Daily Archives: 29 Agosto 2023

Roberto Mancini e l’addio alla Nazionale: «Informazioni false e manipolate»

«Tanti di voi mi hanno chiesto del perché della mia uscita dalla Nazionale e delle tempistiche del nuovo ingaggio. Immagino che sarete stati confusi da certe notizie di stampa. D’altra parte, informazioni false e manipolazioni sono esistite da sempre». In un post su Instagram Roberto Mancini ha puntualizzato alcuni passaggi del suo trasferimento in Arabia: «Il vero e concreto contatto con i rappresentanti dei sauditi risale al 18 agosto», ha scritto. Poi ha aggiunto: «ricevere la piena fiducia, con l’autonomia che ne consegue, è sempre stato il mio primo criterio di scelta. Perché dove non c’è fiducia, non c’è calcio, né vittoria e né futuro».

«Le vostre parole in valigia»

«Voglio ringraziare tutti voi per il grande sostegno e la vera amicizia dimostratami da sempre» – ha scritto Mancini – «ed in particolare in questi ultimi giorni e ore frenetiche, che mi hanno visto non in panchina ma al centro campo. Le vostre testimonianze di affetto e di stima sono tutte contenute in parole importanti, vere e sincere come ‘ricordati che sei il gol di tacco’, ‘l’uomo della vittoria extra time’, ‘non ti sei mai arreso, fino all’ultimo secondo’, ‘sei l’abbraccio dell’amicizia’. Ecco, le ho messe tutte in valigia e mi accompagneranno e mi ispireranno nell’affrontare le nuove sfide che mi aspettano».

Lecco, giovane ucciso a coltellate in stazione davanti alla madre

Il giovane 23enne, originario del Burkina Faso, è stato accoltellato alla stazione ferroviaria di Calolziocorte a Lecco, ed è morto poco dopo all’ospedale Manzoni per le gravi ferite riportate. L’aggressione è avvenuta alle 14 di martedì 29 agosto, su una banchina della stazione.

Il dramma e la fuga 

Gli autori dell’aggressione sono due uomini, poi scappati e ora ricercati dalle forze dell’ordine. Il dramma si è consumato davanti alla madre del giovane, che era con lui in stazione. Sul posto la polizia ferroviaria e i carabinieri di Lecco.

Visibilia srl: l’agenzia delle Entrate accoglie la proposta sulla rateizzazione del debito

L’Agenzia delle Entrate ha accolto la proposta avanzata da Visibilia Srl in liquidazione, una delle società del gruppo fondato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, di saldare il debito fiscale di circa un milione e mezzo di euro complessivi con una rateizzazione in 10 anni, ma con una serie di condizioni e richieste di garanzie avanzate dalla stessa Agenzia. Lo confermano fonti qualificate.

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«Ulteriore risorsa: l’indennità di 95 mila euro»

La proposta all’Agenzia delle Entrate prevede un impegno da parte della ministra attraverso la società immobiliare Dani, oltre che dai risultati dello stabilimento balneare Twiga, ora nelle mani del compagno Kunz Dimitri d’Asburgo Lorena. Nella domanda di omologa di accordi di ristrutturazione di debiti, firmata dai legali Salvatore Sanzo, Diana Burroni e Daniele Nataloni, su cui dovrà pronunciarsi il tribunale di Milano, si fa presente come la senatrice di Fratelli d’Italia percepisca un’indennità di 95 mila euro netti l’anno «ulteriore risorsa a disposizione del socio di maggioranza in funzione del sostegno finanziario da prestare in favore della società per il pagamento dei debiti e, dunque, del buon esito degli accordi».

Roma, tenta di investire don Antonio Coluccia: fermato da un agente della scorta

L’uomo in sella a uno scooter, ha prima affiancato don Antonio Coluccia e poi, dopo averlo riconosciuto, ha tentato di investirlo colpendo però un agente della scorta. Il poliziotto ha quindi esploso un colpo di pistola e ha ferito l’aggressore all’avambraccio.

L’aggressione durante la marcia per la legalità

È successo nel pomeriggio di martedì 29 agosto in via dell’Archeologia, nel quartiere di Tor Bella Monaca, a Roma, mentre era in corso una marcia per la legalità con don Coluccia, il “prete coraggio” impegnato da 25 anni contro la criminalità organizzata e lo spaccio di droga. L’aggressore, al termine di una colluttazione, è stato fermato ed è stato trasportato all’ospedale Casilino insieme all’agente ferito.

Cagliari: prima donna alla guida dell’Osservatorio astronomico

L’astrofisica Federica Govoni è la nuova direttrice dell’Osservatorio astronomico di Cagliari (Inaf-Oac), prima donna a ricoprire questo ruolo. L’ha nominata il presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica e resterà in carica per i prossimi tre anni, rinnovabili. Gavoni subentra a Emilio Molinari, che ha guidato l’Osservatorio dal 2017 al primo agosto scorso. La nomina arriva in un momento storico per l’Inaf di Cagliari, in cui, dopo una lunga fase di rinnovo tecnologico, il Sardinia radio telescope si prepara a tornare pienamente operativo per osservare il cielo con strumenti di eccellenza mondiale.

