A far cadere l’aereo su cui viaggiava il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin è stata probabilmente un’esplosione a bordo del velivolo causata da una bomba o da un altro dispositivo piantato sull’aereo, sulla base di rapporti preliminari dell’intelligence. A riportarlo è il New York Times.
Breaking News: An onboard explosion likely brought down a jet believed to be carrying the Russian mercenary leader Yevgeny Prigozhin, U.S. and other Western officials said. Other theories on what brought down the aircraft are still being explored. https://t.co/uvbIWp6aN8
«Putin avrebbe ordinato la distruzione dell’aereo»
Il quotidiano ha citato funzionari americani e occidentali, secondo i quali «il presidente Vladimir Putin avrebbe ordinato la distruzione dell’aereo nel tentativo di uccidere Prigozhin». Una conclusione definitiva su quanto accaduto comunque non è ancora possibile anche se «l’intelligence satellitare americana» riporta il Nyt «non ha rilevato il lancio di un missile e non ci sono altre prove che un’arma terra-aria abbia distrutto l’aereo».
Nelle ultime ore, al termine di un confronto con il suo staff e sollecitato da diversi presidenti dei comitati locali, alla vigilia di una assemblea straordinaria della Federazione, la decisione è arrivata. Luis Rubiales ha scelto il licenziamento volontario di fronte alla possibilità di essere squalificato dal Consiglio superiore dello Sport.
"El feminismo camina hacia delante y el machismo camina hacia atrás."
«L’intenzione di Rubiales» – riporta El Pais – «non era quella di dimettersi, ma il susseguirsi di critiche e la perdita di sostegno nel mondo del calcio delle ultime ore, si pensi alle indagini avviate dalla Fifa, lo hanno convinto a mollare alla luce della bufera per il suo bacio sulla bocca, forzato e senza consenso, alla giocatrice Jenni Hermoso, durante la cerimonia di premiazione dei mondiali a Sidney».
«Solo ieri De Angelis si giustificava di essere cambiato negli ultimi venti anni e di aver abbandonato le sue posizioni antisemite. Oggi scopriamo che a dicembre 2022 ancora inneggiava a Himmler e all’Olocausto». Così in una nota il segretario del Pd Lazio Daniele Leodori e il capogruppo dem in Consiglio regionale Mario Ciarla. I dem fanno riferimento a una foto postata dal responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio sul suo profilo Instagram. Nella foto, dello scorso 21 dicembre, si vede un bicchiere di vino bianco accanto a un candelabro di terracotta, assieme alla frase «Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità… Buona fine».
Il candelabro ricollegato alle tradizioni delle SS
Il manufatto però è stato riconosciuto dagli altri utenti come il candelabro Yule (Julleuchter in tedesco), che viene ricollegato alle tradizioni delle SS e in particolare a Heinrich Himmler. «Rocca deve tutelare l’istituzione regionale» – aggiungono i dem – «e allontanare immediatamente, ora, questo personaggio indegno la cui presenza offende le vittime della strage di Bologna, la comunità ebraica e tutti i cittadini del Lazio. Un ulteriore ritardo sarebbe ingiustificabile, significherebbe che il presidente della regione condivide le idee del suo capo della comunicazione».
Gli ebrei una «razza di mercanti» da pagare «con il sangue»
Dal passato di militante di estrema destra di Marcello De Angelis torna il testo di contenuto antisemita di una canzone scritta di suo pugno parecchi anni fa. Il centrosinistra aspetta il primo settembre, quando il Consiglio regionale si riunirà in seduta straordinaria. Lui però oggi prende radicalmente le distanze dalla sua canzone: «Il testo di Settembre Nero risale a un periodo della mia vita in cui non mi riconosco» – scrive il responsabile della comunicazione della Regione Lazio – «A rileggere quelle parole oggi provo imbarazzo e orrore, così come oggi non riscriverei altre canzoni realizzate in passato».
Yevgeny Prigozhin «era un uomo dal destino difficile ma di talento». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti. L’inchiesta sullo schianto dell’aereo della Wagner sarà «esaustiva» ha assicurato, come confermato dall’agenzia Interfax.
Le parole di Vladimir Putin a proposito della morte di Yevgeny Prigozhin e su PMC Wagner.
"In effetti, se nell'aereo precipitato c'erano, e i dati primari dimostrano che c'erano effettivamente dipendenti della Wagner, vorrei sottolineare che si tratta di persone che hanno dato… pic.twitter.com/7nVp53QqSH
«Conoscevo Prigozhin da molto tempo, dai primi anni Novanta. Era un uomo dal destino complicato e ha commesso gravi errori nella sua vita. E ha ottenuto i risultati di cui aveva bisogno, sia per sè stesso sia quando gli ho chiesto di farlo per la causa comune, come in questi ultimi mesi». E ha aggiunto: «Il capo del Comitato investigativo mi ha fatto rapporto stamane». Putin ha espresso le sue condoglianze per tutti coloro che sono morti nello schianto del jet della Wagner, avvenuto mercoledì 23 agosto. Lo riferisce la Tass.
Stasera 24 agosto 2023 andrà in onda il film Sotto il sole di Riccione su Canale 5 alle ore 21.20. Il regista è YouNuts mentre la sceneggiatura è stata scritta da Enrico Vanzina, Caterina Salvadori e Ciro Zecca. Nel cast ci sono Cristiano Caccamo, Davide Calgaro, Matteo Oscar Giuntoli, Ludovica Martino e Saul Nanni.
