Daily Archives: 6 Luglio 2023

Luca Guadagnino aprirà la Mostra del Cinema di Venezia con il film Challengers

Luca Guadagnino aprirà la Mostra d’arte cinematografica di Venezia, in programma al Lido dal 30 agosto al 9 settembre. Fuori concorso arriverà infatti il suo Challengers, drama che racconta la relazione fra tre campioni del tennis, il cui passato a lungo dimenticato finisce improvvisamente per scontrarsi. Nel cast spicca Zendaya, già volto noto per la serie HBO Euphoria e la trilogia di Spiderman con il fidanzato Tom Holland. Con lei recitano anche Josh O’Connor e Mike Faist. L’80esima edizione della rassegna svelerà il suo programma completo il prossimo 25 luglio con tutti i film in corsa per il Leone d’oro, le star sul red carpet e il cartellone degli eventi. Il regista Guadagnino in un comunicato: «Aprire Venezia 80 è un sogno che si avvera, non vedo l’ora che arrivi la serata inaugurale».

Il film con Zendaya aprirà l'80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Madrina Caterina Murino, Damien Chazelle alla giuria.
Una scena di “Challengers” di Luca Guadagnino con Zendaya (YouTube).

Non solo Luca Guadagnino: le anticipazioni ufficiali di Venezia 80, dalla giuria alla madrina

«Luca Guadagnino è uno dei pochi registi italiani abituati a lavorare anche con attrici e attori esteri», ha spiegato sul sito della Biennale il direttore Antonio Barbera. «Challengers è cinema allo stato puro». Per Guadagnino si tratterà dell’ennesimo ritorno alla Mostra del Cinema di Venezia, il secondo consecutivo dopo che nel 2022 presentò in anteprima Bones and All, tra l’altro vincitore del Leone d’argento per la miglior regia. Al Lido il cineasta ha infatti svelato al pubblico The Protagonists (1999), Io sono l’amore (2009), Bertolucci on Bertolucci (2013), A Bigger Splash (2015), Suspiria (2018) e Salvatore: Shoemaker of Dreams (2020). Probabile che con lui sbarchi sul red carpet anche l’attrice protagonista Zendaya, a Venezia anche nel 2021 per presentare Dune di Denis Villeneuve.

Sebbene, a eccezione del film di Luca Guadagnino, il cartellone sia ancora top secret, la Biennale ha rilasciato alcune anticipazioni ufficiali di Venezia 80. Madrina 2023 ed erede di Rocío Muñoz Morales sarà infatti Caterina Murino che condurrà le serate di apertura e chiusura. Cagliaritana, classe 1977, ha ottenuto il primo ruolo da protagonista con Il seme della discordia di Pappi Corsicato nel 2008. Due anni prima era apparsa anche in Casino Royale, primo film con Daniel Craig nei panni di 007, dove ha interpretato la Bond girl Solange. Presidente della giuria internazionale di Venezia 80, che assegnerà il Leone d’Oro, sarà Damien Chazelle, premio Oscar per il capolavoro musicale La La Land e nel 2022 al cinema con Babylon. Il riconoscimento per la miglior opera prima sarà assegnato da un collettivo presieduto dalla francese Alice Diop, mentre Jonas Carpignano si occuperà dei giudizi per la sezione Orizzonti.

Il film con Zendaya aprirà l'80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Madrina Caterina Murino, Damien Chazelle alla giuria.
Caterina Murino sarà madrina della Mostra del Cinema di Venezia (Getty Images).

Paola Severino si è dimessa dalla Luiss: cosa c’è dietro

L’avvocato Paola Severino si è dimessa da vicepresidente dell’università Luiss Guido Carli, incarico che ricopriva dal 18 giugno 2018. Le ragioni dell’addio? Tra gli addetti ai lavori esistono due scuole di pensiero: la prima che l’ex ministra della Giustizia del governo Monti non abbia gradito la vendita della Luiss Executive Management Education, ramo d’azienda della Luiss Business School, al fondo Nextalia Sgr guidato da Francesco Canzonieri, di cui peraltro la stessa Confindustria è azionista. L’altra è che abbia voluto anticipare sul tempo Carlo Bonomi, numero uno di viale dell’Astronomia, che aveva deciso di non riconfermarla a ottobre nel consiglio di amministrazione dell’università.

Paola Severino si e? dimessa dalla Luiss: cosa c'e? dietro
Paola Severino (Imagoeconomica).

Cnel, Brunetta e la ‘strage’ dei portavoce

E fuori un altro. L’ex ministro Renato Brunetta viene accusato di aver moltiplicato le poltrone da quando guida il Cnel. Ma di sicuro quella del portavoce rimane la più instabile. Manco fosse Maria Elisabetta Alberti Casellati, suprema divoratrice di comunicatori. Dopo il precoce addio di Roberto Mania, referenziato giornalista di Repubblica, lascia pure Giuseppe Ariola, che proveniva dall’area di Forza Italia e per la precisione dallo staff di Licia Ronzulli. Un contratto da 70 mila euro lordi, firmato da pochi giorni, non è bastato a convincere il professionista. «Lui non sopportava più Brunetta», maligna qualcuno. Insomma, Casellati ha un ex compagno di partito che le insidia il triste primato.
In compenso, lo stesso Brunetta può consolarsi con il quasi certo arrivo al Cnel di Giulia Mancini, figlia della sua storica segretaria, Stefania Profili, che avrà un ruolo nella comunicazione dell’ente (consigliere delegato sulla materia?), incarico che cumulerà con quello da dirigente a tempo indeterminato al Formez, ente sotto l’egida del dipartimento della Funzione pubblica. Mancini fu catapultata a Formez, guarda caso, per il rotto della cuffia alla fine del governo Draghi, quando Brunetta era ministro proprio a Palazzo Vidoni.

