Daily Archives: 8 Settembre 2023

Putin: «Guerra provocata da Occidente». Zelensky lo accusa: «Ha ucciso Prigozhin»

Secondo il presidente russo Vladimir Putin, l’Occidente ha deliberatamente provocato la guerra in Ucraina con l’obiettivo di contenere la Russia. A riportarlo è la Tass. «I malvagi»– ha affermato Putin – «hanno mosso i primi passi nel tentativo di limitare la nostra sovranità tecnologica e ostacolare il nostro sviluppo». Secondo il leader russo, i Paesi occidentali hanno «provocato questo conflitto in Ucraina e ne hanno approfittato». Il tutto sarebbe «stato fatto intenzionalmente al fine di creare ulteriori condizioni per limitare la nostra crescita economica e frenare lo sviluppo della Russia».

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 Zelensky: «Putin ha ucciso Prigozhin»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo a una conferenza a Kyiv, citato da Bbc news in russo, ha affermato che Putin «è ormai senza speranze, come uomo e politico. Ha ucciso Prigozhin, almeno questa è l’informazione che abbiamo». Zelensky non ha specificato di quali informazioni sia in possesso il suo governo sul coinvolgimento di Putin nello schianto dell’aereo sul quale viaggiava il capo del gruppo di mercenari della Wagner, ma il Cremlino ha negato ogni coinvolgimento del presidente russo nella morte di Prigozhin.

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Circeo, sparano dall’auto con una carabina. Quattro fermati di cui due minorenni

A San Felice Circeo, in provincia di Latina, un gruppo di ragazzi a bordo di un’auto ha aperto il fuoco con una carabina ad aria compressa, ferendo i passanti. L’allarme è scattato in varie zone, mentre sono partite diverse telefonate alla centrale operativa della compagnia dei carabinieri di Terracina intervenuti sul posto, nella notte del 7 settembre. Dopo circa un’ora di ricerche dei militari, gli autori del gesto sono stati prima intercettati e poi fermati a bordo del veicolo in via Tittoni.

Quattro i fermati di cui due minorenni

All’interno del veicolo c’erano cinque persone, di cui una che è riuscita a fuggire. Il controllo e la conseguente perquisizione, hanno portato al sequestro della carabina ad aria compressa, di un coltello multiuso, di diversi proiettili in metallo e di due grammi di cocaina. Quattro le persone che sono state fermate, due dei quali minorenni.

Sette i feriti, tra cui una guardia giurata

I militari hanno individuato sette feriti, tra cui una guardia giurata mentre era in servizio, con lesioni anche serie. I colpi sono stati sparati principalmente ad altezza uomo. L’accusa per i fermati è di «violenza e lesioni aggravate ad incaricato di un pubblico servizio» e «lesioni aggravate da motivi abietti e futili mediante l’utilizzo di armi».

Hillary Clinton torna in cattedra alla Columbia University

Hillary Clinton torna in cattedra dopo 50 anni: al suo corso alla Columbia University, chiamato Inside the Situation Room, sono stati accettati 370 studenti sugli 800 che avevano presentato domanda. All’ex First lady, nonché ex segretario di Stato ed ex candidata democratica alla presidenza Usa, la prestigiosa università di New York ha offerto una cattedra alla School of international and public affairs (SIPA).

Un’occasione dopo la sconfitta contro Trump

Insieme a Yarhi-Milo, preside del SIPA, Clinton getterà inoltre le basi per un nuovo istituto di politica globale, Columbia World Projects (CWP), dove insegneranno, tra gli altri, Marie Yovanovitch, ex ambasciatrice in Ucraina, l’attivista del diritto al voto Stacey Abrams, l’ex Ceo di Google, Eric Schmidt. Per Clinton la cattedra è un’occasione per voltare pagina dopo la pesante sconfitta subita contro Donald Trump.

Terremoto: scossa di magnitudo 3.9 nelle Marche

Una scossa di magnitudo 3.9 si è registrata alle 16.36 di venerdì 8 settembre al largo della costa marchigianaanconetana a 6 chilometri di profondità. L’evento sismico è stato percepito anche ad Ancona, ma non si segnalano danni o disagi a persone.

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La scossa vicina alle zone colpite nel novembre scorso

L’Epicentro della scossa si pone a 30 chilometri a est di Fano e 37 chilometri a nord est di Ancona, più o meno nella zona in cui, il 9 novembre 2022, si verificarono due forti scosse (5.5 e 5.2) che causarono danni e sfollati tra l’Anconetano e il Pesarese.

 

Lo sfogo della sorella di Giulia Tramontano sull’ultima foto: «Non ha abbracciato l’altra donna»

«C’è una cosa che non tollero: sentirvi dire che l’ultimo abbraccio di Giulia con l’amante del suo compagno sia un lume di solidarietà in questa storia buia». Lo scrive su Facebook Chiara Tramontano, sorella di Giulia uccisa al settimo mese di gravidanza dal compagno Alessandro Impagnatiello, in merito all’immagine di un abbraccio tra la 29enne e la ragazza con cui l’uomo, dal primo giugno in carcere, aveva una relazione parallela.

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«Un abbraccio che non ricambia»

L’immagine delle telecamere di sorveglianza, agli atti dell’indagine, risale a poche ore prima dell’efferato omicidio e ritrae il momento dell’incontro tra le due donne, già noto dal 4 giugno scorso quando emerse il racconto messo a verbale dalla giovane collega del barman. «Lascio qui la mia opinione» – scrive la sorella – «perché ho bisogno di gridarla affinché quel frame catturato dalle telecamere possa essere osservato con gli occhi della verità. Mia sorella si è avvicinata al suo interlocutore con le braccia cadenti lungo il corpo. Viene avvolta da un abbraccio che non ricambia».

«Alla ricerca di una morale inesistente»

Nella parte conclusiva del post si legge: «Giulia non abbraccia la donna che si è intrufolata in casa sua ricoprendo il ruolo dell’amante. E ciascuno di noi avrebbe fatto la stessa cosa».  La verità, si legge ancora, «è che si sta cercando una morale inesistente nella tragedia che ha sconvolto le nostre vite. La solidarietà è altro, ha diverse tempistiche ed è mossa dal bene». Chiara, rivolgendosi a Giulia, aggiunge: «Non ti ha salvato l’amore e la solidarietà, ma le mie unghie difenderanno il tuo ricordo per sempre».

