L’University of North Carolina ha lanciato un’allerta per la presenza di «un uomo armato e pericoloso nel o vicino al campus». Lo riferiscono i media americani. La polizia ha ordinato a studenti e insegnanti di mettersi subito al sicuro e chiudere porte e finestre. Il primo allarme è stato lanciato poco dopo le 13 di lunedì 28 agosto, ora locale, le 19 in Italia. Circa un’ora dopo l’università ha chiesto su X a studenti e insegnanti di «rimanere al sicuro».
The University of North Carolina at Chapel Hill was under a shelter-in-place order on Monday afternoon after the school warned that an “armed, dangerous person” was on campus, saying that a suspect was still at large. https://t.co/ctbwOQPrnL
I video circolati su media e social media hanno mostrato una forte presenza della polizia nel campus dell’università più importante dello Stato, dove la settimana scorsa è iniziato il semestre autunnale. Le vicine scuole di Chapel Hill-Carboro City hanno annunciato che resteranno chiuse finché le autorità non dichiareranno lo scampato pericolo.
BREAKING – Shooting at University of North Carolina, Chapel Hill. 3 injured. Campus on lockdown. Police do NOT have a suspect in custody. Shelter in place still in effect.
Kyiv attacca Papa Francesco accusandolo di «propaganda imperialista» in un discorso pronunciato il 25 agosto in collegamento video alla Giornata della gioventù russa a San Pietroburgo. «È davvero un peccato che le idee di una grande potenza russa, che in realtà sono la causa dell’aggressività cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, escano dalle labbra del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa sul corso distruttivo dell’attuale leadership russa», ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Affari esteri dell’Ucraina, Oleg Nikolenko.
«Non dimenticate mai la vostra eredità»
Nel post, Nikolenko cita un passaggio del discorso a San Pietroburgo attribuito al pontefice: «Non dimenticate mai la vostra eredità. Voi siete i figli della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei re, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero grande, colto, di grande cultura e grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità. Voi siete eredi della grande Madre Russia, andate avanti con essa. E grazie, grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi». Questa è «una citazione dal discorso di Papa Francesco ai partecipanti alla decima Giornata russa della gioventù cattolica tenutasi a San Pietroburgo il 25 agosto», scrive il funzionario ucraino sul social. «È con tale propaganda imperialista» e «la necessità di salvare la grande Madre Russia che il Cremlino giustifica l’assassinio di migliaia di uomini e donne ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini», ha aggiunto il portavoce.
Mluv?í zamini @OlegNikolenko_ reaguje na slova papeže o „velikosti“ Ruska: "Je velmi smutné, že velmocenské ideje, které jsou p?í?inou chronické agresivity Ruska, vycházejí z úst papeže." Náboženský universalismus a imperialismus mají mnoho spole?néhohttps://t.co/6gh2cYZmXP
Il governo ha deliberato, nel pomeriggio di lunedì 28 agosto, lo stato di emergenza per 12 mesi, per gli eventi meteorologici che si sono verificati tra maggio ed agosto 2023, dopo la relazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci. In particolare, per la Regione Lombardia sono previsti euro 9.430.000, per il Veneto euro 8.330.000, e per il Friuli-Venezia Giulia euro 7.750.000.
Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri n.48 Diretta https://t.co/oLBkFmLkIx
Dichiarato lo stato di emergenza anche per i territori delle province di Teramo, Pescara e Chieti, in Abruzzo, per le quali si parla di euro 4.120.000); di Cuneo, in Piemonte, con euro 650.000, e per le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì Cesena, in Emilia Romagna con euro 4.500.000. «Abbiamo accolto le istanze avanzate dai presidenti delle Regioni», ha detto Musumeci.
Il Consiglio dei ministri ha approvato due provvedimenti su Tim. Si tratta di un decreto legge per assicurare le risorse finanziarie e un Dpcm che autorizza il ministero dell’Economia a entrare nella Netco con una quota di minoranza. Il Dpcm rende operativo il memorandum d’intesa firmato il 10 agosto tra il ministero dell’Economia e il fondo americano Kkr per presentare un’offerta vincolante al consiglio di amministrazione di Tim per rilevare fino al 20 per cento della Necto, società della rete fissa.
Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri n.48 Diretta https://t.co/oLBkFmLkIx
«Dopo aver trovato una soluzione seria per Ita con un accordo con Lufthansa, Commissione Ue permettendo, e che a volte solleva problemi che difficilmente capiamo, ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni», ha detto in Consiglio dei ministri la premier Giorgia Meloni parlando del Dpcm su Tim: «La direzione intrapresa dal governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro».
Giorgetti: «Nei prossimi mesi una soluzione definitiva»
«Speriamo che con questa azione si possa in qualche modo dare un quadro stabile e definitivo ad una vicenda che da molto tempo vive una situazione impasse e nei prossimi mesi potrebbe avere una soluzione definitiva», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa dopo il cdm, illustrando i decreti approvati su Tim. La partecipazione del Mef alla Netco di Tim «sarà di minoranza per un importo massimo di 2 miliardo e 200 milioni», ha specificato Giorgetti.
