Daily Archives: 14 Settembre 2023

Sbarchi record a Lampedusa: il flop dell’accordo Ue-Tunisia sui migranti

Per Matteo Salvini quello in corso è un «atto di guerra». Parole discutibili, anche se è certo che Lampedusa è al collasso, dopo gli sbarchi in serie degli ultimi giorni: l’hotspot ha raggiunto le 7 mila presenze, circa 10 volte il numero massimo di ospiti consentiti. Le immagini degli scontri tra migranti e polizia di mercoledì sera parlano da sole. La seconda certezza è che il controverso accordo con la Tunisia siglato a luglio dall’Ue, che prevede il sostegno economico di Bruxelles in cambio del controllo delle frontiere, è già un flop.

Lampedusa al collasso dopo gli sbarchi record: l'accordo Ue-Tunisia sui migranti siglato a luglio a Cartagine è già un flop. Ecco perché.
Richiedenti asilo accampati a Lampedusa (Getty Images).

Nei due mesi successivi al patto di Tunisi gli arrivi sono stati 31 mila

Giorgia Meloni ha smesso di parlare di blocco navale nel 2020. Ma la promessa di contenere i flussi è rimasta e ha contribuito, indubbiamente, al trionfo elettorale che l’ha portata a Palazzo Chigi. Peccato che non sia stata mantenuta: i migranti sbarcati in Italia nel 2023, stando ai dati di metà agosto, sfioravano le 100 mila unità, il triplo di quelli sbarcati nello stesso periodo nel 2021 e il doppio di quelli del 2022. Nei 60 giorni successivi al patto di Tunisi gli arrivi sono stati 31 mila e la situazione può «perfino peggiorare» nei prossimi mesi, come ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Da qui a ottobre sono previsti altrettanti arrivi sulle coste italiane.

Il Memorandum d’intesa è stato firmato a metà luglio, ma dall’Ue i soldi non arrivano

Il Memorandum d’intesa per la partnership strategica e globale fra Unione europea e Tunisia, firmato a metà luglio a Cartagine dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, dalla presidente del Consiglio Meloni, dal premier dei Paesi Bassi Mark Rutte e dal presidente tunisino Kais Saied, prevede l’esborso immediato di 150 milioni di euro a supporto del budget del Paese nordafricano e 105 milioni per la gestione delle frontiere. L’accordo ha sollevato forti critiche, in quanto stipulato dall’Ue con un Paese responsabile di sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti subsahariani. Fatto sta che a Tunisi non stanno arrivando i soldi promessi e, nel frattempo, in Italia è arrivato il 60 per cento in più di migranti rispetto a quelli sbarcati nei due mesi precedenti alla firma del patto (19 mila).

Lampedusa al collasso dopo gli sbarchi record: l'accordo Ue-Tunisia sui migranti siglato a luglio a Cartagine è già un flop. Ecco perché.
Kais Saied, presidente della Tunisia (Getty Images).

Secondo il governo italiano l’intensificarsi degli sbarchi non è casuale

La maggior parte dei migranti è arrivata su barchini partiti da Sfax, “sfuggiti” al controllo della Guardia costiera tunisina. Ma 112 imbarcazioni con oltre 5 mila migranti a bordo che partono nello stesso momento sono una coincidenza perlomeno sospetta. Di qui i dubbi del governo italiano: si teme che dietro l’intensificarsi di partenze e sbarchi ci sia una regia più alta. Per questo l’intelligence italiana è al lavoro. Mentre da Lampedusa è già ricominciata la distribuzione di migranti al Centro-Nord, Meloni prova a correre ai ripari: come scrive Repubblica l’idea è utilizzare navi e aerei della Marina per intercettare eventuali navi-madri, prima che mettano in mare sciami di barchini al confine con le acque italiane. Tutto questo mentre l’Italia ha incassato da Germania e Francia lo stop ai richiedenti asilo. «Me lo aspettavo. I ricollocamenti sono però secondari, sono state pochissime le persone ricollocate, la questione è fermare i movimenti primari», ha detto Meloni ospite di Bruno Vespa su Rai 1. D’altra parte, con l’inchiostro della firma ancora fresco, Tunisi aveva precisato di non aver intenzione di fungere da «centro di accoglienza» per i rimpatri di migranti sub-sahariani dall’Italia o da qualsiasi altro Paese in Europa, dicendosi disposta a riaccogliere solamente i tunisini che hanno fatto ingresso irregolare nell’Ue.

Lampedusa al collasso dopo gli sbarchi record: l'accordo Ue-Tunisia sui migranti siglato a luglio a Cartagine è già un flop. Ecco perché.
Un barchino di migranti diretto verso Lampedusa (Imagoeconomica).

Tajani: «Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme»

Alla povertà generalizzata del continente e all’instabilità della regione subsahariana si sono aggiunti negli ultimi giorni il terremoto in Marocco e l’inondazione in Libia. La situazione, in ottica migranti e ospitalità – Tajani dixit – è quindi destinata a peggiorare. «O prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel», ha detto il ministro degli Esteri al Corriere della Sera, spiegando di aver fatto convocare gli ambasciatori di Guinea e Costa d’Avorio e di essere in continuo contatto con gli omologhi di Algeria e Tunisia: «Ho chiesto che ci sia un criterio più rigido per frenare le partenze, per accettare i rimpatri».

Lampedusa al collasso dopo gli sbarchi record: l'accordo Ue-Tunisia sui migranti siglato a luglio a Cartagine è già un flop. Ecco perché.
Migranti appena sbarcati sull’isola di Lampedusa (Getty Images).

La Tunisia intanto nega l’ingresso a una delegazione di eurodeputati

Che l’accordo stretto dall’Ue con Saied sia nei fatti saltato lo dimostra la decisione di Tunisi di vietare l’ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati della commissione Affari esteri. Guidata da Michael Gahler, Dietmar Koster, Salima Jenbou, Mounir Satouri, Emmanuel Maurel avrebbe dovuto incontrare membri della società civile, sindacati ed esponenti dell’opposizione politica a Saied. La missione sarebbe dovuta durare due giorni. Ma non è nemmeno iniziata, mentre in Italia gli sbarchi continuano.

