Daily Archives: 20 Luglio 2023

Palermo, maxi sequestro di 5,3 tonnellate di cocaina

L’operazione che ha permesso il sequestro di oltre 5,3 tonnellate di cocaina è stata condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo. Si tratta del più importante sequestro mai eseguito in tutta Italia: impiegati numerosi mezzi aerei e navali del comando operativo aeronavale di Pratica di Mare e del reparto operativo aeronavale di Palermo, in coordinamento con gli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo.

A Palermo sono state sequestrate 5,3 tonnellate di cocaina per un valore di 850 milioni di euro. Fermate due imbarcazioni.
Sostanze stupefacenti (Getty Images).

Coinvolte due imbarcazioni: la «nave madre» e il peschereccio

A bordo del peschereccio sono stati fermati un cittadino italiano, due tunisini, un francese e un albanese. L’operazione è iniziata nella serata di martedì 18 luglio. La segnalazione è partita dal II reparto del comando generale della Guardia di finanza, dopo la quale un Atr 72 del comando operativo aeronavale ha rilevato l’avvicinamento al cargo del peschereccio partito dalle coste calabresi. Con l’impiego di ulteriori mezzi aerei e navali in forza al gruppo aeronavale di Messina, al gruppo esplorazione aeromarittima e al reparto operativo aeronavale di Palermo e con il supporto investigativo degli specialisti del Gico e del nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo, è stato predisposto un dispositivo di polizia. Durante la notte tra martedì 18 e mercoledì 19 luglio è stato accertato che la nave madre aspettava il peschereccio ai limiti delle acque territoriali.

Il valore del carico avrebbe fruttato oltre 850 milioni di euro

Il peschereccio, che aveva disattivato il sistema di localizzazione Ais, è stato bloccato dai finanzieri mentre stava facendo rientro verso le acque territoriali, dopo aver recuperato il carico gettato in mare dalla nave madre. L’enorme quantitativo si trovava dentro un locale occultato da un’ampia pannellatura. Le unità navali hanno inseguito e fermato la nave mercantile che stava cercando di riprendere il largo in direzione della Turchia, con a bordo un equipaggio composto da 15 soggetti di nazionalità ucraina, turca e azera. Le oltre 5,3 tonnellate di cocaina destinate al mercato italiano avrebbero fruttato oltre 850 milioni di euro.

Andrea Purgatori, la procura apre un’indagine per omicidio colposo

Dopo la morte del giornalista Andrea Purgatori, la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo in relazione alla morte. Il procedimento è stato aperto a seguito di una denuncia della famiglia su «presunte cure sbagliate». Spetterà ai pm di Roma disporre l’autopsia e procedere con l’acquisizione delle cartelle cliniche. Attraverso gli atti istruttori, si potrà accertare l’adeguatezza della diagnosi e delle cure conseguenti. L’inchiesta della procura di Roma è coordinata da Sergio Colaiocco.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sulla morte del giornalista Andrea Purgatori per omicidio colposo.
Andrea Purgatori, giornalista (Imagoeconomica).

La denuncia della famiglia e la nota sulle «pesanti terapie»

La richiesta della famiglia, nella denuncia, è mirata ad accertare «la correttezza della diagnosi». Nello specifico, si legge in una nota, i familiari del giornalista chiedono verifiche in merito alla diagnosi «refertata in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie». La famiglia di Purgatori è rappresentata dall’avvocato Gianfilippo Cau, ed è difesa nel procedimento dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri.

 

Ita Airways, nuovo cda a tre: Turicchi presidente, esce Lazzerini

Si è tenuta a Fiumicino l’assemblea degli azionisti di Ita Airways durante la quale è stato nominato il nuovo consiglio che si riduce da cinque a tre consiglieri. La composizione vede Antonino Turicchi presidente, Valeria Vaccaro e Francesco Spada consiglieri. Approvata poi dal cda la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con Fabio Maria Lazzerini, già amministratore delegato e direttore generale con affidamento delle deleghe operative ad Andrea Benassi, attuale Chief Network, Fleet and Alliances Officer, che assumerà l’incarico di direttore generale.

L'assemblea degli azionisti di Ita Airways si è riunita a Fiumicino e ha nominato il nuovo consiglio che si riduce a tre consiglieri.
Antonino Turicchi, presidente Ita (foto Imagoeconomica).

L’ingresso di Lufthansa che esprimerà altri due consiglieri, di cui uno sarà ad

Nella nota di Ita si legge che: «La decisione di nominare un consiglio di tre componenti è coerente con gli accordi intercorsi tra il ministero dell’Economia e delle Finanze e Lufthansa, in base ai quali, per effetto della sottoscrizione di un aumento di capitale a lei riservato, la compagnia tedesca entrerà nell’azionariato ed esprimerà altri due consiglieri, di cui uno con il ruolo di Ad».  Si tratta di quello che viene definito il compimento di «un altro importante passaggio nel percorso individuato nel piano industriale di Ita Airways, che da start up a totale partecipazione pubblica si è consolidata e ha avviato la privatizzazione». L’operazione «è soggetta all’autorizzazione della direzione generale per la concorrenza di Bruxelles».

Shakira, nuove accuse di frode fiscale dalla Spagna

Shakira è alle prese con nuovi guai con il fisco. La Corte Superiore di Giustizia della Catalogna ha aperto una causa contro l’artista colombiana, su istanza della procura, per accertare due casi di presunta frode fiscale che risalirebbero al 2018. Alla cantante vengono contestate alcune irregolarità nel pagamento dell’Irpef e dell’imposta sul patrimonio nel periodo in cui ha vissuto a Barcellona, quando era ancora sentimentalmente legata al difensore blaugrana Gerard Piqué. E si tratta della seconda volta, perché le prime accuse di frode fiscale riguardano il periodo tra il 2012 e il 2014.

In Spagna tornano ad accusare Shakira, stavolta per reati fiscali del 2018
Shakira durante il Gp di Spagna (Getty).

Shakira si difende: «Sempre agito a norma di legge»

La star ha subito risposto. I suoi avvocati hanno diffuso un comunicato in cui sottolineano che «come già affermato in numerosi occasioni, Shakira sostiene di aver sempre agito a norma di legge e con la consulenza dei migliori esperti fiscali». Inoltre si ricorda che Shakira è residente a Miami, nello stato della Florida. Il team di legali, inoltre, spiega come alla cantante colombiana non sia ancora stato inviato alcun avviso formale dell’apertura della causa da parte della giustizia spagnola. Hanno sottolineato di essere venuti a conoscenza tramite la stampa, «come è successo in tutti questi anni».

