Daily Archives: 14 Settembre 2023

Pogba positivo al testosterone, controanalisi il 20 settembre

Dopo il riscontro della positività al testosterone in un test antidoping, il centrocampista della Juventus Paul Pogba ha chiesto le controanalisi: si svolgeranno il 20 settembre all’Acqua Acetosa. Il calciatore è risultato positivo al controllo effettuato dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, partita vinta dalla Vecchia Signora in cui non era nemmeno sceso in campo. Dopo un 2022/23 travagliato, in questo iniziale scorcio di campionato ha giocato poco più di 50 minuti.

Pogba positivo al testosterone, controanalisi il 20 settembre. Improbabile che il secondo esame possa smentire il primo.
Paul Pogba (Getty Images).

Pogba ha assunto il testosterone con un integratore comprato negli Usa

Pogba avrebbe assunto il testosterone attraverso un integratore acquistato negli Stati Uniti su consiglio di un amico, senza consultare la Juventus. Il giocatore, sospeso dal Tribunale nazionale antidoping, rischia una squalifica fino a 4 anni. Le controanalisi si svolgeranno nella stessa struttura dov’è stato effettuato il primo esame e i periti del periti del calciatore potranno monitorare sul posto tutte le procedure. Guardando la casistica, è altamente improbabile che il secondo risultato possa smentire il primo.

Se confermata la positività, via all’inchiesta in cui Pogba verrà interrogato

Solo dopo il risultato, se confermata la positività, si aprirà l’inchiesta in cui Pogba verrà interrogato e da quel momento si capirà l’esatta linea difensiva, che dovrebbe basarsi sul concetto di “non consapevolezza” nel violare le norme antidoping e sulla “non conoscenza” delle caratteristiche vietate del prodotto assunto. Una battaglia legale potrebbe portare alla squalifica più lunga, mentre con un patteggiamento Pogba otterrebbe uno sconto della pena.

Il prezzo della benzina continua ad aumentare: al self è a 1,99 euro

Non si arresta la corsa dei prezzi dei carburanti. Recependo i movimenti all’insù della seconda settimana di settembre 2023, i prezzi praticati alla pompa continuano a salire. Il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,990 euro al litro (1,985 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,977 e 2,002 euro al litro (no logo 1,973). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,913 euro al litro (rispetto a 1,902), con le compagnie tra 1,910 e 1,926 euro al litro (no logo 1,893). È quanto emerge dalle elaborazioni dei dati Mimit di Quotidiano energia.

Su anche i prezzi del servito

Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,122 euro al litro (2,116 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 2,057 e 2,203 euro al litro (no logo 2,025). La media del diesel servito è 2,047 euro al litro (contro 2,036), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,991 e 2,127 euro al litro (no logo 1,946).

Calci, pugni e insulti razzisti: 20enne di Bari condannato a otto anni

È stato condannato a otto anni di reclusione Alessio Blasi, il 20enne riconosciuto responsabile di aver aggredito con calci e pugni un 24enne senegalese nel parco Rossani di Bari il 5 aprile 2022. Blasi, come ricostruito dagli inquirenti, ha colpito la vittima con un «violento pugno all’arcata dell’occhio sinistro» provocandogli «lo scoppio del bulbo oculare» e la perdita permanente di un occhio, per poi continuarlo a colpire «con pugni e calci nonostante la vittima fosse ormai caduta a terra».

L’aggressione dopo uno sguardo 

L’aggressione, secondo la ricostruzione, sarebbe partita dopo che la vittima aveva chiesto spiegazioni a Blasi per uno sguardo di troppo: il 20enne in risposta lo ha minacciato, gli ha rivolto insulti razzisti e lo ha aggredito. Il collegio, presieduto dal giudice Ambrogio Marrone, ha riconosciuto le aggravanti dell’odio razziale e dell’aver commesso il fatto in presenza di minori. Ma ha anche riconosciuto le attenuanti generiche in favore dell’imputato. Nel corso dell’ultima udienza, che si è svolta a maggio, la pm Isabella Ginefra aveva chiesto la condanna a sette anni di reclusione. I giudici hanno anche disposto il risarcimento dei danni in favore della vittima, da quantificarsi in sede civile.

Cosa prova un malato di Alzheimer: esperimento sociale al mercato. Il video

«Lo scopo era attirare la vostra attenzione su un tema molto serio». È questa la frase al centro dell’esperimento, raccontato con un video, per far provare ad alcuni ignari cittadini le sensazioni di confusione e di spaesamento che provano le persone affette da Alzheimer. Semplici azioni quotidiane come andare al mercato, per comprare della carne e vedersi consegnare della frutta, per provare a comprendere lo smarrimento di oltre 1.400.000 persone con demenza. L’iniziativa è stata realizzata dalla federazione Alzheimer Italia e Alzheimer Milano.

IL VIDEO DELL’ESPERIMENTO SOCIALE

Come si è svolto l’esperimento

In un giorno qualunque di apertura, l’esperimento si è svolto tra i banchi degli esercenti del mercato comunale Isola di Milano, dove sono stati collocati diversi prodotti fuori posto. Le etichette che indicavano il prezzo al chilo di pesche, uva e meloni sono state messe nel banco della carne; quelle di latte e yogurt al reparto frutta. Con la complicità di due veri negozianti, incaricati di comportarsi in modo incoerente, si sono create situazioni impreviste che hanno generato incertezza e sconcerto nei clienti: «Mi sono sentito preso in giro» hanno affermato e ancora «Ero dispiaciuta per la situazione». Si tratta di sensazioni simili a quelle che ogni giorno in Italia provano le numerose persone con demenza nella loro routine quotidiana, anche durante azioni scontate come fare la spesa.

