Daily Archives: 28 Luglio 2023

Catania, bimbo di 18 mesi muore all’asilo nido

A Calatabiano, nel Catanese, un bambino di 18 mesi è morto nel pomeriggio di venerdì 28 luglio mentre si trovava all’asilo nido. Secondo una prima ricostruzione avrebbe avuto una crisi respiratoria. A lanciare l’allarme è stata una maestra. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118, ma il personale medico, vista la gravità della situazione, ha chiesto l’intervento dell’elicottero.

Il piccolo si trovava nell'asilo nido di Catalabiano. A dare l'allarme la maestra. La procura di Catania ha aperto un'inchiesta.
Ambulanza (Getty Images).

Disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso

I medici hanno tentato di rianimare il piccolo, ma senza riuscirci. La procura di Catania ha aperto un’inchiesta e ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso. Le indagini, affidate ai carabinieri, sono state avviate anche per verificare la tempistica dei soccorsi.

Uefa, Juventus fuori dalla Conference league e 20 milioni di multa

La Juventus è esclusa dalla Conference league per la stagione 2023/2024 e dovrà pagare una multa di 20 milioni di euro. La decisione arriva direttamente dalla prima camera dello Uefa club financial control body per il mancato rispetto del Settlement agreement, l’accordo con cui lo scorso agosto i bianconeri si erano impegnati a rientrare parametri del Fair play finanziario entro il 2025.

Juventus: «Il nostro operato è corretto ma non faremo appello»

La Juventus ha fatto sapere in una nota che «pur continuando a ritenere inconsistenti le asserite violazioni e corretto il proprio operato, ha dichiarato di accettare la decisione rinunciando a proporre appello, escludendo espressamente, e lo Uefa Cfcb prendendone nota, che questo possa costituire ammissione di qualsiasi responsabilità a proprio carico».

Dopo le Filippine, la furia del tifone Doksuri arriva in Cina

Danni alle linee elettriche, alberi sradicati e chiusura improvvisa di fabbriche e centri commerciali. Sono gli effetti del tifone Doksuri che si è abbattuto nelle scorse ore sulla provincia sud-orientale cinese del Fujian, portando forti piogge e violente raffiche di vento. A riportarlo è il Guardian, precisando che si tratta del secondo tifone più forte dopo Meranti che nel 2016 costrinse alla chiusura delle scuole e all‘evacuazione dei lavoratori dalle piattaforme per l’estrazione di petrolio e gas offshore.

La velocità del vento pari a 137 km/h

Non ci sarebbero state segnalazioni immediate di feriti o decessi. La velocità del vento di Doksuri è stata pari a 137 km/h, secondo il Centro meteorologico nazionale cinese. Le precipitazioni orarie a Xiamen, Quanzhou e Putian hanno superato i 50 mm, ha aggiunto la China Meterological Administration. Il tifone Doksuri ha già lasciato una scia di morte e distruzione nelle Filippine. Sono 39 le vittime del suo passaggio sull’arcipelago di cui oltre una ventina a causa dell’affondamento di un barcone.

Filippine: centinaia di migliaia gli sfollati

Sono invece centinaia di migliaia le persone colpite e sfollate dopo il passaggio del tifone Doksuri. La tempesta ha colpito anche Taiwan con interruzioni di energia elettrica, centinaia di alberi abbattuti, mentre più di 200 voli nazionali e internazionali sono stati sospesi o ritardati solo venerdì 28 luglio e i servizi ferroviari tra il sud e l’est di Taiwan sono stati interrotti.

 

Russia-Ucraina: esplosione in un caffè a Taganrog, nella regione di Rostov

Sono almeno 15 le persone rimaste ferite in un’esplosione avvenuta in un caffè a Taganrog, una città portuale della Russia meridionale, nella regione di Rostov, a confine con l’Ucraina. Il governatore della regione di Rostov Vasily Golubev, citato dalla Tass, ha dichiarato: «Finora 15 persone hanno richiesto assistenza medica e sono in cura. Tutte hanno riportato lievi ferite da frammenti. Non ci sono state vittime».

L’esplosione presumibilmente causata da un razzo

Secondo il governatore, l’esplosione è stata presumibilmente provocata da un razzo. Subito dopo l’esplosione a Taganrog, Mosca ha annunciato di aver abbattuto un altro missile sopra la regione meridionale di Rostov, questa volta nel distretto di Azov. Secondo il ministero della Difesa russo, il missile abbattuto farebbe parte di un altro tentativo di attacco ucraino in territorio russo.

Zelensky sposta il Natale: anche in Ucraina si festeggerà il 25 dicembre

Il Natale in Ucraina non si festeggerà più il 7 gennaio ma il 25 dicembre. Lo ha deciso il presidente Volodymyr Zelensky, che ha firmato la legge con cui la festività cambia data. A riportarlo sono i media di Kiev, che spiegano come la scelta stata presa per lanciare un messaggio di rottura alla Chiesa ortodossa russa. Sul sito web del Parlamento ucraino il governo ha annunciato le modifiche: «La lotta per la propria identità contribuisce al desiderio di ogni ucraino di vivere la propria vita con le proprie tradizioni e festività». E viene sottolineato che lo scopo è di «abbandonare l’eredità russa di imporre le celebrazioni natalizie il 7 gennaio».

Il Natale si festeggerà in Ucraina il 25 dicembre e non il 7 gennaio
Un albero di Natale in piazza a Kyiv (Getty).

Le altre modifiche della legge

Ma non è stato spostato soltanto il Natale. Nella legge sono state inserite varie modifiche che riguardano altre feste nazionali. La Giornata della statualità ucraina, che si festeggiava il 28 luglio, viene anticipata al 15. La Giornata dei difensori dell’Ucraina si festeggerà il primo di ottobre mentre quella dell’Intercessione della Santa Madre di Dio il 14 dello stesso mese. Le modifiche rientrano in un piano complessivo che ha visto protagonista anche la Chiesa ortodossa ucraina, che ha adottato il nuovo calendario giuliano lo scorso 27 luglio. Entrerà in vigore dal primo settembre.

