Daily Archives: 13 Luglio 2023

Napoli, trovato il cadavere di un uomo in un centro sportivo abbandonato

A Caivano, in provincia di Napoli, all’interno di un centro sportivo abbandonato è stato ritrovato il cadavere di un uomo in evidente stato di decomposizione. La struttura, il Delphinia Sporting Club, si trova nei pressi del parco Verde di Caivano, una delle piazze di spaccio più grandi della zona, come riportato da NapoliToday. Sul posto è intervenuto, oltre ai carabinieri della compagnia di Caivano, il pm della procura di Napoli nord.

Poco dopo le 20 di giovedì 13 luglio, a Caivano, i carabinieri della stazione locale hanno trovato il cadavere di un uomo.
Scientifica (Getty Images).

Cadavere in un centro sportivo: il ritrovamento

La scoperta del corpo è stata fatta dai carabinieri della stazione locale di Caivano, poco dopo le 20 di giovedì 13 luglio. Sono ancora sconosciute le cause della morte e l’identità dell’uomo.

Milano, incendio nella Rsa Casa dei coniugi: i primi indagati

Dopo una riunione operativa in procura a Milano, è arrivata la decisione: sono due i primi indagati per il rogo scoppiato nella Rsa Casa dei coniugi, in cui venerdì sette luglio hanno perso la vita sei anziani e sono rimaste intossicate 81 persone. Alla riunione erano presenti i due pm titolari del fascicolo, l’aggiunto Tiziana Siciliano, il pubblico ministero Maura Ripamonti, e i vigili del fuoco.

Sono due gli indagati per il rogo nella Rsa Casa dei coniugi a Milano: si tratta di Giancarlo Anghinolfi e Claudia Zerletti.
Incendio Rsa Milano (foto Facebook).

I nomi degli indagati per il rogo alla Casa dei coniugi

I due indagati sono Giancarlo Anghinolfi, direttore generale della Proges, la cooperativa che gestisce la rsa di proprietà del Comune, e Claudia Zerletti, direttrice della struttura per anziani. Secondo alcune indiscrezioni diffuse da Adnkronos il numero di indagati potrebbe salire a sei. Per venerdì 14 luglio alle ore 10 è previsto un nuovo sopralluogo nella struttura alla presenza del pm, dei consulenti e dei vigili del fuoco, per chiarire la dinamica dell’incendio ed effettuare ulteriori verifiche a «impianti e materiali».

 

Parigi, il trionfo delle azzurre: «Siamo le tre meraviglie dell’atletica paralimpica italiana»

Una gioia incontenibile: Ambra Sabatini, la prima atleta paralimpica a correre i 100 metri in meno di 14 secondi  ha dichiarato subito dopo il traguardo «Non ce lo aspettavamo, siamo tutte felicissime. Io stessa non volevo crederci». Insieme a lei sul podio per aver conquistato il bronzo come a Tokyo, Monica Contrafatto: «Siamo le tre meraviglie dell’atletica paralimpica italiana, e non importa che io sia arrivata terza. Alla fine sono sempre quella meno considerata ma mi va bene così» ironizza. Ringrazia l’allenatore Martina Caironi: «Spero continui a seguirmi anche quest’anno, bisogna arrivare ancora più in alto».

Le azzurre conquistano il podio ai mondiali di atletica di Parigi. Ambra Sabatini ha stabilito il nuovo record mondiale.
Ambra Sabatini al traguardo della finale dei mondiali paralimpici di atletica 100 mt (frame video)

La finale dei 100 metri dominata dall’Italia

Le tre atlete tingono di azzurro i mondiali paralimpici femminili: Ambra Sabatini ha corso in 13.98, stabilendo anche il nuovo record mondiale mentre 14.35 il crono fatto registrare dalla Caironi e 14.67 quello della Contrafatto. L’Italia è così a cinque medaglie, di cui due ori, un argento, due bronzi.

«Caro Pino, ti insegno io cos’è una vecchia». Il video di Ainett Stephens

Non ha più l’età. Pino Insegno, dal basso dei suoi 63 anni «boccia» il ritorno di Ainett Stephens nel cast del programma Il mercante in fiera. Il motivo è semplice: la modella venezuelana, ex gatta nera, avrebbe superato la soglia delle papabili per tornare a indossare la tuta lucida e super stretch a causa dei suoi 41 anni. Troppi, a detta del conduttore.

L’ex gatta nera risponde al «diretto interessato»

Ainett Stephens lancia la sua replica in tempo zero con un video postato sul suo profilo Twitter: «Ci sono rimasta male nel vedere persone che hanno anche loro un’età importante, ma che pensano che le donne a 40 anni ancora oggi siano vecchie. E’ inammissibile. I 40 anni sono meglio dei venti e dei trenta e vi spiego perché…».

IL VIDEO:

 

Migranti, naufragio al largo di Lampedusa: recuperato il corpo di un bimbo di quattro anni

Un’altra vittima, un’altra piccola vittima. Un bimbo di soli quattro anni, che si trovava nel gruppo di migranti salvati dalla nave italiana Dattilo, è morto mercoledì 12 luglio nel naufragio al largo di Lampedusa, nonostante i tentativi della madre di salvarlo tenendolo stretto tra le sue braccia. A comunicare l’età del bambino è stata la prefettura che ha coordinato le operazioni di sbarco iniziate nella mattinata del 13 luglio. Il piccolo, recuperato al largo di Lampedusa, secondo le prime informazioni, era di nazionalità nigeriana e viaggiava assieme ad altri migranti tra cui la madre, per la quale è stata disposta l‘assistenza psicologica. La salma del bimbo è stata portata nell’obitorio, in attesa dell’autopsia.