Wimbledon, auto contro una scuola elementare: «Non è terrorismo»

Grande paura a Wimbledon, nel sud-ovest di Londra, dove un’auto si è schiantata contro una scuola elementare, ferendo almeno nove persone. Dalle prime ricostruzioni della Met Police si tratta di una Land Rover fuori controllo, piombata sulla scuola nonostante una via d’accesso molto stretta. Gli agenti hanno escluso l’atto terroristico e dichiarato che si è trattato di un incidente. Sono intervenute molte ambulanze per soccorrere i feriti, che sarebbero almeno nove: sette bambini e due adulti, alcuni medicati direttamente sul posto. L’istituto è il The Study Preparatory School, una scuola femminile frequentata da bambine tra i 4 e gli 11 anni. Ancora da chiarire la dinamica.

A Wimbledon una Land Rover si è schiantata contro una scuola, ferendo almeno nove persone: la polizia esclude si tratti di terrorismo
Polizia e soccorsi davanti all’ingresso dell’istituto a Wimbledon (Getty).

Stephen Hammond: «Preoccupante»

Nonostante le rassicurazioni della polizia, in tanti restano preoccupati. Il parlamentare Stephen Hammond, eletto in questa circoscrizione, ha parlato di situazione «estremamente preoccupante. Ci sono certamente numerosi feriti». Dalle immagini mostrate dall’alto anche dalla Bbc si vede la Land Rover all’interno del perimetro dell’istituto, con seri danni alla parte anteriore della carrozzeria. La scuola si trova a circa 600 metri dai campi da tennis di Wimbledon, dove è tutt’ora in corso lo Slam, che si concluderà il 15 luglio. Sul posto, oltre alle ambulanze e agli agenti di polizia, ci sono anche i vigili del fuoco.

A Wimbledon una Land Rover si è schiantata contro una scuola, ferendo almeno nove persone: la polizia esclude si tratti di terrorismo
Personale medico, agenti di polizia e vigili del fuoco si sono regati subito sul posto (Getty).

Senza malizia, stasera su Rai 3 il documentario sulla vita di Laura Antonelli: cosa sapere

Stasera, 6 luglio 2023, andrà in onda, alle 21:20 su Rai 3, il documentario sulla vita di Laura Antonelli intitolato Senza malizia. Diretta dai due registi Bernard Berdarida e Nello Correale, è una produzione Tipota Movie Company in collaborazione con Rai Documentari e con il sostegno dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). Il documentario sarà visibile, oltre che in tv, anche in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Senza malizia, la trama del documentario in onda stasera 6 luglio 2023 su Rai 3

Il documentario Senza malizia approfondisce la vita dell’attrice italiana Laura Antonelli. Nella fattispecie, scava a fondo nella sua vita personale e artistica partendo dall’infanzia. La Antonelli è nata da una famiglia di esuli istriani profughi dopo il Dopoguerra sul territorio italiano in cerca di una vita migliore. Un periodo che per lei non è stato affatto felice e dove, anzi, ha vissuto momenti tormentati e tristi. Dopo un periodo difficile, la Antonelli è comunque riuscita a emergere grazie al suo fascino e alla sua bellezza al di sopra dei comuni standard. Con il suo aspetto fisico è riuscita a conquistare le prime collaborazioni in termini pubblicitari e cinematografici entrando, seppur in punta di piedi, nel mondo del grande schermo.

Senza malizia, stasera su Rai 3 ci sarà il documentario sulla vita di Laura Antonelli, ecco tutto quello che c'è da sapere.
Laura Antonelli (Facebook).

Il successo per l’attrice è arrivato nel 1972 quando, grazie al suo ruolo di Angela La Barbera nel film Malizia di Salvatore Samperi, riuscì a ottenere il plauso della critica e del pubblico. Per questa sua interpretazione conquistò i più importanti premi della critica italiana come il David di Donatello e il Nastro d’Argento. A quel punto, venne considerata come un sex symbol per l’epoca e diventò un’icona nel mondo dello spettacolo. Altra sua importante interpretazione è stata quella del film Malizia 2000, sequel della pellicola che la portò al successo realizzata circa 19 anni dopo il film originale. Tale interpretazione gli valse una rinnovata celebrità ma segnò l’inizio della sua fine. Infatti, a causa dei tanti interventi chirurgici subiti, il volto della Antonelli divenne irriconoscibile e l’attrice cadde nel dimenticatoio, ritirandosi dalle scene a soli 50 anni. Il documentario racconta anche le ultime fasi della vita dell’ex sex symbol, fino alla sua morte avvenuta a Ladispoli il 22 giugno 2015.

Senza malizia, le testimonianze del documentario

Il documentario Senza malizia riporta anche le tante testimonianze di colleghi e amici di Laura Antonelli, persone che sono state al suo fianco prima e dopo la sua carriera. All’interno appaiono infatti volti noti dello spettacolo come Jean-Paul Belmondo, Michele Placido, Claudia Gerini, Giancarlo Giannini e Daniela Poggi. Questi ultimi hanno avuto anche l’onore di poter recitare al fianco della Antonelli e ammirare in prima persona la sua straordinaria bellezza, estetica ma non solo. Non mancano poi i ricordi degli amici più cari, vale a dire Francesca D’Aloja, Marco Risi, Simone Cristicchi, Ivan Pavicevac e molti altri ancora.

Senza malizia, stasera su Rai 3 ci sarà il documentario sulla vita di Laura Antonelli, ecco tutto quello che c'è da sapere.
Il regista Luchino Visconti con gli attori Giancarlo Giannini e Laura Antonelli (Getty Images).

Il documentario, grazie all’analisi cinematografica di Valerio Caprara, riuscirà a offrire agli spettatori un racconto inedito della vita della Antonelli, passando tra passato e presente e ponendo l’accento su alcuni dei momenti più importanti della vita dell’attrice. Un bipic da non perdere per coloro che l’hanno amata e che vogliono scoprire cosa significa essere una celebrità in un mondo frenetico come quello dello spettacolo.

