Daily Archives: 14 Settembre 2023

La storia dell’ex ministra austriaca Kneissl, che si è trasferita a San Pietroburgo con i suoi pony

L’ex ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl, diventata famosa nel 2018 per aver ballato con il presidente russo Vladimir Putin al suo matrimonio con l’imprenditore Wolfgang Meilinger, si è trasferita definitivamente nei pressi di San Pietroburgo insieme ai suoi pony, trasportati su un aereo militare già utilizzato dal Gruppo Wagner e per trasferire i suoi mercenari.

L'ex ministra austriaca Karin Kneissl, amica di Vladimir Putin, si è trasferita in Russia a San Pietroburgo con i suoi pony.
Karin Kneissl (Getty Images).

Dopo l’incarico ministeriale era entrata nel cda del colosso petrolifero russo Rosneft

Nata a Vienna nel 1965 e cresciuta in Giordania dove il padre lavorava come pilota, dopo una carriera spesa tra diplomazia e giornalismo nel 2017 era stata indicata dalla formazione populista anti-immigrazione FPÖ per il posto di ministro degli Esteri nel governo di Sebastian Kurz, pur non facendo parte del partito, che l’anno prima aveva concluso un accordo di cooperazione e cooperazione con Russia Unita di Putin. Che aveva invitato al suo matrimonio suscitando forti polemiche in Austria, in considerazione delle sanzioni internazionali inflitte alla Russia a causa dell’occupazione militare del territorio ucraino. Nel 2019, con la caduta dell’esecutivo guidato da Kurz, Kneissl aveva di fatto abbandonato la politica. Figura molto controversa nel suo Paese, si era trasferita in Francia nel settembre 2020, avviando una collaborazione come editorialista ospite per Russia Today, considerato uno strumento di propaganda del Cremlino. Nel 2021 era entrata poi a far parte del consiglio di amministrazione del colosso petrolifero Rosneft, dimettendosi l’anno seguente dopo l’approvazione da parte del Parlamento Ue di una risoluzione che minacciava sanzioni contro gli europei ancora nei board delle principali società russe.

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L'ex ministra austriaca Karin Kneissl, amica di Vladimir Putin, si è trasferita in Russia a San Pietroburgo con i suoi pony.
Vladimir Putin al matrimonio di Karin Kneissl (Getty Images).

Nel 2023 ha fondato il think tank Gorki presso l’Università di San Pietroburgo 

Il trasferimento di Kneissl in Russia, in sé, non è una novità: dopo aver ricevuto minacce di morte a causa dei suoi legami con Mosca, dal 2022 l’ex ministra degli Esteri austriaca viveva infatti in affitto a Petrushovo, villaggio nella oblast’ di Rjazan’ da lei stesso definito «meglio delle Maldive e delle Seychelles». Il trasloco definitivo dalle parti di San Pietroburgo, con tanto di due pony, invece lo è. In un post su Telegram, Kneissl si è detta stupita dal fatto che il suo trasferimento in Russia fosse diventato «politico», spiegando di aver spostato «libri, vestiti e pony da Marsiglia a Beirut tramite DHL» a giugno del 2022 dopo essere stata «bandita» dalla Francia. Ma il Libano, ha aggiunto, si trattava di una soluzione temporanea visto che ogni sei settimane si recava in Russia per lavoro. E così ecco la decisione di traslocare nel Paese del suo amico Putin: «Non è stato facile venire qui, ma sto cercando di trovare la mia strada, anche se non è facile insegnare, scrivere i miei libri, imparare la lingua. Ho dovuto lasciare la mia vecchia vita e ricominciare a 60 anni», aveva dichiarato. Come ha spiegato lei stessa, i due pony sono volati a San Pietroburgo su un aereo militare Ilyushin Il-76 dalla base aerea russa di Hmeimim, in Siria: secondo il sito investigativo The Insider, il velivolo era stato sanzionato da Stati Uniti e Ucraina per il trasporto di mercenari della Wagner. A marzo, Kneissl ha fondato a San Pietroburgo il think tank Gorki, istituito presso l’università locale per «aiutare a definire le politiche della Federazione Russa», con particolare attenzione al Medio Oriente.

Gloria Guida: età, marito, figli e film dell’attrice

Gloria Guida, nata a Merano il 19 novembre 1955, è un’attrice e conduttrice televisiva. Negli Anni 70 è stata famosa per aver recitato in numerose commedie sexy all’italiana a sfondo erotico.

