Daily Archives: 11 Luglio 2023

Tom Holland e la dipendenza da alcol: «Restare sobrio è la cosa migliore che abbia fatto»

L’attore Tom Holland, durante il podcast On Purpose con Jay Shetty, ha rivelato che restare sobrio è «la cosa migliore che abbia mai fatto». La star di Spiderman e Avengers ha confessato di essere stato «schiavo» dell’alcol. La ripresa verso la sobrietà, ha raccontato, è iniziata con «un Natale molto, molto alcolico» lo scorso anno. «Tutto quello a cui riuscivo a pensare era bere qualcosa» ha raccontato «mi ha davvero spaventato».

La stard di Spiderman e Avengers, durante il podcast On Purpose, ha raccontato di quanto fosse schiavo dell'alcol.
Tom Holland, attore (Getty Images).

Holland: «Mi sentivo come se non potessi essere socievole»

Mese dopo mese, da quel gennaio in poi, l’attore ha iniziato ad acquisire la «consapevolezza» necessaria per smettere, ma vivere nel quotidiano, con la cultura inglese del bicchiere al centro, non è stato facile: «Mi sentivo come se non potessi essere socievole. Mi sentivo come se non potessi andare al pub e bere una soda al lime. Non potevo uscire a cena. Stavo davvero, davvero lottando». La svolta che gli ha fatto capire di essere finalmente libero dalla dipendenza è avvenuta il giorno del ventisettesimo compleanno, lo scorso primo giugno: «E’ stato il più felice che abbia mai vissuto in vita mia».

I benefici dopo aver smesso di bere

L’attore ha raccontato quali siano stati i vantaggi della sua scelta di vita, spiegando che, dopo aver lasciato l’alcol, ha ripreso a «dormire meglio. Gestire meglio i problemi. Una lucidità mentale molto migliore» aggiungendo «mi sentivo più sano, mi sentivo più in forma. Sono felice di dirlo: ero decisamente dipendente dall’alcol. Non mi nascondo». Tom Holland, nel suo percorso di uscita dalla dipendenza, è stato supportato dalla sua ragazza e co-protagonista di Spider-Man Zendaya.

Tour de France 2023, dove e quando vedere l’undicesima tappa in tv

Il Tour de France 2023 è giunto all’undicesima tappa che si svolgerà mercoledì 12 luglio. Il programma prevede la partenza da Clermont-Ferrand con arrivo a Moulins dopo 179,8 km. La prima metà della frazione sarà diversificata dalla Côte de Chaptuzat-Haut (1,9 km al 4,9%) e dalla Côte du Mercurol (2,9 km al 4,4%). Decisivo per la gara, il tratto dei tornanti della Côte de la Croix Blanche.

L'undicesima tappa del Tour de France 2023 si svolgerà mercoledì 12 luglio. Per poterla seguire in tv, ecco gli orari e i canali.
Tappa Tour de France (Getty Images).

Undicesima tappa del tour de France 2023 in tv: dove e quando guardarlo

Per tutti gli appassionati, sarà possibile seguire la gara minuto per minuto in tv. La tappa sarà infatti trasmessa in chiaro da Rai2 a partire dalle 14.45; in diretta su Eurosport 1 dalle 12.45. In streaming su RaiPlay dalle 14.45 e dalle 12.45, con abbonamento, su Eurosport.it, Discovery+, Sky Go, NOW e DAZN.

Mikala Jones, la tavola gli recide l’arteria: muore mito del surf

Lutto nel mondo del surf: Mikala Jones, surfista professionista, è morto a 44 anni a causa di un incidente durante una sessione in Indonesia, al largo delle isole Mentawai. Il decesso è sopraggiunto dopo un taglio nella zona dell’inguine, all’altezza dell’arteria femorale, probabilmente causato dalla pinna della tavola da surf. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per Mikala Jones non c’è stato nulla da fare. La tragedia è avvenuta domenica nove luglio.

Il surfista professionista Mikala Jones è morto dopo che la pinna della tavola da surf gli ha reciso l'arteria femorale.
Mikala Jones, surfista (foto Facebook).

Roberto D’Amico: «Grazie per aver arricchito la mia vita» 

Dopo la diffusione della tragica notizia, sono numerosi i messaggi di cordoglio postati sui social. «La vita è preziosa, imprevedibile» ha scritto Roberto D’Amico, profondamente legato a Jones «ogni giorno va vissuto come fosse l’ultimo. Ti voglio bene Mikala, grazie per aver arricchito la mia vita e quella di tutte le persone che ti hanno incontrato». Anche la figlia, Isabella Lokelani Jones, ha espresso il suo dolore per la perdita del padre: «Sono felice che stessi facendo ciò che amavi di più. La vita non sarà più la stessa senza di te. Mi manchi così tanto, farei qualsiasi cosa per avere un momento in più con te, anche litigando, per poi ridere ad alta voce. Grazie per avermi insegnato così tante lezioni di vita e per esserci sempre stato per me».

Lodi, accusa un malore per il caldo: morto un operaio

E’ morto a soli 44 anni l’operaio che ha accusato un malore, probabilmente dovuto al caldo, mentre stava effettuando dei lavori sulla strada Vecchia Cremonese. L’uomo, che si è sentito male poco prima di mezzogiorno di martedì 11 luglio, è stato soccorso dal 118 con automedica e ambulanza, per poi essere trasportato all’ospedale di Lodi, dove è avvenuto il decesso.

Il 44enne è morto dopo aver accusato un malore mentre stava effettuando dei lavori sulla strada Vecchia Cremonese.
Ambulanza, strumentazione interna (Getty Images).

Nicola Frantoianni: «Non si può morire di lavoro»

Il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Frantoianni, parlamentare dell’alleanza Verdi sinistra, ha scritto sul suo account Twitter: «Non si può morire sul lavoro, non si può morire per il troppo caldo. Siamo di fronte ad un’ondata di caldo a livelli insopportabili. Forse è il caso che nelle ore più torride vengano presi tutti gli accorgimenti utili a evitare tragedie come quella accaduta oggi a Lodi».

