Daily Archives: 16 Luglio 2023

Come China UnionPay ha stravolto il mercato globale delle carte di pagamento

Il 16 gennaio 2010 un uomo esile con gli occhiali e avvolto in un cappotto nero venne fotografato mentre digitava alcuni numeri sulla tastiera di un monitor stringendo nella mano una carta di credito. Si trattava di Hu Jintao, presidente della Cina per due mandati (dal 2003 al 2013) in visita alla sede di China UnionPay (CUP), una società di servizi finanziari con sede a Shanghai. A distanza di 13 anni, il quartier generale del colosso cinese delle carte di pagamento  svetta ancora a Pudong, il quartiere finanziario della megalopoli. All’interno, una targa commemora la visita dell’allora leader cinese ricordando le sue parole di incoraggiamento per l’azienda, chiamata a «intensificare gli sforzi per internazionalizzarsi» e per la Cina, spinta a trasformare UnionPay «in un importante marchio globale». Il renminbi non era ancora una valuta internazionale, ma UnionPay stava per realizzare, almeno in parte, il sogno di dominio globale di Hu, diventando uno dei principali fornitori di carte di debito al mondo.

Oggi le carte di UnionPay sono accettate in 181 Paesi ed emesse in 79

L’azienda fondata nel 2002 è riuscita nell’arco di un ventennio a conquistare poco più del 40 per cento del mercato globale delle debit card, superando Visa, al secondo posto con una quota pari al 38,78 per cento, e Mastercard al 21 per cento. Ma che cos’è esattamente CUP? È, prima di tutto, un’associazione per l’industria delle carte di pagamento che opera sotto la Banca centrale cinese ed è l’unica rete interbancaria che collega gli sportelli automatici di tutte le banche del Paese. Le carte di UnionPay – che agisce all’estero attraverso la sussidiaria UnionPay International – sono accettate in 181 Paesi ed emesse in 79. C’è un altro dato emblematico: nel 2015 CUP ha sorpassato le rivali Visa e Mastercard nel valore totale dei pagamenti effettuati dai clienti, diventando la più grande organizzazione di elaborazione dei pagamenti con carta (carte di debito e credito) al mondo. Va però ricordato che solo lo 0,5 per cento di questo volume di pagamenti è stato registrato al di fuori della Cina. Nel 2017 è stata lanciata l’app mobile che due anni dopo  ha superato i 150 milioni di utenti, insidiando colossi come Alipay e WeChat Pay.

Come China UnionPay ha stravolto il mercato globale delle debit e credit card
Pubblicità di UnionPay da Harrods a Londra (Getty Images).

L’espansione verso il Myanmar, l’Indonesia il Kazakistan e la Repubblica Democratica del Congo

Per capire il successo nazionale di Unionpay basta guardare i numeri. Tra il 2011 e il 2021, la quota di transazioni con le carte di debito di Visa è scesa da quattro su cinque a meno di due su cinque. Il vuoto è stato riempito dal gioiello del Dragone. Che ha seguito due strade: il consolidamento interno, in un mercato potenzialmente immenso, e la concentrazione su Paesi con infrastrutture di pagamento arretrate, così da sbaragliare la concorrenza e creare autentiche roccaforti per altro dotate di importanti bacini di utenti. Sul primo punto, CUP ha creato in Cina un monopolio virtuale, offrendo basse commissioni sulle transazioni ai commercianti al dettaglio (sia in patria che all’estero). In merito all’espansione internazionale, la società ha puntato su Paesi come Myanmar, Indonesia, Kazakistan e Repubblica Democratica del Congo. Finora CPU ha fatto passi da gigante ma solo nelle transazioni con carta di debito. Un recente rapporto di The Nilson Report ha sottolineato come Visa sia ancora al primo posto, con il 38,7 per cento della quota di mercato, per quanto riguarda le transazioni complessive con carte di debito e di credito. UnionPay segue con il 34 per cento. Un ottimo risultato se si considera che CPU ha rotto il duopolio Visa-Mastercard sostituendo quest’ultima che ormai registra meno di un quarto di tutte le transazioni.

Bonus luce, i dati del 2022: risparmio fino al 75 per cento per 3,7 milioni di famiglie

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di confermare il bonus bollette per l’anno in corso e, grazie a quanto deciso nel Consiglio dei ministri di giugno, di prorogarlo per ulteriori tre mesi. La sensazione, infatti, è che senza questi aiuti di Stato i cittadini potrebbero trovarsi in profonda difficoltà con il pagamento delle bollette relative alle utenze di luce e gas. I dati del 2022, primo anno di entrata in vigore delle misure, parlano chiaro: be»n 3,7 milioni di famiglie hanno ottenuto un risparmio fino al 75 per cento.

I dati del 2022 sui bonus luce e gas

La proroga del governo dei bonus bollette arriva nell’insieme del pacchetto di riforme rivolto al sostegno emergenziale ai cittadini alle prese con la forte inflazione e trova conferma nella sua necessità nei dati dello scorso anno. Come riferito da Arera, nel 2022 grazie ai bonus bollette ben 3,7 milioni di famiglie hanno avuto agevolazioni per l’energia elettrica, mentre 2,4 per il gas. Entrando più nello specifico, con il bonus luce si è arrivati ad un risparmio anche del 75 per cento rispetto al prezzo ordinario della bolletta. Per il gas, invece, 700 mila famiglie hanno ricevuto il bonus pieno, 1,7 milioni in modo indiretto e altre 2 milioni non lo hanno richiesto. Si ricorda, a tal proposito, che il bonus gas viene concesso come somma indiretta compensativa.

Besseghini (Arera): «Rivalutare limite Isee

Così come indicato dalle proiezioni di Arera, il numero di richiedenti dei bonus bollette è destinato a salire nel 2023. Si stima che saranno circa 4,7 milioni le famiglie che beneficeranno del bonus sociale elettrico e 2,8 milioni quelle per il gas. Proprio questi numeri hanno spinto il presidente di Arera, Stefano Besseghini, a chiedere di riconsiderare i criteri di assegnazione dei benefici. Attualmente, la misura è concessa a coloro che hanno un Isee fino a 15 mila euro: «Gli ultimi mesi dell’anno in corso  vedranno necessariamente una fase di ripensamento dei bonus sociali, saranno necessarie valutazioni e scelte relativamente alla soglia Isee di accesso e ai valori economici degli sconti in bolletta».

Migliori nemici stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 16 luglio 2023 andrà in onda, su Rai Movie alle ore 21.10, il film intitolato Migliori nemici. Si tratta di una pellicola che appartiene ai generi cinematografici biografico, drammatico e storico che ha debuttato al cinema nel 2019. Il regista di questo lungometraggio è Robin Bissell, che si è occupato anche di scrivere la sceneggiatura. All’interno del cast ci sono svariati attori come Taraji P. Henson, Sam Rockwell, Babou Ceesay e Anne Heche.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film intitolato Migliori Nemici, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Una scena tratta dal film (Facebook).

Migliori nemici, trama e cast del film in onda stasera 16 luglio 2023 su Rai Movie

La trama del film segue le vicende di due personaggi realmente esistiti nel 1971, ovvero l’attivista afroamericana Ann Atwater (Taraji P. Henson) e il leader del Ku Klux Klan C.P. Ellis (Sam Rockwell). Le leggi razziali sembrano essere ormai il passato negli USA e si stanno eliminando le tracce di segregazione razziale, tuttavia in Carolina del Nord le cose non sembrano procedere in questo modo. In particolare, nella città di Durham qualcuno ha appiccato un incendio in una scuola per bambini afroamericani. A causa di questo evento ci sono tantissime rivolte e tumulti in città, con attivisti che protestano perché vogliono vivere una vita sicura e lontano dal pericolo. A ciò si aggiunge il fatto che i bianchi radicali non vogliono ammettere nelle loro scuole gli studenti afroamericani, continuando a promuovere un clima ostile e di razzismo.

