Dopo il fascicolo aperto dalla procura di Roma su esposto della famiglia, prosegue l’inchiesta sulle cause della morte di Andrea Purgatori, scomparso a Roma il 19 luglio. Nel tardo pomeriggio di martedì 25 luglio, è stata eseguita all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata la tac sul corpo del giornalista, mentre è prevista per mercoledì 26 luglio l’autopsia, unitamente a dei prelievi per procedere con esami anatomopatologici i cui risultati non arriveranno prima della fine del mese prossimo. Agli esami assisterà anche il perito di fiducia della famiglia di Purgatori: Vincenzo Pascali, direttore dell’Istituto di medicina legale della Cattolica.
Proseguono gli accertamenti in corso sulla diagnosi e le cure
Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco con il pm Giorgio Orano. L’inchiesta è partita dopo la denuncia della famiglia per fare chiarezza sulla correttezza della diagnosi refertata al giornalista e delle cure a cui è stato sottoposto. Nel registro degli indagati sono iscritti due medici. I pm della Procura di Roma e i carabinieri del Nas hanno già ascoltato alcune persone e diverse altre, tra cui medici e conoscenti del reporter, saranno ascoltate nei prossimi giorni per ripercorrere gli ultimi tre mesi di vita di Purgatori, segnati dalla diagnosi di tumore ai polmoni. Nei giorni scorsi i Nas hanno provveduto al sequestro della documentazione e delle cartelle cliniche.
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha confermato che subirà un intervento chirurgico per alleviare il dolore all’anca, probabilmente a ottobre. Durante le dichiarazioni in diretta attraverso le sue reti sociali, Lula ha spiegato di avere «un problema alla testa del femore», aggiungendo: «Sono come un calciatore che non vuole dire all’allenatore che sente dolore e quindi non va in panchina. Vuole continuare a giocare e fa finta di non soffrire».
Eu tomei uma decisão: vou operar o quadril nos próximos meses. É um procedimento bem simples. A dor me deixa de mau humor e eu quero ficar de bom humor, porque eu assumi um compromisso para que o Brasil dê certo. E vai dar certo. A engrenagem do motor já está funcionando e as…
«Quando sarò convalescente Alckmin alla guida del Paese»
Il capo dello Stato ha indicato che l’operazione dovrebbe avvenire a ottobre, dopo la sua partecipazione a settembre al G20 in India e la visita a New York per parlare all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Lula ha inoltre dichiarato: «Quando sarò convalescente il vicepresidente Alckmin assicurerà la guida del Paese. Con la massima tranquillità perché ho piena fiducia in Alckmin, che è un partner straordinario». Domenica scorsa, Lula ha avuto bisogno di una infiltrazione nell’ospedale siro-libanese di San Paolo, ma apparentemente il dolore è tornato il giorno dopo.
Alberta Santuccio ha conquistato la medaglia d’argento nella spada ai mondiali di scherma. L’azzurra è stata battuta 15-12 dalla francese Marie Florence Candassamy. La prova di spada individuale femminile ha portato all’Italia anche la medaglia di bronzo della 38enne Mara Navarria.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha assistito alla finale. Poco prima, il capo dello Stato aveva dichiarato ufficialmente aperti i mondiali di Milano 2023, valevoli anche per la qualificazione dei Giochi di Parigi 2024.
A Roma, un platano si è abbattuto su circa 10 auto parcheggiate a Lungotevere Tor di Nona. Nel crollo sono rimaste ferite due persone. Solo nelle scorse settimane altri due alberi, due pini, erano crollati nei pressi di Piazza Venezia: uno a piazza Aracoeli, ai piedi della cordonata michelangiolesca del Campidoglio e di fronte all’insula romana, in uno dei punti più trafficati di tutta la Capitale, e un altro nella vicina piazza San Marco.
L’area è stata completamente transennata dai vigili urbani intervenuti sul posto. Tra i veicoli coinvolti anche un taxi. Secondo i media locali, una donna è stata ferita al volto dai vetri dell’auto, mentre la seconda, che si trovava a bordo di una Smart, si è stesa a terra, lamentando ferite alla testa. Entrambe sono state trasportate all’ospedale Santo Spirito.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parlando ai giornalisti nella città bavarese di Bayreuth, ha dichiarato: «È vero che le specie in via d’estinzione devono essere protette. Ma se la specie non è più in pericolo in alcune regioni, dobbiamo affrontare il lupo in modo diverso e cacciarlo, ad esempio».
L’appello della von der Leyen ai governi Ue
La von der Leyen ha spiegato che la raccolta statistica sulla popolazione dei lupi da parte dei Paesi membri è in corso, appellandosi poi a tutti i governi Ue affinché trasmettano i dati sui lupi «in modo da poter poi adattare l’interpretazione delle leggi». La presidente ha aggiunto che «la densità di popolazione dei lupi nell’area della Ruhr è ovviamente diversa rispetto alle regioni rurali della Baviera o, ad esempio, della Bassa Sassonia». L’Ue pertanto vuole «avere i numeri e i dati suddivisi in modo più dettagliato per regione in modo da poter avere un quadro più chiaro di quale sia la realtà».