Riprenderanno giovedì prossimo, 31 agosto, gli accertamenti irripetibili sul cellulare di Leonardo Apache La Russa, il figlio minore del presidente del Senato, indagato per violenza sessuale assieme all’amico dj Tommy Gilardoni in seguito alla denuncia di una sua ex compagna di liceo rivista la sera tra il 18 e il 19 maggio scorsi a una festa all’Apophis, un locale esclusivo in centro.
L’incontro tra le parti per stabilire le parole chiave
Dopo la copia forense dello smartphone sequestrato al giovane senza la sim, intestata allo studio del padre, con l’esclusione delle conversazioni coperte dalle garanzie costituzionali, si terrà dunque un nuovo incontro. Come previsto, parteciperanno anche le difese con i loro consulenti, e verranno stabilite, in accordo tra le parti, le parole chiave per procedere alla ricerca di chat, foto e video utili alle indagini, i quali poi verranno estrapolati e analizzati. Le indagini, coordinate dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella, sono condotte dalla squadra mobile. La Russa jr ha sempre respinto le accuse.
La premier Giorgia Meloni, durante il primo Consiglio dei ministri di lunedì 28 agosto, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, ha annunciato che si recherà a Caivano, in provincia di Napoli, dove è avvenuto il violento stupro di gruppo ai danni di due bambine di 11 e 12 anni. La presidente del Consiglio ha affermato di voler accogliere l’invito di don Maurizio Patriciello che le aveva scritto proponendole di andare al Parco Verde, «per non lasciare soli i bambini».
«Offriremo sicurezza alla popolazione»
«L’obiettivo del governo è bonificare l’area: per la criminalità non esistono zone franche. Intendo accogliere l’invito di don Patriciello a recarmi sul posto, la mia non sarà una semplice visita, offriremo sicurezza alla popolazione. Il centro sportivo deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile». Martedì 29 agosto alle 18 è stata convocata una manifestazione indetta dai comitati cittadini al Parco Verde per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime della violenza sessuale – su cui indaga la procura per i minorenni di Napoli e quella ordinaria di Napoli Nord – fra giugno e luglio all’interno del Delphinia Sporting Club, un centro sportivo abbandonato nel quartiere.
Sono in corso accertamenti relativi all’ingente quantitativo di azioni di Visibilia Editore comprate, tra giugno e luglio scorso, da Sif Italia, colosso dell’amministrazione di condomini che era guidato da Luca Giuseppe RealeRuffino, nell’inchiesta con al centro il suicidio del 5 agosto del manager 60enne, che era diventato presidente e maggiore azionista, proprio con Sif, della società che era stata fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, di cui poco meno di un anno fa aveva rilevato le quote.
Sif: a giungo acquisite oltre 2,2 milioni di azioni
Nei giorni scorsi è emerso da comunicati di internal dealing della stessa Visibilia che Sif con più operazioni a giugno ha acquisito oltre 2,2 milioni di azioni e quasi 100mila, poi, a luglio. Anche questo fronte, ossia gli investimenti della Sif di Ruffino, è uno dei capitoli su cui la procura di Milano si sta concentrando, nelle indagini coordinate dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Maria Gravina (anche titolari dell’inchiesta sul caso Visibilia che vede tra gli indagati Santanchè) e condotte dalla squadra mobile e dalla Gdf.
Per i familiari di Ruffino «una morte inspiegabile»
Si indaga, con un fascicolo aperto per istigazione al suicidio, su una morte che i familiari di Ruffino hanno definito «inspiegabile». Al momento l’ipotesi al vaglio è che il suicidio possa essere legato alla scelta del 60enne di investire nel salvataggio di Visibilia. Da quanto è stato riferito, tra l’altro, Ruffino era parso molto turbato dopo che nell’udienza civile del 22 giugno, sulla causa intentata dai soci di minoranza contro la vecchia gestione di Visibilia, gli inquirenti avevano depositato due relazioni di Nicola Pecchiari, commercialista e docente della Bocconi, nelle quali il consulente dei pm aveva dato conto di «bilanci inattendibili«», «irregolarità finanziarie estremamente significative», di un deficit «occultato» dagli ex vertici, ma anche di un valore del cosiddetto «avviamento» della società pari a zero. Con possibili riflessi pure sul piano industriale proposto dalla nuova gestione.
Giorgio Panariello è nato a Firenze il 30 settembre 1960 ed è un comico, cabarettista, imitatore, attore, conduttore televisivo e regista. Panariello è famoso per i suoi personaggi imitati come: Mario il bagnino, Merigo, Simone, Renato Zero, Lello Splendor.
Giorgio Panariello: la carriera
Nel 1981 Panariello ha iniziato la sua carriera come deejay e imitatore a Radio Forte dei Marmi, e con Carlo Fontana, Cesare Tarabella, Claudio Fortini e Massimo Polacci hanno dato vita alla trasmissione Radiosquillo ed è proprio lì che è nato il personaggio di Merigo e l’imitazione di Renato Zero. Il comico ha poi formato il gruppo I Lambrettomani (dal nome dello scooter Lambretta), con i quali è approdato a Firenze dove ha incontrato a un’esibizione all’Aloha di Fiesole, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni. I tre decisero di formare così un trio comico, molto amato nei teatri con lo spettacolo Fratelli d’Italia.
