Daily Archives: 18 Luglio 2023

Tromba d’aria in Cadore, Zaia: «Immagini che ricordano quanto accaduto con Vaia»

Nel Bellunese, una violenta tromba d’aria ha colpito diversi centri del Cadore, attorno alle 17 di martedì 18 luglio: scoperchiati i tetti di vari edifici mentre gli alberi caduti, in alcune zone, hanno danneggiato le auto in sosta. Fortunatamente, non si registrano persone ferite o contuse. Almeno un’ottantina gli interventi di soccorso e di messa in sicurezza delle case da parte dei vigili del fuoco di Belluno.

Bosco del Cadore e del Comelico, Zaia: «Alcuni versanti quasi completamente abbattuti»

L’accumulo di energia presente in atmosfera, a causa del caldo record degli ultimi giorni, avrebbe contribuito a determinare la violenza del vortice, accompagnato da rovesci di grandine. Secondo quanto riferisce il presidente della Regione Veneto Luca Zaia «alcuni versanti di bosco colpiti dal vento sono stati quasi completamente abbattuti. Immagini che ricordano, con le dovute proporzioni, quanto accaduto con Vaia», la terribile tempesta verificatasi alla fine di ottobre del 2018, che causò la distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste.

Case rimaste scoperchiate: bilancio in aggiornamento

Le squadre dei vigili del fuoco del bellunese e delle province limitrofe sono impegnate da alcune ore per rimuovere gli alberi caduti sulle strade e sulle case. Danneggiati in particolare i tetti delle abitazioni anche se non c’è ancora un bilancio definitivo. Numerosi i danni alle automobili parcheggiate nelle aree vicino ai boschi.

Caso La Russa jr, indagato anche l’amico dj Tommy Gilardoni

L’amico deejay di Leonardo Apache La Russa, Tommy Gilardoni, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Milano con l’accusa di violenza sessuale. Dopo un lungo lavoro degli agenti della squadra mobile di Milano, incaricati delle indagini sul presunto stupro avvenuto tra il 18 e il 19 maggio scorso, il 24enne è stato identificato nella serata di lunedì 17 luglio. Gilardoni, che vive a Londra, è stato uno dei dj della festa esclusiva Eclipse, che poi sarebbe stato ospite a casa La Russa.

La presenza indicata nella denuncia

Secondo la giovane e presunta vittima, sarebbe stato lo stesso La Russa jr a riferirle del coinvolgimento di Gilardoni, come indicato nella denuncia: «Mi confermò che sia lui e sia il suo amico avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa». Le attività degli investigatori sono coordinate dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro. La notizia è stata anticipata dal quotidiano La Verità e poi confermata da fonti qualificate.

La modella Gigi Hadid arrestata per possesso di marijuana alle isole Cayman

Gigi Hadid è stata arrestata con l’accusa di possesso di marijuana e di accessori per l’uso di sostanze stupefacenti dopo essere atterrata con un jet privato all’aeroporto internazionale Owen Roberts, nelle isole Cayman, il 10 luglio. Secondo quanto riporta Tmz, la modella ha pagato una multa di mille dollari per essere rilasciata.

Al momento dell'arresto, la modella Gigi Hadid era appenna atterrata nelle isole Cayman con un jet privato.
Gigi Hadid (Getty Images).

L’arresto e il rilascio in attesa di processo

La perquisizione dei bagagli è stata effettuata dagli agenti della dogana e del controllo di frontiera attraverso uno scanner. Dopo il rinvenimento della piccola quantità, risultata essere solo per uso personale, Gigi Hadid e la sua amica Leah McCarthy sono state arrestate con l’accusa di «importazione di marijuana». La modella, processata presso il Royal Cayman islands detention center, ha ottenuto la libertà su cauzione a seguito del pagamento della multa di mille dollari. Gigi Hadid è stata poi rilasciata e, sempre secondo Tmz, non ci sarebbe nessuna traccia dell’accaduto sulla sua fedina penale.

La confusione vaticana sull’Ucraina e l’impotenza dell’inviato del papa Zuppi

Non esiste un piano di pace del Vaticano. Lo ripetono come un mantra i protagonisti dell’azione diplomatica dispiegata dalla Santa sede per provare a fermare la guerra in corso in Ucraina ormai da un anno e mezzo. Tutt’al più si tratta di aprire canali umanitari nella speranza che da cosa nasca cosa, ossia che l’inizio di un negoziato limitato allo scambio di prigionieri o alla restituzione dei bambini sequestrati dai russi durante l’occupazione di alcuni territori ucraini, produca il miracolo di far sedere allo stesso tavolo i rappresentanti di Mosca e Kyiv per avviare una trattativa. Una scommessa talmente ardua che persino Oltretevere non sono in molti a crederci, anche perché dopo il quasi flop del viaggio a Mosca dell’inviato per la pace del papa, il cardinale italiano Matteo Zuppi, pure sul fronte umanitario le cose sembrano diventate estremamente difficili.

La Santa sede forse puntava a far valere il suo soft power

Va detto che la mediazione vaticana, almeno nelle intenzioni dichiarate del papa, doveva aver ben altro profilo; non che le questioni umanitarie non stiano a cuore al pontefice, anzi, tuttavia probabilmente la Santa sede forse puntava a far valere il suo soft power in questa circostanza, grazie a quella sorta di neutralità attiva lungo la quale si era schierata la Chiesa di Roma in ragione di una strenua opposizione al conflitto ucraino in particolare, e alla guerra – alle guerre – in generale, al riarmo e alla violenza, instancabilmente proclamata da papa Francesco (e che aveva procurato più qualche mugugno verso il Vaticano in varie cancellerie occidentali).

La confusione vaticana sull’Ucraina e l'impotenza dell'inviato del papa Zuppi
Il cardinale Matteo Zuppi a Mosca (Getty).

Il presidente della Cei nemmeno ricevuto da Putin

A Washington il cardinale Zuppi ha intenzione di chiedere aiuto al capo della Casa bianca, il cattolico Joe Biden, per far partire almeno quella trattativa umanitaria divenuta da qualche tempo il centro dell’intraprendenza diplomatica vaticana. Anche perché il presidente della Cei, al Cremlino, nel corso della precedente tappa della sua missione non è stato nemmeno ricevuto da Vladimir Putin; quest’ultimo era infatti troppo assorbito dai rischi di un colpo di mano interno al regime a opera di settori militari russi, per poter aprire un negoziato sul sequestro di quei bambini per il quale si è guadagnato un mandato di cattura per crimini di guerra emesso dalla Corte penale internazionale. D’altro canto, e va ricordato, un aiuto in questo senso era stato chiesto esplicitamente al Vaticano dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che prima aveva rifiutato l’ipotesi di una mediazione accompagnata da una proposta di pace della Santa sede, quindi aveva indicato la via del negoziato umanitario come terreno sul quale la Chiesa poteva esercitare la sua moral suasion fra i contendenti.