In base ai dati storici disponibili, un chicco di grandine di ben 19 centimetri di diametro, raccolto il 24 luglio intorno alle 23 ad Azzano Decimo, Pordenone, sarebbe il più grande mai caduto in Europa. Lo scrive lo European Severe Storms Laboratory (Essl) su Twitter, specificando che il precedente record apparteneva a un maxi-chicco di 16 centimetri caduto a Carmignano di Brenta il 19 luglio scorso.
#meteo – certificato da@essl_ecss , European Severe Storms Laboratory, il record di dimensione di un 'chicco' di #grandine in Europa. Ieri ad Azzano Decimo è stata misurato un diametro di ben 19 cm, che batte il record del giorno precedente, 16 cm a Carmignano di Brenta. pic.twitter.com/36Rlyv3LCG
Secondo quanto riportato dall’Essl «gli specialisti dello European severe weather database (Eswd), dopo un attento esame dei rapporti e delle foto, sono arrivati alla conclusione che il diametro può essere confermato in 19 centimetri». L’organizzazione ha ricordato che il record mondiale rimane quello del chicco di grandine di 20,3 centimetri caduto nel 2010 a Vivian, in South Dakota, solo 1,3 cm in più di quello precipitato nel Pordenonese.
Botta e risposta tra don Luigi Ciotti e Matteo Salvini. Il tema è il Ponte sullo Stretto e tutto è nato dalle affermazioni del presidente di Libera, associazione che combatte da decenni contro i soprusi della mafia. Ciotti ha parlato di «politica smemorata» e ha associato la costruzione dell’infrastruttura alla criminalità organizzata. Il riferimento principale è arrivato durante la presentazione di un libro nella Locride, quando ha affermato che il ponte «Non unirà solo due coste, ma certamente due cosche». La replica di Salvini non si è fatta attendere: «Vergogna».
Salvini: «Mi fa schifo che si associno Sicilia e Calabria alle cosche»
Il ministro delle Infrastrutture ha contrattaccato e ha definito la frase «una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri». Salvini ha aggiunto: «Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’italiano “mafia, pizza e mandolino” fa schifo, ma è all’estero. Se però c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come “mafia, pizza e mandolino”, se espatria fa un favore a tutti». E il leader della Lega ha poi attaccato frontalmente don Ciotti: «Quello che ha detto un signore in tonaca è la cosa più grave e volgare che abbia mai sentito».
Don Ciotti contro il governo: «Depotenziano pilastri dell’antimafia»
L’associazione Libera accusa Salvini di aver estrapolato frasi da un contesto molto più elaborato. Don Ciotti ha comunque attaccato l’esecutivo: «Vedo che in questo momento c’è in atto, con le dichiarazioni e anche con alcuni fatti, il depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati nell’arco degli anni per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali. Penso al reato di abuso dato d’ufficio che viene impoverito, eliminato. Alle intercettazioni che ne vengono penalizzate, anche se alcune piccole modifiche erano necessarie. Al concorso esterno in associazione mafiosa che viene messo in discussione e c’è la volontà di eliminarlo. Al codice degli appalti che invece di stringere per controllare questa marea di denaro che sta arrivando, si favorisce su tutti i subappalti».
Il Consiglio di amministrazione di Poste Italiane S.p.A., presieduto da Silvia Maria Rovere, ha approvato i risultati finanziari per il primo semestre del 2023. In dettaglio, nel secondo trimestre del 2023 il Gruppo ha registrato ricavi pari a 3 miliardi di euro, in crescita dell’8,5 per cento su base annua rispetto a 2,8 miliardi dello stesso periodo del 2022 (+8,3 per cento su base annua, pari a 6,1 miliardi, nel primo semestre del 2023). I costi totali, sempre nel secondo trimestre, sono stati pari a 2,2 miliardi, +8 per cento (+7,5 per cento, a 4,5 miliardi, nel primo semestre), mentre l’EBIT (risultato operativo) è stato pari a 799 milioni, +9,9 per cento (raggiungendo il livello record per il primo semestre dell’anno di 1,6 miliardi, +10,6 per cento). L’utile netto si è assestato a 601 milioni, in crescita del 22,1 per cento (a 1,1 miliardi nel primo semestre, +15,7 per cento).
L’ad Matteo Del Fante: «Continuo successo e performance solida»
L’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane Matteo Del Fante ha così commentato i risultati, da lui definiti in forte crescita: «Ancora una volta abbiamo realizzato una performance trimestrale solida e chiuso la prima metà dell’anno in modo molto positivo, con una crescita sostanziale dei ricavi e della redditività rispetto allo stesso periodo del 2022. Il risultato operativo di Gruppo è aumentato dell’11 per cento a 1,6 miliardi di euro e ha segnato un nuovo record nella prima metà dell’anno, a riprova del nostro continuo successo e della solidità della performance in tutti i nostri settori di business».
