Daily Archives: 13 Luglio 2023

Dopo l’ammutinamento le aziende di Prigozhin hanno firmato con lo Stato contratti per un miliardo

Archiviata la ribellione del Gruppo Wagner, alcune aziende riconducibili a Yevgeny Prigozhin hanno incassato un miliardo di rubli (10 milioni di euro) grazie a contratti siglati con il governo russo, dopo l’ammutinamento del 24 giugno. Lo riferisce la rete televisiva RTVI. Per la precisione i contratti sono nove e riguardano la fornitura di servizi di ristorazione a varie istituzioni statali.

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Dalle scuole agli ospedali, fino ai campi estivi: i contratti con il governo

Prodfutservis si è aggiudicata il contratto più remunerativo, che prevede 705 milioni di rubli (7 milioni di euro) per la fornitura di pasti alle scuole pubbliche nella città di Mytishchi, a nord di Mosca. La durata del contratto è di due anni, fino al 2025. Le società collegate a Prigozhin si sono poi assicurate contratti per fornire pasti a ospedali e cliniche subordinate al Dipartimento della Salute di Mosca (cinque contratti per un valore di oltre 80 milioni di rubli) e un campo estivo per bambini (per più di 260 milioni)

Gli accordi siglati riguardano la fornitura di servizi di ristorazione a varie istituzioni statali, dalle scuole agli ospedali, fino a un campo estivo per bambini.
Pasto in una scuola (Getty Images).

Prigozhin fornisce il 90 per cento dei pasti alle scuole di Mosca 

Contattato da RTVI, un rappresentante di un centro medico e sanitario associato al ministero degli Esteri russo e al dipartimento sanitario di Mosca ha dichiarato che, non essendoci state finora lamentele sulla qualità del servizio, non c’è alcun motivo per rescindere il contratto in essere con la società collegata al capo della Wagner. All’inizio di luglio, Vyorstka ha riferito che alcune società a lui riconducibili non erano riuscite a ottenere una serie di contratti statali, nonostante avessero regolarmente presentato offerte. Ma Prigozhin, che secondo una recente inchiesta di Rbc è arrivato a fornire il 90 per cento dei pasti alle scuole di Mosca grazie a un sistema di scatole cinesi e prestanome, ha le mani in pasta ovunque: l’ex proprietaria di Prodfutservis, Elena Lyashun, era ad esempio ceo di Concord Plus, la principale società del “cuoco di Putin”.

Gli accordi siglati riguardano la fornitura di servizi di ristorazione a varie istituzioni statali, dalle scuole agli ospedali, fino a un campo estivo per bambini.
Vladimir Putin e Yevgeny Prigozhin nel 2010 (Getty Images).

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Il capo della Wagner ha accumulato la sua enorme ricchezza con il catering

Se Prigozhin ha acquisito notorietà internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina come leader del gruppo Wagner, ha accumulato la sua enorme ricchezza attraverso l’attività di catering, che in seguito gli ha assicurato lucrosi contratti governativi grazie agli stretti legami con il presidente Vladimir Putin. Nei giorni successivi al tentato golpe era stato proprio lo zar ad affermare che Concord aveva guadagnato 80 miliardi di rubli (790 milioni di euro) dai contratti di ristorazione con il ministero della Difesa, solo nell’ultimo anno. «Spero che nessuno abbia rubato niente o abbia rubato molto poco, in ogni caso, ce ne occuperemo», aveva poi aggiunto.

Urso annuncia: «Materie prime? Dobbiamo riaprire le miniere»

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato la sua idea sul tema delle materie prime critiche, sempre più centrale a livello europeo: riaprire le miniere. Lo ha annunciato a margine della presentazione a Roma del nuovo think tank della Luiss sui temi europei, parlando delle 34 prime critiche definite dall’Ue e sottolineando che in Italia ce ne sarebbero 16. «Io penso che entro la fine dell’anno tutto il quadro sarà chiaro», ha dichiarato, riferendosi ai piani di estrazione e lavorazione e alla «normativa europea, quella italiana e le potenzialità del nostro territorio». E dopo una breve analisi ha concluso: «Occorre investire e riattivare queste potenzialità, riaprendo le miniere».

Il ministro Urso punta alla riapertura delle miniere e annuncia norme entro il 2023
L’ingresso di una miniera nel Torinese (Getty).

Urso: «Materie prime in miniere chiuse 30 anni fa»

Il ministro spiega che non appena il quadro sarà chiaro «le imprese potranno presentare i loro progetti». Urso ha sottolineato come 16 delle 34 materie prime critiche definite dall’Ue siano «considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda prevista». L’Italia, dichiara il ministro, possiede «16 di queste 34 materie prime critiche indicate», ma «si trovano in miniere che sono state chiuse 30 anni fa». Da qui l’idea di una riapertura: «Eravamo un grande paese minerario poi abbiamo chiuso tutte le miniere. Ora dobbiamo riaprirle, e magari altre ancora».

Le tempistiche: «Percorso legislativo entro la fine dell’anno»

Si tratta di un’idea che guarda al futuro, ma che muoverà i primi passi già entro la fine del 2023. Urso continua: «Verosimilmente entro la fine di quest’anno si concluderà il percorso legislativo in Europa sulle materie prime critiche, con l’approvazione da parte del Trilogo del regolamento che la Commissione ci ha presentato. Noi avremo compiuto un nostro percorso di riforma legislativa, per consentire a chi vuole operare in Italia di farlo in un contesto di certezza. Per questo, insieme al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin stiamo già aggiornando le mappe minerarie del Paese».