La partita sul rimpatrio dei bambini ucraini deportati 

Cosa può attendersi Zuppi dalla Casa bianca? Certamente una buona disposizione all’ascolto, forse un moderato aiuto sul fronte umanitario, ma è difficile che via sia molto altro oltre quelle che saranno le dichiarazioni di facciata. Da parte americana, in un comunicato ufficiale, così veniva presentato l’incontro fra Biden e il porporato italiano in programma nella tarda serata di martedì 18 luglio: «Il presidente Biden e il cardinale Zuppi discuteranno delle diffuse sofferenze causate dalla brutale guerra della Russia in Ucraina. Discuteranno anche degli sforzi degli Stati Uniti e della Santa sede per fornire aiuti umanitari alle persone colpite e dell’attenzione della Sede pontificia al rimpatrio dei bambini ucraini deportati con la forza da funzionari russi». Per quanto fra grandi potenze valga soprattutto il gioco delle parti e della propaganda, tanto più se c’è di mezzo una guerra, quelle della Casa bianca sembrano affermazioni più tese a riconoscere la buona fede della Chiesa che non la reale possibilità di una trattativa sulla restituzione dei bambini da parte di Mosca. In ogni caso staremo a vedere ciò che accadrà, se cioè il “miracolo” della pace farà qualche sia pur piccolo passo avanti o se tutto rimarrà com’è.

La confusione vaticana sull’Ucraina e l'impotenza dell'inviato del papa Zuppi
Zelensky ricevuto dal papa nel 2020 (Getty).

Lo strano e silenzioso defilarsi della segreteria di Stato vaticana

Infine non è passato inosservato agli occhi degli esperti di cose vaticane un certo silenzioso defilarsi della segreteria di Stato vaticana di fronte all’iniziativa promossa dal papa con l’invio del cardinal Zuppi nelle capitali coinvolte nel conflitto. Niente di clamoroso, certo, in apparenza tutto è concordato con il cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato, e tuttavia quest’ultimo tende a restare molto sulle sue in questa fase; forse qualcuno Oltretevere teme che alla fine l’attivismo dell’inviato del pontefice, appoggiato dalla forte presenza internazionale della Comunità di Sant’Egidio – dalle cui fila Zuppi proviene –rischi di accrescere l’isolamento della Santa sede sul piano internazionale anziché favorirne il prestigio? È solo un’ipotesi, ma certo se la missione di pace non dovesse ottenere risultati concreti, anche in Vaticano ci sarà un momento in cui si dovrà fare chiarezza.

Capezzone contro Fusani a Zona Bianca: «Sei la cugina di Maduro»

Su Twitter gli utenti stanno rilanciando diverse clip relative alla puntata di Zona Bianca andata in onda su Rete4 lunedì 17 luglio. Il protagonista è Daniele Capezzone, giornalista ed ex portavoce di Forza Italia e del Popolo della Libertà, che ha dato vita a un acceso confronto verbale con la collega Claudia Fusani. Con il sarcasmo mostrato già molte volte durante il talk condotto da Giuseppe Brindisi, Capezzone ha accusato la sinistra di non aver fatto nulla durante gli anni in cui il Pd è stato al governo e di accusare adesso Giorgia Meloni, nonostante sia al governo da meno di un anno. La discussione si è accesa quando lui l’ha chiamato «la cugina di Maduro».

Su Rete4 scontro tra Capezzone e Fusani: video virali su Twitter
Capezzone in onda su Rete4 (Twitter).

Capezzone contro la sinistra: «Stupidi e incapaci»

Durante la trasmissione, dopo un primo scontro, Capezzone aveva parlato di «radio Fusani. Ho questa interferenza nelle orecchie… spegniamo radio Fusani» e la giornalista ha risposto che «non fai ridere nessuno». Pochi minuti dopo, l’ex portavoce di Forza Italia, durante un attacco, la definisce «la cugina di Maduro da Caracas». Lei risponde subito: «Ma chi pensi di far ridere? Sei pesante e stucchevole nella tua doppiezza e falsità». E Capezzone rincara la dose attaccando la sinistra: «Siete stupidi, illiberali e incapaci. Pontificate e andate in televisione a pontificare contro il governo arrivato da cinque minuti. Siete buffoni. Quando c’erano i governi degli amici vostri? Quando c’era Renzi venivi a dire che era uno spettacolo». Si inserisce Fusani che ferma le urla: «Doppio e bugiardo».

Capezzone contro gli ambientalisti: «Poco credibili»

Poco prima Capezzone si è scontrato anche con gli ambientalisti presenti in trasmissione per parlare di cambiamento climatico. Il giornalista accusa un’attivista: «Lei ha esordito sparando dati sui morti dell’anno scorso. Ma come fai? Siamo arrivati al punto di dare i numeri al lotto in questo modo terrorizzando la gente? Cascate nella solita cosa del dirci che tra un quarto d’ora non finisce il programma ma il mondo e moriremo tutti». E ancora: «La vostra amica Greta ha detto che sarebbe finito il mondo, ma non è stato così. Datevi una calmata perché rendete tutto poco serio: è luglio, fa caldo. Le farò uno scoop: a novembre farà freddo e a dicembre nevicherà anche. Rendere tutto estremo non vi rende credibili».

Su Rete4 scontro tra Capezzone e Fusani: video virali su Twitter
Daniele Capezzone (Imagoeconomica).

Polo Infrastrutture FS, nel primo semestre aggiudicate gare per 14,3 miliardi

Appalti aggiudicati per 14,3 miliardi di euro e ulteriori 10 miliardi di valore per le gare lanciate. Sono i numeri del primo semestre del 2023 del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, che in questo modo conferma il piano di rinnovo e miglioramento delle infrastrutture già annunciato dall’amministrato delegato Luigi Ferraris.