Un bimbo di soli quattro anni, che si trovava nel gruppo di migranti salvati dalla nave italiana Dattilo, è morto al largo di Lampedusa.
Sbarco migranti (foto repertorio Getty Images).

Aperta un’inchiesta da parte della magistratura

La magistratura di Reggio Calabria ha aperto un fascicolo ed ha affidato le indagini alla polizia che dovrà accertare nei dettagli cosa è accaduto sul barcone, rovesciatosi al largo di Lampedusa. I migranti che sono arrivati questa mattina a Reggio Calabria a bordo dell’imbarcazione della Guardia costiera sono in tutto 800, tra cui gli ultimi 50 soccorsi in mare nelle ultime ore, mentre gli altri provengono dall’hotspot di Lampedusa. I 550 migranti destinati a Reggio Calabria saranno accompagnati al centro di prima accoglienza allestito nella scuola Boccioni di Gallico in attesa di essere trasferiti in altre regioni.

Sondaggi politici, la Lega riprende quota: calano FdI e Forza Italia

L’effetto generato dalla scomparso di Silvio Berlusconi sembra essere finito per Forza Italia. Il partito, ora guidato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha perso consensi secondo quanto rende noto la Supermedia Agi/Youtrend. FI, dopo settimane di risalita, perde lo 0,7 per cento e torna a quota 7,5. Un dato importante, che diventa doppio se si legge l’intero sondaggio. A guadagnare la stessa percentuale, lo 0,7 per cento, è la Lega guidata da Matteo Salvini, ora al 9,4. Il centrodestra fa i conti, però, anche con l’ennesimo passo indietro di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni, resta saldamente in vetta alla classifica del consenso con il 28,6 per cento, ma perde lo 0,3 rispetto a due settimane fa.

Per la Supermedia Youtrend, la Lega guadagna quanto perde Forza Italia
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani (Imagoeconomica).

Pd e Movimento 5 stelle crescono dello 0,1 per cento

Dietro FdI, cresce, ma di poco, il Partito democratico. I dem guidati da Elly Schlein salgono dello 0,1 per cento rispetto alla precedente rilevazione e si portano al 20,3, riducendo a meno di 8 punti e mezzo il divario dal partito di Giorgia Meloni. Piccolo passo in avanti anche per il Movimento 5 stelle, che torna a quota 15,9 per cento guadagnando lo 0,1. Azione guadagna lo 0,2 per cento e si porta al 3,8, mentre Verdi e Sinistra italiana, aumentando dello 0,1, salgono al 3,1 e staccano Italia Viva, stabile al 3 per cento. Tra i partiti, scivola Noi Moderati, ora allo 0,8 per cento (-0,2) mentre salgono +Europa e Unione Popolare. Il primo vanta il 2,4 per cento (+0,1), il secondo l’1,7 (+0,2). Non aumenta né diminuisce Italexit, stabile a 1,9 per cento.

Per la Supermedia Youtrend, la Lega guadagna quanto perde Forza Italia
La segretaria del Pd Elly Schlein (Imagoeconomica).

Coalizioni: il centrodestra perde mezzo punto

La Supermedia Agi/Youtrend fa il punto anche sulle coalizioni. Il centrodestra complessivamente perde mezzo punto percentuale, ma è nettamente avanti agli altri a quota 46,3 per cento. Il centrosinistra insegue a quota 25,7, aumentando dello 0,2 rispetto a due settimane fa. Il Terzo Polo guadagna lo 0,2 per cento e si porta al 6,8, ma resta distante dal M5s, salito al 15,9 per cento.

Le università telematiche di Multiversity firmano un protocollo con la Pa

Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, le università digitali di Multiversity, hanno firmato un protocollo d’intesa con il ministero per la Pubblica amministrazione con l’obiettivo di promuovere la collaborazione e lo sviluppo di iniziative congiunte nel campo dell’istruzione e della Pa, sostenendo la formazione dei dipendenti pubblici e la digitalizzazione del settore.

Accordo Multiversity-Pa: sconti per i dipendenti che si iscrivono alle università digitali

L’accordo si inserisce nell’ambito della convenzione Pa 110 e lode e prevede agevolazioni economiche per tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione che si iscrivono a un corso di laurea o a un master di una delle università del Gruppo, fino a una riduzione della retta del 50 per cento. I percorsi di studio offerti da Multiversity, che comprendono 72 corsi di laurea e oltre 300 master, promuovono lo sviluppo professionale del personale attraverso upskilling (aggiornamento ed espansione delle competenze) e reskilling (acquisizione di nuove conoscenze e capacità). I dettagli sulle attività e sui progetti specifici relativi alla collaborazione con il ministero guidato da Paolo Zangrillo sono disponibili sui siti web dei tre atenei. Primo gruppo in Italia nel settore dell’Education, Multiversity ha tra gli obiettivi quello di fornire un’offerta didattica di alta qualità e accessibile a tutti «per consentire agli studenti di oggi di realizzare il mondo di domani».