 

Milano, scoppia una caldaia in una scuola primaria: 265 evacuati

I vigili del fuoco sono intervenuti in una scuola di via degli Anemoni a Milano per lo scoppio di una caldaia intorno alle 9.30 di giovedì 14 settembre 2023. Nessun ferito in seguito all’esplosione, ma circa 240 bambini, oltre a 25 persone tra docenti e personale scolastico, sono stati fatti evacuare.

L’incendio è stato spento e l’edificio messo in sicurezza

Secondo quanto appreso, nel locale che ospita le tre caldaie presenti nella struttura erano in corso lavori di manutenzione in vista della riaccensione dell’inverno. Gli operatori del distaccamento di via Sardegna ha subito provveduto a spegnere l’incendio e a mettere in sicurezza l’edificio. Gli studenti non hanno fatto più rientro in classe per via degli ulteriori controlli ancora in atto. «Più un botto che altro, al punto che lo stesso tecnico che stava lavorando è salito autonomamente dal locale caldaie ed è illeso», ha riferito al Corriere della Sera il dirigente scolastico della Scuola dei Narcisi che conta quattro diversi plessi nel quartiere. Non è stato necessario l’intervento dei sanitari del 118.

Salman Rushdie negli Usa: «I Repubblicani minano i valori democratici»

«Ci troviamo di fronte a un altro vecchio nemico, l’autoritarismo». Lo scrittore Salman Rushdie, intervenuto in un convegno a Philadelphia, ha parlato dei pericoli per la libertà di parola negli Usa e nel mondo. «Se me l’avessero chiesto 10 o 20 anni fa, avrei indicato l’estremismo religioso», ha proseguito l’autore del libro I versi satanici. «Penso che ora però il problema sia principalmente politico, c’è un reale aumento globale della demagogia populista autoritaria». Come riportato dal Guardian, Rushdie ha poi puntato il dito contro il Partito repubblicano di Donald Trump, che a suo avviso sta cercando di «minare i valori democratici degli Stati Uniti d’America». La stessa ascesa del tycoon, così come la Brexit nel Regno Unito, sarebbe il risultato di un falso mito dell’età dell’oro, impossibile da raggiungere.

Salman Rushdie contro i Repubblicani sulla libertà di parola negli Usa

Rushdie ha parlato mercoledì 13 settembre al National Constitution Center, durante un forum dedicato alla libertà di espressione. «Il problema principale è che essenzialmente esiste un solo grande partito politico che sembra credere nei valori democratici», ha spiegato lo scrittore. «Mentre l’altro sembra fare tutto il possibile per indebolirli». A sostegno della sua affermazione, ha riportato il caso delle presidenziali Usa 2020, ricordando come molti elettori repubblicani si sentano derubati della vittoria. «Ogni volta che ne parla, una grande maggioranza di loro crede che Trump abbia vinto e che il risultato sia frutto di brogli», ha proseguito Rushdie. «Se l’assalto alla verità ha raggiunto quel livello di successo, allora siamo nei guai».

Salman Rushdie a un convegno negli Usa: «L’autoritarismo è il più grande nemico della libertà di parola». E punta il dito contro Trump.
Lo scrittore Salman Rushdie in un convegno negli Usa (Getty Images).

Nel corso del suo intervento, Salman Rushdie ha parlato anche dell’ascesa di Donald Trump. «Make America Great Again», ha ricordato lo scrittore, citando il motto del tycoon. «Mi sono sempre chiesto, qual è esattamente la grandezza statunitense cui dobbiamo ritornare? Era prima che le donne ottenessero il diritto di voto? Prima del movimento per i diritti civili? Oppure quando c’era la schiavitù?». Rushdie ha quindi parlato di un falso mito dell’età dell’oro, cui la gente aspira senza conoscere davvero la storia. «Non è mai esistita», ha ricordato Rushdie. «È stata sempre usata per giustificare le azioni del presente. Lo stesso è successo al Regno Unito con la Brexit, dove si pensava che sbarazzandosi degli stranieri si poteva tornare al passato glorioso. Si sono dimenticati di ricordare come la prosperità di oggi sia frutto di 200 anni di saccheggi nel mondo».

Piazza Venezia, smottamento nel cantiere della metro C: blocchi e rallentamenti

Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2023 uno smottamento avvenuto in Piazza Venezia a Roma, in uno dei cantieri della Metro C, ha creato non pochi disagi alla viabilità oltre che grossi problemi alla parte carrabile della piazza, con importanti ripercussioni in tutto il centro storico congestionato da lunghe code di mezzi in attesa e intasamenti.

Mezzi deviati sul Lungotevere

Per cercare di risolvere il problema, i vigili urbani si sono trovati costretti a deviare il traffico verso il Lungotevere. Ma, nonostante i loro sforzi, l’interruzione ha continuato a provocare blocchi e rallentamenti sulla carreggiata. Roma Capitale si è nel frattempo attivata con svariate pattuglie della polizia locale per cercare di gestire le criticità alla circolazione. Operai e rinforzi delle imprese locali sono attive sul posto per tentare di far tornare alla normalità la situazione nel minor tempo possibile. Le autorità locali sono intanto impegnate nella ricostruzione di quanto accaduto: sono infatti ancora da chiarire le cause dello scivolamento del terreno e le possibili conseguenze per il proseguimento dei lavori.

Nuove scosse di terremoto in Marocco a sud di Marrakech

Il Marocco continua a tremare. La mattina del 14 settembre sono state registrate nuove scosse di terremoto sulla catena dell’Atlante a sud di Marrakesh. La prima e più alta è stata di magnitudo 4.6. Al momento non ci sono aggiornamenti su danni e feriti. È stata avvertita a 80 chilometri a sud-ovest della città, nelle stesse zone devastate dal sisma di magnitudo 6.8 che ha colpito il Paese nordafricano nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 settembre. Secondo l’European Mediterranean Seismological Centre (Emsc) la prima scossa si è verificata alle 6.53 di giovedì, ora locale (le 7.53 in Italia) e ha avuto un ipocentro di 10 chilometri. La seconda, invece, di magnitudo 3.0, si è registrata un’ora dopo alle 9.16 ora locale (le 10.16 italiane), a 56 km da Marrakesh.

