi affilianti del dipartimento e, dopo una verifica del possesso dei requisiti, lo quest’ultimo provvederà a erogare il contributo a fondo perduto attraverso un bonifico.

Stefano Fresi: età, moglie e film dell’attore

Stefano Fresi, nato a Roma il 16 luglio 1974, è un attore e musicista. Oltre ad aver recitato in numerosi film italiani, si è prestato anche al doppiaggio dando la voce e a Pumbaa ne Il re leone (2019) e a PB in Arctic – Un’avventura glaciale (2019).

Stefano Fresi: biografia e carriera

Fresi ha lasciato gli studi di Lettere a 23 anni per avvicinarsi al teatro e alla musica. Insieme alla sorella e al cognato, ha poi fondato un trio comico-musicale, i Favete Linguis. Nel 2004 ha esordito nel cast di Un medico in famiglia. Recitando nello spettacolo I tre moschettieri, Michele Placido lo notò e Fresi iniziò a interpretare il ruolo del Secco nel film drammatico Romanzo criminale (2005). Sette anni dopo è arrivato il grande successo per la recitazione in una serie di film che ebbero un buon riscontro di pubblico tra cui Viva l’Italia di Massimiliano Bruno e Smetto quando voglio di Sydney Sibilia (2014). Per quest’ultimo ruolo l’attore si è riservato una candidatura al David di Donatello. Lo stesso anno ha recitato in Ogni maledetto Natale e l’anno seguente in Noi e la Giulia di Edoardo Leo. Nel 2016 è stato nel cast di Forever Young di Fausto Brizzi mentre nel 2018 ha recitato con Paola Cortellesi nel film La Befana vien di notte. L’anno seguente è stato il protagonista di C’è tempo per la regia di Walter Veltroni.

Stefano Fresi, la carriera e la vita privata con la moglie e il figlio
Antonella Attili e Stefano Fresi al Festival del Cinema di Roma del 2022 (Getty Images).

Fresi è tornato ad affiancare Paola Cortellesi nei film Ma cosa ci dice il cervello e Figli. A inizio 2021 ha affiancato Roberto Bolle alla conduzione di Danza con me partecipando anche agli spot di Enel Energia e Parmigiano Reggiano. Nel 2022-2023 è tornato a teatro con lo spettacolo Cetra una volta con la sorella Emanuela e Toni Fornari presentandosi come i Favete Linguis.

Stefano Fresi: la vita privata

Da anni l’attore è sposato con Cristiana Polegri, anche lei impegnata nel mondo dello spettacolo. Si tratta di una doppiatrice, vocal coach e insegnante di musica e sassofono. Ha iniziato a studiare il pianoforte all’età di 10 anni per poi appassionarsi allo studio del sax alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma. Dalla loro unione è nato il figlio Lorenzo. Cristiana ha svelato che Fresi l’ha conquistata inviandole tanti messaggi: «Sia con il telefono, sia cartacei: una corrispondenza di sei mesi, con messaggi meravigliosi alla Cyrano de Bergerac».

Donna incastrata nel tapis roulant dell’aeroporto: amputata una gamba per liberarla

Una donna thailandese di 57 anni è stata suo malgrado la protagonista di un grave fatto di cronaca che sta facendo il giro del mondo. Intorno alle 9 del mattino del 29 giugno, la donna si trovava nel terminal dei voli nazionali dell’aeroporto Don Mueang di Bangkok. Avrebbe dovuto imbarcarsi poco dopo per un viaggio verso la provincia di Nakhon Si Thammarat, ma mentre si recava al gate è rimasta incastrata alla fine del tappeto mobile del Terminal 2. Sono subite intervenute le autorità e i soccorsi, per tentare di liberare la donna da quella che è diventata una trappola. E per farlo c’è stato soltanto un modo: l’amputazione della gamba rimasta bloccata all’interno dell’ingranaggio.

Una 57enne è rimasta incastrata in un tapis roulant all'aeroporto di Bangkok: tagliata la gamba
L’aeroporto internazionale Don Mueang di Bangkok (Getty).

Amputata la gamba dal ginocchio sinistro in giù

I medici della Royal Thai Air Force hanno constatato che la gamba era irrimediabilmente bloccata dagli ingranaggi e hanno deciso di operare sul posto per salvarle la vita. L’equipe ha amputato la gamba dal ginocchio sinistro in giù. La donna è stata poi trasportata d’urgenza all’ospedale più vicino. Una scena definita «straziante» da Krit Kittirattana, il figlio della 57enne. Sui social alcune foto della donna rimasta incastrata, sofferente, sono state poi rimosse dagli utenti.