Le gare aggiudicate dal Polo Infrastrutture di FS nel primo semestre 2023

In particolare, 11,9 miliardi sono stati aggiudicati da Rete Ferroviaria Italiana, la società capofila del Polo Infrastrutture guidata da Gianpiero Strisciuglio. Di questi, 7,63 miliardi provengono dai fondi stanziati dal Pnnr. Focus particolare sul Sud Italia, che ha visto assegnare ben 7 miliardi di nuove gare. Anas, altra società del Polo Infrastrutture di FS guidata da Aldo Isi, ha invece aggiudicato gare per 2,4 miliardi di euro tra manutenzione e nuove opere. Aggiudicazioni che stanno proseguendo all’inizio del secondo semestre, come confermato con quelle dei lavori nel nodo ferroviario di Verona da 253 milioni di euro al consorzio di imprese formato da Pizzarotti, Saipem e Salcef e per la linea Codogno – Cremona – Mantova dal valore di 470 milioni di euro al raggruppamento di imprese composto da Pizzarotti, Saipem, ICM e Salcef. Per quanto riguarda le gare lanciate dal valore di 10 miliardi di euro, invece, 5,1 miliardi riguardano RFI, di cui 1,72 miliardi sono fondi del PNRR, e 4,9 miliardi di euro riguardano Anas.

180 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni

Come recentemente evidenziato da Ferraris, sono oltre 180 i miliardi di investimenti in infrastrutture ferroviarie e stradali previsti dal Piano Industriale del Gruppo FS nei prossimi 10 anni per migliorare la mobilità e i servizi, colmare il gap tra Nord e Sud d’Italia e collegare il Sud all’Europa. Di questi, 125 miliardi riguardano le ferrovie e 55 le strade. Un ruolino di marcia pienamente rispettato al momento, come confermano anche i dati del 2022 che hanno visto il Polo Infrastrutture lanciare gare dal valore totale di oltre 25,5 miliardi e 15 miliardi di appalti aggiudicati. Attualmente il Polo ha in corso circa 4 mila cantieri in tutta Italia per oltre 49 miliardi di euro tra nuove opere strategiche e manutenzione delle linee esistenti con il coinvolgimento di 8 mila imprese.

 

Sondaggi politici, Forza Italia torna a salire dopo l’elezione di Tajani

Il sondaggio di Swg per Tg La7 sulle intenzioni politiche degli italiani certifica l’altalena vissuta nelle ultime settimane da Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi è cresciuto alla morte del Cavaliere, per poi scendere nuovamente e ora recuperare lo 0,3 per cento. Secondo l’ultima rilevazione, realizzata tra il 12 e il 17 luglio, il partito è tornato a risalire dopo l’elezione a nuovo segretario di Antonio Tajani, portandosi a quota 7,5 per cento. Ed è l’unico partito a crescere all’interno della coalizione di centrodestra. Fratelli d’Italia  di Giorgia Meloni perde lo 0,1 per cento in sette giorni ma guida la classifica con il 28,7. La Lega di Matteo Salvini scivola dello 0,2 e si assesta in quarta posizione al 9,2 per cento.

Sondaggi politici, risale Forza Italia. Calano Lega e Pd
Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante un Cdm a Cutro (Getty).

Cala il Pd, stabile il Movimento 5 stelle

A perdere punti è anche il Pd. I dem guidati da Elly Schlein cedono lo 0,4 per cento, fermandosi al 20. Adesso sono 8,7 i punti di distanza da colmare per raggiungere il partito di Giorgia Meloni. Ancora dietro il Movimento 5 stelle. I pentastellati di Giuseppe Conte non perdono né guadagnano e si confermano terza forza nazionale con il 15,9 per cento.

Renzi guadagna lo 0,1 per cento

Andando ai partiti dell’ex Terzo Polo, soltanto Matteo Renzi con Italia Viva racimola consenso. Secondo il sondaggio Swg si ferma a quota 2,9 per cento, guadagnando in una settimana lo 0,1 per cento. Meno di quanto perde Azione. Il partito di Carlo Calenda scivola di 0,2 punti fino al 3,4 per cento. Poco dietro ci sono Verdi e Sinistra italiana, a quota 3,1 per cento con 0,1 punti persi in sette giorni. Gli altri partiti fanno registrare variazioni minime. +Europa cresce dello 0,2 per cento fino al 2,6, mentre Per l’Italia con Paragone tocca il 2,2 per cento, salendo dello 0,1. Stabile Unione Popolare, ferma all’1,8 per cento.

Sondaggi politici, risale Forza Italia. Calano Lega e Pd
Matteo Renzi, leader e senatore di Italia Viva (Imagoeconomica).

Corea del Nord, arrestato un militare americano: ha superato il confine senza autorizzazione

Un cittadino americano è stato arrestato dopo aver attraversato il confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord. La notizia si è diffusa nelle ultime ore e originariamente sembrava si trattasse di un turista statunitense. In realtà, come confermano funzionari Usa, si tratta di un soldato. Restano da chiarire il modo in cui ha superato la frontiera, controllata e fortificata, e soprattutto il motivo per cui l’ha fatto. Associated Press rivela che l’uomo si trova in custodia e che i vertici delle Nazioni Unite sono già al lavoro per risolvere l’incidente diplomatico con il Paese guidato da Kim Jong-un.

Un soldato americano è stato fermato in Corea del Nord: ha superato il confine senza autorizzazione
Il villaggio di Panmunjom (Getty).

Per l’Onu l’uomo era in visita a Panmunjom

L’Onu ha comunicato che il cittadino statunitense si trovava in visita al villaggio di confine di Panmunjom. Poi l’attraversamento senza autorizzazione. Nell’area, situata all’interno della zona smilitarizzata tra le due Coree, ci sono comandi tanto delle Nazioni Unite quanto della Corea del Nord, proprio per supervisionare il passaggio. Si tratta di un villaggio che ogni anno accoglie molti turisti, che lo vedono come l’ultimo punto di scontro tra i due Paesi e un simbolo della Guerra Fredda. Decine gli incidenti registrati a Panmunjon, dove spesso i soldati nordcoreani hanno aperto il fuoco per ostacolare il passaggio dei disertori. Nell’agosto del 1976 l’episodio più grave, con due ufficiali dell’esercito americano uccisi a colpi di ascia e una crisi diplomatica poi scongiurata.

Un soldato americano è stato fermato in Corea del Nord: ha superato il confine senza autorizzazione
Il comando delle Nazioni Unite a Panmunjom (Getty).

