L’estate del Paris Saint Germain, complicata a livello di mercato soprattutto per la fuga dei vari campioni, si sta per chiudere. L’ultimo a salutare è stato il brasiliano Neymar, che ha accettato un ingaggio da circa 100 milioni di euro l’anno, a cui aggiungere decine di bonus di varia natura. Un addio che non è piaciuto ai tifosi, ma che testimonia come la rivoluzione parigina sia ormai in atto. Del fantasista verdeoro ha parlato pure il tecnico del Psg, Luis Enrique, che ha commentato: «Il trasferimento fa felici tutti».
L’allenatore ha commentato l’affare durante la conferenza stampa indetta alla vigilia del debutto stagionale contro il Tolosa. In palio c’è la Supercoppa di Francia. Luis Enrique ha dichiarato: «Penso che il trasferimento di Neymar in Arabia sia una decisione che faccia contenti tutti. Io vorrei ringraziarlo per il comportamento che ha avuto fin da quando sono arrivato. È un giocatore di classe mondiale e gli auguro il meglio per il prosieguo di carriera». Parole al miele per il brasiliano che ricalcano quelle del presidente del club parigino, Nasser Al Khelaifi. Poco dopo il trasferimento ha voluto ringraziare il campione: «Non dimenticherò mai il giorno in cui arrivò al Paris Saint-Germain e il contributo che ha dato al nostro club e ai nostro progetti in questi sei anni».
Neymar in campo con la maglia del Psg in una delle ultime apparizione: l’amichevole contro l’Inter dell’1 agosto (Getty).
Il tecnico su Mbappé: «Ha tanta voglia»
Luis Enrique ha poi parlato dell’altro caso che tiene banco a Parigi, il possibile addio di Kylian Mbappé. L’asso francese punta a un trasferimento al Real Madrid, ma tutto sembra ormai rimandato alla prossima stagione, quando scadrà il suo contratto e sarà libero di accordarsi alle proprie condizioni. Intanto il calciatore torna in squadra: «Kylian è in forma, ha tanta voglia e ha lo spirito giusto . Sono felicissimo di avere a disposizione un giocatore di classe mondiale come lui». Al suo fianco ci sarà il nuovo numero 10, Ousmane Dembelé: «È pronto a giocare dal primo minuto». Neymar sembra già un ricordo.
Neymar e Mbappé durante un allenamento dello scorso luglio (Getty).
Un colpo da circa 2 milioni di euro è quello che un gruppo di banditi è riuscito a mettere a segno mercoledì 16 agosto, in via Cavour, a Roma, come riporta il Messaggero. Hanno portato via gioielli preziosi – alcuni pezzi unici – dopo aver smurato e svuotato la cassaforte nell’appartamento della principessa Vittoria Odescalchi. Prima di trovare il bottino hanno rovistato ovunque, nei mobili e nelle diverse stanze.
Polizia (Getty Images).
Furto facilitato dall’assenza di un allarme
Nessuno dei famigliari della donna era in casa quando i banditi sono riusciti a entrare presumibilmente da una portafinestra sul terrazzo e nessuno in strada avrebbe visto o sentito qualcosa di sospetto. A facilitare il maxi furto, l’assenza di un allarme. Il colpo, inoltre, secondo gli investigatori, potrebbe essere stato studiato con la complicità di un basista.
Indagini polizia (Imagoeconomica).
Al vaglio i filmati delle telecamere
Sul caso indagano gli agenti del commissariato Trevi e la V sezione della Squadra mobile. Mercoledì, sul posto, è intervenuta anche la Scientifica per i rilievi e la polizia sta analizzando i filmati delle telecamere della zona per cercare di identificare i malviventi che sarebbero più di due.
Alex Schwazer, il marciatore italiano campione olimpico di Pechino 2008, potrebbe essere nel cast dell’edizione 2023 del Grande Fratello. A darne notizia il sito TvBlog, che scrive: «Alex sarà tra i concorrenti della trasmissione che dall’11 settembre tornerà ad affacciarsi sui teleschermi di Canale 5 con la conduzione di Alfonso Signorini».
Tra i possibili concorrenti anche Giampiero Mughini
L’atleta ha subìto un duro stop alla sua carriera ricevendo una pesante squalifica per doping. Nel 2016 venne trovato positivo e, nonostante sia stato assolto – gli inquirenti dimostrarono che le provette delle sue urine vennero compromesse e manipolate – la squalifica è rimasta valida fino al 2024. Per quanto riguarda la sua vita privata, invece, dopo la relazione sentimentale durata quattro anni con la pattinatrice Carolina Kostner, si è sposato con Kathrin Freund, alla quale è legato dal 2016 e dalla quale ha avuto due figli.
Alex Schwazer (Getty).
Il nome del marciatore non è l’unico uscito allo scoperto per la nuova edizione del reality Mediaset. Dagospia ha fatto trapelare anche un altro concorrente che potrebbe varcare la famosa porta rossa a settembre, vale a dire GiampieroMughini. Intanto cresce la curiosità attorno alla presenza dell’atleta altoatesino nella casa più spiata di Italia.
Le altre novità del Grande Fratello 2023
L’edizione 2023-2024 del reality vedrà in scena, al fianco dei vip, anche concorrentinon famosi. Confermato al timone del programma Alfonso Signorini, che sarà accompagnato dalla giornalista del Tg5 Cesara Buonamici. Un’altra new entry sarà Rebecca Staffelli, figlia di Valerio Staffelli, che prenderà il posto di Giulia Salemi come commentatrice dei social. Il programma, che partirà lunedì 11 settembre 2023 in prima serata su Canale 5, avrà anche una veste nuova più sobria rispetto a quella degli ultimi anni. A intervenire sullo stile del programma e sui contenuti è stato Pier Silvio Berlusconi che, già durante le ultime puntate della scorsa stagione, aveva imposto un cambio di rotta.
Manca sempre meno al via della stagione teatrale 2023-24 in Italia, ormai alle porte. Attesi da Nord a Sud gli spettacoli di grandi registi e attori italiani e internazionali, pronti a far emozionare, sorridere e riflettere. In cartellone non soltanto debutti, ma anche riletture di opere del passato e del mito classico. Spiccano i nomi di Nanni Moretti e Isabelle Huppert, senza dimenticare Ferzan Ozpetek, Cristina Comencini e Roberto Andò, solo per citarne alcuni. Ecco una guida con i 10 più attesi della stagione, partendo da settembre per arrivare ai primi mesi del 2024.