Il bilancio provvisorio del terremoto della scorsa settimana sale a 2901 vittime e 5.530 feriti

Il bilancio, ancora provvisorio, del sisma di venerdì scorso è salito a 2901 morti e 5.530 feriti. Lo ha reso noto il ministero degli Interni marocchino. I decessi hanno raggiunto quota 1.643 nella provincia di Al Haouz, l’area a più colpita, mentre non sono stati registrati nuovi decessi nelle restanti prefetture e province interessate.

Previsioni meteo, forti temporali al Centro-Nord: temperature in calo

Forti temporali e un calo delle temperature fino a sabato 16 settembre 2023 al Centro-Nord, poi torna il caldo con picchi anche di 38 gradi, specie in Sardegna. È quanto ha annunciato Andrea Garbinato, responsabile della redazione del sito www.iLMeteo.it.

Acquazzoni diffusi e temperature in calo, ma l’estate non è finita

Nel dettaglio, giovedì 14 settembre si avranno ancora acquazzoni sparsi al Nord con un’intensificazione dei fenomeni nella seconda parte della giornata. Le temperature massime localmente in Pianura Padana si porteranno anche sotto i 25 gradi. Qualche acquazzone bagnerà anche la Toscana, l’Umbria e le Marche e anche su queste regioni si avvertirà un leggero calo termico. Solo al Sud il termometro segnerà ancora i 35 gradi, in particolare in Sicilia. Venerdì 15 settembre il copione sarà simile, con temporali al Nord e qualche acquazzone anche al Centro, accompagnato comunque da ampie schiarite. Il caldo del Sud si estenderà di nuovo verso la Puglia con 33-34 gradi, mentre a Torino e Milano non si andrà oltre i 23-25 gradi. Sabato 16 sarà quasi autunnale, con massime sui 20 gradi al Nord, nuvoloni e piogge a tratti persistenti su Liguria, Appennino settentrionale e dal pomeriggio anche su Emilia-Romagna, Triveneto e Toscana. Infine, domenica 17 la risalita di aria molto calda dalla Tunisia porterà il sole ovunque con la colonnina di mercurio a 33 gradi a Terni, 34 a Benevento e 38 a Oristano per citare alcune delle città più calde (ma anche quasi 30 gradi a Milano).

Le previsioni in dettaglio

Nel dettaglio:

  • Giovedì 14. Al Nord: tempo molto instabile con piogge, peggiora ulteriormente in serata e nottata. Al Centro: nuvolosità irregolare, rovesci su Toscana, Umbria, Marche, Sardegna orientale. Al Sud: sempre bel tempo e caldo.
  • Venerdì 15. Al Nord: rovesci sparsi. Al Centro: nuvolosità irregolare, qualche rovescio non escluso. Al Sud: sempre bel tempo e caldo.
  • Sabato 16. Al Nord: temporali e piogge al Nord-Ovest. Al Centro: piogge in Toscana, Umbria e alte Marche e Sardegna settentrionale. Al Sud: bel tempo e caldo.

Emergenza a Lampedusa, momenti di tensione tra migranti e agenti

Momenti di tensione al porto di Lampedusa, dove agenti della Guardia di finanza fin dalla sera di mercoledì 13 settembre hanno provato a contenere centinaia di migranti che hanno chiesto di lasciare il molo. Disordini che arrivano dopo i numeri record registrati nel corso dell’intera giornata. Gli agenti hanno effettuato anche una carica di alleggerimento sui migranti che tentavano di sfondare il cordone. Caos e disordine si sono verificati anche all’hotspot dell’isola, dove ci sono 6.762 migranti. Nell’esatto momento in cui la Croce Rossa ha aperto le linee per la distruzione del cibo, centinaia di persone si sono accalcate per arrivare prima ai sacchetti contenenti il cibo e la bottiglietta d’acqua temendo non fossero sufficienti. La polizia ha bloccato volontari e operatori della Croce Rossa per evitare che la situazione degenerasse, mettendoli in sicurezza. Subito dopo avere spiegato che c’era da mangiare per tutti, la distribuzione dei pasti è tornata regolare e senza alcun disordine.

Meloni: «Sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi»

Sul difficile momento che sta attraversando l’isola è intervenuta la premier Giorgia Meloni, spiegando che «la questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete». Meloni nel corso di Cinque minuti, in onda mercoledì sera su Rai1 ha risposto a una domanda a proposito della decisione della Germania di interrompere il processo di accoglienza dei migranti dall’Italia. Un portavoce tedesco ha chiarito che la decisione potrebbe essere ridiscussa se si tornasse agli accordi di Dublino, in cui però l’Italia dovrebbe riaccogliere alcuni migranti dopo il loro sbarco e la fuga in altri Paesi. Don Carmelo Rizzo, parroco dell’isola, è intervenuto rilasciando un’intervista al portale Stranierinitalia.it. Il parrocchiano ha descritto così la situazione: «Tragica, drammatica, apocalittica. A Lampedusa non si smaltisce nemmeno la spazzatura, l’acqua per l’isola arriva dalla terraferma. La Croce Rossa ha scorte, ma se arrivano in 3.400 al giorno, tra di loro litigano anche per l’acqua. Siamo tutti in allerta e anche il vescovo è costernato».

Liam Payne, ricoverato d’urgenza in Italia: malore in vacanza per l’ex One Direction

L’ex membro degli One Direction Liam Payne, come riportato dal The Sun è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale italiano mentre si trovava in vacanza sul lago di Como con la fidanzata Kate Cassidy.