Gloria Guida: biografia e carriera

Guida ha iniziato la sua carriera come cantante a 17 anni partecipando a Un disco per l’estate con la canzone L’uomo alla donna non può dire no, seguito da altri due singoli. Nel 1974 è approdata al cinema recitando nel film La ragazzina, regia di Mario Imperoli, seguito da La minorenne di Daniele Latorre. L’anno seguente ha interpretato il ruolo di una prostituta nel film Blue Jeans di Mario Imperioli. Con questa pellicola si è così inserita a pieno titolo nel genere della commedia sexy italiana. Sempre nel 1975 ha recitato ne La novizia di Pier Giorgio Ferretti e Quella età maliziosa per la regia di Silvio Amadio. Il film che l’ha fatta diventare famosa, però, è stato La liceale di Michele Massimo Tarantini, che ha avuto anche alcuni sequel. Questo e altri film scatenarono le proteste delle femministe ma riscossero successo al botteghino.

Gloria Guida, tra la carriera e la vita privata
Gloria Guida al Festival del Cinema nel 2015 (Getty Images).

Dopo aver conosciuto il futuro marito, Johnny Dorelli, Guida si è allontanata dal mondo del cinema per dedicarsi alla famiglia. Gli ultimi film da lei interpretati in quegli anni sono stati La casa stregata di Bruno Corbucci (1982) e Sesso e volentieri di Dino Risi (1982). Nel 2022 è ritornata al cinema dopo 40 anni con Improvvisamente Natale per la regia di Francesco Patierno. Nel 2009 ha fatto ritorno anche sul piccolo schermo nella serie tv Fratelli Benvenuti. Nel 2015 ha co-condotto Il mondo a 45 giri con Luca Barbarossa e dal 2018 al 2020 ha condotto la trasmissione Le ragazze, in cui si raccontava di donne appartenenti a diverse generazioni, famose e non.

Gloria Guida: la vita privata

L’attrice è sposata con Johnny Dorelli dal 1991, anche se la loro relazione è iniziata nel 1979. Dall’unione dei due è nata la figlia Guendalina.

Rai, Mannoni: «Il servizio pubblico non si riconosce più»

Maurizio Mannoni, 66 anni, 40 dei quali passati in Rai, e volto storico di Linea Notte ora in ferie forzate in attesa della pensione, sulla tv di Stato meloniana non ha dubbi: «Posso dire che fatico a riconoscere il servizio pubblico. E come me tanti di quelli che incrocio e mi chiedono: “Ma che cosa sta succedendo?”». E, in un’intervista a Repubblica, aggiunge: «Persino nella Rai berlusconiana, pur fra mille difficoltà, era stato conservato uno spazio per un pensiero diverso da quello della maggioranza di governo. Ora noto un appiattimento che, anche a giudicare dai primi dati sugli ascolti, non fa bene al servizio pubblico».

 

Mannoni sulla televisione di Stato: «La disaffezione verso la Rai già si sente»
Maurizio Mannoni in compagnia della collega Bianca Berlinguer (Imagoeconomica)

La nuova Rai? «Ci vuole tempo, però la disaffezione già si sente»

A essere evidente è la tangibile disaffezione del pubblico. Un processo che non è cominciato adesso, precisa Mannoni, «ma che i vertici attuali mi pare abbiano aggravato. La fidelizzazione è un’operazione lunga e complessa: troncare di netto con conduttori e programmi che avevano una loro identità, un seguito, un certo appeal può sembrare facile — togli un po’ di roba che c’era prima e ne metti un’altra, badando solo alla fedeltà politica — ma rischi moltissimo». Il riferimento è ai tanti volti storici Rai che hanno lasciato: da Fabio Fazio a Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata. Il risultato è un appiattimento dell’offerta, è il ragionamento del giornalista. Certo, la lottizzazione è nel dna della tv pubblica ma «non si era mai vista una tale quantità di scelte identitarie, a senso unico. Prima nel bene e nel male alcuni spazi venivano preservati: Rai3, anche nell’epoca berlusconiana, ha continuato a esistere pur fra mille difficoltà. Ora invece cosa resta? Sì, c’è il Tg3 che continua ad avere una linea e autonomia, ma poi poco altro». Ma le alternative quali sono? Mannoni non ha dubbi: «Mentana, Floris, o anche Porro. In Rai, tranne Vespa, accade raramente di vedere qualcosa di non omologato, conduttori di grande personalità». Non stupisce dunque il calo degli ascolti dei Tg di Viale Mazzini. «Cancellare la parte giudicata politicamente non affine ha delle ripercussioni», spiega. «C’è un appiattimento che gli ascoltatori colgono e perciò cambiano canale. Ormai sono così tante le fonti di informazione che fai presto a perdere il tuo pubblico».