Il Natale si festeggerà in Ucraina il 25 dicembre e non il 7 gennaio
Alcuni fedeli in cattedrale nel giorno di Natale (Getty).

Potrebbe cambiare anche la Pasqua

Adesso potrebbe cambiare anche la data della Pasqua. Ma in questo caso la riflessione è più ampia. Nel 2025 si celebreranno i 1700 anni del Concilio di Nicea. Da tempo le chiese pensano a un punto di incontro proprio per riunificare la data tanto all’interno del mondo cattolico quanto di quello ortodosso. Ad annunciarlo è stato, in passato, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. Papa Francesco, inoltre, ha più volte auspicato la riunificazione della data per tutti i cristiani.

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Così Phuket è diventata la nuova meta degli oligarchi russi in vacanza

Prima fu la Romagna, poi arrivarono la classica Costa Smeralda e la blasonata e decadente Versilia. Con le scritte in cirillico, le boutique del Forte con commesse madrelingua e le agenzie immobiliari in fermento per affitti e vendite di ville da milioni di euro (pure il ribelle Prigozhin pare ne possieda a Forte dei Marmi, un gioiello da 400 metri quadri e un giardino da 16 ettari dal valore di 3,5 milioni). Dall’invasione dell’Ucraina, però, le cose sono cambiate. E gli oligarchi russi sono stati costretti a modificare i piani vacanza. Lo stop ai collegamenti aerei diretti con l’Unione europea e l’Occidente e le conseguenze delle sanzioni, li hanno spinti a scoprire altri lidi, Paesi con un sistema di visti meno rigido. Come la Thailandia.

Da gennaio a giugno 2023 più di 790 mila russi hanno visitato il Paese, il 1000 per cento in più rispetto al 2022

Come scrive Bloomberg, secondo il ministero del Turismo thailandese, da gennaio a giugno 2023, ben 791.574 cittadini russi hanno vistato il Paese: il 1000 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Più della metà di loro è atterrata nello scalo di Phuket. A guardare i dati dell’ente turistico locale, una vera e propria invasione visto che maggior parte dei visitatori proviene dalla Federazione. Proprio Phuket per i russi sta diventando una seconda casa. Secondo i dati forniti dall’agenzia immobiliare Knight Frank Thailand, nel 2022, sull’isola sono state vendute 338 ville, un incremento dell’82 per cento rispetto al 2021 e la metà sono state acquistate da russi. Christian Steinbach, direttore vendite di FazWaz Property Group, ha raccontato di aver venduto 16 proprietà a un solo acquirente. Russo. Ma qual è l’identikit del tipico cliente? Come ha spiegato Elena Marinicheva, vicepresidente di Russia Sotheby?s International Immobiliare il profilo è quello di un manager-imprenditore, sulla trentina, originario delle regioni orientali della Federazione, come Vladivostok. Ma non mancano investitori da Mosca e San Pietroburgo.

Così Phuket è diventata la nuova meta degli oligarchi russi in vacanza
Un resort a Phuket (Getty Images).

Il ministro degli esteri Lavrov ha addirittura inaugurato sull’isola un consolato

Vista l’attrazione esercitata da questo paradiso, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov a luglio ha addirittura inaugurato sull’isola una sede consolare. Esattamente nel villaggio costiero di Royal Phuket Marina, dove si trovano ville che vanno dai 300 mila a diversi milioni di dollari. Località dotata, ça va sans dire, di un porto attrezzato per grandi imbarcazioni. Nel dicembre 2022 qui è stato avvistato lo yacht del magnate immobiliare e comproprietario del gruppo di investimento Absolut, Alexander Svetakov. Mentre nel gennaio 2023, il miliardario Igor Rybakov ha organizzato sull’isola un corso di formazione aziendale con 20 persone.

Così Phuket è diventata la nuova meta degli oligarchi russi in vacanza
Sergey Lavrov, ministro degli esteri russo (Getty Images).

Annunci in russo all’aeroporto e borscht alle bancarelle degli ambulanti

E così a Phuket hanno cominciato a organizzarsi. Sono spuntati nuovi stabilimenti balneari e ristoranti di specialità russe. Nikolai Batargin, proprietario del gruppo Chekhoff, ha recentemente aperto un terzo locale. E sull’isola ha messo piede anche la catena di ristorazione russa Veranda. I thailandesi, dal canto loro, si sono adattati. All’aeroporto di Phuket gli annunci ora sono anche in lingua russa. I nomi dei negozi sono scritti in cirillico e i venditori ambulanti oltre al pad thai o il tom yum, ora servono borscht e frittelle. Insomma Phuket is the new Forte.

Sicuritalia, 879 telecamere di videosorveglianza su L’Aquila e provincia

Spiragli virtuosi di Pnrr. Si scorgono a L’Aquila, dove una proficua collaborazione tra pubblico e privato ha generato un esempio virtuoso – best practice direbbero quelli bravi – di utilizzo dei fondi Pnrr in ambito sicurezza. Il capoluogo abruzzese sarà infatti il primo in Italia ad attivare una rete integrata di videosorveglianza ad alto contenuto tecnologico che andrà a interessare una superficie comunale di 473 chilometri quadrati, la nona per estensione in Italia.

I dispositivi aiuteranno le forze dell’ordine a garantire maggiore sicurezza ai cittadini

Le telecamere verranno installate in 200 punti considerati strategici, che coinvolgono ben 60 frazioni: dal centro storico a ospedali e distretti sanitari passando per scuole, parchi pubblici, centri sportivi, ferrovie, caselli autostradali, sottopassi ferroviari e cimiteri. Una rete capillare di ultima generazione che include telecamere con inquadratura fissa, con ripresa a 360 gradi (speed dome), e quelle ad hoc per la lettura delle targhe, queste ultime collegate direttamente al data base del ministero degli Interni che gestirà direttamente le segnalazioni di veicoli denunciati o sospetti. Un network tecnologico che sarà gestito da control room operative posizionate nelle sedi della polizia municipale, questura, carabinieri e Guardia di finanza e che consentirà di supportare le forze dell’ordine nel garantire una maggiore sicurezza alla collettività, anche attraverso l’innalzamento dell’azione di deterrenza nei confronti degli episodi di inciviltà urbana e criminalità.