Ha poi illustrato un’analisi delle performance ottenute nei singoli settori: «Nel settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione i ricavi rimangono resilienti, grazie alle azioni di repricing e a un mix di prodotti favorevole nella corrispondenza, alla crescita dei volumi dei pacchi e a tendenze commerciali favorevoli nei ricavi di distribuzione. Nei servizi finanziari abbiamo conseguito maggiori ricavi, su base ricorrente, in tutte le linee di business. Nei servizi assicurativi abbiamo registrato una costante raccolta netta positiva in un mercato in decrescita e un tasso di riscatto relativamente basso, ben al di sotto del livello di mercato. Il comparto assicurativo Danni è cresciuto e beneficia ora dell’acquisizione di Net Insurance, che ci consente di accelerare nel business della protezione. Pagamenti e Mobile continua il suo percorso di notevole crescita dei ricavi, grazie ai risultati positivi in tutte le linee di business e al consolidamento di LIS, divenendo in tal modo la business unit con il più alto contributo alla crescita della top line di Gruppo. L’offerta PosteEnergia è operativa e ha raggiunto ad oggi circa 300 mila contratti sottoscritti».
«Posizione finanziaria netta in miglioramento»
Quindi la conclusione e le previsioni per il futuro: «Il nostro bilancio si conferma solido, con una posizione finanziaria netta in miglioramento di anno in anno e saldi coefficienti patrimoniali, che per il futuro ci offrono flessibilità sulla remunerazione dei nostri azionisti. Stiamo lavorando al nostro nuovo piano strategico, che presenteremo nei prossimi mesi, in modo da disporre di tutti i driver di crescita per gli anni a venire. Ci sarà un focus sulla ristrutturazione del nostro business logistico e sul rinnovamento del nostro modello di servizio, mettendo al centro il cliente. Stiamo trasformando Poste Italiane in un’azienda sempre più digitale e incentrata sul cliente, efficiente dal punto di vista operativo e con un percorso chiaro per una crescita redditizia. Continuo a vedere un futuro brillante per il Gruppo, grazie a investimenti volti a migliorare ulteriormente le nostre capacità in termini di tecnologia, prodotti, persone. Siamo in una posizione unica per cogliere le opportunità future, in tutti i nostri settori di business. Sono grato a tutti i nostri dipendenti che ogni giorno, con il loro lavoro, creano le condizioni affinché Poste Italiane sia al centro delle esigenze quotidiane degli italiani e dello sviluppo del nostro Paese in modo sempre più innovativo».
L’ordinanza è in arrivo: la spiaggia di Cala Luna, attrazione naturalistica nel golfo di Orosei raggiungibile solo via mare e meta ogni anno di migliaia di turisti, dal primo agosto e fino al 15 settembre sarà a numero chiuso, per un massimo di 600 persone. La sindaca di Dorgali, comune in cui ricade la famosa spiaggia, Angela Testone ha dichiarato all’Ansa: «Cala Luna è un simbolo della Sardegna e non dobbiamo permettere che questo gioiello vada rovinato, per poterlo preservare abbiamo deciso di adottare da quest’anno il numero controllato. La spiaggia è ridotta a un quarto rispetto allo scorso anno a causa del maltempo di qualche mese fa, anche se sta ritornando piano piano alla sua estensione naturale e dobbiamo a maggior ragione preservarla. Si tratta di un provvedimento sperimentale che andrà monitorato sul campo per capire quali sono i carichi che la spiaggia può sopportare».
La polemica sulla mancata pianificazione del numero chiuso
L’ordinanza non è stata accolta con favore dagli operatori che finora hanno avuto a che fare con una stagione non all’altezza delle aspettative e che rimproverano alla sindaca di non aver pianificato per tempo il numero chiuso. Angela Testone tuttavia ha precisato: «Abbiamo cercato in tutti i modi di trovare una condivisione e io speravo che si arrivasse a un protocollo d’intesa con gli operatori turistici. Loro sono preoccupati perché la stagione non sembra andare come si aspettavano. Io però sono un amministratore a cui spetta il compito di salvaguardare l’ambiente e la sicurezza dei bagnanti. Ricordiamo che non possiamo contare su un pontile, per la cui costruzione come Comune abbiamo vinto l’appalto, ma su cui pesa un contenzioso con il comune di Baunei approdato al Consiglio di Stato. Lavoriamo all’intesa con gli operatori per il prossimo anno magari con un dialogo che inizi già dal prossimo ottobre».
Vediamola dal lato positivo: siamo un Paese così longevo che se altrove sono i genitori a dare una spintarella nella carriera ai figli, da noi si vive abbastanza a lungo perché i figli arrivati al top della carriera prolunghino a loro volta quella dei genitori. Se possedessi un giornale, perché mai, con tanti collaboratori attempati che di tanto in tanto, malgrado il bel nome, scrivono frescacce, in un afoso giorno di luglio dovrei negare una mezza pagina proprio al mio arzillo padre ultra 70enne, che oltretutto ha un curriculum prestigioso nel campo della cultura, anche se l’ultima voce risale a 11 anni fa? Di più: a cosa serve possedere un giornale, se non posso permettere a papà di condividere con i lettori le incredibili scoperte fatte in occasione di un viaggio estivo su un treno Italo verso la Puglia, e cioè, nell’ordine: che per raggiungere Foggia si passa da Caserta e Benevento; che oggi in prima classe non si incontrano solo viaggiatori del Grand Tour, pallide duchesse con cagnolino e bambini vestiti alla marinara; e – scoperta più sbalorditiva di tutte – che ai ragazzi in vacanza interessa più rimediare della gnocca che leggere Proust?