In Spagna tornano ad accusare Shakira, stavolta per reati fiscali del 2018
Shakira sul red carpet del Festival di Cannes nel 2022 (Getty).

Il processo per la presunta frode tra il 2012 e il 2014 parte a novembre

Intanto Shakira si prepara al processo relativo alla presunta evasione fiscale relativa al periodo tra il 2012 e il 2014. La prima udienza è fissata per il 20 novembre, al tribunale di Esplugues de Llobregat, vicino Barcellona. Per la cantante la procura ha chiesto 8 anni e due mesi di carcere, oltre a una multa di circa 24 milioni di euro. La cifra complessiva della frode, invece, sarebbe di 14 milioni e mezzo di euro. Nel luglio del 2022, l’accusa ha proposto un accordo a Shakira, che invece ha preferito non patteggiare e andare a processo. Sei i reati fiscali che le vengono contestati, tra cui il mancato pagamento delle imposte sul reddito e sul patrimonio. La residenza ufficiale della star della musica in quegli anni era alle Bahamas.

Forza Italia mette il cappello pure sul nucleare e si smarca dagli alleati

Prima l’uscita di Marina Berlusconi in difesa dell’onore e del ricordo di papà Silvio contro i pm di Firenze che indagano sulle stragi di mafia, a cui ha risposto a brutto muso la premier Giorgia Meloni, poi lo strenuo appoggio al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in favore dell’abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa. Forza Italia cerca sempre di più una strada autonoma all’interno della maggioranza di governo e ora ha messo il cappello sul nucleare. Come? Grazie a un mega convegno alla Camera dove ha schierato, ovviamente, il ministro dell’Ambiente, l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin, e il ministro degli Esteri e neo segretario del partito Antonio Tajani. Non solo. Erano presenti i big dell’industria pubblica e privata italiana, dall’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani all’ad di Eni Claudio Descalzi, passando per i ceo di Edison e Ansaldo nucleare, Nicola Monti e Riccardo Casale, fino a Nicola Rossi, responsabile Innovazione delle generazione di Enel.

Presenti solo gli azzurri: da Barelli a Squeri

Sono state però più le assenze a farsi notare. Del parterre non hanno fatto parte gli alleati degli azzurri. Lega e Fratelli d’Italia, che sul tema si sono dimostrati più che sensibili da molto tempo, non sono stati invitati. Sul lato politico, insomma, gli unici presenti erano gli azzurri: Paolo Barelli, capogruppo alla Camera, e Luca Squeri, responsabile energia del partito e tra i promotori dell’iniziativa. Squeri è anche il deputato che vorrebbe far partire un’indagine conoscitiva alla Camera proprio sul nucleare.

Forza Italia mette il cappello pure sul nucleare e si smarca dagli alleati
Il mega convegno di Forza Italia sul nucleare alla Camera (Imagoeconomica).

Braccia larghe e qualche perplessità tra gli alleati

«È un’iniziativa di partito», ha commentato un parlamentare di Fratelli d’Italia che da sempre segue il tema. «Anche noi ne abbiamo fatte in passato sull’argomento e non abbiamo invitato gli alleati», ha ricordato. Ma è difficile non fare caso al fatto che non ci fosse nessuno né dei meloniani né del Carroccio, in una delle sale principali dedicate ai convegni alla Camera e per di più in un giorno in cui erano in calendario lavori d’Aula (i parlamentari dovrebbero essere ancora a Roma, insomma). Anche qualche leghista, interpellato sull’argomento, si è limitato ad allargare le braccia e ricordare che loro sul tema ci sono, «anche prima di Forza Italia».

Pichetto punta forte sul nucleare: «Fonte alternativa e pulita»

Il ministro Pichetto, dal canto suo, ci è andato giù forte. Sul nucleare ci crede e punta a un vero rilancio. «L’energia nucleare è il futuro. Nessuno è in grado di dimostrare che si possa arrivare, senza nucleare, a soddisfare le esigenze che ci saranno tra 30-40 anni», ha detto. «Oggi non c’è più il tabù, soprattutto dopo la mozione approvata dal parlamento» a maggio 2023 che tra l’altro impegna il governo a «valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia», ha aggiunto il ministro.

Forza Italia mette il cappello pure sul nucleare e si smarca dagli alleati
Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin durante l’evento sul nucleare (Imagoeconomica).

Gia fibrillazioni nel governo su Marina e Nordio

Vedremo le reazioni. Quelle su Nordio e Marina sono state alquanto stizzite e sono arrivate dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ci sono «le cose che si devono fare e si fanno», invece «del resto si può evitare di parlare», ha detto Meloni sottolineando come tra le cose da fare non ci sia la modifica al concorso esterno in associazione mafiosa, c0n tanto di richiamo all’ordine di Nordio (che, come detto, ha trovato più sostenitori in Forza Italia che tra Fratelli d’Italia).

Partite in solitaria, ideali per il proporzionale delle Europee…

Su Marina, invece, sempre Meloni è stata lapidaria: «Non la posso considerare un soggetto della coalizione perché non è un soggetto politico», ha detto commentando la lettera al Giornale in difesa del padre che aveva raccolto il plauso di tutto il partito. Ora si apre anche il fronte nucleare. Un capitolo che Forza Italia vuole intestarsi e giocare in solitaria. Così come costringe a fare il sistema elettorale delle Europee, in programma nel 2024. Quel proporzionale che non prevede alleati. Nè ai convegni né in lista.

Calenda attacca Renzi: «Tiene le mani libere per ragionare con la maggioranza»

Carlo Calenda attacca Matteo Renzi in tv e lo accusa di non appoggiare le istanze delle opposizioni perché intenzionato ad accasarsi in Forza Italia. Il leader di Azione, durante un’intervista a Skytg24, ha infatti dichiarato: «Credo che Italia Viva stia tenendosi le mani libere per fare un ragionamento con la maggioranza di governo». E lo ha fatto proprio mentre i senatori dei due partiti, precedentemente insieme nel Terzo Polo, hanno eletto un nuovo capogruppo comune al Senato, Enrico Borghi, ora al Pd ma precedentemente in Iv.

