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Morte di Emanuele Scieri, condannati per omicidio due ex caporali della Folgore
Emanuele Scieri, il parà di leva trovato privo di vita nella caserma Gamerra il 16 agosto 1999, fu ucciso: la Corte d’assise di Pisa ha condannato per omicidio volontario in concorso gli ex caporali della Folgore, Alessandro Panella a 26 anni, e Luigi Zabara a 18 anni. Secondo quanto riportato nella sentenza, letta dopo le 16 di giovedì 13 luglio, entrambi sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni.
La riapertura del caso e la richiesta di condanna
A riaprire il caso, nel 2017, era stata la procura pisana, alla cui guida vi era allora il procuratore capo Alessandro Crini che lo scorso 3 marzo aveva chiesto, durante la requisitoria, 24 anni per Panella e 21 per Zabara. La procura aveva riconosciuto la sussistenza di circostanze attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi. «La nuova inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri» ha dichiarato lo stesso Crini a l’Adnkronos «è iniziata nell’aprile 2017 e ha comportato un lavoro lungo e complesso, visto che erano passati quasi 20 anni. Si è cercato di ricostruire i fatti accaduti per dare una risposta anche alla sua famiglia che cercava verità e giustizia. L’inquadramento della nostra inchiesta appare più o meno accolto dalla Corte, ma questo lo sapremo solo quando leggeremo le motivazioni della sentenza». E ha aggiunto: «Vedere la commozione del fratello di Scieri, Francesco, alla lettura della sentenza, ha dato un senso al nostro lavoro».
La reazione del fratello di Emanuele dopo la lettura della sentenza
«Mio fratello» ha affermato Francesco Scieri «non ci sarà restituito ma adesso c’è una verità, quella che noi abbiamo sempre voluto, sia io che i miei genitori. Hanno lottato fino allo stremo per avere questa giornata così importante e finalmente una sentenza di condanna per i colpevoli, per quelli che hanno sbagliato. Noi volevamo la verità e così oggi è stata scritta una pagina di verità. Purtroppo» ha concluso «per come sono andate le cose non avevo nessuna certezza di una sentenza di condanna e quindi sarebbe stata una ulteriore sconfitta. Oggi è un tassello importante se ci saranno altri gradi di giudizio».