Nonostante i giornalisti di Repubblica si siano dissociati, spero ancora che la burla venga a galla
Non ho ancora citato i veri protagonisti della vicenda – Yaki Elkann, suo padre Alain e il quotidiano Repubblica – perché è da lunedì che non si parla d’altro, sui social e fuori. Confesso che leggendo l’articolo Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi” ho pensato a uno scherzo, una parodia, a un revival dei leggendari falsi giovanili di Michele Serra (recuperateli e godeteveli, finché ancora avete memoria dei personaggi parodiati, da Montanelli a Eco passando per Gianni Brera). Certo, per architettare una così beffa così crudele e a freddo contro il padre del proprietario del giornale con cui collabora ormai da decenni ci vuole una perfidia kamikaze che da tempo non è più nelle corde del fondatore di Cuore, ammesso che ci sia mai stata. E per farla arrivare sul giornale bisogna presupporre una complicità della redazione, decisa a denunciare, con l’antica arte della satira, l’invadenza dell’editore e la deriva del quotidiano, un tempo giornale-partito dell’Italia civile e per molti oggi più che altro una vetrina senza qualità per soliti noti con la puzza sotto il naso. Malgrado il CdR di Repubblica mi abbia tolto ogni illusione con un comunicato in cui si dissocia dai contenuti dell’articolo di Alain Elkann, bollato come «classista», non mi rassegno all’evidenza, anzi, qualcosa in me spera ancora che la burla venga a galla.
Nessuno, da Molinari in giù, ha osato suggerire che pubblicare roba del genere era puro autolesionismo?
Perché, una volta esclusa l’ipotesi satirica, quell’articolo è un segno che la situazione al giornale fondato da Eugenio Scalfari è ancora peggiore di quel che tutti pensavamo. Perché, delle due l’una: o Elkann senior aveva intenzioni raffinatamente autoironiche (che alcuni hanno intravisto in certi svarioni altrimenti incomprensibili, tipo Sodoma e Gomorra «secondo capitolo» anziché, come ognun sa, quarto libro della Recherche) – e nessuno in redazione se n’è accorto né si è chiesto se forse era il caso di segnalarlo almeno nell’occhiello, in quest’epoca permalosa in cui tutti abbiamo lo smartphone in mano e la shitstorm in canna (vedi quella scatenata qualche anno fa da un’Amaca di Serra facile a interpretarsi come un’ esaltazione dei licei, garanzia di buona educazione). Oppure Elkann era legittimamente convinto di quel che scriveva, e cioè che i teenager tatuati che in treno parlano di vacanze sono i nuovi “lanzichenecchi” e solo lui la persona civile perché si veste di lino, gira con un’emeroteca internazionale e un libro di Proust in una valigetta di pelle e scrive il diario con la stilografica – e nessuno in redazione, dal direttore Molinari in giù, ha osato suggerire l’ovvio: pubblicare roba del genere così com’era era puro autolesionismo, sia per il giornale (già abbondantemente accusato di essere l’house-organ della sinistra da Ztl), che, soprattutto, per l’autore dell’articolo. E non lo ha fatto perché l’autore è il papà del padrone, un signore che una volta era famoso e ammirato e ha tuttora un ego che Proust gli spiccia casa. E a Repubblica, ora che non c’è più Scalfari e che Michele Serra non ha ancora ceduto al narcisismo senile, è ancora vuota la casella “anziano opinionista innamorato di sé che si crede il Padreterno”. «Ma l’articolo non l’avevano letto prima?», si è domandato candidamente mio padre (quello vero), apprendendo della nota del CdR contro l’articolo di Elkann. È un fedele lettore di Repubblica fin dal primo numero, e anche oggi, a 84 anni e con il mal di gambe, scenderà all’edicola a comprarlo, come tutte le mattine che manda Dio. Vota a sinistra, veste decorosamente e legge due quotidiani al giorno, ma usa la biro e con la Recherche si è incagliato a metà di Dalla parte di Swann, ai tempi dell’università, e non ci ha più riprovato. Per lui i veri lanzichenecchi di oggi sono quelli che stanno al governo, non i teenager che non leggono il Financial Times. Anzi, se lo leggessero gli farebbero più senso di quelli tatuati che pensano alle ragazze. Evidentemente sta invecchiando meglio del suo giornale preferito.
Il figlio di LeBron James, il 19enne Bronny, ha avuto un arresto cardiaco nel corso di un allenamento di basket lunedì ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale: il ragazzo è ora in condizioni stabili e non è più in terapia intensiva. Lo riportano i media americani citando un portavoce della famiglia.