“Non ti scordar di volermi bene”

L’iniziativa, all’interno della campagna #nontiscordaredivolermibene, serve a sensibilizzare un sempre crescente numero di persone sul tema, in modo da renderli cittadini consapevoli e informati, contro lo stigma che circonda la malattia. Tra gli “Amici delle Persone con Demenza” ci sono già i commercianti del mercato comunale Isola di Milano, compresi i due complici dell’esperimento sociale, che lo scorso autunno hanno partecipato a uno specifico corso organizzato da Alzheimer Milano ODV.

Italia 90, all’asta otto magliette originali: c’è anche quella di Giannini

Otto magliette ufficiali di altrettante nazionali andranno all’asta da Hansons Auctioneers, nel Derbyshire britannico. Risalenti al Mondiale di Italia 90, sono state raccolte durante le sette partite giocate in quella edizione dall’Inghilterra, sconfitta nella finale per il terzo posto proprio dagli Azzurri padroni di casa allo stadio San Nicola di Bari. «Per ovvie ragioni di riservatezza, non posso rivelare il nome di quale ex stella dei Tre Leoni ne fosse il proprietario», ha detto alla Bbc Charles Hanson, a capo della casa d’aste. «Ha giocato però un ruolo cruciale nel cammino dei britannici al Mondiale italiano, godendo di una carriera stellare nel calcio». Il valore dell’intera collezione è stato stimato intorno alle 300 mila sterline, poco meno di 350 mila euro.

Fra le maglie di Italia 90 anche quella azzurra di Giuseppe Giannini

La divisa più gettonata della collezione è quella del portiere dei britannici Peter Shilton. Indossata durante la semifinale persa contro la Germania Ovest, presenta l’autografo di tutti i calciatori della Nazionale dei Tre Leoni all’altezza del petto. Il suo valore si aggira fra 40 e 50 mila sterline (46-58 mila euro). «La regalò al nostro attuale venditore negli spogliatoi dopo la fine della partita», ha raccontato Hanson. «Arricchisce questo set unico di magliette rétro che ci riporta a un torneo che rimarrà per sempre nei nostri ricordi». Fra le altre sette divise, ciascuna di una formazione differente, c’è anche quella del nostro Giuseppe Giannini, centrocampista e bandiera della Roma dal 1981 al 1996 con oltre 300 presenze in giallorosso. Per lui un gol in quel Mondiale di Italia 90 contro gli Stati Uniti nella fase a gironi.

Il valore della collezione è di quasi 350 mila euro. In vendita la maglia di Italia 90 del portiere Shilton con l'autografo della squadra.
Peter Shilton durante il Mondiale di Italia 90 (Getty Images).

Nel lotto anche la divisa indossata a Italia 90 da Andy Townsend della Repubblica d’Irlanda, Johannes van ‘t Schip dell’Olanda e Sader Eid dell’Egitto. È possibile anche accaparrarsi la maglia del belga Marc van der Linden, del camerunense Emmanuel Kunde e di Klaus Augenthaler, allora difensore della Germania Ovest. Proprio i tedeschi si aggiudicarono la Coppa del Mondo, battendo l’Argentina di Diego Armando Maradona detentrice del titolo nella finale di Roma con un rigore dell’interista Andreas Brehme a cinque minuti dallo scadere. Il cammino degli Azzurri si era interrotto proprio contro i sudamericani in semifinale all’allora San Paolo di Napoli. Dopo l’1-1 nei tempi regolamentari firmato da Salvatore Schillaci e Claudio Caniggia, dal dischetto sbagliarono Roberto Donadoni e Aldo Serena.

Bonucci contro la Juve e Allegri: «Mi hanno umiliato. Via due volte per colpa di un singolo»

La notizia della causa alla Juventus, le parole della moglie e adesso le accuse ad Allegri e al club bianconero. Leonardo Bonucci ha deciso di attaccare pubblicamente la sua ex squadra e il suo ultimo tecnico in Italia, dopo il trasferimento di poche settimane fa all’Union Berlin. Il difensore ha concesso un’intervista a SportMediaset in cui ha dichiarato: «Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juventus e dall’allenatore». Ha raccontato la sua versione dei fatti e ha sottolineato di essere stato «umiliato» da società e allenatore.

Bonucci: «Sono stato umiliato»

L’ex difensore bianconero ha dichiarato: «È falso che a ottobre e a febbraio mi era stata comunicata la volontà di interrompere il rapporto alla fine della stagione. Anzi, a fine maggio avevo dato la mia disponibilità per essere la quinta/sesta scelta in difesa, a fare la chioccia». E ancora: «Ho annusato qualcosa solo leggendolo sui giornali, fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero».

Bonucci contro la Juve e Allegri «Mi hanno umiliato. Via due volte per colpa di un singolo»
Leonardo Bonucci riceve dal presidente Gianluca Ferrero una targa per le 500 apparizioni in bianconero (Getty).