Federica Govoni, studi e ricerche

Federica Govoni svolge ricerche scientifiche nell’ambito dello studio di particelle relativistiche e campo magnetico presenti nelle strutture su larga scala dell’Universo come le galassie, gli ammassi di galassie e i filamenti cosmologici. Dal 2017 è stata responsabile della Utg-II divisione nazionale abilitante per la Radioastronomia. In questo ruolo si è occupata a livello del coordinamento scientifico e tecnologico della radioastronomia dell’ente. È stata inoltre coordinatrice del progetto Pon, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con 18,7 milioni di euro, finalizzato al potenziamento del Sardinia Radio Telescope per lo studio dell’Universo alle alte frequenze radio.

«Personale giovane e motivato»

Proprio grazie al lavoro quadriennale sul Pon, il Sardinia Radio Telescope è stato equipaggiato con strumentazione che lo porta al massimo delle sue potenzialità osservative. «Ho il privilegio di essere parte dell’Osservatorio astronomico di Cagliari dal 2005. In tutti questi anni» – sottolinea Govoni – «ho avuto modo di apprezzare lo spirito di unione del personale, la cordialità dell’ambiente di lavoro e la potenzialità di crescita. Siamo infatti una struttura composta da personale giovane e motivato con una grande varietà di interessi scientifici e tecnologici. Abbiamo inoltre l’onore di gestire il Sardinia Radio Telescope, un radiotelescopio tra i più innovativi e performanti d’Europa e, in ragione degli ultimi aggiornamenti tecnologici, del mondo».

Agguato a Napoli: due persone ferite a colpi di pistola

Un 25enne e un 46enne, quest’ultimo con precedenti di polizia, sono stati feriti a colpi di pistola in via Sartania, tra le zona di Pianura e Agnano di Napoli. I due, colpiti alle gambe e non in pericolo di vita, sono giunti nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta.

Sequestrati i bossoli 

Sul luogo dove è avvenuta la sparatoria sono state trovate tracce di sangue e alcuni bossoli, che sono stati sequestrati dalla polizia. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della squadra mobile della questura di Napoli.

Elettricità: verso un aumento del 7-10 per cento delle bollette

«Se rimangono questi prezzi» sui mercati «è certo che ci sarà un aumento sulla prossima bolletta dell’elettricità. Dal primo ottobre ci sarà un balzo fra il 7 e il 10 per cento delle tariffe elettriche per l’ultimo trimestre, il primo aumento, un po’ pesante, del 2023». Lo ha detto il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, commentando l’impennata del prezzo dell’elettricità in Borsa, con un rialzo del 30 per cento a 138 euro nell’ultima settimana.

«C’è stato un rincaro dei prezzi del gas»

Tabarelli ha spiegato che c’è stato «un rincaro dei prezzi del gas» nelle ultime settimane con un ritorno sopra i 30 euro per megawattora e «automaticamente quelli dell’elettricità salgono» e «metà della produzione italiana dell’elettricità si fa col gas». Il presidente di Nomisma ha aggiunto che a inizio settembre l’Arera «determinerà il prezzo di agosto del gas e si avrà solo un leggero aumento sotto il 2 per cento». Tuttavia, «le indicazioni per il prossimo inverno danno prezzi internazionali superiori del 40 per cento rispetto a quelli attuali e se si dovessero verificare le tariffe del gas di quest’inverno sarebbero superiori anche del 20 per cento rispetto alle attuali».

The Next Three Days stasera su Rete 4: trama, cast e curiosità

Stasera 29 agosto 2023 andrà in onda il film The Next Three Days sul canale televisivo Rete 4, alle ore 21.25. Il regista è Paul Haggis che ha scritto anche la sceneggiatura della pellicola. Nel cast ci sono Russell Crowe, Elizabeth Banks, Olivia Wilde, Brian Dennehy e Liam Neeson.

Stasera su Rete 4 andrà in onda il film The Next Three Days, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Una scena del film (Twitter).

The Next Three Days, trama e cast del film stasera 29 agosto 2023 su Rete 4

La trama racconta la storia di John Brennan (Russell Crowe) e di sue moglie Laura Brennan (Elizabeth Banks). La coppia è felicemente sposata, ha un figlio e vive una vita felice. Tuttavia, un giorno le cose precipitano perché Laura viene accusata di aver commesso un omicidio. Tuttavia, la donna nega e si dichiara più volte innocente, senza avere diritto di replica. La vittima infatti è il capo della donna e Laura è l’unica che è stata vista lasciare il suo ufficio prima del ritrovamento del suo cadavere.

Per questa ragione, la moglie di John viene portata in carcere e lì attende di scontare la pena definitiva in vista del processo. Tutte le prove sembrano contro di lei e Laura sembra essere destinata a subire una pena molto severa. Passano tre anni ma dopo diverso tempo nulla cambia e la Corte Suprema respinge anche l’ultimo appello che scagionerebbe la donna. Visto che John ha trascorso tre anni a crescere il figlio Luke (Ty Simpkins) da solo, tenta un ultimo tentativo disperato per salvare la donna che ama: cercherà di farla evadere e di scappare con lei dagli Stati Uniti.

