«Potrebbe sembrare un po’ egoista, ma ho bisogno che mio marito, non una figura storica, sia al mio fianco e anche ai nostri figli manca il padre, ma restiamo forti, abbiamo forza sia emotiva che fisica. E sono sicura che ce la faremo insieme». Così la first lady ucraina Olena Zelenska, moglie di Volodymyr Zelensky, in un’intervista insolitamente intima alla Bbc in cui ha raccontato l’impatto emotivo che la guerra ha avuto sulla sua famiglia. Nascosta per mesi in luoghi segreti con i suoi figli con una costante sensazione di adrenalina, ha spiegato che, con il passare del tempo, ha ritenuto che fosse «necessario» iniziare a vivere la vita «nelle condizioni esistenti». La guerra ha portato l’ex sceneggiatrice sotto i riflettori, e da allora ha viaggiato per il mondo per incontrare leader e tenere discorsi. «Non viviamo insieme con mio marito, la famiglia è separata. Abbiamo l’opportunità di vederci ma non così spesso come vorremmo». E «mi addolora vedere che i miei figli non possano pianificare nulla».
«Zelensky ha la resilienza di cui abbiamo tutti bisogno in questo momento»
Olena e Volodymyr Zelensky stanno insieme dai tempi del liceo, e hanno poi continuato a lavorare insieme, lui come attore e lei come sceneggiatrice. «Credo in lui. E lo sostengo. So che ha abbastanza forza. Per qualsiasi altra persona che conosco, penso che sarebbe molto più difficile questa situazione. È davvero una persona molto forte e resiliente. E questa resilienza è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questo momento». E anche lei si è fatta forza: «Spero davvero di poter ispirare qualcuno, di poter dare speranza o consigli a qualcuno, o di dimostrare con il mio esempio che viviamo, lavoriamo, andiamo avanti».
La Serbia è la prima semifinalista ai mondiali di basket in corso nelle Filippine. A Manila, la nazionale di Pesic si è imposta 87-68 sulla Lituania ed è così tornata nella rosa delle prime quattro al mondo. In semifinale affronterà la vincente del quarto di finale tra Slovenia e Canada in programma mercoledì 6 settembre.
La partita ha avuto una svolta decisiva nei due quarti centrali, quando la squadra allenata da Svetislav Pesic ha piazzato un parziale di 49-30. Bogdan Bogdanovic è risultato il migliore in campo con 21 punti, seguito da Filip Petrusev con 17 punti e 3/3 dalla lunga distanza.
Hubert Aiwanger è il vice governatore e ministro delle Finanze della Baviera. È il leader di un piccolo partito, i Freie Wähler, gli Elettori liberi, che fino a qualche anno fa ha contato come il due di picche a Monaco e dintorni, ma è poi diventato essenziale per il governo della Csu, l’Unione cristiano sociale, che dopo aver perso alle ultime elezioni la maggioranza assoluta ha dovuto cercarsi un partner. E così Markus Söder, numero uno della formazione sorella della Cdu nazionale, ha cooptato per forza di cose Aiwanger e i Freie Wähler al parlamento regionale in una coalizione di centrodestra che si ripresenta alle elezioni dell’8 ottobre 2023 per riconfermare il mandato.
Hubert Aiwanger con un boccale di birra (Getty).
Sondaggi alla mano, l’alleanza non dovrebbe avere problemi a Monaco
Visto quello che dicono gli ultimi sondaggi, per la coppia baiuvaro-populista non dovrebbero esserci problemi: la Csu è data intorno al 39 per cento, gli Elettori liberi al 12, per cui l’alleanza non avrebbe problemi a regnare a Monaco per i prossimi cinque anni. Tanto più che l’opposizione non pare certo in grado di spezzare il dominio del centrodestra, con i socialdemocratici della Spd addirittura sotto il 10 per cento e i Verdi a contendere il secondo posto agli estremisti della Afd, quotati intorno al 14 per cento. I giochi sembrano dunque già fatti, nonostante la scandalo che ha investito proprio Aiwanger, al quale Söder ha assicurato comunque fiducia. In cambio di voti.
Da sinistra, Markus Söder e Hubert Aiwanger (Getty).
Sugli ebrei non si scherza: il caso del volantino di 35 anni fa
La questione è delicata, molto, perché riguarda un tema sul quale in Germania c’è poco da scherzare, ossia l’antisemitismo. Il capo dei Freie Wähler è stato accusato di essere l’autore ai tempi del liceo, oltre 35 anni fa, di un volantino contro gli ebrei. Aiwanger ha parlato inizialmente di caccia alle streghe, ha scaricato poi la colpa sul fratello, offerto le sue scuse a chiunque si fosse sentito coinvolto e risposto infine a 25 domande postegli per iscritto da Söder, che dopo qualche giorno di temporeggiamento ha deciso di chiudere il caso tenendosi stretto il suo vice.