Il difensore: «Costretto a lasciare la Juve per un singolo»

«Ho apprezzato la solidarietà di tanti giocatori, anche attuali, della Juve e di altre società», ha continuato Bonucci. «Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società». L’attacco del difensore ad Allegri è arrivato poco dopo: «Porto avanti la causa perché le persone che dovevano farmi chiudere la carriera in bianconero in modo rispettoso e degno non l’hanno fatto. È la seconda volta che sono costretto a lasciare la Juve per la presa di posizione di un singolo. È sotto gli occhi di tutti che non ho mai avuto il rapporto che avrei voluto con l’allenatore». Infine un passaggio sulla scelta delle vie legali: «Avevo diritto ad allenarmi con la squadra a prescindere dalla scelta tecnica: non mi è stato concesso. Mi sono sentito svuotato di tutto. Se dovessi vincere, devolverò tutto in beneficenza».

Bonucci contro la Juve e Allegri «Mi hanno umiliato. Via due volte per colpa di un singolo»
Bonucci con la maglia dell’Union Berlin (Getty).

La nave da crociera incagliata in Groenlandia è stata liberata da un peschereccio

La nave da crociera Ocean Explorer, battente bandiera australiana, è stata liberata con successo da un peschereccio dopo che lunedì 11 settembre 2023 si era incagliata mentre visitava il parco nazionale Alpejord, a circa 1.400 km a Nord-Est della capitale della Groenlandia, Nuuk. La liberazione è stata resa nota dalle testimonianze dei passeggeri a bordo riportate dal Sindeny Morning Herald e confermate da un portavoce delle forze armate danesi coinvolte nelle operazioni. La nave partirà ora per Akurej, in Islanda, dove verranno effettuati i controlli di sicurezza.

Tre passeggeri sono positivi al Covid

Sull’imbarcazione sono presenti tre passeggeri risultati positivi al Covid-19. A comunicarlo è stato l’operatore della nave, Aurora Expeditions, al Guardian. La compagnia australiana ha fatto sapere in un comunicato che i tre si trovano in isolamento, «stanno bene» e sono assistiti da un’equipe medica.

I miliardari russi hanno ritirato 50 miliardi di dollari dai paradisi fiscali europei

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, i miliardari russi hanno ritirato beni per un valore di 50 miliardi di dollari dai cosiddetti Paesi europei “ostili” a causa delle crescenti sanzioni occidentali e delle pressioni del Cremlino per il rientro dei capitali. Come scrive Bloomberg, gli oligarchi – che hanno sempre considerato l’Europa una cassaforte sicura – stanno trasferendo i loro fondi da paradisi fiscali come come Cipro, la Svizzera o l’isola britannica di Jersey in patria o in Paesi che Mosca considera amici, come il Kazakistan o gli Emirati Arabi Uniti. I primi a spostare le proprie ricchezze sono stati il re dei fertilizzanti Andrey Guryev e il magnate dell’acciaio Victor Rashnikov (presidente e proprietario di Magnitogorsk Iron and Steel Works, uno dei maggiori produttori d’acciaio del mondo), seguiti da Igor Altushkin (fondatore e maggiore azionista della Russian Copper Company, il terzo produttore di rame della Russia), Igor Shilov, Mark Kurtser e altri. Il Cremlino dal canto suo ha sempre spinto per riportare in patria le ricchezze degli oligarchi, creando anche zone a fiscalità agevolata.

Kyiv chiede di utilizzare i beni congelati per la ricostruzione dell’Ucraina

Kyiv ha dichiarato più volte di utilizzare i beni congelati dell’élite russa per finanziare la ricostruzione e la ripresa dell’Ucraina. Intanto lo scorso 6 settembre, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che per la prima volta Washington finanzierà il sostegno ai veterani militari ucraini utilizzando «beni sequestrati agli oligarchi russi sanzionati».

 

Schillaci annuncia nuovi vaccini contro il Covid entro fine settembre

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che, entro fine settembre 2023, saranno disponibili i nuovi vaccini contro il Covid. Rispondendo ai giornalisti a margine dell’evento alla Camera Natalità: work in progress, ha affermato che «sulla possibilità che la vaccinazione contro il virus venga offerto a tutti e gratuitamente ancora non ci abbiamo ragionato». Relativamente al Covid e all’ambiente scolastico ha invece affermato: «Stiamo lavorando con il ministero dell’ Istruzione per tranquillizzare tutti. C’è stato un allarmismo forse esagerato su questo argomento». Mercoledì 13 settembre, proprio sul tema della prevenzione sanitaria a scuola, si è tenuto un tavolo tra i ministeri della Salute e dell’Istruzione.

Un vaccino bivalente contro Covid e influenza entro il 2025

Intanto Moderna ha fatto sapere che, entro il 2025, potrebbe rendere disponibile un unico vaccino contro Covid e influenza stagionale. «La nostra piattaforma a mRNA sta funzionando», ha reso noto il ceo Stéphane Bancel. Oltre ai vaccini contro il Covid sono in dirittura di arrivo quelli contro l’influenza stagionale e contro il virus respiratorio sinciziale, entrambi con buoni risultati nelle sperimentazioni cliniche di fase III. Sono inoltre in corso studi per le formulazioni combinate di questi vaccini: influenza con Covid-19 o con virus respiratorio sinciziale. «L’azienda intende rendere disponibile il vaccino combinato già nel 2025 e prevede di aggiornare regolarmente le combinazioni», legge in nota della società.