LEGGI ANCHE: Italia viva e Azione ormai separati su tutto, persino sulla carne sintetica

Calenda contro Renzi: «Punta a Forza Italia, per questo tiene le mani libere»
Renzi e Calenda durante la campagna elettorale condotta insieme come Terzo Polo (Getty).

Calenda: «Slittamento verso destra»

L’analisi dell’ex ministro dello Sviluppo economico passa dalle posizioni prese da Renzi nelle ultime settimane. Calenda spiega il leader di Italia Viva guarderebbe al centro destra e che la sua supposizione nasce «da quello che vedo: la difesa a oltranza della Santanchè, il voto con il governo sulla carne sintetica fatto seguendo pedissequamente Lollobrigida… Non so cosa vogliano fare, ma vedo segnali da molto tempo di slittamento verso destra». Poi l’attacco frontale: «Renzi questo progetto lo ha fatto cadere, vuole fare cadere i gruppi per rincorrere Forza Italia? Lo deve spiegare. C’è un impegno con gli elettori, io i gruppi non li faccio cadere. Lo deciderà Renzi. Ovviamente se andrà con Forza Italia i gruppi cadranno ma è una scelta che farà Matteo Renzi, non che devo fare io».

Calenda contro Renzi: «Punta a Forza Italia, per questo tiene le mani libere»
Carlo Calenda e Matteo Renzi (Imagoeconomica).

Scalfarotto attacca Calenda

Il primo a reagire è stato il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto. Su Twitter ha scritto: «Mentre tutto il gruppo unito Az-IV era riunito per eleggere Enrico Borghi al Senato, Carlo Calenda dagli studi televisivi attaccava ancora una volta IV e Matteo Renzi. Una discrasia costante fra il clima sempre sereno che si respira nel gruppo e l’atteggiamento di Calenda all’esterno. Con un solo gesto Calenda ha dimostrato la sua sensibilità istituzionale, il suo rispetto per i colleghi e ha dato l’ennesima prova di una acume e visione politica, caratteristiche che tutti i colleghi in Parlamento fanno a gara a riconoscergli. Il progetto del partito unico è fallito perché Calenda ha avuto paura di perdere il congresso unitario. Tutto il resto sono chiacchiere da bar. Rimane il fatto che per avere un briciolo di visibilità Calenda deve parlare di Renzi. Altrimenti non finisce nemmeno sulle agenzie».

Barbie, Burger King lancia un hamburger e un menù ispirati al film

Un hamburger rosa dedicato al film di Barbie è l’ultima trovata del colosso Burger King, che ha pensato di accompagnare il lancio della pellicola diretta da Greta Gerwig con un panino speciale. Il film, che sta facendo impazzire il mondo, è arrivato nelle sale italiane proprio oggi, giovedì 20 luglio.

La catena di fast food Burger King dedica al film Barbie un hamburger rosa con tanto di menù speciale. In Italia ancora non è disponibile.
Barbie menù (Instagram).

Nel menù doppio cheesburger rosa e patatine ken

L’idea è nata in Brasile in corrispondenza dell’uscita al cinema del film dedicato alla bambola più famosa del mondo. Il Barbie burger menù comprende:

  • il pink burger, un doppio cheeseburger con cheddar, salsa rosa aromatizzata e pancetta a cubetti;
  • le patatine ken, che sebbene non abbiano nulla di diverso dalle tradizionali patatine del Burger King si contraddistinguono per avere un incarto azzurro brillante;
  • un frullato alla fragola rigorosamente rosa, ideato in collaborazione con Nesquik;
  • e una ciambella, la Pink Donut, in collaborazione con Donut.

Il tutto in una scatola di cartone a forma di casa Barbie Land. Caratteristica imprescindibile del barbie menu è il rosa glamour. In Italia il menù di barbie ancora non è disponibile e la catena di fast food non lascia trapelare niente a riguardo. I fan italiani colpiti dalla cosiddetta “febbre barbie” dovranno accontentarsi dell’uscita nelle sale del film interpretato dall’attrice australiana Margot Robbie.

La mania di Barbie ha contagiato anche il caffè

Non solo Burger King. Anche un’altra grossa catena americana non si è fatta sfuggire l’occasione e, cavalcando l’onda del successo del film, ha ideato il Frappucino di Barbie. Si tratta di Starbucks, la nota caffetteria che proprio in questi giorni sta pubblicizzando il frappuccino rosa in edizione limitata, al momento disponibile solo in Canada. Si tratta di un frappuccino alla vaniglia, sciroppo di lampone, frutto del drago e panna montata.

Navalny, chiesti 20 anni di carcere: il discorso dell’attivista alla Corte

Il pubblico ministero ha chiesto per Alexei Navalny 20 anni di reclusione per «estremismo» da scontare in una colonia a regime speciale. Lo ha reso noto Ivan Zhdanov, tra i più stretti collaboratori dell’attivista e oppositore di Putin in carcere dal 2021. L’accusa ha inoltre chiesto 10 anni per un altro imputato nello stesso processo, Daniel Kholodny. La sentenza è attesa per il 4 agosto alle ore 16.

L’ultimo intervento di Navalny davanti alla Corte: «Chi chiede giustizia in Russia è completamente indifeso»

Dopo l’udienza a porte chiuse (i giornalisti non sono più ammessi in Aula) Navalny ha pronunciato il suo ultimo discorso. Il testo integrale è stato pubblicato dai suoi sostenitori e ripreso da Meduza. «Tutti in Russia sanno che chi chiede giustizia in tribunale è completamente indifeso», ha detto Navalny rivolgendosi alla Corte. «È un caso senza speranza. In un Paese governato da un criminale, le questioni controverse vengono risolte con la contrattazione, il potere, la corruzione, l’inganno, il tradimento e non con qualche tipo di legge». Riferendosi alla rivolta fallita della Wagner ha aggiunto: «Coloro che sono stati dichiarati traditori della Patria hanno ucciso diversi ufficiali dell’esercito russo al mattino davanti a tutta la Russia stupita, e a cena sono tornati a casa, per dividersi i soldi». E, ancora: «Ancora una volta la legge e la giustizia in Russia non trovano posto nei tribunali. Tuttavia, è necessario sfruttare ogni occasione per parlare, e parlando ora a un pubblico di 18 persone, sette delle quali indossano maschere nere che coprono loro il volto, voglio non solo spiegare perché continuo a combattere quel male senza scrupoli che si autodefinisce “il potere statale della Federazione russa”, ma anche esortarvi a farlo insieme a me».