Isabelle Huppert a Roma e Nanni Moretti a Torino, il meglio della stagione teatrale in Italia
Si parte a Roma con Lo zoo di vetrodi Tennesse Williams, che vede la partecipazione della diva del cinema francese Isabelle Huppert. Per la regia di Ivo van Hove, arriverà al Teatro Argentina il 23 e il 24 settembre come tappa del Romaeuropa Festival. «Una sfida e un sogno lavorare con una celebrità come Huppert», ha spiegato il regista in un comunicato. La piéce si concentra su una donna e i suoi due figli, fragili e soli come la collezione di animali di vetro che gelosamente custodiscono. Nanni Moretti aprirà invece la stagione del Teatro Stabile di Torino con il suo debutto alla regia teatrale Diari d’amoredi Natalia Ginzburg. In scena dal 9 al 29 ottobre, si compone di due commedie che raccontano con sarcasmo valori e costumi della borghesia tra fedeltà e amicizia.
Sempre a ottobre, si volerà a Napoli per la rilettura di Clitennestradi Roberto Andò che aprirà la stagione al Teatro Mercadante. Adattamento del romanzo La casa dei nomi di Colm Tóibín, porta in scena colei che nel poema omerico dell’Odissea era il prototipo di infedeltà e nell’Orestea di Eschilo un’assassina dedita solo alla vendetta. Nei panni della protagonista salirà sul palcoscenico l’attrice Isabella Ragonese. A Pesaro dal 30 novembre al 3 dicembre e poi in tournée italiana ci sarà poi I ragazzi irresistibilidi Neil Simon. Umberto Orsini e Franco Branciaroli saranno due anziani attori di varietà che, dopo un lungo sodalizio, si sono divisi per incomprensioni apparentemente insanabili. Richiamati per un’ultima performance in coppia, daranno vita a tanta comicità e un pizzico di malinconia.
Fezan Ozpetek, Cristina Comencini e Massimo Popolizio, ce n’è per tutti i gusti
Fra i migliori spettacoli della stagione teatrale alle porte è impossibile non citare Il caso Kaufmanndi Pietro Maccarinelli con ancora una volta Franco Branciaroli. Adattamento del romanzo di Giovanni Grasso, sarà al Teatro Sociale di Brescia dal 17 al 22 ottobre prima di partire in tournée per tutta Italia. Passando al 2024, a gennaio sarà la volta di Oliva Denaro, spettacolo di Giorgio Gallone con protagonista Ambra Angiolini. La storia si ispira al personaggio di Franca Viola che, dopo essere stata vittima di violenza, per la prima volta in Italia si rifiutò di contrarre un matrimonio riparatore. Il debutto è previsto il 18 gennaio al Teatro Giuditta Pasta di Saronno, in provincia di Varese, prima di andare in tournée fino a metà aprile.
Ambra Angiolini, attesa a gennaio 2024 a Saronno (Getty Images).
E ancora, a febbraio sarà a Roma Magnifica presenzadi Ferzan Ozpetek, in programma all’Ambra Jovinelli dal 7 al 18 febbraio. Adattamento teatrale dell’omonimo film per il cinema, racconta la storia di un giovane catanese che si trasferisce a Roma sognando di diventare un attore. Strane presenze nella sua abitazione, che però lui solo può vedere, complicheranno la sua carriera. Sempre nella Capitale, ma all’Argentina dal 9 febbraio al 3 marzo, ci sarà L’albergo dei poveridi Maksim Gor’kij nella versione di Massimo Popolizio, un dramma corale sul destino umano. Il Teatro Carignano di Torino ospiterà dal 5 al 24 marzo La ragazza sul divano di Jon Fosse per la regia di Valerio Binasco con Pamela Villoresi e Giovanna Mezzogiorno. La scena si concentrerà su una donna di mezz’età che convive con un costante senso di inadeguatezza. Infine, ad aprile a Roma sarà la volta de I turnidi Cristina Comencini, dal 10 al 21 al Parioli.
Continuano a crescere i casi di Covid-19 nel mondo. Negli ultimi 28 giorni (dal 17 luglio al 13 agosto) sono stati registrati oltre 1,4 milioni di nuovi contagi, in aumento del 63 per cento, e oltre 2.300 decessi, che si confermano in calo, con un -56 per cento. Questo il bollettino epidemiologico aggiornato dell’Organizzazione mondiale della sanità, che evidenzia come ormai i casi riportati non rappresentino più in modo accurato la diffusione dell’infezione, a causa del forte calo dei test e delle segnalazioni. In quest’ultimo mese il 44 per cento dei Paesi ha riferito all’Oms almeno un caso di Covid, una percentuale che scende dalla metà del 2022.
Test Covid (Imagoeconomica).
Il maggior numero di contagi in Corea del Sud
La diminuzione dei nuovi contagi è generalizzata nelle diverse regioni dell’Oms ed equivale al -18 per cento in quella europea. Fa eccezione il Pacifico occidentale, che registra un aumento del 97 per cento, regione comprendente 37 Paesi tra cui Cina, Giappone, Australia, Vietnam, Filippine, Cambogia e Corea del Sud. Non a caso il maggior numero di contagi negli ultimi 28 giorni è stato riportato in Sud Corea (1,2 mln, +140 per cento), seguita da Australia e Singapore.
In Italia sono stati registrati 18.419 nuovi casi
Ma tra i Paesi dove i contagi sono in aumento c’è anche l’Italia, con 18.419 nuove positività, per un aumento del 10 per cento. In Europa balzo in avanti nei casi per il Regno Unito (16.938, +60 per cento), dove alcuni scienziati hanno auspicato il ritorno della mascherina come dispositivo di protezione dal virus. Dall’inizio dell’epidemia, sono più di 769 milioni i casi confermati di Covid e più di 6,9 milioni i morti mel mondo.
A una settimana dall’uscita nelle sale continua, nello stato indiano del Tamil Nadu, il successo di Jailer, il thriller d’azione che ha come protagonista la star Rajinikanth e che, in appena otto giorni, ha già stabilito un record di spettatori. La pellicola vede il ritorno dell’attore, venerato dai suoi fan come un semidio, dopo due anni di assenza. L’attesa era così grande che alcune aziende hanno concesso ai dipendenti un giorno di permesso per andare a vederlo, mentre la Redbooks Abroad ha donato biglietti gratuiti al suo staff per la première, definendola l’occasione per «immergersi nella magia dello schermo». Il lancio del film ha creato eccitazione nei media locali, con i canali di notizie che continuano a intervistare il pubblico entusiasta fuori dai cinema mandano in onda trailer e spezzoni.