Liam Payne ricoverato in ospedale in Italia

Il magazine britannico riferisce che il Liam è stato portato in ospedale in ambulanza, a causa di forti dolori ai reni. In un primo momento il cantante di Strip that down sarebbe finito al Pronto Soccorso, ma successivamente si sarebbe reso necessario un ricovero. Payne, almeno per il momento, non ha avuto occasione di parlare con i fan via social di quello che gli è accaduto. Tutte le informazioni relative al suo attuale stato di salute sono state riportate dai media britannici, che scrivono: «Liam non se la sta passando bene, ma ora finalmente i dottori potranno andare a fondo del problema e capire cosa sta succedendo». Nessun ulteriore dettaglio, inoltre, è stato riportato in riferimento alla struttura ospedaliera comasca che ha preso in carico il caso del cantante. L’unica certezza, per ora, è che l’artista dovrà rimanere ancora a lungo sotto osservazione. Il The Sun, a proposito, ha precisato: «I dottori lo hanno avvisato che non potrà lasciare l’ospedale almeno per i prossimi sei giorni. Vogliono fare tutti i test possibili per capire il problema e ora sospettano l’esistenza di un problema non identificato in precedenza che si sarebbe aggravato negli ultimi giorni».

Il cantante costretto a posticipare il tour in Sud America

Proprio pochi giorni prima, il cantante si era trovato costretto ad annunciare il posticipo delle imminenti date del suo tour in Sud America. In un video pubblicato sui social, aveva infatti anticipato di avere dei problemi ai reni che gli avrebbero impedito di salire sul palco fintanto che i dolori non fossero passati.

Cene, murales e cimeli: l’asta delle star per aiutare i lavoratori di Hollywood

Prosegue senza sosta lo sciopero di attori e sceneggiatori di Hollywood, che paralizza da maggio il mondo del cinema e delle serie tivù. Con migliaia di lavoratori dello spettacolo in difficoltà, le celebrità sono scese in campo per dare una mano attraverso donazioni e sovvenzioni. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati il regista Steven Spielberg e la moglie Kate Capshaw, che hanno devoluto 1,5 milioni di dollari (1,3 milioni di euro). In parallelo, invece, altre star hanno deciso di organizzare un’asta online in cui donare il proprio tempo, la loro arte e vari pacchetti esperienza ai fan, devolvendo l’intero ricavato ai professionisti in difficoltà. È possibile, per esempio, cenare con Bob Odenkirk, l’avvocato Saul Goodman di Better Call Saul, oppure affidare il proprio cane per una passeggiata ad Adam Scott, l’Ed McKenzie di Big Little Lies.

LEGGI ANCHE: Emmy Awards rinviati ufficialmente per lo sciopero in corso

Da Lena Dunham a Maggie Gyllenhaal, così le star aiutano i lavoratori in sciopero

I vari pacchetti all’asta sono disponibili sul sito ufficiale della Union Solidarity Coalition, un’organizzazione fondata da scrittori e registi di Hollywood per aiutare i membri delle troupe ad accedere ai programmi di assistenza sanitaria nonostante lo sciopero in corso. Tante le offerte a disposizione, che mettono in palio esperienze di vario genere. Ha già superato i 3 mila euro l’asta per un murales di Lena Dunham, attrice, regista nonché creatrice della serie Girls. Già oltre 2500 euro invece il prezzo per aggiudicarsi una cena con Bob Odenkirk oppure David Cross, noto per aver interpretato Tobias in Arrested Development. Per una cifra simile l’intero cast della sitcom animata Bob’s Burger canterà invece una canzone a scelta.

Si superano i 2 mila euro per lasciare che Natasha Lyonne (Jessica in American Pie) risolva un cruciverba al posto dell’acquirente. Per 2800 euro è possibile seguire a New York un corso di ceramica tenuto da Busy Phillipps, la celebre Audrey Liddell di Dawson’s Creek. Spendendo almeno 1200 euro Adam Scott porterà a spasso il proprio cane, mentre ne servono almeno 3500 per far sì che John Lithgow, due volte nominato agli Oscar, disegni un ritratto ad acquerello di un animale domestico. Presto saranno anche disponibili incontri virtuali con l’intero cast di New Girl oppure una videochiamata a tu per tu con Maggie Gyllenhaal o Barry Jenkins.

Disponibili anche cimeli firmati da Daniel Radcliffe o Donald Glover

Oltre ai pacchetti con esperienze personali, sono all’asta anche speciali oggetti provenienti dai set di serie tivù oppure film per il cinema. Daniel Radcliffe ha infatti firmato una maglietta hawaiana che ha indossato durante le riprese del biopic su Weird Al Jankovic, assieme a un Dvd e un CD del film. Donald Glover invece ha deciso di offrire una sceneggiatura autografata dell’episodio pilota di Atlanta, premiata con due Golden Globes, assieme al vinile dell’album My Love di Childish Gambino. Parker Poser ha invece donato l’intera collezione personale di cimeli di La vita è un sogno e di Party Girl oltre a un busto ufficiale del dottor Smith di Lost in Space. Steven Soderbergh ha infine messo all’asta la sua sceneggiatura di Limey assieme a foto dal set.

Una cena con Bob Odenkirk o una maglietta autografata da Daniel Radcliffe. L'asta delle star di Hollywood per aiutare gli attori in sciopero.
Daniel Radcliffe durante le proteste in strada del Sag-Aftra (Getty Images).

Sulle Dolomiti si inizierà a sciare il 25 novembre

Sulle Dolomiti la stagione sciistica partirà il 25 novembre 2023. Tradizionalmente, i primi comprensori sciistici aprono infatti l’ultimo sabato di novembre. Gli altri seguiranno man mano fino all’apertura ufficiale il 5 dicembre. La stagione di Dolomiti Superski invernale durerà quasi cinque mesi per un volume di investimenti che ammonta a 110 milioni di euro per il 2023-24.

Quattro nuovi impianti di risalita sostituiranno quelli obsoleti

«Anche quest’anno gli impiantisti di Dolomiti Superski hanno fatto i compiti a casa, come è nella tradizione ormai da sempre, per essere pronti al confronto con i competitors internazionali. I nostri clienti sono al centro dell’attenzione e ogni anno ci impegniamo per poter loro proporre qualcosa di nuovo» Così Andy Varallo, presidente di Dolomiti Superski. In termini di hardware, nel 2023 il focus è rivolto soprattutto ai sistemi di innevamento programmato, sempre più importanti per garantire la puntualità delle stagioni e la qualità costante delle piste durante l’arco della giornata e della stagione stessa. Si aggiungono quattro impianti di risalita, che andranno a sostituire impianti esistenti e oramai obsoleti.