Oltre 30 mila disertori nordcoreani fuggiti a sud

Sembra improbabile che si possa trattare di un disertore. Dalla fine della guerra di Corea del 1950-53 si sono registrati pochi casi di cittadini americani o sudcoreani che hanno tentato la fuga verso la Corea del Nord. Al contrario, da Pyongyang a Seul, sono stati oltre 30 mila i cittadini scappati alla repressione e alle difficoltà economiche. Non si tratta però del primo soldato americano arrestato in Corea del Nord. Altri sono stati fermati negli ultimi anni, sempre arrivati dalla Cina e poi rispediti negli Stati Uniti. In Corea del Sud ci sono circa 28 mila soldati statunitensi.

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Saltamartini, la vita al bistrot dopo l’addio alla Lega (ma occhio a Fratelli d’Italia)

«Tutto è pronto! Si inizia». È la nuova vita di Barbara Saltamartini, tre legislature alle spalle tra Popolo delle libertà e Lega, che, chiuse le porte della Camera, ha aperto agli inizi di luglio quelle del Bogart, bistrot nella città umbra di Terni. Un locale che, leggendo le cronache locali, potrebbe diventare luogo di ritrovo per gli iscritti e simpatizzanti di Fratelli d’Italia. Perché? Saltamartini, come detto, ha una lunga carriera politica alle spalle. Consigliera provinciale a Roma con Alleanza nazionale, poi alla Camera per tre legislature, tra Popolo della libertà, Nuovo centrodestra e infine l’approdo nella Lega di Matteo Salvini. Proprio per il Carroccio è stata commissaria del partito a Terni per poi mancare la rielezione in parlamento, anche a causa di una posizione in lista non benevola.

Saltamartini, la vita al bistrot dopo l'addio alla Lega (ma occhio a Fratelli d'Italia)
Barbara Saltamartini in Aula (Imagoeconomica).

Quel brutto addio tra stima e fiducia svanite

Una delusione, che nonostante le smentite di rito, l’ha allontanata dal mondo leghista. «Sapere quando andare via è saggezza. Essere in grado di farlo è coraggio. Andare via a testa alta è dignità. E quel momento è arrivato… lo faccio non senza dispiacere, ma ormai consapevole che un ciclo si è chiuso. Politicamente e umanamente ho dato tutta me stessa a un progetto che oggi è ben diverso da quello a cui avevo aderito», aveva scritto su Facebook a dicembre 2022. «Non rinnego le scelte fatte, né l’impegno profuso… ma prendo atto che oggi il mio piccolo contributo non è più necessario. So che questa scelta susciterà le peggiori malelingue, ci sarà chi prontamente legherà questa mia decisione alla non elezione in parlamento, non importa. Chi mi conosce sa che mai ho agito o scelto per convenienza personale, anzi l’ho sempre fatto perché credevo fosse la cosa giusta anche quando tutti erano altrove e magari mi davano della folle. Oggi, dopo mesi di silenzio, è venuto meno quel rapporto di reciproca fiducia. Non screditerò chi fino a ieri ha avuto stima di me, né mi permetterò di giudicare certe scelte, non è questo il mio stile politico. Ma da oggi, da donna libera quale sono, scelgo di non rinnovare la tessera della Lega. Scelgo di proseguire la mia strada diversamente ma sempre e saldamente ancorata alle mie radici, a ciò in cui credo e per cui continuerò a battermi a prescindere dal ruolo, dalla tessera di partito, dalla professione».

Saltamartini, la vita al bistrot dopo l'addio alla Lega (ma occhio a Fratelli d'Italia)
Barbara Saltamartini ai bei tempi con Matteo Salvini (Imagoeconomica).

La Lega a Terni è un calderone: scappano tutti

Stando a quanto si legge nelle cronache locali, la Lega ternana è un vero subbuglio. Sono lontani i fasti del quasi 30 per cento del 2018. Molti dei protagonisti di quella stagione si stanno allontanando dal Carroccio. Come Daniele Carissimi e l’ex sindaco di Attigliano Daniele Nicchi. E come proprio l’ex primo cittadino di Terni, Leonardo Latini, dato molto vicino proprio a Saltamartini. Da tempo si inseguono le voci di un passaggio di Saltamartini a Fratelli d’Italia (anche se in realtà sarebbe un ritorno a casa, visto gli esordi con An). E non sono in pochi che la incitano al cambio di casacca sulla sua bacheca Facebook. Si vedrà. Magari se ne parla davanti a un drink al Bogart.

Mostra di Venezia 2023, preapertura dedicata a Gina Lollobrigida

Gina Lollobrigida sarà ancora una volta protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia. La Biennale ha deciso di dedicare alla diva, scomparsa a gennaio all’età di 95 anni, la preapertura dell’80esima edizione del festival, in programma il 29 agosto alle 21 in sala Darsena. In prima mondiale arriveranno infatti le versioni restaurate di Portrait of Gina in cui Orson Welles intervista diverse celebrità del cinema italiano, tra cui la stessa Lollo, e de La provinciale, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia e diretto da Mario Soldati. Il 30 agosto con il film Challenger di Luca Guadagnino si aprirà il cartellone della kermesse, in programma fino al 9 settembre. Atteso per il 25 luglio il calendario completo dei film in concorso per il Leone d’Oro, su cui probabilmente peserà l’assenza degli attori hollywoodiani in sciopero.

Mostra di Venezia, i dettagli della preapertura dedicata a Gina Lollobrigida

I due film fanno parte del programma Venezia Classici e rientrano in un progetto di iniziative ideato dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e dalla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, che comprende due mostre fotografiche a Venezia e Roma. Previsto anche un premio speciale per i giovani talenti che sarà presentato durante la Mostra del Cinema. Portrait of Gina è un episodio pilota di 27 minuti che Orson Welles girò nel 1958 per una serie di Abc, lasciata però incompiuta. Inedito fino al 1986, venne presentato proprio a Venezia in occasione del primo anniversario della morte del regista americano. Nel breve filmato, Welles intervista non solo Gina Lollobrigida, ma anche Vittorio De Sica, Paola Mori e Anna Gruber. «Non è propriamente un documentario», disse lo stesso cineasta nel 1958. «Piuttosto un saggio personale che, nella tradizione del diario, cerca solo di non dire bugie».

La preapertura della Mostra del Cinema di Venezia omaggia Gina Lollobrigida con le versioni restaurate di Portrait of Gina e La provinciale.
Gina Lollobrigida in uno scatto degli Anni 50 (Getty Images).