Belén Rodríguez spiega l’addio a Mediaset: «Me ne sono andata io»

La presenza di Belén Rodríguez, diventata negli ultimi anni punto di riferimento di Mediaset, non è più prevista nei palinsesti delle reti dell’azienda di Pier Silvio Berlusconi. Dopo i rumor spuntati online nei giorni scorsi, la notizia è stata ufficializzata proprio in occasione della presentazione della nuova programmazione Mediaset in onda a partire dalla prossima stagione. La modella argentina non avrà dunque più alcun ruolo in nessun programma, né su Canale 5, né tantomeno su Italia 1. Contrariamente a quello che alcuni potrebbero pensare, in ogni caso, stando alle parole della diretta interessata non sembra che si tratti di una decisione presa dai piani alti.

Belén Rodríguez, la verità sull’addio a Mediaset: «Me ne sono andata io»

La conduttrice e compagna di vita di Stefano De Martino ha avuto l’occasione di fare chiarezza nel merito della questione rispondendo al commento di una fan che su Instagram le chiedeva spiegazioni su quanto accaduto in queste ore. «Me ne sono andata io», ha scritto Belén, che ha poi ha avuto modo di entrare un po’ più nel dettaglio rispetto agli ultimi eventi. Quando altri seguaci le hanno scritto che sicuramente troverà altre opportunità, Bélen ha risposto «Le ho già», e quando qualcun altro le ha ricordato che oltre alla televisione ha anche altre attività la showgirl ha replicato: «Apposta per questo ho lasciato».

La modella in effetti, è molto attiva anche come imprenditrice e influencer: sue le due linee fashion Hinnominate e Me fui, una di vestiti, l’altra di costumi da bagno.

Veronica Gentili prende il posto di Belén a Le Iene

Come riporta Gossip e Tv, secondo le ultime voci pare che Belén abbia lasciato di sua sponte, in realtà, soltanto Tu sì que vales, ma non varrebbe lo stesso discorso per Le Iene. In questo secondo caso, Mediaset le avrebbe ad onor del vero preferito la collega Veronica Gentili, proprio per dare alla trasmissione di inchiesta di Italia 1 un taglio molto più giornalistico.

Le università Multiversity si aggiudicano 15 progetti di ricerca per 3 milioni di euro di fondi

Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, le tre università digitali di Multiversity, primo Gruppo di Education in Italia, hanno vinto 15 progetti di ricerca del bando Prin 2022 (Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale) per un valore totale di circa 3 milioni di euro. In particolare, Mercatorum (l’Università delle Camere di Commercio) se ne è aggiudicati sei, il San Raffaele Roma cinque e l’università digitale Pegaso quattro. Un risultato che, ha dichiarato il presidente e ad di Multiversity Fabio Vaccarono, «conferma  una particolare vocazione alla ricerca e allo sviluppo del progresso scientifico degli atenei».

I progetti finanziati dal bando Prin

Il programma Prin finanzia progetti di ricerca pubblica per favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali. Si tratta di proposte che, per complessità e natura, possono richiedere la collaborazione di più professori/ricercatori e che dunque difficilmente riuscirebbero a essere finanziate dalle singole istituzioni. I 15 progetti aggiudicati sono il risultato di un lavoro svolto dagli atenei del gruppo Multiversity e, in alcuni casi, anche di una cooperazione con diverse università e istituzioni sparse sul territorio italiano – tra cui l’Università Tor Vergata di Roma, l’Università di Foggia, il CNR, la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università Federico II di Napoli. Finanzieranno diversi settori tra cui quello delle tecnologie digitali, della robotica, dell’imprenditoria femminile, dell’economia circolare e dei sistemi intelligenti dei trasporti, il cui sviluppo è fondamentale per il futuro, anche professionale, delle nuove generazioni. Particolarmente rilevante è il riconoscimento attribuito ai professori degli atenei del Gruppo Multiversity che, nella maggior parte dei casi, risultano «principal investigator» di progetto, in prevalenza nelle discipline Stem (Science, technology, engineering, mathematics).

Vaccarono: «Ricerca e qualità cuore delle nostre iniziative»

«La ricerca scientifica, insieme alla qualità dell’offerta formativa digitale e all’innovazione tecnologica», ha commentato il presidente di Multiversity Vaccarono, «rappresentano da sempre il cuore delle nostre iniziative, volte a raggiungere i più sfidanti obiettivi di crescita del capitale umano. Questi progetti sono anche il frutto delle politiche messe in atto dai nostri rettori per rendere ancora più autorevole il corpo docente». Il gruppo di education offre 72 percorsi di laurea, oltre 300 master, un ente di certificazione Certipass, una coding factory, Aulab, e una società con il Gruppo 24 Ore, Sole 24 Ore Formazione.

 

 

L’Ucraina potrebbe entrare nella Nato solo a fine guerra (forse)

Se l’Ucraina fosse stata nella Nato la Russia non l‘avrebbe attaccata: l’invasione da parte di Mosca avrebbe fatto scattare l’articolo 5 e l’immediata risposta dell’Alleanza Atlantica con il conseguente scontro diretto tra potenze nucleari. Nessuno al Cremlino o alla Casa Bianca lo avrebbe voluto. L’ex repubblica sovietica però, pur essendoci vicina, collaborando su vari livelli da anni, soprattutto dall’inizio della guerra nel Donbass nel 2014, è sempre rimasta ai margini, non diventandone membro ufficiale, per cui la Russia ha optato nel 2022 per l’aggressione su larga scala senza il rischio di una reazione diretta di Nato e Stati Uniti. Questa la teoria. In pratica la guerra che si combatte in Ucraina è tra le forze russe e ucraine, armate, addestrate e supportate dai Paesi dell’Alleanza.

Al netto della propaganda, l’Ucraina potrà entrare nella Nato solo a guerra conclusa

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in questi mesi ha continuato a richiedere l’ingresso immediato nella Nato e solo raramente ha ammesso che sarà impossibile con la guerra in corso. L’ultimo appello di Zelensky è arrivato a pochi giorni del vertice di Vilnius dell’11 e 12 luglio: «Manca esattamente una settimana al giorno del vertice di Vilnius», ha spiegato mercoledì 6 luglio il leader ucraino. «Ciò significa che manca una settimana a un momento chiave per la sicurezza comune in Europa. Stiamo lavorando con i nostri partner il più possibile per garantire che questa prevalga. Tutto dipende da loro». Più probabile che l’Ucraina venga cooptata nelle strutture occidentali ma solo a conflitto terminato. Di questo a Kyiv sono tutti consci, al netto della propaganda. Ma fa parte appunto del gioco e della infowar spingere a tutti i costi verso l’obiettivo massimo, anche se irraggiungibile. Che sia così l’hanno espresso chiaramente gli Stati Uniti e i Paesi della vecchia Europa, dalla Francia alla Germania, al contrario di quelli nuovi dell’Est – Polonia e repubbliche baltiche – che vorrebbero imbarcare l’Ucraina da subito anche a costo di scatenare davvero la Terza guerra mondiale, almeno stando a quello che si sente dire tra Varsavia e il Baltico.