Sotto il sole di Riccione, trama e cast del film stasera 24 agosto 2023 su Canale 5
La trama ruota intorno alle storie di diversi personaggi, ragazzi e adulti, che si intrecciano tra loro. Ciro (Crisitano Caccamo) è un giovane che proviene dal sud che ha un sogno nel cassetto, quello di diventare un grande cantante. Purtroppo fa un provino per coronare il suo sogno ma va male e decide quindi di recarsi in spiaggia per trovare un lavoretto estivo. Verrà assunto come bagnino e catturerà l’attenzione di ragazzi e ragazze. Marco (Saul Nanni) è un ragazzo molto introverso che non riesce a trovare il coraggio per dichiararsi alla bella Guenda (Fortinì Peluso). Cercherà in tutti i modi per conquistarla, contando anche sui suggerimenti del suo amico Gualtiero (Andrea Roncato).
Vincenzo (Lorenzo Zurzolo) è un ragazzo non vedente che viene accompagnato costantemente dalla mamma (Isabella Ferrari) iper-protettiva e troppo premurosa. Tuttavia, Vincenzo vuole essere più libero e fare nuove amicizie, conoscendo ragazzi e ragazze. Un giorno, incontra Furio (Davide Calgaro) un ragazzo che è il figlio del proprietario dello stabilimento balneare che frequenta insieme alla madre. Furio introduce Vincenzo al suo gruppo di amici, allontanandolo dalla madre. Sarà l’inizio di una grande amicizia e i giovani vivranno insieme un estate indimenticabile, tra amori, musica, avventure e sogni.
Sotto il sole di Riccione, 4 curiosità sul film stasera 24 agosto 2023 su Canale 5
Sotto il sole di Riccione, le musiche composte da Tommaso Paradiso
Le musiche del film sono state composte da Tommaso Paradiso, cantautore ed ex membro dei The Giornalisti. La colonna sonora è stata composta anche da Matteo Cantaluppi.
Sotto il sole di Riccione, il film originariamente distribuito in streaming
Il film è stato prodotto da Netflix. Per questa ragione è stato distribuito originariamente sulla piattaforma streaming. Nel dettaglio, è stato reso disponibile per la prima volta in assoluto il 1 luglio 2020.
Sotto il sole di Riccione, le parole di Enrico Vanzina sul film
Enrico Vanzina ha scritto la sceneggiatura di questa pellicola. In merito a quest’opera, il regista e sceneggiatore ha dichiarato al sito Movieplayer.it: «Abbiamo cercato di raccontare cosa sia l’estate in Italia, non solo dal punto di vista generazionale, ma sentimentale: nel film scaviamo in una generazione che nasconde i sentimenti, ma ne ha tantissimi
Sotto il sole di Riccione, il commento di Cristiano Caccamo
L’attore Cristiano Caccamo ha parlato al sito Movieplayer.it, raccontando la sua esperienza nel partecipare al progetto. Le sue parole sono state: «Abbiamo cercato tutti di rivivere la leggerezza di quell’età, di aggrapparci a qualcosa che abbiamo vissuto, di rivivere la freschezza e la leggerezza delle estati in cui ci innamoravamo, in cui l’amore era puro e semplice».
Thomas Trabacchi è nato a Milano il 5 settembre 1965 ed è un attore. Si è sempre diviso tra teatro, cinema e televisione, anche se è più conosciuto per le tante serie tivù girate.
Thomas Trabacchi: la carriera
L’attore si è diplomato alla Bottega Teatrale di Firenze, diretta da Vittorio Gassman. Trabacchi ha fatto la sua prima apparizione in un episodio della fiction Linda e il brigadiere, regia di Alberto Simone e Gianfranco Lazotti (1997) e nello stesso anno ha recitato anche in alcuni episodi de La dottoressa Giò. Nel 2001 Trabacchi ha recitato in Giorni, per la regia di Laura Muscardin, mentre nel 2003 ha preso parte al film Ora o mai più, di Lucio Pellegrini, con Violante Placido.
In televisione, agli inizi dei Duemila, l’attore ha interpretato diversi ruoli in serie e film tv come: Don Matteo 2, regia di Leone Pompucci (2001), Le ragioni del cuore, regia di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone (2002), Distretto di polizia 5, regia di Lucio Gaudino (2005), Attacco allo Stato, regia di Michele Soavi (2006).
Sul grande schermo Trabacchi ha recitato in molti film, tra cui: El Alamein – La linea del fuoco, regia di Enzo Monteleone (2002), La febbre, regia di Alessandro D’Alatri (2007), La versione di Barney, regia di Richard J. Lewis (2010), Boris – Il film, regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (2011), Romanzo di una strage, regia di Marco Tullio Giordana (2012), Nico, 1988, regia di Susanna Nicchiarelli (2017), Il Divin Codino, regia di Letizia Lamartire (2021) e Yara, regia di Marco Tullio Giordana (2021).
L’attore negli ultimi anni ha recitato in diverse serie di successo come: Medicina generale, regia di Luca Ribuoli e Francesco Miccichè (2009), 1992, regia di Giuseppe Gagliardi (2015), Non uccidere (2015-2018), 1993, regia di Giuseppe Gagliardi (2017), La vita promessa, regia di Ricky Tognazzi (2018-2020), Baby, regia di Andrea De Sica e Letizia Lamartire (2019-2020), Più forti del destino, regia di Alexis Sweet (2022), Studio Battaglia, regia di Simone Spada (2022) e Django (2023).
