Daily Archives: 24 Agosto 2023

Stupro di gruppo a Palermo, il minorenne torna in carcere

L’unico minorenne del gruppo composto da sette ragazzi arrestato per la violenza di gruppo su una 19enne a Palermo torna in carcere. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minori ha firmato il provvedimento di aggravamento della misura cautelare. Per questo il ragazzo tornerà nell’istituto di pena minorile Malaspina del capoluogo siciliano. Il gip sabato scorso aveva attenuato il provvedimento dopo la confessione del giovane. A far propendere per l’inasprimento, invece, sarebbero stati alcuni contenuti ritrovati all’interno dello smartphone del minore.

LEGGI ANCHEPalermo, violenza di gruppo: il minorenne confessa e il gip lo scarcera

I carabinieri hanno perquisito la comunità dov’era rinchiuso

Durante l’interrogatorio, il giovane, minore all’epoca dei fatti ma adesso maggiorenne, ha confessato di aver avuto un rapporto sessuale con la 19enne, durante la notte del 7 luglio. Tanto è bastato al giudice per alleviare la misura di custodia cautelare e rimandarlo in comunità. Alcuni giorni fa, però, i carabinieri hanno perquisito l’area, dopo aver trovato online contenuti multimediali riferiti all’arrestato. Ma già lunedì 21 agosto la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna aveva annunciato di voler presentare ricorso: «Deve tornare in carcere». E così sarà dopo il riesame effettuato dalla procura.

Stupro di gruppo a Palermo, il minorenne torna in carcere
Un’auto dei carabinieri (Getty).

Si attende il ricorso di tre dei sei maggiorenni

Il tribunale del Riesame si è già espresso la scorsa settimana anche su tre dei sei maggiorenni. I giudici hanno confermato la detenzione cautelare in carcere disposta dal gip per Angelo Flores, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone. Per gli altri tre, Samuele La Grassa, Christian Maronia e Elio Arnao, si attende invece la richiesta dei legali al Riesame. Gli avvocati potrebbero chiedere l’attenuazione della misura della detenzione in carcere per i loro assistiti. I sei giovani hanno chiesto di essere allontanati dalla struttura penitenziaria a causa delle minacce ricevute. E intanto prosegue il braccio di ferro tra il Garante della privacy e Telegram, dopo l’appello lanciato dall’Autorità a non diffondere il video della violenza.

Fino a venerdì 25 agosto caldo intenso, 19 città con il bollino rosso

Dureranno fino a venerdì 25 agosto, il caldo intenso e l’afa. Oggi, 24 agosto, le città con il bollino rosso sono 17, domani 25 agosto saranno 19 e da sabato 26 agosto, grazie a un ciclone in arrivo dal nord Europa, le temperature inizieranno lentamente a scendere: la massima allerta per le ondate di calore riguarderà 16 centri urbani dei 27 monitorati dal Bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute.

Afa e temperature intense non abbandoneranno l'Italia almeno fino a sabato 26 agosto quando si registreranno i primi bollini verdi.
Stazione meteo (Pixabay).

Tra venerdì e sabato le uniche città con il bollino verde saranno Cagliari e Civitavecchia

Bollino arancione oggi 24 agosto, vale a dire rischio caldo per la popolazione fragile, per quattro città: Ancona, Bari, Campobasso e Messina. Domani, 25 agosto, saranno 3 (Ancona, Messina e Palermo) e dopodomani, sabato 26 agosto, solo una (Palermo). In stato di pre-allerta fino a sabato 26 agosto, Catania, Pescara e Reggio Calabria. A queste oggi si aggiungono Cagliari, Civitavecchia (in giallo anche venerdì 25 agosto) e Palermo. Infine venerdì 25 agosto, l’unica città con il bollino verde (nessun pericolo) sarà Cagliari, mentre sabato 26 agosto a questa si aggiungerà anche Civitavecchia.

Cristina Seymandi: «Non ho prove che Massimo Segre mi abbia tradita»

In occasione dell’ultima puntata di Zona Bianca, Cristina Seymandi ha avuto l’occasione di tornare a parlare del caso Massimo Segre, il banchiere di Torino che ha deciso di lasciare la compagna in modo plateale nel corso di un party dove ha svelato ai presenti tutti i tradimenti dell’ex. La scena, registrata da uno smartphone, è stata successivamente caricata sui social, diventando ben presto virale e trasformandosi nel caso più chiacchierato dell’estate 2023.

«Confermo però che mi confidò di aver commesso degli errori»

Le presunte infedeltà della donna sono state messe alla berlina dall’ormai ex compagno durante un discorso tenuto di fronte agli svariati invitati di quello che, teoricamente, avrebbe dovuto essere un party spensierato. Segre ha preso il microfono in mano iniziando a smascherare le relazioni extraconiugali di Seymandi, di cui era venuto a conoscenza e di cui aveva (a quanto pare) le prove. Seymandi, che ha avuto modo di raccontare la sua versione dei fatti, ha precisato a Rete 4: «Non mi sarei aspettata l’umiliazione. Riguardo alla mia affermazione “da che pulpito viene la predica” riferita ai tradimenti veri o presunti di Massimo nel passato è un altro tema che ha tenuto impegnati i cronisti. Non ho prove che Massimo mi abbia tradita. Tuttavia confermo che lui mi confidò di aver commesso anche lui degli errori e di essere stato poco trasparente nelle precedenti relazioni di coppia». Nella stessa occasione, Seymandi ha nuovamente parlato anche del caso dell’anello di fidanzamento scomparso: «Se avessi voluto accusare massimo di essersene appropriato lo avrei detto platealmente. Sono stata chiara, quell’anello è sparito 15 giorni prima di quella maledetta serata del 27 luglio. Non l’ho preso io, qualcuno deve averlo preso danneggiando sia me, perché tenevo moltissimo a quell’anello, che Massimo, perché per lui è era un caro ricordo di famiglia».