La caccia al più grande traditore della patria e il riferimento ad Auschwitz
Nella conferenza stampa chiarificatrice il governatore ha riconosciuto che la sua decisione non piacerà a tutti e ha sottolineato che non ci sono prove che il volantino era stato scritto da Aiwanger, invitato comunque ad avviare un dialogo con le organizzazioni ebraiche per spiegarsi e in qualche modo pentirsi. Per la cronaca, nel ciclostilato del 1987 si cercava il più grande traditore della patria e il vincitore avrebbe avuto come premio un volo gratis attraverso uno dei camini del campo di concentramento di Auschwitz.
Sopravvissuti all’Olocausto in marcia ad Auschwitz (Getty).
Non è un tema solo locale: riguarda la coscienza di tutta la nazione
La speranza di Csu e Freie Wähler è che la tempesta si plachi e le settimane fino al voto si trasformino nella passeggiata prevista. Il punto è che ormai la vicenda sta prendendo una dimensione che scavalca i confini della Baviera, proprio perché non si tratta di un tema per così dire locale, ma di uno che riguarda la coscienza di tutta la nazione. E così sono iniziati a cadere su Söder gli strali non solo dell’opposizione bavarese, ma del governo nazionale, dato che a Berlino comanda il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, accompagnato da Liberali e Verdi.
Il leader della Cdu Friedrich Merz in un comizio a favore della Csu in Baviera durante la campagna elettorale (Getty).
Intanto la Cdu di Merz evita di gettare benzina sul fuoco
La Cdu di Friedrich Merz, che vorrebbe riportare il più presto possibile il partito dell’ex cancelliere Angela Merkel alla guida del Paese, sta mantenendo invece un basso profilo, evitando di gettare benzina sul fuoco di Monaco, lasciando comunque cuocere Söder nel suo brodo. Il rischio non è tanto però che in Baviera si ribaltino gli equilibri, quanto che le polemiche regionali vadano a ripercuotersi negativamente a livello nazionale sulla Cdu, impegnata in un difficile percorso per recuperare il terreno sottrattole dalla destra radicale dell’Alternative für Deutschland.
Anche un altarino dei clan è stato sequestrato dalla polizia metropolitana, con il coordinamento della procura di Napoli Nord, nel corso del maxi blitz delle forze dell’ordine nel parco Verde di Caivano: un’operazione durante la quale sono state eseguite decine di perquisizioni sia nel quartiere, sia nelle località limitrofe. Tre persone sono state denunciate per contrabbando di tabacchi lavorati esteri poiché trovate in possesso di cinque chili di sigarette senza il marchio del Monopolio di Stato.
Sequestrati 44.000 euro complessivi, due ordigni, di cui uno rudimentale, oltre 170 cartucce di vario calibro, tre armi bianche, compresa una mazza da baseball, un coltello a serramanico e un arco, cinque bilancini di precisione, circa 408 grammi di hashish, 375 grammi di marijuana e 28 di cocaina. In un appartamento in disuso, sono stati rinvenuti materiale per il confezionamento della droga, una pistola replica e numerose munizioni.
Nel maxi blitz al #ParcoVerde di Caivano (Napoli) i poliziotti hanno sequestrato proiettili, ingenti somme di denaro contante e droga nascosta anche nelle intercapedini. Proseguono i controlli anche con il supporto delle altre forze di Polizia#essercisempre#5settembrepic.twitter.com/1xchN0SGG4
Durante il blitz sono stati inoltre eseguiti controlli amministrativi riguardanti il rispetto del Codice della strada e delle condizioni di salubrità ambientale e igienico-sanitaria. In questo contesto sono state identificate 141 persone, controllati 110 veicoli e sequestrate 10 autovetture, di cui nove senza assicurazione e una risultata rubata a Macerata. Contestate 11 violazioni del Codice della Strada, ritirate sette patenti di guida e quattro veicoli sono stati sospesi dalla circolazione.
Un uomo e una donna sono stati arrestati in Cina per aver provocato «gravi danni» alla Grande Muraglia per farci passare una scavatrice e raggiungere più velocemente il loro luogo di lavoro. Lo ha riferito la polizia locale alla Bbc.
Gravi danni alla Muraglia cinese: due lavoratori edili arrestati
Indagini sono ancora in corso a carico dei due lavoratori edili “sospetti”, individuati nella provincia centrale dello Shanxi. L’uomo, di 38 anni, e la donna, di 55, stavano lavorando vicino all’area colpita. Avrebbero scavato un “grande varco” allargando una cavità esistente in modo che il loro escavatore potesse attraversare la Muraglia. I due – ha aggiunto la polizia – hanno causato, «danni irreversibili all’integrità della Grande Muraglia Ming e alla sicurezza delle reliquie culturali».
