Europei 2032, Abodi pensa a un commissario per la gestione degli stadi

Il prossimo 10 ottobre si saprà se la candidatura presentata da Italia e Turchia per ospitare gli Europei di calcio 2032 sarà accettata. I due Paesi sono stati gli unici a candidarsi e a meno di sorprese sembra ormai certo che la manifestazione sarà disputata per metà in sei o sette stadi della penisola. Nonostante manchino ancora nove anni, il tema della scelta delle strutture da proporre per le gare è già caldo. Il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, ha ammesso che sul tavolo ci sarebbe anche l’idea di affidare la gestione degli stadi a un commissario: «Ci ragioneremo».

Europei 2032, Abodi pensa a un commissario per la gestione degli stadi
Uno stadio vuoto (Getty Images).

Abodi: «C’è bisogno di sviluppo simmetrico»

Il ministro è tornato sul tema a margine della presentazione dei campionati di Serie A1 di pallanuoto. E ha dichiarato, parlando di un ipotetico commissario per la gestione degli impianti: «Ragioneremo su questa possibilità, non per sovrapporci agli interessi territoriali, ma per uniformare il procedimento e mettere tutti nella stessa condizione. Abbiamo bisogno di uno sviluppo simmetrico. Oggi il modello prevede che non ci sia uniformità, al di là del fatto che abbiamo visto svilupparsi pochi progetti negli ultimi anni e anche quando c’è accordo la parte burocratica amministrativa dura tanti anni».

Europei 2032, Abodi pensa a un commissario per la gestione degli stadi
Lo stadio Olimpico di Roma prima di una partita (Getty Images).

Parole anche sulla Serie A

Abodi ha poi concluso con un ragionamento complessivo: «Non può essere solo Euro 2032 a determinare l’effetto che auspichiamo, ma grazie all’Europeo dobbiamo occuparci del tema che non riguarda solo i 6-7 stadi che ospiteranno le partite della competizione, ma di tutto il sistema professionistico. Promozioni e retrocessioni espongono soprattutto la Serie A all’inserimento di soggetti che devono predisporsi al massimo campionato. Così come la Serie A deve predisporsi tutta a una qualità di prodotto che dipende anche dalla qualità delle infrastrutture».

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