«È servita la polizia per recuperare le mie cose»

La manager, ancora molto amareggiata per quel che è successo, ha raccontato anche un altro dettaglio rispetto alla vicenda in cui si è trovata coinvolta, suo malgrado. A Zona Bianca Seymandi ha infatti aggiunto: «Da quella serata non mi è stato più permesso di entrare nella casa dove risiedevo con Massimo. Ho dovuto far intervenire la polizia per accompagnarmi e recuperare i miei effetti personali». Il caso, nel frattempo, ha iniziato a fare il giro del mondo: sono già diversi i media internazionali ad aver ripreso la notizia, tra cui il noto magazine statunitense TMZ.

 

Funerali di Berlusconi, il ministero della Giustizia andò al risparmio per i fiori

Un trattamento speciale per Silvio Berlusconi? Assolutamente no. Sapete quanto ha speso il ministero della Giustizia per la corona di fiori per il funerale del leader di Forza Italia? Esattamente 400 euro, in linea con quella comprata per i funerali dell’ex premier e leader della Democrazia cristiana, Arnaldo Forlani, per il quale pochi giorni prima la spesa è ammontata a 380 euro. E si è pure andati al risparmio, visto che in lizza c’era anche un altro preventivo, scartato perché più costoso, di una ditta che chiedeva 450 euro più iva. Insomma, chi si aspettava un trattamento diverso ne sarà rimasto deluso. Nessun omaggio speciale al protagonista della vita politica degli ultimi 30 anni e i cui scontri proprio con la giustizia rimarranno epici a lungo.

Funerali di Berlusconi, il ministero della Giustizia andò al risparmio per i fiori
Le corone di fiori ai funerali di Silvio Berlusconi (Imagoeconomica).

Castrazione chimica, Boldrini risponde a Salvini: «Facile consenso, non risolve nulla»

È Laura Boldrini, deputata del Pd e già presidente della Camera, la prima a rispondere alla proposta del segretario della Lega Matteo Salvini sulla castrazione chimica. Una battaglia che la Lega conduce ormai da anni e ciclicamente torna a fare capolino nel dibattito pubblico, soprattutto all’indomani dei fatti di cronaca come quelli di Palermo: «Strillare di “galera buttando via la chiave” e di “castrazione chimica” può fruttare un po’ di facile consenso politico, ma non risolve assolutamente nulla. Se non si porta l’educazione sentimentale nelle scuole, se non si formano i giovani al rispetto verso l’altro sesso e se non si insiste sulla parità di genere come presupposto per vivere tutti e tutte meglio, questo orrore continuerà a riprodursi. Se non ci muoviamo al più presto, odio, violenza e misoginia troveranno sempre più terreno fertile. La costruzione di un nuovo modello di società è una priorità assoluta su cui dobbiamo impegnarci in fretta e uniti. Uomini e donne insieme».

«Attuare un cambiamento culturale non più rimandabile»

«La cronaca fotografa una spaventosa escalation di violenze commesse dagli uomini contro le donne, non ultimo l’atroce stupro di gruppo compiuto a Palermo: sette giovani, di cui uno minorenne, si sono accaniti in branco su una ragazza di 19 anni scatenando tutta la loro ferocia». Boldrini aggiunge: «Ci rendiamo conto, sì o no, di quanto sia misogina e patriarcale una società come questa, che tollera la violenza sessuale contro una ragazza e arriva perfino a giustificarla? Ci rendiamo conto, sì o no, che le misure securitarie e il ricorso all’esclusivo aumento delle pene non servono a niente se non si attua un cambiamento culturale non più rimandabile?».

Boldrini risponde a Salvini sulla castrazione chimica: «Facile consenso, non risolve nulla»
Il segretario della Lega Matteo Salvini (Getty Images).

Salvini: «Presto la calendarizzazione, proposta di buon senso»

Il segretario della Lega non molla, anzi, raddoppia «Porteremo avanti in Parlamento il disegno di legge della Lega sulla castrazione chimica, chiedendo di calendarizzarlo in commissione per votare e approvare al più presto una proposta di buonsenso», ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema: la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato. Punto». Il segretario leghista poi è tornato sui fatti di Palermo: «Il brutale episodio di pochi giorni fa compiuto da sette miseri criminali nei confronti di una 19enne ha sconvolto e segnato tutti noi. Purtroppo, non è il primo né l’unico: è necessario sradicare questo fenomeno insegnando in tutte le scuole la cultura del rispetto e contrastando ogni forma di violenza contro le donne. Gli istituti scolastici rappresentano il principale baluardo dell’educazione dei nostri ragazzi. Ottima, quindi, l’iniziativa appena lanciata dal ministro Giuseppe Valditara che punta a un codice morale e comportamentale degli studenti attraverso incontri con personale specializzato e con le vittime».

Dazn rinnova con Discovery: i canali Eurosport sulla piattaforma fino al 2026

Dazn e Warner Bros Discovery hanno rinnovato l’accordo di partnership fino al 2026. Mentre restano in stand by le trattative per i diritti tv e streaming della Serie A, dalla prossima stagione e per tre o cinque anni, i vertici della piattaforma hanno deciso di continuare a ospitare due canali apprezzati dagli sportivi. Si tratta di Eurosport 1 e 2, che restano a disposizione degli abbonati tanto in Italia quanto in altri quattro mercati europei: Spagna, Germania, Austria e Svizzera.

LEGGI ANCHE: Antitrust, multa da 760 mila euro a Tim e 7,2 milioni a Dazn per l’intesa su diritti tv

Stefano Azzi: «Accordo strategico»

A commentare la notizia è stato il Ceo di Dazn Italia, Stefano Azzi: «Il rinnovo per i prossimi tre anni di questo accordo strategico con Warner Bros. Discovery per i contenuti Eurosport su Dazn definisce ancora di più il nostro impegno nel portare i grandi eventi sportivi. Con alcune tra le più emozionanti competizioni a livello mondiale di tennis, ciclismo e sci, a un numero sempre maggiore di tifosi, arricchendone l’offerta multisport presente in app. Siamo entusiasti di offrire a tutti gli appassionati un’offerta di intrattenimento sportivo ancora più completa e premium».

Dazn rinnova con Discovery i canali Eurosport sulla piattaforma fino al 2026
Stefano Azzi, Ceo di Dazn Italia (Getty).