Oltre il 30 per cento della Grande Muraglia Ming è scomparso
Situata nella conteadiYouyu, la 32/a Grande Muraglia è una sezione della Grande Muraglia Ming ed è classificata come sito storico e culturale protetto a livello provinciale. L’intera Grande Muraglia, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1987,fu costruita e ricostruita ininterrottamente dal 220 a.C. circa fino alla dinastia Ming nel 1600, quando è diventata la struttura militare più grande del mondo. Ora varie parti della struttura si stanno sgretolando o sono scomparse del tutto, soprattutto nelle zone rurali più remote. Un rapporto del 2016 del quotidiano Beijing Times suggeriva che oltre il 30 per cento della Grande Muraglia Ming fosse completamente scomparso, e solo l’8 per cento fosse considerato ben conservato.
Da gennaio a oggi sono 77 i femminicidi consumati in Italia, al quale va aggiunto quello di ieri dell’infermiera uccisa nell’androne di un palazzo a Roma. Lo evidenzia il nuovo report sugli omicidi volontari e la violenza di genere pubblicato martedì 5 settembre dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale. Secondo i nuovi dati, aggiornati al 3 settembre, sono stati registrati 225 omicidi, con 77 vittime donne, di cui 61 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 38 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando gli omicidi commessi erano 215, si tratta di un aumento del 5 per cento. In calo, invece, il numero delle vittime di genere femminile, che da 81 diventano 77 (-5 per cento). Per quanto riguarda i delitti commessi in ambito familiare/affettivo si evidenzia un aumento nell’andamento generale, passando da 96 a 98 (+2 per cento). Fa registrare un decremento, invece, il numero delle vittime donne, che da 71 scendono a 61 (-14 per cento).
In flessione, rispetto allo stesso periodo del 2022, anche il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 46 diventano 42 (-9 per cento), e quello delle relative vittime donne, le quali da 43 passano a 38 (-12 per cento). Infine, nel periodo 28 agosto-3 settembre di quest’anno risultano essere stati commessi sette omicidi, di cui uno con vittima di genere femminile.
La procura federale belga, nella mattinata di martedì 5 settembre, ha chiesto l’ergastolo per Salah Abdeslam, riconosciuto colpevole, in qualità di co-responsabile, di omicidio e tentato omicidio in un contesto terroristico durante gli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016 in cui morirono 35 persone. La procura belga ha inoltre chiesto la condanna all’ergastolo per Mohamed Abrini per la sua partecipazione agli stessi atti.
[A LA UNE A 12H] Le parquet fédéral belge a requis une nouvelle peine de prison à vie à l'encontre du Français Salah Abdeslam et du Belgo-marocain Mohamed Abrini pour leur participation aux attentats de mars 2016 à Bruxelles qui avaient fait 35 morts #AFP 3/5 pic.twitter.com/ovDkOLL1UO
Durante gli attentati in Belgio di sette anni fa, si verificarino tre attacchi terroristici coordinati, avvenuti nell’area metropolitana di Bruxelles, nel corso della mattinata del 22 marzo. Due attacchi avvennero presso l’aeroporto di Bruxelles-National, nel comune di Zaventem, mentre il terzo alla stazione della metropolitana di Maelbeek/Maalbeek, nel comune di Bruxelles. Salah Abdeslam era già stato condannato in Francia nel 2022 per la sua partecipazione agli attentati del 13 novembre 2015 che causarono 130 morti.
Dopo l’annuncio sibillino sui giornali britannici, i Rolling Stones hanno ufficializzato anche sulle loro pagine social l’arrivo del nuovo album. Per l’occasione, mercoledì 6 settembre alle 15,30 italiane, in diretta da Londra, Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood terranno un live streaming su YouTube con un ospite d’eccezione, il noto presentatore americano Jimmy Fallon, autore del suo personale Tonight Show su Nbc. Nel video in anteprima, la band telefona al conduttore – tra l’altro fermo dal 2 maggio a seguito dello sciopero degli sceneggiatori – per convocarlo al loro evento. «Parleremo del disco, di nuova musica e di una nuova era per gli Stones», si legge invece nella didascalia che accompagna il filmato.
Rolling Stones, online i primi secondi del nuovo singolo Angry
In attesa di saperne di più sui primi inediti dei Rolling Stones da 18 anni, sono già disponibili online alcuni secondi del brano Angry. Destituito invece il sito hackneydiamonds.com su cui era stato effettuato il primo annuncio criptico del disco, che ormai rimanda direttamente alla piattaforma ufficiale della band. Per quanto riguarda le altre tracce, tutto resta avvolto nel mistero anche se precedenti interviste dei membri del gruppo hanno già rivelato qualcosa. Si sa infatti che saranno presenti incisioni originali alla batteria di Charlie Watts, scomparso nell’agosto 2021 all’età di 80 anni. Inoltre, prevista la presenza di alcune rockstar britanniche, tra cui l’ex Beatles Paul McCartney.
