Era previsto per l’8 luglio il pool party per donne musulmane annullato a Limbiate (in Brianza). La conferma dell’annullamento arriva dai rappresentanti delle Piscine Al Gabbiano diffusa con una nota: «Date le polemiche mediatiche nate in questi giorni, siamo a chiarire i fatti comunicando che non è in programma nessun evento per il giorno sabato 8 luglio 2023 e per dissociarci dalle voci riguardanti il sequestro dei telefoni e lo spegnimento delle videocamere di sorveglianza, assolutamente fuori dalle nostre intenzioni. L’idea era nata dal semplice fatto di affittare la nostra location, che è aperta a tutti, a un privato, che può essere chiunque, italiano, straniero o di qualsiasi etnia e religione, che avrebbe poi invitato ospiti a sua scelta, in questo caso donne della medesima religione per trascorrere una giornata esclusiva».
La locandina dell’evento e i troppi divieti
Le perplessità dei gestori della piscina sono nate non solo dopo le polemiche degli ultimi giorni, ma soprattutto dopo la pubblicazione del post sugli account social del Bahja pool party contenente la locandina e le indicazioni da seguire durante l’evento, in cui si leggeva: «Sarà assolutamente vietato fare foto e video e non ci saranno telecamere di sorveglianza». Limitazioni ben distanti dalla politica dei gestori delle Piscine Al Gabbiano: «Ci teniamo a precisare che tramite la loro pubblicità sono stati travisati alcuni degli accordi verbali presi. Non immaginavamo assolutamente tutte queste restrizioni che non sono in accordo con i nostri ideali, siamo persone che in primis tengono alla tutela e all’emancipazione delle donne. Avessimo saputo prima alcuni dettagli avremmo rifiutato subito la proposta in questione».
Le polemiche della Lega e l’attacco mediatico
I primi a puntare il dito contro il Bahja poll party erano stati, nei giorni scorsi, alcuni esponenti della Lega, a iniziare dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Gli organizzatori avevano risposto alle polemiche ringraziandoli per aver alimentato quello che hanno definito «un attacco mediatico» e facendo loro i complimenti su Instagram per «il grande spreco di risorse» che avrebbe distolto «l’opinione pubblica dai veri problemi del Paese, per concentrarla su qualche decina di donne che andranno a nuotare».
Lo scheletro rinvenuto sabato primo luglio a Roma in un parco al Pigneto, sulla Prenestina, potrebbe avere un’identità. La procura di Ancona ha infatti contattato le autorità giudiziarie di Roma per capire se il corpo appartiene a Andreea Rabciuc, la 28enne romena scomparsa nelle campagne di Montecarotto il 12 marzo 2022, dopo una lite con il fidanzato. Atteso il test del Dna.
Il ritrovamento del corpo
Il cadavere, insieme a una collanina, era stato ritrovato da un escavatore durante dei lavori di manutenzione in un canale di scolo. Il medico legale, giunto sul posto, aveva confermato che potrebbe trattarsi di una donna, sui 30 anni, la cui morte risale a circa un anno fa, tempistiche che coinciderebbero con la scomparsa si Andreea. L’allora fidanzato della ragazza, Simone Gresti, è indagato a piede libero e ha sempre negato di essere coinvolto con la scomparsa della fidanzata, avvenuta dopo una serata trascorsa con gli amici e lo stesso Simone in una roulotte situata nel terreno delle campagne di Montecarotto.
La lite con il fidanzato e poi la scomparsa
La lite con il fidanzato, dopo la serata trascorsa insieme, sarebbe da ricondurre alle prime luci dell’alba del 12 marzo 2022. Subito dopo la 28enne avrebbe deciso di tornare a Jesi da sola, avviandosi lungo la via Montecarottese e lasciando il suo cellulare a Simone Gresti, per poi sparire nel nulla.
Le voci si rincorrono dentro e fuori la Rai su chi potrebbe prendere il posto di Bianca Berlinguer il martedì sera, su Rai 3. Un nome fra tutti sembra riscuotere maggiori conferme, quello della giornalista Monica Giandotti. L’annuncio, come riportato dal Corriere, potrebbe essere imminente, addirittura durante la prossima presentazione dei nuovi palinsesti che si terrà il 7 luglio a Napoli.
Monica Giandotti, esordi e carriera
Quaranticinquenne romana, la Giandotti ha esordito nelle tivù locali, come riportato dal quotidiano, per poi proseguire come inviata di Blog – La versione di Banfi, andato in onda su Rete 4. Tra il 2018 e il 2019 è arrivata in Rai con la conduzione di Agorà Estate su Rai 3, dopo la quale è passata al Tg3 nell’edizione delle 19.00. Successivamente anche conduttrice della versione invernale di Agorà, ha curato la presentazione di UnoMattina al fianco di Marco Frittella.
La passione per il giornalismo e per la danza
Sposata con Stefano Cappellini, editorialista di Repubblica, da piccola praticava danza classica, moderna, e flamenco, poi la scintilla da giovanissima e la passione per il giornalismo: «Quando ero una ragazzina – riporta il Corriere – ci fu un episodio di cronaca nera nel quartiere dove sono nata e cresciuta di cui si parlò molto: uscirono diversi articoli che parlavano di una realtà che io non riuscivo a riconoscere, così mi venne di scrivere una lettera che fu ripresa e pubblicata sul giornale locale. Quando mi intervistarono e mi chiesero chi volessi diventare da grande, mi venne spontaneo rispondere che sarei voluta diventare una giornalista, raccontare storie. Avevo 17 anni».
La Giandotti e il suo modello di talk
Al di là della conferma o meno della notizia sul suo presunto ingresso al posto della Berlinguer, la Giandotti ha le idee molto chiare: «Non mi sono mai piaciuti i talk in cui ci si strilla addosso, perché da casa non si capisce nulla. Bisogna cercare di essere il più comprensibili possibili per il pubblico, è fondamentale se fai televisione».