Non solo calcio

Oltre alle 266 partite in esclusiva e alle altre 114 in co-esclusiva della Serie A, ci saranno la Serie BKT, LaLiga e le migliori partite del campionato portoghese. E ancora l’Europa League, il meglio della Conference League e le Coppe inglesi come la Fa Cup e la Carabao Cup. Ma con il palinsesto di Eurosport si potrà assistere in diretta a Australia Open, Roland Garros, Tour de France, Giro d’Italia, Mondiali di sci, eventi di boxe, Nfl e alla UEFA Women’s Champions League. A tutto questo Dazn aggiunge i canali tematici, come quelli interamente dedicati a Juventus, Inter e Milan.

Dazn rinnova con Discovery i canali Eurosport sulla piattaforma fino al 2026
Un evento di pugilato trasmesso da Dazn (Getty).

Trieste, rintracciati 61 migranti irregolari

I militari dell’esercito italiano e gli agenti della polizia di frontiera hanno rintracciato complessivamente 61 migranti irregolari in località diverse, ma comunque nelle zone vicine al confine con la Slovenia. Si ritiene che fossero appena giunti sul territorio nazionale. I migranti sono stati individuati a piccoli gruppi tra Monrupino e San Dorligo della valle, si tratta quasi esclusivamente di cittadini provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan. Il gruppo più nutrito era composto da 40 persone, rintracciato a Dolina.

La ong Consorzio Italiano di Solidarietà: «Catastrofe umanitaria costruita a tavolino»

A Trieste, terminale della cosiddetta Rotta balcanica, si sta delineando «una catastrofe umanitaria volutamente costruita a tavolino». È il grido di allarme lanciato in conferenza stampa da Gianfranco Schiavone del Consorzio Italiano di Solidarietà, ong che con altre realtà si occupa di accoglienza in città. Schiavone ha spiegato che «da fine maggio lo Stato non ha più fatto trasferimenti da Trieste verso il resto del territorio nazionale» e che sono 500 le persone abbandonate, con aumento di minori non accompagnati, famiglie, casi vulnerabili, malati.

Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all’ala più esagitata

Evidentemente il tempo di Yevgeny Prigozhin si era esaurito. Due mesi dopo la marcia della giustizia – mezzo ammutinamento, mezzo colpo di Stato, totale fiasco – l’ex cuoco di Vladimir Putin è stato fatto fuori in maniera spettacolare. Messaggio chiaro del Cremlino per tutti quelli che vogliono mettersi di traverso, soprattutto in tempo di guerra, quando c’è bisogno di maggiore compattezza, e a un anno dalle elezioni presidenziali, quando ci sarà bisogno di un unico candidato, il solito da oltre quattro lustri. Questa lettura è la versione più corta e semplice della storia del rapporto tra Prigozhin e Putin, fatto di interesse reciproci per una ventina d’anni e finito con un’esplosione a 10 mila metri d’altezza sopra i cieli di Tver. Facciamo finta che sia così.

Timore che Prigozhin avesse in mano materiale compromettente

Non c’è bisogno di stupirsi molto per l’esito di un duello, quello tra Prigozhin e i vertici dell’apparato militare e dell’intelligence, che è andato avanti per mesi ed è sfociato appunto con la strana ribellione, poi abortita, di fine giugno. Da allora, da un lato il capo di Wagner ha cercato ci ritagliarsi un ruolo al di fuori del teatro ucraino, dove tra l’altro l’assenza dei suoi mercenari non pare essersi troppo sentita, mentre dall’altro si sono preparate la vendetta, la ristrutturazione del gruppo e forse anche le contromisure nei confronti di eventuali mosse postume dello stesso Prigozhin nel caso avesse avuto in mano qualche sorta di materiale compromettente.

Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all'ala piu? esagitata
Yevgeny Prigozhin (Ansa).

Un favore non richiesto al presidente nella cornice delle faide interne?

Otto settimane sono bastate quindi per capire da una parte che la resa dei conti definitiva si stava facendo vicina, e a nulla sono servite le precauzioni per muoversi sottotraccia, e dall’altra per approntare il piano da eseguire alla prima occasione buona. La vendetta personale di Putin di fronte al tradimento del vecchio amico, appunto. O quella dei siloviki, col benestare tacito del Cremlino, per eliminare un personaggio sempre mal sopportato e diventato comunque ingestibile? O ancora un favore non richiesto al presidente nella cornice delle faide interne? Oppure un’operazione di un gruppo ostile a Putin per far capire che chi comanda a Mosca in realtà non è il capo dello Stato?

Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all'ala più esagitata
Vladimir Putin (Getty).

Difficile che il capo della Wagner sia ancora vivo e abbia sacrificato i fedelissimi

Probabilmente è meglio non farsi troppe domande, se si vuole stare alla lettura più immediata, o banale che dir si voglia. Ammesso e non concesso ovviamente che sull’aereo in volo tra Mosca e Pietroburgo ci sia stato veramente Yevgeny Prigozhin e lo chef di Putin non abbia sacrificato i suoi più intimi per cercare di far perdere definitivamente le sue tracce e trovare riparo in qualche angolo del mondo, al sicuro dalla vendetta annunciata dai suoi vecchi amici e nuovi nemici. Forse.

Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all'ala piu? esagitata
Sergei Surovikin (Getty).

Surovikin, Girkin e gli altri: domata l’ala più esagitata e indipendente

Certo è che per le frange ultranazionaliste russe, non solo Prigozhin, ma anche qualche generale tipo Sergei Surovikin, o altre teste calde come Igor Girkin, le cose non stanno andando troppo bene. Sono stati tutti messi a tacere con le buone o con le cattive da coloro che in questo contesto passano adesso per moderati, vale a dire dal Cremlino in giù, gli uomini dell’apparato militare e dell’intelligence: i falchi un po’ meno falchi, insomma. Le purghe putiniane stanno mettendo dunque da parte l’ala più esagitata e indipendente del largo spettro anti-occidentale e anti-ucraino e quel che rimane a Mosca è ancora Vladimir Vladimirovich con il suo cerchio magico ristretto, ma che in vista delle elezioni del 2024 sarà più elastico. Con buona pace di coloro che pur di vederlo sparire della faccia della Terra avrebbero augurato a Prigozhin successo nella marcia di giugno e ora lo trattano come un martire vittima della brutalità del Cremlino. Dando per scontato che sul volo Ra 02795 ci sia stato davvero lui.