Chi è Rajinikanth
Rajinikanth, 72 anni, è stato protagonista di più di 160 film ed è la star indiscussa del cinema del sud dell’India. Nato a Bangalore, ha iniziato a recitare a 25 anni e da allora nel paese si è creata una forma di adorazione: non è raro vedere suoi poster irrorati da offerte di latte, come accade con le divinità indù. Nel 2016 il giorno dell’uscita del film Kabali, in cui Rajinikanth interpreta un gangster condannato ingiustamente, venne dichiarato, anche se non ufficialmente, «festivo». Rajinikanth è la figura più rappresentativa di Kollywood, gli studios che a Chennai sono l’epicentro della produzione dei film in lingua tamil. Kollywood rappresenta la seconda industria cinematografica del subcontinente dopo Bollywood, con una crescita che raddoppia di anno in anno e un volume d’affari che nel 2022 ha raggiunto il 52 per cento di tutti i guadagni del cinema indiano secondo le stime della Confederation of Indian Industry.
La controffensiva dell’Ucraina non riuscirà a raggiungere Melitopol, città chiave del sud-est del Paese. A dirlo è l’intelligence degli Stati Uniti, secondo quanto hanno riferito fonti anonime al Washington Post. Il quotidiano parla di informazioni ancora riservate. Ma qualora la previsione si rivelasse corretta Kyiv mancherebbe uno dei principali obiettivi della propria controffensiva in Russia. Il governo guidato da Volodymyr Zelensky ha come obiettivo da raggiungere entro il 2023 quello di bloccare il corridoio terrestre che collega la Russia alla Crimea. Melitopol, scrive il quotidiano, «si trova all’incrocio di due importanti autostrade e di una linea ferroviaria che permettono alla Russia di spostare truppe e rifornimenti dalla penisola di Crimea ad altri territori occupati nell’Ucraina meridionale».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Getty).
L’analisi: fondamentali campi minati e trincee
La valutazione riferita dal Washington Post si basa sull’analisi della capacità della Russia nel difendere il territorio occupato attraverso campi minati e trincee, ed è probabile che tale analisi sollevi quesiti a Kiev e nelle capitali occidentali sul perché una controffensiva che comporta l’impiego di decine di miliardi di dollari in armi e attrezzature militari occidentali non riesca a raggiungere i suoi obiettivi.
Soldati a Melitopol, obiettivo numero uno di Kyiv (Getty).
Kyiv: «Abbattuti due Ka-52». In fiamme il terminal di Novorossiysk
Intanto la controffensiva prosegue. Nel corso della mattinata del 18 agosto, sono state registrate nella regione di Zaporizhzhia alcune esplosioni. Fonti di Kyiv hanno dichiarato che sono stati «abbattuti due elicotteri russi Ka-52 da 16 milioni dollari». A 172 chilometri dalla Crimea, sono state registrate fiamme all’interno del porto di Novorossiysk, uno dei principali terminal petroliferi russi sul Mar Nero.
Un'autocisterna di carburante degli occupanti russi è in fiamme sull'autostrada Melitopol-Berdiansk, il che ha portato a un blocco temporaneo del corridoio terrestre verso la Crimea. La logistica degli occupanti sta soffrendo particolarmente oggi . pic.twitter.com/QnEamyU3qf
Claudio Scajola, sindaco di Imperia al suo terzo mandato nonché ex ministro del quarto governo Berlusconi, è finito al centro delle polemiche per l’assunzione, nel Comune che guida, della fidanzata di suo figlio Pier Carlo Scajola. Si tratta di Benedetta Papone, assessore nel vicino Comune di Pontedassio ora assunta nell’ufficio della segretaria generale di Viale Matteotti. Un fatto che non è passato inosservato, con accuse di family affair e telenovela.
Benedetta Papone aveva partecipato al concorso della Provincia nel 2022
Papone aveva partecipato al concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di tre posti di istruttore direttivo amministrativo indetto nel 2022 dalla Provincia di Imperia, anch’essa presieduta dallo stesso Scajola. Non essendo arrivata tra i primi tre, non è stata assunta dall’organo provinciale. Avendo però ottenuto un buon punteggio, è stata dichiarata idonea e inserita in graduatoria al 15esimo posto. La classifica, pubblicata il 20 dicembre 2022, è stata progressivamente scalata per vari fattori (nuove assunzioni e rinunce) fino a quando il Comune non vi ha attinto per assumere cinque nuove figure tra cui la stessa Papone, che è stata assegnata all’ufficio della segretaria generale Rosa Puglia. L’istituzione ha infatti un’intesa con la Provincia per cui può attingere alla stessa graduatoria del suo concorso per l’assunzione di nuovo personale. Ad accendere la polemica e a far parlare di «affare di famiglia» è il fatto che i due organi, Comune e Provincia, hanno lo stesso “capo” politico-amministrativo e gli stessi organi dirigenziali.
Ivan Bracco attacca: «Azienda a conduzione familiare»
Ivan Bracco, avversario di Scajola alle ultime elezioni comunali, ha tuonato: «Quindi, volendo ricapitolare, la Provincia presieduta dal sindaco Scajola indice un concorso a cui si candida la Papone, che entra in graduatoria e viene assunta poi al Comune dove lavorerà nell’ufficio di quello che potrebbe essere il di lei futuro suocero. Questo fatto, che sembra la trama di una telenovela sudamericana ma è successo davvero, già da solo potrebbe scatenare qualche cattivo pensiero, ma anche la composizione della Commissione d’esame lascia pensare». Il riferimento è al fatto che la presidente, Rosa Puglia, è allo stesso tempo segretario generale e direttore generale della Provincia e segretario generale del Comune, ruoli rivestiti entrambi per incarico fiduciario del sindaco Scajola. Quindi la chiosa: «Come si fa a non confondere la cosa pubblica con un affare di famiglia quando tutti i giocatori in campo sono legati da rapporti tra di loro? Come si fa a mantenere la fiducia nelle istituzioni quando queste prendono i tratti di un’azienda a conduzione familiare?».
La replica di Scajola: «Puro pettegolezzo, concorso trasparente»
Secca la risposta del sindaco: «Parliamo di puro pettegolezzo. Lo stesso mio avversario politico che ha sollevato questo polverone evidenzia che è tutto in regola. Sono concorsi e atti di gestione sui quali il primo cittadino non c’entra niente: c’è una commissione che valuta i candidati. Due anni fa era stato indetto questo concorso. Benedetta Papone vi ha partecipato, nella massima trasparenza. E ora cosa dovrebbe fare? Rinunciare perché è la fidanzata di mio figlio?».