Per quanto riguarda La provinciale, si tratta del dramma con cui Mario Soldati adattò nel 1953 l’omonimo romanzo di Alberto Moravia. Gina Lollobrigida compare nei panni della protagonista Gemma, dando vita a quella che la Biennale ha definito «una delle migliori interpretazioni della sua carriera». Donna di umili origini, figlia di un affittacamere, si innamora del ricco giovane Paolo (Franco Interlenghi). Non può però sposarlo in quanto scopre che si tratta di un fratellastro illegittimo, pertanto si rassegna a convolare a nozze con un professore per cui però non prova nulla. Su ricatto della contessa Elvira (Alda Mangini), finirà per divenire amante di un certo Vittoni (Renato Baldini). Per il restauro è stato utilizzato il negativo originale, integrato con un controtipo per sopperire ai fotogrammi mancanti o danneggiati.

Giorgia Meloni non sarà alla fiaccolata per Borsellino per paura di contestazioni

Mercoledì 19 luglio Giorgia Meloni non parteciperà alla fiaccolata serale in via D’Amelio, storicamente organizzata dalla destra in ricordo di Paolo Borsellino, a 31 anni dalla strage. La premier prenderà parte solo alla cerimonia ufficiale alla caserma Lungaro. La scelta sembra sia stata presa per ridurre il rischio di contestazioni durante il corteo palermitano. Domenica 16 luglio era stata la stessa Meloni ad assicurare la propria presenza: «Non sono mai mancata alle commemorazioni di Paolo Borsellino».

La premier Meloni non sarà alla fiaccolata per Borsellino
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Il rischio contestazioni dopo le parole di Nordio sul concorso esterno

I timori sono sorti dopo le polemiche sollevate dalle parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sull’abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa. «Non vi è alcun cedimento nella lotta contro la mafia, ma c’è un’esigenza di certezza del diritto perché insisto nel dire che la stessa parola “concorso esterno” è un ossimoro, un ossimoro così evidente che parte da una contraddizione lessicale della lingua italiana», aveva spiegato il Guardasigilli. «Concorrere deriva da concurrere, correre insieme, stare insieme, stare dentro, mentre estraneo deriva da extra, stare fuori, quindi non ha senso mettere insieme chi sta dentro con chi sta fuori, o si sta dentro o si sta fuori». Parole che la stessa Giorgia Meloni ha sconfessato poche ore dopo: «Mi concentrerei attualmente su altre priorità».

La premier Meloni non sarà alla fiaccolata per Borsellino
La premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Imagoeconomica).

L’Arci ha organizzato un’altra manifestazione

Giorgia Meloni è attesa a Palermo alle 8.45. La presidente del Consiglio deporrà all’interno dell’ufficio scorte della caserma Lungaro una corona d’alloro, per la prima parte della cerimonia. In mattinata ci sarà anche un tavolo per l’ordine e la sicurezza. Poi lascerà la città. Oltre al corteo serale in via D’Amelio si terrà alle 15 la manifestazione organizzata dall’Arci e da altre associazioni non riconducibili ai partiti di governo. Si partirà dall’albero Falcone e sarà presente anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso.

Un peschereccio italiano è stato attaccato a colpi di mitra da una motovedetta libica

Il peschereccio Orizzonte, della marineria di Siracusa, è stato attaccato in acque internazionali da una motovedetta libica, che ha esploso contro numerosi colpi di mitra. Un’unità della marina militare italiana è intervenuta – anche con il suo elicottero – per sventare un possibile sequestro. L’imbarcazione, lo ha reso noto la Farnesina, sta facendo rientro in Italia.

Secondo i militari l’imbarcazione stava pescando nella zona marittima esclusiva libica

Secondo quanto trapelato, la motovedetta avrebbe sparato contro l’imbarcazione italiana perché i militari africani riteneva che stesse pescando dentro la zona marittima esclusiva libica. Stando a quanto riferito da Fabio Micalizzi, presidente della Federazione armatori siciliani, dopo gli spari l’Orizzonte sarebbe rimasto in balia del mare per la rottura del timone, danneggiato dai colpi di mitra. «L’equipaggio e il comandante del peschereccio sono stati miracolosamente in grado di mettersi in salvo, ma l’imbarcazione è ingovernabile. In questo momento è fondamentale fornire un intervento tempestivo e adeguato per salvare il peschereccio e assicurare la sicurezza di tutti i membri dell’equipaggio». A dare ulteriori particolari Nino Moscuzza, armatore del motopesca, che ha parlato con l’Agi: «È stata danneggiata la cabina di comando, per non parlare del timone della barca. Sono saliti a bordo, sottraendo la scheda del telefono satellitare, per cui non è stato possibile comunicare nell’immediato».

Il peschereccio italiano Orizzonte è stato attaccato a colpi di mitra da una motovedetta libica in acque internazionali.
Peschereccio (Getty Images).

L’equipaggio dell’Orizzonte è stato tratto in salvo e la motopesca sta facendo rientro in Sicilia

Ricevuto l’allarme, l’ambasciata d’Italia a Tripoli è intervenuta immediatamente con la presidenza del governo libico e il comando della guardia costiera locale. Sul posto è arrivato per una prima ricognizione un elicottero italiano, seguito da una nave militare italiana. L’equipaggio dell’Orizzonte è stato tratto in salvo e l’imbarcazione, lo ha reso noto la Farnesina, sta facendo rientro in Sicilia. Micalizzi ha annunciato che la Fas «si riserva il diritto di denunciare le autorità libiche e i membri dell’equipaggio della motovedetta, che pare essere stata donata dall’Italia, per questo gravissimo attacco».

Caso La Russa, identificato l’amico dj presente la notte della presunta violenza

Il dj presente a casa di Leonardo La Russa nella notte tra il 18 e il 19 maggio, durante la quale una 22enne avrebbe subito abusi sessuali dal figlio del presidente del Senato, è stato identificato. Secondo La Verità si tratterebbe di un 24enne che a breve potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati. Sarebbe stato lo stesso Leonardo La Russa a rivelare alla ragazza che anche il dj aveva avuto rapporti sessuali con lei «sotto l’effetto di stupefacenti».

Il dj presente a casa di Leonardo La Russa la notte della presunta violenza ai danni di una 22enne è stato identificato
Ignazio e Leonardo La Russa (Imagoeconomica).

