Daily Archives: 21 Agosto 2023

Le affermazioni di La Russa in un video: «Genitori gay? Anche il bambino crescerebbe gay»

Ignazio La Russa, presidente del Senato e co-fondatore di FdI, in un’intervista video del 2013, ripresa dal quotidiano Repubblica, in cui si parla di adozione da parte di coppie omogenitoriali, aveva dichiarato: «Genitori gay? Anche il bambino crescerebbe gay». Diventerebbe infatti un «modello» e si tratterebbe di «una limitazione dei diritti del bambino di poter godere dell’affetto di persone di diverso sesso».

In un video-intervista del 2013, il presidente Ignazio La Russa aveva dichiarato che con «genitori gay anche il bambino crescerebbe gay».
Ignazio La Russa (Imagoeconomica),

«Un’induzione ingiustificata a crescere gay»

Come riportato dal quotidiano, nel video La Russa aggiunse: «Un bambino che cresce con due papà? È un’induzione ingiustificata a crescere gay. Che uno può farlo, ma deve essere una sua scelta. Secondo me il diritto naturale, oltre che la nostra Costituzione, ci portano una coppia formata da un uomo e da una donna. Una coppia gay può avere il desiderio di avere un figlio, lo capisco. Ma va tutelato il diritto del bambino di scegliere lui. La natura gli ha dato una madre e un padre, tutte le altre opzioni non possono essere imposte».

Coppia di Piacentini investita a New York: lei è grave

Ci sono anche due italiani tra le persone investite a New York da una donna che è passata con il rosso a un semaforo e poi è scappata. Nel gruppo di sette persone falciato dall’auto sulle strisce pedonali, come riporta La Voce di New York, c’erano due coniugi di Piacenza, Matteo Maj (51 anni, graphic designer) e Giulia Gardani (34 anni, istruttrice federale di tennis). I due, racconta Monica Maj, sorella di Matteo, si trovavano a New York come ultima tappa di un viaggio in Usa che li aveva portati anche a Chicago e a Boston, e sarebbero dovuti tornare lunedì 21 agosto in Italia.

I coniugi investiti a New York erano all'ultima tappa del loro viaggio. La giovane 34enne ha subito un intervento durato cinque ore.
New York (Ansa).

La 29enne al volante è stata arrestata

Maj – secondo quanto riportato – è stato da poco operato per un trauma facciale e nelle prossime ore finirà ancora sotto i ferri per un intervento a tibia e perone, mentre Gardani, arrivata al pronto soccorso in gravi condizioni, ha subito un lungo intervento di cinque ore per una lesione alle vertebre cervicali. La donna 29enne al volante dell’auto, scappata dopo l’incidente, è stata poi arrestata nel Queens dopo essersi schiantata contro un’altra vettura sulla Long Island Expressway. Un portavoce della polizia di New York ha dichiarato che al momento si esclude che la collisione sia stata intenzionale o sia legata a un’azione terroristica.

 

Stupro di gruppo a Palermo, tre degli indagati: «La 19enne era d’accordo»

Hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame i primi tre giovani arrestati per la violenza di gruppo che sarebbe avvenuta il 7 luglio a Palermo ai danni di una 19enne, sostenendo che la ragazza «era d’accordo». Confermato il carcere per due degli indagati, mentre proseguono le udienze: venerdì 18 agosto c’erano state quelle per due dei sette accusati, mentre nella mattinata di lunedì 21 agosto si è svolta l’udienza del terzo ragazzo. «In questa fase» hanno dichiarato i legali degli indagati «non abbiamo dichiarazioni da fare». Intanto, da quando lo scorso venerdì, è stata diffusa la notizia della violenza e il fermo immagine del video della videocamera di sicurezza, su Telegram è partita la caccia al video dello stupro di Palermo.

La ragazza sarebbe stata «consenziente»

Un giovane ha ribadito, anche nell’interrogatorio del 4 agosto, di essersi limitato a riprendere la scena con il cellulare, e di non aver fatto del male alla giovane. Gli altri hanno affermato che non ci sarebbe stata alcuna violenza e che la ragazza sarebbe stata «consenziente». Uno degli accusati davanti ai giudici del Riesame, ha dunque respinto tutte le accuse dichiarando che sarebbe stata la vittima a condurre il gruppo al Foro Italico e che era consapevole di partecipare al rapporto sessuale di gruppo. La ragazza avrebbe chiesto di deviare il percorso per non essere vista dal fidanzato, che lavora in un locale del centro storico. La tesi contrasta con le immagini delle telecamere di videosorveglianza, in cui si vede la giovane trascinata a forza verso la zona dove ci sarebbe stato lo stupro. Il tribunale deve ancora pronunciarsi sull’istanza di scarcerazione presentata dal terzo indagato.

I primi tre giovani arrestati per la violenza di gruppo a Palermo hanno sostenuto che la ragazza «era d'accordo».
Polizia (Imagoeconomica).

Attesi per martedì gli altri interrogatori

Tre giovani, arrestati venerdì, saranno interrogati davanti al gip nelle giornata di martedì 22 agosto. Intanto, l’avvocato Pietro Capizzi, che assiste il giovane minorenne ascoltato dal gip del tribunale per i minori, ha dichiarato: «Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte. È chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare. Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro». La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato, che adesso si trova in comunità, mentre la procuratrice per i minori Claudia Caramanna ha annunciato la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip.

Filippo Nigro: età, biografia e carriera dell’attore

Filippo Nigro è nato a Roma il 3 dicembre 1970 ed è un attore. Nel 2003 Nigro ha vinto un Globo d’Oro come miglior attore per il film La finestra di fronte, di Ferzan Özpetek e nel 2010 al Taormina Film Festival il premio come miglior attore per Dalla vita in poi di Gianfrancesco Lazotti.

Filippo Nigro: la carriera

Dopo il diploma classico, Nigro ha frequentato la Facoltà di Lettere de La Sapienza, ma si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Lina Wertmüller. L’attore è esordito in televisione con la serie tv I ragazzi del muretto (1992) e qualche anno più tardi nella fortunata soap opera Un posto al sole (1996), seguiti da La dottoressa Giò (1997 e nel 1998) e Il maresciallo Rocca (1998).