Venezia 80, Soundtrack Stars per la migliore colonna sonora a Io, Capitano di Garrone

Va a Io capitano di Matteo Garrone il Soundtrack Stars Award 2023 per la miglior colonna sonora tra i film della selezione ufficiale di Venezia 80. Il premio è andato al compositore 41enne Andrea Farri, autore delle musiche del film (edite da Sony Music Publishing) nelle sale con 01 Distribution e prodotto da Archimede con Rai Cinema e Tarantula, Pathè e Logical Content Ventures. «Un viaggio», si legge nella motivazione, «che accende il film di emozioni e sentimento accompagnando il ‘colore’ di un racconto che attraversa le sonorità etniche delle percussioni senegalesi come le note struggenti che evocano i ricordi della terra lontana. Una ricerca musicale che recupera la tradizione ma dà al sogno e all’avventura dei due giovani protagonisti anche il ritmo del rap».

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Levante premiata per la colonna sonora di Romantiche e i Subsonica per quella di Adagio

Menzione speciale della giuria va a The Killer di David Fincher per le musiche curate da Trent Reznor e Atticus Ross. Va a Levante, invece, il premio dell’anno per aver curato per la prima volta la colonna sonora del film Romantiche di Pilar Fogliati con il brano Leggera, scritto dalla cantautrice e prodotto da Daniel Bestonzo e Antonio Filippelli. Ai Subsonica, invece, è stato consegnato il premio speciale Soundtrack Stars Award per la musica di Adagio di Stefano Sollima.

Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali

In Russia si vota per eleggere vari governatori e parlamenti regionali, sindaci e consigli municipali – tra cui Mosca e la sua regione – per coprire qualche seggio vacante alla Duma di Stato e qualche altro in giro per vari oblast sparsi su tutto il territorio. Si vota anche nei territori annessi lo scorso anno, da Lugansk e Donetsk, da Zaporizhzhia a Kherson. Ovunque vinceranno i candidati del partito del potere, Russia unita (Ru), che fa riferimento a Vladimir Putin.

Il 39 per cento dei russi non si interessa di politica, il 25 per cento è convinto di non poterla influenzare

È il primo test elettorale, si fa per dire, per il presidente dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina: da allora la repressione contro l’opposizione politica e il dissenso sociale è cresciuta e si rifletterà da un lato sul risultato di questa tornata elettorale, con un plebiscito costruito e sostanziale a favore dei candidati di Ru, e dall’altro nel basso dato di affluenza, con un elettorato russo che da tempo ha perso fiducia nei confronti dell’esercizio della democrazia. Secondo un sondaggio di un paio di mesi a cura del Levada Center, ancora affidabile per i numeri che misurano la temperatura della società in Russia, il 39 per cento della popolazione non si interessa di politica e il 25 per cento crede comunque di non poterla influenzare. Stare a casa è insomma l’opzione più gettonata, tanto più che i giochi sono fatti visti i pochi spazi e i pochi candidati sia indipendenti sia della cosiddetta opposizione sistemica, ormai anch’essa ai margini.

Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali
Il primo ministro russo Mikhail Mishustin e il presidente Vladimir Putin (Getty Images).

L’80 per cento dei russi promuove Putin

Alla vigilia del voto, le cifre fornite sempre dal Levada a fine agosto restituiscono un quadro in cui, a livello nazionale, Russia unita è il primo partito (33 per cento), seguito dai nazionalisti del Lpdr (Partito liberal-democratico, al 10 per cento), da quello comunista (9 per cento) e dai socialdemocratici di Russia Giusta (4 per cento). Lo scorso mese il rating di approvazione per Putin è stato dell’80 per cento, per il primo ministro Mihail Mishustin del 66. Stando così le cose, c’è ancora bisogno di votare? Certo, perché la Russia rimane una democrazia presidenziale, anche se i contorni autoritari sono evidenti: la forma non è la sostanza, e nel corso di oltre due decenni il Cremlino ha ristretto gli spazi democratici tanto che anche la forma è mutata, ma tra la politica nazionale e quella regionale e locale ci sono comunque delle differenze, anche se il gioco lo guida chi si schiera con Russia Unita. Il problema della democrazia russa ha radici profonde che risalgono all’inizio degli Anni 90 e alla transizione postcomunista avallata dall’Occidente con tutte le sue distorsioni, a partire dalla crisi costituzionale del 1933, risolta dall’allora presidente Boris Yeltsin con i carri armati a sparare contro la Casa Bianca, la sede del governo. Al tempo, il successore di Mikhail Gorbaciov serviva per tenere lontano lo spettro comunista, veniva coccolato nonostante di democratico avesse poco o nulla e il sistema oligarchico alle sue spalle stesse affondando il Paese. La democrazia russa, prima di essere ammazzata da Putin, è stata abusata da Yeltsin, mentre Stati Uniti ed Europa facevano finta di nulla o addirittura applaudivano.

Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali
Bill Clinton e Boris Yelstin nel 1993 (Getty Images).

Le elezioni regionali sono solo un test organizzativo per le Presidenziali del 2024

L’anno prossimo in Russia ci saranno le elezioni presidenziali. In questo caso c’è da aspettarsi ancora meno democrazia di questa tornata, dato che i passaggi del potere al Cremlino sono regolati dall’alto. Lo si è visto nel voto che ha confermato Putin quattro volte dal 2000 e ancor prima le due volte con Yeltsin, la seconda, quella del 1996, con addirittura l’appoggio palese degli Stati Uniti che davanti alla possibilità che il comunista Gennady Zyuganov vincesse contro il malandato e alcolizzato Corvo bianco si erano mobilitati direttamente per sostenerlo. Nel 2024, senza ulteriori cambiamenti sul campo in Ucraina e colpi di scena a Mosca, Putin succederà con ogni probabilità a se stesso, le elezioni di domenica in Russia sono una sorta di prova generale, tecnica e organizzativa, più che politica.

Basket, Usa eliminati dal Mondiale: la Germania vince 113-111

Impresa della Germania ai Mondiali di Basket. La nazionale tedesca ha infatti battuto in semifinale gli Stati Uniti d’America con il punteggio di 113-111, qualificandosi così per l’ultimo atto per una finale interamente europea. Incontrerà infatti la Serbia che, in un altro incontro entusiasmante, ha avuto la meglio del Canada vincendo 95-86. Partita perfetta per l’ex Los Angeles Lakers Dennis Schröder, passato ai Toronto Raptors, autore di 17 punti e nove assist. Eccellente il lavoro di Andreas Obst e Daniel Theis, che rispettivamente hanno messo a referto 24 e 21 punti con una media del 60 per cento dal campo. A nulla è bastata per gli uomini a stelle e strisce una discreta gara di Anthony Edwards, troppo falloso nel finale, e soprattutto di Austin Reaves.