La procura ha raccolto le testimonianze dei gestori della discoteca

Per arrivare all’identificazione, la procura ha raccolto le testimonianze dei gestori della discoteca e di molti dei presenti alla serata del 18 maggio. I pm hanno cercato il giovane già dalle ore successive alla denuncia presentata il 29 giugno dall’avvocato della ragazza, Stefano Benvenuto. Lei non ricorda nulla di quanto successo durante la notte né di aver visto il dj al suo risveglio. Era stato lo stesso Ignazio La Russa a parlare della presenza in casa di altri due ragazzi. Si attende ora la decisione del pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella, che potrebbero decidere di iscrivere il dj nel registro degli indagati. E se così sarà, potrebbe scattare l’ipotesi di reato di violenza sessuale di gruppo.

La denuncia: «Ha ammesso i rapporti sessuali a mia insaputa»

Nella denuncia la ragazza parlava di avere «ricordi della notte vaghi in quanto drogata. L’unico dato certo che posso riferire è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere». Poi un altro riferimento al figlio del presidente del Senato: «Ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa».

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Biancaneve, per il politically correct addio nani e principe azzurro

Disney ancora una volta al centro delle polemiche. Dopo la scelta di Halle Bailey per il ruolo di Ariel nel live action La Sirenetta, a far discutere sono stavolta le novità per Biancaneve, nuovo adattamento della fiaba dei fratelli Grimm atteso per marzo 2024. Il Daily Mail ha infatti condiviso in Rete alcuni scatti dal set del film, presentando i due cambiamenti più significativi in nome del politically correct. Addio ai sette nani, sostituiti da «creature magiche della foresta», e al principe. Stavolta la protagonista si salverà da sola. Disney ha però smentito la notizia, parlando di scatti fake e chiedendone il ritiro al giornale che, invece, ne ha confermato l’attendibilità. Sotto accusa il casting di Rachel Zegler, americana di origini colombiane, nei panni della protagonista. «Discorsi senza senso», ha risposto l’attrice sui social.

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Biancaneve, Rachel Zegler contro gli hater: «Ogni bambina può essere principessa»

La scelta di abbandonare il principe azzurro conferma la tendenza delle ultime produzioni Disney Pixar. Già Elsa in Frozen e Merida in RibelleThe Brave avevano iniziato a mettere da parte l’amore romantico per dare risalto a un carattere combattivo e una storia di rivincita personale. La novità più discussa sui social però è indubbiamente l’assenza dei sette nani in virtù di personaggi più linea con i tempi moderni. Una decisione che farà felice Peter Dinklage, celebre volto di Tyrion Lannister ne Il Trono di Spade, che a gennaio 2022 aveva descritto Biancaneve come una «storia dannatamente arretrata». La sua protesta faceva riferimento alla rappresentazione dei sette coprotagonisti della storia, descritti come anziani di poca intelligenza che vivono nelle caverne. «Se scelgono un’attrice latino-americana per il ruolo principale, non ha proprio senso mantenere intatta quella trama» aveva sbottato Dinklage. «Non possono essere progressisti solo in parte».

Polemiche su Biancaneve per l'assenza di nani e principe in nome del politically correct. Da Cenerentola a La Sirenetta, gli altri casi.
Rachel Zegler vestirà i panni di Biancaneve (Getty Images).

Su Twitter ha parlato anche Rachel Zegler, facendo appello ai propri follower per aiutarla a non leggere le polemiche per il suo casting. «Apprezzo moltissimo l’amore di chi mi difende online», ha precisato l’attrice. «Vi prego di non taggarmi nei discorsi senza senso per la mia presenza nel film. Non voglio vederli». Ha poi aggiunto alcune foto che la ritraggono da piccola con il costume di Biancaneve. «Spero che ogni bambina sappia che può diventare una principessa», ha concluso l’attrice. Immediato il sostegno da parte proprio di Halle Bailey, nel mirino della critica per la sua performance ne La Sirenetta. «Ti amiamo così tanto», ha postato online condividendo il tweet. «Sei davvero la principessa perfetta».

Da Cenerentola ai racconti di Roald Dahl, quando il politically correct cambia le storie

Biancaneve è solo l’ultima storia a subire le modifiche del politically correct. In precedenza era toccato a La Sirenetta per la scelta di Halle Bailey, attrice nera, nel ruolo di Ariel. Una decisione che ha fatto storcere il naso soprattutto al pubblico di Corea del Sud, Giappone e Cina che ha deciso di boicottare il film al cinema. «La fiaba con cui sono cresciuto è rovinata», ha commentato un utente online. «È ormai irriconoscibile». Nel 2021 invece era finito nel mirino della critica il musical Cenerentola per la scelta di scritturare l’attore gay Billy Porter nei panni della Fatina. «La magia non ha genere», aveva spiegato l’interprete. «I giovani sono pronti al cambiamento». La decisione aveva suscitato l’indignazione di Matteo Salvini, che su Facebook aveva commentato: «Sono il solo a pensare che siamo alla follia?».

Nel febbraio 2023 la casa editrice Puffin aveva deciso di riscrivere alcune parti dei racconti di Roald Dahl, tra cui La Fabbrica di cioccolato. In accordo con gli eredi dell’autore, gli Oompa Loompa da «nani» sono diventati «piccole persone», mentre Augustus Gloop è descritto come «enorme» e non «enormemente grasso». Novità anche per Matilda: la signorina Trinciabue da «femmina formidabile» è divenuta «donna formidabile». Il politically correct ha influito anche sulle ristampe dei romanzi di Ian Fleming su James Bond e sulle opere di Agatha Christie con protagonista Hercule Poirot per eliminare termini offensivi e razzisti.

Firenze, morto Leandro Agresti «il partigiano Marco»

E’ stato uno dei primi partigiani a salire a Monte Morello nel novembre del 1943 per opporsi all’occupazione nazi-fascista, contribuendo alla liberazione di Firenze, oltre che uno degli ultimi appartenenti alla Resistenza fiorentina ancora in vita. Leandro Agresti, nome di battaglia Marco, è morto a Firenze all’età di 99 anni. La notizia è stata confermata nella mattinata di martedì 18 luglio dall’Anpi.

Leandro Agresti è scomparso a Firenze all'età di 99 anni. Il partigiano è stato uno dei primi a salire a Monte Morello nel novembre del 1943.
Leandro Agresti, partigiano (foto Facebook).

Il cordoglio del sindaco di Firenze

Dario Nardella, il sindaco di Firenze, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Agresti: «Conoscevo bene Leandro, il partigiano Marco come si faceva chiamare. Avevamo fatto insieme molti incontri nelle scuole per parlare della lotta della Resistenza e della liberazione della nostra città. Un uomo di profondi valori democratici, con lo sguardo sempre rivolto ai giovani e al futuro. Nostro compito adesso è di portare avanti i suoi ideali di libertà e democrazia perché nessuno dimentichi mai e perché fatti tanto terribili non si ripetano».