L'Ucraina potrebbe entrare nella Nato solo a fine guerra (forse)
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Getty Images).

L’arrivo di Putin al Cremlino ha frenato la strategia delle porte aperte 

La strategia della Nato è stata sempre quella delle porte aperte: negli Anni 90 e sino ai primi 2000, il gioco è stato facile, con tutta l’Europa dell’Est passata in varie tappe nel Patto Atlantico e alcune repubbliche ex sovietiche alla finestra, Georgia e Ucraina in testa. Poi con l’arrivo di Vladimir Putin al Cremlino qualcosa è cambiato. Nel 2008 l’allora presidente georgiano Mikhail Saakashvili scatenò una guerra per riprendersi le regioni indipendentiste di Abcasia e Ossezia. Mosca reagì portando le truppe poco lontano da Tbilisi e bloccando le sue aspirazioni. Nel 2010 il presidente ucraino Victor Yanukovich ancorò la neutralità militare del Paese alla Costituzione, cancellata con il cambio di regime del 2014. La guerra nel Donbass, durata quasi otto anni, ha preparato il terreno per il conflitto odierno che di fatto ha bloccato, sul modello georgiano, la via dell’Ucraina verso la Nato. Finché durerà la guerra Kyiv non ha speranze di entrare nella Nato. Il problema è che il conflitto potrebbe continuare a lungo e non si sa come finirà. In caso di una totale sconfitta russa, l’Ucraina intera potrà fare il suo ingresso a pieno diritto; in caso contrario bisognerà vedere quanta Ucraina non sarà russa e se il resto potrà in futuro avvicinarsi all’Alleanza.

L'Ucraina potrebbe entrare nella Nato solo a fine guerra (forse)
Il presidente russo Vladimir Putin (Getty Images).

Il modello georgiano e il futuro incerto dell’Ucraina

Il modello georgiano insegna. Basta guardare cosa è accaduto negli ultimi 15 anni: Mosca ha fatto di Abcasia e Ossezia due protettorati, la Georgia ha perso due fette importanti del proprio territorio, l’ingresso nella Nato è stato congelato. E allora si torna all’inizio: perché l’Ucraina o la Georgia non sono entrate velocemente nella Nato? È colpa della cautela di Francia e Germania che già nel 2008 hanno bloccato l’approccio di Kyiv e Tbilisi per non risvegliare l’orso russo? O forse è vero che allora e prima di allora sia Ucraina che Georgia non avevano nessuna intenzione di spostare il proprio baricentro militare e avrebbero preferito rimanere neutrali, anche per questioni di buon vicinato, al di là delle spinte forzate delle élite filostatunitensi impersonate da Victor Yushchenko e Mikhail Saakashvili, due presidenti finiti dalle stelle alle stalle? L’Ucraina di Yanukovich, che in fondo aveva cercato un equilibrio tra Russia e Occidente, aveva scelto l’equidistanza militare ed era arrivata a un passo dall’Unione Europea, con l’Accordo di associazione già parafato per la parte economica e bloccato per quella politica a causa del caso di Yulia Tymoshenko, incarcerata per abuso d’ufficio. In seguito, prima è arrivata la virata verso la Russia poi la rivoluzione di Euromaidan che nel 2014 ha riportato la barra verso Ovest e la Nato. Da cui però l’Ucraina continua a stare fuori.

Previsioni meteo, avanza l’anticiclone africano Cerbero: attesi picchi di 45 gradi

In base alle previsioni meteo del prossimo weekend (7 e 8 luglio 2023) sembra che sia in arrivo in Italia un’importante nuova ondata di afa che farà aumentare considerevolmente le temperature in gran parte del territorio nazionale.

Le previsioni del meteo per i prossimi giorni in Italia: arriva l’anticiclone Cerbero

Questa prima parte di settimana, da lunedì 3 a mercoledì 6, è stata caratterizzata da una generale instabilità che ha portato (al Nord in modo particolare) forti temporali e anche violente bombe d’acqua (ne è un esempio la città di Milano). La situazione però è destinata a cambiare a breve. IlMeteo.it sta parlando in queste dell’arrivo di Cerbero, un nuovo anticiclone di origine africana che seguirà di qualche settimana Scipione, che a giugno ha fatto infiammare le temperature in diverse zone d’Italia. L’anticiclone si chiama “Cerbero” proprio perché, come il mitologico cane a tre teste, distribuirà il caldo in tre maniere diverse in giro per il belpaese. Partiamo dalla prima zona, rappresentata dal Sud e dalle isole maggiori: questo weekend, in Sardegna in modo particolare, le temperature massime arriveranno facilmente a toccare i 42 gradi, con picchi persino di 45 per quanto riguarda alcune zone interne dell’isola (attenzione soprattutto alla giornata di domenica 9 luglio). La seconda zona è l’Italia centrale, con particolare riferimento alla fascia tirrenica e alle città come Roma e Firenze: qui si potranno raggiungere temperature di 36-37 gradi. Passando al Nord, il caldo sarà intenso come al Centro, con la differenza che in questo caso all’afa si potrebbero associare anche temporali sparsi, soprattutto sull’arco alpino.

Un’afa destinata a durare anche la prossima settimana

Stando sempre a IlMeteo.it, si registreranno temperature molto alte anche all’inizio della prossima settimana, in modo particolare al Sud e sulle due isole maggiori. L’afa potrebbe persistere anche al Nord, pur con qualche temporale sparso concentrato soprattutto sull’arco alpino.