Ucraina, la Russia pronta a usare le bombe a grappolo

Se gli Stati Uniti dovessero fornire le bombe a grappolo alle forze di Kyiv, anche la Russia si dice pronta a usarle. La conferma arriva dal ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu: «Né noi, né gli americani, né Kyiv abbiamo aderito alla convenzione sulle munizioni a grappolo. Allo stesso tempo, la Russia, rendendosi conto della minaccia che tali munizioni rappresentano per la popolazione civile, si è astenuta e si astiene dall’usarle nell’operazione speciale» tuttavia vi farebbe ricorso «come risposta».

Il ministro della Difesa russo ha avvertito che le forze armate sono pronte a ricorrere alle bombe a grappolo, qualora necessario.
Ucraina, armi (Getty Images)

«Le nostre munizioni sono molto più efficaci di quelle americane»

Secondo Shoigu, come riportato dall’agenzia di stampa ucraina Interfax, le munizioni a grappolo russe «sono molto più efficaci di quelle americane, la loro portata è più ampia e diversificata». Intanto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, durante un’intervista alla Nbc, ha dichiarato che «le riserve nel mondo e in Ucraina di munizioni singole si stanno esaurendo, così la difficile, ma necessaria, scelta di fornire bombe a grappolo si è ridotta a questo: se non lo facciamo, finiranno le munizioni e se finiranno le munizioni rimarranno senza difese». E ha aggiunto «Ogni alleato con cui ho parlato ha detto di comprendere perché stiamo facendo questo».

 

Fondazione Crt: Andrea Varese è il nuovo segretario generale

La notizia è stata diffusa con un comunicato stampa a firma della fondazione Crt, Cassa di risparmio di Torino. Il consiglio di amministrazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di Fabrizio Palenzona, ha deliberato la nomina di Andrea Varese, esperto di processi e temi regolamentari bancari, problematiche di gestione di rischi e ridisegno dei processi aziendali, quale nuovo segretario generale della fondazione.

Con la nomina, confermata da un comunicato stampa della fondazione, Varese subentra all'uscente Massimo Lapucci.
Fabrizio Palenzona, presidente fondazione CRT (Imagoeconomica).

Chi è Andrea Varese, nuovo segretario generale Crt

Andrea Varese, originario di Torino, laureato in Economia e commercio, ha lavorato per diversi anni nel gruppo Fiat, in Italia e all’estero, dove è stato responsabile global capital markets di Fiat group, direttore finanziario e vice-presidente del gruppo in Polonia, oltre che responsabile della tesoreria per Fiat USA e NAFTA. Dopo essere entrato in Unicredit, dove ha ricoperto incarichi strategici e di primo piano dapprima in Polonia e, successivamente, in Italia, Germania e in altri Paesi europei, ha operato nel settore del corporate and investment banking e nello sviluppo e nella gestione dei modelli di rischio. Varese è inoltre membro del supervisory board di Yunex traffic, società tedesca leader mondiale nello sviluppo e nella gestione di piattaforme di intelligenza artificiale per la mobilità integrata. Per oltre 10 anni ha fatto parte del management board della fondazione culturale Hypo-Kulturstiftung, tra le più importanti istituzioni culturali private della Baviera.

Con la nomina, confermata da un comunicato stampa della fondazione, Varese subentra all'uscente Massimo Lapucci.
Massimo Lapucci, ex segretario generale fondazione CRT (Imagoeconomica).

Tra gli obiettivi, dare alla fondazione Crt «un respiro e una visione internazionali»

Il presidente di fondazione CRT, Fabrizio Palenzona ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è di consolidare sempre più la presenza e l’attenzione della fondazione alla comunità torinese, dandole al tempo stesso un respiro e una visione internazionali. In questo senso, anche a nome di tutto il consiglio, voglio dare il mio benvenuto ad Andrea Varese. Il nuovo segretario generale è un autorevole esponente della città di Torino che ha costruito, negli anni, una importante e solida carriera internazionale, sia dal punto di vista industriale che finanziario e filantropico. Varese è un esperto nella gestione dei processi aziendali e dei modelli di rischio, oltre che del corporate e dell’investment banking. Siamo certi che la sua esperienza, profusa in diversi ambiti e in diversi business, potrà apportare un contributo determinante alla strategia di sviluppo della fondazione, a vantaggio della città di Torino e di tutti i nostri stakeholder».

Il saluto al segretario generale uscente Massimo Lapucci

Il consiglio ha poi espresso il proprio ringraziamento per il segretario generale uscente, Massimo Lapucci, per il «significativo lavoro svolto in questi anni sul fronte economico-finanziario, oltre che per l’impulso dato allo sviluppo internazionale della Fondazione». A lui sono andati i migliori auguri per i nuovi percorsi professionali che intenderà intraprendere. Il segretario uscente resterà ceo della società consortile Ogr.

Venezia, turista si lancia dal ponte senza guardare e sfiora una gondola

I gondolieri di Venezia denuncia il ritorno di una pericolosa moda, quella dei tuffi nel canale. L’ultimo in ordine temporale è stato segnalato domenica 9 luglio e si è rischiato il caos. Un ragazzo si è lanciato dopo aver preso una lunga rincorsa e senza guardare, mentre veniva ripreso da un gruppo di amici. Con il suo tuffo ha sfiorato una gondola, rischiando un brutto incidente. L’uomo ha saltato dal Ponte della Paglia, in piena area marciana. A raccontarlo sono gli stessi gondolieri, come scrive Il Messaggero: «Abbiamo visto che un uomo si era buttato dal ponte sfiorando la gondola di un collega. Non aveva neppure guardato se passavano barche: ha preso la rincorsa e si è buttato».

Un turista si è lanciato da uno dei ponti di Venezia, rischiando di centrare una gondola
Turisti a Venezia (Getty).

I gondolieri chiedono gli steward sul ponte

«È venuto subito su ed è scappato bagnato verso piazza San Marco con altri due che certamente lo avevano ripreso con il telefono», continuano nel racconto alcuni gondolieri. In quel tratto di Venezia le imbarcazioni sono centinaia ogni giorno. Da qui la richiesta di un’intervento: «Ma è possibile che un ponte come quello non sia presidiato almeno dagli steward? Sono da tempo tornati gli scatolettisti, sappiamo che su quel ponte è spesso difficile camminare perché tutti si fermano a fotografare. Non è sufficiente che la sorveglianza sia in piazza perché ne succedono di tutti i colori». E i gondolieri denunciano anche il lancio di oggetti da finestre o ponti sulle gondole di passaggio: «Proprio una settimana fa una famiglia a bordo di una gondola era stata sfiorata da una bottiglia di vino buttata dall’alto».