Insieme a Carlo Conti Panariello è apparsp ancora sul piccolo schermo nel 1994, nella trasmissione Vernice fresca su Teleregione Toscana. Pian piano il duo Panariello-Conti è riuscito ad approdare sulla Rai e insieme sono stati protagonisti dei programmi Su le mani nell’estate 1996 e Va ora in onda nell’estate 1997. L’attore ha debuttato sul grande schermo nel 1996 con Albergo Roma, regia di Ugo Chiti, dedicandosi poi alla regia nel 1999 con il film Bagnomaria e nel 2000 con Al momento giusto, regia di Giorgio Panariello e Gaia Gorrini.
Sul grande schermo ha recitato anche il film come: Ti amo in tutte le lingue del mondo, regia di Leonardo Pieraccioni (2005), Notte prima degli esami – Oggi, regia di Fausto Brizzi (2007), SMS – Sotto mentite spoglie, regia di Vincenzo Salemme (2007), Natale in Sudafrica, regia di Neri Parenti (2010), Un fantastico via vai, regia di Leonardo Pieraccioni (2013) e …e fuori nevica!, regia di Vincenzo Salemme (2014).
Giorgio Panariello: la vita privata
Attualmente l’attore e comico è legato a Claudia Maria Capellini (1987), che ha 27 anni in meno di lui. La loro è una storia d’amore vissuta lontana dai riflettori del mondo dello spettacolo e del gossip.
È una storia a lieto fine quella che arriva da Predazzo, in Trentino. Precisamente dalle acque ingrossate del torrente Travignolo. Alle 10.30 di lunedì 28 agosto, risale la richiesta di intervento per un cane che è stato trascinato per oltre 100 metri dalla corrente e che non riusciva a mettersi in salvo, raggiungendo la riva e il suo padrone.
A intervenire, in una zona impervia di difficile accesso, con rocce a picco – comunica la Federazione vigili del fuoco volontari – i vigili del fuoco volontari del corpo di Predazzo e la squadra speleo-alpino-fluviale del corpo di Molina di Fiemme che sono riusciti a metterlo in salvo.
Enrico Brignano è nato a Roma il 18 maggio 1966 ed è un attore, cabarettista, showman, comico e regista teatrale. Brignano è anche doppiatore del personaggio Olaf in Frozen – Il regno di ghiaccio, Frozen Fever, Frozen – Le avventure di Olaf, Frozen II – Il segreto di Arendelle.
Enrico Brignano: la carriera
L’attore ha frequentato il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti, partecipando come comico e barzellettiere alla prima edizione di La sai l’ultima? (1993). L’anno prima intanto, Brignano aveva fatto il suo esordio al cinema in Ambrogio, di Wilma Labate e nel 1994 ha recitato in Miracolo italiano, regia di Enrico Oldoini. In televisione Brignano ha debuttato in Il maresciallo Rocca (1996) per diventare poi famoso con Un medico in famiglia (1998-2000).
Nel 2000 Brignano ha girato il suo primo film da regista e protagonista, intitolato Si fa presto a dire amore, al fianco di Vittoria Belvedere. L’attore ha poi iniziato alcune tournée estive di teatro e cabaret e nel 2001 Carlo Vanzina lo ha scelto per il ruolo di Francesco nel film South Kensington, dove recita al fianco di Rupert Everett. Per alcuni anni Brignano ha interrotto la sua carriera sullo schermo per dedicarsi al teatro.
Brignano nel 2008 ha interpretato una piccola parte nel film Asterix alle Olimpiadi e dal 2007 al 2011 ha fatto parte del cast dei comici di Zelig. A teatro intanto, nel 2010 ha interpretato il ruolo di Rugantino, opera del 1962 di Garinei e Giovannini. Nel 2012 è stato anche guest-star nella serie televisiva I Cesaroni 5. Alcuni anni dopo, nel 2020 su Rai 2 lancia, Un’ora sola vi vorrei, un one man show che riprende il suo spettacolo teatrale partito nel 2019 e al quale ha partecipato anche la moglie Flora Canto.
Tra i film più importanti in cui ha recitato Brignano ci sono: SMS – Sotto mentite spoglie, regia di Vincenzo Salemme (2007), Un’estate ai Caraibi, regia di Carlo Vanzina (2009), La vita è una cosa meravigliosa, regia di Carlo Vanzina (2010), Ex – Amici come prima!, regia di Carlo Vanzina (2011), Poveri ma ricchi, regia di Fausto Brizzi (2016), Poveri ma ricchissimi, regia di Fausto Brizzi (2017) e Da grandi, regia di Fausto Brizzi (2023).
