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Renzi contro Meloni: «Un’influencer bravissima, meglio di Chiara Ferragni»
Matteo Renzi è tornato ad attaccare la premier Giorgia Meloni. Il leader di Italia Viva, ha parlato a margine dell’evento Cambiare rotta, i migranti e l’Europa, organizzato dalla Fondazione Oasis all’Università Cattolica di Milano. E ha sfruttato il caso dello spot dell’Esselunga degli ultimi giorni per attaccare la presidente del Consiglio: «Giorgia Meloni è la più brava influencer di questo paese, ma non sta facendo la presidente del Consiglio e mostrandosi ieri sensibile alla pesca dell’Esselunga ha fatto l’influencer. È la numero uno come influencer, ha spodestato Chiara Ferragni. Ma come premier non c’è una sola risposta ai problemi del Paese».
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Renzi: «L’unico obiettivo del governo è apparire»
Il riferimento di Renzi è stato alle politiche migratorie. L’ex premier ha infatti commentato: «Sul tema dell’immigrazione il governo ha un unico obiettivo: apparire. È il governo che ha parlato di blocco navale. I migranti sono raddoppiati. Le parole della campagna di Meloni e Salvini non appartengono alla dignità della politica». Poi ha evidenziato che «l’unico blocco navale in questo paese è stato fatto dalla sinistra. Da Napolitano e Prodi nel 1997, con i profughi che provenivano dall’Albania».
E ha insistito: «Dopo Cutro, ho ricordato a Meloni che la storia italiana che non cambia. Noi da duemila anni accogliamo tutti e salviamo tutti: io sono orgoglioso di questa tradizione italiana, che risale addirittura a Virgilio. Questa cultura c’era anche durante fascismo: l’ammiraglio Todaro, nel 1940, dopo aver fatto affondare un piroscafo belga ha salvato tutti quelli che erano in mare. Rispondendo ai belgi e ai nazisti, ha detto “Sono italiano, salvo tutti”».
La soluzione: «Mandare le persone a lavorare»
Renzi ha poi parlato di quella che ha definito «la soluzione migliore per il problema migratorio». Il leader di Italia Viva ha spiegato che secondo lui è «la legalità, cioè mandare queste persone a lavorare. Perché se le lasci in stazione senza un permesso, una possibilità di lavoro o un controllo diventano un fattore di insicurezza. La sicurezza e la legalità si fanno con il lavoro e non con i decreti fuffa di Salvini». Infine un passaggio sulla Nadef, la Nota di aggiornamento al Def: «Da quello che si vede, c’è un poderoso sforzo in Europa non per abbassare le tasse ma per mantenere il piccolo abbassamento fatto a maggio dello scorso anno. Mi sembra che la Meloni debba chiedere aiuto all’Europa. Mi sembra però che non ci sia un aiuto al ceto medio».