Un turista si è lanciato da uno dei ponti di Venezia, rischiando di centrare una gondola
Gondole in uno dei canali di Venezia (Getty).

A marzo multato un gruppo di inglesi

Per Venezia non si tratta di una novità. Il 24 marzo 2023 un gruppo di inglesi si è lanciato dal tetto di un edificio nel canale, solo per poter girare un video da pubblicare sui social. I quattro responsabili sono stati poi identificati dalla polizia municipale grazie alla polizia di frontiera. Multati tutti e quattro, come aveva annunciato il sindaco Luigi Brugnaro: «Subito duemila euro a testa di multa e valuteremo il risarcimento danni. Grazie alla polizia locale e a quella di frontiera per il grande lavoro svolto. Aspettiamo le scuse pubbliche». I quattro giovani non potranno rientrare in Italia. Si tratta di un gruppo che si definisce «una squadra professionista di parkour» di Londra, denominato Phat.

Alessandria, esplosione in un silo di cemento

Un silo di cemento è esploso nel pomeriggio di martedì 11 luglio, attorno alle 16, presso uno stabilimento di betonaggio sulla strada provinciale Tortona-Sale, in provincia di Alessandria. Sono almeno dieci gli operai che sono stati investiti dalla pesante polvere di cemento.

Nel pomeriggio di martedì 11 luglio, un silo di cemento è esploso nello stabilimento di betonaggio sulla strada provinciale Tortona-Sale.
Vigile del fuoco durante esplosione (Getty Images).

Nessuno degli operai sarebbe in gravi condizioni

Secondo le prime informazioni diffuse dalla centrale operativa alessandrina del 118, nessuno degli operai sarebbe in gravi condizioni. Subito dopo l’esplosione, dopo l’arrivo dei soccorsi, sono stati infatti trasportati negli ospedali di zona. Sul posto sono arrivati medici, mezzi di soccorso dei vigili del fuoco e forze dell’ordine.

 

L’ennesimo ritorno di Britney Spears e il rischio revival

Attenzione attenzione: è tornata Britney Spears. Non che se ne sia mai andata davvero, ma stavolta è tornata. O è tornata di nuovo, come già altre volte in passato, un ritorno recidivo. Del resto, certi miti, sin dai tempi degli antichi greci, sono destinati a cadere e rialzarsi in una sorta di loop. Non fai in tempo a vederli rovinare a terra, la caduta del mito – non diciamo niente di nuovo, è uno degli spettacoli che più appassiona le masse sin dai tempi dei circhi al Colosseo – che eccoli rialzarsi, come Hulk Hogan quando i suoi incontri di wrestling sembravano destinati a terminare con una sua clamorosa sconfitta. Lui è lì a terra, l’avversario picchia come un fabbro e sembra non esserci ormai nessuna chance. Quando ecco che si alza il braccio, poi dalla mano chiusa a pugno si alza il dito indice, a fare il segno del no, tempo pochi secondi e il risultato si ribalta, il mito vince ancora, bye bye cattivone di turno.

Britney Spears, anni passati tra scandali, sfoghi e rivelazioni shock

Succede da sempre e da che i miti sono diventati le star del pop, con le loro mega hit, il successo sbriluccicoso del bling bling e le loro fragilità, gli eccessi e i vizi lasciati lì sotto gli occhi di tutti. Succede anche a loro, Michael Jackson e Madonna, almeno finché Michael Jackson c’è stato, a guidare la nuova stagione di miti. In questo Britney Spears è stata sin da subito un punto di riferimento perché, uscita dal mondo della Disney, amica nemica dell’altra popstar dei suoi tempi Christina Aguilera (una storia con l’altro Disney Justin Timberlake vissuta sotto gli occhi di tutti, con tanto di addio raccontato da quest’ultimi nel video di Cry Me a River), ha inanellato una serie di scivoloni più o meno rovinosi sin da subito: il matrimonio lampo, la carriera incartata e buttata nel cassonetto, i problemi di salute mentale esibiti a vantaggio di camera (tutti ricorderete il momento in cui si è rasata i capelli in pubblico). E, ancora, l’allontanamento dei figli e il padre che per 13 anni ha preso il controllo sulla sua vita e le sue finanze, con tanto di processo, anche quello sbandierato ai quattro venti, che l’ha vista vincitrice, finalmente tornata in possesso del suo destino. Nel mezzo, ma anche prima e pure recentemente, le foto in topless, quelle al naturale, le dichiarazione shock, una volontà quasi incrollabile di lavare quelli che tecnicamente sarebbero catalogabili come i panni sporchi, suoi e della sua famiglia, in pubblico. Al punto che, anche su questo si è a lungo discusso, il duetto fatto recentemente con Elton John, in una versione anch’essa imbarazzante e rovinosa di Tiny Dancer, è stato da molti letto come un tentativo in extremis aiuto da parte di chi, Elton John, da sempre si spende per aiutare i colleghi. Ricorderete tutti la mano data a George Michael dopo lo scandalo che lo coinvolse negli Usa.

La nuova collaborazione con Will.I.AM

Come se ci prendesse gusto a mettere a disagio chi la segue, evidenziando in tutti i modi le difficoltà che si trova a vivere e superare, e anche esponendosi a giudizi sommari e commenti perfidi, Britney, la Britney in teoria rinata dopo la sentenza che ha visto suo padre uscire di scena, decide finalmente di tornare. Così, a sorpresa, con un nuovo singolo dal titolo Mind Your Business, forse proprio un brano atto a raccontare le sue recenti vicende familiari. Un brano la cui uscita è prevista per il 21 di luglio, che viene annunciato alla chetichella da alcuni suoi fan sui social, e che, va detto, con quella collaborazione annunciata con Will.I.AM dei Black Eyed Peas, terza collaborazione in carriera tra i due, dopo Screem & Shout e e Big Fat Bass, potrebbe riservare non poche sorprese. Non solo. In autunno è atteso il primo libro della popstar, l’autobiografia The Woman in me edito in Italia da Longanesi.