Iran, proteste a un anno dalla morte di Mahsa Amini: ucciso un manifestante

Un giovane attivista curdo è stato ucciso dalle forze di sicurezza a Karaj, circa 30 km a ovest di Teheran, dopo avere gridato slogan anti governativi per la strada e avere invitato la popolazione a commemorare Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta il 16 settembre del 2022 dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. Lo rendono noto la ong, con sede in Norvegia, Hengaw e altri media locali. L’uomo, originario della provincia di Kermanshah, è morto dopo essere stato colpito da quattro colpi di arma da fuoco sparati dalle forze di sicurezza.

LEGGI ANCHE: Iran, la denuncia degli attivisti: «Arrestato lo zio di Mahsa Amini»

Sale la tensione in tutto il Paese

Secondo l’agenzia della magistratura iraniana Mizan, Bagheri – questo il suo nome – aveva minacciato le persone che stavano accanto a lui con un machete e ferito due agenti di polizia mentre tentavano di arrestarlo, per questo motivo le forze dell’ordine gli hanno sparato. Dopo avere appreso la notizia della morte, la famiglia di Bagheri si è recata a Karaj ma le autorità si sono rifiutate di mostrare il cadavere ai parenti, riferisce Hengaw. Mentre in tutto il Paese sale la tensione, con proteste e slogan, la famiglia di Mahsa sta ricevendo molte pressioni e minacce per annullare la commemorazione della figlia nel primo anniversario della sua morte, secondo quanto fatto sapere il portale dei giornalisti iraniani all’estero Iran Wire. La famiglia aveva fatto sapere di volere tenere una cerimonia «religiosa e tradizionale» sulla tomba della ragazza in un cimitero di Saqqez.

Crisi Ue-Tunisia sui migranti, la Lega critica la strategia diplomatica di Meloni

Quanto sta accadendo a Lampedusa e di riflesso in Europa rischia di creare crepe non solo tra i leader dei vari Paesi coinvolti (in teoria) nell’accoglienza dei migranti, ma anche all’interno della maggioranza. In un’intervista ad Affaritaliani, il vicegretario della Lega Andrea Crippa ha infatti criticato la strategia diplomatica adottata dalla premier Giorgia Meloni per tentare di contrastare l’immigrazione irregolare.

Crisi Ue-Tunisia sui migranti, la Lega critica la strategia diplomatica di Meloni. Crippa: «Bisogna tornare a fare ciò che faceva Salvini».
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

«Salvini ha dimostrato che i problemi si possono risolvere con atteggiamenti più rigidi»

«A occhio non ha funzionato. Bisogna tornare a fare ciò che faceva Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno. Lui ha dimostrato che i problemi si possono risolvere con atteggiamenti più rigidi. Non parlo solo del ripristino dei decreti Sicurezza del 2018, ma anche di un atteggiamento che deve essere più deciso», ha detto Crippa. «Meloni ci ha provato, giustamente, con la via diplomatica a risolvere il problema. Ma l’Europa non ci sta aiutando per niente, anzi gli altri Paesi stanno chiudendo le frontiere e noi dobbiamo ospitare tutti i clandestini». E poi, con una terminologia già adottata dal leader leghista Salvini: «Il governo della Tunisia, è evidente, ha dichiarato guerra all’Italia. Non è possibile che un Paese come il nostro sia sotto ricatto degli Stati del Nord Africa».

Le mafie puntano al metaverso, Dia: «Attenzione al web»

Il nuovo fronte sul quale puntano le mafie è quello del metaverso. A rivelarlo è la relazione della Direzione investigativa antimafia, che pone l’attenzione sulle piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, su internet e darkweb. Il documento, che fa riferimento al secondo semestre 2022, ha presentato un focus proprio sul nuovo scenario «rispetto al quale Europol ha già evidenziato le potenziali criticità». Si sottolinea, infatti, la capacità delle organizzazioni criminali «di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale».

«Clan sempre meno violenti, preferiscono investimenti e affari»

Il quadro dipinto dalla Dia è mutato, e molto, rispetto al passato. Sembra infatti che i clan abbiano iniziato a spostare il loro sguardo sugli affari economici e finanziari piuttosto che sulla violenza e le minacce, pur sempre presenti. La Dia, a proposito, ha spiegato: «Nel loro incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti, hanno implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza e delle intimidazioni, sempre più residuali, con strategie di silenziosa infiltrazione e con pratiche corruttive». L’organo ha inoltre precisato che le mafie oggi «preferiscono rivolgere le proprie attenzioni sempre più ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. Si tratta di modi di operare dove si cerca sia di rafforzare i vincoli associativi mediante il perseguimento del profitto e la ricerca del consenso approfittando della forte sofferenza economica che caratterizza alcune aree, sia di stare al passo con le più avanzate strategie di investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari (Recovery Fund e Pnrr)».