Navalny, l'accusa ha chiesto 20 anni di carcere: il discorso dell'attivista alla Corte
Alexey Navalny (Getty Images).

«Io amo la Russia, ma un Paese senza giusto processo o elezioni eque non sarà mai prospero»

Navalny ha poi ribadito: «Io amo la Russia. Il mio intelletto mi dice che è meglio vivere in un Paese libero e prospero che in uno corrotto e impoverito. E mentre sto qui e guardo questo tribunale, la mia coscienza mi dice che qui non ci sarà giustizia né per me né per nessun altro. Un Paese senza un giusto processo non sarà mai prospero. Quindi sarà ragionevole e giusto da parte mia lottare per un tribunale indipendente, elezioni eque e contro la corruzione, perché allora raggiungerò il mio obiettivo e potrò vivere nella mia Russia libera e prospera». «Perché nasca un Paese nuovo, libero, ricco, deve avere dei genitori che sono pronti a fare dei sacrifici, sapendo che ne vale la pena», ha concluso l’oppositore. «Non tutti devono andare in prigione. Ma ognuno deve fare qualche sacrificio, qualche sforzo». «Sono accusato di incitamento all’odio nei confronti di rappresentanti delle autorità e dei servizi speciali, giudici e membri del partito Russia Unita. No, non incito odio. Ricordo solo che una persona ha due gambe: la coscienza e l’intelletto. E quando ti stancherai di scivolare contro questo potere, quando finalmente capirai che il rifiuto della coscienza alla fine porterà alla scomparsa dell’intelletto, allora, forse, starai su entrambe le gambe come una persona e insieme potremo avvicinarci alla bella Russia del futuro».

 

Eto’o denunciato alla Fifa per match truccati

Samuel Eto’o è stato denunciato alla Fifa dalla Njalla Quan Sports Academy, formazione camerunense che militava nella serie C del Camerun, e dal suo patron, l’ex vicepresidente della federazione Henry Njalla Quan. L’uomo accusa l’ex stella dell’Inter e del Barcellona, oggi presidente della Fecafoot, di aver truccato alcune partite. Ha presentato un dossier in cui si chiede di aprire un’inchiesta a carico di Eto’o per corruzione, abuso di potere, minacce fisiche e psicologiche, incitamento all’odio e alla violenza, diffusione di notizie false e per alcune gare, il cui risultato sarebbe stato manipolato.

Samuel Eto'o è stato accusato di aver truccato alcuni match: presentato un esposto alla Fifa
Samuel Eto’o (Getty).

Il match truccato è «il più grosso scandalo nella storia del calcio»

Il club, nel documento, si riferisce al match tra Njalla Quan e Kumbo. La prima accusa è rivolta a Foko Kamga, designatore degli arbitri che la società ha invitato per tutelarsi da eventuali torti. Ma quest’ultimo non si è presentato per un guasto all’auto. Nell’esposto alla Fifa si legge: «Quella partita, senza esagerazioni è probabilmente il più grosso scandalo nella storia del calcio. Al termine del match abbiamo scritto a Eto’o per chiedere che la partita venisse rigiocata. A oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. Nel giorno stesso in cui il presidente federale ha ricevuto la missiva, la Fecafoot ha sospeso il nostro proprietario. Poche ore dopo Eto’o si è recato a Limbe dove si è incontrato con Kamga, ignorando Monsieur Njalla Quan». E anche il match di ritorno sarebbe stato truccato, con una telefonata all’intervallo con cui Eto’o avrebbe dato «le ultime istruzioni» all’arbitro.

Le altre accuse: «Eto’o paga un dirigente per controllarmi»

I rapporti tra Eto’o ed Henry Njalla Quan sono tesi da tempo. In precedenza l’ex vicepresidente lo ha accusato di essere stato lui ad allontanare il portiere Andre Onana dalla nazionale camerunense prima del mondiale in Qatar. E poi ha anche dichiarato che «Eto’o ha dato un milione di franchi Cfa a un dirigente di calcio per controllarmi, e quest’uomo ha iniziato a minacciare la mia famiglia. Ho contattato il pubblico ministero, che ha provveduto a garantire la mia incolumità».

Samuel Eto'o è stato accusato di aver truccato alcuni match: presentato un esposto alla Fifa
L’ex calciatore del Barcellona e dell’Inter Samuel Eto’o (Getty).

Si sblocca la terza rata del Pnrr ma l’Italia vede slittare mezzo miliardo

Un gioco di equilibri. Raffaele Fitto, il ministro che si deve occupare della travagliata attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), porta a casa un accordo con Bruxelles che è di quelli da bilancino, politica vecchio stampo, fatta di mediazioni a oltranza e risultati strascicati. Il governo infatti, su proposta dello stesso Fitto, ha rinunciato a 519 milioni di euro della terza rata del Pnrr, almeno per il momento, visto che c’è l’intesa per recuperarli all’interno della quarta rata. Ma ha incassato una cosa ben più preziosa nelle logiche dell’esecutivo: il tempo. Sì, perché per mettere le mani sui quattrini dell’Europa ci sono vincoli da rispettare. Emblematica è la storia della ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze (che tanto aveva visto battibeccare Matteo Renzi e il sindaco della città toscana Dario Nardella), depennata dalla Commissione dalle spese imputabili al Piano.

La terza rata da 54 obiettivi per 18,5 miliardi, nella quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi

Cosa cambia dunque a livello di cifre? I finanziamenti non sono persi, ma dilazionati: la somma totale dei fondi ex Next Generation da destinare all’Italia per il 2023 resta di circa 35 miliardi: 18,5 dalla terza rata e 16,5 dalla quarta. Palazzo Chigi in una nota ha provato a fare chiarezza: «In accordo con la Commissione, le modifiche proposte non avranno alcun impatto sull’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un importo totale di 35 miliardi di euro). La terza rata prevedrà 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi. Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal Pnrr nel 2023 sarà incassato per intero».

Risolto il caos dei posti letto negli alloggi studenteschi

Tra i paletti imposti dall’Europa c’è la risoluzione del caos alloggi studenteschi, oggi troppo pochi e dunque troppo cari (ancora viva nella mente degli italiani, a tal proposito, la serie di proteste davanti alle Università). Ma mettere a regime i nuovi posti letto chiesti dagli studentati di cui tanto si è discusso in questi ultimi mesi, non è cosa che può essere sbrigata nell’arco di poco. Anche perché Bruxelles chiede che questi alloggi siano realizzati all’interno di edifici nuovi e non, come invece inizialmente aveva pensato il governo, in strutture riconvertite.