Le parole della vice sindaca e assessora alla Cultura

Federica Petti, vice sindaca e assessora alla Cultura, ha dichiarato: «Leandro ha contribuito a portare i valori della Resistenza, dell’antifascismo e della democrazia nelle scuole, raccontando ai ragazzi la sua esperienza in modo che possano adesso essere gli ambasciatori di questi valori. Leandro è rimasto un punto di riferimento per l’Anpi. La sua figura ci mancherà».

Inter, la Curva Nord contro Lukaku: «Ci hai traditi e pugnalati come Bruto»

La Curva Nord dell’Inter si scaglia contro Romelu Lukaku. L’intreccio di mercato che vede protagonista l’attaccante belga, vicino al ritorno a Milano a titolo definitivo ma poi sparito dai radar per accordarsi con la Juventus, sembra non voler arrivare a una conclusione. Gli ultras nerazzurri hanno deciso di prendere nuovamente posizione con un durissimo comunicato, proprio in virtù delle voci del presunto approdo di Lukaku in bianconero. Nella nota il gigante belga viene accusato di aver «tradito tutti noi» e «pugnalato come il miglior Bruto».

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Il comunicato: «Chi tradisce tornerà a farlo»

Gli ultras nel comunicato scrivono: «Chi ti ha tradito tornerà a farlo. Non perché ci prova gusto, ma perché è nella sua indole. Già perché tu, Romelu, hai tradito tutti noi. Noi che ti abbiamo difeso a spada tratta durante il tuo periodo no. Noi che ti abbiamo difeso quando i tifosi della squadra che ti ha cercato ti hanno deriso. Ora ci ripaghi con una pugnalata degna del miglior Bruto. Hai baciato quello stemma che per noi vale più della nostra vita e ora come un vile mercenario da quattro soldi ti vendi al miglior offerente. Prima di essere campioni bisogna essere uomini e tu non lo sei. Lukaku, addio infame». La Juventus non viene mai nominata se non per il riferimento ai fischi e ai cori razzisti ricevuti dall’attaccante durante la semifinale d’andata di Coppa Italia di quest’anno.

La Curva Nord all'attacco di Lukaku per le voci dell'arrivo alla Juve: «Non sei uomo»
Il rammarico di Romelu Lukaku durante la finale di Champions League tra Inter e Manchester City persa dai nerazzurri (Getty).

Un anno fa l’altro attacco: «Sei uno come tanti»

Lukaku viene attaccato duramente dalla Curva Nord a poco più di un anno dall’ultima volta. Durante l’estate 2022 i dirigenti dell’Inter hanno intrapreso una lunga trattativa con il Chelsea per riportarlo in prestito a Milano. E ci sono riusciti, ma non prima di uno scontro con i tifosi che non avrebbero voluto il ritorno dell’attaccante in nerazzurro. La frattura tra Lukaku e il tifo interista è nata 12 mesi prima, quando il centravanti ha fatto di tutto pur di tornare in Inghilterra e lasciare l’Italia, approdando poi al Chelsea. Nel comunicato si leggeva che «è stato sostenuto (e trattato) come un Re, ora è uno come tanti».

La Curva Nord all'attacco di Lukaku per le voci dell'arrivo alla Juve: «Non sei uomo»
Lukaku saluta un tifoso al termine di un match dell’Inter (Getty).

Gruppo Wagner, chiusa la principale base in Russia

Il gruppo Wagner ha annunciato la chiusura del poligono militare di Molkino, nella regione di Krasnodar, che fino all’ammutinamento di fine giugno è stata la principale base della milizia paramilitare nel sud della Russia. Un filmato condiviso dal canale Telegram Razgruzka Vagnera mostrava i combattenti del gruppo fondato da Yevgeny Prigozhin mentre abbassano cerimoniosamente la bandiera della brigata e il tricolore della bandiera russa.

Gruppo Wagner: chiuso il poligono militare di Molkino, a lungo il più importante campo di addestramento dei mercenari in Russia.
La sede della Wagner a San Pietroburgo (Getty Images).

La base militare di Molkino sospenderà le operazioni entro il 30 luglio

«La base cessa di esistere. La Wagner sta partendo per nuove aree di schieramento», ha detto uno dei combattenti davanti alla telecamera, senza specificare la destinazione finale dei miliziani, sul cui futuro continua a esserci poca chiarezza. Un altro soldato ha dichiarato che il centro di addestramento di Molkino, noto in passato per il suo utilizzo per la preparazione dell’esercito russo e delle forze della Repubblica popolare di Donetsk e della Repubblica popolare di Luhansk, sospenderà le operazioni entro il 30 luglio. In base all’accordo mediato da Alexander Lukashenko ai soldati della Wagner è stato concesso di trasferirsi in “esilio” in Bielorussia, senza ritorsioni da parte del Cremlino per il tentato golpe.

Gruppo Wagner: chiuso il poligono militare di Molkino, a lungo il più importante campo di addestramento dei mercenari in Russia.
Alexander Lukashenko (Getty Images).

Almeno 700 combattenti della Wagner si sarebbero già trasferiti in Bielorussia

Secondo il ministero della Difesa ucraino, più di 700 combattenti della Wagner si sono già stabiliti in Bielorussia, per la precisione nel campo militare di Asipovichy, a circa 90 chilometri a sud-est della capitale Minsk. Un gruppo di monitoraggio bielorusso, che tiene traccia dei movimenti delle truppe, ha detto che alla base è arrivato un convoglio di oltre 100 veicoli. Le autorità di Minsk hanno reso noto che i combattenti della Wagner agiranno come istruttori militari per le forze di difesa territoriale del Paese. Secondo il think tank statunitense Institute for the Study of War, i mercenari continueranno probabilmente a ridistribuirsi da Molkino alla Bielorussia nel corso di agosto.

Valditara: «Bocciatura o non ammissione alla maturità con il 5 in condotta»

Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ospite a 24Mattino su Radio24 ha dichiarato: «Il 5 in condotta determinerà la bocciatura e la non ammissione alla maturità» spiegando che «Nelle scuole secondarie di primo grado il voto di condotta tornerà a fare media, nelle scuole superiori invece influirà sui crediti per la maturità».

Durante un'intervista andata in onda su 24Mattino, il ministro Valditara ha spiegato le novità sul voto in condotta.
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito (foto Imagoeconomica).