Thomas Trabacchi: la vita privata
L’attore è sposato con la collega attrice Carlotta Natoli e i due hanno un figlio, Teo. Insieme hanno condiviso molti set di fiction e film famosi come: Il caso Enzo Tortora – Dove eravamo rimasti? (2012), Amori che non sanno stare al mondo (2017), Troppa grazia (2018) e Il silenzio dell’acqua (2019).
Carla Signoris è nata a Genova il 10 ottobre 1958 ed è un’attrice, una comica e conduttrice televisiva. Signoris ha vinto due Nastri d’Argento: uno nel 2017 come miglior attrice non protagonista per il film Lasciati andare, di Francesco Amato.
Carla Signoris: la carriera
Negli Anni 70 si è iscritta alla Facoltà di Architettura e, in contemporane, anche alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, dove si è dilpomata. Signoris ha poi esordito a teatro nel 1980 con lo spettacolo La bocca del lupo, partecipando anche ad altre produzioni del Teatro Stabile di Genova. L’attrice, nonostante, gli impegni televisivi e cinematografici non ha mai abbandonato il teatro.
Signoris ha cominciato a lavorare in televisione con il programma Avanzi, con la compagnia dei Broncoviz, un gruppo cabarettistico genovese al quale appartenevano anche Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Marcello Cesena e Mauro Pirovano. Nel 1994, dopo lo scioglimento del gruppo, l’attrice ha iniziato a lavorare con Serena Dandini e Corrado Guzzanti nel programma Tunnel (1994). Signoris è ritornata a lavorare in tv nel 2002, insieme a Gene Gnocchi e Quelli che il calcio e La grande notte.
Nella sua carriera, Signoris ha recitato in diverse pellicole, tra cui: Peggio di così si muore, regia di Marcello Cesena (1995), Tutti gli uomini del deficiente, regia di Paolo Costella (1999), A cavallo della tigre, regia di Carlo Mazzacurati (2002), Ex, regia di Fausto Brizzi (2009), Happy Family, regia di Gabriele Salvatores (2010), Maschi contro femmine, regia di Fausto Brizzi (2010), Femmine contro maschi, regia di Fausto Brizzi (2011), Allacciate le cinture, regia di Ferzan Özpetek (2014), Mister Felicità, regia di Alessandro Siani (2017), L’agenzia dei bugiardi, regia di Volfango De Biasi (2019) e il recente Billy, regia di Emilia Mazzacurati (2023).
In televisione Signoris ha preso parte a diverse serie tv come: Mamma per caso, regia di Sergio Martino (1997), Camera Café (2004-2005), Tutti pazzi per amore, regia di Riccardo Milani e Laura Muscardin (2008-2010), Ridatemi mia moglie, regia di Alessandro Genovesi (2021), Monterossi, regia di Roan Johnson (2022), Studio Battaglia, regia di Simone Spada (2022) e Le fate ignoranti – La serie, regia di Ferzan Ozpetek (2022). Signoris inoltre, è famosa ai più per aver doppiato il personaggio della pesciolina Dory in Alla ricerca di Nemo e Alla ricerca di Dory.
Carla Signoris: la vita privata
L’attrice dal 1991 è sposata con il comico Maurizio Crozza, da cui ha avuto due figli, Giovanni e Pietro. I due sono apparsi nell’edizione 2010 di Crozza Alive in diversi sketch, e ne La TV delle ragazze – Gli Stati Generali 1988-2018 del 2018. Giovanni è poi diventato attore recitando in diverse serie TV come Masantonio, Fedeltà e Il grande gioco.
Stasera 24 agosto 2023 andrà in onda sul canale Rete 4 alle ore 21.25 il film Air Force One. Il regista è Wolfgang Petersen mentre la sceneggiatura è stata Andrew W. Marlowe. Nel cast ci sono Harrison Ford, Gary Oldman, Glenn Close, William H. Macy e Jurgen Prochnow.
Air Force One, trama e cast del film stasera 24 agosto 2023 su Rete 4
La trama narra la storia di James Marshall (Harrison Ford) il Presidente degli Stati Uniti che durante una cena a Mosca festeggia la cattura del pericoloso generale Alexander Radek (Jurgen Prochnow), dittatore del Kazakistan. Dopo la cena, il Presidente dovrebbe ritornare in America, alla Casa Bianca, a bordo del suo aereo privato, l’Air Force One. Con lui ci sono la moglie e la figlia, oltre a diversi membri della stampa e al suo entourage. Tuttavia, il Presidente non sa che a bordo del suo aereo si sono infiltrati alcuni fedeli di Radek. Questi ultimi sono spietati e sono guidati dal combattente Ivan Korshunov (Gary Oldman).
Una talpa a bordo dell’aereo, Gibbs (Xander Berkeley), arma i terroristi di Korshunov che si preparano a dirottare il veicolo e prendere in ostaggio James Marshall. Korshunov e il suo secondo in comando, Andrei Kolchak (Elya Baskin) uccidono i piloti e hanno intenzione di portare l’aereo presidenziale in Kazakistan, per chiedere la liberazione del loro leader Radek. Quello che però ignorano è che Frank Marshall è un ex veterano di guerra con un ottimo addestramento militare. Dopo aver finto la sua fuga ed essersi nascosto a bordo dell’aereo, il Presidente farà di tutto per fermare i terroristi, evitando che ci siano delle vittime in questa situazione drammatica.