Nigro ha debuttato al cinema con la commedia Donne in bianco, per la regia di Tonino Pulci (1998) e nel 2001 ha ottenuto un ruolo nel film Le fate ignoranti, di Ferzan Özpetek, che nel 2003 l’ha rivoluto nel film La finestra di fronte. L’attore nel 2007 è ritornato al cinema con il film Ho voglia di te, di Luis Prieto, proseguendo con film come: Un gioco da ragazze, regia di Matteo Rovere (2008), Diverso da chi?, regia di Umberto Carteni (2009), Oggi sposi, regia di Luca Lucini (2009), ACAB – All Cops Are Bastards, regia di Stefano Sollima (2012), La dea fortuna, regia di Ferzan Özpetek (2019) e i più recenti Per tutta la vita, regia di Paolo Costella (2021) e La caccia, regia di Marco Bocci (2023).

Per la televisione, Nigro ha recitato in diverse fiction, serie e miniserie tv come: R.I.S. – Delitti imperfetti (dal 2005 al 2007), Tutta la verità (2009), Barabba (2012), Suburra – La serie (2017-2020), I Medici – Lorenzo il Magnifico (2018), Tutto chiede salvezza, di Francesco Bruni (2022) e Corpo libero, di Cosima Spender e Valerio Bonelli (2022).

Filippo Nigro, tra la carriera e la vita privata
Gina Gardini e Filippo Nigro la Mostra del Cinema di Venezia nel 2019 (Getty Images).

Filippo Nigro: la vita privata

L’attore è sposato con Gina Gardini, produttrice, conosciuta nel 2001 e sposata alcuni anni dopo. La coppia ha tre figli: Alessandro, Olivia e Claudio, che hanno rispettivamente 18, 12 e 10 anni.

Isabella Ragonese: età, biografia e carriera dell’attrice

Isabella Ragonese è nata a Palermo il 19 maggio 1981 ed è un’attrice, una drammaturga e una regista teatrale. Nella sua carriera Ragonese ha vinto un Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista nei film La nostra vita di Daniele Luchetti e Due vite per caso di Alessandro Aronadio, entrambi nel 2010, ma anche un Globo d’Oro nel 2017 come miglior attrice per il film Il padre d’Italia di Fabio Mollo.

Isabella Ragonese: la carriera

L’attrice nel 2000 ha conseguito il suo diploma di recitazione presso la scuola Teatès di Palermo. Dopodiché ha interpretato e diretto numerosi spettacoli teatrali. Nel 2006 però Ragonese ha debuttato al cinema nel film di Emanuele Crialese, Nuovomondo, ha poi ottenuto il ruolo di Marta, la protagonista nel film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti, che le vale una candidatura ai Nastri d’Argento 2008 come migliore attrice protagonista.

Nello stesso anno l’attrice ha preso parte al film Viola di mare di Donatella Maiorca e sempre nel 2008 ha recitato nel film di Marcello Cesena, Il cosmo sul comò con Aldo, Giovanni e Giacomo. Nel 2009 Ragonese è ritornata sul grande schermo con i film Due vite per caso, regia di Alessandro Aronadio, Oggi sposi di Luca Lucini e Dieci inverni, regia di Valerio Mieli. Nel 2010 ha interpretato Elena, la moglie di Elio Germano, nel film La nostra vita di Daniele Luchetti. Quell’anno è stata anche la madrina della 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Per la sua interpretazione in La nostra vita ha ricevuto la sua prima candidatura ai David di Donatello 2011 come miglior attrice protagonista.

Il 2011 è l’anno in cui l’attrice ha iniziato a lavorare anche in televisione, prima con Il commissario Montalbano, poi è ritornata nel 2016 con Rocco Schiavone (2016-2021), la miniserie La guerra è finita, regia di Michele Soavi (2020), la serie tv Il re, regia di Giuseppe Gagliardi (2022) e la miniserie Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa, regia di Roberto Andò (2022).

Nel 2011 Ragonese è stata protagonista sul grande schermo del film Il primo incarico, regia di Giorgia Cecere, per il quale ottiene un’altra candidatura al Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista e Il giorno in più con Fabio Volo. Tra gli altri film famosi in cui l’attrice ha recitato ci sono: Il giovane favoloso, regia di Mario Martone (2014), Fino a qui tutto bene, regia di Roan Johnson (2015), Mio fratello rincorre i dinosauri, regia di Stefano Cipani (2019), Lei mi parla ancora, regia di Pupi Avati (2021) e Il giorno e la notte, regia di Daniele Vicari (2021).

Isabella Ragonese, tra la carriera e la vita privata
Isabella Ragonese nel 2017 (Getty Images).

Isabella Ragonese: la vita privata

L’attrice attualmente pare sia single. Quel che si sa è che è stata fidanzata con il frontman dei Subsonica, Samuel Romano. La relazione però è finita e l’attrice non ha figli.

Moran Atias: età, biografia e carriera dell’attrice

Moran Atias è nata a Haifa (Israele) il 9 aprile 1981 ed è un’attrice, modella e conduttrice televisiva. Atias è arrivata in Italia grazie dopo aver partecipato ai concorsi Miss Globe International e Top Model of the World, che ha vinto.

Moran Atias: la carriera

Atias ha iniziato la carriera da modella quando aveva 12 anni, debuttando poi a 15 in un programma tivù israeliano. Arrivata in Italia poco più che maggiorenne ha cominciato a sfilare per Versace, Roberto Cavalli e D&G, posando anche per alcune copertine di riviste famose. Nel 2000 intanto, ha anche partecipato alla trasmissione di Raffaella Carrà, Carramba che fortuna, in onda su Rai Uno, ma anche Superconvenscion (2000-2001), Italiani (2001), Matricole & Meteore (2003), su Italia 1, I raccomandati (2003-2004), in onda su Rai Uno e il Natalino Balasso Show su Italia 1 nel 2004.

Come presentatrice Atias ha invece condotto in televisione la versione israeliana di Affari tuoi e in radio Shaker su RTL 102.5. Dal 2005 ha iniziato anche a recitare, prima al cinema con il film Gas, regia di Luciano Melchionna (2005), seguito da Le rose del deserto, regia di Mario Monicelli (2006), poi La terza madre, regia di Dario Argento (2007), Land of the Lost, regia di Brad Silberling (2009), Oggi sposi, regia di Luca Lucini (2009), The Next Three Days, regia di Paul Haggis (2010) e Third Person, regia di Paul Haggis (2013).

In televisione Moran Atias ha preso parte a serie tivù a livello internazionale come: Crash (2008-2009), Il bene e il male (2009), CSI: Miami (2011), Tyrant (2014), 24: Legacy (2017), The Resident (2018) The Village (2019) e Animal Kingdom (2022).