Assogiocattoli, +2 per cento del mercato nel primo semestre 2023

In occasione della 14a edizione del Press Day, Assogiocattoli ha confermato che Toys Market e Baby Care godono di ottima salute: una tendenza generale più che positiva e che fa ben sperare in vista del Natale. A raccontarlo sono stati i dati del rapporto Gli italiani amano giocare a tutte le età presentati al nuovo Ansa Incontra organizzato dalla redazione Cultura e Spettacoli e trasmesso in diretta su Ansa.it il 14 settembre 2023 alle 12.00. Il mercato del giocattolo, raccontano i numeri della società di ricerche Circana, chiude la prima metà dell’anno con un incremento del 2 per cento (Retail Tracking Service Italy, primo semestre 2023). Il settore prima infanzia, invece, dopo un 2022 con un fatturato da +3,4 per cento, dalle analisi condotte da GfK, mantiene stabile l’ottimo risultato e tende a crescere nonostante l’ulteriore calo della natalità.

Giochi in scatola e prescolastici tra i più richiesti

Con un prezzo medio stabile, sugli scaffali i più richiesti sono i giochi in scatola e di carte, ma anche plush e prescolari. Grande attesa poi, per la “febbre” da Halloween e l’arrivo del Natale, quando gli italiani inizieranno ad addobbare casa con ulteriore impulso al segmento festività & party. «Ogni nostra azione ha l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare le famiglie sull’importanza del gioco dal punto di vista pedagogico, sociale e culturale», ha raccontato Maurizio Cutrino, direttore di Assogiocattoli, promotrice della campagna Gioco per sempre. «Supportiamo regolarmente e concretamente addetti ai lavori e negozianti, grandi e piccoli per tentare di sradicare con attività tangibili il concetto di stagionalità del giocattolo inteso come un semplice regalo per occasioni come compleanni o festività, rendendolo bensì uno strumento fondamentale per la crescita dei bambini, dai primi giorni di vita sino a diventare adulti. Il gioco è universale e il giocattolo è un bene primario», ha aggiunto.

Le inondazioni in Libia fra crisi climatica e fallimenti della politica

Metti insieme la crisi climatica e uno Stato fallito e ottieni esattamente il disastro di Derna. È quanto ritiene l’analista del Guardian Patrick Wintour, che ha analizzato le possibili ragioni alle spalle della tragedia che si è consumata in Libia dopo il passaggio del ciclone Daniel e le successive inondazioni. Mentre il bilancio delle vittime continua a salire, tanto che si temono 20 mila morti, nel resto del mondo si cerca di capire come si è potuti giungere a questa situazione. La tempesta aveva infatti già mostrato con il suo passaggio in Grecia le potenzialità distruttive, ulteriormente aumentate durante l’attraversamento del Mediterraneo. Perché la nazione non ha preso le contromisure necessarie per provare ad arginare la furia del clima? Per tentare di dare una risposta, occorre risalire agli Anni 70, quando al governo c’era Muhammad Gheddafi.

Da Gheddafi ad Haftar, così la politica ha fallito in Libia

Nel corso della sua dittatura, Gheddafi smantellò il settore privato della Libia, ricca di petrolio, attraverso una serie di società statali, mandando così in frantumi la base di potere indipendente delle classi superiori. «Tali imprese sono divenute clientelari», ha spiegato Wolfram Lacher, coeditore della serie di saggi Violence and Social Transformation in Libya. Dopo la sua caduta nel 2011, il Paese è governato principalmente da due amministrazioni rivali, l’una a Tripoli e l’altra a Tobruk, ciascuna delle quali ha potuto contare su vari attori esterni tra cui anche il Gruppo Wagner della Russia. A ovest, le milizie hanno nominato i ministri del governo di unità nazionale, con sede nella capitale. A est invece, tutto è sotto il controllo del generale Khalifa Haftar, “l’uomo forte della Cirenaica”, e della sua famiglia.

La divisione politica, gli investimenti bloccati e il boicottaggio delle elezioni a Derna. Le ragioni dietro al disastro di Derna in Libia.
I danni provocati dalle inondazioni nella città di Derna (Getty Images).

Secondo l’analista del Guardian, il conflitto continuo tra le due parti, seppur spesso a bassa intensità, ha però creato il clima peggiore per effettuare investimenti strutturali. Come nel caso di Derna, dove le due dighe crollate erano già finite al centro di uno studio sui livelli di rischio nel 2022. Costruite negli Anni 70 da una ditta jugoslava, si trovavano in uno stato di degrado tale che, con la minima pressione ulteriore dell’acqua, hanno ceduto. Sebbene le autorità abbiano racimolato abbastanza denaro per il loro rifacimento, come ha testimoniato un audio finito online gran parte non è mai stato speso. A peggiorare la situazione, all’arrivo della tempesta Daniel nessuno ha messo la popolazione in guardia dalle possibili inondazioni. Invece di ordinare la fuga e fornire informazioni utili, è stato imposto il coprifuoco, la risposta standard delle milizie in simili situazioni di crisi.