L’ad Vaccarono: «Formazione continua dei dipendenti indispensabile per modernizzare il Paese»

Queste le dichiarazioni di Fabio Vaccarono, presidente e ad di Multiversity: «Il protocollo d’intesa garantisce una formazione continua ai dipendenti della Pa, indispensabile per il miglioramento e la modernizzazione della macchina amministrativa per un Paese a favore di cittadini e imprese. Le nostre università digitali, leader a livello nazionale nel campo della formazione avanzata e della ricerca, offrono corsi di studio di alta qualità in grado di migliorare il livello di competenze specialistiche e trasversali, che rispondono alle esigenze di un mercato del lavoro in veloce trasformazione. Siamo il primo e unico sistema di università telematiche digitali alle quali, se un dipendente della Pa si iscrive per un corso di laurea, ottiene da ministero in logica Pnrr fino al 50 per cento del costo della retta».

La Cina svela il piano per mandare astronauti sulla Luna entro il 2030

Prende forma il piano della Cina per inviare i propri astronauti sulla Luna entro il 2030 e rivaleggiare con la Nasa. Ad annunciarne i primi dettagli è stato Zhang Hailian, vice capo ingegnere della China Manned Space Agency (Cmsa) durante il summit aerospaziale del 12 luglio a Wuhan. Come ha riportato l’agenzia Xinhua, l’obiettivo della missione sarà studiare il suolo del satellite per preparare la costruzione di una struttura di ricerca permanente. Ancora ignoto il numero di scienziati coinvolti nel progetto, mentre sono già in corso i preparativi per l’equipaggiamento. Sarà l’ultima tappa di una corsa alle stelle iniziata soltanto nel 1970.

Previsto il lancio separato di una navicella e un lander per la discesa. I dettagli del piano della Cina per inviare astronauti sulla Luna.
Il lancio della missione Shenzhou-16 della Cina (Getty Images).

LEGGI ANCHE: I programmi spaziali della Cina, dalla rete di satelliti alla Luna

Un veicolo con equipaggio e un lander, così la Cina manderà astronauti sulla Luna

Hailan ha anticipato l’invio di due veicoli spaziali separati. Gli astronauti raggiungeranno l’orbita lunare tramite una navicella, ma per la discesa sulla superficie si serviranno di un lander, che si congiungerà al loro mezzo solo in un secondo momento. Come ha spiegato Reuters, si tratta della sola possibilità per la Cina di portare a compimento la missione, in quanto non ancora dotata di un razzo abbastanza potente da consentire il lancio simultaneo dei due veicoli. Raggiunto il suolo luneare, gli astronauti si occuperanno di raccogliere campioni di roccia e studiare il terreno. Una volta tornati sulla Terra dovranno infatti fornire indicazioni per costruire una stazione di ricerca permanente, base per le prossime missioni verso Marte. Per il rientro, gli astronauti utilizzeranno il lander per raggiungere nuovamente la navicella, rimasta ad attenderli in orbita, ed effettuare il passaggio inverso.

In attesa del conto alla rovescia, l’agenzia di stampa Xinhua ha riferito che un team di ricercatori è al lavoro per preparare l’equipaggiamento necessario. La China Manned Space Agency sta infatti sviluppando nuove tute spaziali, rover aggiornati e razzi più potenti e sicuri per il viaggio. Pur essendo partita in ritardo rispetto all’Occidente, la Cina ha recuperato rapidamente terreno. Nel 1970 inviò in orbita il primo satellite, mentre nel 2013 fece atterrare con successo il primo rover sulla Luna e dopo sei anni, per la prima volta nella storia dell’umanità, ne raggiunse il lato nascosto. Nel novembre 2022 ha completato la costruzione della stazione spaziale Tiangong dove tre astronauti, partiti il 30 maggio 2023, trascorreranno cinque mesi di studio.

Decreto flussi, le Regioni chiedono al governo più lavoratori stranieri

Non bastano. Di lavoratori stranieri in Italia ne servono di più. La richiesta arriva direttamente dalle Regioni che quindi vogliono aumentare le quote previste dall’ultimo dpcm flussi del governo Meloni. E così la piroetta di 180 gradi sul tema migranti da parte del centrodestra – che guida sia l’esecutivo sia la maggior parte delle Regioni – è completa.

Decreto flussi, le Regioni chiedono al governo piu? lavoratori stranieri
Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Intanto pure gli sbarchi schizzano: +134 per cento rispetto al 2022

Il governo aveva portato in Consiglio dei ministri il cosiddetto decreto flussi, il provvedimento che fissa le quote di ingresso di lavoratori stranieri nel nostro Paese. Archiviata la stagione del “Prima gli italiani” (da quanto tempo non se ne sente più parlare?) e del blocco navale per fermare gli approdi irregolari (i numeri del 2023 dicono che gli sbarchi sono più che triplicati dal 2021 e fanno registrare un +134 per cento rispetto al 2022), la maggioranza di centrodestra ha messo nero su bianco numeri molto più alti del passato e ha anche allargato le professioni in ingresso. Tra le nuove professionalità che potranno essere richieste, assieme a elettricisti e idraulici, una quota specifica viene riattivata per gli addetti ai settori dell’assistenza familiare e socio-sanitaria, come colf e badanti. Inoltre, l’esecutivo ha rilevato un particolare fabbisogno di lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca, che sono stati quindi aggiunti.