«Devo dire che l’ultimo mese è stato devastante». Inizia così il post di Salmo, comparso sul suo profilo Instagram giovedì 17 agosto. «Tra video, concerti, 30 punti di sutura, due giri di antibiotico, cali di pressione, laringite e febbre non so come ho fatto a stare in piedi».
Nonostante tutto, il rapper non ha disatteso i suoi fan: «Al Red valley dovevo fare solo un dj set ma non potevo non cantare, mi avete aspettato fino alle 3 e 30. Ve lo dovevo! Il problema è che ora ho un serio problema alla gola. Ieri ho avuto un mezzo collasso. Il corpo mi sta chiedendo di fermarmi». Dopo l’annuncio, ha aggiunto: «Mi dispiace per questo imprevisto. Mi fermo un paio di giorni per riprendermi. I biglietti saranno rimborsati. Grazie di cuore».
Dopo il post, Salmo ha aggiunto una storia specificando che saranno annullate le date fino al due settembre. Saltano quindi il dj set previsto il 18 agosto ad Attard (Malta) e i concerti in programma per il 21 agosto a Follonica (GR), per il 23 agosto a Romano d’Ezzellino (VI), per il 25 agosto a San Benedetto del Tronto (AP), il 27 agosto ad Acri (CS), il 31 agosto a Palermo e per il 2 settembre a Catania.
Sono già oltre 103 mila i cittadini italiani che hanno sottoscritto la petizione online di Altroconsumo per chiedere al governo di ripristinare lo sconto sulle accise e azzerare l’Iva sui carburanti. Lo scopo è quello di neutralizzare i rincari definiti «inaccettabili» su benzina e diesel.
Sul portale dell’associazione che tutela i diritti dei consumatori si legge un attacco frontale al governo guidato da Giorgia Meloni. La sua colpa è di aver «adottato misure blande». Ad esempio: «I cartelli con i prezzi medi, che, come prevedibile, si sono rilevate del tutto inefficaci. Fino all’inizio di quest’anno era in vigore lo sconto sulle accise, una misura straordinaria che, pur non essendo incisiva come l’azzeramento dell’Iva, un po’ di respiro agli automobilisti lo aveva dato». Le 103 mila firme aumentano ora dopo ora.
Un distributore (Getty).
Benzina ancora sopra i 2 euro
I dati di venerdì 18 agosto, pubblicati dal Mimit, parlano chiaro. La verde al self in autostrada è a 2,019 euro al litro, il diesel (sempre modalità self) a 1,928 euro. Il gpl servito a 0,842 euro, il metano a 1,528 euro. La benzina meno costosa al self è nelle Marche. mentre in Puglia, Basilicata e a Bolzano si registrano i prezzi più alti.
Nel 2021 aveva dichiarato di avere debiti per 300 miliardi di dollari. Ora Evergrande, seconda azienda di sviluppo immobiliare in Cina e simbolo della crisi del settore nel Dragone, ha presentato istanza di fallimento in un tribunale a Manhattan. La società ha invocato il Chapter 15 del codice fallimentare Usa (simile all’amministrazione straordinaria italiana), che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione dai creditori che sperano di farle causa o di bloccarle beni nel Paese. Il passo compiuto da Evergrande, che spera in questo modo di limitare i danni, rischia di aver pesanti ripercussioni in Cina. E non solo.
Cina in ansia per il crac di Evergrande (Getty).
La bancarotta di Evergrande non è un fulmine a ciel sereno
All’inizio del 2023, Evergrande ha presentato il suo atteso piano di ristrutturazione del debito, il più grande mai realizzato in Cina. Nello specifico, a New York ha chiesto il riconoscimento dei colloqui di ristrutturazione in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche. L’iniziativa di Evergrande rappresenta una svolta, ma non è esattamente un fulmine a ciel sereno: era infatti andata in insolvenza nel 2021 a causa del forte indebitamento (più di 300 miliardi di dollari), scatenando un’enorme crisi nel settore immobiliare cinese, a lungo considerato un motore di crescita vitale per la seconda economia mondiale, di cui ha rappresentato fino al 30 per cento del Pil.
Evergrande Centre, Hong Kong (Getty Images).
Il fondatore Xu Jiayin era l’uomo più ricco della Cina
Fondata da Xu Jiayin nel 1996, Evergrande una dozzina di anni dopo aveva raccolto 722 milioni in un’offerta pubblica iniziale alla Borsa di Hong Kong, per poi avventurarsi in una serie di operazioni rischiose in altri settori come industria agroalimentare, automotive (nell’elettrico) e calcio, investendo pesantemente nel Guangzhou (ribattezzato appunto “Guangzhou Evergrande”), capace di vincere otto campionati cinesi e due Champions League asiatiche. Nel 2017 le azioni di Evergrande erano salite di quattro volte il loro valore, rendendo il fondatore Xu Jiayin l’uomo più ricco della Repubblica popolare.
Il fondatore di Evergrande Xu Jiayn (Imagoeconomica).
Negli ultimi due anni aveva perso 81 miliardi di dollari
Ma non era tutto oro quello che luccicava. La crisi di Evergrande è iniziata (o meglio è venuta a galla) nella seconda metà del 2021, quando la società ha mancato il pagamento dei suoi bond in dollari. Pechino aveva chiesto – cioè ordinato – a Xu Jiayin di pagare di tasca sua gli interessi sulle obbligazioni: sul colosso cinese pesava un debito monstre di 300 miliardi di dollari, pari al 2 per cento del Pil della Cina. A fine luglio del 2023, dunque pochi giorni fa, la società ha rivelato di aver perso in totale 81 miliardi di dollari negli ultimi due anni. Sul gruppo, finito nella stretta ai prestiti bancari decisa dalla leadership comunista, è caduta anche la tegola della controllata al 63 per cento Hengda Real Estate, il suo core business immobiliare: la compagnia è finita nel mirino della China Securities Regulatory Commission per la sospetta manipolazione dei dati finanziari. Pur non essendo quotata, Hengda ha continuato a emettere bond e a raccogliere finanziamenti a dispetto delle difficoltà della holding. Il tracollo di Evergrande, il maggiore gruppo immobiliare sull’orlo del fallimento, potrebbe diventare la nuova Lehman Brothers della Cina.