Perché l'ennesimo ritorno di Britney Spears sa di revival
Il nuovo singolo di Britney Spears e Will.I.Am si intitola Mind your Business.

Un ritorno che ha il sapore di revival

Non fosse che nel mentre il mondo della musica si è totalmente rivoluzionato, l’età del target di riferimento della discografia si è abbassato verso i bambini, come se oggi fosse proprio il mondo Disney a essere al centro della loro attenzione, e Britney, che ricordiamolo nei primi Anni zero veniva indicata come ipotetica erede di Madonna, ben prima delle varie Lady Gaga, Beyoncé o Billie Eilish – fu lei la prima a baciarla, non scordiamolo – rischia di tornare, per l’ennesima volta, ma sotto forma di revival. Una specie di artista da baraccone destinata a una versione americana de I Migliori anni della nostra vita. Del resto anche Madonna ultimamente non se la passa troppo bene, non solo fisicamente – tutti abbiamo saputo del salvataggio in extremis con una iniezione di Narcan pochi giorni fa – ma anche artisticamente, sorta di labile ombra della regina del pop che è indubbiamente stata in passato. Non sempre, forse, conviene tornare, perché capita, come ci raccontava con tutta la maestria del caso Stephen King nell’introduzione della raccolta di racconti intitolata, appunto, A volte ritornano, che si finisca per credere a quei mostri che da sempre temiamo siano nascosti sotto il nostro letto di notte, e che anche quando pensavamo non esistessero non hanno mai mancato di farci paura.

 

Le associazioni degli armatori ed Eni insieme per decarbonizzare il settore marittimo

Eni, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, ha presentato oggi il documento «La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo» a cui hanno contribuito tre delle più grandi aziende produttrici di motori navali (Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions) oltre a Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA, che ha supervisionato il lavoro di 40 esperti che da marzo 2023  hanno lavorato congiuntamente per arrivare a una strategia comune.

Le strategie definite da armatori ed Eni per ridurre le emissioni di CO2

Il progetto ha definito un documento di orientamento strategico, a partire dall’analisi dell’evoluzione tecnologica dei motori e dalla disponibilità, anche in termini di infrastrutture, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica. Nel mondo, ogni giorno, più di 100 mila navi mercantili trasportano 12 miliardi di tonnellate di merce all’anno. Il settore marittimo è oggi la spina dorsale dell’economia globale: il 90 per cento delle merci è trasportato via acqua e si stima che le emissioni ad effetto serra generate pesino per circa il 3 per cento (sul totale mondiale delle emissioni climalteranti). A livello europeo il trasporto marittimo muove circa il 75 per cento del commercio extra-europeo e il 36 per cento dell’intra-EU.

Le associazioni degli armatori ed Eni insieme per decarbonizzare il settore marittimo
Evento con associazioni degli armatori ed Eni (Eni).

Il settore necessita di soluzioni di breve, medio e lungo termine, compatibili con le dinamiche economiche, per contenere fino ad azzerare le emissioni di CO2 e consentire agli armatori di rispondere adeguatamente ai target fissati dalla Commissione europea nonché agli obblighi definiti a livello internazionale dall’IMO (International Marine Organization) e da altri ulteriori adempimenti. I vettori energetici disponibili sono molteplici (HVO, FAME, GPL, GNL e le sue soluzioni bio e rinnovabili, metanolo, ammoniaca, carburanti sintetici e idrogeno), ma presentano applicazioni e prospettive diverse condizionate dalla disponibilità di materie prime e dalle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione.

Biofuel già disponibili

I biofuel rappresentano nel breve-medio termine una soluzione già disponibile: nell’incontro tra le associazioni ed Eni, svoltosi in data 11 luglio 2023, è emersa la volontà di realizzare dei casi pilota che consentirebbero di soddisfare i target europei e di garantire la competitività, tenuto conto di un naviglio mondiale con un’età media di poco sotto ai 22 anni che, a seconda della tipologia di attività, ha tempi di sostituzione molto diversi. I produttori di motori sono pronti per realizzare soluzioni ad hoc per le diverse tipologie di combustibile. Al momento gli armatori si stanno orientando, per i nuovi ordini, verso motori mono fuel (in via sperimentale anche con la cattura a bordo della CO2 per il GNL o con tecnologie che possano catturare il carbonio in forma solida) e dual fuel che utilizzano vettori liquidi o gassosi anche bio, metanolo e nel lungo termine ammoniaca e idrogeno.

Le associazioni: «In prima linea per decarbonizzare il trasporto marittimo»

Questa la dichiarazione congiunta di Mario Mattioli, presidente di Confitarma, e Stefano Messina, presidente di Assarmatori: «Aver lavorato insieme a questo progetto, congiuntamente a Eni e a diversi altri qualificati attori, è un’ulteriore prova del fatto che gli armatori sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto marittimo, pronti a fare quanto in loro potere in quest’ottica. Tuttavia è bene ribadire che, quando si parla di combustibili alternativi, è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione e infine per lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave. Su questo ci aspettiamo molto anche per rispettare le stringenti normative nazionali, comunitarie e internazionali in materia di sostenibilità ambientale».

Eni: «Esempio inclusivo di collaborazione tra tutti gli attori del settore»

Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution di Eni, ha aggiunto: «Il settore marittimo è fondamentale per la competitività dell’Italia e anche per sperimentare la neutralità tecnologica attraverso l’adozione di numerose soluzioni per favorire una transizione equa secondo le tre dimensioni: ambientale, economica e sociale. Come Eni crediamo molto in questo progetto, esempio inclusivo di collaborazione tra tutti gli attori del settore, che per noi rappresenta solo un primo passo sia per promuovere soluzioni già mature come i biofuels che per sperimentare soluzioni più di lungo termine».