Da “normale” a “buona” amministrazione: già predisposta l’installazione delle telecamere

L’iniziativa è stata lanciata dal Comune de L’Aquila, in stretto coordinamento con prefettura e forze dell’ordine, e con la partnership tecnologica di Sicuritalia, prima azienda italiana della sicurezza con 17.500 dipendenti, oltre 100 mila clienti e un fatturato consolidato di 750 milioni di euro. Il progetto parte dalla gara Consip sulla videosorveglianza per la Pubblica amministrazione aggiudicata a giugno 2022 a cui il Comune dell’Aquila ha fatto accesso cogliendo in pieno le opportunità fornite dal Pnrr e dal relativo fondo complementare per le aree colpite dal sisma. Dopo poco più un anno i risultati sono tangibili ed è stata già predisposta l’installazione di quasi 1.000 telecamere sparse sul territorio, con un investimento da parte dell’amministrazione di circa 4 milioni di euro. Per completare il progetto ci vorranno circa 700 giorni, con il coinvolgimento di un team di specialisti, anche locali, già occupati nell’aggiornamento e nella riprogettazione del sistema attuale, che ha richiesto numerosi sopralluoghi in territorio particolarmente complessi. Da “normale” a “buona” amministrazione, verrebbe da dire, dove finalmente la tanto decantata “messa a terra” dei progetti del Pnrr è stata realizzata in tempi brevi e con la collaborazione proficua di istituzioni pubbliche e player privati.

Il sindaco Biondi: «Progetto senza precedenti»

«Il progetto è senza precedenti e punta a migliorare la qualità della vita con un impianto ad altissimo valore tecnologico utile anche allo sviluppo ulteriore dei sistemi di digitalizzazione nella nostra città, che vive una fase di piena rigenerazione. L’Aquila ha tutte le caratteristiche per rappresentare un punto di riferimento per le città medie interne d’Italia», ha commentato il sindaco Pierluigi Biondi, Fratelli d’Italia, nel riportare l’esperienza virtuosa del proprio comune sul piano nazionale.

Dall’Abruzzo arriva una sterzata “forte e gentile” sull’utilizzo dei fondi Pnrr, ancor più significativa se si pensa a quanto questo territorio sconti ancora le ferite del terremoto del 2009 che a 14 anni di distanza vedono L’Aquila ancora stretta tra macerie e orgoglio, tra resilienza e spirito di ricostruzione. Troppo spesso si cercano esempi virtuosi oltre i confini, quando invece basterebbe mettere da parte l’esterofilia e sbirciare nel proprio giardino. Qualcosa di buono ogni tanto si trova.

Mondiali di scherma, Kharlan potrà gareggiare: è stata riammessa dopo la squalifica

Olga Kharlan potrà gareggiare nella prova a squadre ai Mondiali di scherma di Milano. Lo ha deciso la federazione, con un dietrofront che arriva a 24 ore dalla sospensione dell’atleta. L’ucraina si è rifiutata di salutare la russa Anna Smirnova dopo averla battuta 15 a 7. La scelta della Fie è stata di riammetterla dandole il beneficio del dubbio. Kharlan, campionessa in carica, aveva infatti porto la lama per congedarsi dall’avversaria, come da protocollo Covid ancora in vigore all’inizio dei Mondiali. Un gesto, quindi, considerato in buona fede.

Olga Kharlan è stata riammessa dopo la squalifica per non aver salutato l'avversaria russa
Olga Kharlan e Anna Smirnova al termine dell’incontro (Getty).

Il Cio aveva chiesto «sensibilità»

Anche il Cio, il Comitato olimpico internazionale, è intervenuto dopo la squalifica di giovedì 27 luglio dell’ucraina Olga Kharlan. Dal comitato era arrivato l’appello alle federazioni a maggiore «sensibilità» nella gestione dei confronti tra gli atleti ucraini e russi. Questi ultimi gareggiano come neutrali. Un portavoce ha dichiarato: «Incoraggiamo le federazioni internazionali a gestire situazioni – ha aggiunto – che coinvolgono ucraini e individui atleti neutrali con il necessario grado di sensibilità. Continuiamo a essere pienamente solidali con gli atleti ucraini e la comunità olimpica dell’Ucraina». La presidenza ucraina ha commentato la sospensione definendola «assolutamente vergognosa».

Abodi sulla squalifica: «Grave decisione»

Anche il ministro dello Sport Andrea Abodi è intervenuto in mattinata, inviando una lettera al presidente del Coni, Giovanni Malagò, al presidente della Federazione italiana scherma, Paolo Azzi, e al presidente del comitato organizzatore di Milano 2023, Marco Fichera. Si legge: « In relazione alla squalifica comminata all’atleta ucraina Olga Kharlan dalla Federazione Internazionale Scherma, in occasione dei Campionati mondiali attualmente in corso di svolgimento a Milano, tenendo conto degli evidenti impatti che la decisione sta determinando al di là degli aspetti meramente sportivi, si richiede di fornire, con cortese urgenza, tutti gli elementi in vostro possesso che hanno condotto alla grave decisione, con riguardo anche alle tempistiche di approvazione del Regolamento sulla base del quale è stata assunta la decisione».

Olga Kharlan è stata riammessa dopo la squalifica per non aver salutato l'avversaria russa
Olga Kharlan (Getty).

Pnrr, via libera alla terza rata da 18,5 miliardi

Via libera ufficiale della Commissione europea alla terza rata del Pnrr dell’Italia da 18,5 miliardi di euro. L’esecutivo Ue ha approvato anche le modifiche proposte da Roma agli obiettivi della quarta tranche. La presidente Ursula von der Leyen, dopo l’ok, ha dichiarato: «Continueremo a essere al fianco dell’Italia in ogni passo necessario per assicurare che il Piano sia un successo italiano ed europea: avanti tutta con Italia domani. L’Italia ha mostrato molti progressi nel portare avanti riforme cruciali e gli investimenti previsti dal suo Pnrr».