Air Force One, 5 curiosità del film stasera 24 agosto 2023 su Rete 4
Air Force One, il ruolo di protagonista scritto per uno specifico attore
La sceneggiatura venne scritta per dare il ruolo di attore protagonista a Kevin Costner. Tuttavia, quest’ultimo fu costretto a rifiutare perché era impegnato con il progetto del film L’uomo del giorno dopo. Ecco perché la produzione decise di affidare il ruolo a Harrison Ford.
Air Force One, inizialmente era stato negato l’accesso all’aereo presidenziale
L’Air Force One è l’aereo del Presidente degli USA. Alla produzione in un primo momento era stato negato l’accesso a questo velivolo. Tuttavia, Harrison Ford fece una chiamata alla Casa Bianca e dopo ciò la troupe ebbe accesso all’aereo.
Air Force One, il feeling tra due attori protagonisti
Gary Oldman e Harrison Ford avevano un grande feeling sul set. Non a caso, il regista Petersen soprannominò il film Air Force Fun, perché i due attori si divertivano in modi esilaranti quando non stavano filmando le scene per la pellicola.
Air Force One, la composizione della colonna sonora
Inizialmente, la colonna sonora era stata composta da Randy Newman. Il regista Petersen però pensava che la colonna sonora fosse fin troppo seria, al punto da risultare ridicola. La produzione ingaggiò quindi Jerry Goldman all’ultimo minuto che ebbe solo 12 giorni per creare un’alternativa.
Air Force One, un film che ha colpito anche il presidente Usa
Quando la pellicola debuttò nei cinema, Bill Clinton era il presidente degli Stati Uniti d’America. Quest’ultimo apprezzò molto il lungometraggio e decise di vederlo ben due volte, dando in entrambi i casi delle ottime recensioni.
Lorenzo Zurzolo è nato a Roma il 21 marzo 2000 ed è un attore. Zurzolo ha vinto un Nastro d’Argento nel 2021 come personaggio dell’anno Persol e nello stesso anno alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il Premio Kineo come miglior attore per Morrison, di Federico Zampaglione.
Lorenzo Zurzolo: la carriera
L’attore ha iniziato la sua carriera da piccolo, partecipando a diversi provini. All’età di sette anni è il bambino che è apparso in una famosa pubblicità, accanto a Francesco Totti, debuttando all’età di otto anni nelle serie tv Amiche mie e in un episodio di Don Matteo. Nel 2009 ha poi continuato a lavorare sul piccolo schermo con serie come I liceali, partecipando a un episodio della serie Ho sposato uno sbirro (2010) e una di Un passo dal cielo (2012). Zurzolo nel 2012 è sbarcato anche cinema, recitando nel film di Matteo Vicino, Young Europe e nello stesso anno ha preso parte al film Una famiglia perfetta, regia di Paolo Genovese (2012).
Durante gli anni seguenti Zurzolo ha recitato in film come: Outing – Fidanzati per sbaglio, regia di Matteo Vicino (2013), Sconnessi, regia di Christian Marazziti (2018), Compromessi sposi, regia di Francesco Miccichè (2019), Sotto il sole di Riccione, regia di YouNuts! (2020), Morrison, regia di Federico Zampaglione (2021), EO, regia di Jerzy Skolimowski (2022) e Sotto il sole di Amalfi, regia di Martina Pastori (2022). In televisione l’attore ha recitato in serie tv come: Questo è il mio paese (2015), Una pallottola nel cuore (2018), Baby (2018-2020), Prisma (2022-in corso) e La Storia, regia di Francesca Archibugi (2023).
Lorenzo Zurzolo: la vita privata
L’attore è una persona molto riservata. Non si sa infatti se sia legato sentimentalmente a qualcuno o se sia single. Lorenzo è figlio del vice direttore di Radio 1, Federico Zurzolo e ha una sorella, Ludovica.
«Una persona speciale», «un artista»: al termine dei funerali di Toto Cutugnoi due amici e colleghi Gianni Morandi e Pupo lo hanno ricordato così parlando con i cronisti.
Gianni Morandi e Pupo: il ricordo di Toto Cutugno ai funerali del cantante
«C’è sempre stato un rispetto reciproco e un’amicizia che si è cementata negli anni in cui abbiamo fatto Sanremo insieme», ha ricordato Morandi, «anche se eravamo in competizione». Nell’edizione del 1980 «eravamo io, te, lui e Ruggeri. C’era poi Benigni che presentava», ha aggiunto Pupo, «era stata un’edizione di rilancio del Festival». Al funerale del cantante, scomparso a 80 anni, secondo Pupo «sono mancati un po’ di vip, ci siamo solo noi due», ha detto a Morandi che subito ha ribattuto, «io non mi sento un vip». Ai giornalisti che hanno chiesto se Toto Cutugno è stato bistrattato come artistainItalia i due cantanti hanno risposto in modo diverso. «Sì, io credo di sì», ha detto Pupo, mentre Morandi ha sottolineato come «qualcuno diceva che era un cantautore troppo popolare, invece io dico che è stato un cantautore al livello di tutti gli altri e soprattutto un grande interprete che alla gente piaceva e non solo in Italia, anche all’estero e molti non ci arrivano». Una canzone «che gli avrei rubato era Gli Amori», ha concluso Pupo che poi per scherzare si è rivolto a Morandi e gli ha chiesto: «Per sdrammatizzare, che canzoni vuoi che canti al tuo funerale?».