Una 57enne è rimasta incastrata in un tapis roulant all'aeroporto di Bangkok: tagliata la gamba
I terminal dell’aeroporto Don Mueang vuoti (Getty).

La nota dell’aeroporto: «Profondamente dispiaciuti»

Il direttore dell’aeroporto Don Mueang ha convocato una conferenza stampa in cui ha raccontato la vicenda, mostrando solidarietà alla famiglia e spiegando che le autorità indagheranno per capire cosa sia successo sul tappeto. Poco dopo è stato diramato anche un comunicato stampa, poi pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale dello scalo. Oltre a ripercorrere quanto successo, l’aeroporto scrive che «l’uso di questa scala mobile è stato temporaneamente disabilitato» e che è stato chiesto a un team di ingegneri di investigare. Saranno controllati anche gli altri tapis roulant del Don Mueang. Al termine della nota il dipartimento Affari speciali e pubbliche relazioni scrive che «l’aeroporto è profondamente dispiaciuto per l’incidente ed è pienamente responsabile di tutti i costi di trattamento e risarcimento».

 

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: aveva fatto battute a sfondo nazista

A soli 10 giorni dall’insediamento si è dimesso il ministro dell’Economia Vilhelm Junnila, esponente del partito di estrema destra Veri Finlandesi (Perussuomalaiset). Nel giro di pochissimo tempo si era ritrovato nell’occhio del ciclone per due motivi: una battuta a sfondo nazista e una dichiarazione sulla necessità di «aborti climatici» in Africa, entrambe risalenti al 2019.

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: Vilhelm Junnila aveva fatto battute a sfondo nazista e parlato di aborto climatico.
Vilhelm Junnila in parlamento (Getty Images).

La battuta sul numero 88

Mercoledì 28 giugno Junnila è uscito per un soffio indenne dal voto di sfiducia, dopo che erano saltate fuori immagini risalenti a un evento a Turku nel 2019. In quell’occasione, Junnila aveva sottolineato come il numero elettorale del presidente della sezione locale del partito fosse l’88, lo stesso che lui aveva avuto alle elezioni: «Innanzitutto congratulazioni per l’ottimo numero. So che è una carta vincente. Questo 88 si riferisce, ovviamente, alle due ‘h’, ma non soffermiamoci su questo». Negli ambienti di estrema destra, il numero 88 simboleggia il saluto “Heil Hitler”, in quanto la lettera acca è l’ottava dell’alfabeto. «Spero sia chiaro a tutti che condanno fermamente e in modo assoluto l’Olocausto, l’antisemitismo e tutti gli atti antisemiti», ha detto una volta che l’infelice battuta è diventata di dominio pubblico.

Finlandia, si dimette ministro di estrema destra: Vilhelm Junnila aveva fatto battute a sfondo nazista e parlato di aborto climatico.
L’esecutivo guidato da Petteri Orpo (Getty Images).

La dichiarazione sull’aborto climatico

Giovedì 29 giugno, poi, c’è stata un’altra interrogazione parlamentare riguardante alcune affermazioni sempre risalenti al 2019, “ripescate” da un verbale ufficiale. «Nelle società sottosviluppate dell’Africa, il numero di bambini può essere enorme e il problema si aggrava ulteriormente quando il cambiamento climatico li spinge, a causa della carestia, delle malattie e delle condizioni meteorologiche estreme, a cercare un posto migliore la vita in aree con un’impronta di carbonio ancora maggiore», aveva dichiarato Junnila. «Sarebbe giusto che la Finlandia si assumesse le proprie responsabilità promuovendo l’aborto climatico, un grande balzo in avanti per l’umanità». Le dimissioni di Junnila, finito al centro della bufera, rischiano di destabilizzare il fragile governo di coalizione guidato da Petteri Orpo, nato dopo settimane di trattative.

Come sta Madonna? «Tornata a casa, ma non si alza dal letto»

Dopo il ricovero e le dimissioni di mercoledì 28 giugno, Madonna è tornata nella sua casa di New York. Inizialmente sembrava che si fosse parzialmente ripresa, tanto che il suo manager, Guy Oseary, ha dichiarato nelle ore successive all’uscita dall’ospedale che «la sua salute sta migliorando». A smentire questa frase è invece il portale Tmz, che ha raggiunto fonti vicine alla cantante e parla di una Madonna in condizioni difficili, che non riesce ad alzarsi dal letto. La popstar sta male e non si è ancora ripresa dall’infezione batterica per cui è stata trasportata in terapia intensiva nei giorni scorsi.