Bianca Berlinguer a Mediaset e il richiamo del milione

Un milione di motivi per dirsi addio. E traslocare alla concorrenza. Tra le ragioni del trasferimento di Bianca Berlinguer dalla Rai a Mediaset ce n’è sicuramente una che ha poco a che vedere col romanticismo e la passione della professione giornalistica, col nuovo corso meloniano di Viale Mazzini o con la voglia di riscatto della zarina ex Tg3: c’entra il cospicuo stipendio, altroché. La conduttrice di Cartabianca – per la cui successione la presidente Rai Marinella Soldi ha stoppato momentaneamente la nomina di Monica Giandotti, data per favorita – è a un anno di distanza dalla pensione e col passaggio al Biscione vede lievitare il salario da circa 240 mila euro a 1 milione.

Bianca Berlinguer a Mediaset e il richiamo del milione
Bianca Berlinguer (Imagoeconomica).

La querela di Renzi per quelle parole al Fatto

Una parte di quella cifra forse sarebbe meglio accantonarla, nel caso in cui Berlinguer dovesse perdere in tribunale contro Matteo Renzi, che ha deciso di querelarla per le parole rilasciate dalla giornalista al Fatto Quotidiano: «Quando ero direttore del Tg3 richiedeva due servizi al giorno, uno contro i cinque stelle e un altro contro Bersani. Vedo che il suo giornale attacca me e altri perché avremmo ceduto al richiamo dei soldi». Nella stessa intervista ha poi raccontato: «Già da tempo in Rai mi sentivo isolata, un’estranea nella mia stessa famiglia. Tollerata e non coinvolta. Tutto sommato ho avuto la sensazione di aver risolto loro un problema andando via». Se poi c’è il richiamo del milione di euro, è tutto più facile.

Tennis, l’app dell’Atp contro le emissioni dei viaggi internazionali

I campioni del tennis percorrono mediamente 100 mila chilometri all’anno. Partecipare a circa 250 tornei in 50 Paesi richiede infatti grandi spostamenti, molto spesso intercontinentali. Trasferte che come ogni viaggio aereo aumentano le emissioni di CO? e l’inquinamento atmosferico. A fine giugno però l’Atp ha lanciato in collaborazione con Infosys Carbon Tracker, un’app che permette ai giocatori di tenere sotto controllo l’impatto dei viaggi per le varie competizioni. Fra i principali sostenitori figurano Dominic Thiem, campione degli Us Open 2020, il finlandese Emil Ruusuvuori e il russo Andrej Rublev, numero sette al mondo e fra i protagonisti di Wimbledon. «Vogliamo ispirare le scelte ecologiche del domani», ha spiegato il Ceo dell’Atp Massimo Calvelli sul sito ufficiale del circuito. «Siamo solo all’inizio».

LEGGI ANCHE: Wimbledon, cambia il regolamento: permessi indumenti scuri alle tenniste con il ciclo

Carbon Tracker, come funziona l’app e le parole dei campioni del tennis

Ciascun tennista, dopo aver aderito all’app Carbon Tracker, ottiene un profilo personale in cui tenere conto dei suoi spostamenti fra i tornei e le relative emissioni. Tramite un pannello di controllo dei dati, il giocatore ha infatti accesso ad analisi approfondite, suggerimenti per lo sfruttamento delle risorse e consigli ad hoc per programmare la stagione. Presenti anche quiz di sostenibilità per sensibilizzare alla difesa dell’ambiente. È possibile inoltre aderire a oltre 100 progetti in tutto il mondo per piantare nuovi alberi nelle foreste, supportare la biodiversità e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni maggiormente in difficoltà. Verrà anche stilata una classifica con i tennisti più virtuosi che, al termine della stagione, potranno aggiudicarsi un premio di 100 mila dollari da devolvere ovviamente in beneficenza oltre a una spunta da esporre sul profilo dell’Atp.

«Non è facile organizzare i propri viaggi», ha spiegato alla Bbc il britannico Cameron Norrie che ha aderito all’iniziativa. «Dobbiamo raggiungere i campi velocemente per non sprecare energie utili durante i match». Durante i suoi giorni a Londra, dice di preferire la bicicletta ai mezzi a motore e  ha acquistato un’auto elettrica. Gli ha fatto eco Ruusuvuori che, quando possibile, preferisce raggiungere le sedi dei tornei in treno o in auto. «Nel 2022 ho vissuto per due mesi a Milano», ha spiegato. «Ho viaggiato fra Ginevra, Parigi e Montecarlo senza mai salire su un aereo». Soddisfatto anche Rublev che ha descritto Carbon Tracker come un «perfetto primo passo». Tra i sostenitori dell’iniziativa anche Thiem, ex stella austriaca che da tempo combatte con una serie di infortuni. «Il tennis è probabilmente lo sport che richiede più viaggi», ha ricordato sul sito dell’Atp. «Quindi è estremamente importante muoversi verso un futuro migliore».

I prossimi tornei della stagione 2023 dopo Wimbledon

Fino al 16 luglio il mondo del tennis si concentrerà sui prati inglesi di Wimbledon, sede del terzo Slam della stagione. Seguiranno vari tornei 250 in Europa, da Gstaad, in Svizzera, ad Amburgo e Umago, in Croazia. Ad agosto inizierà la tournée americana con Washington, Toronto e Cincinnati prima degli US Open, previsti dal 28 agosto al 10 settembre. I giocatori si sposteranno poi in Asia, con il Masters 1000 di Shanghai e i vari tornei a Tokyo e Pechino, prima di rientrare in Europa il 30 ottobre a Parigi. Il 2023 si chiuderà poi a Torino con le Atp Finals, competizione cui partecipano solo i migliori otto della classifica mondiale.

L'Atp ha lanciato Carbon Tracker, app aiuta i giocatori a monitorare gli spostamenti. Così il tennis lotta contro le emissioni di CO?.
Dominic Thiem durante il suo match a Wimbledon (Getty Images).