Jimmy Fallon sarà in live streaming con i Rolling Stones (Getty Images).
L’ultimo disco di inediti dei Rolling Stones è al momento A Bigger Bang, contenente 16 canzoni tra cui le hit Rain Fell Down e Streets of Love, capaci di raggiungere la vetta delle classifiche anche in Italia. Mick Jagger e soci sono invece assenti dalla scena musicale dal 2016, quando incisero l’album di cover Blue & Lonesome, un omaggio alla storia del blues con alcuni capolavori del genere. È probabile che, con l’uscita del disco, gli Stones annuncino anche un nuovo tour mondiale. L’ultima esibizione in Italia risale al giugno 2022 per i 60 anni di carriera, quando suonarono allo stadio San Siro di Milano.
Domenica 2 settembre 2023 Maria Mazza e Amedeo Quagliata si sono sposati. La ex fidanzata di Francesco Totti ha pronunciato il fatidico “sì” di fronte a un gruppo piuttosto ristretto di invitati a Ibiza.
Il matrimonio di Maria Mazza e Amedeo Quagliata
Tra i presenti alle celebrazioni era presente anche la figlia della coppia, la piccola Sveva, nata nel 2014. Il grande giorno è stato documentato dalla diretta interessata e dal neo marito con una serie di romantici scatti e video pubblicati su Instagram. A corredo dei suddetti contenuti, il volto della trasmissione Avanti un altro ha scritto: «La mia famiglia, il mio mondo». Qui sotto alcune delle immagini del matrimonio di Maria Mazza pubblicate via social.
Per l’occasione, la soubrette ha deciso di indossare un classico abito bianco piuttosto semplice e con inserti di tessuto svolazzanti. Quagliata, dal canto suo, ha scelto un classico completo giacca e pantalone, sui toni del panna. Subito dopo la cerimonia la coppia si è spostata insieme ad amici e parenti in una villa della zona dove i presenti hanno passato il resto della serata.
Maria Mazza e il marito Amedeo Quagliata stanno insieme dal 2013. La showgirl, ad ogni modo, ha fatto coppia fissa in passato per un paio di anni con “Er Pupone”, nel periodo subito precedente al matrimonio di Totti con l’allora letterina di PassaparolaIlary Blasi. Maria, che dal 2005 al 2008 è stata sposata con Ludovico Lieto, aveva così parlato dell’ex capitano della Roma in un’intervista: «Ricordo quel periodo col sorriso, eravamo molto giovani. Ci siamo divertiti, ma evidentemente non era un grande amore, né per me e né per lui. E questo credo che poi si sia visto con il tempo. Ci siamo totalmente allontanati. Oggi, poi, siamo due persone completamente diverse da allora».
Oltre 7 mila donne del Kudumbashree, una delle associazioni femminili più grandi del mondo, si sono esibite a Thrissur, nello stato indiano del Kerala, nella Thiruvathira, una danza tradizionale nella quale le danzatrici creano molteplici cerchi concentrici. La coreografia è stata eseguita nel cortile del Kuttanellur Government College in una performance ipnotica durata 10 minuti. L’esibizione, sponsorizzata dal governo locale nell’ambito del festival annuale di Onam, è stata iscritta nel registro dei record mondiali come la più numerosa danza di gruppo mai tenuta.
C’è profumo di fiori d’arancio in casa Ilaria d’Amico-Gigi Buffon. A confermare la bella notizia è stato lo storico ex portiere della Juventus in un’intervista concessa al TG1.
Il matrimonio di Gigi Buffon e Ilaria d’Amico
Una data precisa delle nozze ancora non è stata svelata, ma il mese sì: l’ex calciatore e la giornalista sportiva saliranno insieme all’altare a giugno 2024, dopo quasi 10 anni di relazione (prima di lei Buffon era stato legato alla modella ceca Alena Seredova). Un rapporto, il loro, più solido che mai, a tal punto da spingerli a fare finalmente il grande passo, chiudendo così un ideale cerchio. «Conta ciò che c’è dietro la festa», ha commentato Buffon confermando l’arrivo delle nozze. «È ciò che mi rende più felice e che mi rassicura per il mio futuro di vita», ha precisato, aggiungendo che «con Ilaria non c’è stato un giorno in cui non sono stato felice».
Gigi Buffon e Ilaria d’Amico (Getty).