Un’intesa democristiana
Studenti protestano contro il caro alloggi davanti a La Sapienza a Roma.

Alla fine la quadra è stata trovata: i 7.500 posti letto non saranno tirati su nell’immediato, bensì assieme a tutti gli altri che erano previsti (per un totale di 60 mila posti) per l’estate del 2026. O meglio, entro quella data dovranno essere state espletate tutte le procedure burocratiche propedeutiche per l’avvio dei lavori. E i soldi? Il mezzo miliardo di euro e oltre cui l’Italia per adesso rinuncia sarà corrisposto da Bruxelles con la quarta rata prevista dal Piano.

L’Ue: «Con Roma scambi costruttivi, valuteremo le modifiche»

Dal lato di Bruxelles, un portavoce della Commissione Ue ha commentato così: «La collaborazione tra la Commissione e le autorità italiane è stata molto costruttiva. Poiché il lavoro tecnico è ancora in corso, non possiamo fornire ulteriori dettagli in questa fase. La Commissione valuterà formalmente l’emendamento proposto nel contesto del quadro normativo relativo alle revisioni dei piani di risanamento e di resilienza. Non prevediamo modifiche all’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia dovrebbe ricevere nel 2023, tenendo conto della terza e della quarta richiesta di pagamento».

Cristoforo Colombo, torna in Italia l’incunabolo sulla scoperta dell’America

Gli Stati Uniti hanno restituito all’Italia un prezioso incunabolo di Cristoforo Colombo. Risalente al 1493 e scritto in latino, è una delle sole 30 copie della lettera con cui l’esploratore annunciò ai reali di Spagna ciò che aveva scoperto nelle sue missioni oltreoceano. Convinto però di essere approdato nelle Indie, non seppe mai di aver messo piede in una terra allora sconosciuta in Europa, l’America. Il documento torna così alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, da cui venne trafugato alla fine degli Anni 80 da un ignoto commerciante di libri rari. Nel 2003 lo acquistò per 1,5 milioni di dollari (circa 1,3 milioni di euro) un collezionista privato di Dallas che non aveva però idea del suo valore. «L’indagine è stata avviata nel 2012 e il proprietario, appena saputo di cosa si trattava, non si è opposto», ha spiegato il generale di Brigata dei Carabinieri Vincenzo Molinese durante la cerimonia di restituzione a Roma.

La lettera è nota come edizione Plannck I, dal nome del tipografo tedesco che nel XV secolo si occupò della stampa. Nelle otto pagine di De insulis in mari indico nuper inventis (traducibile con “Sulle isole appena scoperte nel mare dell’India”), Cristoforo Colombo racconta i suoi progressi rivolgendosi direttamente al re di Spagna Ferdinando e a sua moglie Isabella, suoi maggiori finanziatori. Come ha riportato la Cnn, quella giunta in Italia è la quarta copia della lettera recuperata dalle autorità statunitensi. Nel 2016 ritrovarono il documento trafugato dalla biblioteca di Firenze, poi donato alla Biblioteca del Congresso americana. Due anni dopo ne trovarono altre due, ora conservate in Vaticano e a Barcellona.

Il ministro Sangiuliano: «A Venezia presto una mostra su Cristoforo Colombo»

Entusiasta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Le opere d’arte sono tutte molto importanti», ha detto a margine della cerimonia. «Questa assume però un significato particolare in quanto legata a un personaggio straordinario come Cristoforo Colombo». Ha poi annunciato per il 2024 la creazione, con la collaborazione della Regione Veneto, di una mostra nella città di Venezia. «L’esposizione potrebbe anche essere itinerante», ha concluso il ministro. Da parte sua, il governatore del Veneto Luca Zaia ha assicurato che «farà a pieno la sua parte nella valorizzazione di questo prezioso reperto».

La lettera di Cristoforo Colombo era stata trafugata negli Anni 80 dalla Biblioteca Nazionale Marciana. Presto anche una mostra.
La lettera di Colombo conservata dal 2018 in Vaticano (Getty Images).

Odessa, anche il consolato cinese danneggiato dai bombardamenti russi

La sede del consolato generale cinese a Odessa è stata danneggiata dai bombardamenti russi che nella notte tra mercoledì e giovedì hanno colpito la città. Lo ha reso noto Oleg Kiper, capo dell’amministrazione militare della regione dell’Ucraina meridionale. «L’aggressore colpisce deliberatamente il porto», ha scritto il governatore su Telegram postando alcune foto, «gli edifici amministrativi e residenziali, così come il consolato della Repubblica popolare cinese sono stati danneggiati. Ciò significa che il nemico non presta attenzione a nulla». Il bilancio dell’ultimo attacco russo sulla città portuale è di un morto e almeno otto feriti, tra cui tre dipendenti del Servizio di emergenza statale dell’Ucraina. Nell’intera regione si contano invece almeno 20 feriti, cinque dei quali bambini, e un’altra vittima.

Per Kyiv i bombardamenti di Mosca sono collegati al ritiro dall’accordo sul grano

Secondo il comando dell’aeronautica ucraina, nella notte del 20 luglio, sono stati lanciati 19 missili da crociera, tra cui Onyx e Calibre, e 19 droni kamikaze. Cinque missili e 13 droni sono stati abbattuti. È la terza notte consecutiva di attacchi russi contro le infrastrutture portuali di Odessa e Chernomorsk. Kyiv ha collegato i bombardamenti al ritiro di Mosca dall’accordo sul grano e alla volontà del Cremlino di «distruggere qualsiasi modo per rifornire fornire i mercati mondiali». Dal canto suo Mosca ha definito i bombardamenti su Odessa una «rappresaglia» per l’attacco sul ponte di Crimea.

Salvo Sottile si scusa per la bestemmia sui social contro Elly Schlein: «Errore non voluto»

Il 19 luglio scorso, sulla pagina ufficiale del giornalista Salvo Sottile, è comparsa una bestemmia. Un clamoroso errore per cui il cronista si è già scusato, causato dalla distrazione e dal sistema T9 di uno dei suoi collaboratori. Nel post, poi eliminato, si leggeva: «In occasione del 31 anni dalla strage di via d’Amelio dove persero la vita Paolo Borsellino e cinque uomini della scorta, ci saranno la premier Meloni e la leader del P**D Elly Schlein». Il Partito democratico si trasforma quindi in una bestemmia. Sottile si è subito scusato con un video postato sul profilo ufficiale, mentre è in vacanza a Barcellona.