Omicidio-suicidio a Fontanelle, uomo uccide la moglie e si toglie la vita

Tragedia a Fontanelle, periferia di Agrigento, dove una coppia di coniugi è stata trovata morta nella sua abitazione. Le autorità sospettano si tratti dell’ennesimo caso di omicidio-suicidio, con il marito che avrebbe ucciso la moglie tagliandole la gola per poi togliersi la vita a sua volta.

La coppia trovata senza vita a casa

La coppia è stata trovata senza vita nell’abitazione di Via Alessio di Giovanni dove moglie e marito vivevano insieme ai due figli, rispettivamente di 19 e di 15 anni. Immediato l’intervento delle pattuglie della Questura di Agrigento che stanno cercando di ricostruire con maggior precisione la dinamica dell’accaduto dopo aver identificato i cadaveri. Rapido anche l’intervento del procuratore facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella, che sta coordinando le operazioni.

La ricostruzione dei fatti

Alle luce di quello che è emerso rispetto alla storia della coppia e alle modalità con cui i due sono morti, si pensa che l’ipotesi più probabile sia quella dell’omicidio-suicido. L’uomo, Daniele Gallo Cassarino di 47 anni, è stato trovato impiccato. La moglie, Ilenia Bonanno di 45 anni, è morta a causa di un profondo taglio alla gola. A lanciare l’allarme è stato il figlio della coppia, che si è preoccupato dopo aver cercato invano di contattare telefonicamente i genitori. In base alle prime ricostruzioni, pare che il marito fosse in cura da mesi a causa di una brutta depressione, e che proprio di recente avesse lasciato il lavoro (si occupava di smaltimento di rifiuti). La donna, invece, lavorava come commessa in un negozio. Pare che la situazione in casa fosse difficile da ormai diverso tempo, ed è proprio questa la pista che gli agenti stanno seguendo per fare chiarezza sul dramma.

Lionel Ferra, chi è il marito di Samantha Cristoforetti

Da diversi anni Samantha Cristoforetti è sposata con Lionel Ferra, il padre dei suoi due figli. Di origini francesi, è un ingegnere aerospaziale addestratore di astronauti dell’Esa.

Chi è Lionel Ferra, marito di Samantha Cristoforetti

Ad unire l’astronauta e il marito è la stessa passione, l’amore per lo spazio. Lui, nello specifico, all’Esa (Agenzia Spaziale Europea) si occupa di addestrare gli astronauti prima che partano per le loro missioni. Proprio perché il compagno ha questo ruolo, la famiglia di Cristoforetti abita in Germania, più precisamente a Colonia, accanto alla sede principale dell’Agenzia. Lì sono nati anche i figli della coppia, Kelsey Amal di sette anni e Dorian Lev nato nel 2021. I due, conosciutisi diversi anni fa, riescono a dare loro la giusta serenità senza però rinunciare al lavoro, importante per entrambi. Come recentemente dichiarato da Cristoforetti: «Di spazio in famiglia effettivamente si parla. A ogni modo i nostri figli sono ancora piccoli e, anche per la maggiore, non è facile farsi un’idea dei tempi dell’assenza della madre. Ma c’è molta serenità».

Samantha Cristoforetti, chi è il marito
Samantha Cristoforetti a Torino nel 2019 (Getty Images).

Le parole dell’astronauta

Samantha, che nel 2022 è partita per un’importante missione spaziale (la Space X all’interno della navetta Dragon Freedom), aveva così raccontato a proposito del marito: «Ho la fortuna di avere un partner che ha sempre dimostrato di cavarsela molto bene in famiglia e di essere il punto di riferimento per i nostri due figli anche per lunghi periodi. Noi astronauti dobbiamo molto a chi ci aiuta quando siamo lontani da casa in missione o in addestramento».

Ita Airways chiude in perdita ma Lazzerini si prende il premio

Ita Airways, ovvero l’incubo di tutti i contribuenti, destinata si spera prima possibile a finire tutta nelle mani di Lufthansa, ha chiuso il 2022 con quasi 500 milioni di perdite. Cosa che però non ha impedito al suo ad Fabio Lazzerini di prendersi per quell’esercizio (sulla busta paga di fine giugno) il Premio di Risultato (MBO). Poco più di 300 mila euro, ovvero l’80 per cento della sua Ral che è di circa 400 mila euro l’anno. E questo nonostante la compagnia continui a perdere 1,5 milioni al giorno. E lo Stato ci debba ancora mettere 250 milioni per tenerla in piedi e poterla consegnare ai tedeschi. Ma il Mef e il suo titolare Giancarlo Giorgetti lo sanno o sono azionisti a loro insaputa?

OMS: «Entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà miope»

La miopia è ad oggi il difetto visivo che colpisce il maggior numero di persone al mondo: soltanto in Italia, ad oggi, sono ben 15 milioni le persone che non riescono a vedere bene da lontano. Si tratta di numeri che, a quanto pare, sono destinati ad aumentare in maniera significativa, secondo quanto riporta l’OMS.

L’Organizzazione Mondiale della Salute avverte: «Entro il 2050 metà della popolazione mondiale sarà miope»

L’organizzazione internazionale ha dichiarato che le cifre relative alle persone che convivono con la miopia vivranno un incremento considerevole da qui ai prossimi 25 anni. Nello specifico, secondo le ultime stime, si prevede che il disturbo interesserà il 50% della popolazione mondiale, in pratica la metà di noi.

Oggi, due terzi delle persone in giro per il mondo hanno un qualche tipo di difetto visivo e di queste già il 40/50% soffre di miopia. Ci sono, a proposito, dei fattori di rischio che possono portare più probabilmente un soggetto a vivere questa condizione: tra gli altri, la predisposizione genetica e l’influenza dell’ambiente circostante e degli stili di vita. Non c’è dubbio, inoltre, che il costante utilizzo di dispositivi elettronici possa portare più facilmente un soggetto a soffrire particolari problemi alla vista, ovviamente compresa la stessa miopia.