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Da Bruxelles c'è l'ok alla terza rata del Pnrr
Ursula von der Leyen (ANSA).

Gentiloni: «Due passi avanti per l’Italia»

A commentare il via libera è anche il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni: «Oggi compiamo due importanti passi avanti con l’attuazione del piano di ripresa e resilienza dell’Italia. Una volta completate le procedure necessarie, l’Italia riceverà 18,5 miliardi di euro per continuare a sostenere lo sviluppo economico del Paese in questi tempi difficili. Nel frattempo, la nostra valutazione positiva delle modifiche mirate agli impegni per la quarta rata aprirà la strada all’Italia per presentare tale richiesta dopo la pausa estiva».

Meloni: «Molto soddisfatta»

E commenta anche la premier Giorgia Meloni: «Sono molto soddisfatta della decisione di oggi della Commissione europea, che ha deliberato il pagamento della terza rata del Pnrr e ha approvato le modifiche proposte dal Governo sulla quarta rata. Un grande risultato che consentirà all’Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023 e che è frutto dell’intenso lavoro portato avanti in questi mesi e dalla forte sinergia del Governo con la Commissione europea».

Fitto: «Risultato di lungo confronto con il governo»

Il ministro al Pnrr Raffaele Fitto ha scelto Twitter per i primi commenti: «Accogliamo con soddisfazione le decisioni della Commissione UE e apprezziamo le parole di Ursula von der Leyen: la valutazione positiva sulla terza rata e le proposte alle modifiche di alcune misure della quarta consentiranno all’Italia di ricevere entro quest’anno i 35mld del PNRR». E in un altro tweet: «Le decisioni prese dalla Commissione UE sono il risultato di un lungo confronto costruttivo con il Governo Meloni. Continueremo la cooperazione sulle modifiche del PNRR, incluso il Capitolo RePowerEu».

The Morning Show, arriva la terza stagione su Apple Tv: confermata la quarta

Apple Tv+ ha presentato il teaser della terza stagione di The Morning Show, la serie interpretata e prodotta da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, che uscirà il 13 settembre su Apple Tv + con 10 episodi che andranno in onda ogni mercoledì fino all’8 novembre. The morning show sta riscuotendo un enorme successo di pubblico tanto che è stata già confermata la quarta stagione.

La trama di The Morning Show 3

La serie si snoda all’interno del network televisivo UBA svelandone tutte le dinamiche di potere e di arrivismo. La nuova stagione parte dalla crisi che sta vivendo l’emittente e che mette in discussione il futuro di tutti fino a quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la rete. Questa possibilità spingerà al limite la lealtà dei singoli protagonisti. Si formeranno alleanze inaspettate e le storie private dei protagonisti saranno utilizzate come armi in una battaglia che costringerà tutti a confrontarsi con i propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Nel cast della terza stagione ci sono Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.

Una serie pluripremiata

Fin dalla prima stagione, la serie ha riscosso un grande successo e tanti riconoscimenti. Billy Crudup, nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come Attore non protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice Award, mentre Jennifer Aniston ha ricevuto un SAG Award per la Migliore interpretazione in una serie drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination dalla Television Critics Association come Outstanding New Program e un Tv Choice Award per Best New Drama, attestandosi come il prodotto di punta di Apple Tv+. Il merito della serie è quello di fornire un’indagine approfondita delle dinamiche di potere che si manifestano nell’industria dei media, un comparto molto importante negli Stati Uniti. Per la seconda stagione, invece, Reese Witherspoon ha ricevuto una nomination agli Emmy come Miglior attrice protagonista in una serie drammatica mentre Billy Crudup una nomination come Miglior attore non protagonista in una serie drammatica. Marcia Hay Harde è infine stata candidata come Miglior guest star femminile in una serie drammatica.

SACE aderisce alla EU Energy Platform per l’approvvigionamento energetico in Italia ed Europa

Il Gruppo SACE ha aderito alla EU Energy Platform lanciata dalla Commissione europea e gestita da PRISMA, l’azienda informatica leader nella gestione digitale dell’approvvigionamento energetico in Europa. La piattaforma è dedicata all’acquisto comune di energia a livello europeo tramite il meccanismo AggregateEU.

La piattaforma mette in comunicazione domanda e offerta

Nel dettaglio, in risposta alla crisi energetica e nel quadro degli sforzi volti ad implementare il piano REPowerEU per la diversificazione delle forniture energetiche in Europa, la EU Energy Platform ha lo scopo di agevolare gare di appalto collettive per la compravendita di gas, mettendo in contatto domanda europea e offerta internazionale. Il meccanismo AggregateEU, in particolare, è il servizio messo a punto da PRISMA che ha l’obiettivo di aggregare la domanda di gas delle imprese dell’Ue e di abbinarla alle offerte di fornitura più competitive in tempo per la successiva stagione di stoccaggio. Avviata nell’aprile 2022 a seguito del mandato conferito dal Consiglio europeo, l’iniziativa copre una serie di azioni riguardanti il gas naturale e il GNL (e in futuro l’idrogeno) per sostenere la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione europea, l’acquisto di energia a prezzi accessibili, l’aggregazione della domanda e l’uso efficiente delle infrastrutture del gas dell’Ue. Attraverso l’adesione all’EU Energy Platform, il Gruppo SACE mette a disposizione i propri servizi assicurativi e finanziari per agevolare l’approvvigionamento di gas da parte di imprese italiane per supportarne l’attività e il percorso di transizione energetica nell’ambito del Green New Deal italiano.

Michal Ron: «Supportiamo le imprese nell’accesso all’energia»

«Per noi del Gruppo SACE contribuire alla sicurezza energetica del Paese e al sostegno dell’export italiano sono due obiettivi cruciali alla luce dell’attuale contesto globale che vede l’Italia e l’Europa ancora potenzialmente esposte a rischi legati all’approvvigionamento energetico», ha dichiarato Michal Ron, chief international business officer di SACE. «A questo proposito, l’adesione del Gruppo all’EU Energy Platform rappresenta uno strumento importante per rispondere a questa duplice esigenza supportando le imprese nell’accesso all’energia nel mercato europeo». L’accreditamento alla piattaforma è gratuito e non vincolante per tutte le imprese interessate residenti in Italia o in altro paese membro dell’Unione.