Nel pomeriggio di lunedì 3 luglio, un tram della linea 15 è deragliato improvvisamente, andando a sbattere contro un albero. L’incidente è avvenuto intorno alle 16 in via Medeghino, a Milano. Quando il mezzo è uscito fuori dal percorso dei binari, il pantografo si è staccato dalla rete aerea, cadendo su un’auto di passaggio. Sarebbero cinque le persone ferite, incluso il conducente. Una donna è stata trasportata in ospedale in codice giallo.
Tram deragliato, sconosciuta la dinamica
Ancora da chiarire la dinamica del deragliamento: a causare l’incidente potrebbe essere stato un ostacolo presente sui binari, anche se non si esclude un guasto tecnico-meccanico. Il personale Atm è al lavoro per rimuovere il tram. Sulla linea sono stati inviati autobus sostitutivi.
L’etichetta sugli alimenti con su scritto «Da consumarsi preferibilmente entro il», non sarà sostituita con la nuova e poco convincente «Spesso buono oltre». I Paesi membri dell’Unione Europea hanno deciso di rinviare la misura, in programma per il prossimo 5 luglio. Secondo quanto rivela Ansa, nonostante siano passati quattro mesi dall’inizio della discussione, all’interno dell’Ue non tutti gli Stati sono ancora d’accordo. E così si continua a lavorare per trovare una soluzione per un’etichetta anti spreco fortemente voluta da Bruxelles.
Dal 2015 la Commissione europea conduce sondaggi sulla scadenza
La Commissione europea ha iniziato un lungo lavoro sulla data di scadenza e sulla sua percezione da parte dei consumatori ormai otto anni fa, nel 2015. Bruxelles porta avanti sondaggi e consultazioni per capire quale sia la strada da seguire per cambiare le etichette e ridurre gli sprechi. Il nodo principale è la diversità linguista, visto che in alcune lingue la frase «spesso buono altro» risulta priva di senso o poco incisiva. Il dibattito, però, è ancora più ampio perché l’Ue aveva annunciato una riforma più ampia, che coinvolgeva anche gli stemmi nutrizionali Nutriscore, nell’ambito di una strategia Farm to Fork di cui non si parla ormai da tempo.
Anche su Nutriscore è stop a Bruxelles
La discussione sulle etichette rischia di arenarsi come è accaduto nei mesi scorsi con il sistema Nutriscore. Mentre alcuni Stati come la Francia lo usano, altri membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, si sono opposti da tempo ai simboli divisi in cinque colori e lettere, con cui dare un valore al cibo. Il sistema è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori universitari francesi e nasce per combattere l’obesità e le malattie cardiovascolari. Ma il governo Meloni ha contestato i valori su cui si basano colori e lettere. Un esempio è quello delle bibite light, più in alto dell’olio extravergine di oliva, quindi considerate più sane, perché per Nutriscore non è nocivo il dolcificante artificiale.
Si complica ancora la trattativa tra la Lega Serie A e le tre piattaforme che si sono presentate all’asta per i diritti televisivi del massimo campionato italiano, Dazn, Sky e Mediaset. L’ennesima fumata nera ha portato alla proroga dei termini, con il prossimo incontro che slitta al 14 luglio e la scadenza del 2 agosto sempre più vicina. Ad annunciarlo è stato il presidente della Lega, Lorenzo Casini: «L’assemblea dei club di serie A ha deliberato di proseguire con la trattativa come previsto dalla linee guida e dal bando». Non trapela nulla per quanto riguarda prezzi e pacchetti su cui sono ricadute le offerte. In ballo ci sono i diritti per il triennio 2024-2027 o per il quinquennio 2024-2029, sfruttando la nuova possibilità prevista dalla legge.
Casini: «Non comunico cifre»
Il presidente Casini ha spiegato cos’è successo durante la conferenza stampa organizzata al termine dell’assemblea: «L’amministratore delegato ha avvisato i club delle trattative in corso. L’assemblea ha deciso di deliberare una proroga per le trattative private, che proseguiranno nelle prossime settimane. Siamo arrivati nel momento decisivo. Abbiamo semplicemente replicato quanto previsto dalle linee guida e dal bando, che prevedono che le trattative private potessero essere prorogate di un ulteriore termine, massimo 30 giorni. Nei giorni scorsi avevamo ipotizzato che questo lavoro di trattativa potesse concludersi oggi. Ma è un lavoro molto intenso che va avanti e necessitava della proroga. Siamo nel pieno delle trattative». E ancora: «Io non comunico cifre. Le buste sono state aperte, ma non è stato comunicato l’importo in assemblea, visto che non è stato considerato un importo definitivo, proprio perché le trattative sono in corso».
Il canale della Lega è ancora un’idea: «Alternativa reale»
Il 16 giugno scorso, la Lega aveva comunicato che sarebbero state avviate trattative private dopo l’apertura delle buste presentate da Sky, Dazn e Mediaset, che contenevano offerte inferiori al limite minimo previsto. Già in quell’occasione il presidente Casini ha rilanciato l’idea del canale ufficiale della Serie A, che veicolerebbe le sue stesse partite. Se ne parla da tempo e oggi il numero uno della Lega ha spiegato che «quest’alternativa è reale. La serie A già oggi produce contenuti. Ci siamo mossi presto proprio perché quest’alternativa è reale». Ma in realtà i presidenti della massima seria vorrebbero incassare più dei 927,5 milioni del precedente accordo con Dazn e Sky, in scadenza al termine della prossima stagione.
L’incidente è avvenuto nel centrostorico della città, dove un camioncino privo di autista ha travolto tavolini e relativi clienti che si trovavano all’esterno di un locale in Corso Vittorio Emanuele. Secondo le prime informazioni, sarebbero circa una quindicina i feriti, di cui nove trasportati in diversi ospedali della città, ma nessuno in gravi condizioni. Solo qualche contusione, fortunatamente, per le altre sei persone rimaste coinvolte.