 

Lucia Mascino: età, biografia e carriera dell’attrice

Lucia Mascino, nata ad Ancona nel 1977, è un’attrice italiana. Si divide tra teatro, cinema e televisione ed è stata candidata numerose volte ai Nastri d’Argento.

Lucia Mascino: biografia e carriera

Mentre studiava all’università Scienze matematiche fisiche e naturali, si è formata al Centro di ricerca e sperimentazione teatrale di Pontedera, abbandonando gli studi per seguire la carriera da attrice. Ha iniziato a lavorare con il Teatro Settimo di Torino per poi entrare a far parte della Compagnia Giovani del Teatro Stabile delle Marche. Nel 2009 ha recitato nell’Amleto di Filippo Timi, con il quale ha stretto un’importante collaborazione e nel corso degli anni ha continuato a calcare le scene teatrali.

Lucia Mascino, tra la carriera e la vita privata
Lucia Mascino alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 (Getty Images).

All’inizio degli Anni 2000 ha cominciato ad affiancare, all’esperienza teatrale, quella nel cinema e nella televisione. Il suo primo ruolo da protagonista è stato nel film Un altro pianeta, regia di Stefano Tummolini (2008), seguito da altri importanti film come Diverso da chi?, regia di Umberto Riccioni Carteni (2008), Habemus Papam, regia di Nanni Moretti (2010), Viva la libertà, regia di Roberto Andò (2013), La sedia della felicità, regia di Carlo Mazzacurati (2014), Amori che non sanno stare al mondo, protagonista, regia di Francesca Comencini (2017), Genitori quasi perfetti, regia di Laura Chiossone (2019), Odio l’estate, regia di Massimo Venier (2020) e Il grande giorno, regia di Massimo Venier (2022). Ha inoltre recitato in serie come I delitti del BarLume (2013-in corso), Non è mai troppo tardi, regia di Giacomo Campiotti (2014), Braccialetti rossi 3, regia di Giacomo Campiotti (2016), Suburra – La serie (2017-2019), Bang Bang Baby, regia di Michele Alhaique, Margherita Ferri e Giuseppe Bonito (2022) e Vivere non è un gioco da ragazzi, regia di Rolando Ravello (2023).

Lucia Mascino: la vita privata

L’attrice è una persona molto riservata, pertanto non si sa nulla sua vita privata e sentimentale.

Taiwan: 68 jet e 10 navi militari cinesi intorno all’isola

Il ministero della Difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato un totale di 68 aerei e di 10 navi militari cinesi intorno all’isola nelle ultime 24 ore fino alle 6 locali (mezzanotte in Italia). Lo si legge in una nota di Taipei, in merito alle ultime attività tenute tra mercoledì e questa mattina dall’Esercito popolare di liberazione cinese. La maxi incursione è avvenuta appena 24 ore dopo che Taipei aveva dichiarato il conteggio di 35 aerei da guerra cinesi, tutti rilevati mercoledì 12 settembre intorno all’isola, alcuni dei quali in volo per unirsi alla portaerei Shandong, impegnata nelle più grandi manovre navali mai fatte da Pechino nel Pacifico occidentale.

Le forze armate di Taiwan rispondono con il dispiegamento di arei e navi

Le forze armate di Taiwan, ha riferito una nota del ministero della Difesa, hanno risposto con il dispiegamento degli aerei dell’aeronautica e delle navi della marina al fine di seguire le attività cinesi, mobilitando anche i sistemi missilistici terrestri per il monitoraggio della situazione. Sui 68 aerei complessivi in azione intorno all’isola accertati, 40 (tra cui quattro SU-30, dodici J-10, e sedici J-16) hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan o sono entrato nella zona di identificazione aerea militare (Adiz) in un’inedita traiettoria sudoccidentale o sudorientale rispetto a Taiwan.