Emanuela Orlandi, parla la sorella Natalina: «Mio zio mi fece semplici avances verbali»

Natalina Orlandi, sorella di Emanuela – la cittadina vaticana scomparsa nel 1983 – dopo il servizio andato in onda lunedì 10 luglio al tg La7 sul presunto coinvolgimento dello zio Mario Meneguzzi, ormai morto, ha scelto di fare chiarezza. Durante una conferenza stampa ha affermato: «Non esiste stupro, è un fatto che risale al 1978, mio zio mi fece solo semplici avances verbali, al momento fui scossa ma finì lì e lo raccontai solo al nostro sacerdote in confessione». E ha aggiunto: «Questo fu il rapporto con mio zio. E infatti le nostre famiglie sono unite. Io questa cosa la tenni per me. Poi nel 1983 mi hanno chiamato e subii un interrogatorio. Erano cose che sapevano tutti, magistrati inquirenti e investigatori. È finita lì e non portò a nulla».

La sorella di Emanuela, Natalina Orlandi, durante una conferenza stampa voluta dal legale della famiglia, nega le presunte molestie.
Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi (foto Imagoecomomica).

«E’ stata fatta macelleria della vita delle persone»

A indire la conferenza stampa è stato l’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò: «Quello che è successo ieri meritava un approfondimento. Siamo stati travolti da questa notizia, ieri si è fatta macelleria della vita delle persone. Dal tg La7 abbiamo appreso che è tornata in auge una pista, vengono raccontati fatti molto privati, la vita di Natalina Orlandi è stata messa in piazza e macellata. Ho ritenuto che fosse Natalina a raccontare quello che è successo, ieri le vicende personali della famiglia Orlandi sono state macelleria». Non ha dubbi Pietro Orlandi: «Qualcuno all’interno del Vaticano sta facendo di tutto per spostare l’attenzione all’esterno, per scaricare qualunque responsabilità su altri, addirittura sulla famiglia. […] Io sono convinto che Papa Francesco con l’apertura dell’inchiesta volesse fare passi avanti ma qualcuno sta facendo di tutto per spostare l’attenzione fuori dal Vaticano».

Taranto, maxi tenda in riva al mare: scatta la multa da 500 euro

C’è chi acquista o affitta case al mare per godersi le ferie e chi, invece, decide di accamparsi. A Manduria, comune di circa 30 mila abitanti in provincia di Taranto, c’è però anche chi ha esagerato. Una famiglia barese pochi giorni fa ha installato un grande gazebo, attorniato da diverse tende da campeggio, proprio in riva al mare, in un tratto non distante dalla Riserva Naturale della foce del fiume Chidro. La struttura ha occupato uno spazio di circa 30 metri quadrati e ha generato gli sguardi dei passanti. Sui social è stato il movimento Azione Messapica a denunciarne la presenza, attaccando il sindaco per il mancato intervento. In realtà, nelle stesse ore, è scatta la multa da 500 euro.

Multa da 500 euro a una famiglia per aver installato una tenda da 30 metri quadrati in riva al mare
Il gazebo e le tende (Facebook).

I carabinieri e la polizia locale intervengono

Dopo le denunce su Facebook, o forse per qualche segnalazione telefonica, i carabinieri e gli agenti della polizia locale sono intervenuti. La struttura è stata smantellata e tutto il materiale requisito. La famiglia accampata, invece, dovrà pagare la multa per occupazione abusiva e ricorderà sicuramente la domenica al mare per molto tempo. L’associazione Azione Messapica, nel denunciare la vicenda, ha sottolineato che il gazebo si trovava «nel tratto di mare più vietato del litorale messapico, quello del fiume Chidro oggetto di ordinanza di divieto di balneazione».

Gli attacchi social: «Sindaco dimettiti». Poi l’applauso

Il profilo di Azione Messapica domenica 9 luglio aveva pubblicato le foto e scritto: «Stamattina in tempo reale. Sindaco dimettiti! Tutti a rispettare divieti, ztl, parcheggi a pagamento, tasse, orpelli, controlli, Municipale modello 007 ed Fbi. Poi arrivano i cafoni e non rispettano nulla, ti sporcano ogni cosa, ti occupano abusivamente l’intera spiaggia e… ti lasceranno quintali di rifiuti dove meglio preferiranno (un cestino, un angolo di spiaggia o la campagna). Vergognatevi». Poi, dopo l’intervento, il profilo corregge il tiro e plaude all’iniziativa dell’amministrazione: «Finalmente… e che sia solo il primo di tanti interventi per ripristinare l’ordine sulle spiagge manduriane».

Multa da 500 euro a una famiglia per aver installato una tenda da 30 metri quadrati in riva al mare
Le tende occupavano un’area di 30 metri quadrati (Facebook).

David Parenzo: età, moglie e figli del conduttore de L’aria che tira su La7

David Parenzo è un giornalista, saggista e conduttore televisivo e radiofonico noto al grande pubblico grazie alla trasmissione radiofonica La Zanzara. Da settembre 2023 condurrà L’aria che tira su La7 al posto di Myrta Merlino, passata a Mediaset.

David Parenzo: biografia e carriera

Nato a Padova il 14 febbraio 1976, dopo aver conseguito il diploma al liceo classico si è iscritto all’Università degli studi di Padova alla Facoltà di Giurisprudenza, preferendo poi intraprendere la carriera da giornalista. Ha iniziato giovanissimo a collaborare con le testate Il Mattino di Padova, Il Foglio e Liberazione e all’età di 22 anni ha fatto il suo esordio su Odeon Tv con il programma Tutto quello che avreste voluto sapere sul Festival ma non avete mai osato chiedere. Sono seguite altre esperienze in emittenti locali come Telenuovo e Telelombardia dove ha condotto trasmissioni di approfondimento politico ed economico.

Biografia e carriera di David Parenzo il giornalista e conduttore radiofonico de La Zanzara che a settembre condurrà L'aria che tira su La7.
David Parenzo (Facebook).

Nel 2007 è approdato a La7 collaborando con i programmi In Onda, Fuori Onda e L’Aria che tira. È stato inviato di Matrix per Canale 5 e ha scritto vari libri come Romanzo padano, storia della Lega Nord da Bossi a Bossi, Banca rotta, Cattivissimi Noi e I Falsari. Nel 2010 ha iniziato la sua esperienza radiofonica a Radio 24 dove conduce assieme a Giuseppe Cruciani il famoso programma La Zanzara, una trasmissione di attualità che si contraddistingue per la sua irriverenza. Nel 2013, proprio per il carattere del loro programma, i due conduttori hanno vinto il Premiolino con il merito di aver creato un nuovo linguaggio radiofonico. All’interno del format, Parenzo si è fatto apprezzare anche per le sue imitazioni di personaggi politici o del mondo dello spettacolo, da Carlo Freccero a Vittorio Feltri, da Mario Capanna al filosofo Massimo Cacciari.