Taylor Swift, a Seattle i fan scatenati provocano un lieve terremoto

Taylor Swift può aggiungere un altro primato alla sua già incredibile carriera musicale. I suoi fan, durante i due live del 22 e 23 luglio al Lumen Field di Seattle, hanno scatenato un vero e proprio terremoto ballando le sue canzoni. La sismologa Jackie Caplan-Auerbach ha infatti registrato sulla strumentazione della città un’attività sismica di 2,3 gradi di magnitudo sulla scala Richter. Curiosamente, l’evento si è verificato in modo identico per tutte e due le serate dal vivo della popstar, nonostante il pubblico fosse differente. «Ho confrontato i dati e sono quasi uguali», ha spiegato l’esperta, che insegna geologia alla Western Washington University. Già, quasi, perché c’è una lieve discrepanza di 26 minuti fra i due giorni. «Ho scoperto che un live è iniziato con circa mezz’ora di ritardo, quindi tutto torna».

Terremoto di magnitudo 2,3 al concerto di Taylor Swift a Seattle, provocato dai fan scatenati. Lo stesso successe a Napoli per lo Scudetto.
Taylor Swift durante un concerto dell’Eras Tour (Getty Images).

Il confronto con un touchdown nel football e il caso in Italia

Il Lumen Field può vantare inoltre un altro primato. I sismografi di Seattle registrarono un lieve terremoto anche in occasione della partita di football dei Seahawks nel 2011. Scoppiando al touchdown del talento locale Marshawn Lynch, soprannominato dai tifosi The Beast, i supporter generarono un’attività pari a 2 gradi esatti sulla scala Richter. «Stavolta c’è una netta differenza in termini di durata», ha specificato la dottoressa Caplan-Auerbach. «Il tifo dopo un touchdown continua per pochi secondi prima di spegnersi». Diversa la situazione durante un concerto, dove l’euforia può protrarsi per diverse ore. Senza dimenticare la potenza degli altoparlanti e di tutto l’impianto audio del live. La conferma del terremoto arriva anche dalla giornalista della Cnn Chloe Melas che ha seguito l’evento per la tv americana. «Potevi sentire la terra che tremava sotto i piedi», ha raccontato. «Non ho mai visto nulla del genere».

Il terremoto al concerto di Taylor Swift ricorda molto da vicino un caso simile avvenuto in Italia, a Napoli. Il 30 aprile 2023, in occasione della sfida fra gli Azzurri di Luciano Spalletti e la Salernitana, il Diego Armando Maradona si presentò sold out. In caso di successo, i padroni di casa avrebbero infatti vinto lo Scudetto, il terzo della loro storia e il primo dopo oltre 30 anni. Al gol del momentaneo 1-0 di Mathías Olivera, lo stadio esplose generando un lieve terremoto di 2 gradi sulla scala Richter. La partita però si concluse in pareggio per via del gol di Boulaye Dia che fissò il risultato sull’1-1 finale. Una festa solo rimandata alla domenica successiva.

Taylor Swift, numeri record per il suo Eras Tour che arriverà in Italia

Intanto la popstar Taylor Swift continua a macinare numeri da record in tutto il mondo. Ad appena 33 anni è una delle artiste più ascoltate sul pianeta e ogni sua data è sold out in pochi minuti. Lo stesso vale per i due concerti in Italia, previsti per il 13 e il 14 luglio 2024 allo stadio San Siro di Milano. C’è però chi ha pensato di rivendere i biglietti subito, a prezzo ovviamente maggiorato. Online, da Viagogo a StabHub, infatti si possono trovare tagliandi a oltre 5 mila euro, con prezzi medi fra 350 e 700 euro ciascuno. Taylor Swift intanto, secondo il Wall Street Journal, potrebbe incassare circa 1 miliardo dall’intero tour, che si chiuderà soltanto l’1 agosto 2024 a Londra. Supererebbe così Elton John, che con la sua serie di concerti d’addio lunga tre anni ha totalizzato circa 900 milioni di euro in tutto il mondo.

Reddito di cittadinanza sospeso via sms a 169 mila famiglie

Sono 169 mila le famiglie beneficiarie di reddito o pensione di cittadinanza che hanno ricevuto oggi dall’Inps il messaggio di sospensione del sussidio da agosto in quanto nuclei nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65 come prevede la nuova normativa. L’ultima rata che hanno percepito è quella del 27 luglio. Secondo quanto si apprende il messaggio annuncia la sospensione in attesa della presa in carico dei servizi sociali. Sarebbero 88mila le persone che potrebbero essere prese in carico. Tra agosto e settembre circa 80mila nuove famiglie dovrebbero avere il beneficio sospeso poiché scadono i sette mesi di durata.

Gazzi: «Guerra sui servizi sociali»

Il presidente degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, non ci sta e dichiara: «La sospensione via sms del Reddito di cittadinanza sta scatenando una guerra sui servizi sociali». E chiede di «intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualcuna o qualcun assistente sociale venga aggredito. L’invio di un sms da parte dell’Inps nel quale si annuncia la sospensione dal 31 luglio del Rdc ai cosiddetti occupabili sta scatenando una guerra. Riceviamo messaggi preoccupanti dai territori perché i nostri uffici, in molte aree non rinforzati, né preparati, si trovano a gestire migliaia di situazioni di persone, tra i 18 e i 59 anni, a noi sconosciute perché, fin qui, prese in carico da Anpal o Centri per l’Impiego».

Stop al rdc per 169 mila famiglie: la comunicazione via sms
Uno striscione di protesta a Napoli (ANSA).