Impresa della Germania che batte gli Usa e raggiunge la Serbia in finale al Mondiale di Basket. Sugli scudi Schröder, Obst e Theis.
La gioia tedesca dopo la vittoria contro gli Usa (Getty Images).

Basket, la cronaca della vittoria della Germania sul Team Usa

La Germania ha messo le cose in chiaro sin dal primo minuto del quarto iniziale. Con un’ottima circolazione di palla ha ingabbiato la costruzione degli americani, che hanno preferito affidarsi alle azioni personali dei loro talenti piuttosto che puntare sugli schemi di coach Steve Kerr. Dopo la prima frazione, terminata sul punteggio di 31-33 per i tedeschi, il Team Usa ha spinto subito sull’acceleratore per provare a dare uno strappo decisivo alla gara. Migliori in campo Reaves e Jalen Brunson, playmaker e guardia dei New Yorks Knicks. I tedeschi però, a differenza di quanto fatto vedere dagli Azzurri nel quarto di finale, hanno retto l’urto degli statunitensi, chiudendo il secondo parziale appena un punto sotto sul 60-59.

Impresa della Germania che batte gli Usa e raggiunge la Serbia in finale al Mondiale di Basket. Sugli scudi Schröder, Obst e Theis.
Un’immagine della partita fra Germania e Usa (Getty Images).

È però nel terzo quarto, soprattutto nei primi tre minuti inziali, che la Germania ha costruito gran parte della sua impresa. Per 180 secondi infatti gli Usa non sono mai riusciti ad andare al tiro, registrando anche tre palle perse. Issatisi sul vantaggio in doppia cifra, quando il tabellone ha recitato 92-82 è arrivato il vero colpo dell’orgoglio americano. Con una schiacciata e una tripla di Edwards, gli Stati Uniti hanno ristretto lo svantaggio a tre punti sul 103-106 a tre minuti dal fischio finale. Una tripla incredibile di Obst e un grande tiro di Dennis Schroder sono valsi il 107-113, cui gli americani non hanno saputo porre rimedio. Intanto il 9 settembre alle 10.45 sarà in campo per l’ultima volta anche l’Italbasket di Gianmarco Pozzecco contro la Slovenia per il settimo posto.

Covid, contagi, tamponi e nuove varianti: che autunno ci aspetta

Sono Eris e Pirola i nomi che fanno di nuovo paura. Le due varianti del Covid, infatti, hanno fatto alzare il livello di allarme, non solo in Europa. La prima, Eris, è quella maggiormente diffusa in Italia. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità il 41,9 per cento dei casi sul territorio italiano è legato proprio a questa variante che preoccupa anche perché pare colpire nuovamente i polmoni.  «Gli studi adoggi effettuati evidenziano che EG.5 (Eris, ndr) è caratterizzata da un elevato tasso di crescita che, insieme a una diminuita capacità neutralizzazione da parte di anticorpi verso altre varianti giustificherebbe la sua prevalenza in diversi Paesi», spiega l’Iss che comunque al momento non ravvisa maggiori pericoli per la salute pubblica. I casi, comunque, aumentano.

In Italia i casi sono cresciuti del 44 per cento nell’ultima settimana

L’ultimo bollettino settimanale pubblicato l’8 settembre evidenzia una crescita del 44 per cento dei contagi nell’ultima settimana (21.309 casi contro i 14.866 della settimana scorsa). Sale anche l’incidenza a 31 casi per 100 mila abitanti rispetto ai precedenti 24. Cresce lievemente l’occupazione delle terapie intensive (0,6 per cento rispetto allo 0,4 per cento della precedente rilevazione) dove sono ricoverate 49 persone. La fine dell’estate, insomma, è stata caratterizzata da un trend di forte crescita, senza considerare che con i test fai da te molti casi restano sotto traccia, non rientrando nelle statistiche ufficiali.

Covid, contagi e nuove varianti: che autunno ci aspetta
In Italia la variante Eris rappresenta il 41,9 per cento dei casi (Ansa).

In ospedale tamponi obbligatori solo per i sintomatici 

Il ministero guidato da Orazio Schillaci per ora non ha attuato alcuna stretta. Anzi si allentano ulteriormente le restrizioni. L’ultima circolare del ministero elimina per gli asintomatici l’obbligo di tampone per entrare in ospedale anche nei reparti con pazienti fragili o in pronto soccorso. Obbligo che resta invece per chi è sintomatici o ha avuto rapporti stretti con positivi nei cinque giorni precedenti. Ai visitatori delle Rsa invece è raccomandato fortemente di eseguire un test. Da un mese inoltre è stata abolito l’isolamento obbligatorio per i positivi. Una persona malata può tranquillamente uscire di casa senza incorrere in sanzioni. C’è al momento solo la raccomandazione di isolarsi fino a quando sono presenti i sintomi, oltre a evitare contatti con persone fragili e indossare la mascherina. Chi invece ha avuto contatti con un contagiato deve semplicemente far attenzione all’eventuale insorgenza di sintomi come mal di gola, tosse o raffreddore. Intanto, il dicastero sta preparando la campagna vaccinale per la stagione invernale, consigliata agli over 60 e ai fragili. A parte questo, pare che la violenza con cui la pandemia ha colpito il nostro Paese non abbia insegnato molto altro. Come sottolineato dalla Fondazione Gimbe, l’Italia nel 2022, secondo l’OECD Health Statistics 2023 che calcola la spesa sanitaria pubblica dei Paesi dell’area Ocse, si attesta al 6,8 per cento del Pil, 0,3 punti percentuali rispetto alla media del 7,1 per cento. In Europa sono ben 13 i Paesi che in percentuale investono più dell’Italia, con un gap che va dai +4,1 punti percentuali della Germania (10,9 per cento del Pil) ai +0,3 dell’Islanda (7,1 per cento).

Covid, contagi e nuove varianti: che autunno ci aspetta
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica).