David Parenzo: moglie e figli

Per quanto riguarda la sua vita privata, è sposato con la giornalista e scrittrice Nathania Zevi, ex conduttrice di Agorà. La coppia ha tre figli: Margherita nata nel 2013, Nathan nel 2016 e Gabriele nel 2018.

Rainews24, scontro tra Cdr e Petrecca: il direttore accusato per le censure sul caso La Russa

I giornalisti di Rainews 24, attraverso un comunicato del Cdr, vanno all’attacco del direttore Paolo Petrecca. Secondo quanto dichiara Repubblica, alla base dello scontro ci sarebbero gli interventi netti del meloniano sugli articoli e i servizi di cronaca con protagonista Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa e accusato di violenza sessuale da una 22enne. Petrecca avrebbe eliminato dal servizio i riferimenti alle dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella e a quelle di Filippo Facci, intervenuti in difesa del ragazzo. Tagli ritenuti inaccettabili dalla redazione.

Il sindacato: «Testo stravolto, inaccettabile»

Nella nota del Cdr, si legge che l’autrice del pezzo «ha deciso di ritirare la firma» perché «il testo è stato stravolto rispetto alla versione da lei scritta (dal testo sono stati eliminati ampi stralci di quanto accaduto)». E l’organismo sindacale interno prosegue: «Secondo quanto riferito dalla line alla collega, le modifiche, che consistevano nel togliere i riferimenti alle polemiche, sarebbero state richieste dal direttore con la motivazione che non si trattava “di una notizia”. Posizione ovviamente inaccettabile». Il Cdr spiega di aver chiesto a Petrecca chiarimenti «ma il direttore ha preferito scrivere alla collega e non rispondere al Cdr, manifestando, ancora una volta, il disprezzo per le regole sindacali».

Il Cdr parla di ospiti sbilanciati nelle trasmissioni

La nota del Cdr prosegue con un’altra segnalazione, che riguarda «l’assoluto sbilanciamento degli ospiti in diverse trasmissioni». Il sindacato nel documento scrive: «Clamoroso il caso della rassegna stampa di sabato sera (la registrazione è a disposizione di tutti) nel corso della quale lo stesso conduttore ha espressamente preso posizione sullo scontro governo-magistratura». Il riferimento è a una frase pronunciata da uno dei giornalisti: «È bastato che il guardasigilli Nordio annunciasse i capisaldi della riforma che sono scoppiate due nuove vicende: quella di Delmastro e quella di Santanchè. Sottotraccia, anche il caso che riguarda il figlio del presidente del Senato».

I giornalisti di Rainews24 contro il direttore Petrecca per i troppi tagli
Paolo Petrecca (Imagoeconomica).

Coez e Frah Quintale annunciano le date del tour insieme

L’attesa è finita: Coez e Frah Quintale hanno annunciato le date del loro tour nei palasport, con sei tappe nei principali palazzetti italiani a partire da gennaio 2024. Il tour, prodotto e organizzato da VivoConcerti, parte dall’Unipol Arena di Bologna il 13 gennaio 2024 e prosegue al PalaPartenope di Napoli il 18 gennaio, al PalaCatania di Catania il 20 gennaio 2024, al Palazzo dello Sport di Roma il 27 gennaio 2024 e il 29 gennaio 2024 al Mediolanum Forum di Milano. La data conclusiva sarà quella al Nelson Mandela Forum di Firenze il primo febbraio 2024.

Annunciate le date del tour di Coez e Frah Quintale: sei le date con partenza a gennaio e ultima data a febbraio.
Coez e Frah Quintale (foto Instagram).

L’album di Coez e Frah Quintale 

L’otto settembre uscirà Lovebars, il joint album di Coez e Frah Quintale per Undamento/Prodacto in licenza a Carosello Records/Warner Music. Al momento è disponibile in pre-order in quattro formati fisici: cd autografato, vinile autografato, vinile speciale autografato, bundle cd più t-shirt. Il disco in coppia contiene all’interno anche Alta Marea, il singolo prodotto da Golden Years e pre-prodotto da D-Ross e Startuffo.

Perché l’Amazon Prime Day si tiene a luglio?

È tornato l’Amazon Prime Day, dedicato agli sconti su decine di migliaia di prodotti online. L’11 e il 12 luglio la piattaforma di e-commerce mette a disposizione degli abbonati al suo servizio Amazon Prime computer, smartphone ed elettrodomestici, ma anche capi di abbigliamento, dispositivi per la casa, per la cura del corpo e degli animali domestici. Ma vi siete mai chiesti perché le offerte sono lanciate proprio a luglio, nel mezzo dell’estate? La scelta, solo all’apparenza casuale, si fonda su un’oculata strategia di marketing volta ad accrescere gli introiti della società in un periodo spesso avaro di acquisti.

Luglio è il mese dell'Amazon Prime Day. Oculata strategia di mercato, fidelizza il cliente, alimenta le vendite estive e attira nuovi utenti.
Un pacco di Amazon riservato a utenti Prime (Imagoeconomica).

Marketing e fidelizzazione, così Amazon ha scelto luglio per il Prime Day

Tutto ha avuto inizio nel 2015, quando il fondatore Jeff Bezos annunciò un evento speciale online per il 15 luglio, giorno del 20esimo anniversario della società. Progettato come replica del Black Friday, che nel 2023 si terrà il 24 novembre, aumentò esponenzialmente il numero di offerte. Immediato il successo, tanto da far registrare ricavi per 900 milioni di dollari (circa 820 milioni di euro). I festeggiamenti del compleanno, però, furono solo la punta dell’iceberg di un’attenta strategia di mercato, tanto che ormai la data varia di anno in anno. «Solitamente in estate gli acquisti calano, per riprendere poi in autunno», ha spiegato alla Cnn l’analista di Jp Morgan Doug Anmuth. Così facendo dunque Amazon stimola il cliente agli acquisti anche nei mesi di vacanza, promuovendo in parallelo i prodotti per la ripresa di scuole e università.