Enrico Brignano: la vita privata
Nel 2008 Brignano ha sposato la ballerina Bianca Pazzaglia, dalla quale poi si è separato nel 2013. Nel 2014 si è fidanzato con l’attrice e conduttrice Flora Canto, da cui ha avuto due figli, Martina, nata l’11 febbraio 2017 e Niccolò, nato il 18 luglio 2021. La coppia si è sposata il 30 luglio 2022 a Palo Laziale.
La Corte di Appello Federale presieduta da Mario Luigi Torsello ha ridotto da 16 a 10 mesi l’inibizione di Andrea Agnelli, decisa dal Tribunale Federale Nazionale per la cosiddetta manovra stipendi. Lo apprende l’Ansa. La Caf ha infatti parzialmente accolto il ricorso dell’ex presidente della Juventus contro la squalifica, riducendo anche l’ammenda inflittagli da 60 mila a 40 mila euro. La palla adesso passa al Collegio di Garanzia del Coni per il terzo grado di giudizio.
L’inibizione di 16 mesi era stata comminata, insieme alla multa da 60 mila euro, il 20 luglio scorso. Il Tribunale federale nazionale, presieduto da Carlo Sica, ha deciso di condannare Agnelli anche per il secondo filone dell’inchiesta Prisma. L’ex presidente della Juventus ha subito impugnato la decisione e la Corte d’Appello gli ha dato ragione. Nelle motivazioni della sentenza si leggeva: «Il Collegio ritiene provata con ragionevole certezza la responsabilità del dott. Andrea Agnelli».
Manovra stipendi #Juventus: la Corte Federale d'Appello ha ridotto da 16 a 10 mesi la squalifica di Andrea #Agnelli. Prossimo step il terzo grado di giudizio davanti al Collegio di Garanzia presso il #Coni
«Vogliamo investire sul futuro dell’Arabia Saudita». Roberto Mancini si è presentato da ct della nazionale di calcio araba, in conferenza a Riad, e ringraziando «la federazione saudita per l’occasione che mi viene data» ha sottolineato di essere «contento di avere avuto tanto apprezzamento per quello che ho fatto con l’Italia».
«Sono orgoglioso dell’incarico che mi è stato assegnato, c’è un progetto strategico da portare avanti che coinvolge i giovani; c’è tanto lavoro da fare, non sarà facile ma penso che potremo farcela» ha affermato, aggiungendo: «Non sono un mago ma quello che posso dire a tutti i tifosi è che lavoreremo sodo perché vogliamo vincere qualcosa di importante anche con l’Arabia Saudita».
Roberto Mancini will be the Head Coach of the Saudi Arabian Football National team until 2027.
Lucrezia Lante della Rovere è nata a Roma il 19 luglio 1966 ed è un’attrice ed ex modella. Nel 1986 Lante della Rovere è stata candidata al Ciak d’oro come migliore attrice non protagonista per Speriamo che sia femmina, di Mario Monicelli e nel 1992 ha ricevuto la medesima candidatura per il film Zuppa di pesce, di Fiorella Infascelli.
Lucrezia Lante della Rovere: la carriera
L’attrice, figlia del duca Alessandro Lante della Rovere e della stilista e scrittrice Marina Ripa di Meana, fa parte della famiglia dei Lante Da Montefeltro della Rovere. A 15 anni ha iniziato a fare la modella a Milano, diventando poi attrice di teatro, cinema e televisione. Lante della Rovere ha debuttato al cinema con il film Speriamo che sia femmina, qualche anno dopo, nel 1989 ha recitato nel film Storia di ragazzi e di ragazze, regia di Pupi Avati.
Tra gli altri importanti film in cui Lante della Rovere ha preso parte ci sono: Tre colonne in cronaca, regia di Carlo Vanzina (1990), Ardena, regia di Luca Barbareschi (1997), La repubblica di San Gennaro, regia di Massimo Costa (2003), SMS – Sotto mentite spoglie, regia di Vincenzo Salemme (2007), Quantum of Solace, regia di Marc Forster (2008), Benedetta follia, regia di Carlo Verdone (2018) e Flaminia, regia di Michela Giraud (2023).
Per il piccolo schermo Lucrezia Lante della Rovere ha preso parte a numerose fiction e serie tv di successo, tra cui: Uno di noi (1996), Orgoglio 2, regia di Giorgio Serafini e Vittorio De Sisti (2004), Orgoglio 3 (2005), Donna detective, regia di Cinzia TH Torrini (2007), Lo smemorato di Collegno, regia di Maurizio Zaccaro (2009), Tutti pazzi per amore 3, regia di Laura Muscardin (2011/2012), La dama velata, regia di Carmine Elia (2015), La strada di casa, regia di Riccardo Donna (2017-2019) e La fortuna di Laura, regia di Alessandro Angelini (2022).
Lucrezia Lante della Rovere: la vita privata
L’attrice ha avuto due figlie gemelle, Ludovica e Vittoria, nate nel 1988 dall’unione con l’imprenditore romano (poi presidente del Coni) Giovanni Malagò, con il quale è stata unita sentimentalmente quattro anni. Successivamente è stata legata per sette anni all’attore, regista, produttore e politico Luca Barbareschi. È stata anche la compagna del pittore Marco Tirelli, del regista Gianpaolo Tescari e del giornalista Emiliano Liuzzi, scomparso nel 2016. Nel 2022 l’attrice ha iniziato a frequentare un suo collega e regista di teatro, tale Francesco Zecca.
