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Zaporizhzhia, ipotesi esplosione nucleare controllata: cosa significa e i rischi
La centrale di Zaporizhzhia, il più grande impianto atomico d’Europa che con i suoi sei reattori soddisfaceva, prima della guerra, metà del fabbisogno elettrico dell’intera Ucraina, è tornata al centro della guerra. Secondo Kyiv, Mosca sarebbe infatti tecnicamente pronta a provocare un’esplosione nucleare controllata nell’impianto. «Gli occupanti russi stanno usando la centrale nucleare per ricattare il mondo intero», ha detto Dmytro Orlov, il sindaco di Enerhodar, la cittadina occupata dai russi in cui si trova la centrale.
Secondo i servizi segreti russi, un centinaio di specialisti ha lasciato l’impianto
Secondo quanto hanno reso noto i servizi di intelligence ucraini, i russi hanno ridotto la loro presenza nella centrale occupata. Orlov ha dichiarato che alcuni dipendenti (costretti a collaborare con i russi) e personale dell’agenzia russa Rosatom, per un totale di 100 specialisti, hanno già lasciato Enerhodar. Sono 6 mila invece i lavoratori dell’impianto che, pur trovandosi in città, non sono autorizzati a lavorare nell’impianto a meno che non firmino un contratto con Rosatom, ha aggiunto il sindaco.
L’allarme del sindaco di Enerhodar: in caso di esplosione non ci sono rifugi
Orlov ha lanciato l’allarme: in caso di un’esplosione nella centrale, a Enerhodar non ci sarebbero rifugi per la popolazione. Sulla stessa linea Volodymyr Zelensky che aveva parlato di «seria minaccia»: «Lo comunichiamo molto chiaramente», aveva detto il presidente ucraino. «Stiamo discutendo di tutto questo con i nostri partner in modo che tutti capiscano perché la Russia lo sta facendo e faccia pressione politicamente sulla Federazione in modo che non pensi nemmeno a una cosa del genere».
Il governo ucraino: «Abbiamo preso in considerazione lo scenario peggiore»
Energoatom, l’azienda statale ucraina per l’energia atomica, ha fatto sapere che sull’altra sponda del fiume Dnipro si stanno svolgendo esercitazioni su larga scala per preparare il Paese a un possibile incidente nucleare. «Abbiamo preso in considerazione lo scenario peggiore, che implicherebbe lo sgombero di un’area dal raggio di 50 chilometri», ha dichiarato il viceministro all’Energia, Yurii Vlasenko. La centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita più volte, soprattutto nella fase iniziale della guerra, ma il reattore ancora in funzione non ha mai riportato danni.
Perché l’espressione ‘esplosione nucleare controllata’ è in ogni caso fuorviante
La stessa espressione ‘esplosione nucleare controllata’ è fuorviante. Innanzitutto, qualunque reazione nucleare all’interno di un reattore civile è per definizione controllata. Inoltre, pur prendendo ogni precauzione non ci sarebbe modo di limitare le eventuali perdite di radioattività sotto forma di nube. Anzi, visto che le condizioni meteorologiche sono prevedibili solo parzialmente, la stessa Russia potrebbe essere raggiunta dalle radiazioni.
Zaporizhzhia, la Nato ha in vigore dei piani per reagire a un incidente nucleare
Per far fronte a un simile scenario, la Nato «ha in vigore dei piani» benché «non specifici su Zaporizhzhia», ha detto il vicecapo di stato maggiore operativo del Comando supremo delle potenze alleate in Europa Matthew Van Wagenen. «All’inizio del conflitto abbiamo avuto una buona azione di intelligence circa l’ammassamento delle truppe russe e sono fiducioso che saremmo in grado di anticipare le azioni di Mosca a Zaporizhzhia reagendo in tempo utile», ha detto il presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer.
L’Aiea ha effettuato controlli e non ha rilevato la presenza di esplosivi
Da parte sua l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha riferito di aver effettuato controlli sull’impianto, ma di non aver rilevato la presenza di esplosivi. È altamente improbabile che i russi provochino un’esplosione localizzata a Zaporizhzhia: il rischio sarebbe una nuova Chernobyl. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev su Telegram ha parlato di «apocalisse nucleare non solo possibile, ma anche probabile», riferendosi però all’uso di armi atomiche e non all’esplosione di un impianto.