Moran Atias, tra la carriera e la vita privata
Moran Atias alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 (Getty Images).

Moran Atias: la vita privata

Pare che attualmente l’attrice sia single. Le sono però stati attribuiti diversi flirt con uomini come Can Yaman, ha avuto una storia con il calciatore Adrian Mutu (con cui è stata insieme finché lui non è diventato geloso per le foto realizzate da lei per il calendario Pafim 2004). In seguito si è parlato anche di una liaison con Lapo Elkann.

Scontrini pazzi, la Cnn attacca l’Italia. L’ultima denuncia social: «Un euro in più per tagliare una crèpe»

Quella 2023 verrà probabilmente ricordata come l’estate degli scontrini pazzi: non si contano più infatti, via social, le segnalazioni su bar e ristoranti che applicano ai loro menù e alle loro tariffe sovrapprezzi a volte difficili da comprendere. L’ultimo caso in ordine di tempo è stato segnalato a Lecce, tutto questo mentre alcuni media stranieri hanno iniziato a trattare il fenomeno tutto italiano, con toni poco lusinghieri.

Nuova denuncia social per uno scontrino a Lecce: «Un euro in più per tagliare una crèpe»

La notizia fa riferimento a una lamentela apparsa sul gruppo Facebook Vivere a Lecce. Sul social, un’utente ha segnalato di aver dovuto pagare un euro in più rispetto al servizio offerto in quanto la crèpe che aveva ordinato in un bar del centro città (in Piazza Sant’Oronzo) era stata tagliata a metà. I fatti risalgono a domenica 20 agosto: la donna che ha pubblicato lo scontrino si è recata nel bar dove il prezzo della crèpe da listino era di 4,50 euro, commentando poi infastidita: «Il bar mi ha battuto 1 euro di sovrapprezzo per tagliare in due la crèpe». L’immagine dello scontrino condivisa su Facebook ha come prevedibile scatenato il solito dibattito: alcuni, nei commenti, trovano che sia una vergogna, mentre altri danno ragione al bar che ha offerto alla cliente un servizio aggiuntivo. La storia, tra l’altro, ricorda molto da vicino il caso del toast tagliato a metà di un bar di Gera Lario.

La Cnn bacchetta l’Italia e parla di «vergognose fregature ai turisti»

Nel frattempo, Oltreoceano, un media statunitense prestigioso come la Cnn ha sfornato un approfondimento sulle ultime segnalazioni degli scontrini virali italiani, mettendo alla berlina prima il bar sul Lago di Como sopracitato e parlando poi di un bar di Ostia dove, per due euro in più, un’attività ha scaldato il biberon di un neonato per qualche secondo nel microonde. Il recente servizio della Cnn ha poi analizzato il caso di un sovrapprezzo di due euro richiesto da un locale di Portofino per aver fornito a un cliente un piattino vuoto; non paga, la testata ha inoltre parlato dell’aumento generale dei prezzi nel nostro Paese, facendo riferimento alla media di 50 euro al giorno per due lettini e un ombrellone richiesti in alcuni lidi pugliesi. Prezzi, questi ultimi, che in certi casi sono persino raddoppiati nel weekend. La Cnn ha parlato senza troppi filtri di «vergognose fregature ai turisti in Italia».

Ergastolo all’infermiera inglese killer di neonati

L’infermiera inglese Lucy Letby è stata condannata all’ergastolo, senza possibilità di libertà condizionale, per aver ucciso sette neonati e tentato di assassinarne altri sei mentre lavorava nel reparto di maternità del Countess of Chester Hospital, Inghilterra occidentale, tra il 2015 e il 2016. Lo ha stabilito la Manchester Crown Court. Nel leggere la sentenza in diretta tivù, il giudice James Goss ha parlato di  «premeditazione, calcolo e malizia» nelle azioni compiute da Letby, che hanno avuto un «impatto immenso» su molte famiglie.

Espone bandiera Lgbtq+ nel suo negozio, uccisa in California

La proprietaria di un negozio a Cedar Glen, sulle montagne di San Bernardino, in California, è stata uccisa da un colpo di pistola sparato da un uomo dopo un litigio per la bandiera Lgbtq+ esposta fuori dal locale. Si chiamava Laura Ann Carleton e aveva 66 anni, riporta la polizia. Funzionari dell’ufficio dello sceriffo hanno spiegato che un uomo sospetto «ha fatto diverse osservazioni denigratorie sulla bandiera arcobaleno che si trovava fuori dal negozio di abbigliamento della donna prima di sparare a Carleton». L’assassino è fuggito, ma gli agenti sono riusciti a localizzarlo e lo hanno ucciso a colpi di arma da fuoco al termine di uno scontro. Carleton lascia il marito e nove figli. Un gruppo Lgbtq+ nella vicina Lake Arrowhead ha affermato che la donna non si identificava come membro della comunità Lgbtq+, ma «aiutava e difendeva tutti».

Presa a sassate ai giardini da uno sconosciuto, donna in fin di vita a Genova

Una donna di 61 anni è in fin di vita dopo essere stata aggredita a sassate da uno sconosciuto mentre si trovava vicino ai giardini «10 Maggio», nel quartiere Struppa di Genova. Gli agenti delle volanti hanno arrestato l’aggressore, un uomo di 34 anni senza fissa dimora. La vittima è al momento in coma all’ospedale Galliera dove i medici stanno valutando anche un eventuale trasferimento all’ospedale San Martino. L’aggressione è avvenuta all’ora di pranzo. La donna stava camminando quando è stata colpita alla testa con un sasso di circa 20 centimetri. L’uomo ha impugnato la pietra e si è accanito sulla vittima, colpendola più volte. Un passante ha messo in fuga l’aggressore mentre una giovane che ha assistito dal balcone di casa alla scena ha chiamato i soccorsi. Gli agenti hanno rintracciato l’uomo in via Molassana e lo hanno arrestato. La 61enne è stata invece trasferita in ospedale, prima in codice giallo, ma una volta arrivata al pronto soccorso le sue condizioni sono apparse molto più gravi. L’uomo è in questura e sarà il magistrato di turno a decidere, in base all’esito degli esami medici, se contestare le lesioni gravissime o il tentato omicidio.