Un guasto o una dimenticanza alla base dell’incidente
Mentre gli agenti della municipale sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì 3 luglio, attorno alle 14.30, sono due le ipotesi che si stanno delineando: la prima è quella secondo la quale l’autista, impegnato nelle consegne, possa aver dimenticato di inserire il freno a mano, mentre la seconda è che possa essersi trattato di un guasto al sistema frenante.
Paura e urla tra i presenti
Quando il camioncino senza autista, appartenente a una ditta di materiale edile, ha travolto i presenti, si sono verificate scene di panico. Le persone che sono riuscite a spostarsi in tempo si sono subito attivate per aiutare i feriti, così come i gestori dei locali e il personale. Sul posto sono intervenute diverse ambulanze del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri, e la polizia municipale.
Stando alla Treccani, il verbo “rosicare” indica un rodimento dovuto a invidia o gelosia. È evidente che dalla parte della Treccani si frequenti poco il mondo dei social, dove il verbo rosicare viene usato spesso per indicare chi è incartato in una condizione di rabbia illogica per ragioni che, appunto, non hanno a che fare con situazioni legate a invidia o gelosia, quanto piuttosto a un malumore dovuto da qualcosa che ci disturba. Je rode il culo, dove l’articolo piò essere sostituito comodamente dal romanesco “er” lo si può quindi applicare serenamente a chi apparentemente ha già tutto, sicuramente più di noi, ma è comunque disturbato da qualcosa che sta accadendo o è accaduto.
Le stroncature di Solo e di Vivo coi sogni appesi sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso
Ecco, se questo articolo fosse cominciato con un classico “A Ultimo je rode il culo con la stampa”, nessuno avrebbe dovuto avere nulla da eccepire. È un fatto, del resto, inoppugnabile, e il buon Niccolò, questo il suo nome all’anagrafe, da San Basilio, non ha perso occasione per farcelo capire anche dal palco del suo nuovo tour, nella data zero di Lignano Sabbiadoro. Durante l’esecuzione del brano Canzone stupida, infatti, quella che per intendersi inizia con «Avessi avuto solo un briciolo di dignità/ ti avrei mandata a fare in culo quattro mesi fa», Ultimo ha fatto proiettare sul maxi schermo alcuni articoli che negli anni lo hanno attaccato, qualcuno con riferimento all’ultimo Sanremo e agli applausi che avrebbero accolto il suo quarto posto, poi una stroncatura sul Fatto Quotidiano di Paolo Talanca del suo album Solo, e uno su Mow di Grazia Sambruna del suo documentario Vivo coi sogni appesi (Prime Video) andando poi a cambiare lievemente il testo alla canzone, dedicata in origine a una lei e qui trasformata in una canzone contro i giornalisti. I versi «canzone stupida, canzone stupida, come me, come quello che dico/ canzone stupida, canzone stupida/ come te come ogni tuo respiro» è stata così trasformata in «canzone stupida, canzone stupida, come me, come quello che dici/ canzone stupida, canzone stupida/ come te come quello che scrivi», con tanto di gesto del vergare su foglio, immagino una ennesima stroncatura. Per altro, esattamente come certi innamorati che fanno sapere reiteratamente ai propri ex di non star lì a pensarli dimostrando esattamente il contrario, Ultimo non fa che sottolineare quanto je rode, così come i suoi fan che si fiondano poi sui profili dei giornalisti in questione commentando “non sappiamo neanche chi sei”. Sì, come no.
Da Venditti a Guccini fino al dito medio di Laura Pausini: i precedenti che hanno fatto la storia
Ora, che i cantanti ce l’abbiano con la stampa specializzata è storia vecchia, vecchissima. In principio fu Venditti a scrivere Penna a sfera, nell’album del 1975 Lilly, indispettito da Enzo Cafarelli che su Ciao 2001 aveva osato scrivere un pezzo piuttosto critico nei suoi confronti dal titolo Comapagni e champagne. A lui aveva fatto seguito, in maniera decisamente più roboante Francesco Guccini, che nel 1976, nel brano L’avvelenata aveva scritto gli ormai famosissimi versi «Tanto ci sarà sempre/ lo sapete/ un musico fallito, un pio, un teorete/ un Bertoncelli, un prete a sparar cazzate». Riccardo Bertoncelli, a ragione considerato tra i padri della critica musicale italiana, infiocinato con rabbia dal maestrone di Pavana, colpevole di non essere stato benigno con lui. Via via la critica si è ammorbidita, in parte, e i casi di attacchi nelle canzoni si sono rarefatti, anche se le poche voci rimaste libere ed efficaci sono state colpite da altri strali: si pensi al famoso dito medio che Laura Pausini ha sfoderato sul palco di San Siro, come a Tommaso Paradiso che, fresco dal successo del concerto al Circo Massimo, di lì a qualche giorno avrebbe annunciato la sua uscita dai Thegiornalisti, invece che gioire rivendicava quel successo verso il solo che aveva osato mettere in dubbio la veridicità dei numeri, e per questioni personali mi guardo ben dal dire in entrambi i casi a chi fossero indirizzati dita medie e parole di fuoco.