Le elezioni comunali a Derna saltate per le brigate fedeli ad Haftar

Nel mese di settembre, a Derna si sarebbero dovute tenere le elezioni del nuovo consiglio comunale. Poco prima di andare alle urne, però, le brigate Awliya al-Dam, fedelissime di Haftar, hanno bruciato i manifesti elettorali e minacciato di rapimento e omicidio i candidati, chiedendo l’insediamento di un governatore militare nella città. Lo stesso capo della commissione elettorale ha riferito di aver subito intimidazioni. Aguila Saleh, presidente della Camera dei Rappresentanti del parlamento orientale, ha invece proposto di formare un consiglio di gestione temporaneo, in modo da rinviare lo scrutinio. «È ancora da vedere se i politici che hanno lasciato Derna così esposta alla natura verranno spazzati via come gli edifici», ha concluso Wintour. «Negli ultimi anni, da est a ovest, hanno dimostrato una sorprendente capacità di sopravvivere».

La Bce alza i tassi di un quarto di punto, al 4,5 per cento

La Banca Centrale Europea ha deciso di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50 per cento, quello sui depositi al 4 per cento e quello sui prestiti marginali al 4,75 per cento. In un comunicato, la Bce ha sottolineato che se i tassi «resteranno così a lungo», l’inflazione «sarà domata». Si tratta del decimo rialzo consecutivo. L’ultimo è stato il 27 luglio scorso, quando il tasso è stato portato dal 4 al 4,25 per cento, con un aumento di 25 punti base anche in quel caso.

La Bce: «Mantenere i tassi per portare l’inflazione all’obiettivo»

La Banca Centrale Europea ha spiegato che il Consiglio direttivo «ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario». Il Consiglio «continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione».

Continua la stretta monetaria di Francoforte che chiarisce: «L’inflazione sarà domata se i tassi resteranno così a lungo».
La presidente della Bce, Christine Lagarde (Getty Images).

Decisivo il rialzo delle stime di inflazione

La decisione è stata presa dopo il rialzo delle stime sull’inflazione, passate al 5,6 per cento nel 2023, al 3,2 per cento nel 2024 e al 2,1 per cento nel 2025. Per la Bce si tratta dell’effetto «dell’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia». Nel comunicato ha specificato: «L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine». Per questo «ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse».

Incidente a Tezze sul Brenta: finisce contro un’auto e viene investito e ucciso da una seconda

Un grave incidente è avvenuto nella mattinata di giovedì 14 settembre 2023 a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza. Nel sinistro un uomo di 38 anni ha perso la vita dopo essere stato investito da un’auto.

Finisce contro un’auto e viene investito da un secondo mezzo

Secondo una prima ricostruzione dei fatti riportata dal Giornale di Vicenza e da Vicenda Today, la tragedia si è consumata intorno alle 8.00 del mattino. La vittima si trovava a bordo del suo motorino, dal quale è stata sbalzata dopo aver urtato contro l’auto che lo precedeva. A causa del violento scontro, l’uomo si è così ritrovato sulla corsia opposta dove una seconda auto in arrivo non è riuscito ad evitarlo, investendolo in pieno. A nulla è servito l’immediato intervento dei sanitari del Suem 188. Per il 38enne non c’è purtroppo stato nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate. L’incidente è stato rilevato dalla Polizia locale di Tezze attualmente al lavoro sul caso. Nel frattempo sul luogo del sinistro, avvenuto in Via Tre Case, sono giunti i carabinieri impegnati che hanno deviato il traffico verso Sant’Anna di Rosà.

Diego (detto Marco), il Casamonica diventato influencer su TikTok

Diego Casamonica ha un soprannome, Marco, 44 anni e qualche precedente penale. Ma anche tanti follower su TikTok, dove è seguito da circa 100 mila persone. Proveniente dalla nota famiglia sinti operante nell’area di Roma, a Frosinone, nella zona dei Castelli Romani e nel litorale laziale, da qualche tempo dispensa consigli alle nuove generazioni sulla piattaforma più amata dai giovani, dove può vantare due milioni di like.

I filmati da guru motivazionale, tra frasi a effetto e detti popolari

Su TikTok, Marco (che ha precedenti per estorsione) pubblica brevi filmati motivazionali, “regalando” ai follower frasi come «Non chiamate il dolore nemico fino a quando non lo conoscete, perché poi lo chiamate maestro» e «Nella vita fai mille cose buone e nessuno ti si ricorda. Fai una cavolata e rimani segnato a vita». In uno dei video postati sul web ha anche detto: «Cercate di evitare di guardare film o serie di malavita, fanno male, fanno piagne’ le povere mamme, io vi consiglio di guardarvi i cartoni animati che state più rilassati, siete malati di malavita, nun è così regà!». Questi consigli vengono alternati a detti popolari come: «Quando il somaro non vuole bere è inutile che fischi».

Diego (detto Marco), il Casamonica diventato influencer su TikTok tra frasi motivazionali e detti popolari.
Diego (detto Marco) Casamonica.

Ha persino creato un brand: le t-shirt in vendita sulla Tuscolana

Testa rasata ai lati, capelli raccolti in un codino e barba lunga, il “Casamonica buono” Marco dispensa massime dalla sua villa di Morena, spesso presentando outfit improbabili. Eppure oltre a essere guru motivazionale è anche stylist: a maggio 2023 ha lanciato il suo brand “Daje a treni”. Per chi fosse interessato la t-shirt con il logo da lui ideato (due mani incrociate) viene venduta in un negozio sulla Tuscolana.