Ilaria d’Amico parla della proposta di matrimonio di Buffon
Gigi Buffon, che da Ilaria d’Amico ha avuto i due figli Leopoldo e Mattia, non ha in realtà raccontato nulla di nuovo ai giornalisti. La responsabilità di svelare per la prima volta il matrimonio imminente ce l’ha avuta la compagna, che in un’intervista concessa in tempi non sospetti al Corriere della Sera aveva raccontato come si è svolta la romantica proposta di matrimonio. D’Amico, a proposito del gesto di Buffon, aveva rivelato: «A gennaio ho ricevuto la fatidica proposta: sono rientrata a casa, a Parma, e ho trovato il caminetto acceso, la musica, le lucine ed è arrivata la sua dichiarazione…finalmente fatta come si deve, dopo anni in cui me lo chiedeva nei modi meno romantici possibili. Sarà di certo un momento intimo, senza clamore».
Il generale Sergei Surovikin, che sarebbe stato imprigionato dopo la tentata marcia su Mosca di Yevgeny Prigozhin, è stato rilasciato. Lo riporta il New York Times, citando due funzionari Usa e una fonte vicina al ministero della Difesa russo. Nonostante sia tornato in libertà, non è però ancora chiaro se sia sottoposto a restrizioni e limitazioni negli spostamenti. Da Mosca assicurano che il generale ha mantenuto il grado e, tecnicamente, è ancora attivo nelle forze armate senza però alcuna prospettiva di carriera. Secondo le fonti Surovikin sarebbe stato rilasciato pochi giorni dopo la morte del leader della Wagner e di nove suoi fedelissimi nello schianto aereo del 23 agosto scorso.
La foto di Surovikin pubblicata sui social dopo la domanda sulle indagini a Shoigu
La liberazione di Surovikin è stata resa nota la sera del 4 settembre dalla giornalista Ksenia Sobchak che sul suo canale Telegram ha pubblicato una foto del generale con la didascalia: «È vivo, sano e a casa con la famiglia, a Mosca». Lo scatto è apparso online pochi minuti dopo che al ministro della Difesa Sergei Shoigu, al margine dei colloqui russo turchi a Sochi, era stata posta una domanda sulle eventuali indagini a carico di Surovikin. Domanda alla quale Shoigu non ha risposto.
La foto di Surovikin pubblicata da Xenia Sobchak su Telegram.
Le accuse a carico del generale e i presunti legami con la Wagner
Surovikin, già comandante in capo delle forze aerospaziali della Federazione Russa, a ottobre 2022 era stato nominato capo del gruppo congiunto delle forze russe in Ucraina fino a gennaio 2023. Le notizie sulla sua detenzione erano circolate all’indomani della rivolta della Wagner durante la quale Surovikin aveva rivolto un appello ai mercenari chiedendo loro di «fermarsi» e «risolvere i problemi pacificamente». Per i servizi segreti statunitensi, Surovikin sarebbe stato a conoscenza dei preparativi della marcia. Secondo quanto riportato dalla Cnn invece sarebbe stato addirittura un membro vip della compagnia. Ufficialmente, le informazioni sulla detenzione del generale non sono state mai confermate, ma da allora non è più apparso nello spazio pubblico.
Sole e caldo al Centro-Nord fino a metà settembre con l’anticiclone, temporali e vento fresco al Sud con temperature sotto la media per buona parte di questa settimana. Sono le previsioni del sito www.iLMeteo.it.
Italia divisa a metà per i prossimi cinque giorni
Il meteorologo Lorenzo Tedici conferma un’Italia divisa in due per almeno quattro-cinque giorni. L’anticiclone africano porterà una fase estiva a oltranza specie sull’Europa centrale. In Italia, dopo i 35 gradi di Firenze e Alghero e i 33 gradi di Roma raggiunti domenica 3 settembre, le temperature saliranno di nuovo da giovedì 7, dopo una leggera flessione tra martedì 5 e mercoledì 6. «L’estate continuerà in Italia fino al 15 settembre, a meno di clamorose sorprese, e anche il Sud ne gioverà. Le proiezioni dei nostri modelli vedono l’arrivo di piogge e cali termici diffusi dopo il 17 settembre, ma sono tendenze con un livello di attendibilità non molto alto e queste proiezioni necessitano di conferme», ha evidenziato IlMeteo.it. Martedì 5 e mercoledì 6 settembre si avrà bel tempo al Centro-Nord, con qualche nuvola al mattino sul Nord-Ovest e venti freschi e tesi sull’Adriatico, mentre al Sud sono previsti rovesci e locali temporali tra Calabria e Sicilia. Questa situazione resterà fino a venerdì 8: al Sud si sta preparando un profondo ciclone sul mar Ionio che potrebbe alimentarsi anche del calore del mare con venti di tempesta in mare aperto e mareggiate sulle coste.
Le previsioni in dettaglio
Nel dettaglio:
Martedì 5. Al Nord: più nubi al Nord-Ovest, temporaneo calo termico. Al Centro: tutto sole, ventoso sulle adriatiche. Al Sud: diffusamente instabile sulla Calabria e sui settori ionici siciliani.