Ultimo si concentra più sulle poche voci contro che sui suoi fan adoranti
Finiti gli anni belli dei dissing su Twitter, con scontri anche epici che coinvolgevano pure i fanclub, è arrivato il momento del silenzio assenso, nessuno critica e quindi nessuno si incazza. O almeno, quasi nessuno. Ultimo è recidivo, in realtà. Già quando il “ragazzo Mahmood” nel 2017 gli sfilò incautamente dal naso la vittoria al Festival di Sanremo, con le gag festanti dei giornalisti al Roof dell’Ariston e col conseguente discorso ormai entrato nella storia in conferenza stampa quando disse che i giornalisti erano delle merde, e che gliel’avevano tirata. I secondo gliela avevano giurata. E l’applauso al suo quarto posto quest’anno arriva da lì. Ma che ancora oggi, al secondo tour glorioso negli stadi, quando ormai nessuno può davvero aver nulla da ridire sul suo successo, lui se ne stia lì a rosicare, bè, ce lo fa stare decisamente simpatico. Ultimo è uno qualunque arrivato al successo, al punto da concentrarsi più sui pochissimi che hanno osato uscire dal coro che a tutti gli altri a quattro zampe, o meglio, al tanto pubblico che legittimamente lo segue adorante. A Sanremo, del resto, Ultimo ha praticamente evitato la stampa, incontrata in precedenza, con una operazione di diplomazia da parte del suo ufficio stampa immaginiamo non semplicissima, ma l’idea che la critica possa non essere inchinata deve proprio rimanergli indigesta. La colpa, suppongo, sia di Maria De Filippi che negli anni ha invitato i giornalisti un tempo critici nei confronti del suo talent davanti allo schermo e sotto i riflettori, portandoseli tutti (o quasi) dalla sua parte, inventandosi la favoletta della “critica costruttiva” e ammazzando, in sostanza, un settore già malmesso di suo. Benvenga Ultimo che almeno alza i toni e da borgataro quasi invita a vedersela “da uomini”. Perché una cosa è certa: meglio con gli occhi neri che a quattro zampe. Per cui, Niccolò, tu sarai pure di San Basilio, io di Ancona, tu sei cresciuto nella borgata, io in una città col porto: quando vuoi, dimmi solo il posto e il giorno, a mani nude, ovviamente.
Mancano pochi mesi ormai all’inizio della nuova stagione del Grande Fratello Vip 8. L’unica cosa certa finora è che le due opinioniste Orietta Berti e Sonia Bruganelli non ci saranno. Alcune voci in queste ore dicono che la cantante lirica Katia Ricciarelli potrebbe sostituire la prima.
Katia Ricciarelli sostituirà Orietta Berti al Grande Fratello Vip?
La data di inizio del reality è fissata al 18 settembre 2023. Il giornalista Giuseppe Candela, tramite Twitter, ha lanciato un’indiscrezione, affermando che una delle nuove opinioniste potrebbe proprio essere la cantante lirica, già concorrente del Grande Fratello Vip 6. Katia è molto amica del presentatore riconfermato Alfonso Signorini, ma il suo nome circolato in rete in queste ore non sembra piacere molto al popolo del web. Agli utenti e telespettatori della trasmissione non è infatti mai piaciuto il modo di porsi della cantante con gli altri inquilini nel corso della sua permanenza nella casa più spiata d’Italia.
VOICE TURN OVER! CAPITOLO OPINIONISTI GRANDE FRATELLO MIX FUORI ORIETTA BERTI (DIREZIONE IO CANTO), IN POLE POSITION PER QUELLA POLTRONA UNA EX CONCORRENTE: KATIA RICCIARELLI! MA DAVVERO NON C'ERA DI MEGLIO? #ANTEPRIMATWITTER#GFVIPpic.twitter.com/jWisk04iMM
Nel corso delle prossime settimane, probabilmente, verranno diffusi nuovi dettagli. Nei giorni scorsi si era diffuso anche il nome di Emanuele Filiberto di Savoia come possibile opinionista, ma anche in questo caso non c’è nessuna conferma.
La nuova stagione del reality
Sarebbe quasi più giusto chiamarlo GF Vip e Nip, perché, per questa nuova edizione, Alfonso Signorini e la produzione hanno deciso di mescolare le carte in tavola e fare un mix di personaggi tv e gente comune: 12 saranno i vip e otto le persone comuni.Tra queste, ha fatto sapere Signorini, non ci saranno star dei social o del web. La novità di quest’anno è che il presentatore si occuperà anche dei provini. Pare inoltre che questa edizione finisca entro gennaio 2024.
A tre anni dalla legge sulla sicurezza nazionale che il governo di Pechino ha imposto su Hong Kong, partita il 30 giugno del 2020, la polizia per la sicurezza nazionale ha emesso un taglia di un milione su otto personaggi. Si tratta di figure inserite all’interno del movimento pro-democrazia dell’ex colonia, a cui sono stati rivolti anche altrettanti mandati di cattura. La taglia equivale a circa 130 mila dollari americani. Le otto figure sono gli ex deputati Ted Hui e Dennis Kwok, gli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law, e l’avvocato Kevin Yam. A riferirlo sono i media locali.
Per Hong Kong sono «otto rivoltosi anti-cinesi»
Per il dipartimento per la sicurezza nazionale di Hong Kong si tratta di «otto rivoltosi anti-cinesi». E le accuse sono varie, come «sovversione» o incitamento all’indipendenza, sebbene quella principale sia una: l’impegno in attività dannosa per la sicurezza nazionale all’estero. La legge entrata in vigore nel giugno 2020 prevede i margini di un’applicazione extraterritoriale. E l’annuncio arriva pochi giorni più tardi rispetto alla pubblicazione sul quotidiano Ta Kung Pao di un editoriale in cui si cita l’articolo 38 di questa legge. Viene sottolineato che la normativa si applica anche a chi risiede fuori da Hong Kong.
Gli otto risiedono in Nord America, Gran Bretagna e Australia
Gli otto ricercati si trovano tutti in esilio, tra Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia. Steve Li, capo della polizia di Hong Kong, ha spiegato che la taglia «non è un modo per fare spettacolo», ma un modo per fare applicare la norma. Nella nota del dipartimento il gruppo viene tacciato di aver «violato in modo grave» le regole, collaborando con «nazioni straniere per minare lo status finanziario di Hong Kong». La polizia, inoltre, ha promesso di «imporre loro una pena più lieve» qualora decidessero di consegnarsi spontaneamente. Sarebbero inoltre 260 le persone tra i 15 e i 90 anni ad essere state arrestate per atti che mettono in pericolo la sicurezza nazionale dal 2020 al 2023.