Bronny tra i papabili per il Draft Nba 2024
Nelle scorse settimane i media e i giornali sportivi si sono interrogati sulle possibilità di Bronny James, classe 2004, di essere scelto al Draft Nba 2024. Padre e figlio non hanno mai nascosto di puntare a giocare insieme nella stessa squadra, ma bisognerà capire le condizioni del 19enne non appena sarà dimesso. La famiglia ha ringraziato tutti per la vicinanza e ha chiesto privacy.
BREAKING: LeBron James’ 18 year old son Bronny James suffered cardiac arrest during a practice at USC and was rushed to the hospital where he spent time in the ICU.
“(Monday) while practicing Bronny James suffered a cardiac arrest,” the James family said in a statement.
Nel giugno scorso, Bronny James è passato ai Trojans della USC, la University of Southern California. Il giovane è stato accolto come una star. Ha deciso di indossare la maglia con il numero 6, come fatto dal padre LeBron prima ai Miami Heat e ora ai Los Angeles Lakers. Niente numero 23 quindi: come invece gli era stato consigliato per ripercorrere le orme della star americana, che lo ha indossato a inizio carriera e a livello liceale.
La sindaca diRosà, cittadina in provincia di Vicenza, ha vietato l’iniziativa “Pastasciutta Antifascista”, che l’Anpi voleva organizzare – in ricordo dei fratelli Cervi – perché potrebbe essere «richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico», come ha spiegato in un’email Elena Mezzalira, preoccupata evidentemente dallo striscione apparso a Porto Burci, sempre nel Vicentino, e firmato “Mis”: «Se manca l’olio lo portiamo noi», chiaro riferimento a quello di ricino, ampiamente usati da squadristi e camicie nere contro gli avversari politici, in quella che veniva chiamata “purga del sovversivo”.
La storica pastasciutta antifascista dei fratelli Cervi
L’evento voleva commemorare i sette fratelli Cervi che nel 1943 organizzarono a Campegine una gran mangiata di pastasciutta (quintali di pasta al burro e parmigiano) per celebrare la destituzione di Benito Mussolini, avvenuta il 25 luglio di quell’anno. I sette fratelli Cervi, ossia Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore appartenevano a una famiglia di contadini con radicati sentimenti antifascisti, democratici e cattolici. Per questo parteciparono attivamente parte alla Resistenza: presi prigionieri, furono torturati e poi fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.
Il post dell’Anpi: «Non è ancora finita»
«Non è ancora finita. A Rosà (Vicenza) la Sindaca, in palese violazione della Costituzione, non concede lo spazio per la Pastasciutta antifascista perché il nome “può essere un richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico”. A Porto Burci (sempre Vicenza) compare una scritta intimidatoria del “Mis” contro gli organizzatori della Pastasciutta: “Se manca l’olio lo portiamo noi”. Accade oggi, 25 luglio 2023. E noi non smetteremo di denunciare alle autorità competenti e di diffondere unità e cultura antifasciste» , ha scritto l’Anpi in un post pubblicato su Facebook.
Si è tenuta martedì 25 luglio, la conferenza stampa durante la quale il procuratore della Repubblica, Marco Martani, ha fornito alcuni contorni emersi dalle indagini per l’omicidio di Margherita Ceschin. La donna di 72 anni era stata trovata priva di vita il 24 giugno scorso nella sua abitazione, a Conegliano. Oltre alle quattro persone arrestate sabato scorso, due sono ancora in fuga.
I due assassini presumibilmente assoldati dal marito
Secondo quanto rivelato, la donna sarebbe stata uccisa da almeno due uomini, entrati nella sua abitazione attraverso un terrazzino, e presumibilmente assoldati dal marito, Enzo Lorenzon, 79 anni, con il quale era in corso una burrascosa pratica di separazione dal 2017. Nello stesso anno, una donna italiana, allora legata a Lorenzon, si sarebbe sentita richiedere da lui se vi fosse la possibilità di individuare soggetti disponibili a «dare una lezione, eventualmente anche a uccidere» l’ex consorte. Alla base dei conflitti tra i due vi sarebbe stato l’importo dell’assegno di mantenimento riconosciuto alla donna, pari a 10 mila euro al mese, oltre ad azioni giudiziarie che avevano portato al pignoramento di alcuni beni dell’uomo e a controlli della Guardia di finanza nell’azienda vitivinicola di cui è titolare.
L’aiuto della compagna per assoldare i killer
Lorenzon, per assoldare i killer, si sarebbe servito delle conoscenze della sua attuale compagna, una dominicana di 32 anni, Dilesy Luciano Guzman, che a sua volta avrebbe contattato un cugino, Sergio Luciano, e un conoscente, Juan Maria Guzman, tutti arrestati sabato scorso. Nella partita sarebbero poi entrati altri due soggetti, giunti in Italia dalla Spagna e usciti dal Paese attraverso la frontiera di Ventimiglia, il giorno dopo il delitto.