Decreto flussi, le Regioni chiedono al governo piu? lavoratori stranieri
Secondo il governo servono più lavoratori stranieri, colf comprese (Imagoeconomica).

Richieste per un fabbisogno complessivo di 833 mila persone

Ma torniamo ai numeri. La programmazione triennale del governo prevede 452 mila ingressi (136 mila per quest’anno, compresi gli 82 mila di un decreto flussi di inizio 2023, 151 mila per il 2024 e 165 mila per il 2025). Tanti, se confrontati con i meno di 70 mila del 2021. Eppure pochi, visto che lo stesso governo ha raccolto richieste per un fabbisogno complessivo di 833 mila unità nel triennio.

Decreto flussi, le Regioni chiedono al governo piu? lavoratori stranieri
Massimiliano Fedriga (Imagoeconomica).

Fedriga voleva un muro tra Friuli e Slovenia, ora chiede più stranieri

E non bastano nemmeno per le Regioni. I governatori – ricordiamo che 14 Regioni, più la provincia di Trento, sono a guida centrodestra, mentre il centrosinistra ne governa solo quattro – hanno infatti chiesto al governo di rivedere al rialzo le quote. Nel parere richiesto dalla Conferenza delle Regioni – guidata dal leghista Massimiliano Fedriga che in passato aveva proposto la costruzione di un muro tra il suo Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia – i governatori suggeriscono infatti di «prevedere un incremento delle quote complessive di lavoratori stranieri» previste dal decreto. Insomma, non bastano. Di stranieri ne vogliamo di più. Anche se al governo c’è il centrodestra. Il cortocircuito narrativo è servito.

Morte di Emanuele Scieri, condannati per omicidio due ex caporali della Folgore

Emanuele Scieri, il parà di leva trovato privo di vita nella caserma Gamerra il 16 agosto 1999, fu ucciso: la Corte d’assise di Pisa ha condannato per omicidio volontario in concorso gli ex caporali della Folgore, Alessandro Panella a 26 anni, e Luigi Zabara a 18 anni. Secondo quanto riportato nella sentenza, letta dopo le 16 di giovedì 13 luglio, entrambi sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni.

La Corte d'assise di Pisa ha condannato per omicidio volontario in concorso Alessandro Panella a 26 anni, e Luigi Zabara a 18 anni.
Emanuele Scieri (foto Facebook).

La riapertura del caso e la richiesta di condanna

A riaprire il caso, nel 2017, era stata la procura pisana, alla cui guida vi era allora il procuratore capo Alessandro Crini che lo scorso 3 marzo aveva chiesto, durante la requisitoria, 24 anni per Panella e 21 per Zabara. La procura aveva riconosciuto la sussistenza di circostanze attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi. «La nuova inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri» ha dichiarato lo stesso Crini a l’Adnkronos «è iniziata nell’aprile 2017 e ha comportato un lavoro lungo e complesso, visto che erano passati quasi 20 anni. Si è cercato di ricostruire i fatti accaduti per dare una risposta anche alla sua famiglia che cercava verità e giustizia. L’inquadramento della nostra inchiesta appare più o meno accolto dalla Corte, ma questo lo sapremo solo quando leggeremo le motivazioni della sentenza». E ha aggiunto: «Vedere la commozione del fratello di Scieri, Francesco, alla lettura della sentenza, ha dato un senso al nostro lavoro».

La reazione del fratello di Emanuele dopo la lettura della sentenza

«Mio fratello» ha affermato Francesco Scieri «non ci sarà restituito ma adesso c’è una verità, quella che noi abbiamo sempre voluto, sia io che i miei genitori. Hanno lottato fino allo stremo per avere questa giornata così importante e finalmente una sentenza di condanna per i colpevoli, per quelli che hanno sbagliato. Noi volevamo la verità e così oggi è stata scritta una pagina di verità. Purtroppo» ha concluso «per come sono andate le cose non avevo nessuna certezza di una sentenza di condanna e quindi sarebbe stata una ulteriore sconfitta. Oggi è un tassello importante se ci saranno altri gradi di giudizio».

Enna, neonato di 6 mesi muore dopo una caduta dal fasciatoio

Un neonato di appena sei mesi è morto nella mattinata di giovedì 13 luglio a causa di una caduta dal fasciatoio. È successo ad Agira, comune di circa 7 mila abitanti in provincia di Enna, proprio al centro della Sicilia. L’incidente, secondo la ricostruzione, sarebbe avvenuto nella serata del 12 luglio mentre i genitori cambiano il pannolino del bambino. Nella caduta la piccola vittima ha riportato gravissime lesioni ed è stato subito portato all’ospedale Umberto I di Enna. Poi un altro trasferimento, stavolta in elisoccorso, verso la struttura ospedaliera Cannizzaro di Catania, dov’è stato sottoposto a un doppio intervento chirurgico.

Un neonato di 6 mesi è morto a Enna dopo una caduta dal fasciatoio
I piedi di un neonato in un ospedale (Getty).

