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British Museum, alcuni dei gioielli rubati sono finiti su eBay
Alcuni dei gioielli rubati dal British Museum sono finiti in vendita su eBay. Lo scrive il Daily Telegraph in prima pagina: i reperti, dal valore stimato in decine di migliaia di sterline, sono stati messi all’asta online a prezzi irrisori, per poche decine di pound. È l’ultimo sviluppo nel caso degli oggetti preziosi sottratti all’istituzione culturale londinese che ha portato al licenziamento di Peter John Higgs, 56enne curatore delle collezioni sulla Grecia antica, all’avvio di una indagine di polizia e di una inchiesta interna da parte del museo.

La presenza di quel tipo di reperti su eBay era stata già segnalata nel 2016
I fatti risalgono in realtà all’inizio dell’anno, quando al British Museum si sono accorti della sparizione di una serie di oggetti, inclusi gioielli in oro e pietre semipreziose prodotti dal XV secolo a.C. al XIX secolo d.C. Poco dopo è arrivata la destituzione di Higgs, ritenuto il responsabile dei furti in serie. Ma la presenza di quel tipo di reperti sul sito di aste online, è emerso, era stata già segnalata nel 2016. In passato un esperto di antichità aveva denunciato l’accaduto, tuttavia a quanto pare il suo avvertimento era rimasto inascoltato.

Un brutto colpo per l’immagine del museo, tra i massimi poli della cultura mondiale
Tra gli oggetti finiti su ebay, spiega il Daily Telegraph, anche un monile di epoca romana realizzato in onice: messo in vendita con un prezzo minimo di 40 sterline, non ha attirato offerte. Ma il suo valore reale viene invece stimato tra 25 mila e i 50 mila sterline. Fonti nel mondo dell’arte antica hanno riferito al giornale che l’incapacità del British Museum di catalogare correttamente tutti gli otto milioni di oggetti della sua collezione ha reso più facile compiere i furti. Un brutto colpo per l’immagine del museo londinese, che nei suoi 264 anni di vita è stato sempre uno dei massimi poli della cultura mondiale: «Dobbiamo capire che cosa si poteva fare per impedire il furto e investire in sicurezza per essere sicuri che non accada di nuovo», ha detto il direttore George Osborne.