Sulle Dolomiti si inizierà a sciare il 25 novembre
Le Tre cime di Lavaredo, Dolomiti (Getty Images).

In arrivo la nuova App My Dolomiti

Il fiore all’occhiello sarà la nuova cabinovia a 10 posti con stazione intermedia “Plose 1+2” che collega la località di Sant’Andrea sopra Bressanone con l’area sciistica Plose. Nel comprensorio Civetta in Veneto, la nuova seggiovia quadriposto fissa “Casera dei Zorzi – Cornia” sostituirà l’omonima seggiovia biposto. In Val Gardena è stata sostituita la sciovia “Cendevaves” a Monte Pana (Santa Cristina) con un impianto nuovo dello stesso tipo, mentre la stessa operazione è stata fatta anche nel comprensorio 3 Cime Dolomiti con la sciovia “Heinrich Harrer – Hawaii” a Sesto/Moso. In termini di software è in fase di ultimazione la nuova App My Dolomiti, con numerosi servizi integrati e utilità per orientarsi nella destinazione sciistica più vasta al mondo. La nuova utility sarà disponibile da metà novembre.

 

Atletica, Europei di Roma: biglietti scontati del 25 per cento per le Asd

Carito, dg EuroRoma 2024: «Colpito dalla passione della Asd»

Paolo Carito, direttore generale della Fondazione EuroRoma 2024 ha spiegato: «In questi mesi ho avuto l’opportunita? di frequentare diverse manifestazioni nazionali e internazionali di atletica. Mi hanno particolarmente colpito l’incredibile impegno e la grande passione che accomunano gli atleti, i tecnici e i dirigenti delle ASD e di tutto il mondo della Fidal, che per noi rappresentano una preziosa fonte d’ispirazione». Rispetto alle modalità operative per ottenere lo sconto, le indicazioni sono molto semplici. Inserendo il proprio codice societario le associazioni avranno infatti la possibilita? di acquistare i biglietti e gli abbonamenti al prezzo scontato del 25 per cento. Il programma dei Campionati Europei di Atletica Leggera di Roma 2024 prevede sei giorni consecutivi di gare e 11 sessioni complessive, con un’anteprima fissata per il 6 giugno in una location speciale della citta?, dove si svolgeranno le qualificazioni del getto del peso. Dallo scorso 17 agosto sono in vendita i biglietti per le singole sessioni mattutine e serali, con prezzi a partire da 5 euro piu? i diritti di prevendita e le commissioni di servizio, gli abbonamenti per le prime tre giornate di gara e per le successive tre giornate, e l’abbonamento “All-In” che permettera? di seguire l’intero programma degli Europei di Atletica allo Stadio Olimpico.

Arborea, maxi piantagione di marijuana: arrestato un ragazzo di 18 anni

Una piantagione con 3.300 piante di cannabis, grande quasi un ettaro, è stata sequestrata dai carabinieri di Oristano e Cagliari ad Arborea, nell’Oristanese. In manette è finito un 18enne sorpreso mentre irrigava il campo. È accusato di coltivazione, produzione e detenzione ai fini di spaccio di droga. Sequestrati anche 80 chili di marijuana già essiccata trovata in un capannone in uso al giovane e diversi fertilizzanti.

La piantagione trovata tra altri terreni coltivati

L’operazione, uno dei più ingenti sequestri di droga a livello regionale, è scattata mercoledì 13 settembre 2023 e ha visto il coinvolgimento degli specialisti del Ris dell’Arma, che si sono occupati dei campionamenti della canapa e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna. La piantagione è stata individuata vicino ad altri terreni coltivati a mais. Dagli accertamenti è emerso come non si trattasse di canapa da fibra, ma droga. «Si tratta di una varietà di canapa che non raggiunge grandi altezze. Il tenore di Thc è risultato pari a 3,33 per cento, ben oltre il limite comunitario massimo consentito dello 0,2 per cento. Nella selezione genetica delle piante, come è stato accertato dal Ris, la tendenza è quella di privilegiare specie a fusto sempre più basso che si caratterizzano per essere più folte, con un tenore di principio attivo molto più alto e meno individuabili dalle forze di polizia», hanno spiegato i carabinieri. Le piante saranno estirpate e ridotte a rotoballe per essere distrutte. Sono in corso le indagini per individuare eventuali complici nella coltivazione.

Il Museo del Bardo di Tunisi ha riaperto dopo due anni di stop

Il prestigioso Museo del Bardo di Tunisi, che ospita una delle collezioni di mosaici romani più ricca del mondo, ha riaperto le proprie porte al pubblico giovedì 14 settembre 2023  dopo oltre due anni di stop. Nella serata di mercoledì 13 settembre una cerimonia ufficiale presieduta dalla ministra della Cultura Hayet Guettat Guermazi ha consentito agli invitati presenti – autorità e diplomatici, tra cui lambasciatore d’Italia a Tunisi Fabrizio Saggio – di poter ammirare il museo tirato a lucido e rinnovato completamente in alcune sue parti.

Era stato chiuso dal presidente Saied a luglio 2021

In una nota, il ministero della cultura di Tunisi ha dichiarato: «I lavori hanno interessato il restauro di 29 mosaici, due sculture, altre tre incisioni nella sala Ouzna, la manutenzione di 22 pannelli mosaici di varie dimensioni nella sala Altepirus al primo piano, e il restauro di 13 mosaici innalzati su una struttura illuminata pensata per mostre temporanee nella Sala Sousse». La riapertura del Museo del Bardo, tra i più importanti della Tunisia, è significativa anche dal punto di vista turistico. Potrà infatti di nuovo diventare meta obbligata delle migliaia di crocieristi in arrivo al Porto de la Goulette. Il museo era stato chiuso al pubblico il 25 luglio 2021 a seguito delle misure eccezionali disposte quel giorno dal presidente Kais Saied, tra cui la sospensione dei lavori del Parlamento. Il Bardo occupa infatti una sede adiacente all’aula dell’Assemblea, i cui ingressi erano stati chiusi. In concomitanza con la ripresa dei lavori parlamentari nel marzo 2023, il ministero della Cultura aveva annunciato la riapertura del museo «una volta verificato lo stato di avanzamento dei progetti di manutenzione, restauro e riqualificazione di varie sale e spazi del museo».