Mascherine nei luoghi affollati: il consiglio di Pregliasco

Se Eris preoccupa l’Italia, oltre confine è Pirola che sta alimentando timori di un ritorno al passato: negli Stati Uniti la variante si sta diffondendo con grande rapidità. L’immunologo Anthony Fauci, in pensione da fine 2022, ha sollecitato una maggiore attenzione nella protezione delle vie respiratorie, visto che «quando il volume dei casi nella società raggiunge un livello ragionevolmente alto, i soggetti vulnerabili, gli anziani, quelli con patologie di base, saranno più suscettibili, se si infettano, di contrarre malattie gravi che portano all’ospedalizzazione». Intanto a New York sono riapparse le mascherine. E in Italia? Per ora sono state archiviate, anche se recentemente Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, ha invitato a indossarle nei luoghi molto affollati e sui mezzi di trasporto. Intanto Moderna ha annunciato che il suo vaccino aggiornato è efficace anche contro la variante Pirola: genera infatti un aumento di 8,7 volte degli anticorpi neutralizzanti. Risultati simili sono stati ottenuti anche nei test contro Eris e la variante FL.1.5.1 (Fornax) che in Usa è la seconda più diffusa. Ora si attende l’approvazione dalla Food and Drugs Administration Usa e dall’Ema europea.

Covid, contagi e nuove varianti: che autunno ci aspetta
Fabrizio Pregliasco (Imagoeconomica).

L’Oms invita alla prudenza in vista della stagione invernale 

Gli organismi internazionali hanno drizzato le antenne per non farsi cogliere impreparati. «Continuiamo a vedere tendenze preoccupanti per il Covid 19 in vista della stagione invernale nell’emisfero settentrionale», ha affermato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. «I decessi stanno aumentando in alcune parti del Medio Oriente e dell’Asia – ha evidenziato –  i ricoveri in terapia intensiva stanno aumentando in Europa e i ricoveri ospedalieri stanno aumentando in diverse regioni». Da qui l’appello alla ripresa di una campagna vaccinale.

Mondiale di rugby al via: gironi, calendario e partite dell’Italia

Tutto pronto per la decima edizione del Mondiale di rugby. Dall’8 settembre al 28 ottobre, per un mese e mezzo i maestri della palla ovale si sfideranno in Francia per togliere lo scettro al Sudafrica, campione in carica dopo la vittoria nel 2019 contro l’Inghilterra. Nel match inaugurale, in diretta su Sky Sport alle 21.15, i padroni di casa affronteranno i favoritissimi All Blacks della Nuova Zelanda, prima partita del Gruppo A in cui è presente anche l’Italia. Gli Azzurri saranno in campo il 9 settembre alle 13 contro la Namibia, che completa il raggruppamento con l’Uruguay. Un incontro alla portata dei nostri ragazzi, che però dovranno compiere un miracolo per passare il turno. Si qualificheranno infatti soltanto le prime due, pertanto sarà difficile strappare il pass a transalpini e neozelandesi, favoriti anche per il trionfo finale.

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Mondiale di rugby, il calendario e la formazione dell’Italia per il torneo

Già disponibile la prima formazione ufficiale dell’Italia al Mondiale di rugby. Il commissario tecnico Kieran Crowley, che lascerà la panchina della Nazionale al termine della competizione, ha diramato i nomi dei 15 che affronteranno la Namibia a Saint Etienne. In prima linea Danilo Fischietti partirà dal primo minuto a sinistra al posto di Nemer, al fianco di Giacomo Nicotera e Simone Ferrari. In seconda linea invece spazio per Dino Lamb al posto di Niccolò Cannone, che ha giocato invece l’ultima amichevole contro il Giappone. Accanto a lui ci sarà Federico Ruzza. Con il capitano Michele Lamaro ci saranno invece in terza linea Lorenzo Cannone e Sebastian Negri. Trequarti saranno Ange Capuozzo, fra i più promettenti giovani della competizione, schierato ala con Montanna Ioane, mentre Juan Ignacio Brex e Luca Morisi saranno i due centri. In mediana spazio a Stephen Varney e Paolo Garbisi, playmaker assieme a Tommaso Allan.

Al via in Francia il Mondiale di rugby. Italia nel Gruppo A con le favorite Francia e Nuova Zelanda. Convocati e calendario degli Azzurri.
Stephen Varney durante un’azione con la maglia azzurra (Getty Images).

A disposizione per entrare a gara in corso Pierre Bruno, Paolo Odogwu, Martin Page-Relo, Manuel Zuliani e David Sisi. Completano la rosa degli Azzurri anche Ivan Nemer, Epalahame Faiva e Marco Riccioni. Dopo la partita contro la Namibia, l’Italrugby tornerà in campo al Mondiale mercoledì 20 settembre alle 17.45 a Nizza contro l’Uruguay. Venerdì 29 settembre l’attesa sfida agli All Blacks a Lione, mentre il 6 ottobre l’ultimo incontro del girone contro i padroni di casa della Francia sempre all’OL Stadium. Quanto agli altri gironi, nel Gruppo B ci sono i campioni in carica del Sudafrica oltre a Irlanda, Scozia, Tonga e Romania. Nel Girone C figurano Australia, Galles, Georgia, Fiji e Portogallo, mentre nel D spazio ai vicecampioni in carica dell’Inghilterra. I britannici se la vedranno con Samoa, Argentina, Cile e Giappone.

Dagli All Blacks al Sudafrica, chi sono i favoriti alla vittoria finale

Quanto alle formazioni favorite per il gradino più alto del podio, due si trovano nel girone dell’Italia. Francia e Nuova Zelanda, per i bookmakers e gli esperti, sono infatti candidate per un posto in finale. «Rendeteci felici e fieri», ha detto ai suoi il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron, in visita al campo di allenamento. «Siete i più preparati del torneo». I padroni di casa potranno contare sulla stella Antoine Dupont, mediano e capitano già nel corso del Sei Nazioni di cui è stato eletto miglior giocatore. Gli All Blacks, veterani della competizione che hanno vinto per tre volte come il Sudafrica, avranno dalla loro la giovane ala Will Jordan, autore di 23 mete in 24 presenze con la maglia nera della sua nazionale di rugby. Occhi puntati anche sui campioni in carica del Sudafrica che vanterà nella sua formazione il talentuoso Siya Kolisi. Da non sottovalutare nemmeno l’Irlanda, in cui milita il miglior giocatore del 2023, la terza linea Josh Van Der Flier.

Al via in Francia il Mondiale di rugby. Italia nel Gruppo A con le favorite Francia e Nuova Zelanda. Convocati e calendario degli Azzurri.
I giocatori della Nuova Zelanda durante l’haka (Getty Images).