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall’Italia

La nave è piena. Secondo un rapporto dell’Istituto per l’economia tedesca di Colonia (Iw) appena pubblicato, nel 2022 sono immigrate in Germania più persone che mai nella storia della Repubblica Federale: oltre 1,46 milioni, ossia oltre un quarto in più rispetto al precedente massimo di 1,14 milioni nel 2015, l’anno in cui la cancelliera Angela Merkel aveva aperto i confini ai profughi di Siria e Afghanistan con la famosa frase rivolta ai tedeschi un po’ preoccupati: «Wir schaffen das», ce la facciamo. Mica tanto, verrebbe da dire, se otto anni dopo il governo di centrosinistra formato da socialdemocratici, Verdi e liberali dà un bel giro di vite e blocca l’accoglienza volontaria di migranti dall’Italia.

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall'Italia
Il rifugiato siriano Anas Modamani mostra la sua iconica foto del 2015 con Angela Merkel (Getty).

Ondata dei rifugiati dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina

Il 2022 è stato per la Germania un anno record e la ragione principale stando all’Iw è stata l’ondata dei rifugiati giunta dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dall’ex repubblica sovietica sono arrivate complessivamente 960 mila persone nel 2022, grazie a uno strappo alle regole stile Merkel, per cui per la prima volta nella storia della Repubblica Federale persone in fuga da una zona di guerra hanno potuto entrare in Germania senza visto. Per il cancelliere Olaf Scholz non c’è stato insomma tempo per pensarci su, vista l’urgenza della questione e appunto l’enorme flusso improvviso da Kyiv verso Berlino.

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall'Italia
Migranti arrivati in Germania dall’Ucraina (Getty).

Il governo di centrosinistra si è messo a fare una politica di destra

Sempre stando ai numeri dell’Istituto di Colonia, a parte l’immigrazione dall’Ucraina, c’è stata anche una crescita di rifugiati extra europei, per un totale di 503 mila persone provenienti da altri Paesi. Nel 2022 sono state presentate complessivamente 218 mila domande di asilo, la maggior parte delle quali, 71 mila, da cittadini siriani. E la tendenza è ancora in aumento, visto che nella prima metà del 2023 il numero delle domande di asilo è stato già di 150 mila. Questi i numeri di fronte ai quali Scholz e il governo di centrosinistra si sono messi a fare una politica di destra, incalzati naturalmente da chi più a destra sta, sia l’opposizione conservatrice della Cdu di Friedrich Merz, l’ultimo erede di Merkel, sia dai nazionalpopulisti dell’Alternative für Deutschland (Afd).

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall'Italia
Il congresso degli estremisti di destra di Afd (Getty).

Gli estremisti di Afd stabili al secondo posto nei sondaggi

Il tema immigrazione è sempre stato in Germania molto divisivo a livello ideologico, ma a livello pratico il consenso verso il controllo sempre più rigido c’è sempre stato in tutti i partiti di governo, dai conservatori ai socialdemocratici, partendo già dagli Anni 90 con i flussi migratori provocati dalle guerre nei Balcani. La coalizione semaforo in carica oggi, dove per forza di cifre anche i partiti di sinistra nominale (Spd e Verdi) si mettono a imitare la Cdu e la ancora più conservatrice Csu, è posta anche di fronte alla questione politica dell’ascesa di un partito estremista, l’Afd, che nei sondaggi è ormai stabile al secondo posto, dietro Cdu e davanti e Verdi e Spd, e che fa proprio dell’immigrazione un suo cavallo di battaglia.

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall'Italia
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Getty).

Una immigrazione che non serve al mercato del lavoro tedesco

Davanti ai numeri e all’ascesa della destra estrema che catalizza consenso grazie a una propaganda populista e razzista, a Berlino c’è poco spazio di manovra, quindi si restringono le maglie, soprattutto nei confronti di quel tipo di immigrazione considerata controproducente. Sempre secondo il rapporto dell’Iw, buona parte dei rifugiati provenienti da Paesi extraeuropei, tra gli altri quelli che arrivano dall’Italia, hanno solo un livello di qualifica molto basso e di conseguenza hanno difficoltà a integrarsi e a entrare nel mercato del lavoro, dipendendo oltretutto dalle sovvenzioni statali: nonostante il crescente divario demografico tra la popolazione in età lavorativa, l’immigrazione di questo tipo non è necessariamente vantaggiosa per la Germania.