Valditara: «Rimandati a settembre con il 6 in condotta»

Il ministro ha poi affermato che occorre «Riportare nelle scuole la cultura del rispetto e ridare autorevolezza ai docenti». Per farlo non basta partire «soltanto dal contratto e dalla difesa legale» ma è necessario far «valere di più la condotta». Valditara ha specificato che «Il 6 in condotta comporterà l’essere rimandati a settembre, ed essere quindi interrogati sui valori di cittadinanza, sulla Costituzione, su quella che si definisce educazione civica in senso lato».

Rivista la sospensione: «Il bullo deve fare più scuola»

Durante l’intervista, il ministro ha parlato delle novità riguardo la sospensione: «Abbiamo cambiato radicalmente l’istituto della sospensione, prima essere sospesi significava stare a casa, quindi meno scuola. Io ritengo invece che il bullo, chi ha violato determinate regole di comportamento debba fare più scuola, se si tratta di sospensioni brevi si è sospesi dalla classe e non dalla scuola e quindi si faranno approfondimenti, si studierà di più in quella scuola».

Nel caso di sospensioni per fatti più rilevanti, saranno previste «attività di cittadinanza solidale, i cosiddetti lavori socialmente utili, a seguito di convenzioni con ospedali, mense per poveri, Caritas». E conclude: «Vogliamo che il ragazzo sia consapevole dei valori di solidarietà e partecipazione a una comunità».

Micaela Ramazzotti, le foto in spiaggia con Claudio Pallitto

Micaela Ramazzotti ha davvero un nuovo fidanzato? Questa domanda, almeno per il momento, non ha una risposta certa. Eppure, c’è chi pensa che alcuni scatti recenti possano lasciare intuire che in questo ultimo periodo l’attrice abbia effettivamente iniziato a frequentare un volto che in molti ricorderanno per essere stato in passato nel cast del programma Mediaset Tamarreide.

Micaela Ramazzotti insieme a Claudio Pallito in spiaggia: è un nuovo flirt?

A svelare in anteprima la nascita di questa presunta coppia è stato il sito Dagospia, tutto questo mentre nel frattempo (come riporta anche Fanpage) sui social del personal trainer sono apparse alcune foto dello sportivo accanto a Micaela Ramazzotti, mentre sono entrambi intenti a prendere il sole insieme in spiaggia. Al momento, in ogni caso, conferme ufficiali da parte della diretta interessata non ce ne sono, anche se l’attrice starebbe lavorando in questo periodo proprio insieme a Palitto ad un nuovo progetto cinematografico.

Micaela Ramazzotti è stata pizzicata in spiagga in compagnia di Claudio Pallitto, ex partecipante allo show Tamarreide.
Claudio Pallitto (Instagram).

Chi è Claudio Pallitto

Palitto, che all’apparenza mostra un’aria da vero duro con tanto di muscoli sempre in bella vista e tatuaggi su gran parte del corpo, è stato in passato uno dei protagonisti di un irriverente reality Mediaset ad alto contenuto di trash. Tifoso romano sfegatato, sembra che da ormai diverso tempo sogni di poter sfondare, un giorno, nel mondo del cinema. Al momento, in effetti, un paio di piccoli ruoli è riuscito ad ottenerli: il primo è stato nel film Siccità di Paolo Virzi (l’ex della stessa Ramazzotti), in Il Campione e in Tutti i santi giorni. La notizia non è ancora confermata, ma sembra per l’appunto che Pallitto sarà uno dei protagonisti del film diretto da Micaela Ramazzotti e intitolato Felicità. Rispetto al suo attuale rapporto con l’attrice e regista, Dagospia ha commentato: «Una sbornia di passione a tratti inspiegabile, visti i profili apparentemente inconciliabili. Chissà che la singolare convergenza tra i due, non sia stata agevolata dalle comuni radici romanesche. Lui dell’Appio, lei dell’Axa: l’amore punta al cuore anzi alla coratella».

Patrick Zaki condannato a tre anni di carcere

Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere. Questa è la sentenza pronunciata dai giudici al tribunale egiziano di Mansoura, dove si è tenuta nella mattinata del 18 luglio l’udienza. Il giovane studente e attivista è stato portato via dall’aula direttamente dal passaggio collegato alla gabbia degli imputati. Fuori aspettavano la madre, la fidanzata e un’amica del ragazzo, tutte rimaste incredule al momento della sentenza. Il clima si è anche acceso, prima a causa delle grida delle donne e poi per un diverbio tra l’amica dello studente e un avvocato, che l’avrebbe spintonata secondo quanto racconta Repubblica. Zaki dovrà restare in carcere altri 14 mesi, avendone già scontati 22.

Zaki è stato condannato a 3 anni di carcere: dovrà scontare i restanti 14 mesi dopo averne già passati 22 in prigione
Patrick Zaki all’arrivo al tribunale di Mansoura lo scorso novembre (Getty).

La sentenza arriva dopo dieci rinvii

Il 9 maggio scorso era scattato il decimo rinvio dell’udienza. Fuori dal tribunale di Mansoura, Zaki ha dichiarato: «Non perdo la speranza di tornare a Bologna». E ha anche ringraziato gli italiani: «Voglio ritornare presto. Sono felice per i messaggi di sostegno dall’Italia, che mi aspetta, e non perderò la speranza». Nelle ore che hanno preceduto l’udienza, tra i tanti utenti che hanno inviato sui social messaggi di solidarietà a Zaki c’è stato anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, che aveva dichiarato: «Speriamo sia l’udienza definitiva e che il giudice lo riconosca innocente, che possa assolverlo e che venga rimosso il divieto di viaggio per farlo tornare nella sua Bologna. Ci speriamo».

Zaki si è laureato il 5 luglio

La condanna arriva a meno di due settimane dalla laurea conseguita all’Università di Bologna. Zaki è diventato dottore nel Master Gemma in Women’s and Gender Studies, con 110 e lode e una tesi discussa in videocollegamento dall’Egitto. Alla consegna della tesi, il 18 giugno, l’attivista aveva sperato di poterla discutere a Bologna, ma le autorità egiziano non gli hanno consentito di lasciare il Paese. L’arresto di Patrick Zaki risale al 20 febbraio 2020. Da lì 22 mesi di prigionia e un lungo processo, con l’accusa di diffusione di notizie false.

Zaki è stato condannato a 3 anni di carcere: dovrà scontare i restanti 14 mesi dopo averne già passati 22 in prigione
Uno striscione per Patrick Zaki durante una delle manifestazione in favore delle studente a Roma (Imagoeconomica).
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