Sottile: «A Elly Schlein le mie scuse più sincere»

Nel video Salvo Sottile è costernato e si scusa: «Mi trovo a Barcellona per qualche giorno con i miei figli e faccio questo video, una volta tanto, non per parlare di notizie ma di qualcosa che mi riguarda. A ora di pranzo sono stato raggiunto dalle telefonate di alcuni amici e colleghi che mi avvisavano che in un post sulla pagina Facebook c’era una bestemmia su una notizia che riguardava Elly Schlein, la segretaria del Pd. Una cosa grave, di cui sono sinceramente dispiaciuto e rammaricato. È successo che un collaboratore della pagina è stato tradito dal correttore automatico e da una svista grave».

Una bestemmia è apparsa sul profilo di Salvo Sottile contro Elly Schlein: è stato un errore di un collaboratore
Salvo Sottile (Imagoeconomica).

«Ma siccome la pagina è mia», prosegue il giornalista, «il responsabile sono io. E sono io che ci metto la faccia. Mi voglio assumere tutta la responsabilità e scusarmi profondamente con chi ha letto quel post e soprattutto con la segretaria del Pd Elly Schlein. A lei vanno le mie scuse più sincere» .

Il collaboratore: «Episodio lontano da ciò che sono»

A scusarsi pubblicamente sulla pagina di Sottile è anche Fabrizio Grimaldi, il collaboratore che ha pubblicato il post: «Mi scuso sinceramente per l’increscioso strafalcione nell’articolo pubblicato questa mattina e sulla pagina Facebook del direttore Salvo Sottile. Un episodio che mi risulta ancora di difficile comprensione, perché lontano anni luce da ciò che sono e da quello che scrivo normalmente. Non importa se si è trattato di una correzione automatica, di un refuso o di un hackeraggio del mio profilo. Vorrei solamente porgere le mie più sentite scuse a tutti, in primis al direttore Salvo Sottile, esente da ogni colpa, al Membro della Camera dei deputati Elly Schlein, alla Rai e a tutti coloro che hanno letto l’articolo».

Fintech Partners investe in NOB 4.0 a supporto della bike economy

Fintech Partners, sub holding di investimento controllata da SRI Group, gruppo finanziario internazionale fondato e presieduto da Giulio Gallazzi, ha investito, divenendo uno dei principali azionisti, in NOB 4.0 Società Benefit. La Srl controlla Imatra, una nuova piattaforma digitale e app nel mondo della bike economy che converte l’energia di chi pedala in una «moneta digitale» (Imatra coin) con la quale è possibile acquistare prodotti dei più importanti brand del mondo del ciclismo sul marketplace proprietario.

L’app di NOB 4.0 verrà lanciata a fine luglio

Imatra si pone l’obiettivo di riunire la community internazionale dei ciclisti incrementandone la connessione e creando valore aggiunto per tutti quegli amanti della bicicletta che credono che attraverso essa si possa fare qualcosa di positivo per sé e il mondo che ci circonda. Gli utenti potranno creare inoltre relazioni autentiche con i più importanti brand premium del settore, che hanno fatto della sostenibilità e della promozione di uno stile di vita più sano la loro mission. Già disponibile in 31 paesi, l’app vedrà il lancio della nuova release a fine luglio, inizialmente per il mercato italiano, con l’integrazione del marketplace direttamente in app, dove gli utenti potranno fare acquisti utilizzando gli Imatra coins accumulati.

Digital Innovation, MedTech e Fintech tra i settori attenzionati dalla sub-holding di SRI

Il modello di Fintech Partners prevede di apportare finanza e competenze di growth management dedicando capacità sviluppate negli anni dal gruppo SRI, che si occupa da oltre 20 anni di investment banking e corporate finance advisory, divenendo nell’ultimo decennio uno dei più attivi investitori diretti nel segmento PMI. La società ha, inoltre, di recente consolidato nel proprio team di azionisti, co-investitori e partner, figure di alto profilo e competenze specifiche nei segmenti Digital Innovation, MedTech e Fintech. Nell’ambito dell’operazione, la sub-holding di SRI si è avvalsa dell’assistenza dello Studio Villa e associati di Bologna per gli aspetti legali, con un team formato dagli avvocati Federico Villa e Giada Orioli, e dello Studio Zannini di Bologna, con un team guidato dal partner Dott. Vieri Zannini, per gli aspetti finanziari e fiscali. NOB 4.0 è stata assistita dallo studio Korus Partners di Pesaro, con un team formato dal Dott. Arnaldo Cappellini e dal Dott. Tommaso Giorgi.

Incendi in Sicilia: bruciano le colline a Messina e Catania

Mentre il Veneto fa i conti con i danni e i feriti dovuti alle violente grandinate delle ore scorse, la Sicilia è alle prese con gli incendi. Diverse squadre dei vigili del fuoco lavorano incessantemente dalla notte tra il 19 e il 20 luglio per tentare di arginare le fiamme, divampate soprattutto nella parte orientale della Regione. Le città maggiormente interessate sono Messina e Catania, ma richieste d’intervento sono arrivate anche da Agrigento e nel Trapanese. A Palermo, invece, un incendio ha danneggiato un magazzino al piano terra di un palazzo nel quartiere di Brancaccio, costringendo i residenti a lasciare le case.

LEGGI ANCHE: Caldo, domani 21 luglio ancora bollino rosso in 19 città: le previsioni

Messina e Catania bruciano: gli incendi colpiscono la Sicilia
Un elicottero sorvola uno degli incendi a Messina

A Messina le colline bruciano da ore

La situazione peggiore è quella messinese. Intorno alle 20 del 19 luglio le fiamme sono divampate nelle zone di Scoppo e Camaro, come spiega il comando nazionale dei vigili del fuoco sul proprio canale Twitter. Nonostante le cinque squadre impegnate nella notte e il massiccio utilizzo di canadair ed elicotteri, i focolai non sono stati spenti del tutto e a distanza di quasi 24 ore si continua a lavorare senza sosta per arginare gli incendi. In una delle zone colpite, quella del bosco di Camaro, le fiamme si sono pericolosamente avvicinate alle abitazioni.