Morto dopo essere stato bloccato fuori da Sky, aveva assunto cocaina e cannabis

Inquirenti e investigatori dovranno verificare, attraverso le analisi di tutte le telecamere della zona e con la raccolta di testimonianze, se e in che modo abbia tentato di entrare nella sede di Sky a Rogoredo, quartiere alla periferia sud di Milano, Giovanni Sala, 34 anni, morto nella notte tra sabato 19 e domenica 20 agosto, dopo l’intervento di due guardie giurate, una delle quali lo avrebbe bloccato a terra con un ginocchio appoggiato sulla sua schiena. E si dovrà valutare pure se quell’intervento di contenimento abbia o meno violato regole di prudenza per casi del genere. Sono questi i punti centrali dell’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dal pm di Milano Alessandro Gobbis, che vede indagati i due vigilantes per omicidio colposo.

L’uomo rappresentava un pericolo reale?

Decisiva per chiarire le cause della morte, e anche l’eventuale correlazione con l’azione delle guardie, sarà l’autopsia fissata per venerdì 25 agosto e che comprenderà anche le analisi tossicologiche. Al momento, dai primi esiti medico legali risulta che l’uomo, nato a Palermo e residente a Germignaga (Varese), avesse assunto cocaina e cannabis e che frequentasse un luogo di spaccio là vicino, il cosiddetto bosco della droga di Rogoredo. Da una prima analisi del cadavere non sono emersi segni di ferite. Pare, poi, che con alcune dichiarazioni subito dopo i fatti, i due vigilantes abbiano tentato di minimizzare la loro azione di contenimento. Le indagini dovranno chiarire se il 34enne avesse provato a entrare nella sede dell’emittente televisiva e in che modo, anche perché quando le due guardie sono intervenute, bloccandolo a terra, l’uomo, di corporatura normale stando a quanto riferito, era vicino a delle strisce pedonali della strada davanti alla sede di Sky. Pare che in quegli istanti l’uomo non rappresentasse un pericolo reale.

Il segretario della Lega di Modena difende Vannacci: «Dire che essere gay è contro natura non è insensato»

Il segretario provinciale della Lega di Modena, Guglielmo Golinelli, è al centro di numerose critiche. Prima ha sostenuto il generale Roberto Vannacci con un post su Facebook in cui pubblica l’immagine del criticato libro sulle minoranze scrivendo «top». Poi è stato intervistato dalla Gazzetta di Modena e ha dichiarato: «Essere gay è contro natura e le razze esistono». Il dibattito si è infiammato quando ad attaccarlo è stato il Pd: «Parole agghiaccianti che evocano gli anni più bui del Novecento, ecco il vero volto della destra modenese». Nelle stesse ore, a difendere Vannacci è stato anche il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Golinelli: «Gay contro natura, dirlo non è insensato»

Ai giornalisti Golinelli ha spiegato: «Una larga fetta delle tematiche affrontate dal generale è condivisibile. Se analizziamo il concetto di omosessualità dal punto di vista della natura e del diritto naturale, lo scopo di qualsiasi essere umano è riprodursi, dare continuità alla specie e costruire una famiglia. Dire che i gay vanno contro la natura non è una cosa insensata se consideriamo quanto detto sopra. Ma io non direi mai che gli omosessuali non sono normali. Vannacci inserisce questo pensiero in una riflessione sulla riproduzione e io faccio lo stesso».

Il segretario della Lega a Modena difende Vannacci «Dire che essere gay è contro natura non è insensato»
Guglielmo Golinelli (Imagoeconomica).

Reagisce il Pd: «La comunità si merita di meglio»

La risposta è arrivata dal segretario provinciale del Pd, Roberto Solomita: «Stiamo parlando del segretario provinciale della Lega, non dell’imbarazzante esternazione di un simpatizzante esaltato, che gli stessi vertici del partito cercano di tenere nascosto: stiamo parlando di una figura con ruoli di responsabilità, che rappresenta, sul territorio, uno dei due principali partiti che governano il Paese, anche se ci aspetterebbe uscite di questo tenore da Forza Nuova e non dalla destra che governa il Paese». E ha insistito: «Questo  è il volto della destra che dobbiamo sconfiggere alle amministrative 2024. Le nostre comunità si meritano di meglio che queste posizioni retrograde che, per fortuna, non rappresentano i modenesi».

All’inseguimento della pietra verde stasera su Rete 4: trama, cast e curiosità

Stasera 21 agosto 2023 andrà in onda il film All’inseguimento della pietra verde su Rete 4 alle ore 21.25. Il regista è Robert Zemeckis mentre la sceneggiatura è di Diane Thomas. Nel cast ci sono Michael Douglas, Kathleen Turner, Danny De Vito e Mary Ellen Trainor.

All'inseguimento della pietra verde è il film che andrà in onda stasera su Rete 4, ecco trama, cast e curiosità.
Una scena del film (Twitter).

All’inseguimento della pietra verde, trama e cast del film stasera 21 agosto 2023 su Rete 4

La trama racconta la storia di Joan Wilder (Kathleen Turner), una scrittrice di romanzi rosa che vive a New York e spera che un giorno possa riuscire a trovare la sua anima gemella. Tuttavia, un giorno la vita ordinaria di Joan è destinata a cambiare: la donna riceve una telefonata dalla sorella Elaine (Mary Ellen Trainor) che si trova in Colombia ed è stata sequestrata da un gruppo di criminali. Elaine invia a Joan anche una mappa del tesoro che conduce a una pietra verde dall’inestimabile valore.

Decisa a salvare la sorella, Joan vuole scambiare la mappa con la vita della sorella. Si reca in Colombia ma si perde quasi subito nella foresta ed è anche minacciata da alcuni loschi figuri. Joan sembra essere in una situazione critica ma interviene in suo favore il simpatico avventuriero Jack Colton (Michael Douglas). I due che si sono riuniti per caso si metteranno alla ricerca della pietra verde, Joan tenterà di salvare la sorella e forse potrebbe aver trovato anche l’amore della sua vita.

All’inseguimento della pietra verde, 5 curiosità sul film stasera 21 agosto 2023 su Rete 4

All’inseguimento della pietra verde, la produzione non credeva in questo film

In realtà la produzione credeva che questo progetto sarebbe stato un disastro al botteghino. Per questa ragione, Zemeckis venne licenziato anticipatamente dall’incarico di dirigere il film Cocoon – L’energia dell’universo del 1985. Tuttavia, la pellicola ebbe un successo incredibile al box office, guadagnando circa 115 milioni di dollari. Zemeckis grazie a questo successo riuscì a trovare produttori per finanziare il suo successivo progetto, ovvero il cult Ritorno al futuro.