Non solo la morte spettacolare di Prigozhin: le purghe di Putin all'ala più esagitata
Igor Girkin (Getty).

Nel torrente per salvare il cane, trovate morte le due amiche

Sono state trovati trovati i corpi di Rosa Corallo e Veronica Malini, le due amiche che si erano gettate nelle acque gelide di un torrente in Alta Val Malenco, nei pressi del ghiacciaio di Fellarìa, in provincia di Sondrio, per salvare il cane di una di loro. Il 23 agosto erano cominciate le ricerche da parte del Soccorso alpino della VII Delegazione Valtellina-Valchiavenna, dei militari della Guardia di Finanza e dei sommozzatori dei vigili del fuoco.

Morte due amiche per salvare il cane sommerso nel torrente
Rosa Corallo e Veronica Malini (Facebook).

Le ricerche si sono concluse con il ritrovamento dei corpi vicini

I corpi delle due donne, che vivevano nel Lecchese, sono state trovate a poca distanza tra loro. Secondo una ricostruzione dei fatti, si sono tuffate quando hanno visto il cane essere trascinato via dalla corrente, poi però non sono più riuscite a riemergere a causa della forza del fiume. In questo periodo dell’anno infatti, lo scioglimento dei ghiacciai alimenta i torrenti montani e li rende molto grossi e pericolosi.

Marco Mengoni appare su Tinder: profilo fake o reale?

Marco Mengoni è sbarcato su Tinder. O perlomeno, lo ha fatto un profilo con la sua foto, il suo nome, l’età giusta e la spunta di personaggio verificato. Da diverse ore molti utenti dell’app per appuntamenti e incontri segnalano la presenza sul social di questo account, che dalla descrizione sembra davvero appartenere al cantante. A fare chiarezza è stato poi FqMagazine. I giornalisti hanno contattato una fonte vicina all’artista che avrebbe smentito «con una grande risata». Proprio su Tinder nei mesi scorsi sono stati denunciati centinaia di casi di furto d’identità.

LEGGI ANCHESanremo 2023, la vittoria scontata di Mengoni e il nostro problema con le donne

Marco Mengoni appare su Tinder profilo fake o reale
Marco Mengoni ha partecipato all’Eurovision Song Contest 2023 a Liverpool arrivando al quarto posto (Getty).

Il profilo di Mengoni: «Non siate noiosi, io ci provo»

Prima della smentita, però, in tanti hanno abboccato. Al di là della foto e dei dati, come l’età, facilmente riscontrabili su internet, è stata la spunta di profilo verificato a fare scatenare i fan. In bio soltanto poche parole: «Non siate noiosi, io ci provo». E come scrive FqMagazine, sonno stati migliaia i tentativi dei sostenitori del cantante di mettersi in contatto tramite direct. Lo stupore è però già svanito. Marco Mengoni utilizza i social network molto poco, un dato sottolineato anche dal suo staff.

Marco Mengoni appare su Tinder profilo fake o reale
Marco Mengoni sul palco durante un’esibizione (Getty).

Mengoni mantiene il riserbo sulla propria vita privata

Intanto il cantante non ha commentato la vicenda, come sottolinea Novella2000. Il portale di gossip ha anche sottolineato come circolino pochissime informazioni sulla vita privata di Mengoni, ben separata dall’aspetto professionale. Poche anche le foto e le notizie sulle sue vacanze. Ciò che è certo è che il prossimo 29 agosto il cantante sarà sul palco del Power Hits di RTL 102.5 all’Arena di Verona insieme ad Elodie. I due canteranno la hit estiva Pazza Musica.

Ultimi giorni di caldo, in arrivo dal Nord Europa il ciclone Poppea

L’anticiclone africano ha i giorni contati. Il caldo sahariano sta per cedere il passo al ciclone nord europeo chiamato Poppea. Lo indicano le previsioni de ilmeteo.it, sottolineando che fino a sabato le condizioni attuali rimarranno invariate. Da domenica brusco calo termico anche di 15-20°C.

Al Centro-Nord farà ancora caldo, ma da sabato scendono le temperature

Intanto nei prossimi giorni si prevede che le massime salgano ulteriormente di qualche grado e così i 39-40°C potrebbero essere raggiunti su molte città del Centro-Nord, come ad esempio Firenze, Prato, Arezzo, Bologna, Pavia, Mantova, Alessandria. Arriveranno invece fino a 37-38°C a Roma, Milano, Padova, Bolzano, in Sardegna e su alcune zone del Sud.

Il caldo è previsto anche di notte quando i valori fissi continueranno ad essere compresi tra i 30-31°C, almeno fino a mezzanotte. Da sabato comincia il fresco, anche se di poco, e sono previsti i primi forti temporali lungo le Alpi e, verso sera, anche nelle zone pianeggianti di Piemonte e Lombardia. Domenica il maltempo è previsto a Nord-Ovest e in serata anche nel Triveneto. Nel corso di lunedì 28 il ciclone arriverà sul golfo di Genova muovendosi lentamente verso il medio alto Adriatico.

Nubifragi attesi nel fine settimana su gran parte delle regioni centro-settentrionali

Temporali violenti con nubifragi, grandine di grosse dimensione e forti raffiche di vento potranno colpire gran parte delle regioni centro-settentrionali. L’aria fresca in arrivo porta a far crollare lo zero termico fin verso i 2800/3000m. Il vento, a tratti impetuoso, è utile per portare via la canicola africana provocando un tracollo delle temperature che potrebbero perdere anche 15-20°C rispetto a questi giorni.

Nel dettaglio:

  • Giovedì 24. Al nord: sole e caldo intenso, afoso. Al centro: sole e canicola africana. Al sud: sole e caldo.
  • Venerdì 25. Al nord: temporali sui confini alpini, tanto sole e caldo altrove. Al centro: sole e caldo intenso. Al sud: soleggiato.
  • Sabato 26. Al nord: temporali sui rilievi del Nordovest, in serata possibili anche sulle zone di pianura vicine ad essi. Al centro: sole e caldo meno intenso. A sud: soleggiato e caldo in aumento.