Incendi anche a Catania, Enna, Alcamo e Sambuca di Sicilia

Andando a sud, in provincia di Catania si sono registrati incendi sia nel comune di Militello sia a Belpasso, dove è stato necessario l’intervento dei mezzi aerei. I vigili del fuoco sono stati chiamati a spegnere il fuoco anche a Burgio e Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, a Piazza Armerina nell’Ennese e in parte del territorio trapanese, tra Monte Baronia e Alcamo. Si continua a monitorare l’evoluzione anche in vista del bollino rosso del 21 luglio. Si teme che con l’ulteriore aumento delle temperature possano svilupparsi altri incendi.

Il Wp: «Kyiv ha iniziato a usare le bombe a grappolo Usa»

La notizia è stata diffusa dal Washington Post: «Le forze ucraine hanno iniziato a usare le munizioni a grappolo statunitensi contro le forze russe nel sud-est del Paese, nel tentativo di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato l’offensiva estiva di Kyiv». Oltre alle posizioni in prima linea nel sud-est dell’Ucraina, le munizioni a grappolo – riporta il WP – dovrebbero essere utilizzate anche «vicino alla città di Bakhmut controllata dai russi, il luogo della battaglia più lunga e sanguinosa della guerra».

La conferma è arrivata dal Washington Post. Secondo alcuni funzionari ucraini, le forze armate hanno iniziato a usare le bombe a grappolo.
Esplosione (Getty Images).

Putin e la minaccia di ritorsioni

Solo domenica 16 luglio, il presidente russo Vladimir Putin, riferendosi alle munizioni a grappolo, aveva minacciato di ritorsioni contro l’Ucraina se «usate contro di noi», nonostante la Russia, come riporta il quotidiano, abbia già utilizzato munizioni a grappolo nelle aree popolate dell’Ucraina almeno «24 volte dall’inizio dell’invasione di Mosca il 24 febbraio 2022, secondo le Nazioni Unite». Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, nei giorni scorsi, ha dichiarato che l’Ucraina si è impegnata «per iscritto a non utilizzare le munizioni contro i centri abitati» e che «saranno compiuti sforzi per cercare di ripulire le aree in cui sono dispiegate le armi».

 

 

Sciopero a Hollywood, Universal accusata della potatura di alberi nei luoghi di protesta

Universal sotto indagine per aver potato alcuni alberi su una strada in cui è in corso lo sciopero di attori e sceneggiatori di Hollywood. Secondo il comico Chris Stephens, in piazza per protestare in favore dei diritti di interpreti e lavoratori dello spettacolo, eliminando l’ombra l’azienda intende scoraggiare i manifestanti durante l’ondata di caldo torrido che si sta abbattendo su Los Angeles. Immediata la replica di Universal, che ha parlato di un’attività annuale per alleggerire le chiome in vista dell’arrivo delle piogge. «Non era nostra intenzione creare disagi», ha spiegato la società in un comunicato ufficiale. «Abbiamo agito in collaborazione con agronomi specializzati». La zona è però sotto la gestione del Dipartimento dei lavori pubblici di LA, che non ha autorizzato alcun taglio.

«Gli alberi sono essenziali per gli abitanti e per l’ambiente», ha spiegato alla Cnn l’attivista e City Controller – responsabile della contabilità – Kenneth Mejia. «Soprattutto con le recenti temperature». Il funzionario ha inoltre spiegato come su quella strada sia sufficiente una potatura quinquennale e non un intervento a cadenza annuale. In attesa della conclusione delle indagini, Universal ha provato a rimediare annunciando l’installazione di tende istantanee e la fornitura di acqua ai manifestanti. «Comunichiamo continuamente con i leader sindacali per lavorare insieme durante lo sciopero», ha concluso il portavoce della società.

Intanto lo sciopero degli attori procede senza progressi

Attori e sceneggiatori intanto proseguono il loro sciopero, ma i negoziati arrancano. In una nota riportata dal New York Times, il sindacato Sag-Aftra ha parlato di parti «distanti sulle questioni più critiche». In risposta, l’associazione che rappresenta gli studios ha accusato gli attori di «distorcere deliberatamente le offerte presentate». Accanto a centinaia di interpreti meno noti sono scese in piazza anche decine di star, che sin dal primo momento hanno manifestato il loro sostegno. Hanno marciato in strada, tra gli altri, Susan Sarandon, Jason Sudeikis, Sean Astin, Rosario Dawson, Mark Ruffalo e Kevin Bacon. Sui social e in alcune apparizioni tv hanno anche parlato Margot Robbie, George Clooney e Tom Cruise. «Non volevamo scioperare, ma non avevamo altra scelta», ha spiegato la presidente del sindacato Fran Drescher a Variety. «Lo facciamo per tutti i lavoratori».

Universal sotto indagine per aver potato alberi nelle zone di protesta di attori e sceneggiatori. La replica: «Lo facciamo ogni anno».
L’attore Sean Astin in strada per lo sciopero (Getty Images).

Federico Zampaglione, chi è l’ex fidanzato di Claudia Gerini

Federico Zampaglione è un cantautore, regista e sceneggiatore italiano nato a Roma il 29 giugno 1968 noto per essere il frontman dei Tiromancino, band che ha fondato nel 1989 e che ha raggiunto l’apice del successo con l’album La descrizione di un attimo. L’estratto Due destini è stato inserito nella colonna sonora del film Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek.

Federico Zampaglione: biografia e carriera

Oltre ad essere la voce e l’autore dei pezzi dei Tiromancino, è anche l’esecutore dei videoclip della band. Da sempre si è interessato alla regia approdando anche al cinema sia qualità di regista sia di sceneggiatore. Nel 2007 ha debuttato alla regia nel film Nero bifamiliare, scrivendone anche  la sceneggiatura. A questa prima pellicola sono seguiti Shadow, Tulpa – Perdizioni mortali e Morrison, film che è stato tratto dal libro Dove tutto è a metà che l’artista ha scritto a quattro mani con il giornalista e sceneggiatore Giacomo Gensini. Nel 2015 invece è tornato alla sua prima passione e ha diretto il videoclip del brano Ci stai di Biagio Antonacci, con il quale ha vinto il premio Roma Videoclip come miglior video e miglior regia.

Federico Zampaglione è il frontman della band dei Tiromancino, autore tra gli altri del brano Due destini della colonna sonora del film Le fate ignoranti.
Federico Zampaglione (Getty Images).