In una situazione così tesa, lo studente progressista Bill Riddick (Babou Ceesay) decide di porre fine alle ostilità tentando la via del dialogo. Il giovane propone di fare una «charette», ovvero una sorta di dibattito tra le due comunità che si concluderà in una votazione: saranno gli stessi abitanti a decidere se accettare gli studenti negli istituti, mettendo fine a rivolte e proteste. Riddick propone ai due gruppi etnici di avere dei rappresentanti e la scelta ricade sull’attivista afro-americana Ann Atwater e sul vulcanico leader del KKK C.P. Ellis. Anche se inizialmente i due proveranno ostilità tra loro, a poco a poco dovranno conoscere le condizioni del gruppo «avversario» e noteranno preoccupazioni, paure e difficoltà. Per questa ragione, riusciranno a mettere da parte le divergenze, diventando «migliori nemici» e nutrendo profondo rispetto reciproco.

Migliori nemici, 4 curiosità sul film 

Migliori nemici, la sceneggiatura ispirata a una storia vera

La sceneggiatura del film è ispirata a una storia vera, ovvero quella che coinvolge il dibattito tra Ann Atwater e C.P. Ellis. Inoltre, il soggetto della pellicola non è originale ma ispirato al libro The Best of Enemies: Race and Redemption in the New South scritto dall’autore Osha Gray Davidson.

Migliori nemici, gli incassi non entusiasmanti della pellicola

Nonostante la pellicola avesse come attori protagonisti due attori molto famosi come Taraji P. Henson e Sam Rockwell, i risultati al botteghino non sono stati entusiasmanti. Secondo i dati riportati dal portale Wikipedia, Migliori nemici ha incassato al box office solo 10,2 milioni di dollari. Si tratta di una cifra che è servita appena a coprire le spese del budget che ammontavano a circa 10 milioni di dollari.

Migliori nemici, due attori del cast ancora una volta insieme su un set cinematografico

Nel cast di questo lungometraggio ci sono due attori che hanno collaborato spesso insieme. Si tratta di Sam Rockwell e Bruce McGill, con quest’ultimo che interpreta il personaggio di Carvie Oldham. I due avevano collaborato insieme sul set del film del 1997 Lawn Dogs, uno dei primi film di Rockwell come protagonista, e in Il genio della truffa, pellicola del 2003 con protagonista Nicolas Cage.

Stasera su Rai Movie andrà in onda il film intitolato Migliori Nemici, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
L’attore Sam Rockwell (Getty Images).

Migliori nemici, i luoghi delle riprese del film

Il film è ambientato in Carolina del Nord ma alcune riprese non sono state effettuate lì. Infatti, per girare molte scene, la troupe si è recata nello stato americano della Georgia. In particolar modo, le scene sono state girate nelle località di Cartersville, Tucker e Macon.

Innamorato pazzo stasera su Rete 4: trama, cast e curiosità

Stasera 16 luglio 2023 andrà in onda, su Rete 4 alle ore 21.25, il film intitolato Innamorato Pazzo. La pellicola ha debuttato nei cinema italiani nel 1981 e appartiene al genere cinematografico commedia. I registi sono Castellano e Pipolo, con i due che hanno curato anche la sceneggiatura del lungometraggio. All’interno del cast ci sono diversi attori e personaggi famosi in Italia come Adriano Celentano, Ornella Muti, Adolfo Celi e Franco Diogene.

Innamorato pazzo è il film che andrà in onda questa sera su Rete 4, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Adriano Celentano in una scena del film (Twitter).

Innamorato pazzo, trama e cast del film in onda stasera 16 luglio 2023 su Rete 4

La trama del film si concentra sulle vicende della nobile Cristina (Ornella Muti). La ragazza è una principessa e si reca a Roma in vacanza insieme alla sua famiglia per visitare la famosa città eterna. Cristina è originaria del Regno di Saint Tulipe ed è abituata a vivere secondo usi e costumi facoltosi. Tuttavia, nonostante abbiano un retaggio reale, la situazione finanziaria dei familiari della ragazza non è affatto buona: se non troveranno almeno 50 miliardi di lire, l’indipendenza del loro casato verrà messa a rischio. Per riuscire a risollevare la situazione, i genitori di Cristina hanno pensato a un matrimonio combinato con un ricco e potente produttore d’armi. La ragazza non è però d’accordo con questa decisione, è triste e si oppone. Per svagarsi, decide di allontanarsi dalla sua famiglia e fare un giro in città da sola.

Per caso sale su un autobus e conosce l’autista Barnaba Cecchini (Adriano Celentano). L’eccentrico conduttore del mezzo ha un colpo di fulmine dopo aver visto la ragazza e decide di farla innamorare all’istante. Barnaba porta in giro per Roma Cristina e i due sembrano legarsi sempre di più. Tuttavia, la famiglia reale è preoccupata per le condizioni della principessa che sembra essere scomparsa nel nulla. Dopo essere venuta a conoscenza della preoccupazione del padre Gustavo (Adolfo Celi), Cristina decide di ritornare dai suoi familiari. Barnaba allora pensa di averla persa per sempre, ma lui è innamorato pazzo della bella giovane e sarà disposto a fare un gesto eclatante per conquistare lei e la sua famiglia.

Innamorato pazzo, 4 curiosità sul film 

Innamorato pazzo, l’incredibile successo al botteghino

Quando debuttò al cinema, il film Innamorato pazzo ebbe un successo clamoroso. Infatti, secondo i dati riportati da Wikipedia, la pellicola ha incassato 12 miliardi di lire diventando l’incasso migliore della stagione 1981-82. Ancora oggi si piazza al 41esimo posto tra i film italiani più visti in assoluto al cinema.

Innamorato pazzo, il remake di un’opera molto famosa

Questo film è in realtà il remake di Vacanze Romane, pellicola del 1953 con Gregory Peck e Audrey Hepburn. La famiglia reale del Regno di Saint Tulipe è inoltre modellata su personalità famose, vale a dire i reali del Principato di Monaco. L’aspetto estetico dei personaggi del film ricorda incredibilmente quello del Principe Ranieri, della Principessa Grace Kelly e di Carolina di Monaco.

Innamorato pazzo, la vera location per le riprese

Il film è ambientato a Roma, ma gran parte delle riprese si sono svolte a Como. Infatti il luogo nel quale risiede la famiglia del Regno di Saint Tulipe è Villa Olmo. La splendida villa si affaccia sul famoso Lago di Como, non visibile nella pellicola perché sarebbe stato un grosso errore. Sempre per questa ragione, vengono mostrati maggiormente gli interni dell’abitazione.

Innamorato pazzo è il film che andrà in onda questa sera su Rete 4, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Il Lago di Como (Pixabay).

Innamorato pazzo, la relazione tra Adriano Celentano e Ornella Muti

Adriano Celentano e Ornella Muti sono i protagonisti assoluti di questo film. Per lungo tempo i giornali di gossip hanno parlato di un loro flirt mentre erano sul set di Innamorato pazzo. Dopo tante speculazioni, anni dopo i due hanno confermato i sospetti: Celentano e la Muti hanno effettivamente avuto una breve relazione sul set mentre l’attrice era ancora sposata con Federico Facchinetti.