Meloni a Budapest: «Dio e la famiglia vanno difesi»

Dio e la famiglia vanno «difesi» all’interno della società. Parola di Giorgia Meloni, intervenuta al Budapest Demographic Summit, in Ungheria, dov’è stata introdotta dalla presidente Katalin Novák. Quest’ultima l’ha presentata dichiarando: «I bambini e le bambine devono essere liberi di crescere con la loro identità sessuali di maschi e femmine senza paura e ideologie. E sono felice di avere qui la mia amica Giorgia». Lei ha ringraziato e ha elogiato tanto Novák quanto il primo ministro ungherese Viktor Orban: «Sono entrambi miei cari amici». Poco dopo ha sottolineato che serve «una grande battaglia per difendere le famiglie. Significa difendere l’identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà».

Meloni a Budapest «Dio e la famiglia vanno difesi»
Il presidente bulgaro Rumen Radev, la presidente ungherese Katalin Novak, il vice presidente della Tanzania Philip Isdor Mpango, la premier italiana Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban in posa per un selfie (Getty).

Meloni: «Famiglia e sfide demografiche questioni chiave»

Subito dopo la presidente del Consiglio ha sottolineato che «oggi abbiamo un’opportunità importante di discutere di questioni che sono chiave per l’Italia e per tutta l’agenda europea: la famiglia e le sfide demografiche. Fanno parte del cuore della politica del governo italiano, il cui obiettivo primario è avviare un cambiamento sostanziale culturale». Giorgia Meloni ha poi citato un suo stesso discorso del 2019, quello in cui «ho detto, mi chiamo Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana e nessuno me lo può togliere. Questo ha provocato degli attacchi, qualcuno ci ha fatto delle canzoni. Ma gli avversari non hanno capito quanto fossero le persone che hanno ritenuto quelle parole buone».

La premier applaude l’Ungheria: «Sostiene la famiglia vera»

E la premier Meloni ha ha proseguito elogiando l’Ungheria: «Dobbiamo sostenere la famiglia vera come ci chiede Papa Francesco e come state facendo qui in Ungheria. Qui si è fermato il calo demografico e l’economia sta migliorando. Sta migliorando anche l’occupazione delle donne: io sono contro la teoria di alcuni uomini che più bambini tolgono le donne dal lavoro. Non è così e l’Ungheria lo dimostra. E ci dico che io mi sento più forte dopo la nascita di mia figlia. Mi dà la forza anche nel lavoro perché so per chi sto faticando, per il suo futuro».

Meloni a Budapest «Dio e la famiglia vanno difesi»
Giorgia Meloni e Viktor Orban (Getty).

Meloni parla anche dei migranti

Tra gli argomenti toccati, c’è anche il tema dei migranti: «Spesso in maniera strumentale si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d’accordo con questa narrazione. Sono convinta che le grandi nazioni devono prendersi la responsabilità di costruire il proprio futuro. I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo: il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo».

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Orban: «Grazie Meloni. Europa ha hackerato sistema culturale»

La parola poi passa a Viktor Orban, che ringrazia Giorgia Meloni: «È fantastico che la destra italiana abbia vinto e sia andata al governo del Paese. Un governo oggi che difende la famiglia, come ha detto Meloni poi volte, che abbia un padre e una madre». Poi va all’attacco dell’Europa, definita «in mano a una élite liberale e progressista che pensa di sovrascrivere le leggi di natura, come quando ha sostenuto testi sui maschi che possono procreare. L’Unione sovietica voleva abolire la festa del Natale: anche in Ue hanno scritto un regolamento per evitare di fare gli auguri a Natale perché discriminatorio verso altre religioni. L’Europa dovrebbe occuparsi della demografia, ma non lo fa: perché? Perché hanno hackerato il nostro sistema culturale: hanno detto che esiste nella nostra società solo l’individuo e non c’è altro. Non c’è la famiglia, non c’è la patria. Per loro conta solo il desiderio del singolo individuo».

Cerasa prescelto per la direzione del Messaggero e altri sussurri

Chi sarà il prossimo direttore del quotidiano Il Messaggero, al posto di Massimo Martinelli? Dopo l’uscita di Osvaldo De Paolini, vicedirettore vicario che è inciampato sulla via della Seta, a via del Tritone manca una “guida” nel settore dell’economia, e l’ingegnere Francesco Gaetano Caltagirone vuole porre rimedio nel più breve tempo possibile al problema. Ma tocca anche pensare alla direzione: Martinelli sogna a occhi aperti di passeggiare tra i vigneti di Pantelleria, lontano da Roma, e la pensione è vicina, non chiederà nemmeno di prolungare la permanenza al giornale. E allora che si fa? Nella stanze caltagironiane c’era stato un innamoramento nei confronti di Agnese Pini, ma è svanito velocemente. Ora l’ottuagenario editore e costruttore, che vuole un giovane al comando del quotidiano, ha in mente un giornalista che lo ha sempre seguito con attenzione, e con il quale dialoga da anni, in pubblico e in privato: si tratta di Claudio Cerasa, il direttore del Foglio, che ha traslocato da via del Tritone a largo di Campo Marzio. Per Cerasa si tratterebbe di un ritorno alla strada di partenza, in fondo. Intanto sono state rigettate al mittente un paio di proposte d’acquisto arrivate alla proprietà del Foglio, respinte da casa Mainetti perché ritenute non adeguate economicamente. I pretendenti torneranno però alla carica…

Cerasa prescelto per la direzione del Messaggero e altri sussurri
Il direttore del Foglio Claudio Cerasa (Imagoeconomica).