Guai in vista per Samuel Eto’o, l’attuale presidente della Federcalcio del Camerun, che potrebbe rischiare un anno di carcere in Spagna. A chiedere la condanna è la figlia 22enne Erika Do Rosario Nieves, tramite il suo avvocato. La giovane, mai riconosciuta dall’ex attaccante di Barcellona e Inter, nel 2018 avviò una causa per ottenere il riconoscimento per via giudiziaria, fornendo le prove per dimostrare il legame di sangue con il giocatore. Lo scorso febbraio la ragazza ottenne il parere favorevole del tribunale, che riconobbe la paternità del calciatore dopo il test del Dna.
Cinque anni di alimenti non pagati
Dopo aver vinto la causa, Erika Do Rosario Nieves ha così richiesto cinque anni di alimenti non pagati pari a una cifra di circa 90 mila euro. Il legale della 22enne ha affermato che «la condizione economica della figlia è molto precaria, mentre il padre vive nel lusso», come riportato dal Corriere. Il calciatore è stato già condannato a un anno e 10 mesi per un reato fiscale in Spagna, mentre nel nostro Paese è stato convocato in tribunale per gli alimenti non pagati di un’altra figlia, nata dalla relazione con una donna sarda. Secondo l’avvocato di Erika non sarebbe normale che l’ex giocatore rivesta cariche di spicco nel proprio Paese, nonostante i suoi trascorsi legali.
Vincenzo De Luca attacca ancora una volta Elly Schlein. Lo scontro politico tra il governatore della Campania e la segretaria del Pd non si ferma e il presidente torna sull’argomento anche durante la conferenza stampa di presentazione a Napoli della mostra Hostia. Pier Paolo Pasolini, da oggi alla Cappella Palatina del maschio Angioino. E sfrutta proprio il celebre poeta e scrittore per l’ennesima stoccata alla leader del partito: «Pasolini ha introdotto nella vita pubblica e intellettuale del nostro Paese un principio di verità con il suo radicale anti-ideologismo, ha parlato un linguaggio di verità. Nessuno fra gli uomini intellettuali di sinistra ha parlato con più lucidità delle finzioni coltivate dalla sinistra di questo Paese. E non aveva ancora consapevolezza dell’armocromia, ma oggi sarebbe nel suo a spiegare quanto di finzione e di cialtroneria vi sia in alcune petizioni apparentemente di sinistra, ma sostanzialmente piccolo borghesi e volgari».
De Luca: «Mi imbarazza chi spende 300 euro l’ora per le imbecillità»
Il presidente della Regione Campania non si ferma, stuzzicato dai giornalisti presenti. Come riportano Repubblica e Il Giornale, affonda il colpo, restando sempre sull’armocromia: «Mi imbarazza avere gente che magari consuma 300 euro l’ora per le imbecillità; e 300 euro l’ora sono i due terzi di una pensione al minimo, e mi domando quale credibilità possa avere chi ha questo rapporto di coerenza fra il modo di vivere e il modo di parlare». E poi il riferimento ai risultati elettorali e al cammino intrapreso dal partito: «Da parte del Pd, registro in questo momento una linea più che suicida, inesistente. Questo è il nulla. Questi sono un pò di cortei in giro per l’Italia, ma non è una proposta di governo».
Le accuse a Schlein sul commissariamento: «Delinquenza politica»
Ma De Luca insiste e torna anche sulla decisione presa da Elly Schlein di commissariare il Pd nella Regione di De Luca. «Qualcuno dovrà spiegare come e perché si sia verificato il sequestro del Pd in Campania», dichiara il governatore. «Qui alle primarie il 70 per cento ha detto di no al look della Schlein e, siccome ha detto di no, viene sequestrato il partito con argomenti penosi. Vedrete prossimamente, mostreremo i verbali. Da Roma non sono stati in grado di spiegare per quale motivo: perché, chi, come. Hanno sequestrato il partito regionale. Questa è delinquenza politica». E quando i cronisti di Repubblica contestano la parola a De Luca, parlando dei sospetti sul tesseramento e del «rischio di infiltrazioni criminali» paventato da Franco Roberti a febbraio, il governatore ribatte: «Fate i nomi e cognomi, lo dico a tutti. Fate i nomi e i cognomi. Il giornalismo italiano non fa verifiche».
Sul terzo mandato nessun dietrofront: «Lei li ha già fatti»
De Luca poi si sofferma sul terzo mandato, confermando che si candiderà anche nel 2025 per le regionali. «Ma ci rendiamo conto», accusa, «che il tema viene sollevato da gente che ha tre, quattro, cinque e persino sette mandati alle spalle di che parliamo? Io ho preso quasi 3 volte i voti della Schlein. Che, tra l’altro, i suoi bei tre mandati li ha fatti, non lo dimentichiamo: Parlamento europeo, Consiglio regionale dell’Emilia Romagna e Parlamento italiano. Il tempo delle finzioni è finito». E conclude: «Io non ho fatto una sola iniziativa per le primarie, neanche una. E sono stato aggredito mediaticamente durante quel congresso. Io che ho preso il 70 per cento in Campania. Ma siamo arrivati al punto che il consenso diventa un motivo di polemica politica; vanno bene solo quelli che non hanno neanche il voto della madre. La democrazia è fatta di consenso».
Da oggi, lunedì 3 luglio, è terminata l’era gratuita del Pantheon che ha lasciato il posto a quella a pagamento. Per accedere al sito culturale «più visitato d’Italia» con ben «9 milioni di visitatori l’anno» bisognerà munirsi di biglietto, pari al costo di cinque euro. A ricordare il cambio è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel suo intervento a Fenix, la convention dei giovani di Fratelli d’Italia, in corso a Roma.