Maiella, 30 scout in ospedale: sospetta intossicazione in un campo estivo

30 scout sono stati soccorsi e trasportati in ospedale dopo aver accusato malori durante un campo estivo sulla Maiella, in Abruzzo. I ragazzi, di età compresa tra 13 e 16 anni e tutti di Pescara, hanno iniziato a stare male in prossimità di un rifugio nel territorio di Castiglione Messer Marino (Chieti). Si sospetta un’intossicazione.

I ragazzi sono stati trasferiti in diversi ospedali locali

Impegnati in un campo estivo, i giovani si trovavano nei pressi del Rifugio del Cinghiale quando hanno cominciato a non sentirsi bene e ad accusare malori di vario genere. Uno di loro, dopo essersi spostato in una zona in cui c’era il segnale telefonico, ha lanciato l’allarme al 118 che ha subito attivato la macchina dei soccorsi. Gli uomini del Soccorso alpino e speleologico giunti sul posto hanno provveduto a recuperare i ragazzi e a trasferirli in diversi ospedali della province di Chieti e Pescara. Secondo i primi accertamenti pare si sia trattato di un’intossicazione alimentare. Tutti sono attualmente sotto osservazione, con i medici che stanno svolgendo gli accertamenti specifici, e nessuno di loro sarebbe grave. Secondo gli addetti ai lavori e qualche soccorritore verranno svolte verifiche anche sulle sorgenti d’acqua collocate nell’area per escludere una contaminazione.

Jovanotti in ospedale dopo un incidente in bici: «Ho rotto clavicola e femore in tre punti»

Disavventura per Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che ha avuto un incidente in bici a Santo Domingo dove è in vacanza con la moglie. A raccontarlo è stato lui stesso tramite diversi video pubblicati su TikTok, il primo subito dopo la caduta, mentre viene soccorso dai paramedici, e gli altri da un lettino di un ospedale.

Il racconto del cantante: «Sono volato alla grande»

«Ho rotto la clavicola e il femore in tre punti. Fa malissimo, fa un male bestiale. Però ho trovato un ortopedico qui a Santo Domingo e domani, forse, mi operano. Mi devono mettere un chiodo di titanio». Inizia così il racconto del cantante, che prosegue: «Ho chiamato Fabrizio Borra, il mio uomo in Romagna, ha visto le lastre e ha detto: “Qui va operato”». Segue il racconto della dinamica precisa dell’incidente, avvenuto per non aver visto un dissuasore di velocità posto sulla strada.

@lorenzojova

AAAAHIAAAAAA!!!!!! che botta

? suono originale – Lorenzo Jovanotti

Ospite di un amico nel paese del centro America, Jovanotti stava facendo un giro in mezzo a delle piantagioni di canna da zucchero quando all’improvviso è caduto. «Non riesco a stare in piedi, sono volato alla grande», ha spiegato ringraziando più volte in lingua spagnola i paramedici accorsi per soccorrerlo. «Devo dire che i dominicani mi hanno soccorso con moltissima cura, addirittura una signora mi ha portato un cocco per bere dell’acqua di cocco. Mi hanno visto e hanno chiamato l’ambulanza immediatamente, sono stati eccezionali», ha affermato a proposito dei primi soccorsi.

@lorenzojova

video by @fra_vali (…amore andiamo in vacanza dai nostri amici in repubbkica dominicana? dai mi porto la bici cosi faccio qualxhe giretto…)

? suono originale – Lorenzo Jovanotti

Domani l’operazione, poi il recupero

Nonostante il dolore, l’artista non perde comunque il suo ottimismo: «Quella che devo fare è un’operazione piuttosto comune, si recupera, ci vorrà un po’ di tempo. Però insomma, sono qua, sono vivo. Sto bene. Mi hanno dato un antidolorifico, ora mi riportano in camera e spero domani di operarmi. Poi mi faccio un po’ di riposo e in seguito ricomincio a mettermi in movimento. Mi ha detto Fabrizio che prima ci rimettiamo in movimento e prima guarisce, però prima di tutto dobbiamo fare l’operazione».

Jane Birkin morta a 76 anni: addio alla cantante e attrice francese

È morta all’età di 76 anni Jane Birkin, cantante e attrice britannica naturalizzata francese. Secondo le prime notizie, sarebbe stata trovata senza vita nella sua casa parigina. Nata il 14 dicembre 1946 a Londra, dopo l’esordio cinematografico con Non tutti ce l’hanno di Richard Lester (1965) raggiunse la celebrità con Blow-Up di Michelangelo Antonioni (1966) e con la scena in cui compare in topless, che la consacrò come un’icona della swinging London.

Il sodalizio con Gainsbourg e lo scandalo con Je t’aime… moi non plus

Nel 1968 conobbe il cantante e musicista Serge Gainsbourg, con cui intraprese un lungo sodalizio sentimentale e professionale che li rese una delle coppie più celebri e trasgressive del jet set dell’epoca. Celebre il singolo Je t’aime… moi non plus, che suscità scandalo per i gemiti della Birkin e per il testo che alterna parole d’amore e descrizione di un rapporto sessuale. In Italia venne anche esclusa dal programma radiofonico Hit Parade perché ritenuta oscena. Nonostante le polemiche e i divieti, il brano diventò un successo in molti paesi vendendo più di cinque milioni di copie e regalando notorietà alla coppia. Negli Anni 70 ha proseguito la sua attività di cantante e attrice alternando produzioni francesi (La piscina, Il romanzo di un ladro di cavalli, Una donna come me) e internazionali (Assassinio sul Nilo).

La relazione con Doillon e borsa di Hermès

Separatasi da Gainsbourg nel 1980, continuò a collaborare con lui in ambito musicale ma si unì sentimentalmente al regista Jacques Doillon, iniziando una nuova fase della sua carriera dove all’immagine sexy e trasgressiva sostituì una personalità più matura, versatile e complessa.  Candidata diverse volte ai premi César, nel 1984 la casa francese Hermès ha creato per l’attrice una borsa, la Birkin Bag, che negli anni è diventata una delle cosiddette It Bags, le borse più iconiche del mondo. Dopo la separazione da Doillon, Jane ha iniziato a diradare l’attività cinematografica, privilegiando quella musicale e teatrale. Nel 2007 ha diretto il film autobiografico Boxes. e, in seguito a una malattia cronica, si è ritirata dalle scene chiudendo con Quai d’Orsay di Bertrand Tavernier (2013) la sua carriera di attrice cinematografica. Negli ultimi anni si è dedicata all’impegno sociale svolgendo diverse missioni umanitarie come ambasciatrice di Amnesty International. Nel 2022 la Univeral Music ha annunciato la ristampa integrale di tutta la discografia in studio dell’artista dal 1969 a oggi.

 

 

 

Il principe e gli altri: biografie e autobiografie per l’estate

Per gli amanti del genere bio e autobiografico, Lettera43 segnala quattro libri da infilare in valigia in vista delle ferie: dalla discesa all’inferno di Birgit Hamer che ripercorre la battaglia per dare giustizia al fratello Dirk morto dopo essere stato colpito da un proiettile sparato da Vittorio Emanuele di Savoia sull’isola di Cavallo (storia da cui è stata tratta la fortunata serie Netflix diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi), alla biografia di Berlusconi scritta da Paolo Guzzanti, fino al testamento letterario di Martin Amis e al racconto  fotografico di Paul McCarney che ricostruisce i mesi a cavallo tra il 1963 e il 1964 in cui i Beatles divennero i Fab Four.