Si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui a partire dalla prossima stagione televisiva Ilary Blasi non avrà più alcun programma su Mediaset. A rivelarlo è in particolare il magazine Oggi, che nel suo ultimo numero ha parlato dei progetti di Pier Silvio Berlusconi per le sue reti e per la stessa Blasi.
Ilary Blasi fuori da Mediaset? Le ultime indiscrezioni
Oggi parla dell’addio (momentaneo?) di Ilary Blasi a Canale 5 come di una certezza. Secondo il magazine, infatti, sarebbero confermate le intenzioni dell’amministratore delegato di Mediaset riguardo a un format come L’Isola dei Famosi, che per l’appunto per l’imminente stagione televisiva dovrebbe subire unostop. Senza l’Isola in programma nel 2023/2024 va dunque da sé che Ilary Blasi rimarrebbe senza programmi da condurre, a meno che la presentatrice non abbia in ballo altri progetti che ancora non sono stati annunciati.
Le motivazioni di Mediaset: cambio di stile rispetto al passato
A cercare di ricostruire quello che sta accadendo nel dietro le quinte di Cologno Monzese è stato Alberto Dandolo, che su Oggi ha tenuto a specificare che il motivo per cui Ilary Blasi potrebbe non essere stata riconfermata in Mediaset sarebbe legato proprio all’ultima edizione dell’Isola. Si dice, infatti, che Pier Silvio Berlusconi non abbia apprezzato quello è andato in onda di recente su Canale 5, e che abbia così deciso di agire di conseguenza. Non è d’altra parte un mistero che, da un po’ di tempo a questa parte, Pier Silvio Berlusconi abbia voluto imporre ai programmi Mediaset un maggior rigore rispetto al passato, limitando al massimo volgarità e siparietti di cattivo gusto. Tutto è perduto, dunque, per Ilary Blasi? In realtà non sembra ancora detta l’ultima parola: come riporta Gossip e Tv, Maria De Filippi potrebbe eventualmente concederle un’altra chance mettendole in mano la conduzione di Temptation Winter. Si tratta, tuttavia, di una semplice possibilità. Il futuro di Ilary Blasi, insomma, sembra per il momento più incerto che mai.
Dopo aver litigato con il figlio 27enne ha estratto una pistola che nascondeva in una borsa frigo e gli ha sparato ferendo però a una gamba la figlia 21enne che si era messa tra i due uomini cercando di fermare il padre. È accaduto di sera nella centrale piazza Ferrarese a Bari, il 2 agosto. La polizia, che mercoledì 23 agosto ha arrestato il 51enne pregiudicato che ha sparato, ne ha dato notizia oggi, giovedì 24 agosto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, con il coordinamento della procura, la vicenda «trae origine da un contesto familiare difficile caratterizzato da continui maltrattamenti e violenze da parte del presunto responsabile del gesto nei confronti “dei suoi familiari”», come evidenzia la polizia in una nota.
Un’animata discussione un’ora prima del ferimento
La 21enne è stata raggiunta dal proiettile al ginocchio ed è stata operata per estrarlo. La pistola con cui il 51enne ha sparato è una calibro 9, dotata di silenziatore. L’uomo l’aveva puntata contro il figlio e la ragazza era intervenuta cercando di difendere il fratello maggiore. Il 51enne è stato identificato grazie anche alla testimonianza delle persone presenti quella sera. Ulteriori approfondimenti hanno consentito di accertare che circa un’ora prima del ferimento padre e figlio avevano avuto un’animata discussione non lontano dal luogo del ferimento. Il 51enne si era allontanato per recuperare la pistola ed era poi tornato per «regolare definitivamente i conti».
Ancora ritocchi in rialzo per il prezzo medio in modalità self sulla rete autostradale per la benzina – il 24 agosto a 2,020 euro al litro in modalità self (mercoledì 23 agosto, 2,019. Era a 2,015 alla vigilia di Ferragosto) – e per il gasolio – a 1,933 euro al litro (il 23 agosto, a 1,932, lunedì 21 agosto a 1,930, la vigilia di Ferragosto a 1,921). Il livello dei prezzi emerge dall’aggiornamento quotidiano del Ministero delle Imprese e del made in Italy. Sulla rete stradale ordinaria il record del prezzo medio più alto “self” per la benzina tra le diverse regioni è ancora in Basilicata a 1,972 euro e sale a 1,985 euro nella provincia di Bolzano; per il gasolio “self” con 1,874 euro al litro la regione con il prezzo medio più alto diventa la Calabria che scavalca la Valle D’Aosta (con la Liguria a 1,873 euro); prezzo medio che in Provincia di Bolzano sale a 1,891 euro.
Il 24 agosto in Ucraina, anche se le attenzioni di quasi tutti a Kyiv e dintorni si sono spostate sulla morte del capo della WagnerYevgeny Prigozhin, si è celebrata la festa dell’indipendenza: quella dalla Russia dopo il crollo dell‘Urss, quando l’ex repubblica sovietica, insieme alle altre 14 che componevano l’Unione, diventò uno Stato autonomo. Dei 32 anni di sovranità, gli ultimi nove sono stati segnati dalla guerra, prima quella limitata al Donbass, cominciata dopo il cambio di regime a Kyiv nel 2014, poi quella su larga scala, iniziata con l’invasione decisa dal Cremlino nel 2022. Per circa un terzo della sua esistenza, l’Ucraina è stata privata della sua integrità territoriale e della sovranità sul proprio territorio entro i confini determinati nel 1991: prima l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, poi l‘avvio del conflitto nelle regioni di Lugansk e Donetsk nello stesso anno e infine l’aggressione russa hanno lacerato il Paese in maniera drammatica.