Filippo caduto da un metro d’altezza

Già nella notte, il piccolo Filippo è stato sottoposto al primo dei due interventi chirurgici con cui i medici hanno tentato di salvargli la vita. L’obiettivo era quello di fermare il vasto ematoma cerebrale riportato nella caduta. In mattinata la seconda operazione, prima del decesso. La comunità si è stretta intorno alla famiglia del neonato. Anche la sindaca di Agira, Maria Greco, ha voluto esprimere il proprio cordoglio ai genitori: «Non ci sono parole dopo una simile tragedia, nulla può lenire la sofferenza dei familiari del piccolo. Ci stringiamo a loro nel cordoglio». Già nelle prossime ore gli inquirenti potrebbero ascoltare madre e padre per acquisire la loro versione dei fatti. Dalla prima ricostruzione la caduta sarebbe avvenuta da un metro d’altezza.

Ad aprile a Messina morto un neonato di 2 mesi

La storia di Filippo ricorda quanto successo a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, nell’aprile scorso. Un neonato di 4 mesi di origini tunisine, Jad, è caduto dalle braccia di un parente. Il piccolo è stato prima trasportato all’ospedale di Milazzo e poi, dopo le dimissioni, al Policlinico di Messina. Ha rimediato un trauma cranico che gli ha generato una grave emorragia cerebrale. Nonostante l’intervento chirurgico in riva allo Stretto, non c’è stato nulla da fare.

Un neonato di 6 mesi è morto a Enna dopo una caduta dal fasciatoio
Un medico all’interno di un’ambulanza del 118 (Getty).

Russia, le purghe dopo la rivolta di Prigozhin: «Arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin»

L’Fsb ha arrestato, interrogato e rilasciato almeno 13 alti ufficiali, fra cui Sergei Surovikin. E ne ha sospesi o licenziati altri 15. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti anonime. L’obiettivo è «ripulire i ranghi da coloro che non sono più fidati», ha spiegato una delle fonti del quotidiano statunitense, sottolineando che diverse fra le persone fermate o allontanate hanno legami con la Wagner.

Russia, purghe dopo la rivolta di Prigozhin: arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin. Un generale: «Licenziato per critiche a vertici militari».
Sergei Surovikin e Vladimir Putin (Getty Images).

Surovikin è comparso in pubblico l’ultima volta il 23 giugno

Diversi ufficiali, tra cui appunto il capo delle Forze aerospaziali Surovikin, sono stati interrogati dai vertici militari del Cremlino per poi essere rilasciati. Surovikin non è accusato di essere coinvolto nell’insurrezione, ma c’è la convinzione che fosse a conoscenza dei piani di Yevgeny Prigozhin. L’ufficiale russo è comparso in pubblico l’ultima volta il 23 giugno, in un video in cui chiedeva al leader della Wagner di non continuare la rivolta. Il 12 luglio Andrei Kartapolov, presidente della Commissione Difesa della Duma, ha dichiarato che il generale Surovikin, «adesso è a riposo» e che «non è disponibile». La notizia del suo arresto, già circolata, era stata smentita dalla figlia. Insieme al capo delle Forze aerospazionali, sarebbero stati interrogati anche il vice Andrei Yudin, il tenente e vice capo dell’intelligence militare Vladimir Alexeyev e il colonnello Mikhail Mizintsev, ex vice ministro della Difesa.

Russia, purghe dopo la rivolta di Prigozhin: arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin. Un generale: «Licenziato per critiche a vertici militari».
Sergei Surovikin (Getty Images).

Popov, il generale congedato per le critiche ai suoi superiori

Sono invece una quindicina gli ufficiali sospesi dal servizio o licenziati. Tra essi c’è il generale Ivan Popov, il quale ha accusato i vertici militari di Mosca di averlo rimosso dal suo incarico per aver denunciato la difficile situazione al fronte. Le dichiarazioni di Popov, a capo della 58esima unità, sono state raccolte in un messaggio vocale divulgato dal legislatore russo Andrei Gurulyov. Il generale ha parlato della morte dei soldati russi, denunciando la mancanza di un adeguato sistema di contrasto al fuoco di artiglieria e di mezzi da ricognizione: «I miei superiori apparentemente percepivano una sorta di pericolo e, per liberarsi di me, hanno rapidamente messo a punto un ordine del ministero della Difesa. L’esercito ucraino non è riuscito a sfondare i ranghi russi al fronte, ma i nostri vertici ci hanno colpito alle spalle, decapitando l’esercito nel momento più difficile».

Aumenta lo stipendio dei capigruppo alla Camera: 1.270 euro circa in più

L’Ufficio di presidenza di Montecitorio, con la delibera 45/2023, ha deciso di aumentare gli stipendi dei capigruppo parlamentari alla Camera dei deputati. Si parla di un’indennità aggiuntiva di 2.226,92 euro lordi, che equivalgono a 1.269,34 netti al mese. L’aumento sarà garantito anche ai presidenti delle componenti del gruppo Misto, ma ridotte a metà. A comunicarlo è l’Ansa, che ha visionato il documento. Le indennità saranno a carico dei bilanci dei singoli gruppi parlamentari e saranno erogate direttamente dalla Camera dal 2024. Le risorse verranno prelevate dai contributi concessi ai partiti.

A votare sì il centrodestra e il Movimento 5 stelle

Si tratta quindi non di un’aggiunta ma di uno spostamento di risorse. La spesa, rispetto al bilancio di Montecitorio, resterà invariata. Secondo quanto rivelano La StampaIl Sole 24 ore, la decisione non è stata presa all’unanimità. I voti favorevoli sono arrivati dai partiti di centrodestra e dal Movimento 5 stelle. Il Pd, l’Alleanza Verdi-Sinistra italiana e Roberto Giachetti di Italia Viva, invece, si sono astenuti.