Il principe, viaggio all’inferno di Birgit Hamer

Dietro la serie Il principe prodotta da Netflix e girata da Beatrice Borromeo Casiraghi – godibile come uno dei migliori film dei Vanzina in versione aristo-chic se dietro non ci fosse una tragedia – c’è l’omonimo libro scritto da Birgit Hamer, la sorella di Dirk, il turista tedesco morto mesi dopo essere stato colpito da un proiettile esploso da Vittorio Emanuele di Savoia sull’isola di Cavallo nell’agosto 1978.

Edito da poco da Aliberti con una prefazione scritta dalla stessa Borromeo e una postfazione del giornalista del Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto, il libro – scevro dai vari “champagnini”, dal solito “italiani di merda” e da frasi come: «Il caso fu riaperto perché un avvocato monarchico sentì dire qualcosa a qualcuno in un bar di Portofino» – è un racconto parecchio dettagliato del viaggio all’inferno di una donna che a un certo punto andò contro tutti, compresa parte della sua stessa famiglia, per ottenere giustizia. La narrazione parte con il racconto di un’estate a Porto Rotondo, prima che il borgo diventasse una roccaforte berlusconiana. In un pomeriggio d’agosto un gruppo di giovani pariolini decise di fare una gita con tre barche nella vicina isola di Cavallo per sfuggire al tedio e alla calura sarda di quei giorni. Seguiranno: una morte lenta che si trasformò in un’agonia, indagini insabbiate, custodie cautelari e scarcerazioni, fino al raggiungimento di un regolare processo a Parigi che si concluderà con la totale assoluzione del «principe sparatore», come Vittorio Emanuele fu definito dalla stampa dell’epoca. Hamer ricostruisce dettagliatamente le responsabilità del Savoia insistendo inoltre sulla clamorosa svolta del caso, avvenuta nel 2006, in seguito ad un’intercettazione ambientale in cui Vittorio Emanuele (rinchiuso in una cella del carcere di Potenza con l’accusa di vari reati da cui verrà prosciolto), si vanterà con i compagni di cella di «aver fregato» i giudici parigini e di essere il colpevole della tragica morte del giovane turista tedesco, mimando addirittura in un video il momento dello sparo. Essendo già stato assolto però Vittorio Emanuele non potè essere perseguito per il delitto. Un libro che è anche indirettamente una sorta di biografia di un uomo, il principe, che nonostante l’esilio, per tutta la vita si è sentito re.

Il principe e gli altri: biografie e autobiografie per l'estate
Il Principe di Birgit Hamer (Aliberti).

Silvio, Berlusconi visto da Paolo Guzzanti

Restando su uomini che per tutta la vita “si sentirono re”, sempre Aliberti ha pubblicato quasi in contemporanea al libro di Hamer la biografia di Silvio Berlusconi, scritta dal giornalista Paolo Guzzanti. Uscito a pochi giorni dalla scomparsa del Cav, racconta per filo e per segno cosa abbia rappresentato B per l’Italia: l’uomo dei miracoli per i sostenitori adoranti, il male in persona per tutti altri. Intitolato semplicemente Silvio, il libro di Guzzanti è una riedizione della biografia uscita nel 2009, Guzzanti vs Berlusconi, aggiornata agli eventi del 2023, con l’aggiunta di due lunghe interviste alla madre Rosa e a Berlusconi stesso più il resoconto dettagliato dell’ultimo incontro tra i due avvenuto ad Arcore nel marzo del 2023, quando ormai «l’autunno del Cavaliere aveva assunto i colori più cupi dell’imminente distacco». Un ritratto molto personale e disincantato dell’uomo su cui tutto è stato detto e scritto e su cui Guzzanti aveva affidato – vanamente – il sogno di una rivoluzione liberale. Intorno le donne, il calcio, le barzellette scollacciate, le gaffe, i processi, le costruzioni immobiliari e la tv.

Il principe e gli altri: biografie e autobiografie per l'estate
Silvio di Paolo Guzzanti (Aliberti).

La grandezza di Amis in La storia da dentro

Lettura imperdibile è La storia da dentro, l’ultimo romanzo di Martin Amis che si può tranquillamente considerare una specie di testamento letterario dell’autore inglese recentemente scomparso. Raramente il mercato offre libri così straordinariamente grandi, scritti in maniera divina e la cui lettura risulta essere un’esperienza totalizzante. La storia da dentro è tutte queste cose assieme e molto altro. Un romanzo, un’autobiografia, una lunga meditazione sulla scrittura dove Amis ovviamente recita la parte del protagonista in compagnia però di personaggi del calibro di Saul Bellow, Philip Larkin e Christopher Hitchens, cui sono dedicate pagine struggenti. Volume mastodontico (oltre 600 pagine di pura meraviglia) che si congiunge idealmente a Esperienza al quale risulta indissolubilmente legato, La storia da dentro è un monumento all’eccezionalità della figura dello scrittore: un adulto costretto in uno stato di immaturità permanente che si guadagna da vivere vendendo storie del tutto inventate e che inoltre, spesso e volentieri, si trova nella condizione di poter scrivere esattamente qualsiasi cosa gli passi per la testa. Un regalo postumo a tutti quelli che amano la letteratura scritto da un’autentica rockstar che è stata capace di  far viaggiare parallelamente letteratura e vita.

Il principe e gli altri: biografie e autobiografie per l'estate
La storia da dentro di Martin Amis (Einaudi).

La genesi del fenomeno Beatles alla lente di Paul McCartney

1964. Gli occhi del ciclone, edito da La nave di Teseo, racconta attraverso 275 scatti e riflessioni di Sir Paul McCartney la genesi della leggenda Beatles. Scattate con una macchina 35mm, le foto inedite catturano il periodo tra la fine del 1963 e l’inizio del 1964, lo stesso in cui la band divenne un fenomeno mondiale, cambiando per sempre la storia della musica. McCartney, che all’epoca aveva solo 21 anni, ha scattato la maggior parte di queste foto – inclusi alcuni autoritratti allo specchio – durante i mesi frenetici passati tra Liverpool, Londra, Parigi, New York, Washington DC e Miami. «Si potrebbe pensare», scrive McCartney, «che ci siamo sentiti come animali in gabbia. Posso parlare solo per me stesso, ma non mi sentivo così. Era qualcosa che avevamo sempre desiderato, quindi quando è successo davvero, quando i poliziotti a cavallo hanno trattenuto la folla fuori dal Plaza, mi sono sentito come se fossimo le star al centro di un film molto emozionante. E la cosa buona era che non c’era mai malizia. Le persone che ci correvano dietro volevano solo vederci, volevano solo salutarci, volevano solo toccarci».

Il principe e gli altri: biografie e autobiografie per l'estate
1964. Gli occhi del ciclone di Paul McCartney (La nave di Teseo).

Meteo, inizia la «tempesta di caldo»: notti tropicali e temperature fino a 47 gradi

Il Times ha parlato di Roma come della «Infernal city », per la britannica Sky News «l’Italia non ha più quattro stagioni», sulla homepage de Le Figaro si legge «Dall’Italia alla California, il mondo soffoca». Tutto il mondo ha gli occhi puntati sulla «tempesta di caldo» che da oggi interesserà anche il nostro paese, con temperature abbondantemente sopra la media che faranno battere alcuni record storici (come quello della Capitale, dove sono attesi oltre 40 gradi). Responsabile del vortice l’anticiclone Caronte proveniente dal Sahara.

