Caivano, don Patriciello in Senato: «Tornano coi kalashnikov per sfidare lo Stato»

Don Maurizio Patriciello, il parroco della chiesa di Parco Verde, a Caivano, è intervenuto in audizione al Senato e ha raccontato ai senatori la realtà dell’area. Dopo gli stupri, le forze dell’ordine hanno intensificato la propria attività nella zona ma in risposta sono arrivati i raid notturni, con uomini in scooter ad aprire il fuoco con fucili e pistole. Patriciello ha spiegato: «Serve un esercito di maestre elementari. Un altro un esercito di assistenti sociali. Però la verità va detta: quando l’altra notte c’è stata l’ultima “stesa” sono arrivati armati di kalashnikov, non di pistole o coltelli. Questi folli sono arrivati subito dopo la visita della Meloni con i ministri ed è sembrata veramente una sfida allo Stato. In quei momenti alla gente non serve un maestro elementare ma le forze dell’ordine».

Don Patriciello, parroco di Parco Verde, a Caivano, ha raccontato la situazione attuale in Senato: «Sono coi fucili, non con pistole e coltelli, per sfidare lo Stato».
L’incontro tra Giorgia Meloni e don Maurizio Patriciello (Imagoeconomica).

Don Patriciello: «Qualcosa di concreto si vede»

Il parroco ha proseguito: «In questo mese a Parco Verde, definita una delle piazze di spaccio più grande d’Europa, non si è venduto un solo grammo di droga perché la polizia e i carabinieri stanno per la strada. Qualcosa di concreto si vede». E poi Don Patriciello ha analizzato la storia di Caivano: «Mi chiedo come sia stato possibile da parte dello Stato permettere che questi quartieri come Parco Verde potessero esistere. Ci vuole poco per rendersi conto che questi quartieri non potevano che produrre questi frutti. Ammassare in un solo posto tutte le famiglie povere dei quartieri più poveri e degradati di Napoli dopo il terremoto del 1980 e abbandonarli a se stessi è stata una tragedia immane di cui nessuno può lavarsi le mani adesso, né i vecchi politici né coloro che ne sono gli eredi».

La critica alla politica: «Quartieri poveri sono serbatoi di voti»

Don Patriciello ha poi criticato la politica: «Questi quartieri così poveri e così degradati sono un ottimo serbatoio di voti. Voti che poi si contano e pesano, e prima o poi ti presentano il conto». Ed è passato poi alla Terra dei fuochi, la zona con un’alta percentuale di casi di tumori tra gli abitanti a causa delle sostanze tossiche sotterrate negli anni: «Un giorno mi sono buttato in ginocchio pure davanti a Carmine Schiavone, il cassiere dei Casalesi, per il dramma della Terra dei fuochi, perché dovevo capire bene cosa succedeva. Non ce la facevo più a benedire bare bianche, di bambini morti di leucemia e di cancro. Un camorrista che non avrei voluto vedere mai in vita mia, ma mi sono detto se può aiutarmi farò anche questo. Il problema è un dramma che stava lì da anni e poi è venuto a galla».

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