Nel 2015 l’attentato dell’Isis in cui morirono quattro italiani

Il Museo del Bardo è anche tristemente noto per essere stato il teatro dell’attentato terroristico del 18 marzo 2015, rivendicato dall’Isis, che fece 24 vittime tra cui quattro turisti italiani.

Contro la shrinkflation in Francia Carrefour mette avvisi sui prezzi per smascherare i fornitori

La shrinkflation? «È una truffa, è scandaloso!», tuonava il 7 settembre a Franceinfo il ministro francese delle Finanze Bruno Le Maire a proposito della strategia di marketing che consiste nel mascherare il caro-vita riducendo la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo identici sia imballaggio sia prezzo di vendita. Per contrastare lo stratagemma, il ministro ha annunciato che all’inizio di ottobre sarà presentata una legge che obbligherà i fornitori a rendere ben visibile la diminuzione del contenuto. «Non siamo qui per riempire le tasche dei giganti industriali», ha messo in chiaro. «Siamo qui per consentire ai francesi di vivere dignitosamente e di potersi permettere ciò di cui hanno bisogno, in particolare in termini di prodotti alimentari».

Contro la shrinkflation in Francia Carrefour mette avvisi sui prezzi per smascherare i fornitori
Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire (Getty Images).

Tra i prodotti segnalati da Carrefour Francia c’è pure la celebre Viennetta

Una battaglia sposata dalla catena di supermercati Carrefour (Ca.Eq) che Oltralpe ha cominciato a mettere in guardia i clienti sui prezzi di alcuni prodotti – tra cui cioccolatini Lindt e tè freddo Lipton – per lanciare un segnale ai fornitori – Nestlè, PepsiCo e Unilever –  in vista delle trattative contrattuali di metà ottobre. Così nei suoi punti vendita da lunedì sono comparsi adesivi che indicano i prodotti colpiti da shrinkflation. Che, cioè, si sono ridotti di dimensioni ma che costano addirittura di più, nonostante i prezzi delle materie prime si siano abbassati. «Ovviamente, lo scopo della stigmatizzazione di questi prodotti è di poter dire ai fornitori di ripensare la loro politica dei prezzi», ha detto in un’intervista Stefen Bompais, direttore delle comunicazioni con i clienti di Carrefour, assicurando che la battaglia delle etichette continuerà finché i fornitori non ridurranno i prezzi. Potrebbe estendersi ad altri prodotti, ma è escluso (per ora) che l’iniziativa sia adottata anche fuori dalla Francia.Mentre l’ad Alexandre Bompard ha ribadito che le multinazionali non stanno collaborando con gli sforzi dei rivenditori per abbassare i prezzi dei prodotti di prima necessità. Come riporta la Reuters, le etichette sono apparse su 26 prodotti presenti nei supermercati francesi della catena e recitano: «Questo prodotto ha visto diminuire il suo volume o il suo peso e aumentare il prezzo effettivo da parte del fornitore». Qualche esempio? Una bottiglia di Lipton Ice Tea alla pesca senza zucchero (prodotta da PepsiCo), da 1,5 litri si è ridotta a 1,25. Una ‘dieta’ che ha portato però a un aumento del 40 per cento del prezzo al litro. Non è stata risparmiata nemmeno la celebre torta Viennetta (Unilever): ora pesa 320 grammi contro i tradizionali 350. Ma scagli la prima pietra chi è senza peccato. Le associazioni dei consumatori sostengono infatti che la shrinkflation ormai è cavalcata pure da alcuni supermercati (Carrefour compresa) nei prodotti a marchio privato.

Contro la shrinkflation in Francia Carrefour mette avvisi sui prezzi per smascherare i fornitori
Alexandre Bompard, ceo Carrefour (dal sito del gruppo).

La guerra tra rivenditori e fornitori in vista delle negoziazioni 

In realtà la scelta di ‘denunciare’ i grandi fornitori segna un’escalation nella guerra tra rivenditori e multinazionali.  «Credo sia chiara a tutti la mia determinazione nel costringere chi non rispetta le regole a rispettarle, per evitare margini eccessivi e per far sì che l’inflazione scenda più rapidamente», aveva avvertito Le Maire. Il governo francese intanto punta a varare all’inizio di ottobre una nuova legge che regoli le negoziazioni commerciali tra distributori e fornitori. I tavoli in cui ogni anno, da dicembre al primo marzo, i supermercati e i fornitori si accordano sulle condizioni alle quali i primi acquisteranno dai secondi i prodotti venduti nel resto dell’anno.

 

ll Pd ha deciso di sostenere Marco Cappato alle suppletive di Monza

Marco Cappato potrà contare sul sostegno del Partito democratico. Il terreno di confronto elettorale è il seggio di Monza, quello tornato contendibile dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il competitor di Cappato sarà Adriano Galliani (Forza Italia), storico braccio destro del Cavaliere e amministratore delegato del Monza Calcio. Autore in questi giorni di un gesto che ha fatto lungamente discutere. L’ex ad del Milan e il primo cittadino di Monza hanno distribuito astucci della società calcistica ai bambini della città in occasione del primo giorno di scuola. Cappato dal canto suo ha invece incassato mercoledì 13 settembre il sostegno del Pd, arrivato al termine di una profonda riflessione. L’ala cattolica dei dem aveva diverse perplessità nell’appoggiare l’ex Radicale, oggi tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.

Cappato, una vita nel segno della disobbedienza civile

Dalla lotta per una legge sull’eutanasia fino al referendum sulla legalizzazione delle droghe leggere, sono tante le battaglie condotte da Cappato in questi anni. Figlio ideologico del partito Radicale e cultore della disobbedienza civile come metodo di contestazione, Cappato potrà contare sul sostegno, oltre che del Pd anche di Azione, +Europa, Verdi e Sinistra italiana. Galliani invece rappresenta il candidato della coalizione di governo, fortemente sponsorizzato dalla famiglia Berlusconi.