All’inseguimento della pietra verde, l’unica opera della sceneggiatrice Diane Thomas

Nonostante il successo della pellicola, questa è l’unica opera tratta da una sceneggiatura di Diane Thomas. L’autrice aveva iniziato la sua carriera come cameriera in un locale di Malibu quando conobbe Michael Douglas, al quale sottopose una bozza della sceneggiatura de All’inseguimento della pietra verde. L’attore fu entusiasta della sceneggiatura e decise di opzionarla per 250 mila dollari. La Thomas lasciò il suo lavoro e si dedicò alla nuova carriera di sceneggiatrice, ottenendo anche in regalo da Michael Douglas una Porsche. Tuttavia, dopo l’uscita del film, la sceneggiatrice morì in un incidente stradale, mentre era a bordo della Porsche insieme al suo fidanzato. Prima del tragico evento, Diane Thomas stava lavorando a un nuovo progetto con Steven Spielberg.

All’inseguimento della pietra verde, le accuse di plagio per la pellicola

In molti critici hanno evidenziato come il film presenti molte similitudini con I predatori dell’arca perduta, primo capitolo della saga di Indiana Jones. In realtà, queste accuse sono false, visto che la prima bozza dell’opera venne realizzata nel 1979, ben 2 anni prima del debutto al cinema del film di Steven Spielberg.

All’inseguimento della pietra verde, l’inizio della collaborazione tra Zemeckis e Silvestri

Questa pellicola segna l’inizio della collaborazione tra il regista Robert Zemeckis e il compositore Alan Silvestri. Dopo aver collaborato a questo progetto infatti, i due non si sono mai separati e Zemeckis ha sempre scelto Silvestri per la colonna sonora dei suoi film.

All'inseguimento della pietra verde è il film che andrà in onda stasera su Rete 4, ecco trama, cast e curiosità.
Il regista Robert Zemeckis (Getty Images).

All’inseguimento della pietra verde, una scena ripresa all’insaputa degli attori

La famosa scena del ballo tra i personaggi di Michael Douglas e Kathleen Turner è stata filmata senza che questi ultimi lo sapessero. Douglas stava scherzando sul set con la Turner e alcune comparse e fu sorpreso quando Zemeckis gli annunciò di aver ripreso il tutto e di voler inserire la scena nel montaggio finale.

Spalletti, un decreto “alla Lissner” per salvarlo dalla clausola con De Laurentiis

Il “via” lo aveva dato Gennaro Sangiuliano, che in qualità di ministro della Cultura aveva trovato il modo per togliersi di torno Stéphane Lissner dalla guida del Teatro San Carlo di Napoli, inventando un limite d’età per poter ricoprire il ruolo di sovrintendente: un bel decreto legge per far scattare la mannaia della pensione a 70 anni, con buona pace (eterna) del diritto. Ora c’è in ballo la fuga di Roberto Mancini dalla Nazionale di calcio e l’arrivo di Luciano Spalletti come commissario tecnico: già, ma con il contratto che aveva firmato con Aurelio De Laurentiis e con il Napoli come si fa? Chi paga per la fine anticipata dell’accordo con Spalletti? Ecco allora la “mandrakata” governativa, da un esecutivo che ha fatto conoscere la sua disinvoltura in tema di norme con la “tassa sugli extraprofitti” addossata alle banche. Qual è l’ideona che alcuni azzeccagarbugli stanno progettando, a beneficio di Giorgia Meloni e del suo ego? Un decreto legge formato da un solo articolo con il quale, in sostanza, si stabilisce che «è nulla ogni penale inserita nei contratti per un passaggio di un tecnico/dirigente da una società sportiva a una federazione associata al Coni». Aurelione è avvisato, e pure il suo collegio di legali…

Spalletti, un decreto alla Lissner per salvarlo dalla clausola con De Laurentiis
Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis (Getty).

Quegli extraprofitti di Mediaset

Perché mai solo le banche devono essere colpite dagli extraprofitti? In quel di Capalbio, tra quel che rimane della “piccola Atene” cara alla sinistra, si dibatte degli utili «stratosferici» di alcuni gruppi. Per esempio, si è sentito dire, «nel mondo dell’editoria tutti perdono, e comunque è difficile stare a galla, chi vanta i cosiddetti “margini ingiusti” è Mediaset, perché non tassarla? Forse perché lì ci lavora il compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno?».

Spalletti, un decreto alla Lissner per salvarlo dalla clausola con De Laurentiis
Andrea Giambruno (Imagoeconomica).

Metti Ferrero tra Zuckerberg e Musk

«Giovanni Ferrero è più ricco di Mark Zuckerberg. Elon Musk in Italia doveva incontrare lui, altro che il padrone di Facebook», dicono sorridendo ad Alba. Fatto sta che il gruppo della Nutella ha fatturato 14 miliardi di euro e continua a crescere, guardando al futuro con la creazione di Ferrero Technical Center, il polo di innovazione tecnica della multinazionale alimentare italiana, un progetto nato dall’esigenza di riunire le attività di engineering dell’azienda, firmato dall’architetto Enrico Frigerio. Senza perdere di vista la produzione, ogni giorno, immortalata dal fotografo d’arte Edoardo Montaina. E alla fine di agosto, come insegna la storia della famiglia, non mancherà la riunione dei vertici, nella piemontese Alba, guardando la grande scultura di Valerio Berruti nella piazza Michele Ferrero.

Spalletti, un decreto alla Lissner per salvarlo dalla clausola con De Laurentiis
Giovanni Ferrero (Getty).

Segre e il patrimonio linguistico

Il discorso pronunciato da Massimo Segre contro Cristina Seymandi è destinato a entrare nella storia del (mal)costume italiano. «Ma il Comune di Torino potrebbe approfittarne», afferma un amico della coppia, «è uscito un bando della Regione Piemonte dedicato alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio linguistico e culturale. Sarebbe interessante creare un progetto sulle parole da pronunciare per siglare la fine di una coppia, con stile sabaudo». Non è uno scherzo: i fondi esistono ed ammontano a 700 mila euro, e gli enti locali possono richiedere contributi fino a 15 mila euro. C’è tempo fino al 4 settembre per partecipare.