Mahmood, parla il padre: «Non l’ho mai abbandonato. Ora cambi il cognome»

In un’intervista concessa a Il Foglio Ahmed Mahmoud, padre del cantante Mahmood, ha avuto la possibilità di raccontare la sua versione dei fatti rispetto al rapporti con il figlio, ancora oggi molti complicati. L’artista italo-egiziano (vero nome Alessandro Mahmoud) ha spesso raccontato di come il padre avesse completamente abbandonato la famiglia quando lui aveva soltanto cinque anni, ma quella che il genitore ha raccontato è una storia decisamente diversa.

Ahmed Mahmoud, il padre di Mahmood , ha raccontato tutta la sua personale verità sul rapporto con il figlio.
Mahmood all’Eurovision Song Contest 2019 (Getty Images).

«Anche se non ci vedevamo spesso, il rapporto non si è mai interrotto»

«Io sono andato via di casa quando lui era piccolo, è vero, perché era finito il matrimonio con sua madre (italiana, sarda di Orosei, ndr). Succede in tante famiglie», ha ammesso Mahmoud, che però poi si è sentito in dovere di precisare: «È vero che mi sono rifatto una vita ma non ho mai abbandonato Alessandro: ci sono foto di noi due al parco, in momenti di vacanza, in diverse occasioni, anche in Egitto. Andavamo a mangiare fuori insieme, è anche venuto a casa mia quando vivevo a Trezzano sul Naviglio, ha preso in braccio la sua sorellina (che ho avuto da un’altra donna, ndr) che ora ha 11 anni e mezzo». Il padre del cantante di Gioventù Bruciata ha poi aggiunto: «La settimana prima che partecipasse a Sanremo siamo andati a fare insieme un aperitivo. Non sapevo che sarebbe andato al Festival né che io avessi ispirato le sue canzoni. Anche se non ci vedevamo spesso, il rapporto non si è mai interrotto e non avrei mai immaginato che potesse parlare di abbandono. Mi fa soffrire sentirmi descritto in questo modo».

Ahmed Mahmoud, il padre di Mahmood , ha raccontato tutta la sua personale verità sul rapporto con il figlio.
Mahmood a un evento di Radio Italia (Getty Images).

Il padre sembra intenzionato oggi più che mai a riallacciare i rapporti con il figlio cantante, di cui è molto orgoglioso, ma ha allo stesso modo tenuto a specificare un punto importante: l’uomo, che oggi lavora in un bar, vorrebbe che Mahmood cambiasse cognome proprio alla luce di tutto quello che ha raccontato sul conto del padre: «Se lui davvero pensa che io l’abbia abbandonato e non vuole avere più a che fare con me, vorrei che cambiasse il suo cognome: non più Mahmoud. Non pretendo che cambi il suo nome d’arte ma quello reale».

Sulla canzone vincitrice di Sanremo 2019: «Non è vero che pensavo solo ai soldi, anzi»

Del genitore del cantante si era parlato molto in occasione del Festival di Sanremo 2019, vinto proprio da Mahmood con il pezzo Soldi, un brano autobiografico che parla del modo in cui il denaro è in grado di cambiare i rapporti all’interno di una famiglia. «Ho sofferto sentendo Soldi. Non è vero che pensavo solo ai soldi, anzi. Come se fossi interessato solo alle cose materiali. Io ho sempre voluto parlare con mio figlio e mi ritengo un uomo dalla mentalità aperta: da musulmano ho accettato tutti i riti cattolici nella mia prima famiglia. Sono stato ricoverato in ospedale per una brutta malattia, prima all’ospedale San Paolo e poi in Egitto durante il periodo Covid. Alessandro lo sapeva, gli ho chiesto di venirmi a trovare ma non è mai venuto. Io ci sono rimasto male. L’ultima volta ci siamo sentiti via messaggio più di un anno fa, ma sempre superficialmente».

Andrea Bocelli, in arrivo un documentario sulla sua vita

In produzione Andrea Bocelli: Because I Believe, un nuovo documentario su Andrea Bocelli. Realizzato da Entertainment One con la collaborazione del tenore e della sua famiglia, racconterà carriera e vita privata del cantante lirico toscano. Uscirà nel 2024, in occasione dei 30 anni dalla pubblicazione del primo album Il mare calmo della sera. Girato in Italia e Stati Uniti, ripercorrerà le tappe più importanti della storia musicale di Bocelli, soffermandosi sul suo talento e sull’importanza di amici e parenti nella crescita professionale e personale. «Fornirà una visione davvero unica del più amato tenore al mondo», ha spiegato a Billboard il produttore Jan Younghusband. «È un vero onore assistere al maestro che condivide con noi la sua saggezza, come mai prima d’ora era successo». Non è ancora nota invece la piattaforma di pubblicazione del documentario.

LEGGI ANCHE: Beautiful, per Andrea Bocelli un cameo nella soap opera

Andrea Bocelli, dalla cecità alle collaborazioni nel pop: le possibili anticipazioni

«È sempre un privilegio essere invitati nella vita di qualcun altro», ha aggiunto Cosima Spender, regista del documentario su Andrea Bocelli. «Ci addentreremo in un paesaggio di suoni, ricordi e opere importanti per lui e la sua crescita, con attenzione alla terra natale». È probabile che il progetto dedichi spazio alla cecità del tenore, ipovedente dalla nascita, sopraggiunta però a 12 anni per via di una pallonata durante un match di calcio. È probabile che trovino posto anche i suoi impegni nel sociale, dove si batte da tempo contro la povertà, la disabilità e in favore della parità dei diritti. Senza dimenticare i riconoscimenti, tra cui la stella sulla Hollywood Walk of Fame ottenuta nel 2010, e le performance per Papa Francesco e Carlo III in occasione della sua incoronazione di maggio 2023.

Uscirà nel 2024, in occasione dei 30 anni dall’uscita del primo album di Andrea Bocelli. Un viaggio fra carriera musicale e famiglia.
Andrea Bocelli con la moglie Veronica Berti (Getty Images).