Perso un quinto della sovranità: sono i territori occupati
L’indipendenza del 1991 era stata raggiunta senza spargimenti di sangue, risultato del terremoto che aveva sconvolto Mosca dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989 e il fallimento della Perestrojka di Michail Gorbaciov, i cui piani di transizione democratica dal sistema comunista dell’Urss erano sfociati appunto nella dissoluzione di quello che Ronald Reagan aveva definito l’Impero del Male; alla luce di oltre tre decenni di storia, il mantenimento di questa libertà non è però stato possibile e l’Ucraina si trova oggi a dovere difendere la propria sovranità territoriale, dopo averne persa ormai più o meno un quinto: tanto valgono i territori occupati dalla Russia negli ultimi due lustri, o quasi.
Senza gli aiuti occidentali sarebbe stata ancora più smembrata
Oggi l’ex repubblica sovietica è devasta da una guerra che se da una parte vede la Russia, dall’altra vede la Nato e gli Stati Uniti ed è diventata anche per Mosca esistenziale: a livello militare senza gli aiuti occidentali l’Ucraina sarebbe stata ancora più smembrata e al momento i desideri di Kyiv di ritornare ai confini del 1991 appartengono più alla categoria della propaganda che non alla realtà; l’Ucraina si è svuotata nel frattempo di un quarto dei suoi abitanti, tra diaspora post sovietica, emigrazione economica forzata, effetti del conflitto che ha portato dal 2014 oltre 3 milioni di profughi in Russia e più del doppio in giro per l’Europa o il mondo; dal punto di vista economico, esattamente come per la questione militare, il Paese sarebbe già in bancarotta se i creditori occidentali non avessero deciso una moratoria fino al 2024. Lo Stato ucraino sta in piedi in sostanza solo perché l’Occidente, vale a dire gli Stati Uniti, ha deciso di fornirgli una stampella.
Se non è un failed State, somiglia sempre di più a un failing State
L’indipendenza che si festeggia a Kyiv da una decina d’anni è molto più formale che reale e lo scorso biennio lo ha sancito in maniera inequivocabile. Certamente le condizioni del 1991 non sono più quelle di adesso a causa del conflitto che si prolunga e di cui non si vede la fine e l’Ucraina, se non è un failed State, uno Stato fallito, assomiglia sempre di più a un failing State, uno stato quantomeno in decadimento. La scienza della politica definisce uno Stato fallito quando non è più in grado di svolgere i suoi compiti fondamentali, come il mantenimento della sicurezza esterna ed interna, i servizi di base nei settori della sanità, dell’istruzione, del welfare e del diritto. Kyiv, che con la guerra ha perso il controllo su parte del suo territorio e riesce ad adempiere agli altri obblighi sono grazie all’aiuto esterno, è per lo meno in bilico.
Il modello oligarchico è servito soprattutto a ingrassare le élite
Durante gli Anni 90 l’Ucraina si è affidata internamente al modello oligarchico, che più che salvaguardarne l’indipendenza e proiettarla, dentro e fuori, nel sistema della sana competizione economica è servito per ingrassare le élite; le stesse che per anni si sono alternate al potere, appoggiate dalla Russia (presidenza di Leonid Kuchma 1994-2004 e Viktor Yanukovich 2010-2014) o dagli Stati Uniti (Viktor Yushchenko 2005-2010, Petro Poroshenko 2014-2019, Volodymyr Zelensky 2019-oggi), cedendo in cambio la sovranità della propria politica estera, agganciandosi o al treno di Mosca o a quello di Washington, fino al deragliamento attuale. L’Ucraina del 2023 è un Paese spaccato, ancora più di quanto non lo fosse nove anni fa, con la Russia che ha occupato più territori e gli Stati Uniti che tenendo i cordoni della borsa hanno l’ultima parola su quello che si decide a Kyiv. Questa è la realtà: l’indipendenza e la sovranità sono un’altra cosa.
A Ostia Nuova è caccia a un uomo che alle 15 ha sparato diversi colpi di arma da fuoco in Via Domenico Baffigo. Non ci sono feriti, secondo quanto spiegato dalle forze dell’ordine, allertata dai residenti che hanno sentito gli spari. La polizia è prontamente intervenuta ma l’uomo si è dileguato dopo aver sparato tre colpi. Tra i testimoni c’è anche una signora che ha urlato: «Aiuto aiuto stanno sparando, chiudete tutto». La donna si è rifugiata in una farmacia.
Non sono stati trovati i bossoli
Gli inquirenti stanno cercando un cittadino sudamericano che avrebbe sparato in aria, secondo la prima ricostruzione. I sospetti sarebbero intorno al clan dei cileni di Piazza Gasparri. I poliziotti non hanno ritrovato i tre bossoli e stanno interrogando diverse persone nella zona per capire chi possa essere stato.