In occasione di una visita a sorpresa nello Xinjiang, la seconda da quando il presidente della Repubblica Popolare ha lanciato una decisa repressione contro la popolazione musulmana uigura della zona, Xi Jinping ha esortato i funzionari della regione a preservare la «stabilità sociale conquistata con fatica» e a intensificare gli sforzi nel controllo delle «attività religiose illegali».
I crimini contro l’umanità di Xi: il genocidio culturale degli uiguri
Le autorità cinesi hanno trattenuto (per periodi più o meno lunghi) almeno un milione di persone in centri di detenzione e rieducazione, attuando una sorveglianza di massa e un’oppressione sistematica delle espressioni religiose e culturali: nella zona numerosi siti religiosi sono stati distrutti o chiusi. In un rapporto del 2021, Amnesty International ha accusato le autorità cinesi di aver creato «un inferno distopico di dimensioni sbalorditive», invitando le Nazioni Unite a indagare sul regime di detenzione di massa, sorveglianza e tortura a cui il governo di Pechino avrebbe sottoposto uiguri, kazaki e gli altri musulmani della regione. Nel 2022 l’Onu ha trovato prove credibili di tortura e altre violazioni dei diritti umani nei confronti del popolo uiguro e Human Rights Watch ha affermato che nello Xinjiang sono stati commessi crimini contro l’umanità.
Xi respinge da sempre le accuse sulla repressione nello Xinjiang
Xi e i vertici del Partito comunista respingono da sempre le accuse di questo genere, sostenendo che fanno parte di un complotto occidentale per screditare la Cina. Al contrario, ribadiscono, la politica attuata nello Xinjiang mira a combattere l’estremismo religioso e a ridurre la povertà. Affermazioni che mal si conciliano con alcuni divieti in vigore nella regione, come quello di portare la barba lunga o studiare il Corano.
Xi ha invitato i funzionari locali a «rafforzare la pubblicità positiva»
A Urumqi, capoluogo dello Xinjiang, Xi ha sottolineato che la «stabilità sociale» deve sempre avere la priorità e deve essere utilizzata per garantire lo sviluppo, aggiungendo che la regione «non è più un’area remota», bensì ma un fulcro centrale per l’iniziativa di sviluppo della Nuova via della seta, che dovrebbe aprirsi maggiormente al turismo nazionale ed estero. Per la cronaca Urumqi, molto vicina al polo dell’inaccessibilità eurasiatico, “vanta” il primato di città più lontana dal mare, trovandosi a circa 2.500 chilometri dall’Oceano Indiano. «Nel processo di modernizzazione in stile cinese, faremo meglio a costruire un bellissimo Xinjiang che sia unito e armonioso, ricco e prospero», ha continuato Xi, invitando i funzionari locali a «rafforzare la pubblicità positiva e mostrare la nuova atmosfera di apertura e fiducia», confutando ogni «forma di falsa opinione pubblica». Infine, ha aggiunto che il problema dell’identità culturale nella regione «deve essere risolto per consolidare la nazione, il Partito comunista e il socialismo con caratteristiche cinesi».
Dal Terzo polo al terzo nome cambiato per i suoi partiti, il passaggio è stato breve. Giusto il tempo di uno scorcio di legislatura per appurare l’impossibile coabitazione con Matteo Renzi. Carlo Calenda ha annunciato la contromossa al Centro progettato dall’ormai ex alleato. I toni sono quelli magniloquenti di sempre. Insomma, niente centri e centrini, ma una visione di ampio respiro, ha lasciato intendere Calenda in un’intervista al Corriere della Sera. Proprio gli stessi obiettivi che animavano Azione al momento della propria nascita, nel 2019, quando il mantra del leader era «non voglio creare un nuovo partitino».
A caccia di renziani delusi, come Elena Bonetti
L’idea di fondo resta lo stessa, costruire una casa per i liberal-democratici con il pragmatismo come linea guida. Ma il marketing politico impone una modifica nel simbolo da presentare agli elettori. Il brand di Azione è stato logorato dai mesi all’insegna del balletto “Terzo polo sì, Terzo polo no” e ora si cerca nuova linfa, magari intercettando qualche renziano deluso dal suo leader. Un nome su tutti è quello dell’ex ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti (espressamente menzionata nell’intervista al Corriere) in disaccordo con lo spostamento a destra dell’ex Rottamatore.