Mercoledì 6. Al Nord: bel tempo prevalente, tutto sole. Al Centro: cielo sereno o poco nuvoloso ovunque. Al Sud: forti temporali su Sicilia e Calabria, ventoso.
Giovedì 7. Al Nord: bel tempo. Al Centro: bel tempo. Al Sud: piogge e temporali specie sui settori ionici siciliani e calabresi, poi anche in Basilicata e localmente su Puglia e rilievi campani.
È morto tra dolori atroci allo stomaco, lo studente e atleta di 14 anni, Harris Wolobah, che potrebbe essere la prima vittima della nuova sfida su TikTok. Si chiama One Chip Challenge, ed è la prova a chi resiste più a lungo dopo aver mangiato una tortilla chip considerata la più piccante in circolazione. Lanciata l’anno scorso sulla piattaforma social cinese, questa challenge ha destato sin da subito preoccupazione tra i genitori. Intanto, il distretto scolastico dove è avvenuta la tragedia ha ordinato la messa al bando dello snack, prodotto da Paqui, e ha messo a disposizione della famiglia di Harris un team di assistenti psicologici.
NEWS: A Massachusetts 14-year-old died Friday hours after he took part in the so-called “One Chip Challenge” — a viral social media trend that the teen’s family believes contributed to his sudden death, according to reports.
In molte scuole, dal Texas alla Louisiana, si sono verificati casi di malore, nausee, svenimenti e problemi respiratori. La patatina è prodotta con due spezie, considerate tra le più potenti: il carolina reaper pepper e il naga viper pepper. Il prodotto, in vendita anche su Amazon dal 9 agosto, riporta sulla confezione un teschio colorato. Sul sito web della compagnia e sulle buste sono riportate le avvertenze per i consumatori: «non mangiare se sei sensibile a prodotti speziati o allergico al pepe e se hai problemi di salute» e «cerca assistenza medica se dovessi sperimentare difficoltà respiratorie, svenimenti o nausea prolungata». Il prodotto infatti è consigliato solo agli adulti.
Teen Harris Wolobah, 14, tragically passed away after participating in Paqui's viral 'One Chip Challenge.' pic.twitter.com/ZfrAJ4i1ZD
Numerosi insediamenti di senzatetto sono stati sgomberati con blitz notturni, e migliaia di abitazioni precarie demolite a Delhi nel quadro degli impressionanti interventi di abbellimento della capitale indiana che si prepara a ricevere i delegati del summit G20. Per l’operazione, che secondo fonti non confermate è costata 120 milioni di dollari, potenti lampioni illuminano marciapiedi sino a pochi prima inesistenti.
Gli attivisti contro le politiche del governo
Le pareti degli edifici e i muri lungo le strade principali sono ricoperti di variopinti murales. Vasi bianchi con piante in fiore sono allineati ovunque. La spazzatura che abitualmente punteggia le strade è stata minuziosamente rimossa. «Assieme alla spazzatura hanno rimosso anche i più poveri, distruggendo gli accampamenti di fortuna dove vivevano; hanno impedito ai venditori di strada di allestire le loro bancarelle, e hanno demolito migliaia di case negli slum, aumentando così il numero dei senzatetto», hanno denunciato gli attivisti criticando le politiche del governo nei confronti della povertà e accusando le autorità di volerla negare e nascondere.
La denuncia: «Decine di baraccopoli rase al suolo senza fornire alternative»
Secondo l’ultimo censimento del 2011, i senzatetto nella megalopoli di oltre 20 milioni di persone sarebbero 47 mila, ma le associazioni denunciano che il numero reale ammonta ad almeno 150 mila. Le autorità hanno giustificato gli sgomberi dicendo che gli insediamenti erano illegali e promettendo una nuova collocazione per le comunità coinvolte. Il Concerned Citizens Collective, gruppo che si batte per i diritti civili e sociali, ha denunciato che nella preparazione del G20 quasi 300 mila persone sono state forzate ad abbandonare le aree dove vivevano, almeno 25 baraccopoli rase al suolo e centinaia di angoli dove i senzatetto trovavano rifugio di notte ripuliti e trasformati in parchi, senza che il governo abbia provveduto a fornire alternative.
Sciopero di massa degli insegnanti in Corea del Sud. Quasi 200 mila docenti delle scuole, vestiti con abiti interamente neri, hanno organizzato una protesta a Seul e nelle principali città del Paese per chiedere più tutele contro lo stress e soprattutto il bullismo di studenti maleducati e genitori prepotenti. «I nostri diritti sono importanti quanto quelli degli alunni», ha detto al Guardian una maestra di scuola elementare. «Anche noi siamo vittime di molestie e violenze verbali, tutto questo deve finire». Secondo un sondaggio del governo, dal 2018 circa 100 docenti si sono suicidati per colpa di eccessivi carichi di lavoro e offese da parte delle famiglie dei loro studenti. Un fenomeno che ha portato alla nascita del movimento Everyone Together As One (Tutti per uno), che sta guidando le proteste in strada. Il governo ha promesso un intervento immediato.