Vento di passioni stasera su Tv8: trama, cast e curiosità

Stasera 21 agosto 2023 andrà in onda il film Vento di passioni sul canale Tv8 alle ore 21.30. Il regista è Edward Zwick mentre la sceneggiatura è scritta da William D. Wittliff e Susan Shilliday. Nel cast Brad Pitt, Anthony Hopkins, Aidan Quinn e Julia Ormond.

Stasera andrà in onda sul canale televisivo Tv8 il film Vento di passioni, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Brad Pitt e Julia Ormond in una scena (Twitter).

Vento di passioni, trama e cast del film stasera 21 agosto 2023 su Tv8

La trama ruota intorno alle vicende del colonnello William Ludlow (Anthony Hopkins) e dei suoi tre figli. Disgustato dopo i massacri militari dei suoi compagni contro gli Indiani del Dakota, il colonnello Ludlow decide di cambiare vita, rifugiandosi tra le montagne del Montana. Una volta qui si ritrova da solo, abbandonato dalla moglie, ad accudire il bestiame e allevare i suoi tre figli, dai caratteri completamente diversi: Alfred (Aidan Quinn), primogenito molto ambizioso, Tristan (Brad Pitt), ribelle e impavido e Samuel (Henry Thomas), il più giovane, sempre molto entusiasta.

Il tempo passa e la loro vita scorre tranquilla ma la routine verrà turbata dall’arrivo di una ragazza bellissima di nome Susannah (Julia Ormond). I tre si innamorano subito della giovane ma quest’ultima si fidanzerà con Samuel. Tuttavia, con lo scoppio della Prima guerra mondiale, Samuel decide di arruolarsi come volontario. Alfred e Tristan non vogliono lasciare solo il loro fratellino e partono come volontari. Nel corso della guerra, Samuel perde la vita e ciò è uno shock per i suoi due fratelli. Al ritorno a casa, la rivalità tra Alfred e Tristan si accenderà nuovamente: entrambi desiderano il cuore della bella Susannah. Ma questo scontro non porterà a nulla di buono e l’equilibrio familiare di una volta verrà definitivamente rotto a causa della scelta di Tristan di abbandonare tutti e partire senza una meta.

Vento di passioni, 5 curiosità sul film stasera 21 agosto 2023 su Tv8

Vento di passioni, due attori del cast hanno vissuto insieme durante le riprese

Brad Pitt e Julia Ormond hanno vissuto nella stessa casa mentre la troupe era a Calgary, in Canada, per girare alcune scene del film. Secondo Pitt, questo è servito per aumentare la tensione sessuale tra i due e avere dinamiche più realistiche durante le riprese.

Vento di passioni, ben 17 anni per la realizzazione del film

Il regista e produttore Edward Zwick ha impiegato ben 17 anni per portare a termine il progetto. Questo perché voleva curare nei minimi particolari ogni scena del film, enfatizzando dettagli e particolarità.

Stasera andrà in onda sul canale televisivo Tv8 il film Vento di passioni, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Il regista Edward Zwick (Getty Images).

Vento di passioni, un attore famoso ha rifiutato il ruolo di protagonista

Inizialmente, la produzione aveva offerto il ruolo di attore protagonista a Johnny Depp. Tuttavia, l’attore rifiutò l’incarico e la produzione decise di ripiegare su Brad Pitt.

Vento di passioni, Brad Pitt rimpiazzato per la scena finale

Per la scena finale il protagonista, ormai invecchiato e senza molte forze, deve combattere contro un orso. In un primo momento, la produzione voleva che Brad Pitt interpretasse la scena, dopo essersi sottoposto a un maxi trattamento di make up per farlo apparire più vecchio. Tuttavia, il risultato non era soddisfacente e si optò per far girar la scena a Doug Seus, famoso addestratore di orsi.

Vento di passioni, i premi e le nomination della pellicola

Vento di passioni ha ottenuto numerose nomination a diversi premi. Nel dettaglio, ai premi Oscar 1995 ricevette 3 nomination per le categorie Miglior scenografia, Miglior sonoro e Miglior fotografia, vincendo una statuetta per quest’ultima. La pellicola ha ottenuto anche 4 nomination ai Golden Globes del 1995 nelle categorie Miglior film drammatico, Miglior regia, Miglior attore in un film drammatico a Brad Pitt e Miglior colonna sonora.

La precisazione di Chiara Colosimo, criticata per le foto delle vacanze: «Pubblicate al rientro»

Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia ed esponente di Fratelli d’Italia, ha pubblicato su Facebook e Instagram una serie di foto delle sua vacanza nel Dodecaneso in Grecia, assieme al futuro marito. «Come potrebbero bastare le foto? Per ogni istante vissuto con te. Finalmente una vacanza, finalmente con te. Quasi pronti a ricominciare, pronta al Sì!», ha scritto geolocalizzando le foto nella città di Symi. Niente di anomalo, non fosse che la stessa Colosimo, ritenuta da tre mesi un possibile obiettivo di attentatori, vive sotto scorta.

Le foto della Grecia pubblicate quando era già a Roma

Le foto pubblicate sui social sono state criticate da diversi utenti, che le hanno ritenute inopportune. Da qui la risposta della deputata di Fratelli d’Italia. «Dal 23 maggio ho la scorta, ragazzi bravissimi che però sono sempre con me. Avevo bisogno di qualche giorno sola con il mio futuro marito. Evitate polemiche a prescindere grazie». In seguito, ecco la precisazione via Twitter: Colosimo in realtà non si è esposta ad alcun pericolo perché le foto sono state pubblicate a vacanze terminate e solo quando era già rientrata a Roma, al lavoro e con la protezione.

La precisazione di Chiara Colosimo, criticata per le foto delle vacanze in Grecia: «Pubblicate al rientro».
Chiara Colosimo (Imagoeconomica).

Il tweet di Colosimo contro quel “finalmente” di troppo

«È paradossale doversi difendere da un “virgolettato” falso che non corrisponde minimamente alla realtà, ma ad agosto succede anche questo. Non ho mai detto “sono in vacanza in Grecia senza scorta (finalmente!)”, ma ho semplicemente risposto a un commento dicendo che volevo restare qualche giorno da sola con il mio fidanzato», ha twittato Colosimo riferendosi a quanto pubblicato da Repubblica. «Tutto questo, ma pare non importare a nessuno, a vacanze TERMINATE; quindi, nessuna gaffe e nessun pericolo. Sorprende che questa sia diventata una notizia, ma almeno è una notizia corretta». E con la sua precisazione, la presidente della Commissione Antimafia ha anche incassato il plauso (e la solidarietà) dell’infettivologo Matteo Bassetti: «I soliti invidiosi che non hanno nulla da fare se non montare polemiche senza senso. Goditi le meritate vacanze».