Apocalisse a Boboli, lo spettacolo itinerante nel giardino dei Medici

Una rappresentazione itinerante andrà in scena, per quattro giorni dal 27 settembre 2023, negli spazi del giardino mediceo di Boboli a Firenze. Apocalisse a Boboli. Visioni dal Libro di Giovanni è il titolo dello spettacolo per la regia di Riccardo Massai. L’evento performativo, si legge in una nota delle Gallerie degli Uffizi, coinvolgerà oltre 100 artisti fra attori, musicisti, danzatori, performer e sarà strutturato in una narrazione a sei tappe che propone una reinterpretazione in chiave contemporanea dell’Apocalisse biblica.

La rappresentazione andrà in scena dal 27 al 30 settembre dalle 14 alle 17.30

L’evento vuole esprimere la natura conflittuale insita nel concetto della fine del mondo, coinvolgendo gli spettatori nell’itinerario della performance. Il pubblico di Boboli sarà così condotto dentro l’Apocalisse stessa, ambientata negli angoli più suggestivi del giardino storico, da una tappa all’altra insieme agli artisti. La rappresentazione si terrà da mercoledì 27 a sabato 30 settembre, ogni giorno, dalle 14 alle 17.30. Nel pomeriggio del 26, con gli stessi orari, si svolgerà la prova generale, anch’essa aperta al pubblico del giardino. La visione dello spettacolo è gratuita con l’acquisto del biglietto di ingresso a Boboli. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha ricordato che «secondo la Bibbia, la storia dell’umanità inizia in un giardino e finisce in una città: la Gerusalemme celeste. La scelta di mettere in scena la sacra rappresentazione dell’Apocalisse di San Giovanni nel nostro Giardino di Boboli mantiene viva la tensione tra giardino e città, tra origine e destino, tra colpa e redenzione, e così facendo lo rende attuale per ogni spettatore».

Bologna, schiacciato da un mezzo in aeroporto, muore operaio

Un operaio che stava lavorando al rifacimento del manto stradale sulla pista dell’aeroporto Marconi di Bologna è rimasto schiacciato da un mezzo della sua stessa ditta, probabilmente in retromarcia, ed è morto. È successo nella notte di giovedì 14 settembre, intorno alle 3: l’addetto, dalle prime informazioni, era italiano e aveva 52 anni; lavorava per un’azienda di Modena. Sono subito intervenuti la Polaria, il 118 con ambulanza e automedica e la Medicina del lavoro, per i rilievi. Non è ancora chiaro se l’operaio sia morto per le conseguenze dello schiacciamento o per un arresto cardiaco di poco successivo. «Aeroporto di Bologna esprime profondo dolore per il tragico episodio e la propria vicinanza ai familiari e ai colleghi della vittima, un autista italiano cinquantenne. La società fornirà la più ampia collaborazione alle autorità per fare luce sull’accaduto», si legge ancora nella nota che precisa come l’operaio sia deceduto durante un intervento programmato di manutenzione della pista di volo.

Lepore: «Le autorità competenti accerteranno le responsabilità per questo episodio»

«A nome mio e della città esprimo il più profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai colleghi dell’operaio che purtroppo questa notte ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro all’Aeroporto Marconi di Bologna». Così in una nota il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in merito all’infortunio. «È l’ennesimo episodio di morte sul lavoro che si verifica nel nostro Paese. Le autorità competenti accerteranno ora le responsabilità per questo episodio. – sottolinea Lepore – Ma occorre l’attenzione e l’impegno di tutti affinché questa piaga cessi, con maggiori investimenti sulla formazione e la sicurezza sul lavoro e lavorando sia a una nuova cultura del lavoro sicuro sia all’innovazione tecnologica nei dispositivi di prevenzione». Sergio Lo Giudice, delegato del sindaco al Lavoro per Comune e Città metropolitana si è recato sul luogo dell’incidente.

Altro che accordo, la Tunisia vieta l’ingresso a una delegazione dell’Eurocamera

Alla faccia dell’accordo politico. Spuntano fibrillazioni tra l’Europa e l’autoritario presidente della Tunisia Kais Saied. Eppure non più tardi di luglio 2023 era stata firmata un’intesa tra Commissione europea e Tunisi con l’obiettivo di fermare gli sbarchi. Il problema è che il governo tunisino, a quanto si è appreso da fonti del parlamento europeo, ha negato l’ingresso nel Paese a una delegazione di eurodeputati della commissione Affari esteri. Il gruppo sarebbe dovuto arrivare giovedì 14 settembre ed era composto dagli eurodeputati Michael Gahler, Dietmar Koster, Salima Jenbou, Mounir Satouri, Emmanuel Maurel: in programma c’erano incontri con membri della società civile, sindacati, ed esponenti dell’opposizione politica al presidente Saied.

C’erano membri di vari gruppi: Ppe, S&d, Renew, Verdi, Sinistra

In una lettera firmata dal ministero degli Esteri, la Migrazione e i tunisini all’Estero, Tunisi ha comunicato alla delegazione di avergli negato l’autorizzazione all’ingresso. La missione della delegazione – che rientra in quelle che ciclicamente la commissione Afet effettua all’estera – aveva l’obiettivo di «comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo, e valutare il memorandum d’intesa firmato dall’Ue e dalla Tunisia». Come accade di prassi, era formata da membri di più gruppi, in questo caso di Ppe, S&d, Renew, Verdi, Sinistra. La missione sarebbe dovuta durare due giorni.

Terremoto in Marocco, cosa sono le luci telluriche apparse in cielo

L’8 settembre scorso in Marocco, poco prima che un violento terremoto devastasse il Paese, nei cieli di varie città sono comparsi dei misteriosi e improvvisi bagliori. Potrebbe trattarsi, come documentato da decine di video sui social, di quelle che gli scienziati definiscono luci telluriche, ossia un fenomeno ottico che può verificarsi nelle aree ad elevato stress tettonico. Sebbene se ne abbia notizia da secoli, non è ancora stata elaborata una teoria comune che ne definisca con certezza origine e composizione. «Per vederle occorrono l’oscurità e altri fattori favorevoli», ha spiegato alla Cnn John Derr, ex geofisico dell’Us Geological Survey in pensione. Data l’imprevedibilità dei sismi, studiarle è molto difficile: impossibile infatti preparare per tempo tutta la strumentazione necessaria per una ricerca approfondita sul luogo di interesse.