Un complesso residenziale costruito da Evergrande a Pechino (Getty Images).
L’altro colosso Country Garden rischia il default a settembre
Evergrande, si legge sul sito ufficiale, ha oltre 1.300 progetti immobiliari in più di 280 città. Ma metà sono bloccati da tempo per mancanza di liquidità. L’azienda occupa 200 mila persone, tuttavia migliaia di compagnie tra fornitori e clienti dipendono di fatto da Evergrande: ora ci sono circa 4 milioni di posti di lavoro a rischio e le ripercussioni del tracollo potrebbero essere persino più ampie. Basta guardarsi indietro per capire il pericolo: dall’inizio della crisi del debito del settore a metà del 2021, le società che rappresentano il 40 per cento delle vendite di case cinesi sono andate in default, da Kasia a Fantasia fio a Shimao. Adesso a tremare è Country Garden, il più grande promotore immobiliare privato della Cina, che questo mese non è stato in grado di rimborsare due rate di interessi sui prestiti e rischia formalmente il default a settembre se non paga. Come altri grandi sviluppatori privati, Country Garden ha continuato a prendere prestiti per ripagare i prestiti già ottenuti, operando sul presupposto che avrebbe continuato a espandersi. Ma così non è stato.
Un progetto immobiliare di Country Garden a Pechino (Getty Images).
L’economia cinese, già in frenata, adesso teme l’effetto domino
L’attività immobiliare cinese è stata penalizzata dal calo della fiducia dei consumatori e dal rallentamento dell’economia globale, che sta pesando sulla domanda di beni cinesi e quindi sull’economia del Dragone. La Cina teme ora l’effetto domino: banche, privati e istituzioni pubbliche che vantano crediti con Evergrande rischiano di non vedersi restituiti i soldi, cosa che potrebbe portare a ulteriori fallimenti. Il tutto nel quadro di un’economia in frenata. Per sostenere la crescita, la Banca popolare cinese ha iniettato la più grande quantità di liquidità da febbraio e tagliato il tasso di interesse praticato sui finanziamenti a medio termine di 15 punti base (il più ampio dal 2020) portandolo al 2,5 per cento. Intanto, le grandi banche d’affari, da Morgan Stanley a JP Morgan, fino a Barclays e Nomura, continuano a tagliare le previsioni di crescita della Cina, ritenendo poco probabile il conseguimento del target del 5 per cento fissato per quest’anno dal governo di Pechino.
Il significativo aumentodeiprezzi percepito dai vacanzieri che nell’estate 2023 hanno scelto come meta la Croazia continua ad attirare l’attenzione dei media internazionali. «Cinque euro per una pallina di gelato», ha titolato l’autorevole quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung in un ampio articolo dedicato proprio alla stagione estiva dall’Istria a Dubrovnik, dove si nota che «la Croazia non è mai stata a buon mercato, ma quest’anno i prezzi stanno salendo in maniera enorme», e si ricorda che pure il ministro delle Finanze croato aveva ammesso che i turisti potrebbero stare alla larga dal paese Ue dopo l’aumento dei costi per le vacanze. Dopo l’introduzione dell’euro e l’aumento dell’inflazione, la Croazia sta diventando una «destinazione di lusso» in termini di prezzi, ha aggiunto la Faz.
Gli aumenti maggiori nei ristoranti e negli alberghi
Alla fine di giugno, anche il ministro delle Finanze croato Marko Primorac si era sentito in dovere di commentare pubblicamente l’andamento dei prezzi, definendo gli aumenti «preoccupanti» e avvertendo che, se la tendenza dovesse continuare, la Croazia potrebbe perdere affezionati visitatori in futuro. Più di recente, tuttavia, il ministro del Turismo e dello Sport Nikolina Brnjac ha affermato che «tutti coloro che hanno investito hanno certamente una giustificazione, mentre coloro che non hanno investito in qualità, capacità o servizio non hanno alcuna ragione per aumentare i propri prezzi». Secondo le ultime statistiche ufficiali, i maggiori aumenti di prezzo annuali in Croazia si sono registrati proprio nei ristoranti e negli alberghi, con un tasso medio del 14,6 per cento. A causa della combinazione di inflazione, introduzione dell’euro e decisioni commerciali degli imprenditori del turismo, a luglio i prezzi del turismo sono aumentati di ben il 77 per cento rispetto all’anno pre-pandemia 2019, ha stimato il quotidiano Poslovni Dnevnik.
Polemiche a non finire sul libro del generale Roberto Vannacci, Il mondo al contrario. Che poi il titolo del libello è giusto, visto che la copia si può acquistare utilizzando il bonus cultura. Giorgia Meloni non ha niente da dire? E Gennaro Sangiuliano? Per non parlare di Matteo Renzi, che si gonfia il petto definendosi l’inventore del bonus in questione.
Il generale Roberto Vannacci.
Sarkozy loda la Russia perché pensa al Niger
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo i diplomatici che hanno lavorato con lui, «è uno degli esseri più cinici esistenti sulla Terra. Ma è uno che difende gli interessi della Francia, e dei suoi amici cari, come nessun altro». Lo ha dimostrato un’altra volta, evocando una Ucraina «neutrale», parlando dei russi come «diversi da noi», ma di cui «abbiamo bisogno, e loro hanno bisogno di noi». Sì, non poteva non affermare che «Putin ha sbagliato», ma adesso «va trovata una soluzione alla guerra». E «bisogna pensare a una via d’uscita. La Russia è un vicino dell’Europa e tale rimarrà». Sottolineando che «l’annessione della Crimea nel 2014 è stata una chiara violazione del diritto internazionale. Ma rispetto a questo territorio, che è stato russo fino al 1954 e dove la maggioranza della popolazione si è sempre sentita russa, penso che ogni arretramento sia illusorio; anche se ritengo che per ratificare l’attuale stato di cose sarà necessario un referendum indiscutibile, cioè organizzato sotto lo stretto controllo della comunità internazionale». Lui, Sarkozy, parla solo dell’Ucraina. Ma il messaggio rivolto a Vladimir Putin è chiaro: non facciamoci la guerra. Perché l’ex capo dell’Eliseo pensa al Niger, e non ha nessuna voglia di perdere la presa sull’Africa. Ricordiamoci la Libia di Gheddafi, con i Mirage che non hanno lasciato perdere un secondo per partire alla volta di Tripoli e distruggere il colonnello e il suo Stato.
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy (Getty).
