Cnel, Brunetta e la ‘strage’ dei portavoce

E fuori un altro. L’ex ministro Renato Brunetta viene accusato di aver moltiplicato le poltrone da quando guida il Cnel. Ma di sicuro quella del portavoce rimane la più instabile. Manco fosse Maria Elisabetta Alberti Casellati, suprema divoratrice di comunicatori. Dopo il precoce addio di Roberto Mania, referenziato giornalista di Repubblica, lascia pure Giuseppe Ariola, che proveniva dall’area di Forza Italia e per la precisione dallo staff di Licia Ronzulli. Un contratto da 70 mila euro lordi, firmato da pochi giorni, non è bastato a convincere il professionista. «Lui non sopportava più Brunetta», maligna qualcuno. Insomma, Casellati ha un ex compagno di partito che le insidia il triste primato.
In compenso, lo stesso Brunetta può consolarsi con il quasi certo arrivo al Cnel di Giulia Mancini, figlia della sua storica segretaria, Stefania Profili, che avrà un ruolo nella comunicazione dell’ente (consigliere delegato sulla materia?), incarico che cumulerà con quello da dirigente a tempo indeterminato al Formez, ente sotto l’egida del dipartimento della Funzione pubblica. Mancini fu catapultata a Formez, guarda caso, per il rotto della cuffia alla fine del governo Draghi, quando Brunetta era ministro proprio a Palazzo Vidoni.

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