Sognando il doppio colpo Rosato-Marattin
Alla riapertura del parlamento i gruppi di Italia viva e Azione provvederanno allo scioglimento, trascinando con loro il destino dei due partiti, e ufficializzando l’inizio di una reciproca concorrenza. Un cambio di passo che aprirà la stagione della caccia a ogni singolo deputato o senatore utile a rinforzare i numeri in parlamento. Oltre a Bonetti, l’obiettivo degli “azionisti” sarebbe quello di portare nel nuovo contenitore pure Ettore Rosato, ex vicepresidente della Camera con i galloni di iper renziano, che negli ultimi mesi è stato più volte accostato a Forza Italia, e Luigi Marattin, l’uomo dell’economia di Renzi, che ha garantito di non voler lasciare Italia viva. Ma che comunque è in difficoltà nel nuovo posizionamento, alquanto destrorso, renziano. Sarebbe un doppio colpo eccezionale. Sul piatto è pronta la proposta di un ruolo da capogruppo a Montecitorio, chiedendo il sacrificio a Matteo Richetti. Calenda strizza l’occhio pure agli insofferenti dem verso la linea della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, e che non vedono nell’ex presidente del Consiglio un interlocutore affidabile. Prima di far partire il corteggiamento, però, bisogna presentare un partito credibile.
A ottobre via al processo costituente
Fin qui le ipotesi, le intenzioni. Per il presente c’è il lancio «a inizio ottobre di un processo costituente, per riunire riformisti, liberali e popolari», secondo le parole di Calenda, che ha così liquidato la breve storia di Azione, fondata nel 2019, sulle basi del movimento Siamo europei creato invece prima delle Europee 2019 per siglare un accordo in grande stile con il Pd allora guidato da Nicola Zingaretti. L’obiettivo? «Un grande Fronte Repubblicano che si ispiri ai valori della Costituzione», garantisce l’ex candidato sindaco di Roma. A settembre, dunque, si aprirà il grande cantiere calendiano. Con quali esiti, si vedrà.
Cateno De Luca: «Non basta cambiare nome»
Di sicuro il coup de théâtre non ha creato grandi entusiasmi nei possibili interlocutori, compreso il fondatore di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che conta su un prezioso granaio di voti in Sicilia. «Non basta cambiare il nome per rendere innovativo un progetto: la gente vuole proposte concrete», ha osservato “Scateno”, come viene bonariamente chiamato per i suoi modi quantomeno spicci. Così l’ex sindaco di Messina e attuale primo cittadino di Taormina ha pungolato i due galli nel pollaio liberaldemocratico: «Renzi e Calenda dovrebbero smetterla di rincorrersi sui giornali e rubarsi a vicenda parlamentari».
Fredda reazione da parte di Magi e tutta +Europa
Reazione «fredda», secondo quanto apprende Lettera43, è arrivata poi da +Europa. Il segretario e deputato Riccardo Magi aveva già spiegato che non vuole chiudere «la porta a nessuno, purché sia chiaro che sui diritti, le libertà individuali ed economiche non transigiamo». Un “no” implicito al moderatismo da destra dorotea di Renzi, che vuole portare con sé profili come Letizia Moratti, ma anche un paletto ben fissato per Calenda visto ancora con diffidenza dopo la traumatica rottura alle elezioni politiche del settembre 2022. Dunque, +Europa lascia lo spazio per un’alleanza alle Europee 2024, nella consapevolezza che non si potranno presentare tre diverse liste – il Centro di Renzi, il Fronte di Calenda, e gli europeisti di Bonino e Magi – per un unico spazio politico, quello liberaldemocratico. Ma all’interno di +Europa è salda l’intenzione di ribadire un perentorio “no” a qualsiasi nuovo Fronte Repubblicano, che è stato lanciato con un’intervista. Più simile a un’operazione di annessione che di apertura all’esterno di Calenda. Un’Azione bis che rischia l’inazione.
Stasera 28 agosto 2023 andrà in onda il film Argo sul canale Iris alle ore 21.00. Il regista è Ben Affleck mentre la sceneggiatura è stata scritta da Chris Terrio. Nel cast, oltre a Ben Affleck come attore protagonista, ci sono John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston e Clea DuVall.
Argo, trama e cast del film stasera 28 agosto 2023 su Iris
La trama racconta fatti realmente accaduti ovvero quelli che si susseguirono dopo le proteste del 1979 in Iran: un gruppo di americani dell’ambasciata statunitense di Teheran è costretta a rifugiarsi nell’ambasciata canadese della nazione per volere dell’ambasciatore Ken Taylor (Victor Garber). Per risolvere la situazione, il governo degli Stati Uniti decide di contattare l’agente speciale Tony Mendez (Ben Affleck) specialista in operazioni di esfiltrazione. Per riuscire a far tornare in patria i sei americani, Mendez ha un’idea geniale: far passare i membri dell’ambasciata come membri di una troupe cinematografica impegnata a girare un film di fantascienza in Iran.
Per rendere l’operazione credibile, Mendez e il supervisore Jack O’Donnell (Bryan Cranston) contattano il truccatore di Hollywood John Chambers (John Goodman) e il produttore Lester Siegel (Alan Arkin). Mendez e gli altri imbastiscono una produzione eccellente per il film fittizio con il solo compito di portare l’agente in Iran, in veste di produttore, e permettere agli americani di salvarsi. L’operazione è ambiziosa ma potrebbe fallire da un momento all’altro e diventare un completo disastro.