Ucraina contro Musk: «Un cocktail di ignoranza e grande ego»

Alta tensione fra l’Ucraina e Elon Musk. Con un post su Twitter (X), il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha infatti attaccato duramente il miliardario americano, accusandolo di aver «commesso un male, uccidendo civili e bambini». Il riferimento è alla sua decisione di spegnere la rete di satelliti Starlink nel 2022 per ostacolare un attacco ucraino alle forze militari russe, come rivelato da una nuova biografia di Walter Isaacson in uscita il 12 settembre negli Usa. La sua mossa, secondo Podolyak, sarebbe frutto di «un cocktail di ignoranza e grande ego» che si ripercuoterebbe continuamente sulla vita degli innocenti. «Perché alcune persone vogliono così disperatamente difendere i criminali di guerra e il loro desiderio di commettere omicidi?», ha postato il consigliere di Zelensky. «Non si rendono conto che così stanno incoraggiando il male?».

Tramite un commento dal suo profilo ufficiale, lo stesso Elon Musk ha tenuto a dire la sua sul caso. «C’è stata una richiesta di emergenza da parte delle autorità governative per attivare Starlink fino a Sebastopoli», ha scritto su Twitter (X). «L’intento era quello di affondare la maggior parte della flotta russa all’ancora. Se io avessi acconsentito, SpaceX sarebbe esplicitamente divenuta complice di un grave atto di guerra e di una escalation del conflitto».

Ucraina e Elon Musk, il battibecco dell’ottobre 2022 con Zelensky

Non è la prima volta che Elon Musk attira su di sé l’ira dell’Ucraina e del suo presidente Zelensky. Come ha ricordato il Guardian, infatti, nell’ottobre 2022 fece inalberare Kyiv con la sua personale proposta per porre fine al conflitto. Il suo piano per un accordo di pace, infatti, prevedeva di ripetere i referendum nel Donbass, sotto la costante supervisione dell’Onu, sull’annessione delle regioni occupate da Mosca in Ucraina e riconoscere la sovranità russa sulla penisola di Crimea. Un recente studio della Commissione europea ha invece accusato Twitter (X) e il suo patron di consentire la diffusione online della propaganda russa. «La portata e l’influenza del Cremlino sono aumentate nella prima metà del 2023», si legge nel report ufficiale. Musk ha però replicato immediatamente sul suo profilo: «Dov’è tutta questa propaganda filo-russa? Noi non la vediamo».

Mykhailo Podolyak ha attaccato Musk per aver spento la rete Starlink. La replica: «Non volevo divenire complice di un grave atto di guerra».
Il patroni di Twitter e SpaceX Elon Musk (Getty Images).

Podolyak: «Nessun ruolo di mediazione per il Papa, è filorusso»

Mykhailo Podolyak, capo consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in una lunga e accesa conversazione con Oksana Kharkovska sulla tv ucraina Canale 24, rilanciata dal sito di informazione vaticana Il Sismografo –  ha affermato: «Non ha senso parlare di un mediatore chiamato Papa Francesco se questi assume una posizione filorussa che è del tutto evidente a tutti».

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«Dobbiamo analizzare gli investimenti della Russia nella Ior»

Kyiv esclude quindi la possibilità di una mediazione vaticana per risolvere il conflitto militare in territorio ucraino. Podolyak ha fatto inoltre cenno anche a investimenti della Russia nello Ior: «Dobbiamo guardare agli investimenti che la Russia sta facendo nella banca vaticana. Dobbiamo analizzare tutto questo in un modo un po’ più dettagliato».

Roma, scippa un’anziana in strada e viene picchiato dal branco. Il video

Il quartiere è quello del Quarticciolo, alla periferia di Roma, dove giovedì 7 settembre  si è consumato un violento pestaggio nei confronti di un ragazzo che ha scippato una donna anziana. Il video, girato da un residente della zona con il telefonino, mostra lo scippatore che viene ripetutamente preso a calci e pugni da una decina di persone che lo hanno accerchiato. In una sequenza si vede un ragazzo che lo colpisce sulla testa con un casco, mentre in sottofondo si sente una donna incitare la violenza.

Il giovane ha riportato la frattura del setto nasale

Il 26enne ha cercato invano di fuggire, ma senza successo. Alcuni residenti che hanno assistito alla scena hanno chiamato il 112 e sul posto sono arrivati i carabinieri. I militari hanno arrestato il ragazzo per rapina e lo hanno poi accompagnato all’ospedale di Tor Vergata, dove è stato sottoposto ad accertamenti clinici. Il giovane ha riportato la frattura del setto nasale. L’arresto è stato convalidato per direttissima ed è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Roma in attesa del processo. Intanto sono in corso gli accertamenti per identificare i protagonisti del pestaggio.

Ballando con le stelle 2023: Carlotta Mantovan nel cast

È ufficiale: del cast della prossima edizione di Ballando con le stelle, in programma in autunno come sempre su Rai 1 e con la conduzione di Milly Carlucci, farà parte Carlotta Mantovan. Come già accaduto con gli altri concorrenti del talent, la conferma definitiva è giunta con la pubblicazione di un video teaser caricato sui social ufficiali del format. «Anche a cavallo si può imparare a tenere il ritmo, ognuno ha il suo metodo!» ha commentato ironicamente il programma, facendo riferimento ad una delle più grandi passioni della concorrente, l’equitazione. Carlotta Mantovan è nota per essersi qualificata seconda a Miss Italia 2001 e per essere stata moglie di Fabrizio Frizzi. Mantovan, oggi, è giornalista e conduttrice che in passato ha collaborato con Sky e ha lavorato in Rai a trasmissioni come Portobello insieme ad Antonella Clerici e Tutta salute con Michele Mirabella e Pier Luigi Spada.

Ballando con le stelle 2023, i concorrenti già annunciati e il nodo della giuria

Il cast del programma di Milly Carlucci prende sempre più forma. Sui social sono stati confermati almeno Ricky Tognazzi, Rosanna LambertucciSimona Ventura e il compagno Giovanni Terzi. Al gruppo dei concorrenti però mancano ancora diversi nomi, che verranno annunciati da qui alle prossime settimane. E per quanto riguarda la giuria? Selvaggia Lucarelli, Guillermo Mariotto, Fabio Canino, Carolyn Smith e Ivan Zazzaroni potrebbero essere riconfermati anche se non è detta l’ultima parola. Sul tavolo potrebbe esserci infatti qualche novità.