Casini ricorda De Gasperi. Sul Messaggero
Roma è davvero la città eterna. Nel senso che non cambia nulla. Una prova? Sull’edizione odierna del quotidiano Il Messaggero appare, in prima pagina, l’ennesimo ricordo di Alcide De Gasperi. Da chi è firmato? Dal democristiano di lunghissimo corso Pier Ferdinando Casini. E pensare che siamo nell’anno (del signore, ovviamente) 2023. Comunque, mettetevi comodi: Casini non ha certo mollato la speranza di succedere a Sergio Mattarella al Quirinale, quando si libererà la poltrona…
Pier Ferdinando Casini (Imagoeconomica).
Capezzone e Bergamini, è pace
In passato sono stati raccontati scontri epici tra Daniele Capezzone e Deborah Bergamini, ma ora è scattata la pace. Su Rete4 giovedì sera sono andati d’amore e d’accordo, anche se Capezzone era in studio e Bergamini collegata dall’esterno. Deborah è riuscita addirittura ad affermare una frase storica, per chi conosce bene le avventure di Forza Italia: «Come ha detto giustamente Capezzone…».
Deborah Bergamini e Daniele Capezzone (Imagoeconomica).
Sangiuliano, Ferragosto con straordinari
Se le facce dei direttori generali non erano quelle di chi è intento a fare salti di gioia, a Ferragosto nel ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano qualcuno era felice: erano anni che a via del Collegio Romano non si lavorava il 15 agosto, e per quella che alcuni partecipanti al tavolo hanno definito «la sceneggiata napoletana di Gennarino» sono scattati gli straordinari. Curiosità: il protagonista dell’accoglienza al pubblico nel dicastero, appena varcato il portone, è stato immortalato nello stesso giorno ferragostano dal Tg3 Lazio in un servizio girato in campagna che elogiava la tradizione della grigliata e del barbecue.
Vittorio Sgarbi con il ministro Gennaro Sangiuliano (Imagoeconomica).
Dopo la Santanchè arriva Sgarbi
Prima Daniela Santanchè, poi sarà il turno di Vittorio Sgarbi a Gli Incontri del Principe al Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio, il talk estivo in Versilia: appuntamento domenica 20 agosto alle ore 21.30. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano tira un sospiro di sollievo: il suo sottosegretario inizia a parlare quando le pagine dei giornali sono già state chiuse.
Alcuni dei gioielli rubati dal British Museum sono finiti in vendita su eBay. Lo scrive il Daily Telegraph in prima pagina: i reperti, dal valore stimato in decine di migliaia di sterline, sono stati messi all’asta online a prezzi irrisori, per poche decine di pound. È l’ultimo sviluppo nel caso degli oggetti preziosi sottratti all’istituzione culturale londinese che ha portato al licenziamento di Peter John Higgs, 56enne curatore delle collezioni sulla Grecia antica, all’avvio di una indagine di polizia e di una inchiesta interna da parte del museo.
Peter John Higgs (Facebook).
La presenza di quel tipo di reperti su eBay era stata già segnalata nel 2016
I fatti risalgono in realtà all’inizio dell’anno, quando al British Museum si sono accorti della sparizione di una serie di oggetti, inclusi gioielli in oro e pietre semipreziose prodotti dal XV secolo a.C. al XIX secolo d.C. Poco dopo è arrivata la destituzione di Higgs, ritenuto il responsabile dei furti in serie. Ma la presenza di quel tipo di reperti sul sito di aste online, è emerso, era stata già segnalata nel 2016. In passato un esperto di antichità aveva denunciato l’accaduto, tuttavia a quanto pare il suo avvertimento era rimasto inascoltato.
Il British Museum di Londra (Ansa).
Un brutto colpo per l’immagine del museo, tra i massimi poli della cultura mondiale
Tra gli oggetti finiti su ebay, spiega il Daily Telegraph, anche un monile di epoca romana realizzato in onice: messo in vendita con un prezzo minimo di 40 sterline, non ha attirato offerte. Ma il suo valore reale viene invece stimato tra 25 mila e i 50 mila sterline. Fonti nel mondo dell’arte antica hanno riferito al giornale che l’incapacità del British Museum di catalogare correttamente tutti gli otto milioni di oggetti della sua collezione ha reso più facile compiere i furti. Un brutto colpo per l’immagine del museo londinese, che nei suoi 264 anni di vita è stato sempre uno dei massimi poli della cultura mondiale: «Dobbiamo capire che cosa si poteva fare per impedire il furto e investire in sicurezza per essere sicuri che non accada di nuovo», ha detto il direttore George Osborne.
Felipe Massa contro la Fia per il Mondiale 2008 di Formula 1. L’ex pilota Ferrari ha inviato, tramite i suoi legali, una lettera alla federazione e al Formula One Group (Fom), dicendosi «vittima di una cospirazione». Sotto accusa l’incidente di Nelson Piquet Jr, allora sul sedile della Renault, che si schiantò volontariamente a Singapore per favorire la vittoria del compagno di squadra Fernando Alonso. Danneggiando il brasiliano del Cavallino, in testa alla corsa. Un evento che i vertici del circuito, come ha confermato l’ex capo Bernie Ecclestone, pur conoscendo bene avrebbero deciso di insabbiare per «proteggere il motorsport da uno scandalo». Nella lettera di otto pagine, come ha riportato Reuters, si parla di danni per decine di milioni di euro in sponsor e immagine, senza contare quelli morali.
Felipe Massa e Lewis Hamilton prima della gara decisiva in Brasile (Getty Images).
Felipe Massa, l’incidente di Piquet Jr. e le rivelazioni di Ecclestone
Nel 2008 Lewis Hamilton vinse il primo dei suoi sette titoli mondiali a Interlagos, in Brasile, per appena un punto su Felipe Massa. Fondamentale, come ricordano amaramente i tifosi della Ferrari, il suo sorpasso su Timo Glock all’ultima curva dell’ultimo gran premio dell’anno, mentre il brasiliano aveva tagliato la linea del traguardo. Ancor più decisivo però risultò, data la classifica cortissima, quanto accaduto mesi prima a Singapore. Mentre Massa era in testa alla corsa, Nelson Piquet Jr. si schiantò contro le barriere con la sua Renault, provocando una safety car. Ai box, però, qualcosa andò storto nel pit stop del ferrarista che ripartì con il bocchettone della benzina ancora attaccato al retrotreno della vettura. Risultato? Zero punti in classifica e vittoria del Gp ad Alonso, mentre Hamilton finì terzo.