La Sicilia sta vivendo ore drammatiche. Dalla notte tra il 24 e il 25 luglio, decine di incendi hanno colpito tutta la Regione, costringendo i vigili del fuoco a centinaia di interventi, tutt’ora in corso. Secondo i dati della sala operativa aggiornati alle 12 gli incendi sono stati 86, di cui 26 nella sola Palermo, 17 a Messina, 12 a Catania, 8 a Siracusa, 7 a Enna, 6 a Trapani, 5 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta e uno a Ragusa. Ai vigili del fuoco siciliani si sono aggiunti alcuni reparti dalla Campania e si attende l’arrivo dei rinforzi provenienti dal Lazio e dalla Toscana.
A Palermo è morta una donna di 88 anni
La situazione peggiore è quella di Palermo. Una donna di 88 anni, Rita Gaetana Pillitteri, è morta perché i sanitari non sono riusciti a raggiungerla a causa degli incendi. A causa delle fiamme che minacciano le abitazioni sono state evacuate 1.000 persone circa ad Altofonte, comune a 12 km da Palermo e circa 500 nel capoluogo. Lo dice la protezione civile regionale. Gli incendi che stanno interessando tutta la zona collinare periferica di Palermo, al momento, sono in gestione, affermano dalla protezione civile.
I canadair del Dipartimento nazionale e gli elicotteri della forestale regionale alle prime luci dell’alba hanno iniziato a operare spegnendo, nonostante il vento e le turbolenze, le fiamme più pericolose. Le zone più colpite del palermitano sono Altofonte, zona Baita, a Palermo: Ciaculli, Mondello, Tommaso Natale, Capo Gallo, Pizzo Sella, poi Borgetto, Terrasini, Poggio Ridente, Capaci, zona Le Roy Merlin a Palermo, Isola delle Femmine. Le famiglie evacuate sono state accolte nell’area di attesa in piazzale Francia predisposto dalla Protezione civile regionale e comunale. Tuttavia molte stanno rientrando nelle proprie case le quali non sono più a rischio incendio o stanno trovando ricovero da parenti e amici.
L’aeroporto Falcone Borsellino è stato riaperto in mattinata
Dopo lo stop al traffico aereo deciso nella notte dalle autorità a causa delle fiamme che hanno circondato la zona perimetrale dello scalo, intorno alle 11 è stato riaperto l’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. Al momento sono stati autorizzati i voli in partenza, mentre per quelli in arrivo si stanno monitorando le condizioni meteo visto che nella zona soffia anche un forte vento di scirocco. Lo ha comunicato la Gesap, la società che gestisce i servizi dello scalo aeroportuale.
L’asp di Palermo chiede ai cittadini di restare a casa
Nel pomeriggio, l’azienda sanitaria provinciale di Palermo ha lanciato un appello ai cittadini. In una nota si legge: «Le alte temperature registrate in questi giorni in tutto il territorio della città metropolitana di Palermo, unitamente alla presenza di fumo generato dai numerosi incendi potrebbero determinare nella popolazione esposta, con particolare riferimento alle persone più deboli, l’insorgenza di disturbi all’apparato cardio-circolatorio e respiratorio. Pertanto, nelle more di una mitigazione del fenomeno e di acquisire i risultati delle analisi in corso, si raccomanda di evitare l’esposizione prolungata all’aperto se non in casi strettamente necessari. La suddetta indicazione trova particolare applicazione nei soggetti anziani e fragili ai quali si raccomanda di non uscire di casa se non per motivi eccezionali e possibilmente accompagnati».
A Messina evacuazioni a Santo Stefano di Camastra e Casabianca
Simile la situazione nel Messinese. A Santo Stefano di Camastra sono stati evacuati i supermercati e diverse abitazioni. I residenti provano a difendersi dalle fiamme bagnando i campi. Nel Comune di Messina, nella frazione di Casabianca, i residenti hanno lasciato le case scortati dai vigili del fuoco. Una delle direttive principali della città, la SS113 è bloccata e così anche diversi tratti dell’autostrada A20.
A Trapani evacuate 28 persone
La Guardia Costiera di Trapani è intervenuta la notte scorsa per salvare ed evacuare 28 persone dalla spiaggia di fronte il villaggio turistico di Calampiso. La gente è stata costretta a rifugiarsi verso il mare dopo un incendio di grande dimensioni che ha interessato il complesso residenziale a San Vito Lo Capo. E’ iniziato tutto alle 2:35 circa, quando un incendio fomentato dal vento di scirocco ha interessato il complesso turistico dove erano presenti solo i dipendenti della struttura ricettiva.
Ricevuta la chiamata di soccorso la Capitaneria di Porto di Trapani ha disposto l’ intervento da mare della motovedetta CP 877, per assicurare l’evacuazione delle persone, ed è partito un gommone dalla delegazione di spiaggia di San Vito Lo Capo per effettuare il trasbordo dei soggetti in difficoltà dalla spiaggia e dalla zona di mare di bassi fondali verso la motovedetta che, a causa del pescaggio, non poteva avvicinarsi oltre 100 metri dalla battigia per evitare d’incagliarsi. L’intervento del gommone però è stato impossibile a causa del forte vento e del mare mosso. Sono stati chiamati i proprietari di alcuni natanti privati che hanno preso le persone portandole sulla motovedetta, che alle 4.30 circa le ha sbarcate.
