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Le reazioni dopo il caso Giuli-Sgarbi al Maxxi: «Basta a turpiloquio e sessismo»
All’indomani del casus belli che ha messo il Maxxi nell’occhio del ciclone, arrivano le prime reazioni. Dopo che il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, intervistato da Morgan durante un seminario al Museo nazionale delle arti del XXI secolo il 22 giugno, si è lasciato andare a battute definite sessiste e fuori luogo, non sono mancati critiche e commenti: dalla “pezza a colori” del presidente Maxxi, Alessandro Giuli, alle parole del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, fino alla scrittrice Cristina Comencini che, come reazione alle parole di Sgarbi, ha deciso di non presentare più il suo libro al Maxxi.
Giuli costretto a fare mea culpa al Tg1
Il museo delle arti del XXI secolo a Roma è diventato scenario di una querelle, che ha interessato in prima persona il presidente del Maxxi Alessandro Giuli. Intervistato dal Tg1 sulle uscite di Sgabri, non ha avuto alcuna esitazione nel chiedere scusa: «Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con i quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio. Quindi sono scuse che il Maxxi fa a se stesso innanzitutto e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario». E ancora: «Tutto nasceva con presupposti diversi, doveva essere un libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario. Durante la circostanza, la discussione ha preso una piega diversa di fronte alla quale io, per quanto possibile, ho cercato di contenere gli esiti di quel possibile disagio che poi ne è nato».
— alessandro giuli (@a_g_giuli) July 2, 2023
Sangiuliano prende le distanze dal «turpiloquio»
Anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha preso le distanze da Sgarbi, giudicando volgari e sessiste le parole pronunciate nel museo di arte contemporanea. «Ho scritto una lettera al presidente del Maxxi Giuli per avere chiarimenti, anche se lo conosco e penso che anche lui sia categoricamente distante da forme di sessismo e volgarità». E, di fatto, Giuli ha sottoscritto le parole del ministro: «In questo momento io mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni del ministro Sangiuliano. E cioè: il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi, a posteriori, non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’Estate al Maxxi».
Comencini: «Non presenterò il mio libro al Maxxi»
La regista e scrittrice Cristina Comencini avrebbe dovuto presentare il 4 luglio il suo libro «Flashback» al Maxxi. Tuttavia, come ha dichiarato a Repubblica, ha ammesso che non lo farà: «Non me la sento più dopo aver sentito un sottosegretario alla Cultura parlare in quel modo delle donne. La prima cosa che ho pensato è che stavano parlando dentro un museo progettato dall’architetta di origini irachene Zaha Hadid. Banalizzavano in quel modo le donne proprio dentro un luogo creato da un genio femminile: non ci poteva essere scarto maggiore». E ancora: «I protagonisti di quel video erano lì in una veste istituzionale, non erano tre amici al bar: quel sottosegretario e quel direttore rappresentano quindi anche me. E le donne rappresentano il 50 per cento dell’umanità, non è che ci sono più opzioni per parlarne, l’unica lingua, in quel luogo, non può che essere quella del rispetto». La scrittrice ha poi espresso la sua solidarietà alle dipendenti del Maxxi che si sono ribellate. E ha aggiunto: «È stata commessa un’offesa non solo alle donne, ma anche alla cultura e alle istituzioni italiane. È triplice».
La frecciata di Amadeus: «Gli idioti vogliono sempre parlare»
Anche Amadeus ha detto la sua. Sul suo profilo Instagram il conduttore Rai ha scritto, senza giri di parole: «In silenzio anche un idiota può sembrare una persona intelligente. Sfortunatamente gli idioti vogliono sempre parlare». Sgarbi e Morgan, infatti, durante il loro colloquio hanno anche commentato il ruolo di Amadeus nella conduzione di Sanremo: «È possibile che di Sanremo debba occuparsene Amadeus? Potrà fare il presentatore, ma non deve scegliere le canzoni, che roba è?», ha detto il sottosegretario. E Morgan: «Credo sia antidemocratico far firmare per cinque anni a uno la direzione di Sanremo… non dico perché lui non se ne intende di musica, perché questo è un dato di fatto e sarebbe una cosa da non fargli firmare nemmeno per un anno… ma cinque!».