La richiesta: «Immediato spostamento dei termini»

«Davanti a questi uffici», prosegue Gazzi, «si stanno ammassando persone che hanno ricevuto sul loro cellulare il messaggio nel quale leggono che il loro Rdc è sospeso dal mese di agosto e che per poter mantenere il sussidio devono attivare il Supporto per la formazione e il lavoro e che per ottenere il Supporto devono essere presi in carico dai servizi sociali prima della scadenza del Rdc. Migliaia di domande spesso davanti a quattro o cinque assistenti sociali. Chiediamo l’immediato spostamento dei termini da parte dell’Inps e a Comuni e Regioni il rafforzamento dei servizi con i fondi già disponibili. In alcune Regioni è stato speso soltanto il 5% delle risorse messe in campo. Non si fanno riforme sulla pelle delle persone e non possiamo essere noi, assistenti sociali, ad assumere l’onere di ritardi, omissioni e propaganda».

Mattarella visita la Chiesa di Santa Maria di Gesù distrutta dall’incendio

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato la Chiesa di Santa Maria di Gesù distrutta dalle fiamme divampate a Palermo, e in tutta la Sicilia, lo scorso mercoledì. Ad accompagnare il capo dello Stato il presidente della Regione Renato Schifani, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il sindaco Roberto Lagalla e l’arcivescovo Corrado Lorefice. Mattarella si è trattenuto in un breve colloquio con il governatore siciliano e con il primo cittadino dopo aver visitato la chiesa che ha i segni degli incendi che hanno devastato la Sicilia. «Una ferita aperta», ha dichiarato il presidente della Repubblica.

Mattarella ha visita la chiesa distrutta dall'incendio a Palermo: «Una ferita aperta»
La visita di Sergio Mattarella (Imagoeconomica).

Mattarella chiede di restaurare tutto

La struttura è stata distrutta dal fuoco. Le temperature hanno sfiorato i 50 gradi. Con Mattarella, in visita a Palermo per commemorare il giudice Rocco Chinnici a 40 anni dall’omicidio, è stato accompagno da padre Vincenzo, il frate che gestisce la chiesa. Il presidente ha chiesto quali sono stati i beni «andati persi» e quali invece «si possono restaurare». E ha voluto lanciare un messaggio proprio in tal senso, chiedendo un impegno «per restaurarla». Nel cimitero della Chiesa di Santa Maria di Gesù riposa anche il giudice Paolo Borsellino. All’interno del convento, invece, c’erano le spoglie di San Benedetto il Moro e opere d’arte di grande valore artistico-culturale.

La scrittrice Stefania Auci: «Il mio cuore piange»

Nelle scorse ore ha visitato la chiesa anche la scrittrice trapanese Stefania Auci. L’autrice, in lacrime, ha dichiarato: «Quando venivo a trovare i Florio rimanevo a pregare per recuperare serenità nei momenti di moto interiore. È un dolore fisico sono stata così male solo quando è bruciata la cattedrale di Notre-Dame e quando è crollato il tetto della Basilica di Assisi. I palermitani non si sono probabilmente ancora resi conto di quello che è andato perduto. Provo un senso d’impotenza, rabbia, inutilità. Il mio cuore piange, ci sono tanti se e tanti ma in questa storia».

Mattarella ha visita la chiesa distrutta dall'incendio a Palermo: «Una ferita aperta»
La scrittrice Stefania Auci (Imagoeconomica).

Colpo di Stato in Niger, Prigozhin: «Lotta del popolo contro i colonizzatori»

L’Unione degli ufficiali per la sicurezza internazionale, considerata da Washington una compagnia di copertura per la Wagner nella Repubblica Centrafricana, ha condiviso un discorso vocale attribuito a Yevgeny Prigozhin riguardante il colpo di Stato in Niger. Quello che è successo, ha avrebbe detto il fondatore della milizia mercenaria, «non è altro che la lotta del popolo contro i colonizzatori, che hanno cercato di imporre le proprie regole di vita».

Colpo di Stato in Niger, Prigozhin: «Lotta del popolo contro i colonizzatori». Il messaggio del capo della Wagner dopo il golpe.
Bandiera russa a Niamey dopo il golpe (Getty Images).

Per le strade di Niamey bandiere della Federazione Russa e cori per la Wagner

«Gli ex colonizzatori stanno cercando di tenere sotto controllo la popolazione degli Stati africani» e «riempiono questi Paesi di terroristi e bande di criminali, creando una colossale crisi di sicurezza», recita la voce attribuita a Prigozhin. E poi: «Al fine di mantenere il loro attuale sistema di schiavi in Africa, dispiegano varie missioni all’estero, che contano decine di migliaia di soldati». Il gruppo Wagner è stato per anni uno dei principali attori nella sfera della sicurezza in Africa, ma le sue operazioni all’estero sono state messe in discussione dalla fallita rivolta di giugno. Intanto, dopo il golpe le strade della capitale nigerina Niamey si sono riempite di bandiere della Federazione Russa e in tanti hanno inneggiato alla Wagner.

Colpo di Stato in Niger, Prigozhin: «Lotta del popolo contro i colonizzatori». Il messaggio del capo della Wagner dopo il golpe.
Il generale Abdourahamane Tchiani (Getty Images).

Il giallo della foto di Prigozhin a San Pietroburgo, dove è in corso il vertice Russia-Africa

Dopo il golpe, il presidente nigerino Mohamed Bazoum è stato rimosso e venerdì 28 luglio il generale Abdourahmane Tchiani, capo della guardia presidenziale, si è autoproclamato capo del governo di transizione. Il generale ha giustificato il colpo di stato parlando del «peggioramento della situazione di sicurezza» e di «malgoverno» in Niger. Nella stessa giornata Nexta Tv ha twittato una foto che smentirebbe l’esilio di Prigozhin, ritratto infatti mentre stringe la mano a un rappresentante della Repubblica Centrafricana durante il vertice Russia-Africa a San Pietroburgo. Secondo la testata online Fontanka, la foto non sarebbe stata scattata a margine del forum, ma nell’albergo Trezini, proprietà della famiglia Prigozhin. Resta anche da capire quando sia stata fatta. Ma il messaggio è chiaro: quello tra la Wagner e l’Africa rimane un legame molto forte.

