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Twitter, i limiti di Musk ai post e la trasformazione in un social elitario
«Limite di frequenza superato. Aspetta qualche minuto e prova di nuovo». È il messaggio che diversi utenti di Twitter hanno improvvisamente iniziato a ritrovare sul proprio feed di notizie. Dalle 19 del primo luglio, Elon Musk ha infatti annunciato nuove azioni sulla sua piattaforma per contrastare il data scraping, cioè la raccolta di dati automatica sulle pagine web, e una non meglio specificata «manipolazione del sistema». La società ha deciso di imporre dei limiti temporanei alla visualizzazione dei tweet da parte degli utenti, diversificando il taglio fra quelli con spunta blu, e dunque paganti, e tutti gli altri. Cambiando però, a distanza di poche ore, le carte in tavola. Impossibile inoltre vedere i contenuti se non in possesso di un account. In attesa di capire quanto durerà, il blocco alimenta sempre più le voci di instabilità e malfunzionamenti della piattaforma. Senza dimenticare un interrogativo di fondo che preoccupa gli utenti: Twitter sta diventando progressivamente un social elitario, dove presto solo chi paga potrà utilizzarlo?
Elon Musk ha cambiato tre volte i limiti su Twitter in poche ore
Il primo tweet di Elon Musk è giunto quando già milioni di utenti non riuscivano a caricare nuovi tweet e pubblicarne di nuovi senza motivo apparente. Inizialmente, Twitter aveva deciso di concedere 6 mila post giornalieri agli account verificati tramite il sistema di abbonamento, 600 a quelli non verificati e soltanto 300 per le nuove iscrizioni. Nemmeno due ore dopo, con un nuovo post, il magnate ha alzato tutti i limiti rispettivamente a 8 mila, 800 e 400. Salvo poi ripensarci per la terza volta, allentando la presa e aprendo alla visualizzazione di 10 mila, mille e 500 contenuti ogni 24 ore. Poi, improvvisamente, il nulla. Musk ha infatti iniziato a commentare meme, condividere battute e prendere in giro i suoi stessi utenti. «In un altro esercizio di ironia, questo post ha superato il record di visualizzazioni», ha scritto in riferimento al primo tweet sulle limitazioni.
Rate limits increasing soon to 8000 for verified, 800 for unverified & 400 for new unverified https://t.co/fuRcJLifTn
— Elon Musk (@elonmusk) July 1, 2023
Seppur annunciati come temporanei, la stretta alla visualizzazione dei post su Twitter è ancora attiva a tempo indeterminato. Né Elon Musk, che ha preferito concentrare la sua attività social sulle auto di Tesla, né i portavoce della piattaforma hanno fornito dettagli sulla durata dell’operazione che, secondo i media statunitensi, avrebbe tutt’altro scopo. Obiettivo principale sarebbe infatti spingere quanti più user possibili alla versione a pagamento, aumentando gli introiti e migliorando le condizioni economiche dell’azienda. Il New York Times ha infatti riportato, fra aprile e maggio 2023, un calo del 59 per cento nei ricavi provenienti dalla pubblicità rispetto allo stesso periodo nel 2022. Immediate le proteste sia fra gli utenti paganti sia fra quelli privo di spunta blu, che hanno pubblicato lo screenshot del messaggio di blocco con insulti e critiche.
Dal sondaggio online alle accuse a San Francisco, le polemiche recenti
Sin dall’acquisto di Twitter, Elon Musk ha sempre fatto discutere per la sua controversa gestione. I tanti attacchi lo avevano spinto, a dicembre 2022, a lanciare un sondaggio sul social per capire se dovesse dimettersi dalla carica di Ceo. Bocciato dal 57,5 per cento dei votanti, ha quindi deciso di fare un passo indietro, lasciando dal 5 giugno la posizione a Linda Yaccarino. Sempre a dicembre, Musk aveva deciso di bloccare temporaneamente gli account dei giornalisti che tracciavano la rotta dei jet privati, tra cui naturalmente il suo. «Mettere a rischio la sicurezza mia e della mia famiglia non è accettabile», si era giustificato su Twitter, senza però riuscire a evitare la reazione dei media. Persino l’Unione europea era intervenuta, minacciando importanti reazioni in caso di ulteriore inasprimento delle misure contro i reporter.
Sotto accusa anche la gestione del personale. Stando agli ultimi dati, Elon Musk avrebbe licenziato oltre 6 mila dipendenti in sei mesi, per una media approssimativa di 40 al giorno. Un’operazione che il magnate aveva definito alla Bbc «dolorosa ma necessaria». L’ultima polemica infine riguarda le sue dichiarazioni su San Francisco, città che tra l’altro ospita il quartier generale di Twitter. «È pericolosa e spettrale», ha scritto il magnate, parlando di un eccellente set per la serie post-apocalittica The Walking Dead. «È facile twittare, ma non lo è il duro lavoro per affrontare i problemi», ha risposto Dean Preston, componente del Board of Supervisors cittadino, al Wall Street Journal.
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