Fulcro di Andrea Bocelli – Because I Believe sarà però quasi certamente la musica. Dalle straordinarie esibizioni nei teatri di tutta Italia e del mondo nelle opere liriche fino alle canzoni pop, il tenore ha attraversato i generi unendo la sua voce a quella di grandi star della musica globale. Ha collaborato infatti con Luciano Pavarotti e Zucchero, autore de Il mare calmo della sera con cui vinse il Festival di Sanremo 1994 nella sezione Nuove Proposte. E ancora, ha duettato con Lady Gaga, Ariana Grande, Ed Sheeran e Dua Lipa, oltre a Stevie Wonder, Barbra Streisand e Laura Pausini. Senza dimenticare il brano Fall on Me dove ha condiviso il microfono con il figlio Matteo.

Schlein attacca Meloni: «Contro le Ong reato di solidarietà, punite per aver salvato vite umane»

È scontro sui migranti tra la leader dem Elly Schlein e il governo di Giorgia Meloni. Dal palco della Festa dell’Unità di Reggio Emilia la segretaria del Pd è andata all’attacco delle regole introdotte dal decreto Cutro, in base alle quali è possibile «ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle autorizzate». Di fatto, ha detto Schlein, il decreto del governo Meloni «costituisce il reato di solidarietà».

Schlein: «Il decreto viola il diritto internazionale del mare»

«Mi rifiuto di chiamarlo decreto Cutro, serve più rispetto per quei morti. È un decreto che vuole rendere più difficile salvare vite e viola il diritto internazionale del mare. Si chiede supporto alle Ong ma al loro arrivo le si sanziona e criminalizza, fermandole per 20 giorni», ha continuato Schlein. E poi: «Si fa la guerra alle Ong che stanno solo sopperendo alla grave assenza di una missione istituzionale Ue di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, una Mare Nostrum europea. E in Europa il governo muto. Non credo ci sia altro da aggiungere di fronte ad un Governo che ritiene una colpa salvare vite e non un dovere morale. Forse solo una parola: disumano. La solidarietà non è reato».

Schlein attacca Meloni: «Contro le Ong reato di solidarietà, puniti per aver salvato vite umane»
Giorgia Meloni (Getty Images).

Su Open Arms: «I migranti andavano abbandonati in mare?»

La segretaria del Pd nel corso del suo intervento ha citato casi specifici di stigma rispetto all’intervento solidale. «È quello che è accaduto a Open Arms per aver soccorso alcune imbarcazioni in difficoltà durante la navigazione verso il porto di sbarco assegnato a Carrara, per un precedente salvataggio». Scelta che la segretaria non si è risparmiata di evidenziare quanto sia stata crudele, considerato che l’approdo di toscano era uno dei più lontani possibili per l’imbarcazione. E rivolgendosi alla premier ha continuato: «È quello che sta succedendo anche alla nave di Sea-Eye a Salerno, multa e fermo per venti giorni. Ci dicano: quelle persone in pericolo andavano forse abbandonate in mare? Il paradosso è che sempre più spesso è la Guardia Costiera italiana a richiedere il loro intervento di supporto: in una missione precedente Open Arms si è trovata a effettuare 7 operazioni di soccorso nella stessa giornata, nell’ultimo mese hanno salvato 734 persone e fornito assistenza ad altre 540 sempre sotto coordinamento della Guardia Costiera italiana».

Meloni: «Applichiamo leggi e principi. No immigrazione irregolare»

È arrivata a stretto giro la risposta della premier. Meloni risponde a Schlein: «Reato di solidarietà? Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani. Solidarietà è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare. Perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità».

Arianna Meloni nuova responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia

Arianna Meloni è la nuova responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia. Il nuovo incarico assegnato alla sorella della premier, nonché moglie del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, è stato annunciato sul sito del partito. Il ruolo sarà abbinato a quello di responsabile del «dipartimento adesioni». E sul portale si specifica che «prossimamente verranno istituiti nuovi dipartimenti aggiuntivi e verranno strutturati i dipartimenti sopra elencati con viceresponsabili e dirigenti».

LEGGI ANCHELe ambizioni di Arianna Meloni, l’intoccabile nonostante i fallimenti

dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
Arianna Meloni arriva al Quirinale con il marito, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (Imagoeconomica).

Donzelli: «Ufficializzato ruolo che svolgeva da tempo»

Intervistato da LaPresse, il deputato Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione del partito, ha spiegato la scelta: «Di fatto si tratta di una ufficializzazione di un ruolo che Arianna stava già svolgendo da tempo a via della Scrofa. In Fratelli d’Italia non era mai stato ufficializzato, è il ruolo che in Alleanza nazionale ricopriva Donato Lamorte». Donzelli ha poi parlato anche del ruolo da responsabile del dipartimento adesioni: «Il ruolo nuovo di Arianna è il tesseramento, un ruolo importante e pesante». Il peso di Arianna Meloni sta aumentando da tempo. La sorella di Giorgia Meloni è anche nel board della Fondazione Alleanza nazionale, ente che vanta, secondo Repubblica, depositi bancari per circa 30 milioni di euro e ben immobili dal valore di oltre 200 milioni.

dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
Giorgia Meloni al centro tra la madre Anna Paratore e la sorella Arianna (Imagoeconomica).

Nomine anche per Moi, Filini e Kelany

Tra le novità all’interno dell’organigramma di Fratelli d’Italia, però, non c’è solo l’ascesa di Arianna Meloni. A cambiare sono anche altri ruoli. Andrea Moi, ad esempio, è stato nominato responsabile alla comunicazione. Il deputato Francesco Filini, invece, lo è al dipartimento per il programma. Ed è toccato anche alla deputata Sara Kelany, a cui è stato affidato il dossier sull’immigrazione.

India, almeno 12 morti per una frana nell’Himachal Pradesh

Nuovo allarme rosso nell’Himachal Pradesh, Stato dell’India settentrionale dove almeno 12 persone hanno perso la vita in una frana e oltre 400 strade sono state dichiarate inagibili per l’intensità delle piogge monsoniche.

Crollato un gruppo di edifici a Shimla

L’ufficio meteorologico ha previsto «piogge estremamente intense» in quasi tutti i distretti dello stato subhimalayano, compresa la capitale Shimla. E questa mattina un gruppo di edifici è crollato nel distretto di Kullu, proprio a pochi chilometri da Shimla: nell’incidente non ci sono state vittime, perché l’area era stata evacuata dalle autorità nei giorni scorsi. Un impressionante video dell’agenzia di stampa Pti mostra gli edifici, costruiti sul fianco di una collina, mentre si accartocciano gli uni sugli altri.