Tina Knowles, mamma di Beyoncé, divorzia dall’attore Richard Lawson

Tina Knowles, la mamma di Beyoncé, ha divorziato dall’attore Richard Lawson. La coppia si era sposata nel 2015 e per la Knowles erano le seconde nozze. A renderlo noto il sito di gossip Tmz che ha parlato di «differenze inconciliabili».

La Knowles ha chiesto ai giudici di rinunciare al cognome del marito

A chiedere la separazione è stata Tina, ma non si conoscono i motivi. Per la mamma di Beyoncé si tratta del secondo divorzio dopo quello dal primo marito, Matthew Knowles, con cui è stata sposata per circa 30 anni e dal quale ha avuto le due figlie Beyoncè e Solange. La separazione, rende noto il sito Tmz, non sarà amichevole. Si vocifera che la Knowles abbia chiesto al tribunale di negare il sostegno coniugale a lei come al marito, esprimendo la volontà di ripristinare il precedente cognome.

Tina Knowles e Richard Lawson si sono lasciati è stata la mamma di Beyoncé a chiedere il divorzio, Lo ha reso noto il sito di gossip Tmz.
Tina Knowles-Lawson e Richard Lawson (Getty Images).

Tina Knowles, 69 anni, e Richard Lawson, 76 anni, si conoscevano da oltre 30 anni perché la mamma di Beyoncé era una delle migliori amiche della sorella dell’attore, ma solo nel 2013 hanno iniziato a frequentarsi e nel 2015 si sono sposati con una sontuosa cerimonia celebrata su uno yacht al largo di Newport Beach, in California. Una separazione, quella tra la Knowles e Lawson, attore noto in Italia soprattutto per la serie tv, V-Visitors trasmessa nel 1983, che è giunta a sorpresa. La coppia è sempre apparsa inseparabile e fino alla notizia del divorzio non si era mai parlato di crisi. Anche per lui era il secondo matrimonio: prima di sposare Tina aveva avuto una relazione con la collega Denise Gordy con cui ha avuto la figlia, Bianca Lawson, nata nel 1979 e attrice come lui.

La Gdf sequestra due milioni di euro all’ex body builder Mauro Rozza e ai suoi genitori

È l’ammontare del sequestro effettuato venerdì 28 luglio dalla polizia giudiziaria in quota alla Guardia di finanza della procura a Milano a Mauro Rozza, l’ex campione italiano di body building assolto per totale incapacità di intendere e volere dall’omicidio della moglie uccisa nel 2009 con 60 coltellate, al padre Sergio Rozza e alla madre Antonia Maria Rosa Meanti. Tra i diversi beni, per un ammontare di oltre due milioni di euro, anche 12 immobili tra Milano e Riccione, quattro auto compresa una Ferrari 488 Spider con targa della Repubblica di San Marino, 750.000 euro in contanti trovati in una cassetta di sicurezza e sei orologi di pregio.

Il sequestro da due milioni di euro è stato effettuato a Mauro Rozza e ai genitori dalla polizia giudiziaria e dalla Guardia di finanza.
Mauro Rozza (Facebook).

L’inchiesta e le accuse 

I tre sono indagati, in una inchiesta coordinata dal pm Cristiana Roveda, per aver prosciugato il patrimonio di un’amica di famiglia, vedova di un imprenditore e con gravi problemi psichici tali da essere dichiarata invalida al 100 per cento. Le accuse a vario titolo vanno dal peculato, all’autoriciclaggio e alla frode informatica. Per i tre, il gip Alessandra di Fazio, che ha convalidato il sequestro, ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa.

Pichetto in lacrime per l’eco-ansia di una ragazza, ma nel nuovo Pnrr si tagliano i fondi ad ambiente e territorio

I giovani del Giffoni Film Fest con le loro legittime ansie legate a clima e futuro colpiscono il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che non trattiene le lacrime. Una ragazza ammette di soffrire di «eco-ansia» e dice di non voler fare figli in un mondo così a rischio. E al ministro chiede: «Ma lei non ha paura per i suoi figli?». A quel punto Pichetto Fratin scoppia a piangere e asciugandosi le lacrime risponde: «Io ho la forza del dubbio, ho un dovere verso la carica che ricopro verso di voi e verso i miei nipoti».

Ma nel Pnrr tagliati molti interventi su clima e prevenzione

E dire che nel nuovo Pnrr presentato giovedì dal ministro Raffaele Fitto molti dei quasi 16 miliardi di tagli (definanziamenti) riguardano proprio l’ambiente e gli interventi di prevenzione e adattamento al cambiamento climatico. Oltre a integrare un capitolo sul piano Repower EU, la proposta di revisione toglie infatti risorse importanti soprattutto al contrasto del dissesto idrogeologico. Nel dettaglio sono stati eliminati 1,287 miliardi su 2,49 originariamente previsti per il dissesto idrogeologico, 110 milioni per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, 6 miliardi per valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni, 3,3 per la rigenerazione urbana, 2,5 miliardi per i piani urbani integrati, 675 milioni per la promozione degli impianti innovativi e 1 miliardo per l’utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate.

Pichetto Fratin al Giffoni non trattiene le lacrime per l'ansia di una giovane. Ma nel nuovo Pnrr il governo cancella proprio i fondi per l'ambiente
Il ministro Raffaele Fitto (Imagoeconomica).

Pichetto sul dibattito tra «fattore ciclico della Terra o impatto dell’uomo»

Tra l’altro proprio il ministro dell’Ambiente, 24 ore prima delle lacrime al Giffoni, in un’intervista a Sky Tg24 sul cambiamento climatico aveva affermato candidamente: «Il dibattito è se si tratti di un fattore ciclico della terra o dell’impatto dell’uomo. Ed è un dibattito che lasciamo agli scienziati. Non so quanto sia dovuto all’uomo o al cambiamento terrestre». Parole che alimentano le polemiche sul negazionismo.