Pantheon a pagamento: esenti cittadini romani
I cittadini di Roma continueranno a visitare il Pantheon gratuitamente, mentre, come aggiunto dal ministro, un 30% «andrà alla Curia che destinerà parte dei fondi in beneficenza». Il Comune inoltre si impegnerà a «destinare queste risorse alla tutela dal degrado di quella piazza che non è all’altezza del decoro che merita». Il costo del biglietto sarà ridotto a tre euro per i giovani tra i 18 e i 25 anni, mentre per tutte le altre agevolazioni previste basterà fare riferimento al sito https://www.beniculturali.it/agevolazioni.
Come e dove acquistare il biglietto
Per acquistare il biglietto basterà andare sul sito online della piattaforma Museitaliani (www.museiitaliani.it), a partire dalle ore 7:00 del 3 luglio 2023, oppure recarsi direttamente alla cassa, davanti al monumento per il pagamento in contanti o moneta elettronica, ricordandosi che le biglietterie chiudono alle ore 18.00. Gli orari di ingresso del Pantheon – aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.00 con ultimo ingresso alle ore 18.30 – potranno subire variazioni in occasione di celebrazioni religiose. I singoli visitatori potranno acquistare fino a un massimo di 10 biglietti.
Nunzia De Girolamo è una conduttrice televisiva ed ex politica italiana, è stata deputata per due legislature nonché ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali nel governo Letta. Dopo l’attività politica si è dedicata alla televisione diventando un volto del piccolo schermo.
Nunzia De Girolamo: biografia e carriera
Nata a Benevento il 10 ottobre 1975, dopo essersi diplomata al liceo classico si è iscritta alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma. Conseguita la laurea, ha intrapreso la carriera forense e ha collaborato con l’Università degli Studi del Sannio e con l’Università degli Studi del Molise. La sua attività politica ha preso avvio a Benevento, quando è diventata coordinatrice di Forza Italia. Tra il 2013 e il 2014 è stata eletta deputato nelle fila del Popolo della Libertà ed è diventata ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali sotto il governo Letta, incarico dal quale ha rassegnato le dimissioni il 27 gennaio 2014. Dal 5 marzo 2014 all’8 aprile 2015 è stata capogruppo alla Camera dei deputati del Nuovo Centrodestra e nel 2015 ha aderito di nuovo a Forza Italia, partito del quale è stata commissario in Molise fino al 2017.
Negli ultimi anni ha scelto di lasciare la politica e dedicarsi alla televisione. Prima di approdare sul piccolo schermo come conduttrice, Nunzia De Girolamo ha curato una rubrica sul quotidiano Il Tempo, Nunzia Vobis, e una sul quotidiano Libero dal titolo Piazza del Popolo. Dal 2020 è diventata giornalista pubblicista. Ha iniziato la carriera televisiva come opinionista e inviata a Non è l’Arena su La7, programma condotto da Massimo Giletti, e in seguito come concorrente alla quattordicesima edizione di Ballando con le stellein coppia con il ballerino Raimondo Todaro. Nel febbraio 2021 ha debuttato come conduttrice su Rai 1 con il programma di attualità Ciao Maschio e dal 3 luglio 2023 è nuovamente su Rai 1 come conduttrice, insieme a Gianluca Semprini, nel talk show quotidiano Estate in direttaal posto di Roberta Capua.
Nunzia De Girolamo: marito e figli
Nunzia De Girolamo è sposata dal 23 dicembre 2011 con il deputato del Partito democratico Francesco Boccia, ex ministro per gli Affari regionali e le autonomie nel governo Conte II. Il 9 giugno 2012 la coppia ha avuto una bambina, Gea.
Mentre Elon Musk ha deciso di imporre dei limiti alla visualizzazione dei post per chi non ha un account verificato (e a pagamento), il popolo di Twitter si interroga sul proprio futuro. L’idea accarezzata da molti e sempre più discussa è quella di una vera e propria migrazione di massa su Hive Social. La protesta contro il multimilionario e la sua decisione, che però potrebbe essere temporanea, è iniziata e sembra il preludio a una rivolta digitale. La giovane piattaforma, che già nello scorso ottobre aveva accolto numerosi utenti che avevano deciso di salutare proprio all’arrivo di Musk, intanto continua a crescere.
Come funziona Hive Social
Il punto di forza di Hive Social, rispetto ad altri siti come Mastodon o BeReal, è proprio la somiglianza con Twitter e, secondo molti, con Instagram. Lanciato nell’ottobre del 2019, soltanto a fine 2022 è arrivato su Android e da allora è cresciuto in maniera costante, fino al boom di inizio luglio causato dai limiti imposti da Musk al proprio social. Il principio è quello del microblogging: gli utenti possono condividere testo, foto e video, sfruttando una dashboard denominata Discover. Precisa anche la divisione per interessi, in modo tale da separare i contenuti nelle varie sezioni. Al momento della registrazione, oltre a impostare i dati principali del proprio account, bisogna indicare tre o più argomenti preferiti, così da poter entrare in contatto con profili affini.
Le parole dell’ad nel 2021: «Puntiamo alla semplicità»
Hive Social è stato creato e gestito da un team composto da sole due persone, come specificava su Twitter il profilo ufficiale. Su Teen Vogue, a fine 2021, l’amministratore delegato Kassandra Pop è stata intervistata per spiegare gli obiettivi e il successo iniziale della piattaforma negli Usa. «L’obiettivo», spiegava, «è permettere agli utenti di restare in contatto con gli amici e la famiglia; abbiamo puntato sulla semplicità e sembra che alla gente il feed cronologico piaccia molto». Hive Social, dal 2021 a oggi, continua a cambiare ma non ha ancora inserito un sistema con cui regolare i contenuti pubblicati. Per questo è facile imbattersi anche in immagini e video di nudo. Molti su Twitter si interrogano anche sulla sicurezza, sebbene questo aspetto non abbia fermato la migrazione. Resta l’interrogativo: sarà un fenomeno passeggero o porterà al crollo degli iscritti su Twitter?