Allarme rosso e scuole chiuse in diversi distretti

L’allerta rossa era stata emessa già martedì 22 agosto per alcune zone dei distretti di Bilaspur, Hamirpur, Kullu, Mandi, Shimla, Solan, Sirmaur e Una, visto che le piogge avevano provocato frane nei distretti di Mandi e Hamirpur e sradicato alberi in altre zone. Dopo l’allerta rossa, i vice commissari Aditya Negi (di Shimla) e Arindam Chaudhary (di Mandi) hanno ordinato la chiusura di tutte le scuole e i college nelle loro giurisdizioni, fino al 24 agosto.

Sardar Azmoun alla Roma, il Messi dell’Iran che va contro il regime

Dopo lo stop alla trattativa con l’Atalanta per Duvan Zapata, la Roma punta forte su Sardar Azmoun. Stella del calcio iraniano, il fantasista del Bayer Leverkusen è stato a lungo seguito anche dal Milan. Nel mirino di José Mourinho già ai tempi dello Zenit San Pietroburgo, il “Messi dell’Iran”, come lo chiamano in patria, rappresenta il rinforzo della disperazione per i giallorossi in vista del doppio impegno in Europa e in Serie A, dato che il calciomercato sta per finire e la casella del centravanti da affiancare in rosa al “Gallo” Belotti era ancora vuota. Classe 1995, Azmoun ha fatto parlare di sé non solo in campo, ma anche fuori. Convinto dissidente del regime di Teheran, nel 2022 si espresse in favore delle proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, tanto da attirarsi le antipatie del governo che aveva fatto pressioni sul ct dell’Iran per non convocarlo al Mondiale in Qatar.

Sardar Azmoun, il rapporto complicato con la nazionale già dal 2018

«Sono con voi sorelle, orgoglioso di tutte voi», aveva scritto su Instagram a settembre 2022, dopo lo scoppio delle proteste in Iran. «Lunga vita alle donne». In precedenza, con un altro post però prontamente rimosso – o fatto cancellare – dal profilo, aveva aggiunto: «Essere cacciato dalla nazionale sarebbe solo un piccolo prezzo da pagare in confronto a un solo capello delle donne iraniane. Vergognatevi per aver ucciso le persone così facilmente». Esternazioni che non erano piaciute per nulla al regime di Teheran che aveva intimato al commissario tecnico Carlos Queiroz si lasciare Sardar Azmoun fuori dai convocati per Qatar 2022. Una provocazione però rispedita al mittente, dato che il fuoriclasse di Gonbad è stato poi regolarmente in campo per tutte le partite del girone.

Nel 2022 si schierò in favore delle donne dopo le proteste in Iran, gridando vergogna a Teheran. Chi è Sardar Azmoun, in arrivo alla Roma.
Sardar Azmoun al Mondiale in Qatar 2022 (Getty Images).

Il rapporto fra Sardar Azmoun e il “Team Melli” ha attraversato vari alti e bassi. Soprattutto nel 2018 quando, dopo il Mondiale in Russia, decise di lasciare la nazionale per le troppe critiche ricevute ad appena 23 anni. «Mia madre sta di nuovo male», aveva scritto in un lungo post su Instagram. «Aveva superato una brutta malattia, ma le troppe accuse che abbiamo ricevuto le hanno di nuovo rovinato la salute. Devo fare una scelta e ovviamente vado con la mia famiglia». Eppure nel girone l’Iran arrivò terzo, soltanto un punto sotto il Portogallo, con cui pareggiò 1-1, e la Spagna, contro cui perse di misura per la rete di Diego Costa. Immediato però il suo ripensamento, tanto da accettare la convocazione già per la Coppa d’Asia 2019 e, successivamente, per il Mondiale 2022 in Qatar, dove tornerà il 12 gennaio 2024 per la nuova edizione della Coppa d’Asia.

Dal Rubin Kazan allo Zenit, una carriera trascorsa quasi solo in Russia

Figlio del pallavolista della nazionale iraniana Khalil, pensò di seguirne le orme nel mondo del volley.  Cresciuto nelle giovanili dell’Etka Gordan, passò appena 18enne al Rubin Kazan, in Russia, dove dopo un breve periodo di ambientamento esordì in prima squadra il 27 luglio 2013. Nemmeno 180 minuti e già il primo gol, nella gara di Europa League vinta per 3-0 contro il Molde. Passato al Rostov nel 2015, l’anno seguente debuttò in Champions, segnando persino nella storica vittoria dei russi in casa del Bayern Monaco. In quegli anni provò a prenderlo anche la Lazio, ma l’affare sfumò. Le maggiori soddisfazioni sono però arrivate con la casacca dello Zenit San Pietroburgo, che ha vestito dal febbraio 2019 al gennaio 2022. Nel mezzo tre campionati, una Coppa nazionale e due Supercoppe di Russa. A livello individuale il titolo di capocannoniere nel 2019-20 con 17 centri e quello di miglior giocatore del torneo l’anno successivo. La personalità fuori dal campo non gli manca: alla Roma riuscirà a dimostrare il suo talento calcistico?

Nel 2022 si schierò in favore delle donne dopo le proteste in Iran, gridando vergogna a Teheran. Chi è Sardar Azmoun, in arrivo alla Roma.
Sardar Azmoun ai tempi dello Zenit contro la Juventus (Getty Images).

Morte di Prigozhin, la Wagner ai mercenari: «Non fate nulla di stupido»

Dopo la morte di Yevgeny Prigozhin, che era a bordo di un jet privato abbattuto ieri sera in Russia, la sorte del suo Gruppo Wagner appare quantomai incerta. La milizia potrebbe disciogliersi: è questo lo scenario più probabile. Ma nelle chat di Telegram, dove la rabbia è tanta, c’è chi invoca una seconda “Marcia per la Giustizia” dopo l’ammutinamento di fine giugno. La tensione è altissima e per questo oggi la Wagner ha invitato i suoi mercenari a non fare «nulla di stupido» alla luce della morte del fondatore.