The Next Three Days, 5 curiosità sul film stasera 29 agosto 2023 su Rete 4

The Next Three Days, la scelta della location strategica

Il regista Paul Haggis decise di ambientare il film a Pittsburgh. Questo perché non voleva scegliere le classiche location per un film d’azione come New York o Los Angeles. Inoltre, Haggis identificò Pittsburgh come la città ideale perché vicina al confine canadese, dunque utile ai fini della storia.

The Next Three Days, i dubbi di Russell Crowe sul progetto

Russell Crowe inizialmente non era tanto convinto del progetto. Infatti, l’attore aveva da poco terminato le riprese del film Robin Hood che erano state più lunghe rispetto a quanto previsto in un primo momento. Tuttavia, dopo aver letto la sceneggiatura, l’attore si convinse ad accettare il ruolo.

Stasera su Rete 4 andrà in onda il film The Next Three Days, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Russell Crowe nel film (Twitter).

The Next Three Days, la preparazione di Elizabeth Banks per il ruolo

Elizabeth Banks per prepararsi al suo ruolo decise di visitare realmente una prigione. Infatti, la Banks fu anche messa in cella per il tempo massimo che riuscì a sopportare, vale a dire appena 5 minuti.

The Next Three Days, il remake americano di un lungometraggio francese

In realtà, The Next Three Days è il remake di un film francese del 2008. La pellicola si chiama Anything for Her e vede come protagonisti gli attori Diane Kruger e Vincent Lindon. Il regista di quest’opera è Fred Cavayè.

The Next Three Days, la scelta di Brian Dennehy di partecipare al progetto

Brian Dennehy fu subito convinto da questo progetto e dal suo ruolo. Infatti, l’attore era contento di poter interpretare un personaggio che parla molto poco e fu soddisfatto della sua interpretazione.

Lazio, Marcello De Angelis si è dimesso

Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, ha rassegnato le dimissioni dal proprio incarico nella giornata di martedì 29 agosto. De Angelis ha comunicato la propria decisione al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca con una lettera, dopo averla anticipata nel corso di un colloquio privato. Il presidente Rocca ha accettato le dimissioni di Marcello De Angelis con effetto immediato.

La lettera di dimissioni

«Egregio Presidente» – si legge nella lettera di dimissioni – «dopo attenta riflessione, mi trovo nelle condizioni di dover fare una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità. Sono stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga. Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa. Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’Istituzione che oggi rappresenti e, pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero, la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro. La mostruosa macchina del fango può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna rovistando nella mia vita».

«Ho pagato colpe che non avevo»

«Ho pagato tragicamente per metà della mia esistenza colpe che non avevo» prosegue De Angelis «ma non posso affrancarmi dall’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile: aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e amiche, colleghi, vicini di casa, persone che apprezzo, ammiro, a cui voglio bene e persino miei familiari. Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciano altri. Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare o offuscare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune».

Fabio Fatuzzo è il nuovo Commissario unico per la depurazione

Come si legge in una nota del Mase, con un decreto della presidente del Consiglio, che formalizza la nomina decisa dal ministro degli affari europei Raffaele Fitto, di concerto con il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, Fabio Fatuzzo è il nuovo Commissario straordinario unico per la depurazione.

Nominati anche due nuovi subcommissari

Fatuzzo, già dirigente nazionale del Movimento sociale italiano, per il quale è stato consigliere comunale e provinciale a Catania dal 1980 al al 1993, per poi aderire ad Alleanza nazionale e diventarne parlamentare e presidente di Sidra SpA (che gestisce il Servizio Idrico Integrato nell’ambito dell’area metropolitana di Catania ed in alcuni comuni limitrofi), dal  2010 al 2019 è stato direttore generale dell’Acoset, la società che a Catania gestisce i servizi idrici. Nel 2019 ha aderito a Fratelli d’Italia. La struttura che dirigerà Fatuzzo, si legge nel comunicato del Mase, è chiamata a «Realizzare gli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane negli agglomerati idrici oggetto di infrazione comunitaria» ed è stata dotata anche di due nuovi subcommissari: Salvatore Cordaro e Antonino Daffinà.

 

Lukaku è atterrato a Roma: in 4 mila ad attenderlo a Ciampino

Romelu Lukaku è atterrato a Ciampino a bordo del Gulfstream G650, jet privato di Dan Friedkin, pilotato dallo stesso presidente della Roma. Ad attenderlo all’aeroporto circa 4 mila tifosi giallorossi, che si sono radunati già dopo le 15 e per quasi tre ore hanno intonato cori per l’attaccante belga. Oltre alla dirigenza, presenti quattro suv Toyota e Lexus, una Mercedes, un van e alcune auto di scorta. L’aereo è partito da Bruxelles intorno alle 16 ed è stato seguito da oltre 35 mila persone attraverso il portali di tracciamento dei voli Flightradar. Sold out anche i parcheggi dell’aeroporto.