Fiamme all’interno del parco di Segesta
Il parco archeologico di Segesta, in provincia di Trapani, è stato parzialmente distrutto dalle fiamme. Colpiti il punto ristoro e la zona souvenir. Le fiamme hanno lambito il tempio. Sono state distrutte anche le case di legno dei custodi.
Nel Siracusano evacuati hotel e abitazioni
Stessa situazione a Siracusa. Al Villaggio Miano sono stati evacuati ospiti e personale di un hotel, oltre a diverse abitazioni minacciate dai roghi. In mattinata alcuni incendi hanno colpito anche i comuni tra Solarino e Floridia.
La situazione in tempo reale: 50 incendi attivi, le squadre non sanno più dove mandare le persone, lo scirocco propaga il fuoco attraverso le chiome, le piante in stress idrico fanno il resto. La Sicilia con queste temperature era una scatola di fiammiferi pronta a essere accesa. pic.twitter.com/sEU7ff0TqZ
A Catania, dove già nei giorni scorsi la popolazione ha subito i disagi generati da blackout e dalla mancata erogazione dell’acqua, la situazione non è semplice. Ad Aci Catena, in provincia, la sindaca Margherita Ferro ha chiesto un intervento immediato parlando di «situazione drammatica» nella frazione di San Nicolò. A scopo precauzionale sono state fatte evacuare decine di abitazioni. La prima cittadina su Facebook invita tutti a «restare a casa» e chiede l’intervengo «di elicotteri e canadair».
Nel 2023 cade mercoledì 2 agosto l’Earth Overshoot Day, la data in cui la domanda di risorse naturali a livello mondiale supera quello che la Terra può rigenerare in un anno. Una scadenza che l’Italia ha già superato il 15 maggio. Lo scrive sul suo sito il think-tank Global Footprint Network, che calcola l’Overshoot Day per i singoli paesi e per l’intero pianeta.
Nel 2022 era arrivato il 28 luglio
La Giornata è calcolata dividendo la biocapacità della Terra (l’ammontare di risorse ecologiche che il Pianeta è in grado di generare in quell’anno) per l’impronta ecologica dell’umanità (cioè la domanda dell’umanità per quell’anno) e moltiplicando il risultato per 365, il numero di giorni dell’anno. Dopo l’Overshoot Day, un singolo paese (o l’insieme di 180 paesi mondiali) comincia a consumare le risorse che dovrebbero essere utilizzate in futuro. Nel 2022 era arrivato il 28 luglio. Il miglioramento di cinque giorni del 2023 è dovuto per quattro giorni a un miglioramento degli strumenti di calcolo del Global Footprint Network e solo per un giorno alla riduzione dello sfruttamento delle risorse.
L’impatto del surriscaldamento globale dovuto al climate change influirà a lungo e medio termine anche sull’economia, causando una frenata del Pil. È quanto emerge da uno studio di Bankitalia. Nel nostro Paese dall’inizio del secolo scorso le temperature medie sono aumentate di circa 2 gradi. Se il trend rimanesse invariato, in uno scenario intermedio, con un aumento di temperature pari a 1,5°C, «il Pil frenerebbe tra il 2,8 e il 9,5 per cento al 2100». Lo studio della Banca d’Italia sottolinea inoltre che l’incremento nella frequenza di temperature giornaliere superiori ai 28°C ha influito negativamente soprattutto sul settore dell’agricoltura ma con effetti negativi registrati anche nell’industria e nei servizi.
Il rebranding di Twitter entra sempre più nel vivo. Dopo l’annuncio del nuovo logo X, la società ha iniziato anche a cambiare il volto del suo quartier generale. Peccato però che la polizia abbia interrotto in corso d’opera i lavori. Alcuni operai hanno infatti cominciato a rimuovere l’insegna verticale dall’edificio al 1355 di Market Street di San Francisco, quando gli agenti hanno imposto lo stop, pensando si trattasse di un furto. Come ha riportato il sito San Francisco Standard tuttavia, si è trattato di un incredibile quanto singolare malinteso. La società di Elon Musk non aveva comunicato alla sicurezza e al proprietario del palazzo l’inizio dei lavori, dando vita alla confusione generale.
«Non è stato commesso un crimine e l’incidente non è di competenza della polizia», hanno spiegato gli agenti ai media locali dopo il sopralluogo. «Si è trattato di un problema di comunicazione». Sta di fatto che la gru è sparita, lasciando il lavoro incompiuto. Sulla facciata campeggiano infatti ancora la E e la R, ultime due lettere del marchio. Ironica la risposta di Elon Musk, che ha commentato la notizia su Twitter Spaces. «Non mi sembra che il ragazzo stesse tagliando il logo dall’edificio con una fiamma ossidrica», ha detto il patron del social.