Massime fino a 47 gradi in Sardegna 

Tra le città più colpite dall’afa ci sarà Roma, dove in questi giorni si sono toccati i 34-35 gradi e che oggi, domenica 16 luglio, vedrà la colonnina di mercurio raggiungere i 37. Ma il peggio arriverà domani, quando sono attesi 40 gradi, e soprattutto martedì, dove sono previste massime di 42-43 gradi. Se le previsioni si avvereranno verrà dunque superato il record di 40,7 gradi toccato nell’estate 2022. Il gran caldo riguarderà anche altre città, con 39-40 gradi attesi a Bologna, Ferrara, Padova, Mantova, Pavia e Alessandria. “Solo” 37 gradi a Milano, ma con tassi di umidità altissimi e temperature fino a 30 gradi anche di notte. A Firenze, Perugia, Caserta, Bari, Catanzaro e Palermo attese massime di 38-41 gradi, mentre i picchi più alti si raggiungeranno in Sardegna (fino a 47 gradi sulle zone interne meridionali, segnatamente a Decimomannu nel Cagliaritano), in Sicilia (45-46 gradi) e in Puglia (45 gradi a Foggia). L’Agenzia Spaziale Europea ha avvisato che si potrebbe battere il record di temperatura più calda che era stata registrata lo scorso anno a Siracusa, con 48,8 gradi.

Di notte non si scenderà mai sotto i 20-24 gradi

A rendere tutto meno sopportabile il fatto che il caldo non lascerà tregua nemmeno nelle ore notturne. Con Caronte sono infatti attese notti tropicali, ovvero con temperature che non scenderanno mai sotto i 20-24 gradi. Nelle città più grandi e urbanizzate, come Milano, il rilascio del calore accumulato da strade ed edifici potrebbe portare ad avere fino a 30 gradi anche a mezzanotte.

Torre del Greco, crollata una palazzina di tre piani. Il prefetto: «Nessun disperso»

Sono stati momenti di apprensione quelli vissuti oggi a Torre del Greco (Napoli) dove, poco prima di mezzogiorno, è crollata una palazzina abitata di tre piani. È successo tra vico Pizza e il centralissimo corso Umberto I. Dopo un boato, l’edificio al civico 61 è stato avvolto da una colonna di fumo nero prima di sbriciolarsi in pochi secondi. I soccorritori hanno lavorato a lungo per recuperare i cittadini rimasti intrappolati tra le macerie e, nel pomeriggio, il prefetto di Napoli ha comunicato che non risultano dispersi.

Quattro persone estratte vive 

I soccorritori sono giunti sul posto poco dopo l’allarme e hanno lavorato diverse ore per cercare tra le macerie i membri delle cinque famiglie che abitavano lo stabile. Fortunatamente alcune erano al mare e, nel pomeriggio, è stato possibile determinare il bilancio definitivo del crollo. Inizialmente erano state estratte vive tre persone, subito trasportate in ospedale in ambulanza. Si tratta di due uomini, uno dei quali ha riportato diversi traumi, e di una ragazza di 19 anni. Successivamente è stata soccorsa anche una quarta persona, di cui non sono note le condizioni. Lievemente feriti anche un passante e una bambina che stavano transitando lungo corso Umberto quando è avvenuto il crollo e che sono stati investiti dalle macerie.

Meloni in contatto con il comandante dei vigili del fuoco

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che era in visita a Pompei dopo aver partecipato al viaggio inaugurale del Frecciarossa che collega direttamente Roma con la cittadina campana, ha sentito il comandante dei vigili del fuoco per avere notizie sui fatti. «Seguo con apprensione la vicenda del crollo e rimango costantemente aggiornata sulle operazioni di ricerca e soccorso. Ringrazio i soccorritori che in queste ore sono impegnati sul posto e rivolgo un pensiero di vicinanza alle persone coinvolte e ai familiari», ha affermato.

La Procura ha aperto un fascicolo

Intanto sul posto sono arrivati, oltre al sindaco Luigi Mennella, il prefetto Claudio Palomba, il procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso e i vertici delle forze dell’ordine. La procura ha aperto un fascicolo per accertare le cause del cedimento ed eventuali responsabilità. Appena ci sarà il nulla osta da parte dei vigili del fuoco, partirà il lavoro del consulente tecnico nominato dalla magistratura per le indagini di rito.

Meloni sul treno Roma-Pompei, giornalisti allontanati: vietate riprese anche alla Rai

Il primo viaggio del nuovo Frecciarossa che collega Roma Termini a Pompei, effettuato nella mattinata di domenica 16 luglio 2023, è stato accompagnato da non poche polemiche. Per l’occasione, oltre al treno passeggeri è stato organizzato un convoglio speciale con a bordo le autorità e i giornalisti, chiamati a documentare la corsa alla volta della città campana. A bordo la premier Giorgia Meloni, la sorella Arianna, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l’amministratore delegato di FS Luigi Ferraris – assente la titolare del Turismo Daniela Santanché, la cui presenza era invece stata annunciata. Ad accendere la polemica è stata l’impossibilità, per la stampa, di documentare l’arrivo della presidente del Consiglio alla stazione romana. Proprio in quel momento, infatti, ai cronisti è stato dato l’ordine di salire sul treno impedendo così (anche alla Rai) la realizzazione di foto e video.

Giornalisti impossibilitati a riprendere l’arrivo di Meloni a Roma 

«Signori dovete salire sopra ora», hanno avvertito le autorità intorno alle 9, mezz’ora prima della partenza del convoglio. Telegiornali, quotidiani e agenzie si sono dunque ammassati sulle scalette, nella speranza di riuscire a immortalare la premier ed eventualmente porle qualche domanda. Ma i carabinieri e gli addetti alla sicurezza si sono fatti più inflessibili, intimando a tutti i cronisti di recarsi nella carrozza per loro adibita: «Salite, è un ordine». L’addetto di Trenitalia ha così proceduto a chiudere gli sportelloni del treno con la stampa all’interno, mentre fuori passavano Meloni e Sangiuliano. Impossibile dunque effettuare immagini o video, se non a distanza di 100/200 metri e da un finestrino. Unici scatti ammessi quelli dei collaboratori dello staff e dei canali ufficiali di Palazzo Chigi.

Il collegamento verrà effettuato ogni terza domenica del mese

Il nuovo servizio ferroviario, nato dalla collaborazione tra il ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato italiane, verrà effettuato ogni terza domenica del mese e permetterà a viaggiatori e turisti di andare e tornare in giornata dalla Capitale al sito archeologico. La partenza è infatti prevista al mattino da Roma Termini alle 8.53, con fermata a Napoli Centrale alle 10.03 e arrivo alla stazione di Pompei alle 10.40, e il ritorno alle 18.40 con fermata a Napoli Centrale alle 19.23 e arrivo a destinazione alle 20.55. Nella stazione della città campana sarà disponibile un servizio navetta che condurrà i passeggeri direttamente agli scavi.

 

Michela Murgia, il tweet di Pillon: «Avevi molte alternative ma hai scelto il matrimonio»

Sta facendo discutere il tweet con cui Simone Pillon ha commentato il matrimonio di Michela Murgia e soprattutto il pensiero con cui la scrittrice ha accompagnato l’annuncio delle nozze. Murgia, affetta da un tumore al quarto stadio, aveva reso noto di essersi sposata con Lorenzo Terenzi «in articulo mortis», solo per garantire i diritti della sua grande famiglia queer e non perché avrebbe davvero voluto partecipare a una cerimonia che ha definito patriarcale e limitata. L’ex senatore leghista ha controbattuto affermando che di alternative al matrimonio in Italia ce ne sono molte e, cosa che ha fatto infuriare il web, facendo alla scrittrice auguri di pronta guarigione.