Lukaku alla Roma: le cifre

Il blitz a Londra del presidente Friedkin e del direttore sportivo della Roma, Tiago Pinto, ha funzionato. Lukaku passa dal Chelsea al club giallorosso in prestito oneroso per una stagione, fino al 30 giugno 2024. Costerà 5,8 milioni di euro da versare alla società londinese e 7,5 milioni netti al calciatore, che pur di vestire la maglia della Roma si è ridotto lo stipendio. Il Chelsea verserà a Lukaku le mensilità di luglio e agosto, secondo quanto rivelato da Sport Mediaset. Nell’accordo c’è anche una clausola rescissoria di 37 milioni di sterline, pari a 43 milioni di euro, che tutela gli inglesi da una eventuale minusvalenza in caso di cessione.

Cori per Friedkin: «C’è solo un presidente»

Nell’attesa di Lukaku, i 4 mila tifosi hanno osannato la dirigenza. Tra i più acclamati c’è stato il presidente Friedkin, che non appena apparso sulla pista ha ricevuto gli applausi degli ultras. Hanno cantato: «C’è solo un presidente». E lui ha risposto salutando e sorridendo. Canti e cori anche per il tecnico José Mourinho. E c’è stato chi ha chiesto al patron romanista di rinnovargli il contratto e di acquistare anche un portiere. Sui social, anche qualche vip ha postato contenuti in attesa dell’arrivo di Lukaku. La cantante Noemi, ad esempio, ha pubblicato una foto con indosso la maglia della Roma e lo sguardo verso il cielo: «Io che cerco QUEL volo».

Lukaku è atterrato a Roma in 4 mila ad attenderlo a Ciampino
Lukaku in azione con la maglia del Belgio (Getty).

Meloni e la mania di accentrare tutto: migranti, Pnrr, comunicazione e partito

Accentrare, avocare a sé, centralizzare. Che sia il governo o il partito, la strategia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni è la stessa: l’allergia alla delega. Scarsa fiducia nei collaboratori esterni al cerchio magico o manie di controllo? Difficile dirlo. Fatto sta che dall’inizio dall’esperienza di governo sono molti i dossier che la premier ha tolto dalle scrivanie dei vari ministri per posarli su quella di Palazzo Chigi (come il Piano nazionale di ripresa e resilienza). Stessa tendenza registrata nel partito, visto che a capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia è stata messa la sorella Arianna.

Emergenza sbarchi «difficile da spiegare all’opinione pubblica»

Ma andiamo in ordine. L’ultimo dossier che la premier ha avocato a sé è quello dei migranti. «I numeri sono oggettivamente preoccupanti», ha detto il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, sottolineando come gli arrivi siano più che raddoppiati nel periodo gennaio-agosto rispetto al 2022. Nel mese di maggio, rispetto allo stesso mese di un anno prima, si sono registrati +1.008 per cento di arrivi dalla Tunisia, +167 per cento dalla Libia. Un boom «difficile da spiegare all’opinione pubblica, e lo capisco bene», si lascia scappare la premier, conscia degli anni di propaganda su blocchi navali e porti chiusi urlati ai tempi dell’opposizione. Ed è poca cosa il trend in discesa dei flussi.

Meloni e la mania di accentrare tutto: migranti, Pnrr, comunicazione e partito
La premier Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Comitato interministeriale: più che un «raccordo» è commissariamento

Numeri così, con altri governi, avrebbero fatto urlare alle dimissioni immediate. E come reagisce la premier? «Nell’insieme facciamo tanto, ma è essenziale che ciascun ministro che ha competenza in materia sia al corrente reale sul lavoro che svolge il suo collega per evitare duplicazioni, dispersione di risorse, ma anche che il nostro interlocutore di turno si rivolga a più d’uno di noi, sollecitando i medesimi interventi, senza poi dare conto dell’utilizzo degli aiuti che riceve», ha spiegato durante il Consiglio dei ministri. Per questo ha convocato una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) che, secondo Meloni, «ben si presta a essere la sede di questo raccordo. E da oggi è convocato permanentemente, composto da tutti i ministri competenti. Il nostro obiettivo è affrontare il problema in maniera pragmatica, con decisioni rapide e coordinate». Si scrive «raccordo», si legge «commissariamento». Evidentemente la premier non è contenta dell’azione, in primis, del Viminale e quindi porta il dossier nel Cisr, istituito presso la presidenza del Consiglio e presieduto da Meloni stessa, esautorando – in un colpo solo – i due vice premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, responsabili – rispettivamente – di Esteri e Guardia costiera, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Meloni e la mania di accentrare tutto: migranti, Pnrr, comunicazione e partito
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Sul Pnrr esautorato Giorgetti (uno dei pochi con il quale va ancora a braccetto)

Ma passiamo a un altro capitolo. Tra le pratiche più rilevanti sul tavolo del governo c’è senz’altro il Pnrr. L’esecutivo Draghi aveva predisposto una governance che prevedeva la cabina di regia, di cui facevano parte il presidente del Consiglio e vari ministri, la segreteria tecnica, che si occupava di tematiche tecnico-amministrative, e il servizio centrale, un organismo del ministero dell’Economia che doveva coordinare la programmazione, la gestione, il monitoraggio, la rendicontazione e il controllo del piano. Tutti tempi verbali al passato. A inizio mandato infatti la premier ha rivisto la governance accentrando le diverse competenze in un nuovo organo, la “struttura di missione” alle dipendenze proprio della presidenza del Consiglio, quindi della presidente Giorgia Meloni. Una decisione che secondo molti osservatori ha contribuito a rallentare il disegno di revisione del piano. In quel caso, a essere esautorato fu il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (con il quale, invece, ora la premier va a braccetto per spingere i vari ministri a mettere a punto una manovra responsabile, con buona pace delle promesse elettorali) preferendogli il più fidato Raffaele Fitto.