 

Jimmy Fallon accusato di umiliazioni e offese al Tonight Show: «Mi scuso»

Umiliazioni pubbliche, violenze verbali e insulti personali sul set. Come ha riportato un’inchiesta esclusiva di Rolling Stone, 16 ex e attuali collaboratori del Tonight Show di Jimmy Fallon hanno accusato il conduttore di aver creato un ambiente tossico di lavoro, tanto da mettere in crisi la loro salute mentale. Nessuno, come spiegato dagli intervistati, ha mai avuto il coraggio di dire no al presentatore o i produttori del programma, che tra l’altro sono cambiati ogni anno dal 2014, data del suo debutto nello show. Alcuni hanno lasciato il lavoro di loro spontanea volontà, altri sono stati licenziati. Lo stesso Jimmy Fallon, poche ore dopo la diffusione della notizia, ha porto le scuse allo staff via Zoom, confermando le accuse. «Mi sento male, è così imbarazzante che non riesco nemmeno a dirlo a parole», ha spiegato il conduttore. «Mi spiace aver messo in difficoltà voi e le vostre famiglie».

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Jimmy Fallon, stanze del pianto e scatti d’ira al Tonight Show

La rivista americana ha ascoltato circa 80 dipendenti di Nbc per il Tonight Show e il Late Show with Jimmy Fallon, il programma che il presentatore americano ha condotto dal 2009 al 2014. In forma anonima, per evitare possibili ritorsioni sulla loro carriera, alcuni hanno parlato della differenza fra i «good Jimmy days» e i «bad Jimmy days». Nei primi, Fallon mostrerebbe anche con colleghi e collaboratori lo stesso atteggiamento ironico e divertente che presenta davanti alle telecamere. Nelle sue giornate no, invece, risulterebbe talmente intrattabile da spingere chiunque a non guardarlo nemmeno in faccia. «Se lo trovi in una giornata storta, sei fottuto». Se insoddisfatto, Jimmy Fallon sorvolerebbe le critiche costruttive per passare direttamente agli insulti personali. Un clima talmente teso e, per l’appunto, «tossico» che avrebbe spinto i lavoratori a piangere nei camerini, ribattezzati «crying rooms» (stanze del pianto).

Scatti d'ira e insulti personali hanno spinto i dipendenti a pianger nei camerini. Così Jimmy Fallon ha creato un clima tossico sul lavoro.
Jimmy Fallon ospita Jessica Alba al Tonight Show (Getty Images).

«Non mi sono mai sentito così giù nella mia vita», ha raccontato un ex collaboratore di Jimmy Fallon. «Non volevo più vivere, ho pensato seriamente di ammazzarmi. Sapevo che non l’avrei mai fatto, ma mi chiedevo perché ci pensassi continuamente». Un caso tutt’altro che isolato, dato che molti colleghi avrebbero detto di aver fatto pensieri simili dopo le umiliazioni subite sul posto di lavoro. Sette dipendenti hanno spiegato di aver sofferto di attacchi d’ansia e di aver dovuto ricorrere a terapie per poter risolvere vari problemi fisici e soprattutto psichici accusati negli anni. «Non sapevi mai quale Jimmy avresti avuto di fronte», ha affermato un altro dipendente. «Che tristezza che un uomo del suo talento abbia creato un clima così tossico». Inoltre il conduttore si sarebbe presentato più volte ubriaco a lavoro, rischiando di compromettere la riuscita del Tonight Show.

I commenti positivi di alcuni dipendenti e la risposta ufficiale di Nbc

Nonostante le pesanti accuse e le immediate scuse dello stesso Jimmy Fallon, non sono mancati però elogi per il suo comportamento e smentite. «Non ho mai sentito parlare delle stanze del pianto», ha spiegato un suo collaboratore, che ha scelto però di restare anonimo, alla rivista People. «Sono felice di lavorare per lui. Ci tiene a elogiarti quanto fai bene e quando è felice». Intanto Nbc, emittente televisiva che trasmette lo show di Fallon, si è detta orgogliosa del Tonight Show, confermando di voler analizzare l’accaduto. «Come in ogni posto di lavoro, alcuni dipendenti hanno sollevato problemi che analizzeremo», ha detto il portavoce della società. «Prenderemo provvedimenti laddove appropriato. Incoraggiamo chi ha subito comportamenti non conformi alle nostre politiche a segnalarceli per tempo».

Autostrade per l’Italia, due ore retribuite ai dipendenti per accompagnare i figli al primo giorno di scuola

In vista della riapertura delle scuole in programma all’inizio di settembre, Autostrade per l’Italia ha accordato, per tutti i genitori dipendenti del Gruppo non turnisti e con figli in età di scuola primaria, un permesso di due ore retribuite per poter accompagnare i propri figli nel loro primo giorno di scuola.

Attenzione alla conciliazione vita-lavoro

L’accordo, siglato alla presenza delle organizzazioni sindacali, va in continuità con i precedenti accordi e i miglioramenti introdotti già nel nuovo Ccnl in merito al tema dei congedi per la maternità e la paternità, tutele per i lavoratori con problemi di salute, miglioramenti del sistema della previdenza complementare e un forte rafforzamento del sistema di welfare, confermando ancora una volta l’attenzione dell’azienda alla conciliazione vita-lavoro e il benessere dei lavoratori.

Autostrade per l'Italia, due ore retribuite ai dipendenti per accompagnare i figli al primo giorno di scuola
L’ad di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi (Imagoeconomica).

«Le nostre politiche a favore della bigenitorialità»

Gian Luca Orefice, direttore Human Capital Organization e Hse di Autostrade per l’Italia, ha spiegato che «il primo giorno di scuola dei nostri figli è un tassello fondamentale per l’istruzione e la crescita dei ragazzi, per costruire le persone e la società di domani. Ma è anche un momento importante per la famiglia e per ciascun genitore: un diritto che va tutelato. L’accordo siglato oggi in Aspi è solo un piccolo ma significativo sostegno per ciascun lavoratore, nel solco delle nostre politiche a favore della bigenitorialità, del rafforzamento dell’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, oltre che delle pari occasioni di crescita».