L’anno dopo emerse l’amara verità. I vertici di Renault, tra cui il team manager Flavio Briatore, ordinarono a Piquet di schiantarsi volontariamente per favorire la risalita del compagno di squadra Alonso, partito 15esimo. Era però ormai il 2009, troppo tardi per annullare il risultato e consegnare, di fatto, il Mondiale a Felipe Massa. A marzo 2023, però, la situazione è ancor peggiorata. Bernie Ecclestone, ex patron della F1, ha rivelato che già nel 2008 sia lui sia Max Mosley, allora presidente della Fia, erano a conoscenza della cospirazione di Renault ma hanno insabbiato tutto per proteggere lo sport. «Massa è stato derubato, avevamo informazioni ma non abbiamo agito», ha detto Ecclestone a Insider.com. «Mi spiace ancora per lui». Da qui la decisione dell’ex pilota Ferrari di prendere le vie legali. Peccato però che ormai potrebbe essere fuori tempo massimo per avere indietro il suo primo e unico Mondiale.
La Banca centrale europea si prepara a inviare al governo italiano una lettera in cui criticherebbe il merito e il metodo della tassa sugli extraprofitti delle banche. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, la missiva firmata da Christine Lagarde dovrebbe arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi e su quello del Tesoro tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. La Bce lamenterebbe innanzitutto il fatto di non essere stata avvisata della decisione di introdurre il prelievo, come del resto nessuna comunicazione preventiva è giunta alla Banca d’Italia.
Francoforte: «Provvedimento dannoso, così si indeboliscono le banche»
Per quel che riguarda i contenuti, secondo il Corriere della sera l’Eurotower riterrebbe il provvedimento potenzialmente dannoso per l’economia e il credito, considerando un errore intervenire d’autorità sui margini di interesse delle banche senza considerare i costi e indebolendo la capacità degli istituti di credito di resistere a eventuali futuri shock. Un tema su cui anche la maggioranza negli scorsi giorni si era occupata, al punto che i rapporti tra la premier Giorgia Meloni e i due alleati di governo, Antonio Tajani e Matteo Salvini, sembrava essersi incrinato. Soprattutto il segretario di Forza Italia aveva manifestato tutto il suo nervosismo per un provvedimento non liberale a suo dire.
I carabinieri hanno arrestato Sacha Chang, il ragazzo olandese di 21 anni accusato del duplice omicidio del padre e di un amico di famiglia a Montaldo Mondovì (Cuneo) che da tre giorni aveva fatto perdere le proprie tracce. Il giovane era stato avvistato il giorno prima da un militare, ma poi era riuscito a sfuggirgli. Venerdì 18 agosto, invece, il fermo in una chiesetta in zona Cappella, vicino all’abitato di Torre dove si era rifugiato per ripararsi dalle forti piogge.
La fuga dopo aver ucciso padre e amico di famiglia
Chang ha vagato per quasi 48 ore nei boschi del Cuneese dopo i fatti di cui dovrà rispondere davanti alla magistratura, ovvero l’uccisione del padre Chainfa Chang con un coltello da cucina e il ferimento dell’amico di famiglia Lambertus Ter Horst, morto dopo il ricovero in ospedale a Torino. Le ricerche del giovane, con problemi psichiatrici, erano partite subito dopo l’accertamento del delitto e si sono concentrate in tutta la val Corsaglia. Già nella mattinata di giovedì 17 agosto era stato avvistato da un carabiniere mentre era sceso al torrente per bere, in maglietta e scarpe da ginnastica e ancora sporco di sangue. Poi però era riuscito a far perdere di nuovo le sue tracce fino alla mattina seguente, quando un gruppo di cacciatori l’ha visto mentre stava dormendo su una panchina in via Sant’Elena verso località Cappelle nel Comune di Torre Mondovì. Era a pochi chilometri dalla casa di Montaldo dove poche ore prima avrebbe compiuto il duplice omicidio.
«Non ha detto una parola»
Alle 10, infine, l’ufficialità della cattura con un veloce passaparola tra i militari con il messaggio «Preso». Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il ragazzo è in buone condizioni fisiche nonostante le tante ore passate nei boschi senza cibo e vestito solo di maglietta (che non aveva addosso al momento dell’arresto) e pantaloni. Bloccato da tre militari della stazione di Limone Piemonte, che hanno accertato anche che fosse ormai disarmato, non ha opposto resistenza al fermo e non ha proferito parola.
Lo chef italiano Riccardo Zebro, 34 anni, è stato trovato senza vita nel suo appartamento di New York. Lavorava al ristorante Santambroeus West Village, prestigiosa insegna che ha portato negli Stati Uniti e nel mondo il nome e la tradizione dello storico ristorante milanese.
Riccardo Zebro in cucina (Facebook).
Aveva cucinato per Robert De Niro
Classe 1989 e originario di Cassina de’ Pecchi, dopo gli studi e il passaggio nelle cucine più importanti di Milano era diventato chef de partie, trasferendosi prima in resort di lusso alle Bermuda e poi a New York. Nella Grande Mela aveva lavorato prima come chef del ristorante San Carlo Osteria Piemonte (a Soho), passando poi al ristorante Santambroeus nel West Village, a Manhattan. Tra gli estimatori dei suoi piatti anche Robert De Niro, per cui ebbe modo di cucinare già nel 2018.
Riccardo Zebro con Robert De Niro (Facebook).
Era atteso in Italia a settembre
Non si conoscono ancora le cause del decesso di Zebro, che era atteso in Italia a settembre per le vacanze. La famiglia ha avviato le pratiche per il rientro della salma. Al momento non ci sarebbero indagini in corso. Nel 2019 sempre negli Stati Uniti era morto lo chef di Cipriani Dolci Andrea Zamperoni, originario di Casalpusterlengo – ancora Lombardia – ucciso in un motel del Queens con un cocktail letale a base di fentanyl.
Francesca Agostini, nata a Pistoia il 2 novembre 1990, è un’attrice italiana. Nella sua carriera si divide tra cinema e televisione ed è noto il suo ruolo nella fiction di Rai 1 L’allieva.
Francesca Agostini: biografia e carriera
Dopo la maturità al liceo linguistico, Agostini ha studiato recitazione presso il Teatro Stabile di Genova. Come attrice ha esordito al cinema nel film Hope Lost di David Petrucci. In televisione ha invece debuttato in un episodio diDon Matteo 9, per la regia di Jan Michelini, e nel film tv A testa alta – I martiri di Fiesole, regia di Maurizio Zaccaro (2014).