Comunicazione: via il flop Sechi, tutto nelle mani di Fazzolari

Un’altra rilevante novità è alla voce comunicazione. Secondo anticipazioni di stampa, la responsabilità in merito alla voce del governo sarà affidata a Giovanbattista Fazzolari, già braccio destro di Meloni a Palazzo Chigi e titolare di diversi dossier. Come noto, infatti, Mario Sechi, diventato portavoce di Meloni solo a marzo 2023, lascerà l’incarico dopo non essere entrato per nulla in sintonia con la premier e con lo staff a lei più vicino. La nomina di Sechi – dopo diversi mesi dall’inizio dell’attività di governo – era arrivata dopo un’intensa attività di scouting andata male. Del resto, la gestione della comunicazione della premier finora non ha brillato.

Meloni e la mania di accentrare tutto: migranti, Pnrr, comunicazione e partito
Giovanbattista Fazzolari (Imagoeconomica).

Da Cutro alle polemiche sulle vacanze, quanti scivoloni

Meloni non si presenta in una conferenza stampa post Cdm dal 9 marzo (dal disastroso incontro coi giornalisti dopo il Consiglio dei ministri a Cutro sull’emergenza migranti), preferendo Gli appunti di Giorgia, il format social che la premier ha adottato. Una diretta disintermediata che va in onda con scarsissima regolarità e solo per uscire da momenti particolarmente complicati (come quando i benzinai dichiararono sciopero dopo essersi sentiti dare degli speculatori). E polemiche hanno suscitato anche le ultime vacanze pugliesi, con tanto di trasferta albanese. Viaggio che, nonostante i possibili risvolti internazionali che avrebbe potuto avere, è stato tenuto segreto con tanto di giallo su un incontro con l’ex primo ministro britannico, Tony Blair.

Il flop comunicativo del Cdm spostato interamente a Cutro (Getty).

Ridimensionato Donzelli, resiste solo la fedelissima sorella Arianna

C’è poi il fronte partito. Anche in FdI, Meloni lascia pochissimo spazio di manovra, delegando – solo quando necessario – alla propria cerchia ristrettissima. La notizia della nomina della sorella Arianna a capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia (con il conseguente ridimensionamento di Giovanni Donzelli, scottato dall’affaire CospitoDelmastro) è ormai di dominio pubblico. Insomma, nel partito non si muoverà foglia (a cominciare dal congresso: «Non si è capito a che servirebbe oggi un congresso: c’è una leader indiscussa, la linea politica è condivisa, lo spazio per lavorare c’è in tantissimi ruoli e organismi», ha detto proprio Arianna in un’intervista al Corriere della sera) che sorella – e quindi Giorgia – non voglia.

Meloni e la mania di accentrare tutto: migranti, Pnrr, comunicazione e partito
Arianna e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Funerali di Prigozhin: cerimonia in forma privata a San Pietroburgo

La cerimonia d’addio a Yevgeny Prigozhin si è tenuta oggi martedì 29 agosto intorno alle 13 (ora locale) in forma privata al cimitero di Porokhovskoe a San Pietroburgo, sua città natale. Lo ha reso noto il servizio stampa della Concord, la holding dell’ex capo della Wagner, su Telegram.

Funerali di Prigozhin: cerimonia in forma privata a San Pietroburgo
Il post della Concord su Telegram.

Non è però ancora chiaro se il 62enne ex cuoco di Putin, ucciso nello schianto del suo jet privato il 23 agosto scorso insieme con altri nove fedelissimi, sia effettivamente stato sepolto in loco. Alla domanda del sito Msk1 sul perché il luogo di sepoltura non fosse stato precedentemente reso noto, il responsabile del cimitero ha risposto che è stata semplicemente seguita la volontà dei parenti. Alla cerimonia, come conferma l’agenzia Ria Novosti, erano presenti solo i familiari e gli amici più stretti di Prigozhin. Sempre a San Pietroburgo, ma al cimitero di Severnoye è stato sepolto anche Valery Chekalov, braccio destro dell’ex capo della Wagner e tra le vittime del disastro aereo.

Funerali di Prigozhin: cerimonia in forma privata a San Pietroburgo
La bara di Valery Chekalov, al cimitero di Severnoye a San Pietroburgo (Getty Images).

L’assenza di Putin

In mattinata il portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitry Peskov aveva confermato che Vladimir Putin non avrebbe preso parte alla cerimonia. «La presenza del presidente non è prevista», aveva tagliato corto Peskov. «Ogni decisione in merito spetta a parenti e amici. Non possiamo dire nulla senza la loro presenza», aveva ribadito. Putin la scorsa settimana aveva descritto Prigozhin come un uomo che aveva commesso «gravi errori nella sua vita, ottenendo però i giusti risultati». Il Cremlino ha inoltre respinto le ipotesi secondo cui avrebbe orchestrato l’incidente come vendetta per la marcia della Wagner su Mosca dello scorso giugno.