 

Wall Street Journal: «Il boom economico della Cina è finito»

Il Wall Street Journal ne è certo: il boom della Cina è finito. Il modello economico che ha sollevato il Paese dalla povertà e lo ha portato a essere un gigante a livello globale si è rotto, secondo quanto spiegato dal quotidiano. Sul giornale si legge che la Cina sta «annegando nel debito ed è a corto di cose da costruire» e che i segnali di difficoltà si avvertono anche nelle province più remote.

Wall Street Journal «Il boom economico della Cina è finito»
Decine di negozi chiusi (Getty).

Per il Wsj servono notevoli sforzi di Pechino

Il Wall Street Journal spiega anche come la Cina dovrebbe uscire da questo momento stagnante per la propria economica. Servono «aggressivi stimoli» da parte di Pechino e notevoli sforzi per sostenere il settore privato. Il quotidiano riporta che alcuni economisti avrebbero manifestato un timore preciso. Quello che il prolungato rallentamento possa trasformarsi in una stagnazione simile a quella sperimentata dal Giappone dagli anni 1990, quando lo scoppio della bolla immobiliare causò anni deflazione e crescita limitata.

Wall Street Journal «Il boom economico della Cina è finito»
La sede di Evergrande (Getty).

L’effetto domino del crac Evergrande

Il fallimento del colosso immobiliare Evergrande potrebbe accelerare questa stagnazione. Il rallentamento della Cina passa da un potenziale effetto domino che potrebbe abbattersi su banche, privati e istituzioni pubbliche che vantano crediti dalla società e ora rischiano di non vedersi restituiti i soldi. Per sostenere la crescita, la Banca popolare cinese ha iniettato la più grande quantità di liquidità da febbraio e tagliato il tasso di interesse praticato sui finanziamenti a medio termine di 15 punti base (il più ampio dal 2020) portandolo al 2,5 per cento. Intanto, le grandi banche d’affari, da Morgan Stanley a JP Morgan, fino a Barclays e Nomura, continuano a tagliare le previsioni di crescita della Cina, ritenendo poco probabile il conseguimento del target del 5 per cento fissato per quest’anno dal governo di Pechino.

LEGGI ANCHE: Crac Evergrande, ora l’economia della Cina teme l’effetto contagio

Super Bowl 2024, Miley Cyrus e Harry Styles nell’halftime show?

Sebbene manchino ancora diversi mesi all’11 febbraio, data del 58esimo Super Bowl della Nfl, circolano già i nomi dei possibili artisti per l’halftime show. In Rete infatti si susseguono numerosi rumors, finora privi di conferme, sui papabili per il concerto durante l’intervallo nella finale del campionato di football. Come ha riportato anche Marca, in lizza per l’evento 2024 ci sarebbero quattro artisti, tra cui spiccano Miley Cyrus e Harry Styles. La prima è sulla cresta dell’onda per il suo album Endless Summer Vacation e il 25 agosto sarà su tutte le piattaforme con un nuovo singolo, Used to be Young. Il secondo ha terminato invece il suo tour mondiale con un incredibile concerto alla RCF Arena di Reggio Emilia, in Italia, di fronte a oltre 100 mila spettatori. Oltre ai due, sempre stando alle fonti del quotidiano spagnolo, ci sarebbero anche Bad Bunny e il rapper Jack Harlow.

Circolano i primi rumors sui papabili artisti per l'halftime show del Super Bowl. In lizza anche Bad Bunny. Nuovo rifiuto di Taylor Swift.
Miley Cyrus a Los Angeles lo scorso marzo (Getty Images).

Super Bowl 2024, il nuovo rifiuto di Taylor Swift e il commento di Ed Sheeran

Per la seconda volta consecutiva, la Nfl ha inoltre incassato il rifiuto di Taylor Swift. La popstar, che proprio nel 2024 sarà in Italia per due date del suo Eras Tour, secondo Hits Daily Double ha declinato l’invito come aveva già fatto nel 2023 per concentrarsi sui suoi album. A ottobre infatti uscirà su tutte le piattaforme il disco 1989 (Taylor’s Version), quarto progetto di reincisione di vecchie canzoni. Come aveva riportato Tmz, la popstar non ha mai chiuso definitivamente la porta all’evento, ma ha spiegato di non pensarci fino a quando non avrà terminato i lavori di ripubblicazione di alcuni suoi dischi.

Circolano i primi rumors sui papabili artisti per l'halftime show del Super Bowl. In lizza anche Bad Bunny. Nuovo rifiuto di Taylor Swift.
Taylor Swift durante una tappa del suo Eras Tour (Getty Images).

Taylor Swift non è inoltre la sola a mettere da parte l’halftime show del Super Bowl. L’ultimo in ordine di tempo è stato infatti Ed Sheeran, che ha affrontato l’argomento nel programma americano di Andy Cohen. «Se n’è parlato tempo fa», ha spiegato l’artista, come ha riportato anche Billboard. «Potrei farlo soltanto come ospite, unendomi a qualcun altro come fecero i Coldplay (nel 2016 con Beyoncé e Bruno Mars, ndr.). Non avrò mai ballerini sul palco, né fuori d’artificio come The Weeknd. Io non sono così». Fonti interne alla Nfl, come ha riportato invece il Daily Mail, hanno confermato che Lizzo è stata esclusa dalla lista a seguito delle accuse di molestie mossegli da alcune sue ex ballerine.

Caso Vannacci, una libreria invita a «non chiedere il libro»

Una libreria Ubik a Castelfranco Veneto ha esposto un cartello in cui si legge: «Si invita la gentile clientela a non chiederci il libro di Vannacci». Un messaggio chiaro, che poi è stato anche spiegato all’Ansa da Clara Abatangelo, la titolare dell’esercizio commerciale. La donna ha dichiarato: «Non lo abbiamo perché è autoprodotto, ma non lo venderei, perché non potrei mai chiedere alla mia dipendente di colore, o al mio collega omosessuale, di seguire un cliente che chieda un libro in cui si dica che loro sono persone contronatura».