Francesca Agostini al Festival del Cinema di Roma nel 2017 (Getty Images).
Nel 2015 ha recitato nel film Maraviglioso Boccaccio, regia di Paolo e Vittorio Taviani, così come nelle miniserie tv L’Oriana, regia di Marco Turco e Grand Hotel, regia di Luca Ribuoli. Ha poi proseguito la sua carriera sul piccolo schermo con serie tv come L’allieva, regia di Luca Ribuoli (2016-2020), The Comedians, regia di Luca Lucini (2017), Squadra Mobile – Operazione mafia capitale, regia di Alexis Sweet (2017), Noi, regia di Luca Ribuoli (2022). Ha anche recitato nel film tv La donna per me, regia di Marco Martani (2022). Al cinema, invece, ha preso parte a Moglie e marito, regia di Simone Godano (2017) e Una questione privata, regia di Paolo e Vittorio Taviani (2017).
Francesca Agostini: la vita privata
L’attrice è fidanzata con Federico Brugnone, regista e attore. La coppia ha anche un figlio nato il 24 giugno 2022.
Spesso il cinema, pur trattando eventi realmente accaduti, sceglie di discostarsene cambiando alcuni fatti. Una licenza diffusa, volta ad adattare meglio una storia al grande schermo, ma che in diverse occasioni è talmente radicale da sollevare forti polemiche. È il caso di The Blind Side, film del 2009 sull’adolescenza dell’ex giocatore di football Michael Oher, adottato da una famiglia evangelica, i Tuohy. Dopo quasi 15 anni dall’uscita, però, il protagonista ha fatto causa ai suoi genitori, dicendo che la storia si basa su una «grande bugia». Oltre a non aver mai firmato un certificato di adozione, Oher non ha ricevuto un soldo dal successo della pellicola. La polemica è sfociata sui social, tanto che diversi fan hanno chiesto persino la restituzione dell’Oscar vinto da Sandra Bullock per il ruolo della madre. Da a Captain Phillipsad American Sniper, passando per Titanic, i cinque film più discussi.
Le inesattezze storiche dei film basati su eventi realmente accaduti
U-571, per Tony Blair fu un «affronto all’esercito inglese»
Nel 2000 uscì in sala U-571, film con Matthew McConaughey e Jon Bon Jovi ambientato durante la Seconda guerra mondiale. La storia segue un sommergibile americano che avrebbe cambiato le sorti del conflitto per aver rintracciato e sottratto ai nazisti la macchina Enigma per la cifratura dei messaggi. Peccato che a farlo furono i britannici, ben un anno prima di quanto descritto nel film. Ne derivò una polemica che coinvolse anche l’allora premier inglese Tony Blair, che parlò di un «affronto all’esercito di Sua Maestà». Il presidente Usa Bill Clinton rispose con una lettera aperta al popolo britannico, ricordando che si trattava di una semplice opera di fantasia e non di un documentario.
Una scena del film “U-571” contestato nel Regno Unito (Screenshot YouTube).
Captain Phillips, il capitano eroe che ha ignorato gli avvertimenti
Paul Greengrass diresse nel 2013 Tom Hanks in Captain Phillips – Attacco in mare aperto, che si concentra sul dirottamento di una nave americana da parte di un gruppo di pirati somali. Nel lungometraggio, tutto si conclude grazie al coraggio del capitano che, con nervi d’acciaio e sangue freddo, salva il suo equipaggio. Pur basandosi sul libro di memorie dello stesso Richard Phillips, la storia non sarebbe del tutto attendibile. Alcuni ex marinai della Maersk Alabama infatti hanno sottolineato che il comandante ignorò ben sette mail di avvertimento sulla presenza dei pirati. Inoltre non avrebbe mai affrontato il nemico a bordo.
Una scena del film con Tom Hanks (Captain Phillips, Twitter).
Braveheart, un crogiolo di inesattezze storiche nel film con Mel Gibson
Gli errori storici e le inesattezze non hanno risparmiato nemmeno un cult come Braveheart. Il film con Mel Gibson, come sottolinea il Guardian, è così inattendibile da far sembrare U-571 «una verità evangelica». Il protagonista William Wallace non crebbe in povertà, ma fu membro dell’aristocrazia. Non incontrò inoltre la regina Isabella di Francia, che tra l’altro negli anni della storia era ancora una bambina. I kilt, che spesso indossa durante alcune scene, sarebbero stati inventati secoli dopo. Persino la battaglia di Stirling Bridge non ebbe luogo in un campo ma, come suggerisce il nome stesso, su un ponte. Un vero mix di inesattezze che però non ha impedito al film di entrare nella storia del cinema come un grande successo degli Anni 90.
Titanic, le polemiche attorno alla figura del primo ufficiale Murdoch
Parlando di cult, impossibile non citare anche Titanic, film di James Cameron fra i più redditizi della storia. Sebbene racconti pedissequamente la tragedia del transatlantico, il regista di Avatar si è preso delle licenze poco gradite ai parenti di alcuni passeggeri. Su tutti, spicca il caso del primo ufficiale William Murdoch, che nel film, preso dal panico, uccide un uomo sul ponte prima di suicidarsi con la sua pistola. Peccato che però non sia mai successo. La sua famiglia ne ha contestato aspramente il ritratto, parlando di una narrazione che ha «negato la sua reputazione di eroe» in quanto lanciò diverse scialuppe di salvataggio in acqua. Per sedare la polemica, il vicepresidente della Fox si è scusato personalmente e ha donato circa 6 mila euro a una scuola della città natale di Murdoch.
American Sniper, quante inesattezze nel film di Clint Eastwood
L’ultimo caso celebre riguarda American Sniper, film di Clint Eastwood con Bradley Cooper nei panni di Chris Kyle, marine dell’esercito americano. Basato sulle memorie dello stesso protagonista, ucciso in un poligono di tiro da un commilitone con problemi psichici, sarebbe pieno di affermazioni prive di fonti attendibili. Nel libro Kyle ha riportato un falso numero di medaglie al valore ricevute per il servizio militare e ha ricordato di aver ucciso due ladri nel 2009, evento di cui però non ci sono prove. Quanto al film, è già dubbia la prima scena in cui spara a un bambino in Iraq. Secondo alcuni marines che erano presenti con lui, non sarebbe mai accaduto. Il suo acerrimo nemico Mustafa potrebbe non essere mai esistito, tanto che i due non si sarebbero mai incontrati in battaglia.