Wimbledon ha stretto una partnership con Barclays, dall’edizione 2023 banking partner del torneo di tennis. Secondo decine di attivisti, attori e politici britannici, tuttavia, l’accordo non avrebbe mai dovuto aver luogo. In una lettera aperta alla direzione, hanno sottolineato come la banca finanzi con miliardi di dollari ogni anno i progetti sui combustibili fossili, monetizzando così sulla crisi climatica che affligge il pianeta. Tra i firmatari le star del cinema Emma Thompson e Richard Curtis, creatore con Rowan Atkinson del personaggio di Mr Bean.
Il contenuto della lettera di attivisti e attori alla direzione di Wimbledon
Gli autori della lettera hanno sottolineato come Barclays abbia donato dal 2021 circa 30 miliardi di sterline (poco meno di 35 miliardi di euro) a compagnie petrolifere e del gas. Fra queste spiccano i nomi di TotalEnergies, Shell ed Exxon Mobil. In totale, dalla firma dell’accordo di Parigi nel 2016, avrebbe sborsato oltre 190 miliardi di euro. «Wimbledon sta danneggiando la sua reputazione, mettendo in pericolo il nostro pianeta e deludendo il suo pubblico», hanno sottolineato i firmatari. Fra di loro, oltre ai due attori citati, anche la deputata dei Verdi Caroline Ducas, l’ornitologa Mya-Rose Craig, meglio nota sui social come Birdgirl, e Christiana Figueres, a capo della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici fra 2010 e 2016. Hanno manifestato il loro sostegno anche Greenpeace e Global Witness.
This year @Wimbledon is being sponsored by @Barclays – the biggest financier of fossil fuels in Europe
— Make My Money Matter (@MMMoneyMatter) July 3, 2023
«Siamo alle semifinali», hanno scritto gli autori. «È tempo di eliminare Barclays dalla competizione per affrontare la crisi climatica». I firmatari della lettera hanno inoltre presentato i risultati di un sondaggio condotto su 2 mila persone del Regno Unito da Make Up Money Matter, fondata dallo stesso Richard Curtis in difesa dell’ambiente. Il 42 per cento degli intervistati si è detto contrario all’accordo, mentre solo il 13 per cento ha appoggiato la scelta di Wimbledon. Il restante 45 per cento si è invece professato indeciso. «Rispetto l’All England Club e la sua storia», ha sottolineato Curtis. «La partnership con Barclays è stata però una pessima mossa».
Barclays si difende e presenta gli obiettivi 2030
Come ha riportato il Guardian, un portavoce di Wimbledon ha difeso la partnership con Barclays sottolineando un impegno corale in favore dell’ambiente. «Ambiamo a un impatto positivo sul pianeta, fondamentale per le nostre azioni quotidiane di oggi e per il futuro». Gli ha fatto eco anche Barclays che ha citato gli obiettivi per il 2030. «Auspichiamo alla riduzione delle emissioni in cinque settori che finanziamo, incluso quello energetico», ha spiegato la banca. «Dal 2020 abbiamo già ottenuto una decrescita del 32 per cento di gas inquinanti». Secondo il Guardian, l’accordo tra Wimbledon e Barclays per il 2023 ha un valore di 20 milioni di sterline (circa 23 milioni di euro) e ha contribuito a creare il montepremi più alto di sempre, pari a 44 milioni di sterline (51 milioni di euro).
Tutto pronto per il ritorno in Italia di Bob Dylan. L’artista 82enne sarà al Teatro Arcimboldi di Milano il 3 e il 4 luglio per due date consecutive del suo nuovo tour mondiale, in cui presenterà al pubblico l’album Rough and Rowdy Days. Vietato l’uso degli smartphone, in quanto su scelta del cantante si tratterà di Phone Free Show, volti ad enfatizzare al massimo l’esperienza dei presenti eliminando fotografie e video. All’ingresso si dovrà mettere il cellulare in un’apposita custodia, sbloccabile in caso di emergenze solo in speciali settori. In scaletta molti brani recenti, mentre mancano i grandi successi come Blowin’ in the Wind o Highway 61 Revisited. Ancora disponibile qualche biglietto in plateaalta al costo di 126,50 euro.
Bob Dylan, tutte le informazioni sui Phone Free Show di Milano
Una volta giunto al Teatro Arcimboldi, ciascuno spettatore incontrerà il personale di Yondr, la compagnia che presta il servizio Phone Free al tour. Riceverà dunque una speciale custodia dotata di serratura in cui mettere il proprio smartphone, che terrà con sé per tutta la durata dell’evento. In caso di emergenze, sarà possibile tuttavia sbloccarla recandosi in aree dedicate e appositamente segnalate, distanti dal palco. Lo staff sarà comunque a disposizione per indicare le procedure da seguire. Pur essendo una scelta esclusiva di Bob Dylan, però, il servizio è tutto a carico dello spettatore. Il costo di ciascun biglietto ha infatti presentato un surplus di cinque euro volto al pagamento della compagnia Yondr.
I concerti milanesi di Bob Dylan saranno solo le prime due tappe italiane del menestrello del rock, che poi tornerà nel nostro Paese per altri tre live. Il 6 luglio infatti suonerà per il Lucca Summer Festival in piazza Napoleone. Il giorno successivo invece sarà a Perugia per una tappa dell’Umbria Jazz Festival, mentre il 9 luglio chiuderà la tournée italiana con un concerto all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Cellulari vietati in tutte le serate. «Crediamo che crei un’esperienza migliore per tutti i presenti», si legge sul sito di D’Alessandro e Galli, organizzatori del live. «I nostri occhi si aprono un po’ di più e i nostri sensi sono leggermente più acuti senza la stampella tecnologica cui siamo abituati».
