Woody Allen: «Se qualcuno mi dà i soldi per un film alle mie regole vado anche in Islanda»

«Sono sempre stato molto fortunato nella vita. Ho avuto genitori che mi amavano, moglie e figli. A quasi 88 anni non sono mai stato un giorno in ospedale. Anche come regista poi mi è andata bene e spero che per me questa fortuna continui». Così Woody Allen al Lido di Venezia commentando il suo Coup de Chance, film fuori concorso nell’ottantesima edizione del Festival del cinema in cui racconta, un po’ come aveva già fatto in Match point, l’importanza del caso nella vita. Dopo 56 anni di carriera da regista e nonostante le difficoltà nella ricerca di finanziamenti (in America è osteggiato per le accuse di molestie da parte di sua figlia Dylan), Allen non sembra intenzionato a fermarsi. Anzi, ha confessato di avere «una buona idea per un film ambientato a New York».

La provocazione di Allen sulla produzione di un nuovo film

Queste le sue dichiarazioni: «Se qualcuno viene fuori dall’ombra e si propone di produrmi un film accettando le mie folle regole – cioè che non può leggere la sceneggiatura, mi dà i soldi e basta -, ecco se accetta questa follia allora lo farò. Se ricevessi una telefonata per fare un film in Islanda o avessi un’idea per fare un film in tedesco lo farei. È stato così bello lavorare in Francia che cercherei di farlo, se avessi ancora un’occasione».

«Ho voluto regalarmi un film in francese»

A chi gli ha chiesto com’è nata l’idea di girare un film in francese (quale è Coup de Chance), ha risposto: «Avevo scritto il film pensando a due americani che vivono a Parigi, ma poi ho pensato, per il mio cinquantesimo film, di regalarmi un film in francese. Non è stato difficile perché, anche vedendo un film parlato in giapponese, puoi capire se la recitazione è buona, se è naturalistica o sopra le righe, poi avevo chi mi ha aiutato. […] Ho ammirato tanto Truffaut, Renoir, Godard e volevo unirmi a questo gruppo, ho trovato aiuto ed ecco il film».

La pellicola racconta la storia di Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud), una coppia apparentemente ideale – sono entrambi professionalmente affermati e innamorati e vivono in uno splendido appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi – che entra in crisi quando lei incontra per caso Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo che era innamorato di lei da adolescente. Travolta dalla passione, medita di lasciare il marito.

E sulla morte: «Bisogna distrarsi»

Infine una riflessione sula morte, grande classico della sua filmografia: «Non c’è nulla che si possa fare contro di lei, è davvero una brutta cosa che esiste. Possiamo solo non pensarci, distrarci. Non esiste una vera via d’uscita né attraverso la scienza, né la filosofia e neppure l’ironia. Alla fine del film invitiamo a non pensarci troppo e io sono convinto che sia la cosa migliore da fare».

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