Impegno aziendale sul versante diversity e inclusion

Antonio Cavallera, Head of people management e industrial relations, ha aggiunto: «Questo accordo è un altro frutto della nostra collaborazione costante con le organizzazioni sindacali, una sinergia che consente di conoscere e agire con efficacia su quelle che sono le esigenze dei nostri lavoratori. Un approccio virtuoso che ci rende orgogliosi e ci consente di inaugurare pratiche innovative come questa». Questa iniziativa aggiunge tra l’altro un ulteriore tassello all’impegno aziendale sul versante diversity e inclusion, tradotto nelle molteplici azioni condotte nell’ambito del team rappresentato da Alessia Ruzzeddu, responsabile Diversity, Equity and Inclusion di Autostrade per l’Italia.

Calcio, Nazionale donne: Andrea Soncin è il nuovo Ct dell’Italia

Andrea Soncin è il nuovo commissario tecnico della Nazionale femminile di calcio: l’allenatore, reduce dall’esperienza al Venezia Primavera nella quale ha diretto per due parentesi anche la prima squadra in Serie A e B, succede a Milena Bertolini e avrà al suo fianco Viviana Schiavi, ex Azzurra, già nel Club Italia dal 2017, nella passata stagione tecnico della Nazionale Femminile Under 16.

Gravina: «Gettare le basi per la Nazione del futuro»

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha commentato l’arrivo del nuovo ct: «Diamo il benvenuto ad Andrea Soncin alla guida della Nazionale Femminile. Il suo amore per la maglia azzurra, la sua preparazione tecnica e il suo grande entusiasmo rappresentano elementi determinanti per l’avvio del nuovo corso delle Azzurre. Ci aspetta un girone di Nations League veramente difficile, ma il nostro obiettivo è gettare le basi per la Nazionale del futuro, in ottica di qualificazioni europee e mondiali».

Monte Bianco, Tajani: «Convinceremo la Francia sul raddoppio del traforo»

Il governo italiano «insisterà» con la Francia per raddoppiare il traforo del Monte Bianco. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rai Isoradio, aggiungendo che il 25 settembre sarà a Parigi per incontrare la collega francese Catherine Colonna «perché si possa dar vita a una seconda canna del Monte Bianco» e di aver convocato il Comitato transfrontaliero per il 31 ottobre a Torino. «Vedremo di convincere i francesi che non mi sembrano ancora favorevoli, ma noi lavoriamo nell’interesse dei trasportatori, dei turisti e delle imprese», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Tajani ha confermato la decisione della conferenza intergovernativa italo-francese che giovedì sera ha stabilito di rinviare di un anno i lavori strutturali all’interno della galleria del Monte Bianco, che resterà dunque aperto durante la stagione invernale, mentre andranno avanti i lavori di ordinaria manutenzione che saranno fatti nelle ore notturne. Il vicepremier ha quindi ribadito l’importanza di tenere aperto il traforo «per l’afflusso dei turisti e per le nostre imprese che ricevono e fanno partire merci attraverso il Monte Bianco», soprattutto dopo la frana del Frejus.

 

Ucraina, missili russi su tre città: numerosi i feriti

Nella mattinata di venerdì 8 settembre, le truppe russe hanno lanciato attacchi missilistici in Ucraina contro le città di Kryvvi Rih, Zaporizhzhia e Sumy, uccidendo una persona e ferendone almeno 45. Lo riferisce il Kyiv Independent citando fonti ufficiali.

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Colpita una stazione di polizia

La Russia ha colpito una stazione di polizia a Kryvvi Rih, nell’oblast di Dnipropetrovsk, danneggiando anche gli edifici residenziali vicini, ha riferito il ministro ucraino dell’Interno Ihor Klymenko, secondo cui un agente di polizia è stato ucciso e altri sei dipendenti sono rimasti feriti.

Con Ragazza sola Annalisa chiude in bellezza una fortunata trilogia

Annalisa ci prova di nuovo. O meglio, ci prova per la prima volta. Prova, cioè, a dimostrare di essere davvero lei la regina del pop italiano, sfornando, a un anno quasi esatto dall’uscita di quella Bellissima che ha cambiato in qualche modo il corso della sua vita artistica, Ragazza sola, che proprio con Bellissima e la più che fortunata Mon Amour va a costruire una trilogia degna di Guerre Stellari (il che potrebbe anche suonare come un augurio, vai di prequel e sequel).

La faticosa ricerca di una identità

Facciamo il classico passo indietro, così da avere modo di guardare il quadro nella sua interezza. Annalisa arriva alla musica, a quella professionistica, attraverso il talent di Maria De Filippi, Amici, nell’anno del Signore 2011. Ci arriva convincendo tutti, certo, ma non portando a casa la vittoria finale, fatto che in qualche modo diventerà parte integrante del suo personaggio. A vincere, in quella edizione, fu Virginio, altro talento che oggi firma parte dei successi di Laura Pausini. Ma sarà lei quella destinata a farsi largo nel mondo del pop. Dotata di una voce molto bella, a livello di timbro e pasta, e anche assai educata, Annalisa entrerà nello show business vestendo i passi dell’interprete abbastanza tradizionale, seppur la sua prima hit Diamante lei e luce lui sia nei fatti un pop leggero, adatto alla sua età. Complice la sua voce potente e una bellezza elegante, Annalisa è una interprete che potrebbe serenamente iscriversi nel novero dei nomi importanti che tra gli Anni 60 e i 70 hanno animato la scena musicale. La sua versione di Mi sei scoppiato dentro il cuore di Mina dava indicazioni piuttosto precise a riguardo. Poi il quadro si fa confuso, come una serie di macchie a colori alla Pollock, e del resto questa non è una biografia. La nostra comincia a lavorare inseguendo una identità che sembra sia faticosa da trovare. Partecipa più volte al Festival di Sanremo, tira fuori album e singoli, si affaccia anche al mondo della televisione, mettendo a frutto quella laurea in Fisica, pegno pagato alla famiglia che la voleva comunque laureata prima di intraprendere la carriera da cantante.

Con Ragazza sola Annalisa chiude in bellezza una fortunata trilogia
Annalisa (dal profilo Fb).

