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Cuneo, arrestato il giovane accusato di due omicidi a Montaldo Mondovì
I carabinieri hanno arrestato Sacha Chang, il ragazzo olandese di 21 anni accusato del duplice omicidio del padre e di un amico di famiglia a Montaldo Mondovì (Cuneo) che da tre giorni aveva fatto perdere le proprie tracce. Il giovane era stato avvistato il giorno prima da un militare, ma poi era riuscito a sfuggirgli. Venerdì 18 agosto, invece, il fermo in una chiesetta in zona Cappella, vicino all’abitato di Torre dove si era rifugiato per ripararsi dalle forti piogge.
La fuga dopo aver ucciso padre e amico di famiglia
Chang ha vagato per quasi 48 ore nei boschi del Cuneese dopo i fatti di cui dovrà rispondere davanti alla magistratura, ovvero l’uccisione del padre Chainfa Chang con un coltello da cucina e il ferimento dell’amico di famiglia Lambertus Ter Horst, morto dopo il ricovero in ospedale a Torino. Le ricerche del giovane, con problemi psichiatrici, erano partite subito dopo l’accertamento del delitto e si sono concentrate in tutta la val Corsaglia. Già nella mattinata di giovedì 17 agosto era stato avvistato da un carabiniere mentre era sceso al torrente per bere, in maglietta e scarpe da ginnastica e ancora sporco di sangue. Poi però era riuscito a far perdere di nuovo le sue tracce fino alla mattina seguente, quando un gruppo di cacciatori l’ha visto mentre stava dormendo su una panchina in via Sant’Elena verso località Cappelle nel Comune di Torre Mondovì. Era a pochi chilometri dalla casa di Montaldo dove poche ore prima avrebbe compiuto il duplice omicidio.
«Non ha detto una parola»
Alle 10, infine, l’ufficialità della cattura con un veloce passaparola tra i militari con il messaggio «Preso». Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il ragazzo è in buone condizioni fisiche nonostante le tante ore passate nei boschi senza cibo e vestito solo di maglietta (che non aveva addosso al momento dell’arresto) e pantaloni. Bloccato da tre militari della stazione di Limone Piemonte, che hanno accertato anche che fosse ormai disarmato, non ha opposto resistenza al fermo e non ha proferito parola.