Come si cura la miopia: le opzioni possibili

Non si tratta, fortunatamente, di una condizione con cui si è per forza costretti a convivere a vita. Al di là del classico paio di occhiali da vista, una delle soluzioni più utili e comuni è rappresentata dall’intervento con il laser, un’operazione chirurgica molto semplice della durata di pochi minuti in grado di risolvere il problema in forma definitiva. Esistono, attualmente, anche altre possibilità per risolvere la miopia: un esempio è rappresentato dalle lenti intraoculari, microlenti che vengono posizionate da esperti fra il cristallino e la pupilla, e il cui inserimento (proprio come l’intervento laser) richiede in realtà pochi minuti, in anestesia locale.

Caso Santanchè, il pressing di Mattarella su Meloni per un rimpasto di governo

Il caso Santanchè è arrivato fino al Quirinale. Non da ora, per la verità. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta seguendo con attenzione gli sviluppi della vicenda che vede coinvolta la ministra del Turismo, chiamata a dare la sua versione dei fatti in Senato sull’opaca gestione delle società Visibilia e Ki Group. Spiegazioni che non hanno convinto. Il Colle si era già allarmato quando l’inchiesta giornalistica di Report aveva sfiorato anche Ignazio La Russa, presidente del Senato e seconda carica dello Stato, la cui firma di avvocato compare nelle diffide di un misterioso fondo di Dubai e della stessa Visibilia. Adesso più che mai, dopo la notizia dell’avviso di garanzia arrivato a Santanchè, Mattarella è preoccupato per le ripercussioni che possono coinvolgere il governo: è partita dunque una discreta opera di moral suasion su Giorgia Meloni (sin dall’inizio molto irritata per lo scandalo) per convincere la premier a mettere in moto un mini rimpasto che sostituisca la ministra – la casella del Turismo tra l’altro da sempre fa gola alla Lega, non a caso fredda in Aula durante e dopo l’informativa – e tolga così l’esecutivo dall’imbarazzo.

Quell’assurdo passaggio sulle multe e i cambiamenti dell’ultimo momento

Anche ai vertici delle istituzioni ha colpito soprattutto la surreale giustificazione che la ministra del Turismo ha dato a proposito della questione delle multe che le venivano contestate: «Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata quando le multe erano dell’arma dei carabinieri a cui avevo dato in comodato una mia auto per rinunciare a una di scorta. Io non ho nessuna multa da pagare». Tra l’altro il claudicante discorso in parlamento sarebbe stato cambiato all’ultimo da Santanchè, dopo la notizia anticipata dal quotidiano Domani sulle indagini per bancarotta partite nei suoi confronti. Modifiche che però hanno reso ancora più confusionaria la sua difesa, che non è piaciuta a molti. Colle compreso.

Margaret Mazzantini, chi è la moglie di Sergio Castellitto

Margaret Mazzantini, nata a Dublino il 27 ottobre 1961, è una scrittrice, sceneggiatrice e attrice. Figlia d’arte (il padre è uno scrittore e la mamma una pittrice irlandese), ha esordito in teatro vincendo anche il premio Ubu come nuova attrice (premio Ubu).

Margaret Mazzantini: biografia e carriera

Nel 1995 ha scritto la pièce Manola, interpretandola sul palco insieme a Nancy Brilli con la regia del già marito Sergio Castellitto, diventata poi un romanzo. Insieme al coniuge ha scritto la sceneggiatura e recitato nel film d’esordio di lui Libero burro. Nel 2002, per Mondadori, è uscito il romanzo Non ti muovere, vincitore del Premio Strega, Premio Rapallo-Carige e il Premio Grinzane Cavour. Due anni più tardi è uscito il film trattato da questo libro con Penélope Cruz. Altro film con Penélope Cruz, diretto da Sergio Castellitto e scritto da Margaret Mazzantini, è Venuto al mondo del 2012. L’anno prima la Mazzantini aveva scritto Nessuno si salva da solo, vincitore del Premio Flaiano e soggetto dell’omonimo film con Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio diretto da Sergio Castellitto. Nel 2017 è invece uscito Fortunata, diretto sempre dal consorte di cui la donna ha scritto la sceneggiatura. L’ultimo lavoro insieme al marito risale al 2021, quando la scrittrice ha curato la sceneggiatura del filmIl materiale emotivo da lui diretto ed interpretato.

Margaret Mazzantini: la vita privata

Dal 1987 Margaret è sposata con l’attore e regista Sergio Castellitto con cui ha avuto quattro figli: Pietro, Maria, Anna e Cesare. La coppia si è conosciuta sul set del film Tre Sorelle di Checov. In un’intervista del 2019 a Verissimo, Castellitto ha raccontato che inizialmente la moglie non l’aveva accolto bene sul set. Pietro, il primo dei loro figli, ha deciso di intraprendere gli stessi passi del padre e della madre e da alcuni anni fa l’attore. Lo si è visto in film come Non ti muovere (2004), La bellezza del somaro (2010), Venuto al mondo (2012), diretti dal padre, ma anche in Freaks Out, regia di Gabriele Mainetti (2021) e Rapiniamo il duce, regia di Renato De Maria (2022).

Imbarcazione a fuoco nel porto dell’Acquasanta: marinaio ustionato alle gambe

Alta tensione nelle scorse ore nel porticciolo dell’Acquasanta di Palermo, dove un’imbarcazione ormeggiata ha preso fuoco all’improvviso: nell’incendio scoppiato a bordo è purtroppo rimasto ferito un marinaio, pur non gravemente.

Incendio nel porticciolo dell’Acquasanta: ecco cos’è accaduto a Palermo

Non è dato sapere, almeno per il momento, cosa possa avere scatenato le fiamme in prima battuta. Le uniche informazioni riguardo al rogo fanno riferimento al nome della barca dove è scoppiato l’incendio, l’Annamaria Zeta, ormeggiata a livello della banchina Sailem.

Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco locali, che si sono precipitati al porto per spegnere rapidamente le fiamme divampate sulla barca, evitando così che altre imbarcazioni intorno rischiassero di prendere a loro volta fuoco. Nel frattempo, un’alta nube di fumo molto denso si è levata dal porto, tanto da essere visibile a centinaia di metri di distanza dal luogo dell’accaduto. Come testimoniato da diverse fotografie scattate dai residenti, il fumo che ha invaso il porto è stato per ore ben visibile anche dalla centrale Via Francesco Crispi e da tutto il lungomare della città siciliana.