L’elettorato nei momenti di crisi sceglie l’originale e non il surrogato

C’è dunque poco da stupirsi se Berlino fa i suoi interessi, all’interno di un’Europa che sulla questione immigrazione non è ancora riuscita a trovare gli equilibri giusti, con gli egoismi nazionali sempre davanti alla solidarietà comune. Ad approfittarne sono i partiti di destra e di estrema destra, visto che l’elettorato, nei momenti di crisi, sceglie sempre l’originale all’opposizione piuttosto che il surrogato al governo. A ottobre si vota in Baviera e in Assia, e soprattutto nel 2024 alle Europee e in tre regioni della vecchia Germania Est, dove l’Alternative für Deutschland rischia di fare il botto.

Libia: inondazioni, il bilancio sale ad almeno 5500 morti

Il bilancio delle vittime delle devastanti inondazioni che hanno colpito la Libia orientale è salito ad almeno 5500 morti e 7000 feriti, secondo i servizi di emergenza di Tripoli. Il portavoce Osama Ali ha affermato che non è ancora possibile determinare il numero definitivo delle vittime, con cadaveri che vengono tuttora recuperati dalle aree colpite. Secondo le ultime stime, le persone disperse ammontano a circa 10 mila. Gli sfollati sono circa 30 mila. Nella città di Derna si temono fino a 20 mila morti.

Il ruolo del cambiamento climatico

Il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, su La Stampa, punta il dito contro chi «dubita, in malafede, che l’incremento di perturbazioni violente sia conseguenza del cambiamento climatico». E questo perché «gli studi scientifici seri dimostrano che è proprio così, mentre quelli poco seri vengono ritirati dalla stesse riviste che li avevano pubblicati». Secondo il docente «più calore significa, in parole povere, più evaporazione e, dunque, maggiore vapore acqueo per le perturbazioni che lo evacueranno in maniera violenta»

 

Nuovo blitz interforze a Caivano, in campo oltre 400 agenti

Nuovo blitz interforze all’alba di giovedì 14 settembre a Caivano con l’impiego di oltre 400 operatori delle diverse forze dell’ordine, tra polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, all’interno del Parco Verde. Un intervento simile a quello del 5 settembre scorso. Al lavoro anche i reparti specializzati. L’intera attività è controllata dall’alto da un elicottero della polizia e uno delle Fiamme Gialle.

Sul posto sono intervenuti i reparti specializzati come la polizia scientifica, le unità cinofile antidroga della polizia di stato, il nucleo cinofili antidroga e per la ricerca di armi dei Carabinieri, le unità cinofile antidroga e antiterrorismo della Guardia di finanza, i reparti del gruppo di Castello di Cisterna, le Sio del reggimento Campania, le Api del gruppo di Napoli, il gruppo di Frattamaggiore nonché i reparti Atpi del gruppo pronto impiego di Napoli, di Giugliano in Campania e di Torre Annunziata della Guardia di Finanza.

Putin accetta l’invito di Kim Jong-un in Corea del Nord

Il presidente russo Vladimir Putin ha accettato di visitare la Corea del Nord su invito del leader Kim Jong-un. Lo riferisce l’agenzia di stampa nordcoreana Kcna. Kim ha invitato Putin durante la cena ufficiale di mercoledì 13 settembre con il leader del Cremlino dopo il vertice tenuto al centro spaziale Vostochny nella regione russa dell’Amur, ha riferito la Kcna. «Al termine del ricevimento, Kim Jong-un ha gentilmente invitato Putin a visitare la Corea del Nord nel momento più opportuno. Putin ha accettato l’invito con piacere e ha confermato la sua volontà di portare avanti la storia e la tradizione dell’amicizia tra Russia e Corea del Nord».