La protesta dei docenti per le strade di Seul (Getty Images).
Corea del Sud, cosa spinge i genitori degli alunni contro gli insegnanti
Come ha riportato il Korea Herald, in Corea del Sud sempre più genitori si scagliano contro gli insegnanti poiché scontenti del loro metodo educativo. Tramite continue telefonate e messaggi sugli smartphone, anche al di fuori dell’orario di lavoro, minacciano di fare loro causa, puntando il dito contro provvedimenti disciplinari a loro avviso inadeguati. È ciò che ha spinto una maestra 23enne di Seocho-gu, a sud di Seul, a togliersi la vita lo scorso luglio. «Aveva continuamente paura», hanno ricordato i suoi familiari. «Soffriva nell’adempiere il suo dovere, poiché accusata di non saper fare il suo lavoro». Da allora, in tutta la nazione si sono tenute veglie funebri e commemorazioni, cui hanno partecipato migliaia di insegnanti. «Siamo determinati nel plasmare il futuro di tutti i ragazzi», ha spiegato una di loro. «Le scuole dovrebbero essere un luogo sicuro per tutti».
Un memoriale in ricordo di una docente suicida in Corea del Sud (Getty Images).
Gran parte dei suicidi riguarda le scuole elementari. Nel sondaggio riportato da Reuters, il 57 per cento dei casi ha come protagonista un docente della primaria. Per altri insegnanti invece si presenta il problema opposto, ossia l’accusa di abusare del loro potere in classe. Una docente, che ha preferito l’anonimato, ha raccontato al Korea Herald una sua recente esperienza. In aula, per riportare l’ordine e fermare un alunno che stava aggredendo un suo compagno, ha rovesciato un banco e rimproverato aspramente il colpevole. Immediata la reazione della famiglia, che l’ha accusata di abuso emotivo nei confronti di un minore. «Prendere il coraggio a due mani deve portare a questo?», ha detto la donna. «Ho dovuto affrontare un processo di un anno prima di dimostrare la legittimità del mio lavoro».
Il rinnovamento scolastico nel Paese e la risposta del governo
L’istruzione in Corea del Sud è protagonista di un sostanziale rinnovamento. Il governo ha infatti vietato le punizioni corporali e allentato le rigide regole sulle acconciature e le uniformi scolastiche, tra cui persino il colore della biancheria intima. La grande attenzione ai diritti degli studenti, tuttavia, avrebbe messo però in secondo piano quelli degli insegnanti. Denunciare un docente per abusi, emotivi o fisici, su un minore è infatti molto semplice. Un genitore può presentare le sue accuse senza scavare a fondo nella situazione o dare il tempo per difendersi. Ne segue infatti l’immediata sospensione e l’inserimento di un supplente ancor prima di aprire le indagini, che a volte possono richiedere diversi mesi. Previsto un intervento già nelle prossime settimane, con l’obiettivo di concedere agli insegnanti la possibilità di ignorare le chiamate sul telefono privato. Per ora tuttavia non ci sono notizie di misure concrete.
«Oggi è iniziata l’operazione di bonifica del parco Verde di Caivano. La maxi operazione iniziata questa mattina all’alba» – per la quale ringrazio tutte le Forze dell’Ordine coinvolte – «è solo l’inizio di quel lungo percorso che il governo si è impegnato a portare avanti per ripristinare legalità e sicurezza e per far sentire forte la presenza dello Stato ai cittadini» ha scritto sui social la presidente del Consiglio che giovedì 31 agosto si era recata in visita a Caivano.
Oggi è iniziata l'operazione di bonifica del Parco Verde di Caivano. La maxi operazione iniziata questa mattina all’alba – per la quale ringrazio tutte le Forze dell'Ordine coinvolte – è solo l’inizio di quel lungo percorso che il Governo si è impegnato a portare avanti per…
«Contro la criminalità, spediti e senza esitazioni»
Un percorso avviato per «gettare così le basi per la ricostruzione sociale e la rinascita del territorio» ha aggiunto la premier. «Contro la criminalità procederemo sempre spediti e senza esitazioni. Affinché in Italia non ci siano più zone franche», ha concluso.
Dopo la fine del suo lungo rapporto di lavoro con Mediaset ed essendo completamente libera da impegni, Barbara d’Urso ha deciso di dare una svolta alla sua vita personale e professionale partendo per Londra per un progetto più speciale del solito: sembra infatti che la conduttrice si trovi nella capitale britannica per perfezionare il suo inglese.