Esplose quattro bombe carta prima di Ferragosto
L’episodio arriva a pochi giorni dalle quattro bombe carta fatte esplodere durante la settimana che ha preceduto Ferragosto. La prima il 7 agosto in via delle Fiamme Gialle. Per le forze dell’ordine, l’obiettivo sarebbe uno dei ristoranti presenti sulla strada. Poche ore più tardi è stato lanciato un altro ordigno che ha distrutto la veranda del ristorante Da Cacio e Pepe a Fiumicino. Poi la bomba fatta esplodere a Dragona, di fronte una concessionaria, il 10 agosto. E infine quanto successo tra l’11 e il 12 agosto, di notte, quando è stato lanciato un nuovo ordigno verso il ristorante La Bussola.
Tragedia nella tarda mattinata a Baunei, in Ogliastra, nella cala delle Piscine di Venere. Una giovane di 28 anni di Nuoro è morta dopo essere stata travolta da un alberocaduto dal costone che sovrasta la spiaggia. Vani i tentativi di salvarla da parte dei medici del 118 arrivati con l’elisoccorso di Areus inviato dalla centrale di Sassari. La giovane è morta tra le braccia dei soccorritori.
A luglio ferita una bambina per il crollo di un masso
Il 12 luglio, a Cala Mariolu, una piccola spiaggia di ciottoli a Baunei, per una dinamica simile è rimasta ferita una bambina di 9 anni. A cadere non è stato un albero ma un masso. Alcuni frammenti dopo il distaccamento dal costone hanno colpito la piccola al volto. La ferita, larga e profonda, è stata medicata in ospedale e chiusa con sette punti di sutura. Ma la bambina rischia una cicatrice permanente e la famiglia, proveniente da Trento, potrebbe denunciare il Comune. Un altro episodio è successo due giorni prima, quando una donna polacca è stata colpita da un’altra pietra: per lei due punti di sutura.
«Noi non c’entriamo niente, tutti sanno chi è il responsabile». È questo il primo commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riportato da Ukrainska Pravda, allo schianto dell’aereo in Russia sul quale, secondo le autorità di Mosca, c’era il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin.
Durante gli allenamenti all’interno di un campo scuola per giovani sub, ospitato all’Isola dell’Asinara, agli allievi, tutti dagli 8 ai 17 anni, viene fatto urlare il motto fascista «vincere e vinceremo». Un’abitudine radicata negli anni, portata avanti dall’associazione I 7 Mari, secondo quanto racconta Repubblica. La denuncia arriva dal deputato del Partito democratico Silvio Lai, che ha chiesto un intervento immediato al neo commissario del parco nazionale, Giancarlo Muntoni. L’associazione su Facebook ha smentito e si è difesa dalle accuse.
Lai: «Uno sfregio per chi ha perso la vita»
Silvio Lai ha attaccato: «Che quel motto venga fatto gridare, insieme ad altri di matrice mussoliniana, a dei ragazzi tra gli 8 e i 17 anni, è uno sfregio per quanti caddero durante la dittatura nazifascista e per quanti combatterono e persero la vita per sconfiggere il vile oppressore. È intollerabile che ci siano ancora persone ed organizzazioni che in chiave nostalgica tentano di trasmettere ai nostri giovani quei terribili fasti. Ci domandiamo se ne è al corrente il commissario. E anche se la Giunta regionale ha intenzione di intervenire o pensa di allinearsi a quelle metodologie educative come sta facendo la destra nazionale difendendo le frasi ingiuriose del generale Vannacci».
Il deputato: «Vogliamo tornare a sentire le urla di gioia dei ragazzi»
Lai ha continuato spiegando che «formalmente il privato che gestisce l’ostello all’Asinara, affitta i posti e non verifica cosa faccia chi li prende. Ma certamente su quell’isola vorremmo tornare a sentire le urla di gioia dei ragazzi del nostro tempo che si divertono, crescono e si formano in uno dei luoghi più suggestivi del mondo e non ciò che gridavano i fascisti che insanguinavano le nostre terre e azzeravano le libertà individuali e collettive insieme all’alleato nazista». Occulto ha intanto dato mandato ai suoi avvocati.
L’associazione: «Motto di carattere sportivo»
Con un lungo post sulla pagina ufficiale di Facebook, l’associazione Sette Mari si è difesa. In uno dei passaggi si legge: «Il nostro motto presente nell’isola da anni è un urlo fatto a carattere sportivo. Viene fatto anche in altre discipline sportive o in ambito militare».
Tutto pronto per la prima palla a due dei Mondiali di basket. Dal 25 agosto al 10 settembre i fenomeni della pallacanestro saranno in Giappone, Filippine e Indonesia per la 19esima edizione della competizione. Subito in campo l’Italia, sul parquet alle 10 italiane contro Angola in un match abbordabile. Nel Gruppo A assieme agli Azzurri anche i padroni di casa delle Filippine e la Repubblica Dominicana. «Dobbiamo sognare senza un obiettivo preciso», ha spiegato il commissario tecnico Gianmarco Pozzecco. «Nessuno è imbattibile, persino gli Stati Uniti non sono il Dream Team del 1992». La nazionale a stelle e strisce, pur facendo a meno delle migliori star dell’Nba, resta comunque la favorita per il successo finale, ma occhio anche a Slovenia, Spagna e Francia. Tutte le partite dei Mondiali saranno in diretta su Sky Sport, mentre l’Italia andrà in onda anche su Rai2.