Madonna dopo il ricovero è tornata a casa ma sta ancora male: «Non si alza dal letto»
Madonna durante i 65esimi Grammy Awards a Los Angeles (Getty).

Madonna «ha vomitato in modo incontrollabile»

Le fonti citate da Tmz raccontano che Madonna «ha vomitato in modo incontrollabile da quando è stata dimessa dall’ospedale e l’infezione sta ancora devastando il suo corpo». E anche il manager Guy Oseary è tornato sui suoi passi. Lui e chi le sta vicino le hanno consigliato di fermarsi. Il tour mondiale, che dovrebbe partire il 15 luglio da Vancouver, passando anche per il Mediolanum Forum di Assago, a Milano, il 23 e il 25 novembre, sembra adesso vicino allo stop definitivo. La popstar vorrebbe riuscire a partire e proprio lavorando per la tournée ha deciso di tenere nascosta la febbre che l’ha afflitta per oltre un mese, fino al ricovero. Sabato 24 giugno il suo corpo non ha retto ed è stata trovata priva di sensi all’interno della sua abitazione a New York.

A rischio il Celebration tour

Il Celebration tour è stato annunciato da Madonna nel gennaio 2023 e l’intenzione della celebre cantante è quella di riproporre in tutto il mondo i più grandi successi di una lunga carriera iniziata negli anni ’80. La 64enne, qualora superasse i problemi di salute, canterà in 35 città, partendo dal Nord America e da Vancouver il 15 luglio. Poi Seattle, Phoenix, Denver, Tulsa, Saint Paul, Cleveland, Detroit, Pittsburgh, Chicago, Toronto, Montreal, New York, Boston, Washington DC, Atlanta, Tampa, Miami, Houston, Dallas, Austin, Los Angeles, San Francisco e Las Vegas. In Europa arriverà ad ottobre, con quattro date a Londra, prima di Anversa, Copenaghen, Stoccolma, Barcellona, Lisbona, Parigi, Colonia, Milano (il 23 e il 25 novembre), Berlino, Amsterdam e ancora Londra. Infine il ritorno negli Usa e la chiusura, a gennaio, a Città del Messico.

Madonna dopo il ricovero è tornata a casa ma sta ancora male: «Non si alza dal letto»
Madonna nel 2018 durante gli MTV Video Music Awards (Getty).

Chi è Francesco Muglia, il neo marito di Annalisa

Francesco Muglia, il neo sposo della cantante Annalisa, è un manager di 43 anni originario di Padova. Vice presidente marketing di Costa Crociere, ha incontrato la cantante proprio durante un evento della compagnia di crociera nel 2021.

Chi è Francesco Muglia

Francesco è lontano dal mondo dello spettacolo e, proprio come Annalisa, è molto attento alla sua privacy. Di lui si conosce poco. Si sa che è nato a Padova il 23 luglio 1980 dove ha vissuto fino al diploma conseguito al Conservatorio. Grande appassionato di musica, in giovane età ha tenuto diversi concerti nella sua città decidendo poi di studiare Lettere ed avvicinarsi al marketing ed alla comunicazione. Dopo la laurea all’Università di Padova, si è trasferito a Stoccolma per specializzarsi in Comunicazione e, ritornato in Italia, si è stabilito a Milano dove ha frequentato il master in Marketing, comunicazione e sales management Publitalia ’80. Prima di approdare a Costa Crociere, Francesco ha lavorato per l’azienda Danone, sempre in qualità di manager nel settore marketing. Oltre che di musica, il manager è appassionato di sport e si tiene in forma con il nuoto, il calcetto e la corsa.

Francesco Muglia chi è il marito di Annalisa.
Francesco Muglia (Instagram).

La storia d’amore e il matrimonio con Annalisa 

Francesco e Annalisa si sono sposati in gran segreto ad Assisi, anticipando di qualche giorno la data che tutti si aspettavano. Le nozze, infatti, erano previste l’1 luglio a Tellaro, borgo di Lerici in Liguria. Ma la coppia ha celebrato la cerimonia con rito religioso, intima e riservata, giovedì 29 giugno in compagnia degli amici più stretti ed i familiari. Tutto è avvenuto nel massimo riserbo senza far trapelare indiscrezioni e foto. I due hanno sempre vissuto la loro relazione lontana dai clamori e dal gossip. Si sono conosciuti nel corso di un evento nel 2021 su una delle navi della flotta Costa Crociere e, solo negli ultimi tempi, la loro relazione è venuta alla luce.

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