«Provate a invitare anche il buon Dio alle vostre nozze»

Questo quanto riportato nel tweet: «Michela, di alternative ne avevi molte ma hai scelto il matrimonio. Forse perché sai che è la forma più alta per riconoscere l’amore tra un uomo e una donna. Auguri, e guarisci presto».

Pillon ha quindi linkato un contributo, da lui scritto sul sito tommasomoro.it, che approfondisce il contenuto del cinguettio: «Ognuno è libero di sposarsi o no. Dopo la legge sulle unioni civili, oggi in Italia la scelta è davvero ampia: si può convivere con residenze separate, senza dunque maturare alcun diritto reciproco, oppure si può convivere con la stessa residenza, formando così una famiglia anagrafica, oppure ancora si può stipulare un patto di convivenza che regoli i reciproci diritti e infine si può scegliere tra diverse forme di matrimonio: civile, concordatario, oppure solo religioso senza effetti civili». Ha quindi definito «stucchevoli e ideologiche» le parole della scrittrice insinuando che «da qualche parte in fondo al tuo cuore sai che quello strumento che definisci patriarcale e limitato è pur sempre la forma più alta di riconoscimento dell’insostituibile patto di amore tra un uomo e una donna». E ancora: «Provate a invitare anche il buon Dio alle vostre nozze. Siete sempre in tempo, e scoprirete quali tesori il Cielo sa portare in dono. Auguri agli sposi, e auguri di pronta guarigione».

Fiano (Pd) e Bonelli (Verdi) contro il senatore leghista

A scatenare le polemiche sono stati tanto il suo pensiero quanto le parole con cui l’ha concluso. In poche ore sono comparsi oltre 400 commenti critici sotto al suo tweet, in cui «vergogna» risulta essere la parola più utilizzata. Luca Bottura si è limitato a un «si vergogni», qualcun altro ha fatto notare come da un tumore al quarto stadio difficilmente si guarisce. Anche Emanuele Fiano, del Partito democratico, ha espresso il suo disappunto per le parole di Pillon: «Dovrebbe vergognarsi a commentare un matrimonio in articulo mortis». Lo stesso ha fatto Angelo Bonelli di Europa verde: «Poteva stare in silenzio, ha deciso di scivolare dritto nella vergogna di chi non è stato educato al rispetto e conosce solo il disprezzo. Vergogna !». E così altre centinaia di utenti.

 

Caso La Russa, il padre della presunta vittima: «C’è la volontà di nascondere qualcosa»

Il padre della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato, per violenza sessuale ha espresso il suo disappunto per la mancata consegna, da parte del giovane, della sim del suo telefono. Gli inquirenti non hanno infatti potuto sequestrarla perché intestata a una società che fa capo allo studio legale del padre, coperto da immunità parlamentare. L’unico modo affinché finisca nelle mani della magistratura è dunque che il giovane la consegni spontaneamente oppure che venga presentata richiesta formale di acquisirla alla Giunta per le autorizzazioni del Senato (che può decidere se dare o meno il via libera al sequestro).

La magistratura ha potuto sequestrare solo il telefono senza sim

«Vista la delicatezza degli eventi, ritengo che questo fatto (ndr la mancata consegna della sim) sia la dimostrazione di una volontà di nascondere qualcosa. Soprattutto da parte di chi predicava l’abolizione delle immunità parlamentari, come scritto sui giornali, figuriamoci davanti ad un asserito reato di violenza sessuale». Così il genitore della presunta vittima secondo quanto riportato da Repubblica. Per ora la magistratura ha potuto sequestrare solo il telefono di Leonardo, con un decreto firmato dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella eseguito intorno alle 19 di venerdì 14 luglio. Dopo la firma del provvedimento, il giovane è stato convocato negli uffici della questura dove ha consegnato il dispositivo che, come è stato appurato dalle indagini, era nella sua «disponibilità esclusiva». L’obiettivo è quello di trovare elementi utili a capire cosa sia successo durante e dopo la notte tra il 18 e il 19 maggio, quella in cui sarebbero avvenuti i fatti contestati. Gli accertamenti verranno effettuati per parole chiave ed escludendo tutte le comunicazioni coperte dall’articolo 68 della Costituzione (quelle cioè con membri del Parlamento, come il padre). Qualora ci fosse invece bisogno della sim, in caso di mancata spontanea consegna, la magistratura sarebbe obbligata a rivolgersi alla giunta per le autorizzazioni del Senato.

La procura potrebbe chiedere l’accesso alla scheda e alle chat coperte

Un’ipotesi che, secondo Il Fatto Quotidiano, non è così lontana dall’avverarsi. Secondo il giornale, infatti, «la procura di Milano resta intenzionata a chiedere l’autorizzazione alla giunta per ottenere non solo la sim, intestata allo studio legale La Russa amministrato dal figlio Geronimo e del quale ancora il presidente del Senato risulta socio, ma anche l’accesso a eventuali chat che, pur coperte dall’art. 68 della Costituzione sulle guarentigie dei parlamentari, saranno ritenute rilevanti ai fini dell’indagine».

 

 

 

Venezia, collisione tra due imbarcazioni: morto un 28enne sbalzato in acqua

Tragedia a Venezia, durante la festa del Redentore, dove un ragazzo di 28 anni è morto a causa di un incidente avvenuto tra le isole di San Giorgio e San Servolo. La vittima aveva visto i fuochi d’artificio assieme a due amiche a bordo di un barchino che, a fine serata, ha accidentalmente urtato una briccola, uno dei pali in legno che indica i canali della laguna. Scivolato in acqua dopo l’impatto, non è più risalito.

Il giovane è scivolato in acqua senza più riemergere

I fatti si sono verificati nella notte tra sabato 15 e domenica 16 luglio 2023 davanti al bacino San Marco. A conclusione del celebre spettacolo pirotecnico, durante il quale erano presenti in acqua oltre 4 mila imbarcazioni, una di queste sarebbe stata destabilizzata da un’onda anomala, forse causata dal traffico delle tante barche in movimento, ed è finita contro una briccola. Uno dei giovani che era a bordo, residente a Cavallino Treporti, è stato sbalzato in acqua davanti agli occhi delle due amiche che erano con lui. Non vedendolo riemergere, queste ultime hanno lanciato l’allarme ai soccorsi che, in breve tempo, sono giunti sul posto con una motobarca della Marittima, due autopompe lagunari e una moto d’acqua dei vigili del fuoco. I sommozzatori hanno avviato le ricerche e quasi subito hanno trovato il corpo del ragazzo, ma purtroppo era ormai troppo tardi. Già privo di sensi, è stato impossibile rianimarlo. Sul posto anche l’imbarcazione della polizia locale che ora indaga per ricostruire la dinamica dell’incidente, il quinto nautico dal primo gennaio.

Il sindaco Brugnaro: «Minuto di silenzio prima delle Regate»

Sulla vicenda si è espresso il primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro, che ha ringraziato i soccorritori e disposto un minuto di silenzio in memoria della vittima: «Voglio esprimere il cordoglio della città e mio personale per la scomparsa di Riccardo in un tragico incidente nautico le cui cause sono ancora al vaglio degli inquirenti. Ci stringiamo tutti alla sua famiglia e agli affetti più cari. Purtroppo è un’altra giovane vita spezzata all’improvviso. Era stata una giornata di festa, con lo spettacolo pirotecnico che aveva illuminato la notte famosissima. Nella fase di esodo, che stava proseguendo regolarmente, è arrivata questa triste notizia. Ringrazio i vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, i sanitari e tutti coloro che si sono subito attivati per le ricerche e per soccorrere gli altri componenti dell’equipaggio dell’imbarcazione. Purtroppo per Riccardo non c’è stato nulla da fare. In sua memoria, come Comune, abbiamo deciso che prima delle Regate del Redentore, che si svolgeranno nel pomeriggio nel canale della Giudecca, osserveremo un minuto di silenzio».