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Il Cristo degli Abissi compie 69 anni: gli auguri della Liguria

Il Cristo degli Abissi, la più iconica statua del Cristo della Liguria, compie oggi, martedì 29 agosto 2023, 69 anni. Si tratta di una statua bronzea collocata nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, all’interno dell’Area naturale marina protetta di Portofino, a 17 metri di profondità. Da allora è meta di subacquei che vanno a visitarla sia per turismo che per devozione. Fusa dalla storica Fonderia Battaglia, fucina di opere destinate a divenire grandi simboli come la maestosa porta di bronzo del Duomo di Milano, la statua è nata dalle mani dello scultore Galletti che ha pensato il Cristo come simbolo di pace – le sue braccia sono rivolte verso il cielo e sono aperte. Per ottenere il bronzo necessario vennero fuse medaglie, pezzi di navi, eliche di sommergibili americani donati dalla Marina americana e alcune campane.

Tanti gli auguri per lo storico anniversario, dal governatore Toti al sindaco di Camogli

Il primo a fare gli auguri al Cristo è stato il governatore Giovanni Toti, che ha scritto sui social: «Una perla nel cuore del Parco di Portofino che ha reso ancora più affascinante il nostro mare».

Auguri anche dal sindaco di Camogli, Giovanni Anelli («Al di là dei valori e del significato della sacra statua, per il nostro comune è un volano turistico di grande valore. In questi 69 anni sono stati milioni i contatti via web e sott’acqua per vedere la statua del Cristo»), ma anche dal comandante della Guardia costiera di Sestri Levante Sergio Maddalena, esperto subacqueo che ha più volte fatto visita alla statua del Cristo degli Abissi. A ricordare il valore della statua, infine, Alessandra Cabella della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, che ha affermato: «Il Cristo degli Abissi non è solo un simbolo, è una testimonianza avente valore di civiltà. Come soprintendenza, insieme a tutti i nuclei e corpi di sommozzatori dello Stato, cerchiamo di preservarlo e proteggerlo nel suo ambiente marino, perché il suo messaggio di unione e inclusione perduri nella memoria di tutte le vite perse in mare».

Stupro di Palermo, la vittima sui social: «Mi state portando alla morte»

Dopo lo sfogo di domenica 27 agosto sul suo profilo, la 19enne vittima dello stupro avvenuto a Palermo lo scorso 7 luglio, ha risposto a un commento di chi la accusava di essere stata consenziente: «Sono stanca, mi state portando alle morte. Non ho più voglia di lottare, nè per me nè per gli altri, anche senza questi commenti non ce la faccio più. Non posso aiutare nessuno se sto così. Non serve a nulla continuare, pensavo di farcela ma non è così».

«Porterò chi voleva aiutarmi nel mio cuore»

La ragazza ha poi aggiunto: «Se riesco a farla finita porterò tutti quelli che volevano aiutarmi sempre nel mio cuore». Nel post dei giorni scorsi, aveva scritto: «Sinceramente sono stanca di essere educata quindi ve lo dico in francese, mi avete rotto con cose del tipo: “ah ma fa i video su tik tok con delle canzoni oscene”, “è normale che poi le succede questo”, oppure “ma certo per come si veste”. Me ne dovrei fregare ma non lo dico per me, di non sparare stronzate più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come me e fanno post come me potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio?».

Le opposizioni dopo le parole di Giambruno chiedono l’intervento di Giorgia Meloni e Mediaset

Le parole pronunciate da Andrea Giambruno durante la trasmissione Diario del Giorno, parlando dei casi di violenza sessuale di Palermo e Caivano, hanno aperto un caso politico. Movimento 5 stelle, Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra attaccano il compagno di Giorgia Meloni e giornalista di Rete 4, chiedendo gli interventi di Mediaset e della stessa premier. La frase incriminata, pronunciata in onda da Giambruno, è stata: «Se eviti di ubriacarti magari eviti di trovare il lupo».

LEGGI ANCHEStupri di Palermo e Caivano, Giambruno: «Se eviti di ubriacarti magari eviti di trovare il lupo»

Le opposizioni dopo le parole di Giambruno chiedono l'intervento di Giorgia Meloni e Mediaset
La capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga, tra le prime ad attaccare Giambruno (Imagoeconomica).

La capogruppo del Pd Chiara Braga: «Meloni prenda le distanze»

Il Partito democratico si è rivolto direttamente alla premier, con le parole scritte su X dalla capogruppo alla Camera dei Deputati, Chiara Braga. Ha scritto: «Abbiamo dato la piena disponibilità del Partito Democratico a lavorare insieme contro la violenza di genere. Ma non accettiamo alcuna forma di ambiguità. Meloni prenda le distanze da queste parole che ancora una volta insinuano che a volte è anche “colpa” delle donne. È inaccettabile».