Un’artista poliedrica e sempre sul pezzo ma non sempre dotata di riconoscibilità

Ecco, la laurea in Fisica. Annalisa, ligure, carattere introverso, anche abbastanza ostentato nei primi anni della sua carriera –  intervistarla significava fare i conti con una artista di buone maniere ma non semplicissima da far aprire – per anni è stata raccontata come la ragazza caparbia, che prima di iniziare a cantare per un grande pubblico, Amici, Ariston, la radio, ha portato a casa una laurea anche difficile, complicata. Come se mancassero altri elementi per poterla raccontare meglio. Certo, il pop che negli anni ha sfornato, si trattasse di ballad, quali L’ultimo addio, Il diluvio universale, Il mondo prima di te, mid tempo, quali Senza riserva o Bye Bye, o mossi, quali Scintille, in odor di swing, Splende, Se avessi un cuore, Direzione la vita – cito alcune canzoni tra le tante pubblicate, comprese quelle in collaborazione con altri come Tutto per una ragione, con Benji e Fede, Vento sulla luna con Rkomi –  ci hanno mostrato una artista sempre molto sul pezzo, perfettamente in grado di vestire sfumature anche differenti tra loro, una poliedricità davvero rara in casa nostra, ma anche difficile da restare impigliata nella rete della riconoscibilità. Fatta eccezione per una voce importante, infatti, l’aver cercato come una rabdomante la giusta direzione, ha portato negli anni Annalisa a sperimentare davvero tanto, finendo, a tratti, per spiazzare l’ascoltatore attento, e lo dice che da sempre indica in lei un talento assoluto, unico nel nostro panorama.

La svolta con Avocado Toast fino a Bellissima, tormentone tardivo 

La svolta, questa la opinione insindacabile dell’autore, avviene con Avocado Toast, nel giugno 2019, canzone spiazzante per quel giocare con suoni e strutture solo in apparenza lontane da una vocalità così forte e impostata. Un brano che ci mostrava una Annalisa decisamente inedita, Annalisa che poi sarebbe esplosa prendendosi finalmente la scena solo più recentemente, con una hit divenuta incredibilmente tormentone estivo pur essendo uscita in settembre, quella Bellissima che l’ha imposta come una nostrana popstar assoluta, anche molto più in sintonia, siamo sempre nei pressi dell’insindacabilità delle opinioni dell’autore, con il proprio fisico, a sua volta importante, spesso tenuto sotto chiave in un cassetto. Bellissima, canzone che si è imposta nell’immaginario comune anche grazie a una certa autoironia della nostra, a fare balletti su TikTok, arriva dopo una hit estiva vera, nel senso di uscita nell’estate, come Tropicana dei Boomdabash, canzone che, come buona parte dei brani tirati fuori dalla cricca salentina, indurrebbe chiunque si occupi di critica musicale a infilarsi un ferro da lana nelle orecchie, sperando in un po’ di sollievo, non certo per l’apporto di Annalisa al brano, quanto piuttosto per questa modalità tamarra che i Boomdabash sono capaci di spalmare su qualsiasi cosa producano con una naturalezza che lascia di stucco. Ecco, riuscire a sopravvivere a Tropicana, andando a tirare fuori una mina come Bellissima, canzone che ha allungato l’estate fino all’inverno inoltrato, è stato un miracolo che ci ha regalato una Annalisa ironica, sensuale e decisamente a fuoco. Una donna che interpreta il pop con serietà, e quindi con leggerezza – il pop è leggerezza – molto più giovane, in apparenza, di quanto non fosse 11 anni prima, ai tempi del suo esordio a Amici.

Mon Amour, la costruzione della hit perfetta

Chiaramente, Bellissima è stata un fenomeno a suo modo unico, canzone che entra di colpo nelle teste intorpidite degli italiani, tornati a scuole e al lavoro dopo l’estate, andando in qualche modo a ribaltare un modus ormai cristallizzato da tempo. Pensare di replicare la faccenda nei tempi canonicamente giusti era impresa impossibile, o quasi. Invece ecco che Annalisa, sempre con la medesima squadra, tira fuori Mon Amour, brano che non solo spopola ancora più di Bellissima, ma addirittura ci regala lo slogan memabile, al pari di «Questa non è Ibiza» dei The Kolors, che con lei si sono divisi la torta della tormentonabilità dell’estate 2023, quel «Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei che bacia me» che, in assenza di virgole, ha mandato in confusione un po’ tutti gli appassionati di gossip. Un brano perfetto, per struttura, orecchiabilità, leggerezza e sempre con la sua voce che, come quella della Virna Lisi di un tempo, potrebbe davvero cantare anche l’elenco del telefono. Certo, tanto per non farsi mancare niente, a sfidare Mon Amour in questa anomala estate a base di tornadi e picchi di caldo, è stato Disco Paradise, classico brano alla Fedez, classico sul trend Mille e La dolce vita, un mix di brani già sentiti, product placement per l’Algida e chi più ne ha più ne metta che vede proprio Annalisa intonare il ritornello al fianco del signor Ferragni e di J-Ax degli Articolo 31. Intendiamoci, Mon Amour è tutt’altra cosa, non c’è proprio partita. Il caschetto, in realtà una parrucca, che la nostra ha esibito nel lanciarlo, così come lo stacco di gambe generosamente offerto (si può dire oggi stacco di gambe senza finire nella gogna del politicamente corretto?) a supporto di una canzone pop perfetta.

Con Ragazza sola arrivano echi di quel passato che era un suo riferimento a inizio carriera

Ora è il turno di Ragazza sola, terza parte di tre, lei di colpo bionda, ultima tappa di avvicinamento all’atteso album, ottavo in carriera, E poi siamo finiti nel vortice, atteso per il 29 settembre, e alla sua prima data al Forum di Assago, per la quale toccherà invece aspettare il 4 novembre. Molti la danno per certa anche al Festival di Sanremo edizione 2024, quinto di cinque firmato Amadeus. Se così sarà, tanto per rimanere in tema kermesse canora, non si può che citare il famoso slogan portato in riviera da Piero Chiambretti, «comunque vada sarà un successo». Ragazza sola è una ballad che come succede oggi con le ballad è anche qualcosa d’altro. Dovessi allestire un paragone mi verrebbe in mente Vampire di Olivia Rodrigo, e attenzione, è un paragone di quelli su cui chiunque ambisca a essere una popstar dovrebbe mettere una firma col sangue. Ragazza sola è una canzone che concede ad Annalisa il modo di farci arrivare una ennesima sfumatura tra le tante in suo possesso, con echi anche a quel passato che era un suo riferimento in partenza di carriera. Una canzone che mette ulteriormente in risalto la sua voce, certo, e questa trovata capacità di inchiodartisi al cervello con ritornelli killer, quel «Sola» reiterato e accompagnato da quegli urletti «Uh Ah Oh» che con Mon Amour abbiamo tutti imparato a conoscere. Un’ottima scelta quella di chiudere così una trilogia particolarmente fortunata, una canzone che, fossimo tra quanti si lasciano andare a pronostici, ci accompagnerà a lungo.

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