 

Ambiente e arte: tre opere da visitare a Trento, Roma e Napoli

«L’arte è per noi inseparabile dalla vita: diventa arte-azione e come tale è sola capace di forza profetica e divinatrice», scriveva nel 1919 in Democrazia futurista, Filippo Tommaso Marinetti. Lo storico dell’arte tedesco Konrad Fiedler andava oltre paragonando l’artista al «pensatore rivoluzionario che si oppone all’opinione dei contemporanei e annuncia una nuova verità». Può dunque l’arte prescindere dalla crisi climatica, una delle vere emergenze che stiamo vivendo? Lettera43 crede di no e per questo vi propone tre opere da visitare che ruotano attorno alla tutela del nostro habitat.

Cataste&Canzei, la poesia della montagna a Mezzano di Primiero

Ai piedi delle Pale di San Martino, a 90 chilometri da Trento, si trova Mezzano di Primiero, borgo che ha scommesso sulla creatività per valorizzare la montagna e le sue tradizioni. Le tipiche cataste di legna sono state trasformate in vere e proprie installazioni: sono ormai una trentina le sculture realizzate con i ciocchi, talvolta colorati, che ripropongono momenti e oggetti legati alla quotidianità contadina, come il telaio, la fisarmonica, i fiori, le pannocchie, la clessidra, le scene evocate dalle canzoni popolari. Le opere sono collocate nei fienili, accanto alle abitazioni, nei prati, lungo i vicoli, nella piazzetta. Al percorso di Cataste&Canzei, termine dialettale che descrive l’insieme di ceppi, si è appena aggiunto Benvedersi Gli autori Renzo Zugliani e Holz Primiero hanno realizzato una sorta di cornice che invita a farsi un selfie, promettendo di “benvedersi” quando la si ritroverà in un posto differente. Tutto rigorosamente in legno (www.mezzanoromantica.it).

L’itinerario Tellurica alla Gam di Roma

Gioca tutto sul confronto fra materiali e colori il percorso Tellurica, allestito alla Gam di Roma con opere site-specific. Se Pino Genovese utilizza legno di recupero, raccolto nel sottobosco o sulle spiagge, Alberto Timossi ricorre a Pvc rosso. I due artisti, che hanno in comune il gusto di creare all’aperto e su ampia scala, hanno progettato un itinerario verso l’interno del museo. All’ingresso è collocata Innesto, in cui si incrociano un elemento vermiglio e un ramo che tendono verso l’alto. Si arriva poi al corridoio delle sculture, con fotografie dal fondo rosso su cui si stagliano delle fronde, e quindi all’installazione del chiostro giardino, pensata per dialogare con l’ambiente cinquecentesco: partendo dalla convivenza fra materiale naturale e sintetico, l’opera lignea tondeggiante, con qualche colata carminio, si pone fra dimensione arcaica e contemporanea. (www.galleriaartemodernaroma.it Fino al 15 ottobre).

Arte e ambiente: tre opere da visitare
Tellurca, alla Gam di Roma (dal sito).

Massi erratici al Parco di Capodimonte, l’arte nel recupero

Mixa memoria e ambiente Massi erratici, il lavoro monumentale esposto dal 12 luglio alle Praterie di Porta Caccetta, al Parco Reale di Capodimonte (Napoli). L’installazione, a cui l’artista partenopea Marisa Albanese stava lavorando nel 2021 prima di morire, è una sorta di totem realizzato con pietre e resti dei bombardamenti subiti dalla città nel 1943, emersi all’interno del Bosco durante i lavori di restauro del giardino storico. Un’opera che è un inno al recupero, e dà nuova vita a elementi di scarto in piena sintonia con la natura e l’ambiente circostante. Fra le pietre, che disposte in orizzontale e in verticale formano una struttura dinamica e slanciata verso l’alto, spiccano due combattenti, una in marmo di Carrara e l’altra in marmo bardiglio (capodimonte.cultura.gov.it).

Perché l’intellettuale di destra è un mestiere che nessuno vuol più fare

Ho l’impressione che il mestiere di intellettuale di destra sia diventato come il cameriere, il cuoco e l’addetto alla reception, uno dei tanti lavori di cui in Italia pare ci sia una disperata richiesta cui corrisponde un’offerta riluttante, insufficiente o professionalmente inadeguata. È anche vero che la disperata richiesta proviene, in sostanza, da un’azienda sola, cioè il governo Meloni, un datore di lavoro che, se va bene, reggerà altri quattro anni e poi andrà a casa: un po’ pochino per incoraggiare stuoli di alfabetizzati a pensare a un futuro di maître à penser filo-Giorgia. Oltretutto i motivi per cui nessuno in Italia vuole più fare l’intellettuale di destra sono gli stessi per cui latitano camerieri, cuochi e receptionist: scarse prospettive di carriera, retribuzioni incerte e poco interessanti, orari e giorni di lavoro poco graditi, per non parlare della discriminazione che favorisce i candidati maschi bianchi etero.

Perché l'intellettuale di destra è un mestiere che nessuno vuol più fare
La premier Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Nemmeno la possibilità di sparare parolacce al Maxxi galvanizza i neo-laureati a diventare i nuovi Sgarbi

Scrivere corsivi anti-migranti o in difesa di presunti stupratori sulla Verità o sul Giornale, presenziare ai talk-show del mattino ripetendo ogni due per tre la parola “nazione” o riabilitare Italo Balbo perché proteggeva gli artisti e aveva perfino un amico ebreo non sono opportunità in grado di far sognare un under-35 dall’ingegno brillante, con una buona penna, conoscenza delle lingue e un rispettabile curriculum di studi. Nemmeno la possibilità di sparare parolacce a raffica sul palco del Maxxi al fianco di Morgan sembra galvanizzare i neo-laureati a diventare i nuovi Sgarbi, che se proprio vogliono épater le bourgeois lo fanno davanti alla ben più gratificante platea dei social, non in un museo. Insomma, l’ufficioso bando di concorso per intellettuali di destra emanato da Fratelli d’Italia rischia di raccogliere meno iscrizioni di un concorso pubblico per posti di informatico al comune di Catanzaro. Ma se a «riscrivere il racconto della nazione» saranno i soliti attempati risentiti (sia nel senso di rancorosi, sia nel senso di sentiti molte volte) tipo Guerri, Facci, Buttafuoco, il ministro gaffeur Sangiuliano, oppure avanguardisti di retroguardia come Francesco Giubilei, il risultato più che un racconto sarà una comica dove in faccia arrivano più pesci che torte.

Perché l'intellettuale di destra è un mestiere che nessuno vuol più fare
Gennaro Sangiuliano con Vittorio Sgarbi (Imagoeconomica).