I capigruppo alla Camera riceveranno 1.270 euro netti al mese in più
La Camera dei deputati a Montecitorio (Getty).

L’aumento scatterà per 11 deputati

I capigruppo interessati saranno 11. L’aumento di 1.269,34 euro netti al mese scatterà per 9 di loro: Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, Chiara Braga del Pd, Riccardo Molinari della Lega, Francesco Silvestri del Movimento 5 stelle, Paolo Barelli di Forza Italia, Matteo Richetti di Azione, Luana Zanella dei Verdi, Maurizio Lupi di Noi con l’Italia e Manfred Schullian di Svp. L’indennità sarà di 635 euro netti in più per Riccardo Magi di +Europa e Renate Gebhard di Svp.

Kyiv conferma: «Ricevute le bombe a grappolo inviate dagli Usa»

A darne conferma ufficiale alla Cnn è stato il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi: le bombe a grappolo annunciate dal presidente americano Joe Biden la scorsa settimana sono arrivate. «Non le abbiamo ancora usate» ha precisato Tarnavskyi «ma possono cambiare radicalmente» la situazione sul campo di battaglia.

LEGGI ANCHE: Biden rompe gli indugi: dagli Usa bombe a grappolo per l’esercito ucraino

Il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi ha confermato la notizia alla CNN, precisando che non sono ancora state usate.
Forze armate ucraine (Getty Images).

I russi «pensano che le useremo in tutte le aree del fronte. Sono molto preoccupati»

In base a quanto riferito dal generale, i russi, consapevoli che le forze ucraine hanno a disposizione questo tipo di arma, potrebbero rinunciare a quei territori dove è previsto il ricorso al loro utilizzo: «Pensano che le useremo in tutte le aree del fronte. Sono molto preoccupati» e precisa che «non saranno utilizzate nelle aree civili».

 

Natalia Paragoni vicina al parto: «Spaventata, ho paura di non controllare le mie reazioni»

Per Natalia Paragoni, l’ex corteggiatrice di Uomini e Donne, si avvicina il momento del parto. L’influencer ha voluto confidare ai follower le sue ansie e preoccupazioni in merito alle reazioni che potrebbe avere.

Natalia Paragoni racconta le ansie del parto

«Me la sto facendo sotto di brutto, sono spaventata. Sogno che partorisco un sacco di volte, sono arrivata al limite e non vedo l’ora. Da un’altra parte non voglio che arrivi l’ora, ho paura di sentire troppo dolore o di non controllare le mie reazioni, dire cose brutte o cattive. Andrea (Zelletta, ndr) ha pazienza però», ha dichiarato. Molto attiva sui suoi profili social, durante questo periodo si è confrontata spesso sui temi relativi alla gravidanza con le sue follower, non esitando a esprimere le sue ansie e le sue paure. Nel rispondere ad alcune domande dei fan, ha reso noto che la bimba dovrebbe nascere il 4 agosto (data del termine della gravidanza) e ha raccontato di non avere ancora contrazioni: «Non ho contrazioni ma ho delle scosse odiose. Se mi vedete in giro per Milano mentre mi pietrifico per due secondi è per quello. Con la testa spinge e tocca dei nervi, mi dà le scosse. Questo è quello che sento. Poi mi tira dei calci alle costole molto carini».

È fidanzata con Andrea Zelletta da quattro anni

Natalia Paragoni e Andrea Zelletta si sono conosciuti al dating show di Maria De Filippi nell’edizione 2018-2019, e da allora non si sono più lasciati, dando un’immagine di coppia unita e molto innamorata. Questo inverno, durante un’intervista a Verissimo, i due dichiararono di aver pensato quasi subito ad avere un bambino condividendo il sogno di una grande famiglia. La Paragoni, sebbene abbia più volte detto di essere riservata sulla sua vita privata (tanto da non sapere ancora se pubblicherà o meno foto della piccola e di non voler aver voluto svelare il suo nome), ha voluto regalare ai suoi fan qualche indiscrezione confidando che insieme al compagno è d’accordo a dare alla nascitura il doppio cognome.

Ita, due Lazzerini boys al posto di Mardegan e Carassai

Arrivano due Lazzerini boys in sostituzione dei due manager forti che hanno lasciato Ita Airways. Al posto di Nicolò Mardegan, capo della comunicazione e dell’istituzionale passato in Enel con lo stesso ruolo, arriva Pietro Caldaroni, che in Alitalia coordinava le relazioni istituzionali. Inizialmente era atteso Maurizio Sberna, che aveva già l’ok del Mef. Ma l’ad di Ita, Fabio Lazzerini, si è messo di traverso con la scusa che in questo momento di trattativa con Lufthansa non valeva la pena prendere una figura esterna.

Ita, due Lazzerini boys al posto di Mardegan e Carassai
Pietro Caldaroni (da Twitter).

Stesso ragionamento fatto per il direttore finanziario: inutile chiamare qualcuno dall’esterno visto che di qui a poco, se tutto filerà liscio, dovrebbero essere i tedeschi a prendere in mano la gestione. Così nella poltrona che fu del direttore finanziario Roberto Carassai si siederà un altro giovane manager, Claudio Faggiani, un passato in Wind e poi anche lui in Alitalia.