Chiara Gribaudo: «Victim blaming allo stato puro»

Rincara la dose anche Chiara Gribaudo, altra deputata del Pd: «Giambruno alle donne: per non essere stuprate evitate di ubriacarvi, perché c’è “il rischio che poi il lupo lo trovi”. Victim blaming allo stato puro. Dimentica di dire agli uomini, gli unici colpevoli, di evitare di stuprare. Ripugnante, offensivo, inadatto a stare dove sta».

Anche Zan all’attacco: «Colpevolizzare è una pratica barbara e perversa»

Il deputato Alessandro Zan, sempre in quota Pd, su X ha poi scritto: «Prima di Caivano, ci si deve augurare che Meloni affronti la questione in casa propria, spiegando a Giambruno che colpevolizzare le vittime di una violenza, tanto più in diretta tv, è una pratica barbara e perversa, che scaturisce dai peggiori stereotipi machisti e patriarcali».

Vittoria Baldino: «Mediaset prenda le distanze»

C’è stato poi l’attacco del Movimento 5 stelle, con la vice capogruppo alla Camera, Vittoria Baldino. In chiusura di un lungo post su Facebook, la deputata ha scritto: «Mi auguro che la dirigenza di Mediaset prenda subito le distanze da questa dichiarazione inquietante. Quanto alla presidente Meloni, fossi in lei mi affretterei a consigliare al mio compagno di chiedere scusa perché questo messaggio non sia assimilato alla forma mentis del contesto familiare della donna che guida il Paese».

Giambruno si difende: «Polemiche surreali»

A parlare è stato poi lo stesso Giambruno, che si è difeso: «Siccome nelle ultime ore sta impazzando una polemica del tutto surreale, lo faccio quasi con il sorriso, mi è doveroso precisare che nessuno in questo luogo ha giustificato l’atto, anzi sono stati utilizzati dei termini molto precisi come “abominevole” per quanto riguarda l’atto e sono stati definiti “bestie” gli autori di tale atto. Quindi tutti coloro che in maniera strumentale hanno utilizzato in maniera fuorviante, distorcendo la realtà di quanto da me detto, lo stanno facendo o perché in malafede o perché hanno seri problemi di comprendonio. Mettiamo fine a tali polemiche perché stiamo rasentando il ridicolo e la politica credo abbia cose ben più interessanti da fare che non quelle di occuparsi di uno spazio giornalistico».

Le opposizioni dopo le parole di Giambruno chiedono l'intervento di Giorgia Meloni e Mediaset
Andrea Giambruno (Imagoeconomica).

Johnny Depp, arriva al cinema il nuovo film Jeanne du Barry

A un anno dalla conclusione del processo per diffamazione contro l’ex moglie Amber Heard, Johnny Depp torna al cinema. Il divo di Hollywood sarà infatti dal 30 agosto nelle sale italiane con Jeanne du Barry – La favorita del re diretto dalla regista francese Maïwenn. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023, racconta la storia di una giovane donna che nel XVIII secolo utilizza il proprio fascino e l’acuta intelligenza per entrare nelle grazie del sovrano ed elevare il suo stato sociale. Nel cast, oltre alla star americana e alla stessa regista, figurano anche Pierre Richard nei panni del Duca di Richelieu e Pauline Pollmann in quelli di Maria Antonietta. Al doppiaggio italiano Fabio Boccanera tornerà all’ombra di Depp, mente Claudia Catani restituirà nella nostra lingua le battute della protagonista.

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Jeanne du Barry, trama e cast del nuovo film con Johnny Depp

La narrazione del film, che adatta per il grande schermo una storia realmente accaduta, si concentra sul personaggio di Jeanne Vaubernier (Maïwenn). Nata nel 1743 come figlia illegittima di una povera sarta, nonostante le sue umili origini ha trovato spazio nella vita mondana grazie a cultura e intelligenza, che ha saputo unire al suo fascino. La sua scalata sociale la porta, un giorno, persino alla corte dei Re Luigi XV (Johnny Depp), che inizialmente ignora completamente il suo status di cortigiana. Si avvicina talmente tanto al sovrano da ottenere persino la nomina ad amante ufficiale e il titolo di contessa du Barry.

Al cinema dal 30 agosto, vede Johnny Depp nei panni di Re Luigi XV di Francia. Trama, cast e reazioni della stampa internazionale al film.
Johnny Depp e Maiwenn in una scena del film (Screenshot YouTube).

Dal canto suo, il monarca ritrova un amore spassionato per la vita che aveva perso tra matrimonio e impegni per la corona. La forte passione per Jeanne porterà il re a infrangere le regole di decoro, tanto da permettere alla sua amante di vivere a Versailles, condividendone il letto. Un gesto che solleva immediatamente un polverone in tutta la corte, che non perde tempo per gridare allo scandalo. Mettendo in cattiva luce, parallelamente, soprattutto la giovane Jeanne. È già disponibile online una clip ufficiale del film Jeanne du Barry, che presenta il primissimo incontro tra Luigi XV e la giovane protagonista che, per via della sua sfrontatezza, attira subito gli sguardi dei sudditi presenti.

