He Jiankui ci riprova. Dopo aver scontato tre anni di carcere per pratiche illegali, il genetista cinese classe 1984 torna con una nuova e controversa proposta. Nel 2018 utilizzò l’editing genetico per modificare il Dna di embrioni umani prima che fossero impiantati in un grembo materno nella speranza di creare l’immunità all’Hiv. Ora ritiene di poter dare vita a una protezione contro l’Alzheimer grazie a ovuli fecondati ed embrioni di topo. Questa volta però intende chiedere il permesso al governo e l’approvazione etica prima di procedere con la sperimentazione. Immediata la reazione della comunità scientifica che, come riporta la Cnn, ha definito il progetto una trovata pubblicitaria folle che non può in alcun modo ottenere il via libera. Si teme anche perdita di credibilità per l’intero settore.
I am proposing a research project "Human embryo gene editing to protect against Alzheimer’s disease" pic.twitter.com/hCn02eNsGQ
— Jiankui He (@Jiankui_He) June 29, 2023
Editing genetico, perché He Jiankui è stato condannato a tre anni di carcere
Il nome di He Jiankui è ben noto a chi segue la ricerca sull’editing genetico. Nato a Loudi, nella contea di Xihua, ha studiato fisica in patria prima di specializzarsi negli Usa in sequenziamento del genoma. Tornato in Cina, nel 2012 proseguì la sua ricerca sul Dna con il sistema Crispr-Cas9, tecnica che prevede l’impiego di una proteina in grado di tagliare il genoma di un soggetto ed effettuare speciali modifiche, eliminando o sostituendo alcune sequenze. Nel 2018, durante una conferenza a Hong Kong annunciò di aver effettuato un test su due embrioni con l’obiettivo di renderli immuni all’Hiv ed evitare che lo potessero ereditare da genitore sieropositivo. Non contento, successivamente li impiantò in un grembo materno, portando alla nascita di due gemelline.
In molti si dissero scioccati per un test potenzialmente rischioso in circostanze prive di urgenza medica. Il sistema Crispr-Cas9 può causare infatti mutazioni indesiderate, danni genetici imprevedibili sul soggetto e persino sulla sua discendenza. Poco dopo si diffuse la notizia di un terzo bambino nato a seguito di un medesimo test. Le scuse non bastarono a evitargli l’arresto e la condanna nel 2019 a tre anni di reclusione per pratiche illegali e pericolose. Nel 2022 è tornato in libertà e, in un’intervista al Guardian, ha solo detto di «aver agito troppo frettolosamente» nel portare avanti la procedura.
La reazione degli scienziati alla nuova proposta: «Follia pubblicitaria»
Seppur licenziato dall’Università di Shenzhen, He intende sfruttare la legge cinese a suo vantaggio. «Quando un soggetto ha scontato la pena, ricomincia con pieni diritti», ha ricordato. «Quello che facciamo oggi conta più del nostro passato». In attesa di capire se la Cina approverà o meno il nuovo progetto di editing genetico, numerosi scienziati hanno espresso parere negativo. «È, senza usare mezzi termini, una follia», ha spiegato alla Cnn Peter Droge, docente di biochimica alla Nanyang Technological University di Singapore. «Fondamentalmente vuole modificare la specie umana, è incredibile che si faccia di nuovo avanti». Gli ha fatto eco Joy Zhang, ricercatrice nell’Università del Kent, che ha parlato di «trovata pubblicitaria cui prestare molta attenzione». Il rischio, secondo la dottoressa, è di fuorviare la conoscenza dei cittadini e far perdere loro fiducia nella scienza e nella ricerca.