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Pichetto Fratin al Giffoni non trattiene le lacrime per l'ansia di una giovane. Ma nel nuovo Pnrr il governo cancella proprio i fondi per l'ambiente
Gilberto Pichetto Fratin, ministro per l’Ambiente (Imagoeconomica).

Hong Kong, respinto il tentativo del governo di vietare un brano di protesta

La Corte suprema di Hong Kong ha respinto la richiesta del governo di vietare Glory to Hong Kong, canzone di protesta che inneggia alla democrazia tanto da diventare inno non ufficiale dei manifestanti nel 2019. Secondo il giudice Anthony Chan che ha emesso la sentenza, un’eventuale ingiunzione avrebbe potuto «avere effetti agghiaccianti, minando la libertà di espressione». Lo scorso 5 giugno il governo aveva chiesto di vietare ogni forma di distribuzione e circolazione della traccia o di parti di essa come la melodia e persino qualsiasi altra versione o adattamento. Si tratterebbe, secondo le autorità, di un «inno di secessione dalla Cina che può causare un grave danno a livello nazionale». Come ha riportato il Guardian, inoltre, il brano non è presente sugli store online di Spotify e iTunes.

La canzone di protesta Glory to Hong Kong non sarà censurata. La Corte suprema ha bloccato il governo in favore dei diritti umani.
Manifestanti per strada al grido di Glory to Hong Kong (Getty Images).

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Le ragioni della Corte suprema di Hong Kong e le precedenti pressioni su Google

Tutto era partito a novembre 2022, quando la canzone venne suonata in una gara internazionale di rugby a sette. Glory to Hong Kong partì al posto dell’inno nazionale cinese, prima di essere fermato parlando di un «semplice errore umano». Da allora, il Paese ha assistito a una crescente intolleranza per qualsiasi slogan, dichiarazione o semplice citazione del brano. «Abbiamo il dovere di difendere i diritti umani in virtù della salvaguardia nazionale», ha spiegato il giudice Chan nella nota ufficiale, bollando la richiesta del governo come «priva di utilità». Un eventuale divieto avrebbe potuto presentare ripercussioni anche su persone innocenti, «scoraggiate in attività legittime per paura di violare la nuova legge». Qualora la Corte avesse accolto la richiesta del governo di Hong Kong, Google e gli altri motori di ricerca avrebbero dovuto bloccare ogni accesso dalla rete nazionale.

La canzone di protesta Glory to Hong Kong non sarà censurata. La Corte suprema ha bloccato il governo in favore dei diritti umani.
Manifestanti in protesta al grido della canzone Glory to Hong Kong (getty Images).

Già in passato tuttavia, Google aveva subito pressioni da parte del governo di Hong Kong per limitare o eliminare del tutto la presenza del brano di protesta dal browser. Il colosso americano aveva però negato ogni possibile intervento, affermando che solo un algoritmo è responsabile dei risultati di ricerca. Per il capo della sicurezza locale, Chris Tang, si era trattato di una scelta che aveva «ferito i sentimenti del popolo», mentre il governatore John Lee aveva parlato di «una risposta impensabile e inaccettabile». Intanto, dopo la decisione della Corte suprema, i cittadini hanno festeggiato sui social network, dicendosi pronti a intonare la melodia ogni sera. Preoccupano però le prossime mosse del governo, che secondo il Guardian potrebbe rivolgersi all’Assemblea nazionale del popolo di Pechino come ha già fatto in passato.

Igor il russo è stato condannato ad altri quattro anni per violenza in carcere

Norbert Feher, il killer serbo che nel 2017 uccise in Italia il barista Davide Fabbri e la guardia provinciale Valerio Verri, per poi compiere altri tre omicidi in Spagna, dove è stato arrestato ed è adesso detenuto, è stato condannato ad altri quattro anni di reclusione per violenza in carcere. Conosciuto anche come “Igor il russo”, sta scontando in Spagna un ergastolo con possibilità di libertà anticipata non prima di 30 anni (la massima pena del sistema penale iberico) e due condanne di 25 anni per l’uccisione di un agricoltore e due membri della guardia civile, oltre a una pena di 21 anni per aver sparato ad altre due persone.

Norbert Feher, conosciuto anche come Igor il russo, è stato condannato ad altri quattro anni in Spagna per violenza in carcere.
Norbert Feher (Getty Images).

Le violenze e le minacce nelle carceri spagnole

Feher si trova nel carcere di Huelva, il quinto penitenziario spagnolo in cui è stato spostato a causa della sua aggressività. Il verdetto di ulteriori quattro anni di galera è arrivato tramite patteggiamento: il killer nel 2021 aveva aggredito con una piastrella affilata cinque funzionari del carcere di Dueñas, dove era stato trasferito dopo aver minacciato un poliziotto di quello di Zuera. A marzo del 2023, inoltre, Igor il russo ha aggredito con modalità simili un dipendente del carcere di massima sicurezza di Madrid.

Norbert Feher, conosciuto anche come Igor il russo, è stato condannato ad altri quattro anni in Spagna per violenza in carcere.
Il carcere di Dueñas, in Spagna.

Gli inquietanti appunti nella cella del killer

Nella cella del carcere di Dueñas dove Feher è stato detenuto la polizia ha rinvenuto inquietanti appunti scritti dal killer, come la frase: «Il tempo è solo una finestra, la morte è solo una porta. Tornerò e cercherò ognuno di voi», in italiano. Igor il russo, che seminò morte e terrore nel Ferrarese e nel Bolognese nel 2017, due anni dopo è stato condannato all’ergastolo in Italia, pena confermata in tre gradi di giudizio. Per i suoi omicidi, tanto nel nostro Paese quanto in Spagna, è stato inoltre chiamato a risarcire economicamente i parenti delle vittime, per una somma complessiva di 3,8 milioni di euro. Che, però, non è in grado di pagare. Maria Sirica, vedova di Fabbri, ha così chiamato lo Stato a risarcire i danni in sede civile, ritenendolo responsabile di non aver eseguito i due decreti di espulsione emessi a carico di Feher nel 2010 e nel 2011.

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