Barbara d’Urso a Londra dopo l’addio a Mediaset
Prima di annunciare il trasferimento in Inghilterra (non si sa quanto durerà, ma non sarà un breve soggiorno), “Carmelita” ha pubblicato una serie di stories e uno scatto dall’aeroporto di Linate, annunciando di essere in partenza «per un lungo periodo» ma senza svelare immediatamente la sua destinazione finale. Una volta presi i bagagli e imbarcatasi su un volo di linea, Barbara d’Urso è dunque partita alla volta di Londra per un trasferimento, sulla carta, a tempo non determinato. Non è dato sapere infatti quanto resterà in Inghilterra, dato che si è limitata a commentare: «Ieri il mio primo giorno di scuola. Vivrò a Londra per un periodo di tempo… È l’inizio di una nuova avventura… Continua…». Frasi, quelle scritte dalla presentatrice, che lasciano intendere che si sia iscritta ad un corso di inglese. Lo stesso edificio dove si è fatta fotografare sembra essere, tra l’altro, il classico palazzo dove si tengono lezioni di lingua per stranieri.
Il volo in concomitanza con la ripresa di Pomeriggio 5
La conduttrice se n’è andata proprio poche ore prima dell’inizio della nuova edizione della sua creatura per eccellenza, Pomeriggio 5, la trasmissione che ha condotto per gli ultimi 15 anni e che a partire da questa stagione televisiva sarà in mano alla collega Myrta Merlino, volto che l’ad Pier Silvio Berlusconi le ha preferito in un’ottica di rinnovamento di Mediaset. La prima puntata del nuovo Pomeriggio 5 è stata trasmessa da Canale 5 lunedì 4 settembre, registrando un 21,37 per cento di share nella prima parte e un 19,33 nella seconda.
Francesco Brandi, nato a Legnano il 20 dicembre 1982, è un attore e drammaturgo che divide la sua carriera tra cinema, televisione e teatro.
Francesco Brandi: biografia e carriera
Brandi si è diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma sotto la direzione di Giancarlo Giannini. Ha esordito nel 2004 con la fiction Padri e figli, per la regia di Gianfranco Albano e Gianni Zanasi, e due anni dopo ha debuttato anche sul grande schermo con Ma che ci faccio qui!, regia di Francesco Amato (2006). Nello stesso anno ha proseguito a lavorare in televisione nelle serie tv Cotti e mangiati, di Franco Bertini (2006-2008) e Il commissario Manara, regia di Davide Marengo (2009), nel film Sui tuoi passi, regia di Davide Marengo (2009), nella miniserie Un matrimonio, regia di Pupi Avati (2013), in 1994, regia di Giuseppe Gagliardi (2019) e ne La concessione del telefono – C’era una volta Vigata, regia di Roan Johnson (2020).
Francesco Brandi (Facebook).
Al cinema ha preso parte, tra gli altri, ai film Tutta la vita davanti, regia di Paolo Virzì (2008), Generazione 1000 euro, regia di Massimo Venier (2009), Dieci inverni, regia di Valerio Mieli (2009), Io & Marilyn, regia di Leonardo Pieraccioni (2009), Habemus Papam, regia di Nanni Moretti (2010), Benvenuti al Nord, regia di Luca Miniero (2012), Che strano chiamarsi Federico, regia di Ettore Scola (2013), Aspirante vedovo, regia di Massimo Venier (2013), Mia madre, regia di Nanni Moretti (2015), Odio l’estate, regia di Massimo Venier (2020) e Il grande giorno, regia di Massimo Venier (2022).
Francesco Brandi: la vita privata
L’attore è una persona molto riservata e non si hanno dunque informazioni sulla sua vita sentimentale e privata.
Uno spettatore è stato espulso dagli US Open durante la partita tra Alexander Zverev e Jannik Sinner per aver gridato dalle tribune le parole dell‘inno della Germania nazista. Il tedesco Zverev stava servendo nel quarto set degli ottavi contro Sinner sul campo intitolato ad Arthur Ashe, quando è avvenuto l’incidente. Lo stesso Zverev si è rivolto all’arbitro James Keothavong per lamentarsi.
«Ha appena detto la frase di Hitler più famosa al mondo» – ha spiegato all’arbitro – «È incredibile». Keothavong ha quindi consultato gli agenti della sicurezza nel tentativo di identificare il colpevole. Alla fine, un uomo che indossava un berretto da baseball blu è stato individuato e allontanato dal complesso.
Zverev ha poi detto ai giornalisti di aver sentito lo spettatore cantare le parole di apertura dell’inno tedesco dell’era nazista, Deutschland Uber Alles. «Ha iniziato a cantare l’inno di Hitler dell’epoca, era un po’ troppo» – ha aggiunto Zverev – «Mi piace quando i tifosi sono rumorosi, mi piace quando sono emozionati, ma penso che come tedesco non sono molto orgoglioso della storia, non è proprio una buona cosa da fare».