Rosolia eliminata in Italia, l’Oms annuncia: «Non è più endemica nel Paese»

L’Italia dice ufficialmente addio alla rosolia. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha annunciato che non è più endemica nel Paese, durante la Commissione di verifica per l’eliminazione del morbillo e della rosolia nella Regione europea. A darne notizia è il sito dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità, che parla di «un importante traguardo per il nostro Paese e mostra ancora una volta il valore dei vaccini nel proteggere le persone da malattie pericolose. La rosolia è infatti la terza malattia prevenibile con la vaccinazione ad essere eliminata in Italia, dopo il vaiolo (eradicato a livello mondiale nel 1980) e la poliomielite (eliminata dalla Regione Oms Europa nel 2002)».

L'Italia dice addio alla Rosolia: non è più endemica secondo l'Oms
La sede dell’Oms (Getty).

Cosa si intende per eliminazione

Gli esperti dell’Iss spiegano che la rosolia è una malattia infettiva esantematica contagiosa, causata da un virus Rna, asintomatica nel 50 per cento dei casi. Con eliminazione si intende «l’interruzione della trasmissione endemica di una malattia in una determinata area geografica per un periodo di almeno 12 mesi o più in presenza di un sistema di sorveglianza efficiente. Per dichiarare formalmente l’eliminazione della malattia si richiede documentazione dell’interruzione della trasmissione del virus endemico per un periodo di almeno 36 mesi». Non significa, però, che non possa essere contratta: «Esiste ancora la possibilità che questa possa essere introdotta nel Paese da altre zone geografiche dove non è stata ancora eliminata. Inoltre, se non vaccinata, una persona può acquisire l’infezione recandosi in Paesi dove la rosolia è ancora endemica».

L’Italia ha approvato il primo piano contro la rosolia nel 2003

In Italia il primo piano di eliminazione della rosalia e del morbillo è stato approvato nel 2003. In vent’anni, l’Iss ha lavorato costantemente per compiere «notevoli progressi, tra cui il miglioramento delle coperture vaccinali per morbillo-parotite-rosolia (Mpr), l’introduzione della seconda dose di vaccino, l’introduzione della notifica obbligatoria della rosolia in gravidanza e rosolia congenita nel 2005, l’istituzione della sorveglianza integrata morbillo-rosolia nel 2011 e un migliorato ricorso alla conferma della diagnosi».

L'Italia dice addio alla Rosolia: non è più endemica secondo l'Oms
Fondamentale il ricorso alla vaccinazione (Getty).

Virus West Nile in Italia, primo caso del 2023 in provincia di Parma

Il primo caso confermato di infezione da virus West Nile nell’uomo nel 2023 in Italia è stato segnalato in un donatore di sangue nella provincia di Parma. A segnalarlo è l’Istituto superiore di sanità sul proprio sito, specificando che «salgono a 14 le Province con dimostrata circolazione del virus in vettori e animali, appartenenti a cinque Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna».

Il virus West Nile è endemico in Italia

Nel 2023 «la stagione di trasmissione di malattie trasmesse da insetti ha avuto un inizio precoce in Italia». La circolazione il virus West Nile, infatti, già a maggio è stata «confermata dalla presenza in pool di zanzare e in avifauna», per cui sono state attivate in anticipo le misure di prevenzione su trasfusioni e trapianti nelle aree interessate. «Inondazioni, esondazioni ed alluvioni sono associate all’aumento del rischio di alcune malattie infettive, incluse le arbovirosi trasmesse da zanzare, come il virus West Nile, endemico in Italia, e i virus dengue e chikungunya, che hanno dato luogo a focolai sporadici nel nostro Paese».

Virus West Nile in Italia, primo caso del 2023 in provincia di Parma. Segnalato in un donatore di sangue.
Test su una zanzara (Imagoeconomica).

Quali sono i sintomi del virus West Nile

La febbre West Nile è causata da un virus trasmesso all’uomo prevalentemente dalle zanzare. La maggior parte delle persone infettate non mostra sintomi: insorgono problemi gravi solo nell’1 per cento circa dei casi. Fra i casi sintomatici, circa il 20 per cento presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e manifestazioni cutanee. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave: disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi più critici (circa uno su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Virus West Nile in Italia, primo caso del 2023 in provincia di Parma. Segnalato in un donatore di sangue.
Le zanzare del genere Culex sono vettori del West Nile (Getty Images).

West Nile, come avviene la trasmissione

I serbatoi di questo patogeno sono gli uccelli selvatici e le zanzare (del genere Culex di specie modestus e specie pipiens), le cui punture possono infettare l’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. Il virus, che non si trasmette da persona a persona e ormai endemico in Italia, è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile.

Intesa Sanpaolo, SRM presenta il rapporto Italian Maritime Economy 2023

SRM, il centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, ha presentato il decimo rapporto annuale Italian Maritime Economy, intitolato quest’anno Porti, shipping e logistica al centro dei nuovi scenari del Mediterraneo: 10 anni di analisi, dati e riflessioni sulla competitività del settore e sul ruolo dell’Italia. Un’edizione speciale che racconta 10 anni di fatti, trend e dinamiche che hanno caratterizzato il settore.