Lagnarsi e fare la vittima non si addice a un vero intellettuale di destra

Mi sa che la destra italofraterna non ha le idee molto chiare su quel che è un intellettuale. L’intellettuale è, di base, uno che prima pensa e dopo parla. Sarebbe bello che lo facessimo tutti quanti, compresi i politici, di destra e di sinistra, almeno ogni tanto, ma da tempo la giusta successione fra pensiero e parola si è smarrita, se non addirittura ribaltata, e in ogni ambito il parlare dopo più o meno attenta riflessione è diventato un reperto dell’era pre-digitale o addirittura pre-moderna, come il fonografo e la Vispa Teresa. L’intellettuale, poi, non dovrebbe solo pensare prima di parlare, ma studiare, approfondire, meditare. Il guaio è che se studi, approfondisci e mediti finisci inevitabilmente per non essere più di destra. Non è che diventi per forza di sinistra, ma sei di una destra che non piace al nostro governo. Cioè, non ti verrebbe mai in mente di intitolare un parco pubblico a Che Guevara o a Renato Curcio, ma nemmeno ad Arnaldo Mussolini o al generale Graziani: Falcone e Borsellino vanno benissimo. Non piagnucoli sul D’Annunzio incompreso (caspita, gli sono intitolate scuole e piazze e al Vittoriale è boom di presenze) o sui futuristi misconosciuti (ci sono mostre e studi a getto continuo). A ben vedere, se sei un intellettuale di destra non dovresti piagnucolare mai su niente, ma solo affermare, petto in fuori e mento virilmente proteso. Frignare, denunciare discriminazioni, rivendicare questo e quello sono proprio gli atteggiamenti che la destra ha sempre rimproverato alla sinistra, e che le rimprovera ancora, quando è in favore di categorie deboli e minoranze. Paradossale, no? La destra vuole intellettuali di destra, ma che sappiano fare la lagna efficacemente come quelli di sinistra. Nella gara a chi piange più forte stavolta vorrebbero vincere loro.

Perché l'intellettuale di destra è un mestiere che nessuno vuol più fare
Giordano Bruno Guerri (Imagoeconomica).

Forse alla destra conviene tenere i soliti baroni, perfetta incarnazione del sogno patriarcale dei neo-con populisti

E invece rischiano di perdere una gara ben più importante. Perché uno dei motivi per cui tanti italiani hanno votato Fratelli d’Italia è proprio la certezza che con loro l’intelletto potrà andarsene definitivamente in vacanza. Non dovranno più sentirsi in colpa se non studiano, se non sanno la storia o se non leggono libri (lo stesso ministro della Cultura non ne legge più di uno al mese, per sua ammissione, e nemmeno essere in giuria al Premio Strega può indurlo ad aumentare la media). L’elettore e l’elettrice di Meloni sono convinti che con la destra populista basterà essere italiani bianchi eterosessuali o italiane bianche eterosessuali volenterose di riprodursi per ritrovarsi al vertice della piramide alimentare. Se ora che è al potere la destra gli tira fuori dei saccentoni con i libri di storia patria sottobraccio, decisi a indottrinarli sull’impresa di Fiume o sull’opera pittorica di Mario Sironi, potrebbero non prenderla bene. Eh no, caspita, se bisogna studiare pure con la destra, tanto vale tornare a votare la sinistra, così almeno l’allergia alla cultura e allo sforzo mentale ha un alibi politico. Insomma, la destra italiana ha bisogno di intellettuali organici come un pesce ha bisogno della camicia nera. Del resto nel nostro Paese gli intellettuali che contano, quelli che organizzano i convegni e ne sono ospiti in stragrande maggioranza, i registi, i produttori, i baroni universitari, i direttori dei giornali e gli opinionisti più popolari sono già quasi tutti maschi, bianchi, eterosessuali e di ceppo nazionale. Anche quando fanno discorsi progressisti, le loro carriere incarnano e perpetuano il sogno patriarcale dei neo-conservatori populisti. E se alla destra convenisse tenersi quelli?

Instant Family stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità

Stasera 16 luglio 2023, su Canale 5, andrà in onda alle ore 21.20 il film intitolato Instant Family. Si tratta di una pellicola che ha debuttato nei cinema di tutto il mondo tra il 2018 e il 2019 e appartiene al genere cinematografico commedia. Il regista è Sean Anders che si è occupato anche di scrivere la sceneggiatura in collaborazione con John Morris II. All’interno del cast ci sono diversi attori famosi come Mark Wahlberg, Rose Byrne, Isabela Moner e Octavia Spencer.

Instant Family è il film che andrà stasera in onda su Canale 5, ecco tutte le informazioni sulla pellicola.
Una scena della commedia (Facebook).

Instant Family, trama e cast del film in onda stasera 16 luglio 2023 su Canale 5

La trama si concentra sulla vita di due sposi, Pete (Mark Wahlberg) ed Ellie (Rose Byrne). La coppia viene derisa dalla famiglia e dagli amici perché tutti pensano che non riuscirà mai ad avere figl, dati i diversi tentativi falliti. Stanchi delle derisioni, i coniugi decidono di prendere in considerazione l’idea dell’adozione. Prima di procedere devono però seguire un corso per genitori guidati dagli assistenti sociali Karen (Octavia Spencer) e Sharon (Tig Notaro). Inizialmente la coppia desidera adottare un bimbo piccolo e crescerlo a poco a poco, ma dopo un primo incontro con alcuni bambini orfani viene colpita dalla 15enne Lizzy (Isabela Moner).

Anche capiscono che potrebbe essere una sfida complicata crescere una ragazza ormai adolescente, i due sembrano decisi a proseguire in questa direzione. Sorge però un altro «problema»: Lizzy ha due fratelli più piccoli, Juan (Gustavo Queiroz) di 10 anni e Lita (Julienne Gamiz) di 6 anni. Siccome i due coniugi non se la sentono di dividere i tre fratelli, affidati agli assistenti sociali dopo che la madre tossicodipendente era finita in prigione, decidono di compiere l’impresa di adottarli tutti e tre. Si comporrà così, in modo quasi istantaneo, una famiglia con tre figli e ci saranno sia gioie che dolori mai sperimentati prima per Pete ed Ellie.

Instant Family, 5 curiosità sul film 

Instant Family, la pellicola si basa sull’esperienza reale del regista

Il soggetto della pellicola si basa sulla reale esperienza di Sean Anders. Il regista e la moglie, infatti, hanno adottato tre bambini da una casa adottiva e si sono resi conto di cosa voglia dire avere una «famiglia all’improvviso».

Instant Family, gli incassi al botteghino per la commedia

Instant Family ha ottenuto grandi incassi al botteghino. Infatti, secondo i dati riportati da Wikipedia, questa pellicola ha guadagnato circa 121 milioni di dollari al box office. Si tratta di un grande risultato visto che il budget per la realizzazione della commedia è stato di 48 milioni di dollari.

Instant Family, il rapporto di collaborazione tra Sean Anders e Mark Wahlberg

Sean Anders e Mark Walhberg avevano già collaborato prima di realizzare questo film. Infatti, regista e attore hanno lavorato insieme per le pellicole Daddy’s Home e Daddy’s Home 2 prodotte rispettivamente nel 2015 e nel 2017.

Instant Family è il film che andrà stasera in onda su Canale 5, ecco tutte le informazioni sulla pellicola.
L’attore Mark Wahlberg (Getty Images).

Instant Family, la seconda volta insieme sul grande schermo per gli attori protagonisti

Due degli attori protagonisti di questa commedia sono Mark Wahlberg e Isabela Moner, con quest’ultima che interpreta la 15enne Lizzy. I due avevano già lavorato insieme per un progetto sul grande schermo, vale a dire Transformers – L’ultimo cavaliere, diretto da Michael Bay nell’anno 2017.

Instant Family, la prima del film rimandata in seguito a un incendio

Il film avrebbe dovuto debuttare al cinema l’11 novembre 2018 a Los Angeles. Tuttavia, la sua proiezione venne rimandata a causa del Woolsey Fire, un incendio disastroso che colpì quell’anno la città. La prima venne realizzata quindi in un centro di evacuazione per le vittime degli incendi.

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