Luglio è il mese dell'Amazon Prime Day. Oculata strategia di mercato, fidelizza il cliente, alimenta le vendite estive e attira nuovi utenti.
Il fondatore di Amazon Jeff Bezos nel 2021 (Getty Images).

Ottima strategia di fidelizzazione degli abbonati, il Prime Day ha offerto un contributo fondamentale per attirare nuovi clienti. Secondo i dati 2022, il servizio di spedizioni gratuite, cui si aggiungono anche le proposte Prime Video, Reading e Music, ha superato i 200 milioni di utenti nel mondo. Dopo il successo del primo anno, nel 2016 i ricavi salirono a 1,5 miliardi di dollari (circa 1,1 miliardi di euro), tanto da spingere la società a estendere l’iniziativa su due giorni. Bank of America prevede che nel 2023 il profitto sfondi il tetto dei 12 miliardi di dollari, poco meno di 11 miliardi di euro. Soltanto nel Prime Day, Amazon registra fra l’1 e il 2 per cento delle entrate annuali.

Milano, Sala annuncia: «Stop alle auto nel Quadrilatero della moda»

Niente più auto all’interno della zona del Quadrilatero della moda, a Milano. Questo è quanto ha deciso il sindaco Giuseppe Sala, che ha annunciato lo stop al traffico veicolare privato in una delle aree simbolo del capoluogo lombardo.  Il primo cittadino milanese ha dichiarato: «Si tratta di un’operazione che sta facendo gran parte delle grandi città internazionali. Voglio dare un messaggio chiaro su come vogliamo che sia la circolazione nel centro». Non è stato ufficializzata una data, ma si parla del primo semestre del 2024. L’idea è di posizionare delle telecamere agli ingressi della zona delimitata tra Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia. A poter accedere saranno solo i mezzi per carico e scarico delle attività, i taxi e le Ncc.

Il sindaco di Milano Beppe Sala annuncia lo stop alle auto nel Quadrilatero della moda
Una delle vie del Quadrilatero della moda durante lo shopping natalizio (Getty).

Sala: «Toglieremo i parcheggi a rotazione»

Il sindaco Sala prosegue: «Lavoreremo per togliere i parcheggi lato strada, quelli a rotazione e non dei residenti. Il messaggio che vogliamo dare ai cittadini è quello di non entrate in centro perché non potete parcheggiare, fanno eccezione ovviamente i parcheggi sotterranei, se chi entra va nel parcheggio a pagamento la sanzione non scatterà. Ma il messaggio è questo». A chi abita nella zona sarà permesso di accedere per gli spazi dedicati alla sosta o per parcheggiare in box e posti auto all’interno delle proprietà.

Sui taxi: «Entro metà luglio la richiesta di mille licenze»

Sala è poi tornato a parlare anche della carenza di taxi. Già il 28 giugno il sindaco ha annunciato che avrebbe chiesto un intervento alla Regione Lombardia. Due settimane dopo, il primo cittadino dichiara: «Faremo a breve, entro metà luglio una richiesta alla Regione che ha la titolarità, per avere mille licenze in più. Stiamo discutendo con i tassisti da molto tempo. Si può continuare con test e mediazioni ma ci stiamo lavorando da tanto, se c’è una cosa che i cittadini e i turisti chiedono è questa. Quella della carenza di taxi è una delle due lamentele che mi arrivano più di frequente e su questo tema non possiamo pensare di frenare l’evoluzione che ha avuto la città».

Il sindaco di Milano Beppe Sala annuncia lo stop alle auto nel Quadrilatero della moda
Taxi a Milano (Getty).

Il sindaco Sala conclude: «C’è rispetto per i tassisti ma a loro dico, che è molto cambiato il modo di vivere in città soprattutto col turismo. Siamo passati da 5 a 10 milioni di turisti, abbiamo creato tanto lavoro per i tassisti negli anni e crediamo che sia giusto adesso fare questa operazione, visto che stiamo anche lavorando per ridurre il traffico privato e quindi perché l’utilizzo dei taxi possa diventare più frequente, ma se poi le auto non ci sono è un problema».

Nato, Zelensky: «Assurdo non ci sia un calendario per l’adesione dell’Ucraina»

L’invio di armi e aerei da parte dell’Occidente non soddisfa Volodymyr Zelensky, già atterrato a Vilnius dove è in corso il vertice Nato. Il presidente ucraino ha dichiarato che sarebbe «assurdo» se Kyiv non fosse invitata a diventare un membro dell’Alleanza Atlantica e che l’incertezza sull’adesione spinge la Russia a «continuare il suo terrore». «Sembra che non ci sia disponibilità né a invitare l’Ucraina alla Nato né a renderla membro dell’Alleanza», ha scritto sul suo canale Telegram. «Ciò significa che c’è ancora la possibilità che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia da negoziare con la Russia. E per la Russia, questo si traduce in una motivazione per continuare il suo terrore. L’incertezza è debolezza. E ne discuterò apertamente al vertice». «Anche l’Ucraina merita rispetto», ha poi sottolineato su Twitter. «Ora, mentre andiamo a Vilnius, riceviamo segnali che senza l’Ucraina si sta discutendo una certa formulazione. E vorrei sottolineare che questa formulazione riguarda l’invito per diventare membro della Nato, non la membership dell’Ucraina».

Stati Uniti e Germania irremovibili

Sia gli Stati Uniti sia la Germania sul punto sono irremovibili: un eventuale avvicinamento a conflitto in corso sarebbe troppo rischioso. Il presidente Usa Joe Biden del resto lo aveva ribadito alla vigilia del summit in una intervista alla Cnn: l’Ucraina «non è pronta» per entrare nella Nato e nell’Alleanza «non c’è unanimità»  sul suo ingresso che significherebbe «andare in guerra con la Russia». Più possibilista, almeno a parole, il Regno Unito.  «Il posto giusto per l’Ucraina è nella Nato», ha ribadito il premier britannico Rishi Sunak al margine del vertice e dopo un primo bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Sunak ha poi chiarito che benché si tratti di un obiettivo fuori portata finché è in corso la guerra, dal vertice devono arrivare nuovi impegni e l’indicazione di «progressi tangibili» per rassicurare Zelensky. «Saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario», ha continuato Sunak, chiedendo «garanzie di sicurezza» per Kyiv come «deterrente» per Putin.