Argo, 5 curiosità sul film stasera 28 agosto 2023 su Iris
Argo, le parole del presidente Carter
In un’intervista con Piers Morgan, l’ex presidente degli USA Jimmy Carter ha dichiarato di aver amato il film. Tuttavia, ha detto che gli eventi reali sui quali si basa furono orchestrati dai servizi segreti canadesi. A parte questa piccola differenza, il presidente ha detto che la pellicola è fedele a ciò che è successo nella realtà.
Argo, la troupe ha avuto accesso a luoghi segreti
Ben Affleck ha dichiarato che grazie a Tony Mendez, l’agente ritirato interpretato dallo stesso Affleck nel film, la troupe ha avuto accesso al quartier generale segreto della CIA: si tratta di un primato, nessuna troupe televisiva era mai entrata in tale luogo.
Argo, il tempo in Iran di Tony Mendez
Nella realtà, Tony Mendez non rimase in Iran per troppo tempo. Anzi, secondo quanto riportato, l’agente speciale rimase nel paese del Medio Oriente soltanto per un giorno e mezzo.
Argo, una differenza con la realtà
Nel film all’inizio viene detto che agli americani rifugiati venne negato l’accesso alle ambasciate della Gran Bretagna e della Nuova Zelanda presenti in Iran. Questo non è vero perché prima di entrare nell’ambasciata del Canada, entrambe le ambasciate ospitarono i sei americani. Comunque, Ben Affleck ha dichiarato di aver modificato intenzionalmente quest’aspetto per aumentare la tensione della storia.
Argo, la causa legale che la pellicola ha generato
Dopo il debutto nei cinema del film, l’Iran assunse un avvocato per fare causa a Ben Affleck e alla produzione. Secondo l’Iran, questo film dava una brutta immagine alla nazione e una ragione per giustificare l’invasione degli Stati Uniti. Per questo, Ben Affleck poteva addirittura essere accusato di crimini di guerra. La causa si tenne in Francia ma il giudice dopo aver ascoltato l’accusa rifiutò di procedere perché la causa non aveva motivo di esistere.
Vittorio Sgarbi si è schiarato al fianco dell’amico Morgan, dopo i fatti di Selinunte con gli insulti omofobi rivolti dall’artista al pubblico. Il sottosegretario alla Cultura lo ha difeso e ha raccontato: «Ho parlato a lungo con Morgan, gli ho detto di scusarsi spiegandogli che quando una persona si confronta con il pubblico deve imparare a controllarsi perché si deve ricordare che chi offende resta anonimo per cui Morgan dovrà pure farsi carico delle offese ricevute». Poi una frase che rischia di riaprire le polemiche: «Ma dire fro… non è un’offesa».
“Coglioni”, “bifolchi”, “stupidi” e pure un bel “frocio di merda”. Come se non fosse già abbastanza discutibile l’accostamento con Battiato, alla sua lezione-concerto sul maestro ieri a Selinunte Morgan ha insultato per 5 minuti buoni il pubblico. Questo un estratto da FB. pic.twitter.com/RDtURIcdO0
Il sottosegretario ha spiegato: «Essere gay oggi è una condizione normale. Lui ha indicato una condizione ormai legittimata, non insultante. Morgan ha legittimamente espresso una sua condizione di dolore, quello di essere frainteso e di non essere compreso. La reazione, certo, è stata esagerata da parte sua perché anche se hai ragione ti devi incazzare per pochi secondi, non per mezz’ora. Bastava dire: “Lo spettacolo è mio e parlo di quello che voglio”».
Sul posto a X Factor: «Il vero maledetto danneggia solo se stesso»
Infine Vittorio Sgarbi ha parlato del rischio, concreto, che Morgan possa perdere il posto da giudice a X Factor. L’appello a Sky è stato lanciato da Vladimir Luxuria, ma anche su questo tema il sottosegretario ha difeso il musicista: «L’artista maledetto è un artista grande. Lui è un maledetto vero e autentico, non è finto, non recita. Il vero maledetto non danneggia gli altri ma solo se stesso. Quindi perché punirlo? Così come si legittima qualsiasi trasgressione dovrebbe essere legittimata anche la sua ma se si volesse punire solo lui in realtà si creerebbe un paradosso perché confermerebbe che l’ultimo vero trasgressivo è Morgan».
«Mi devono chiedere scusa, perché quando parla un consigliere e a maggior ragione il sindaco, tutti gli altri devono stare zitti. Non possono sbeffeggiarmi dicendomi delinquente o pagliaccio»: è quanto ha detto all’ANSAStefano Bandecchi, sindaco di Terni, commentando la rissa sfiorata di in consiglio comunale. «Quando mi sono alzato e mi sono diretto verso il consigliere Cecconi» – ha spiegato – «volevo soltanto farlo mettere seduto, infatti non l’ho nemmeno sfiorato».