Un ustionato non grave nell’incendio

Nell’incendio, fortunatamente, nessuno ha perso la vita. Tuttavia, sappiamo che nel rogo dell’imbarcazione un uomo è rimasto usionato ad una gamba, anche se le sue condizioni di salute non destano preoccupazioni.

Quello di Acquasanta non è purtroppo l’unico incendio scoppiato a Palermo in tempi non sospetti. Negli ultimi giorni, infatti, diversi incendi hanno interessato in particolare la zona di Bonagia, dove sono stati appiccati almeno 4 roghi ad altrettanti cumuli di rifiuti, tra il Cep e Borgo Nuovo. Due notti fa, inoltre, piromani che ancora non sono stati identificati dalle autorità hanno appiccato incendi a dei rifiuti in zona Zen e a Brancaccio, richiedendo l’intervento immediato dei Vigili del fuoco costretti così a mettere in sicurezza strade e case del circondario.

La speleologa Ottavia Piana ai soccorritori: «Inizio a fare il conto delle birre da pagare»

Dopo due giorni bloccata all’interno della grotta Bueno Fonteno, la speleologa Ottavia Piana è stata tratta in salvo. Tra i soccorritori che l’hanno soccorsa anche Ilaria Bonacina, speleologa facente parte del gruppo Le Nottole di Bergamo, che ha raccontato più in dettaglio l’operazione che ha portato al recupero della collega.

I soccorritori e il lungo lavoro per trarre in salvo Ottavia Piana

«Ci siamo mossi tutti insieme, le squadre hanno tenuto alto il morale di Ottavia e lei faceva altrettanto con noi, rispondendo alle nostre battute con un sorriso e facendoci capire che si sentiva bene nelle nostre mani», ha dichiarato al Corriere della Sera. Calatasi sottoterra poco dopo l’allarme lanciato dagli amici di Ottavia, ha così descritto le prime fasi del soccorso: «Cercavamo di tranquillizzarla, le dicevamo che sarebbe andato tutto bene e di tenere duro, perché ci serviva anche la sua forza per riuscire a portarla fuori. Lei sorrideva e annuiva». Nonostante il dolore per la gamba sinistra ferita dalla roccia che, staccandosi, l’ha colpita, Ottavia ha anche trovato anche la forza per sdrammatizzare: «A un certo punto mi ha lanciato una battuta: “Inizio a fare il conto per le birre”. Per festeggiare ce le berremo insieme, quando tutto sarà passato». E ancora: «Quando l’abbiamo raggiunta è bastato il suo sguardo a farci capire che era contenta fossimo lì. Ha ritrovato persone che già conosceva e, forse, si è sentita ulteriormente rassicurata. Ma era anche dispiaciuta per aver mobilitato così tante persone».

 

La speleologa Ottavia Piana ha ringraziato chi l'ha soccorsa, ora sarà operata al ginocchio
Soccorritori che hanno salvato la speleologa Ottavia Piana (Facebook).

La speleologa sarà operata al ginocchio

Dopo essere tornata in superficie, Ottavia è stata trasportata all’ospedale di Brescia per curare la lesione al ginocchio procuratasi durante la salita. Ricoverata in ospedale, oggi 6 luglio 2023 dovrebbe essere operata. Maurizio Finazzi, presidente dello Speleo Cai di Lovere, ha parlato con lei che gli ha detto di non vedere l’ora di ritornare presto al lavoro ed esplorare nuove cavità e grotte.

 

 

 

Bianca Berlinguer: «Renzi richiedeva due servizi al giorno contro M5S e Bersani». Lui la querela

Matteo Renzi non ha preso di buon grado le ultime dichiarazioni di Bianca Berlinguer rilasciate dall’ormai ex conduttrice di Cartabianca in una recente intervista concessa a Il Fatto Quotidiano e ha deciso di adire per vie legali con una querela bella e buona per salvaguardare la sua reputazione.

Matteo Renzi querela Bianca Berlinguer

A rendere nota la drastica decisione del politico, attraverso una nota, è stato l’ufficio stampa di Italia Viva. Tutto nasce da una serie di attacchi di Berlinguer ai danni dell’ex presidente del Consiglio, in riferimento ad una serie di presunte «disposizioni ostili» imposte da Renzi durante la sua direzione ai tempi del TG3. La conduttrice, che di recente ha detto addio alla Rai dopo una lunghissima collaborazione, ha a proposito dichiarato: «Allora dovevo assecondare le decisioni di quella parte politica, in particolare era questa la pretesa di Matteo Renzi: quando ero direttore del Tg3 richiedeva due servizi al giorno, uno contro i 5 Stelle e un altro contro Bersani. Vedo che il suo giornale attacca me e altri perché avremmo ceduto al richiamo dei soldi».

Matteo Renzi ha querelato Bianca Berlinguer per le sue rivelazioni sulle imposizioni del politico in Rai quand'era presidente del Consiglio.
Bianca Berlinguer (Getty).

Perché Bianca Berlinguer ha lasciato la Rai

La presentatrice è rimasta in Rai per ben 34 anni. Poi, qualche giorno fa, una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno: niente più contratto nell’azienda di Viale Mazzini per lei, che presto passerà alla concorrenza di Rete 4. A spiegare più nel dettaglio i motivi di quest’addio, sempre nella medesima intervista al Fatto, è stata la diretta interessata, che ha precisato: «Già da tempo mi sentivo isolata, un’estranea nella mia stessa famiglia. Assenza di quella comunanza di intenti che ti porta a lavorare bene e tranquillamente. Costretta a parare colpi, sempre da sola con il mio gruppo di lavoro. Tollerata e non coinvolta». Berlinguer ha poi aggiunto che la proposta di Mediaset «è arrivata proprio quando mi rendevo conto che il rapporto con la direzione della Rai non era più ricucibile. Tutto sommato ho avuto la sensazione di aver risolto loro un problema andando via».

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