Il rafforzamento della cooperazione anche militare

Il vertice tra i due leader – il primo in oltre quattro anni – è avvenuto mentre Pyongyang ha di recente cercato di rafforzare i legami militari con Mosca e di raddoppiare lo sviluppo di armi in un contesto di crescente cooperazione in materia di sicurezza tra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. La Kcna ha riferito anche che i due leader hanno discusso del rafforzamento della cooperazione per «frustrare la minaccia militare e la provocazione degli imperialisti» durante il summit al centro spaziale, senza specificare peraltro i temi dei colloqui. «Hanno discusso con mente aperta le questioni importanti e di cooperazione immediata che sorgono nella difesa della sovranità, dello sviluppo e degli interessi dei due Paesi», si legge ancora nel dispaccio, secondo cui Kim è stato anche informato sulle caratteristiche tecniche dei razzi russi. Il leader supremo nordcoreano ha detto al capo del Cremlino di essere sicuro che la Russia otterrà una «grande vittoria» sui suoi nemici: Mosca, ora un paria in Occidente dopo aver lanciato ostilità su vasta scala contro l’Ucraina, ha cercato di rafforzare le alleanze con altri leader ostracizzati dai Paesi democratici. Non a caso, Putin ha elogiato il «rafforzamento della cooperazione e dell’amicizia» bilaterale, dicendo ai media di aver visto la «possibilità di cooperazione militare» con la Corea del Nord. Funzionari ed esperti Usa e sudcoreani hanno espresso preoccupazione per l’incontro e per un possibile accordo sulle armi tra i due Paesi che potrebbe aiutare gli sforzi bellici di Mosca in Ucraina.

L’andamento delle Borse e dello spread il 14 settembre 2023

Dopo un mercoledì in negativo, c’è attesa per l’andamento delle Borse di giovedì 14 settembre 2023, nel giorno della riunione della Banca centrale europea: c’è incertezza sulla strada che ha intenzione di prendere l’Eurotower sui tassi di interesse. Milano aveva chiuso in rosso, con lo spread a 178 punti.

La voce che hai dentro stasera su Canale 5: trama e cast della serie

Canale 5 inizia la sua stagione televisiva con una nuova serie che promette di catturare l’attenzione del pubblico. La voce che hai dentro, questo il titolo della produzione, andrà in onda ogni giovedì sera e vedrà Massimo Ranieri nel ruolo di protagonista affiancato da un cast di grande talento. Creata dallo stesso Ranieri con Jean Ludwigg e Leonardo Valenti (questi ultimi due hanno anche firmato la sceneggiatura con Iole Masucci e Laura Sabatino), la fiction è diretta da Eros Puglielli e prodotta da Lucky Red in collaborazione con Film Commission Regione Campania e Rti.

La voce che hai dentro: la trama della fiction in onda da stasera 14 settembre 2023 su Canale 5

La trama della fiction ruota attorno alla storia di Michele Ferrara (Massimo Ranieri), un uomo che esce di prigione dopo aver scontato ingiustamente 10 anni per l’omicidio del padre Mimmo. Michele nasconde un segreto e la sua missione sarà quella di salvare la casa discografica di famiglia e riconquistare la fiducia dei suoi cari, inducendo ognuno a ritrovare, attraverso la musica, la voce che ha dentro di sé. La prima puntata andrà in onda giovedì 14 settembre alle 21.30 e sarà la prima di una serie di otto episodi che accompagneranno il pubblico per circa due mesi con un appuntamento settimanale.

La voce che hai dentro: il cast della fiction

Oltre al cantante di Perdere l’amore, il cast de La voce che hai dentro vede la partecipazione di Maria Pia Calzone (Maria), Michele Rosiello (Raffaele), La Nina (Regine), Erasmo Genzini (Antonio), Giulia D’Aloia (Anna), Gianfranco Gallo (Gaetano Russo) e molti altri come Ruben Grillo e Nando Paone.

La voce che hai dentro: le anticipazioni dei primi due episodi

Le anticipazioni della prima puntata in onda il 14 settembre 2023 ci introducono rapidamente e in modo diretto nella vita del protagonista. L’uomo è stato accusato ingiustamente dell’omicidio del padre Domenico, proprietario di una nota casa discografica, la Parthenope Edizioni Musicali. L’ingiusta accusa ha portato Michele alla prigionia, ma finalmente le prove della sua innocenza lo conducono fuori dal carcere dopo molti anni. Il primo episodio prende avvio proprio con la scarcerazione dell’uomo, che si impegna a riprendere la sua vita esattamente dal punto in cui si era interrotta. Mentre cerca di voltare pagina e dimenticare la morte del padre, si scoprirà di più sulla sua uccisione grazie ad alcuni flashback. Nel secondo episodio emergerà che Michele nasconde un terribile segreto. Nonostante abbia sempre dichiarato la sua innocenza, in realtà, ha infatti comunque avuto un ruolo nella morte di suo padre.

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