Guzzetti, Palenzona e Fazio: che trio

Incontro imperdibile quello in programma il 19 settembre a Roma nell’Istituto Luigi Sturzo: con la scusa di parlare di un tema caldissimo come “Le fondazioni di origine bancarie”, si riuniranno l’ex presidente della Fondazione Cariplo (per non parlare di Acri) Giuseppe Guzzetti, l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, il presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona, l’attuale numero uno di Acri Francesco Profumo e il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini. Le conclusioni saranno affidate a Luigi Grillo, che è anche autore del libro Le fondazioni di origine bancarie.

Cerasa prescelto per la direzione del Messaggero e altri sussurri
Fabrizio Palenzona (Imagoeconomica).

Flussi che Flussi Tv2000

A volte ritornano. A Rete Blu dal 16 settembre Luciano Flussi assume l’incarico di direttore del personale di Tv2000 e inBlu2000. Nato a Gubbio, Flussi ha ricoperto gli incarichi di direttore delle risorse umane e organizzazione della Rai e direttore generale di Rai Pubblicità. Viene dall’Umbria, terra di santi, di cardinali e vescovi…

Cerasa prescelto per la direzione del Messaggero e altri sussurri
Luciano Flussi (Imagoeconomica).

Soldi inglesi, tra Rai e Bbc

Ora a Viale Mazzini la chiamano “Marinella money”: già, perché la Soldi, presidente della Rai, ha conquistato un posto nel consiglio d’amministrazione della Bbc. «Consigliere non esecutivo indipendente», è la definizione: comunque si tratta della prima volta di un italiano nel board del servizio pubblico inglese. Per i maligni, a Londra hanno atteso la scomparsa di Gianni Boncompagni per fare entrare gli italiani: era stato il geniale autore televisivo e radiofonico a inventare la storica frase «No, non è la Bbc, è la Rai, la Rai tivi», un tormentone che ha accompagnato la vita di Bonco, che poi creò Non è la Rai andando a lavorare a Mediaset, ricoperto da Silvio Berlusconi con miliardi di lire dell’epoca. Curiosamente, l’incarico della Soldi alla Bbc è stato dichiarato compatibile con quello ricoperto alla Rai. Una cosa che a Berlusconi vivente sarebbe piaciuta tantissimo…

Cerasa prescelto per la direzione del Messaggero e altri sussurri
Marinella Soldi (Imagoeconomica).

The Ferragnez, Chiara: «Mi sono sentita tradita da Fedez a Sanremo». Lui: «Non ero lucido»

«Mi sono sentita tradita da Fedez a Sanremo». È con queste parole che, nell’episodio speciale di The Ferragnez, Chiara Ferragni ha spiegato il suo punto di vista rispetto al comportamento tenuto dal marito nel corso della settimana dell’edizione 2023 della kermesse. La tanto attesa puntata è stata caricata giovedì 14 settembre sulla piattaforma Prime Video.

Disponibile la puntata di The Ferragnez sul Festival di Sanremo 2023

I fan della chiacchierata coppia attendevano da tempo questo momento, quello in cui si sarebbe finalmente saputo cos’è successo sul palco dell’Ariston tra marito e moglie subito dopo il bacio in bocca scambiato tra Rosa Chemical e Fedez. Ma non solo. C’era infatti grande curiosità in generale rispetto al post Sanremo, a tutto ciò che è accaduto alla coppia dopo l’evento, anche in considerazione del fatto che per giorni Federico Lucia era sparito dai social. In tanti avevano immaginato che all’interno della coppia qualcosa si fosse rotto e che, chissà, i due potessero essere sul punto di lasciarsi. Niente di tutto questo, alla fine, è accaduto, ma non c’è dubbio che l’atteggiamento di Fedez non sia andato giù all’influencer.

«Poteva fare qualsiasi cosa, gli avevo chiesto di essere solo uno spettatore. Non è successo», ha commentato nella serie Chiara, messa in ombra dal marito non soltanto alla finale della kermesse ma nel corso di tutta quella delicatissima settimana, tra Muschio Selvaggio, il duetto con gli Articolo 31 e il freestyle di stampo politico a bordo della nave Costa Crociere.

Fedez torna a chiedere scusa a Chiara Ferragni

In concomitanza con l’uscita della puntata, Federico Lucia si è sentito in dovere di mettere nuovamente i puntini sulle i nel merito della questione, chiedendo di nuovo scusa alla moglie per quanto accaduto. Con una Instagram Stories, l’artista ha così giustificato il suo comportamento a Sanremo: «Era un periodo in cui non ero lucido ed è venuta fuori una parte della mia persona di cui non vado fiero. Sono molto dispiaciuto per ciò che non sono riuscito a fare e per ciò che ho fatto. In questi mesi sto lavorando molto su me stesso, la mia salute mentale e sulla mia relazione cercando di migliorarmi soprattutto per il bene della mia famiglia».

The Ferragnez, Chiara: «Mi sono sentita tradita da Fedez a Sanremo». Lui: «Non ero lucido»
Storia di Fedez su quanto accaduto a Sanremo (Insatgram).
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