LEGGI ANCHE: La fine di Prigozhin, il metodo Putin e il futuro della Wagner

Morte di Yevgeny Prigozhin a bordo di un jet abbattuto, il Gruppo Wagner ai mercenari: «Non fate nulla di stupido».
L’ultima immagine di Prigozhin, diffusa dal canale Telegram Grey Zone.

Il messaggio su Telegram: «Stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti»

«Fratelli! Al momento stiamo aspettando informazioni dai nostri comandanti. Non saltate alle conclusioni! Ora siamo tutti in preda alle emozioni, ma dobbiamo mantenere il controllo. Non fate nulla di stupido…», si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram del gruppo Wagner.

LEGGI ANCHE: Il giallo del secondo aereo di Prigozhin uguale a quello precipitato

Morte di Yevgeny Prigozhin a bordo di un jet abbattuto, il Gruppo Wagner ai mercenari: «Non fate nulla di stupido».
I rottami del jet privato di Prigozhin (Getty Images).

L’Institute for the Study of War non ha dubbi: abbattimento ordinato da Putin

«Avevo detto che fossi stato in lui avrei fatto attenzione a cosa avevo nel piatto. Ancora non so molto al riguardo, ma non sono sorpreso. Non c’è molto di quello che accade in Russia che non abbia dietro Putin», ha commentato Joe Biden. Da parte sua, la Francia ha espresso «ragionevoli dubbi» sull’incidente aereo costato la vita a Prigozhin (e altre nove persone). Secondo la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock «non si possono “trarre conclusioni affrettate». Per il think tank statunitense Institute for the Study of War «Putin ha quasi certamente ordinato al comando militare russo di abbattere l’aereo di Prigozhin» nel tentativo di riaffermare il suo potere e di punire il fondatore della Wagner per l’ammutinamento del 23 giugno.

Ecco perché Mancini ha salutato l’Italia: pronto un contratto da 90 milioni da ct dell’Arabia Saudita

Roberto Mancini, fresco dimissionario dalla guida tecnica della Nazionale italiana di calcio è pronto ad approdare alla corte degli sceicchi arabi. Nel mirino del tecnico di Jesi ci sono i mondiali 2026 di Stati Uniti e Canada. Non in azzurro però, secondo quanto raccontato da La Gazzetta dello Sport nell’edizione del 24 agosto: l’ex ct sarebbe pronto a diventare la nuova guida dell’Arabia Saudita. Per convincerlo gli arabi hanno messo sul piatto un contratto triennale da 25-30 milioni all’anno, per un totale di 90 milioni. A questo si aggiunge la libertà di poter scegliere il suo staff, portandosi dall’altra parte del mondo i suoi più fedeli collaboratori. Attesi a Riad i membri del team azzurro: Salsano, Lombardo, Nuciari, Battara, Gagliardi, Scanavino e forse Oriali che potrebbe non proseguire il rapporto con la Figc. Più difficile prevedere le mosse di Bollini, su cui il presidente della Federcalcio italiana Gabriele Gravina non vorrebbe cedere. Annunciato l’addio di Andrea Barzagli dal team azzurro: appena arrivato gli è stato chiaro che la situazione fosse cambiata rispetto ai precedenti accordi e così ha deciso di lasciare (per il momento) Coverciano.

Mancini, pronto un contratto faraonico in Arabia Saudita: 90 milioni dopo l'addio all'Italia
Lo Staff tecnico della nazionale italiana di Calcio agli Europei 2021, in foto anche Gianluca Vialli (Getty)

Mancini, da ct dell’Arabia Saudita due obiettivi: Coppa d’Asia e Mondiali 2026 negli Usa

Nelle prossime ore dovrebbe arrivare l’annuncio. Gli obiettivi sono due. Il primo, in ordine cronologico, è la coppa d’Asia il cui paese ospitante è il Qatar. Recente padrone di casa per i primi mondiali invernali. E poi, come detto, il Mondiale di Stati Uniti e Canada del 2026. Momento in cui il calcio saudita ha previsto di tracciare il primo bilancio e capire se la massa di investimenti faraonici ha sortito qualche effetto sul movimento sportivo nazionale. L’obiettivo della federazione araba è quella di poter avere Mancini seduto in panchina già l’8 settembre, quando la nazionale si confronterà con Costa Rica e Corea del Sud.

La nuova vita del tecnico: 183 giorni all’anno in Arabia per sfuggire al fisco italiano

Oltre al metodo d’allenamento che dovrà necessariamente variare, causa clima decisamente meno ospitale, Mancini dovrà intervenire anche sulle sue abitudini di vita. Secondo quanto raccontato da La Gazzetta dello Sport infatti «bisogna risiedere lì almeno 183 giorni all’anno per non pagare le tasse in Italia. Vivere a Riad o Gedda può non essere semplice per chi è abituato al mondo occidentale, oltre al caldo insopportabile per parecchi mesi all’anno. Mancini e i suoi dovrebbero vivere in un centro dotato di tutte le comodità. Gli allenamenti solo la sera per sfuggire al sole e alle temperature caldissime».

Blitz a sorpresa della Roma per l’iraniano Azmoun, trattativa verso la chiusura

Ancora a secco di attaccanti, col solo Andrea Belotti davanti (autore comunque di una doppietta alla prima giornata contro la Salernitana), la Roma si sta avvicinando a qualcosa di simile alla disperazione in queste ultime fasi di calciomercato. Dopo lo stop della trattativa per Zapata con l’Atalanta, e con la pista Lukaku che è suggestiva ma poco fattibile, il ds giallorosso Tiago Pinto si è reso protagonista di un blitz notturno per Sardar Azmoun. L’attaccante iraniano del Bayer Leverkusen dovrebbe arrivare a breve, visto che l’operazione è vicina alla chiusura.

Il “Messi dell’Iran” è sempre piaciuto a Mourinho

I due club stanno definendo l’operazione (compresa la formula dell’acquisto) che potrebbe sbloccarsi già nella giornata del 24 agosto, ma Azmoun, detto anche il Messi dell’Iran, è un profilo che la società giallorossa seguiva già dal primo anno di Mourinho. All’epoca l’attaccante iraniano era allo Zenit e le richieste del club russo furono troppo elevate per prenderlo, così i giallorossi virarono su Shomurodov. Oggi, invece, la trattativa sembra poter finire diversamente.

Powered by WordPress and MasterTemplate