Abatangelo: «Li mando in biblioteca»

La titolare della libreria poi ha proseguito: «A chi in questi giorni me lo chiede rispondo che può rivolgersi alla biblioteca». Questo perché «ogni editore è tenuto a conferire gratuitamente due copie alle biblioteche nazionali di Roma e Firenze. E grazie al circuito del prestito ognuna può chiedere di ottenerlo». La libraia guida un sistema di 12 dipendenti. E ha raccontato di aver ricevuto in passato visite di militanti di estrema destra, per lo più del Veneto Fronte Skinhead, contrari alla sua scelta di allestire vetrine dedicate al mondo degli affetti arcobaleno. Tra le azioni contro la libreria, lo scaffale dei biglietti augurali buttato all’aria, solo perché alcuni di essi erano destinati ai legami amorosi tra coppie omosessuali.

LEGGI ANCHESalvini difende Vannacci: «Comprerò il suo libro, ha il diritto di esprimere le proprie idee»

Francesco Magnanelli e il nuovo gioco (duraturo?) della Juventus

Baricentro più alto, pressing, verticalizzazioni, voglia di attaccare anche dopo il vantaggio. La Juventus attendista della stagione 2022/23 non è scesa in campo a Udine, dove se n’è vista una nuova, capace di vincere 3-0 senza patemi, seppure giocando bene soltanto il primo tempo. Un abbaglio di fine estate o qualcosa di più solido su cui costruire successi? I tifosi si interrogano, intanto però la Juve è sembrata diversa nell’attitudine più che negli uomini, al netto delle new entry Andrea Cambiaso e Timothy Weah. Eppure in panchina, dopo aver detto no all’Arabia Saudita, c’era sempre lui, il risultatista e contestato Max Allegri, il tecnico del “corto muso”, l’allenatore fedele al motto “vincere è l’unica cosa che conta”, ritenuto il principale responsabile di due annate deludenti e senza titoli vinti. E allora a chi può essere attribuita buona parte del merito per questo parziale cambio di mentalità e pure di gioco? A Francesco Magnanelli, ex calciatore 38enne entrato da questa stagione nello staff di Allegri.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
L’esultanza di Federico Chiesa dopo il gol (Getty Images).

Magnanelli, l’addio al calcio giocato nel 2022 dopo 520 presenze nel Sassuolo

Non lo dicono analisti, giornalisti o chissà quali osservatori. Lo sottolineano proprio i giocatori, tipo Federico Chiesa ai microfoni di Dazn dopo la partita: «Dobbiamo giocare così, non chiuderci sempre dietro, questo è il calcio moderno. Oggi lo abbiamo dimostrato. Mi trovo bene, non siamo fermi, ci muoviamo, è quello che ci chiede il mister anche da quando è arrivato Magnanelli. Proviamo molte cose. Mi trovo bene». Quello dell’attaccante (che contro l’Udinese ha sbloccato il risultato) non suona proprio come un attestato di stima nei confronti del mister, ma tant’è: se la vedranno loro. Allegri cercava un collaboratore in estate e l’ha trovato non nel gabbione a Livorno, bensì a Sassuolo: ecco dunque Magnanelli, ex capitano e bandiera neroverde da 520 presenze, che nel 2022 dopo aver appeso le scarpe al chiodo era diventato collaboratore tecnico di Alessio Dionisi.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
Francesco Magnanelli con la maglia del Sassuolo (Getty Images).

Allegri-Magnanelli: le loro strade si erano incrociate in neroverde nel 2007/08

Nelle 17 stagioni spese al Sassuolo, Magnanelli – di mestiere centrocampista – è stato allenato da Stefano Pioli, ha giocato in Europa con Eusebio Di Francesco e ha visto esplodere come tecnico Roberto De Zerbi. Ma è stato anche un giocatore di Allegri: successe nel 2007/08, annata conclusasi con la promozione del club emiliano in Serie B. Da lì il tecnico livornese spiccò il volo verso Cagliari in Serie A, proseguendo poi la carriera ad altissimi livelli tra Milan e soprattutto Juventus.

Magnanelli sarebbe arrivato nella massima divisione nel 2013, da capitano del Sasôl. Tra i due in quella lontana stagione si era creato qualcosa. Oppure Allegri semplicemente ha voluto pescare nel Sassuolo dei “giochisti” (che gli dovrebbero essere invisi). Chissà. Fatto sta che le loro strade sono tornate a incrociarsi a distanza di tre lustri: se, come ha detto John Elkann, Cristiano Giuntoli è il «vero colpo di mercato di quest’estate», fin dalla tournée americana è apparso chiaro come Magnanelli stesse portando una impostazione nuova nello sviluppo del gioco bianconero.

Chi è Magnanelli, l'artefice del nuovo gioco della Juventus che Allegri ha voluto nel suo staff come collaboratore tecnico.
Massimiliano Allegri in panchina a Udine (Getty Images).

Nello staff di Allegri si occupa della manovra offensiva: la sua mano si vede già

“Mister Pressing”, lo ha definito Tuttosport in una prima pagina di inizio agosto. Lo stesso quotidiano sportivo, com’è noto molto vicino alla Juventus, ha sottolineato a più riprese l’intensità delle sedute di allenamento negli Stati Uniti, insieme alla richiesta di attenzione nella gestione del pallone da parte di Allegri. Manuel Locatelli, centrocampista come lo sono stati un tempo Allegri e Magnanelli, ha evidenziato la prima parte di preparazione è stata fondata sulla questi aspetti. Si respira aria nuova insomma. Da parte sua, Allegri aveva fatto capire di voler proporre qualcosa di diverso, dopo una tribolata e surreale passata stagione condizionata dalle note vicende extra-campo, oltre che da una sequenza impressionante di infortuni. L’esclusione della Juventus dalle coppe europee permetterà al tecnico toscano di allenare la squadra cinque giorni a settimana. E questo per sua stessa ammissione dovrebbe facilitarlo, così come la presenza di Magnanelli che, nell’ambito della riorganizzazione del suo staff, si occupa della manovra offensiva. Una vita per il calcio quella dell’ex capitano del Sassuolo, che si è dato subito da fare per intraprendere una nuova carriera da mister, ottenendo la licenza Uefa che gli permette di lavorare come allenatore in seconda in Serie A e B. Tutto vero, ma un dubbio rimane: Allegri – pagato 7 milioni netti l’anno – aveva bisogno di Magnanelli per capire che si può continuare ad attaccare anche dopo essere passati in vantaggio? Misteri del calcio.

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