Tra le canzoni che anno reso celebre i Tiromancino scritte e interpretate da Federico Zampaglione vi sono Per me è importante, Amore impossibile, che vede la collaborazione del padre Domenico Zampaglione e L’odore del mare. Federico ha inoltre collaborato come autore con altri artisti tra cui Fabri Fibra per il singolo Incomprensioni, Michele Bravi per Sotto una buona stella, tema musicale dell’omonimo film di e con Carlo Verdone, e Eros Ramazzotti per quattro canzoni dell’album Perfetto. Ma il suo amore per la scrittura non si è fermato al mondo musicale: nel 2017 Federico ha pubblicato il suo primo romanzo, Dove tutto è a metà, scritto insieme a Giacomo Gensini.

La storia d’amore con Claudia Gerini

Zampaglione ha avuto una lunga storia d’amore con l’attrice Claudia Gerini, con la quale nel 2009 ha avuto una figlia, Linda. I due sono stati insieme per 11 anni, dal 2005 al 2016. Dopo questa importante relazione, il frontman dei Tiromancino ha conosciuto l’attrice Giglia Marra. I due si sono incontrati a Roma in un locale. La Marra era con una sua amica, grandissima fan di Zampaglione, che gli si è avvicinata per chiedergli una foto. Un incontro casuale dal quale è nato un grande amore. La coppia, dopo più di cinque anni di fidanzamento, si è sposata nel 2021.

Il Pd di Reggio Emilia cerca volontari per il concerto di Harry Styles: turni da 10 ore senza paga

Reggio Emilia si prepara al grande evento dell’estate. Il 22 luglio alla Rfc Arena di Campovolo sono attese 103 mila persone, che assisteranno al concerto di Harry Styles. Il suo Love on Tour si concluderà in Italia e c’è chi da settimane si è accampato per poter conquistare la prima fila, con tanto di regole ferree per mantenere l’ordine in coda. Il Fatto Quotidiano ha rivelato che dietro l’organizzazione della manifestazione c’è anche il Pd. E la federazione di Reggio Emilia sta arruolando una schiera di volontari per la distribuzione di alimenti e bevande, con turni dall’alba alla fine del concerto.

Il Pd cerca volontari per lavorare al concerto di Harry Styles, gratis e con turni di 10 ore
Harry Styles durante un concerto a Londra (Getty).

L’appello del Pd: «Turni lunghi ma lavoro non pesante»

Agli iscritti al partito è stato inviato un messaggio già a inizio settimana. Nell’appello dei dem si legge: «Ciao, la Federazione PD di Reggio Emilia, collabora allo svolgimento dei concerti in Arena ed in questo momento stiamo lavorando al concerto di Harry Styles. Se ti va di fare volontariato, puoi fare riferimento». Poi un recapito da contattare e le mansioni da eseguire. Si parla di «distribuzione a bancone di alimenti e bevande pronte, in supporto al catering gestore». Infine i turni, uno dalle 6 alle 16 e l’altro dalle 14.30 alla fine del concerto: ««I turni sono lunghi ma il lavoro in sé non è pesante, naturalmente durante il turno si può mangiare, fare pause e tutto il necessario e assistere al concerto. Mancano ancora volontari. Sarà il più grande concerto d’Europa con 103 mila paganti».

Critiche per il lavoro gratuito

Ma l’appello del Pd ha ricevuto anche molte critiche. L’associazione Reggio Emilia in Comune ha attaccato il segretario locale Massimo Gazza, chiedendo di spiegare perché il lavoro non sarà retribuito: «Che la cultura del lavoro viva un suo minimo storico dopo decenni di attacchi padronali a diritti e tutele è storia nota. Meno scontato invece che il Pd locale, in barba alla segretaria Schlein che proprio sui diritti di lavoratrici e lavoratori vuole far ripartire il partito, si trasformi in agenzia di reclutamento di manodopera gratuita falsamente venduta come volontariato». Gazza ha dichiarato che il Pd «al pari di altre associazioni e realtà no profit si rapporta nella gestione di alcuni servizi a supporto delle attività della Rcf Arena, per contribuire al successo di iniziative che sono certamente a vantaggio di tutta la nostra comunità».

Il Pd cerca volontari per lavorare al concerto di Harry Styles, gratis e con turni di 10 ore
Harry Styles (Getty).

Nunzia De Girolamo e Sabrina Giannini al posto di Bianca Berlinguer il martedì sera: l’indiscrezione

Chi prenderà il posto di Bianca Berlinguer nella fascia del martedì sera di Rai 3, in precedenza occupata dal suo Cartabianca? Ci sono due nomi che in queste ore si stanno facendo strada a proposito: si tratta di Nunzia De Girolamo e di Sabrina Giannini.

Si dice che Nunzia De Girolamo e Sabrina Giannini prenderanno il posto di Bianca Berlinguer il martedì sera su Rai 3: ecco gli ultimi rumor.
Nunzia de Girolamo (Getty).

Sabrina Giannini e Nunzia De Girolamo al posto di Bianca Berlinguer su Rai 3?

I nomi di De Girolamo e di Giannini come sostituite della conduttrice (che di recente ha scelto di lasciare la Rai dopo 34 anni) sono stati anticipati da TvBlog e da LaPresse e sarebbero dunque attualmente in pole. Si saprebbero già, a proposito, anche i primissimi dettagli dei loro nuovi futuri progetti. Se la notizia dovesse essere confermata, De Girolamo dovrebbe condurre un talk di stampo politico al posto di Cartabianca in onda su Rai 3 da ottobre 2023. Giannini dovrebbe invece colmare il vuoto lasciato dalla trasmissione di Bianca Berlinguer per il mese di settembre, in attesa di passare il testimone alla collega. Il prossimo impegno di Sabrina Giannini, a quanto pare, dovrebbe essere un nuovo ciclo del programma Indovina chi viene a cena.

Si dice che Nunzia De Girolamo e Sabrina Giannini prenderanno il posto di Bianca Berlinguer il martedì sera su Rai 3: ecco gli ultimi rumor.
Sabrina Giannini (Instagram).

Si lavora anche per coprire lo spazio del lunedì

La riorganizzazione del palinsesto di Rai 3 riguarda anche la copertura del lunedì. Dato che Report di Sigfrido Ranucci si sposta di domenica sera al posto di Che tempo che fa, si libera in questo modo anche lo spazio del lunedì. Sembra che a Viale Mazzini si stia già lavorando per un nuovo talk di attualità e cronaca, utile a coprire il buco.

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