Le reazioni della stampa estera e gli altri film su Jeanne du Barry

Pur apprezzandone la regia e le inquadrature, la stampa estera non ha accolto con grande ottimismo il ritorno di Johnny Depp al cinema. Il Guardian ha infatti parlato di un film «pretenzioso e stravagante, proprio come le leccornie che vengono sgranocchiate a corte». Per Variety invece è una narrazione che, tentando di ricostruire la reputazione della protagonista, «risulta inaspettatamente piatta trasformando così lo scandalo in una potenziale noia». Se per l’Hollywood Reporter è un film «moscio e superficiale», il Telegraph ha parlato di una pellicola «girata splendidamente con panorami pittorici». Anche in questo caso però la trama non ha convinto a pieno, mentre è stata lodata la recitazione dei due attori pricipali. Per Depp si tratta tra l’altro della prima interpretazione interamente in lingua francese.

Al cinema dal 30 agosto, vede Johnny Depp nei panni di Re Luigi XV di Francia. Trama, cast e reazioni della stampa internazionale al film.
Johnny Depp al Festival di Cannes 2023 (Getty Images).

Jeanne du Barry non è il primo film a portare al cinema la storia dell’omonima protagonista. Il progetto più recente, che ha ispirato Maïwenn per la sua versione, è Maria Antonietta di Sofia Coppola, uscito nel 2006. Nel cast figuravano Kirsten Dunst nei panni della protagonista e la nostra Asia Argento in quelli di Jeanne. Celebre anche la pellicola del 1954 di Christian Jacque, intitolata semplicemente Madame du Barry, con Martine Carol nelle vesti della cortigiana di Luigi XV. Il primo adattamento della storia invece risale al 1912, con il cortometraggio muto di Albert Capellani Un amour de la Du Barry con protagonista l’attrice francese Stacia Napierkowska.

Tappi per orecchie difettosi: 3M pagherà sei miliardi di dollari

Il colosso manifatturiero 3M pagherà sei miliardi di dollari per risolvere le cause legali intentate dai veterani che sostengono di aver perso l’udito a causa di tappi per le orecchie prodotti dalla compagnia. L’accordo – spiega il Washington Post – risolve circa 300.000 richieste di risarcimento avanzate da attuali ed ex membri delle forze armate.

I tappi hanno causato perdita all’udito o acufeni

Secondo gli ex militari, i tappi per le orecchie di 3M erano difettosi e non sono riusciti a proteggerli mentre erano in servizio, causando loro la perdita dell’udito o l’acufene. Il pagamento, in ogni caso, risolve uno dei più grandi illeciti di massa nella storia degli Stati Uniti.

Napoli, 100 euro per sette chilometri in taxi. Borrelli: «Inaccettabile»

A Napoli una corsa in taxi di sette chilometri è costata, a quattro turisti americani, 100 euro. Lo ha denunciato Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, che ha pubblicato sui social anche la ricevuta che il tassista ha fornito ai passeggeri. Il tragitto tra l’aeroporto di Capodichino e via Galileo Ferraris è costato molto ai quattro americani, che hanno chiesto chiarimenti a un dipendente della struttura alberghiera in cui alloggiavano. Ora vuole chiarezza anche Borrelli, che ha scritto: «Inaccettabile, così si allontanano i turisti. Chiesto chiarimento ai Consorzi su regolarità tariffa».

Borrelli: «Chiedere 100 euro è scorretto»

Il deputato ha commentato: «Si tratta di un episodio inaccettabile per il quale ho chiesto subito chiarimenti ai Consorzi dei tassisti sulla regolarità della tariffa applicata. Gli stessi hanno confermato che la tariffa di 19,50 euro è a tratta e non per ciascun passeggero e verificheranno se lo stesso collega abbia rilasciato nella fattura il corretto codice identificativo, in modo da procedere alle sanzioni». Quello di 19,50 euro è un pagamento predeterminato, fisso, per gli spostamenti dall’aeroporto alla zona della stazione ferroviaria, per un massimo di quattro persone.

Borrelli ha proseguito: «Chiedere 100 euro per appena sette chilometri, se pur in orario serale, è assolutamente scorretto. Così si allontanano i turisti e si danneggia l’immagine della nostra città che, dopo tanti anni e tanta fatica, è riuscita a rientrare tra le mete turistiche più richieste al mondo. Ma i turisti sono una risorsa sulla quale investire in qualità dei servizi, non dei polli da spennare in modo illecito”.

Il nuovo singolo di Tiziano Ferro e J-Ax uscirà l’1 settembre

È in uscita l’1 settembre, in radio e sulle piattaforme digitali, Abbiamo vinto già, il nuovo singolo di Tiziano Ferro che ha visto per la prima volta collaborare il cantautore, reduce da un’estate di live negli stadi italiani, con J-Ax, fresco di reunion e relativo tour con gli Articolo 31. Abbiamo vinto già, scritto (testo e musica) da Tiziano Ferro, Manuel Rocchi e J-Ax e prodotto da Tiziano Ferro e Marco Sonzini, è un inno alla resilienza. «Una canzone che rivendica il valore di chi vive a testa bassa, consapevole delle proprie fragilità, pronto a celebrare i propri difetti come fossero segni distintivi, che ci rendono unici e splendidi. Vincenti», ha sottolineato Tiziano Ferro, che il 3 ottobre pubblicherà il suo primo romanzo, La felicità al principio (pubblicato da Mondadori).

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