La possibile scaletta senza i grandi successi della carriera
Seppur non sia disponibile ancora la scaletta ufficiale dei concerti italiani, è possibile farsi un’idea sui brani grazie al setlist degli ultimi live in Europa. Prendendo come riferimento principale la tappa dell’1 luglio a Montreux, in Svizzera, Bob Dylan suonerà quasi integralmente il disco del 2020 Rough and Rowdy Days. Il pubblico potrà infatti ascoltare Goodbye Jimmy Reed, False Prophet e Mother of Muses, solo per citarne alcuni. Assente principale sembra essere Murder Most Foul, traccia da oltre 16 minuti che chiude l’album. In scaletta anche alcune canzoni del passato, tra cui Watching the River Flow, con cui ha aperto tutti i live del tour, o When I Paint My Masterpiece del 1971. Difficile, a meno di sorprese per il pubblico italiano, che Dylan si esibisca con i capolavori della sua discografia, da Like a Rolling Stone a Blowin’ in the Wind e Tangled Up in Blue.
Un addio pesante in Ita Airways, la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia nel cui capitale sta entrando Lufthansa con una quota del 41 per cento. Ad andarsene è il direttore finanziario Roberto Carassai, manager molto stimato e con un passato in Leonardo. Le indiscrezioni parlano di un suo crescente malcontento nei confronti dell’amministratore delegato Fabio Lazzerini, a cui l’ipotesi di accordo con il colosso tedesco dei cieli non è mai andato a genio, atteggiamento che mantiene tuttora che l’intesa è stata siglata. Evidentemente, nel timore che potessero insorgere altre complicazioni che avrebbero potuto rimettere quel deal in discussione (e quando si parla di Alitalia-Ita le sorprese sono all’ordine del giorno), Carassai ha pensato bene di uscire di scena.
Adesso è ufficiale: Bianca Berlinguer lascia la Rai per Mediaset. La notizia era nell’aria ma le dimissioni sono state rassegnate oggi, 3 luglio, alla vigilia della presentazione dei nuovi palinsesti di Mediaset, in programma martedì 4. La decisione che l’ad Roberto Sergio attendeva è quindi arrivata. L’amministratore delegato aveva dichiarato: «La trasmissione Cartabianca, al momento, non è presente in palinsesto. Rispettosamente siamo in attesa di conoscere da Bianca Berlinguer la sua decisione sul proseguimento nella conduzione del talk politico». Ora non ci sono più dubbi: la giornalista saluta e, valigie in mano, viaggia verso la concorrenza. Si tratta del terzo addio di alto profilo, dopo quelli di Fabio Fazio e Lucia Annunziata.
Berlinguer accetta un contratto triennale
Secondo quanto rivela Corriere della Sera, Bianca Berlinguer firmerà un contratto della durata di tre anni. Il compenso sarebbe più alto rispetto al limite massimo imposto dalla Rai di 240 mila euro. In Mediaset si parla di un programma serale, forse il martedì, o di una striscia quotidiana. La tv di Stato, d’altra parte, ne esce sconfitta, soprattutto se si pensa alle parole dello stesso Sergio: «Per noi Bianca Berlinguer rappresenta una colonna della nostra azienda e speriamo che la sua decisione, sofferta, possa vedere Cartabianca alla ripresa della stagione televisiva su Rai3». La controfferta, rifiutata, prevedeva soltanto un budget maggiore per gli ospiti.
Approvata la bozza del contratto di servizio
E in attesa dei palinsesti Rai, che saranno presentati venerdì 7 luglio a Napoli, il Cda ha dato il via libera alla bozza del contratto di servizio senza inserire alcun richiamo al giornalismo d’inchiesta, nonostante le polemiche in quota Pd e M5s. A muovere le critiche a fine giugno sono stati i consiglieri Riccardo Laganà e Francesca Bria, rispettivamente in quota Indipendenti e Partito democratico. Alla votazione il primo ha espresso il suo no, la seconda si è invece astenuta: «La mia posizione resta critica. La mia astensione è legata all’auspicio che in commissione di Vigilanza, dove ora la bozza sarà esaminata, si facciano le debite modifiche».
Era rimasta ferita nel bombardamento russo sulla città di Kramatorsk il 27 giugno scorso, la scrittrice ucraina Victoria Amelina, 37 anni, morta in conseguenza delle lesioni riportate nell’attacco durante il quale, come riportato dall’Agi, morirono altri 12 civili. Secondo quanto ha reso noto il Pen Club Ucraina, Amelina è deceduta il primo luglio nell’ospedale Mechnikov di Dnipro. La notizia è stata diffusa con il consenso di tutti i famigliari.
La cena in pizzeria e il missile russo
Amelina, al momento dell’attacco, si trovava a cena in una pizzeria assieme allo scrittore colombiano Hector Abad, all’ex alto commissario per la pace della presidenza colombiana, Sergio Jaramillo, e alla giornalista colombiana Catalina Gomez. Mentre Abad, Jaramillo e Gomez, avevano riportato solo ferite lievi, le condizioni della scrittrice erano apparse da subito gravi per delle fratture multiple del cranio.
La vita e le pubblicazioni
Definita tra le «voci più coraggiose della poesia ucraina» Victoria Amelina, nata nel 1986 a Lviv, a quattordici anni era emigrata con la famiglia in Canada, e solo successivamente era tornata in Ucraina. Laureata in scienze informatiche, ha trascorso quelli che lei stessa ha definito tredici anni alieni costruendo una carriera nel business hi-tech internazionale, come riportato da Peoplepill. Dopo la pubblicazione del suo primo libro nel 2015, scelse di dedicarsi solo alla scrittura. Il suo romanzo d’esordio, che tratta degli eventi di piazza Maidan nel 2014, le valse diversi premi letterari, suscitando il favore da parte di critici e studiosi. Amelina aveva proseguito la sua carriera pubblicando numerosi libri, tra cui uno per bambini, tradotti in ceco, olandese, polacco, tedesco e inglese. Nel 2018 prese parte all’84esimo congresso mondiale PEN in India come delegata dall’Ucraina.