I temi affrontati nel rapporto Italian Maritime Economy

Dopo le introduzioni dell’ammiraglio Nicola Carlone, comandante della Guardia costiera, e Salvatore Vitiello, comandante del Comando logistico della Marina militare, il rapporto è stato presentato da Massimo Deandreis, direttore generale SRM, e Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy SRM. Tra gli argomenti affrontati nella relazione il sopraggiungere di crisi energetiche, l’aumento dei prezzi delle materie prime, pandemie e guerre che ne hanno stravolto gli equilibri, le rotte navali, le nuove sfide e opportunità a cui rivolgere attenzione (come la digitalizzazione, la sostenibilità, gli investimenti del PNRR) e le nuove dinamiche del canale di Suez. SRM ha dedicato la prima parte del volume ai meccanismi che confermano il grande rilievo del settore che fornisce un contributo notevole alla nostra internazionalizzazione – 380 miliardi del nostro import-export viaggia via mare e i nostri porti movimentano mezzo miliardo di tonnellate e oltre 61 milioni di passeggeri. Nella seconda parte i partner internazionali di SRM hanno realizzato analisi di profondità sui principali fenomeni che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando il trasporto marittimo: la transizione energetica, casi studio su Paesi specifici e impatto della pandemia di breve e lungo termine. La terza parte contiene monografie su temi come la sostenibilità, le supply chain, l’integrazione verticale dello shipping e il settore della pesca, per la prima volta entrato a far parte delle analisi per il rilievo che riveste per la nostra economia.

Commercio marittimo su dell’1,8 per cento nel 2023

Dal rapporto emerge come il commercio marittimo globale aumenterà dell’1,8 per cento nel 2023, portandosi a 12,2 miliardi di tonnellate per poi crescere ancora del 3,1 per cento al 2024. Esso vale circa il 12 per cento del PIL globale. Dei primi 20 porti container mondiali, che nel 2022 hanno movimentato 383 milioni di TEU (44 per cento del totale mondiale), otto sono cinesi e altri sei asiatici. Quando ai settori performanti,è  in pieno rilancio quello delle navi Car Carrier (proxy del mercato automotive).

Gros-Pietro: «Punto di riferimento per gli operatori»

Queste le affermazioni di Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo: «Il rapporto di SRM è un punto di riferimento per gli operatori, poiché l’economia marittima è un importante settore di analisi e un ottimo angolo visuale per comprendere le dinamiche globali: la via della seta cinese, il raddoppio del canale di Suez, l’allargamento di Panama. Così come le sfide della rotta artica, la forte crescita del Mediterraneo, il mutato ruolo dei porti, sempre più hub energetici oltre che logistici. Le tematiche presentate oggi rivestono un ruolo fondamentale per il futuro del nostro Paese e dell’Europa, così come per i nuovi assetti di una manifattura alle prese con forme di riorganizzazione logistica delle catene del valore, bisognose di una capacità di analisi ad altissimo livello di specializzazione come quella garantita da un Gruppo come il nostro».

 

 

Sardegna, cade un masso da una scogliera: ferita una bambina di 9 anni

Una bambina di 9 anni è rimasta ferita dopo essere stata colpita al volto da frammenti di pietra derivanti dalla caduta di un masso di una scogliera. È successo durante un’escursione a Cala Mariolu, una piccola spiaggia di ciottoli a Baunei, in provincia di Nuoro. I protagonisti della disavventura, invece, sono i membri di una famiglia di Pergine Valsugana, in provincia di Trento, in vacanza a Tortolì, nella Sardegna centro orientale, come spiega Il Corriere della sera. La bimba è rimasta ferita allo zigomo, a pochi millimetri di distanza dall’occhio. Dopo la corsa in ospedale potrebbe scattare la denuncia per lesioni.

Il legale: «Rischia uno sfregio permanente»

Secondo la ricostruzione, la famiglia, composta da padre, madre e due bambini, ha raggiunto la caletta durante una gita in gommone, prima dell’incidente. L’uomo ha dichiarato al Corriere: «Abbiamo avuto paura per l’occhio». Ora l’ipotesi di denuncia il Comune è sempre più probabile. Il legale che sta seguendo la vicenda ha raccontato: «Si ipotizzano lesioni gravissime al volto, rischia uno sfregio permanente. Non potrà prendere sole e fare il bagno e per un anno dovrà evitare il sole al viso. Ma poteva andare peggio». La ferita, larga e profonda, è stata medicata in ospedale e chiusa con sette punti di sutura. Un episodio simile è successo anche due giorni prima, quando una donna polacca è stata colpita e se l’è cavata con due punti.

Papà Marco: «C’era sangue dappertutto»

Il racconto del padre della bambina, Marco, è dettagliato: «Eravamo nella caletta da una quarantina di minuti con un’altra coppie di amici con il figlio. Avevamo tempo un’ora e mezza prima di andare in un’altra. Ero in acqua con mia figlia quando sono tornato indietro per recuperare il fratellino ed è stato in momento che ho sentito il rumore del masso, sullo scoglio e ho visto mia figlia che urlava e piangeva. Tutto intorno sangue dappertutto. L’ho portata fuori». A Cala Mariolu c’erano centinaia di persone, forse anche più del numero massimo possibile. Si tratta di una delle spiagge a numero chiuso esistenti in Sardegna e dovrebbe contenere al massimo 700 bagnanti.

Una bambina di 9 anni è rimasta ferita dalla caduta di un masso di una scogliera in Sardegna
Una delle tante spiagge sarde prese d’assalto dai turisti nel periodo estivo (Getty).
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