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La portavoce Maria Zacharova: «La Nato è già coinvolta nel conflitto in Ucraina»

Immediata la risposta della Russia secondo cui la Nato è già coinvolta nel conflitto in Ucraina perché fornisce a Kyiv «armi, mercenari, denaro e dati di intelligence», ha ripetuto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova in un’intervista ad Al Jazeera. «Pensate davvero che la Nato non sia in guerra con la Russia? L’Alleanza fornisce al regime di Kyiv armi, mercenari, denaro, consiglieri militari e dati di intelligence. Naturalmente, la Nato è coinvolta in queste ostilità», ha precisato Zakharova.

Ucciso in Russia l’ex comandante di un sottomarino che aveva attaccato l’Ucraina

Stanislav Rzhitsky, ex comandante di un sottomarino della Flotta russa del mar Nero, è stato assassinato mentre faceva jogging vicino al complesso sportivo Olimp di Krasnodar, nella Russia meridionale. La notizia, inizialmente circolata su canali Telegram anonimi russi, è stata confermata dalle autorità locali. Secondo quanto riferiscono i servizi ucraini il 42enne Rzhitsky, che era vice capo del dipartimento per la mobilitazione, è stato ucciso verso le 6 del mattino da diversi colpi sparati da una pistola Makarov: «Il parco era vuoto a causa di una forte pioggia e non ci sono testimoni che possano fornire dettagli o identificare chi ha sparato».

Ucciso in Russia mentre faceva jogging Stanislav Rzhitsky, ex comandante di un sottomarino che aveva attaccato l'Ucraina.
Una strada di Krasnodar (Getty Images).

Rzhitsky potrebbe essere stato rintracciato attraverso una app usata da chi pratica jogging

I media russi hanno dichiarato che l’assassino è fuggito e che è stata avviata un’indagine per omicidio. Non è escluso che possa trattarsi di un’azione ucraina. Questo perché ai primi di luglio il sito Nashi Groshi Lviv aveva identificato i comandanti dei sottomarini della Flotta del mar Nero, indicando proprio Rzhitsky come capitano del sottomarino che nel luglio del 2022, attaccando con missili Kalibr la città ucraina di Vinnycja, aveva provocato 28 vittime (tra cui tre bambini). Chi ha ucciso Rzhitsky potrebbe averlo rintracciato attraverso l’applicazione Strava: correva infatti lo stesso percorso quasi ogni giorno e lo condivideva sul social network.

Budanov: «L’Ucraina non ha nulla a che fare con la morte di Rzhitsky»

Secondo il sito web ucraino Myrotvorec, che creato dall’attivista Heorhij Tuka opera come database sui sostenitori della causa separatista filo-russa, nonostante fosse passato a un altro incarico Rzhitsky aveva «partecipa direttamente all’invasione militare dell’Ucraina» come comandante del sommergibile Alrosa. L’ipotesi di una vendetta da parte di Kyiv è stata subito presa in considerazione, ma l’Ucraina «non ha nulla a che fare» con la morte di Rzhitsky, stando a quanto affermato dal capo dei servizi segreti militari Kyrylo Budanov: «Sappiamo che le radici di quanto avvenuto devono essere cercate all’interno della Russia stessa, dove cresce la protesta contro la guerra in Ucraina».

Ucciso in Russia mentre faceva jogging Stanislav Rzhitsky, ex comandante di un sottomarino che aveva attaccato l'Ucraina.
Kyrylo Budanov (Getty Images).

Gruppo Fs, in Calabria il primo treno alimentato a HVO

Ha viaggiato tra Sibari e Reggio Calabria il primo treno del Gruppo FS alimentato esclusivamente con HVO in purezza, un biocarburante fornito da Eni Sustainable Mobility che può contribuire alla riduzione di oltre l’80 per cento delle emissioni di CO2eq (calcolate lungo l’intera catena del valore del prodotto, in base alla materia prima utilizzata, rispetto al mix fossile di riferimento). Il primo viaggio commerciale con viaggiatori a bordo si è svolto con successo con il treno ibrido Blues di Trenitalia. Un viaggio andata e ritorno tra le due città calabresi di 700 chilometri, per 13 ore di servizio operativo, che ha rappresentato un traguardo importante per il Gruppo guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris, coerente con la strategia di individuare alimentazioni alternative al gasolio sulle linee ancora oggi non elettrificate.

Il Gruppo FS punta a raggiungere la carbon neutrality nel 2040

L’utilizzo dei biocarburanti rientra a pieno in questa strategia e si inquadra nei più ampi obiettivi – fortemente delineati dallo stesso Ferraris – di realizzare un ecosistema di mobilità integrata, più sostenibile e digitale, e di raggiungere la carbon neutrality al 2040, dieci anni prima dei parametri fissati dall’Europa. Il treno, mezzo già più sostenibile rispetto ad altre forme di trasporto collettivo e privato, con l’utilizzo del biocarburante HVO riduce ulteriormente il suo impatto in termini di emissioni di CO2. Il Blues di Trenitalia, che già può viaggiare anche a batteria oltre che con il pantografo, diventa così ancora più green.

Come funziona il biocarburante HVO

HVO è un acronimo che sta per olio vegetale idrotrattato. Questo biocarburante è prodotto da materie prime di origine rinnovabile (ai sensi della direttiva UE 2018/2001 cd. “REDII”), come scarti e residui, ed è in grado di essere performante come quelli tradizionali, offrendo pari prestazioni in termini di erogazione di potenza in ogni tipo di contesto. Il Gruppo FS ha iniziato le sperimentazioni negli scorsi mesi sia sulla propria flotta diesel che sugli autobus di Busitalia, con risultati più che positivi. Il biocarburante HVO, d’altronde, alimenta già anche parte della flotta dei bus di Qbuzz, la società del Polo Passeggeri del Gruppo FS che gestisce i servizi di trasporto pubblico locale su gomma in Olanda. Dopo il treno Blues, si partirà con l’utilizzo del biocarburante HVO con le motrici Aln 663, per le quali sono già state fatte le prove con esito positivo dimostrando l’efficacia e la possibilità del suo utilizzo anche su mezzi con un’età più elevata.

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