Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito

Se dipendesse solo da Elly Schlein, le liste del Partito democratico alle prossime Europee sarebbero un concentrato di rinnovamento. Come? Con un’iniezione di società civile, esponenti del mondo ambientalista e profili dell’associazionismo vicini alla sua linea più movimentista. Nomi tipo quello di Cecilia Strada, ex presidente di Emergency, e della scrittrice Chiara Valerio. Anche Lucia Annunziata sarebbe stata perfetta, ma la giornalista ha smentito categoricamente l’ipotesi. Nel Pd invece la situazione è molto complicata: ci sono le minoranze che chiedono spazi e posti in lista per “pesarsi”, dimostrando che di fronte agli elettori sono loro ad avere un maggiore appeal. «Se la maggioranza degli eletti del Pd nell’Europarlamento fossero della minoranza interna, qualcosa significherà…», osserva maliziosamente una fonte parlamentare dem a microfoni spenti, adombrando una conta nelle urne. Insomma, non conterà solo la percentuale ma l’identikit di ogni singolo eletto.

Europee, liste Pd: Schlein e il difficile equilibrio nel partito
Cecilia Strada (Imagoeconomica).

Al Centro si scaldano Bonafoni, Zingaretti, Corrado. Ma anche Nardella, Ricci e Morani

Il dossier è già aperto al Nazareno, nonostante le smentite di rito: «È ancora troppo presto», ripetono nell’inner circle della leader. Schlein è consapevole che le elezioni del prossimo giugno rappresentano un passaggio fondamentale: sarà il primo giudizio sul suo operato, questa volta non si potranno scaricare eventuale responsabilità. E sono partiti gli esercizi di equilibrismo. Così nella rosa dei fedelissimi resta caldo il nome di Marta Bonafoni, attuale consigliera regionale nel Lazio, un profilo capace di macinare chilometri per conquistare le preferenze, parlando la stessa lingua della segretaria su diritti civili e parità di genere. Se decidesse di dare l’ok, Bonafoni sarebbe una delle punte di diamante nella circoscrizione Centro, in compagnia del suo ex presidente di Regione, Nicola Zingaretti, che da mesi si è convinto di tentare la candidatura alle Europee. È stato tra i primi big a scegliere Schlein al congresso, ma da quando è stato eletto alla Camera è sparito dai radar, per questo vuole dimostrare di poter fare incetta di consensi. E puntellare il suo ruolo nel partito. La leader non potrebbe dirgli di no: l’ex governatore è stato uno sponsor fondamentale a Roma durante le primarie. Annalisa Corrado, già inserita nella segreteria dem, è stata già candidata alle ultime Europee, sebbene con i Verdi. Probabile che questa volta ci riprovi nel Pd. Ma per un posto in lista nella stessa circoscrizione scaldano i muscoli altri profili mediatici, tutt’altro che allineati alla leadership. È il caso del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che alla fine del secondo mandato sta già meditando il trasferimento a Strasburgo a suon di preferenze. Stesso percorso è plausibile per il primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci, e spera in un posto l’ex sottosegretaria Alessia Morani, Il rischio è quello di avere un overbooking di candidati in cerca di un seggio nel Centro.

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Nicola Zingaretti (Imagoeconomica).

Il dilemma Bonaccini e il fortino del Nord-Est affidato a Taruffi e Gribaudo

Il grande dilemma riguarda poi Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna in scadenza nel 2025. In caso di via libera al terzo mandato, preferirebbe restare a Bologna. Da tempo, comunque, sta valutando l’opportunità di una candidatura nel Nord-Est per dimostrare – ancora una volta – il proprio peso elettorale. Insieme lui potrebbe toccare al sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, mentre la segretaria potrebbe puntare su Igor Taruffi, attuale responsabile organizzazione del Pd, per coprire un’area in cui rischia di restare con pochi fedelissimi a guardia delle liste. Per il Nord-Ovest circola il nome di Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Pd, che ha sostenuto la corsa di Schlein fin dalle prime battute, allontanandosi dal suo ex capo corrente Matteo Orfini. Al momento lavora a Montecitorio sui temi sociali, in primis il precariato, ma la chiamata della segretaria potrebbe cambiare le carte in tavola. Tra i big della minoranza interna è pronto Emanuele Fiano, non rieletto alle ultime Politiche, e si prepara il sindaco uscente di Bergamo, Giorgio Gori. Scontata, poi, la candidatura per Brando Benifei, capodelegazione del Pd all’Europarlamento e comunque protagonista di un voltafaccia: sembrava dovesse sostenere Schlein al congresso, alla fine ha scelto Bonaccini. La segretaria deve ora avallare l’aspirazione al ritorno a Strasburgo.

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Stefano Bonaccini (Imagoeconomica).

Rompicapo al Sud: Schlein punta su Ruotolo e Capone ma non può dire no a Decaro e Picierno

Al Sud il quadro assomiglia a un rompicapo. Schlein può schierare due fedelissimi, il giornalista Sandro Ruotolo e Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale in Puglia. Ma intorno spunta qualche “cacicco” e alcune vecchie conoscenze a cui non si può dire proprio di no, a cominciare dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che potrebbe correre in attesa di puntare alla presidenza della Regione Puglia per provare a realizzare – elettori permettendo – la staffetta con Michele Emiliano, già realizzata al Comune di Bari. C’è poi Pina Picierno, numero due di Bonaccini all’ultimo congresso, certa di un posto in lista grazie anche al ruolo di vicepresidente dell’Europarlamento. Impossibile porre il veto su un profilo del genere, peraltro giovane e donna. Nelle Isole dietro la foglia di fico Bartolo, prende quota l’opzione Antonello Cracolici, uomo per tutte le stagioni dem in Sicilia. Perfetto esempio di un cambiamento tutt’altro che facile per il nuovo corso del Pd.

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