Luci telluriche, forma e posizione dei bagliori poco prima di un terremoto

Oltre ai video girati in Marocco, in Rete è possibile trovare numerose testimonianze delle luci telluriche in tutto il mondo. Si intravedono per esempio durante il sisma di Pisco, in Perù, del 2007 e in quello cinese di Sichuan dell’anno successivo. Comparando i due filmati si nota però come i bagliori assumano delle forme differenti in entrambi i casi. Il dottor Derr ha provato a descriverli in uno studio del 2019 sull’Enciclopedia della geofisica della terra solida. A volte, le luci telluriche possono presentarsi come normali fulmini oppure come una lunga fascia luminosa nell’atmosfera, ricordando l’aurora boreale. In altri casi, come per il sisma in Cina del 2008, appaiono sotto forma di nubi luminose che fluttuano in cielo. Possono infine assumere la sembianza di piccole o grandi fiamme che si sprigionano dalla crosta terrestre.

Già nel 2014, Derr e alcuni suoi colleghi avevano analizzato 65 terremoti fra Stati Uniti ed Europa associati a rapporti affidabili di luci telluriche dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Si è scoperto, come dimostra il report disponibile su Seismological Research Letters, che l’80 per cento dei bagliori si è verificato in un terremoto superiore ai cinque gradi di magnitudo. Molto spesso il fenomeno è avvenuto poco prima delle scosse ed è stato visibile fino a 600 chilometri di distanza dall’epicentro. Si è notato che, sebbene i sismi più violenti si verifichino per l’incontro di due placche tettoniche, le luci telluriche hanno luogo spesso in quelli registrati al loro interno. Spesso, infine, si presentano laddove anticamente la crosta terrestre si è lacerata, creando una regione piana tra due blocchi di terra più alti.

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Dal campo elettrico al magnetismo, le probabili origini del fenomeno

Quanto all’origine delle luci telluriche, gli scienziati hanno avanzato varie teorie. Alcuni ritengono derivino dalla perturbazione del campo magnetico terrestre indotta dalle scosse. Altri, come il fisico della San José State University e della Nasa Friedemann Freud, dall’effetto piezoelettrico. Si tratta di quel fenomeno per cui le rocce contenenti cristalli di quarzo, se deformate in un certo modo, possono produrre un forte campo elettrico. «È come se si accendesse una batteria», ha spiegato l’esperto in un articolo per The Conversation. «Il terremoto facilita il rilascio delle cariche, che si combinano in uno stato simile al plasma e possono così viaggiare a velocità elevate, divampando in superficie fino a formare scariche elettriche nell’aria». Un’altra ipotesi, meno suggestiva, ritiene che le luci telluriche siano di origine artificiale, prodotte dalla nostra rete durante le scosse. Infine, c’è chi pensa si tratti di una mera coincidenza.

Chi è Grazia Letizia Veronese, la moglie di Lucio Battisti

Nata il 21 luglio 1943 a Limbiate (Monza), Grazia Letizia Veronese è nota per la sua attività di paroliera e compositrice. Ha esordito nel mondo dello spettacolo negli Anni 60 lavorando come segretaria per Miky Del Prete, paroliere e produttore discografico, nel Clan Celentano di Adriano Celentano. Ma è la collaborazione con il marito, Lucio Battisti, ad averla resa nota al grande pubblico. Nel 1982, infatti, è comparsa la sua firma nell’album E già sotto lo pseudonimo “Velezia”. Il suo inequivocabile ruolo nella vita artistica del cantautore ha portato alcuni a definirla una “Yoko Ono” italiana: Veronese, infatti, ha scritto per il marito diverse canzoni mantenendo lo stesso pseudonimo, in seguito alla separazione del marito da Mogol. Dopo la morte del consorte nel 1998, ha deciso di stabilirsi a Rimini insieme al figlio e di condurre una vita lontana dai riflettori.

Chi è Grazia Letizia Veronese, carriera e vita privata
Il cantautore italiano Lucio Battisti, sito archeologico di Pompei (Gettyimages).

L’incontro al Festival di Sanremo e la nascita del figlio

Il primo incontro della futura coppia è avvenuto nel lontano 1968 in occasione della 18esima edizione del Festival di Sanremo, durante il quale Battisti si esibì con il brano La farfalla impazzita. Un anno dopo, Veronese e Battisti si fidanzarono ufficialmente e si sposarono con cerimonia civile il 3 settembre 1976 dopo sette anni di fidanzamento. Insieme hanno avuto un solo figlio, Luca Carlo Filippo, nato il 25 marzo 1973. Luca manifesta sin da piccolo una spiccata vena artistica. A soli nove anni ha infatti disegnato la copertina di E già, il disco nato dalla collaborazione dei genitori. Precoce è stato anche il suo interesse per la musica, nel cui mondo ha esordito con lo pseudonimo di “Lou scoppiato”. Luca ha vissuto per diverso tempo a Londra, periodo durante il quale si è esibito come frontman di un gruppo punk rock chiamato Hospital fondato nel 2000.

La lotta per i diritti d’autore tra Veronese e Mogol

Che vi sia stata una florida collaborazione tra Battisti e Mogol (pseudonimo di Giulio Rapetti) è noto. Alcuni dei brani di quest’ultimo, molti dei quali interpretati da Battisti, hanno segnato la storia della musica. E sono in molti ad attribuire la rottura del sodalizio Mogol-Battisti proprio a Veronese. Il motivo della contesa? Si sarebbe trattato dei diritti d’autore, da ripartire in maniera eguale tra gli eredi e Rapetti. La lotta va avanti da molto tempo, dal momento che gli eredi desiderano il controllo totale sull’opera di Battisti, contrariamente agli interessi di Mogol. Questa sarebbe la ragione per cui la discografia di Battisti è tra le poche a non essere disponibile sulle piattaforme di streaming.

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