Twitter diventa X, le parole della Ceo Linda Yaccarino
Soddisfatta del rebranding anche Linda Yaccarino, da maggio Ceo di Twitter. «È raro, nella vita e negli affari, avere una seconda chance per fare una grande impressione», ha spiegato sul suo profilo ufficiale. «Twitter ha cambiato il modo in cui comunichiamo. X andrà oltre, trasformando la piazza cittadina globale». Come ha riportato anche il Guardian, Elon Musk non ha mai amato il vecchio logo del social. «Andava cambiato e rimosso tempo fa», ha raccontato il miliardario nell’annunciare l’arrivo di X. «Diremo presto addio a tutti gli uccelli». Il New York Times ha anticipato anche possibili cambiamenti all’interno del quartier generale. Affinché appaia sempre la lettera X, Musk avrebbe pensato bene di rinominare in “S3xy” e “eXposure” le sale conferenze della struttura.
Traffico bloccato per una ventina di minuti sull’autostrada A1 da Firenze verso Roma, all’altezza di Fiano Romano: l’inconveniente è stato causato da un blitz di nove attivisti di Ultima Generazione, che rischiando decisamente qualcosa si sono seduti sull’asfalto, con l’obiettivo di mettere in evidenza la gravità della situazione climatica attuale. Venti minuti dopo sono arrivate sul posto le forze dell’ordine, che li hanno portati via.
— Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) July 25, 2023
«Creiamo disagio, ma è l’unico modo che ci resta per rifiutare i piani criminali di questo governo»
«Come possiamo continuare a stare zitti? Giorno dopo giorno leggiamo di persone morte mentre lavoravano nel caldo estremo o per la devastazione di una tempesta; e proprio in questo momento il Governo è impegnato a reprimere chi sciopera, a tergiversare sul salario minimo, a schierarsi orgogliosamente contro il “fanatismo ecologista”. Come possiamo continuare a stare zitti?», scrivono gi attivisti sui social. «È evidente che le cose non cambieranno a meno di una fortissima spinta dal basso. Creiamo disagio, è vero, ma questo disagio è l’unico modo che ci resta per rifiutare i piani criminali di questo Governo, che continua a foraggiare le élite fossili».
Come possiamo continuare a stare zitti?
Giorno dopo giorno leggiamo di persone morte mentre lavoravano nel caldo estremo o per la devastazione di una tempesta; e proprio in questo momento il Governo è impegnato a reprimere chi sciopera, a tergiversare sul salario minimo, … pic.twitter.com/s25VwgHktR
— Ultima Generazione (@UltimaGenerazi1) July 25, 2023
La Polizia Stradale ha portato via e identificato otto giovani. Per loro è in corso la valutazione da parte dell’emissione di provvedimenti di allontanamento e Daspo, oltre che la denuncia per interruzione di servizio pubblico.
A Barletta, nel quartiere Barberini, madre e figlio, rispettivamente di 73 e 53 anni, sono stati trovati privi di vita all’interno della loro abitazione in via delle Belle arti, nella mattinata di martedì 25 luglio. Il decesso risalirebbe a circa quattro, cinque giorni fa. Sul posto sono arrivati i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche.
A dare l’allarme il marito della 73enne
Il marito della donna, che da qualche tempo si era trasferito in un’altra abitazione in campagna con l’altro suo figlio, è stato il primo a dare l’allarme. Il 53enne, con problemi di salute, aveva ustioni probabilmente causate da una sostanza caustica, mentre in un’altra stanza giaceva sua madre riversa su un fianco.
Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha annunciato che già da domani «l’operatività dell’aeroporto di Catania passerà da otto a dieci voli all’ora». E ha aggiunto: «Il ritorno alla normalità? Ad agosto». Il governatore ha partecipato alla riunione operativa organizzata e presieduta allo scalo internazionale Vincenzo Bellini di Fontanarossa. Con lui c’erano anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò, il sindaco di Catania, Enrico Trantino, e l’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi. Presenti anche i dipartimenti regionali di Protezione civile, Ast, Enav, Enac e le società che gestiscono gli altri aeroporti siciliani.
Schifani: «Dal primo agosto fino a 14 voli l’ora»
Il presidente Schifani ha spiegato: «Da domani l’operatività dell’aeroporto di Catania passerà da otto a dieci voli all’ora, cinque partenze e cinque arrivi, mentre da martedì primo agosto, quando entrerà in funzione la tensostruttura da 500 metri quadrati allestita dall’aeronautica militare, si potrà arrivare fino a quattordici. Il ritorno alla piena normalità si avrà qualche giorno dopo, non appena termineranno le operazioni di bonifica e ripristino del terminal A». Dopo l’incendio divampato all’interno del terminal A nella notte tra il 16 e il 17 luglio, i disagi per i cittadini siciliani e per i turisti sono stati notevoli.
Riaperto l’aeroporto Falcone-Borsellino
La situazione in Sicilia si è ulteriormente aggravata nelle scorse ore a causa degli incendi e delle alte temperature. Alla chiusura parziale dell’aeroporto Catania-Fontanarossa si è aggiunta quella totale del Falcone-Borsellino di Palermo. Lo scalo palermitano è stato chiuso per alcune ore nella mattinata del 25 luglio a causa degli incendi che hanno avvolto l’intera provincia. Le fiamme hanno circondato anche l’aeroporto, riaperto poi intorno alle 11. La situazione resta difficile, tanto che l’azienda sanitaria palermitana ha invitato i cittadini a non uscire di casa.