Mondiali di basket, le partite e i convocati dell’Italia di Pozzecco
Dopo l’esordio del 25 agosto contro Angola, la nostra Nazionale tornerà sul parquet domenica 27, sempre alle ore 10 italiane, contro la Repubblica Dominicana. Ultimo match contro le Filippine in programma invece martedì 29 agosto alle 14 italiane. Gli eventuali ottavi di finale invece partiranno dal 31 agosto. Passaggio del turno obbligato per gli Azzurri, a caccia anche di uno dei sette pass per l’Olimpiade di Parigi 2024. Ai Mondiali ci sono in palio infatti i posti per i Giochi, per cui dipenderà il piazzamento a fine competizione. Si qualificheranno le due europee, le due americane, l’africana, l’asiatica e la compagine dell’Oceania che si piazzeranno meglio al termine del torneo. Un compito difficile per gli uomini di Pozzecco, che a livello continentale dovranno vedersela con grandi colossi come Spagna e Slovenia.
Quanto ai convocati, Gianmarco Pozzecco ha chiamato 12 giocatori per i Mondiali di basket. Presenti infatti tre playmaker con Marco Spissu, Matteo Spagnolo e Alessandro Pajola. Guardie saranno invece Stefano Tonut e il classe 2000 Gabriele Procida. Per quanto riguarda le ali e i centri spazio a Nicolò Melli, Giampaolo Ricci, Achille Polonara, Mouhamet Diouf, Luca Severini e Luigi Datome. Senza dimenticare Simone Fontecchio, il solo azzurro proveniente dall’Nba dove gioca con gli Utah Jazz. Quanto agli altri gironi, grande attesa per il confronto nel Gruppo H tra il Canada, che ha però perso per infortunio Jamal Murray, e la Francia di Rudy Gobert, rispettivamente in Nba con Denver Nuggets e Minnesota Timberwolves. Stati Uniti invece nel Gruppo C con la Grecia, orfana però della sua stella Giannis Antetokounmpo, fermato da un infortunio.
Gli Usa di Banchero e la Slovenia di Doncic, i favoriti per la vittoria
Seppur non ci siano stelle del calibro di LeBron James o Steph Curry, gli States sono i veri favoriti dei Mondiali. I ragazzi di Steve Kerr, tecnico anche dei Golden State Warriors, puntano a riprendersi il trono del basket, attualmente occupato dalla Spagna campione in carica. L’ex vice del decano Gregg Popovich ha chiamato, tra gli altri, anche l’italoamericano Paolo Banchero, che ha detto no all’Italia per giocarsi le sue chance negli States. Nel roster nessun membro dei Denver Nuggets, campioni Nba 2023. Altra protagonista dei Mondiali sarà la Francia di Vincent Collet che punta alla medaglia d’oro, finora mai vinta. Ad aiutarla Isiaïa Cordinier, in forze alla Virtus Bologna, ma soprattutto Rudy Gobert, stella della Nba e pivot di Minnesota.
A caccia del bis ai Mondiali anche la Spagna, che punterà sul veterano Rudy Fernandez e su Sergio Llull, assente per infortunio ad Euro 2022. In panchina una grande conoscenza della pallacanestro italiana come Sergio Scariolo, attuale tecnico anche della Virtus. Guai a sottovalutare poi la Slovenia di Luka Doncic e la Serbia che, pur non potendo contare su Nikola Jokic, avrà nel quintetto il fuoriclasse Bogdan Bogdanovic. Infine, merita una menzione particolare la Germania di Dennis Schroder, titolare nei Lakers assieme a Anthony Davis e LeBron James.
Tragedia a Costa Vescovato, paesino in provincia di Alessandria, dove un bambino di nove anni, in vacanza con la famiglia in Italia, è morto dopo essere stato punto da un calabrone. Il dramma si è consumato nella serata di lunedì 21 agosto, mentre il bambino si trovava in compagnia del padre, della madre e della sorella di sei anni. Il bimbo stava trascorrendo una giornata spensierata in una delle strutture della cooperativa Valli Unite insieme alla famiglia (originaria di Norimberga) quando è stato punto da un calabrone. La puntura non ha purtroppo lasciato scampo al piccolo, che è morto pochissime ore dopo a causa di uno shock anafilattico.
I genitori stanno valutando la donazione degli organi
La famiglia si trovava da quelle parti perché la madre del bambino aveva voluto ritornare nei luoghi dove aveva trascorso alcune estati. Inutile l’immediato intervento dei sanitari del 118, che sono accorsi sul posto per tentare di salvare la vita al piccolo, per cui non c’è stato nulla da fare. Il bimbo è stato trasportato d’urgenza presso l’ospedale infantile di Alessandria, dove è deceduto poco dopo l’arrivo nonostante i tentativi di rianimarlo. Ai genitori (che stanno valutando la possibilità di donare gli organi del figlio) i medici pare abbiano spiegato che anche nel caso in cui la puntura fosse avvenuta a pochi metri dall’ospedale, non ci sarebbero state speranze di sopravvivenza.
Il cordoglio del sindaco, che conosce la madre da quando era piccola
La comunità locale è sconvolta: con una nota il sindaco Ottavio Rube ha espresso profondo cordoglio, anche perché conosce molto bene la madre del piccolo: «Quando veniva qui da bambina, giocava con mia figlia», ha dichiarato. Il primo cittadino ha inoltre precisato: «Dopo quanto è accaduto abbiamo ispezionato l’area della cooperativa e abbiamo distrutto due nidi di calabroni e uno di vespe, ma nell’agricampeggio, dove il bambino è stato punto, non c’erano nidi. È stato un calabrone di passaggio. Questo è il momento in cui fanno i nidi nei tronchi delle piante e ce ne sono tanti perché fa molto caldo».