++NUOVO SHOW DI BANDECCHI++ Il pacifico sindaco di Terni prima minaccia gentilmente di buttare giù i denti a un consigliere di opposizione poi cerca di assalire fisicamente un altro consigliere che prova a far presente che la minaccia è un tantino fuori luogo. pic.twitter.com/lAUF1VLV9G
«Le posso assicurare che sono stato buono» – ha detto ancora Bandecchi – «se continuano a rompermi… diventerò cattivo e due schiaffi in faccia glieli do davvero. Fino a quel momento avevo ascoltato tutti gli interventi in silenzio poi quando è toccato a me parlare sono iniziate le interruzioni e gli sberleffi per altro su un tema, quello della carenza di vigili urbani, causato dalle precedenti amministrazioni e che io sto risolvendo con sessanta nuove assunzioni. So che la minoranza è andata dal prefetto a fargli perdere tempo, io invece sono qui a lavorare», ha concluso Bandecchi.
Gianluca Vacchi, dj e influencer che va per la maggiore sui social, è un ottimo venditore di se stesso, e quel che dice di solito viene preso dai media come oro colato. Così, magari per nascondere anche qualche disavventura del recente passato (compresa la lite con il fratello Bernardo che gli ha fatto pignorare alcuni asset), ha dato grande riscontro alla sua possibile uscita dalla Ima, l’azienda leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per confezionare prodotti farmaceutici dove è consocio con suo cugino Alberto che ne è azionista di riferimento e guida operativa. Prezzo dell’addio da capogiro. Per la sua partecipazione del 13,1 per cento Gianluca ha fatto sapere che incasserà oltre 600 milioni: un fiume di denaro con cui finanziare nuove e si spera più fortunate avventure imprenditoriali rispetto a quelle di recente avviate, nonché un tenore di vita di cui l’influencer non nasconde certo i costosi eccessi.
La quota di Gianluca Vacchi in realtà vale intorno ai 230 milioni
Siccome però il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, bastava dare un occhio ai numeri di Ima per scoprire il bluff. Il gruppo infatti, sulla base dei conti fatti quando il fondo americano Bdt & Msd Partners ne ha rilevato il 45 per cento, ha sì infatti un valore di impresa di oltre 6 miliardi di euro, ma che si riduce a 2 se si tolgono i 4 miliardi di debiti. Ciò fa sì che la quota di Gianluca non valga i 600 milioni fatti balenare come sicuro incasso, ma una cifra che si aggira intorno ai 230. «Buttali via» potrebbe commentare qualcuno rilevando che comunque si tratta sempre di un bel gruzzolo. Giusto, ma se si pensa che la società di Gianluca hanno sulle spalle un debito di quasi 100 milioni (soldi che gli sono stati prestati da Unicredit e Agorà Finance) contratto quando i tassi stavano quasi a zero, e su cui ora la loro impennata gli costa quasi 5 milioni all’anno di interesse, più un po’ di fatture di fornitori non pagate, alla fine non resta molta trippa per gatti. Tale forse da non evitare al simpatico influencer bolognese la necessità di una spending review.
L’aeroporto di Heathrow è rimasto paralizzato per oltre due ore a causa di un guasto ai sistemi di controllo del traffico aereo del Regno Unito. Si tratta dello scalo più grande d’Europa e insieme ad esso sono stati anche altri aeroporti britannici a restare bloccati. Centinaia di voli cancellati e migliaia di passeggeri rimasti a terra in attesa di partite. Molte compagnie aeree hanno avvertito i passeggeri sui ritardi che si stanno accumulando. Il problema è stato poi risolto nel pomeriggio e si attende il ritorno alla normalità.
Il Nats: «Problemi tecnici»
A spiegare cos’è successo, racconta la Bbc, è stato il Nats, il National Air Traffic Services, l’autorità che controlla il traffico aereo. Un portavoce dell’agenzia si è limitato a parlare di «problemi tecnici», senza altri dettagli. Le restrizioni ai voli in arrivo e in partenza sono state imposte per «mantenere la sicurezza». Dal Nats hanno spiegato che gli ingegneri sono intervenuti immediatamente per trovare e riparare il guasto. A segnalare per prima il guasto è stata la Loganair, la compagnia area scozzese, che ha parlato di un blackout ai sistemi computerizzati sul traffico nazionale.
The technical issue affecting @NATS has now been resolved.
Aviation Minister @CharlotteV and I are continuing to work with NATS to help them manage affected flights and support passengers.
All passengers should still contact their airline for specific flight information. https://t.co/IWgZJlXl91
Negli aeroporti si parte e si atterra con i sistemi manuali
Non potendo accedere alla rete computerizzata, diversi aeroporti hanno utilizzato per diverse ore manualmente i rispettivi sistemi. Secondo la Bbc ad aver accumulato i maggiori ritardi, oltre a Heathrow, è stato l’aeroporto londinese di Gatwick. A Luton, Liverpool, Manchester, Birmingham, Edimburgo e altre località gli scali hanno funzionato a singhiozzo, molto lentamente proprio a causa delle procedure attuali. I disagi arrivano al termine di un’estate complicata per il traffico aereo della Gran Bretagna. Decine gli scioperi del persone di volo e di terra, che hanno provocato tra luglio e la prima metà di agosto numerosi ritardi e voli cancellati.