Il ministro Urso punta alla riapertura delle miniere e annuncia norme entro il 2023
Il ministro Adolfo Urso (Imagoeconomica).

Toccherà alla Commissione europea «certificare i progetti delle imprese come importanti per l’autonomia strategica dell’Europa. A quel punto, su quei progetti vi sarà un limite di 2 anni per le autorizzazioni all’estrazione e di 1 anno per la raffinazione. Oggi ci vogliono 15 anni in Europa per avere l’autorizzazione a estrarre da una miniera, a fronte di 7 anni negli Stati Uniti, 2 in Canada e 3 mesi in Cina».

TIM punta sul Network as a Service, la rete aperta per le sfide tecnologiche del futuro

Trasformare la rete in una piattaforma aperta, Network as a Service (NaaS), per accelerare l’innovazione tecnologica e abilitare nuovi modelli di business per le Telco. È questa la sfida per il futuro delle società di telecomunicazioni lanciata da TIM in occasione di TIM HiTech Tomorrow Telco: focus Italia, l’evento che si è svolto mercoledì 13 luglio 2023 a Roma presso l’Auditorium di via Oriolo Romano. Un appuntamento introdotto dall’intervento di Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, condotto da Elisabetta Romano, presidente di Sparkle e chief Network Operations & Wholesale officer di TIM e che ha visto la presenza di numerosi operatori internazionali membri del Global Leadership Forum e di alcuni dei principali rappresentanti del mercato ICT italiano.

La piattaforma aperta permetterà di realizzare nuovi servizi digitali

L’evento è stato anche l’occasione per presentare le evoluzioni tecnologiche di TIM sull’Edge Cloud, sul 5G Stand Alone, sulla connettività in fibra ad altissima velocità fino a 50 Giga e sulle tecnologie quantistiche per la cybersecurity. Il Network as a Service su cui punta TIM trasforma la rete in una piattaforma aperta con il coinvolgimento dei principali attori del settore. Si tratta di un modello flessibile di utilizzo dell’infrastruttura di rete che permette al mondo degli sviluppatori, dagli hyperscaler alle startup, di realizzare nuovi servizi digitali da proporre sul mercato a beneficio di cittadini, aziende e Pubblica amministrazione. Consiste nel portare l’intelligenza della rete ed il Cloud dentro ogni centro abitato utilizzando la capillarità delle centrali TIM sul territorio italiano tramite le Network API (interfacce che permettono a diverse applicazioni e servizi di scambiare dati).

Romano, presidente di Sparkle: «Creeremo un vero e proprio Edge Cloud Continuum»

Queste le affermazioni di Elisabetta Romano, ai vertici di Sparkle e a capo delle Network Operations di TIM: «Il modello di rete digitale ad altissime prestazioni reso possibile dal NaaS potrà sostenere le sfide delle Telco dei prossimi decenni. Pensiamo ai servizi di guida autonoma, realtà virtuale, supercalcolo, sanità potenziata dai big data e sostenibilità ambientale, indispensabili per abilitare la digitalizzazione del Paese fondamentale per la crescita futura. Noi possiamo farlo perché la nostra rete è la più capillare del Paese: non ci limitiamo a dotare di banda ultralarga ogni casa, ufficio o impianto produttivo, ma daremo maggior valore alle nostre centrali arricchendole del Cloud, che porteremo sempre più vicino ai nostri clienti. Un vero e proprio Edge Cloud Continuum». Grazie alla sinergia con l’infrastruttura di Sparkle, sarà possibile allargare questo modello anche al di fuori dei confini nazionali. La rete di TIM integrata con Sparkle rappresenta, infatti, una struttura strategica chiave, con i suoi cavi sottomarini, i suoi hub a Milano e in Sicilia e i suoi PoP internazionali, confermandosi sempre di più il vero ponte infrastrutturale del Mediterraneo tra gli snodi chiave del Medio Oriente, Stati Uniti ed Europa sui quali realizzare soluzioni di Network as a Service in ottica internazionale.

Dele Alli, la verità sulla crisi: «Molestato a sei anni, a otto spacciavo droga»

Fra il 2015 e il 2019, in Premier League non si parlava altro che di Dele Alli. Centrocampista del Tottenham con il vizio del gol – ne segnò 67 in oltre 250 presenze con gli Spurs – a meno di 20 anni aveva stupito il mondo del calcio. Poi il declino prima sotto la guida di José Mourinho, con cui ebbe un difficile rapporto, fino ai trasferimenti all’Everton e in prestito al Besiktas, in Turchia. A 27 anni il calciatore ha deciso di raccontare a tutti la sua infanzia travagliata, concedendo un’intervista all’ex Manchester United Gary Neville per il podcast The Overlap. «Ho subito abusi a sei anni, a sette fumavo e a otto spacciavo droga». Il tutto prima di essere adottato dagli Hickford, che lo hanno cresciuto fino a permettergli di sfondare nello sport professionistico. Dopo aver fatto uso di alcol e sonniferi per «intorpidire i sentimenti», ha deciso di farsi curare in una clinica. «Spero che uscire allo scoperto e parlarne possa aiutare le persone».

Dele Alli parla al podcast di Gary Neville: «Usavo sonniferi e alcol, ma in clinica mi sono ripreso la mia vita. Mourinho? Pensai al ritiro».
Un momento dell’intervista di Dele Alli da Gary Neville (Twitter).

L’infanzia di Dele Alli fra molestie e spaccio di droga fino all’adozione

Classe 1996, nativo di Milton Keynes nel Buckinghamshire inglese, Dele Alli è cresciuto nei primi anni della sua infanzia con la madre alcolizzata. «A sei anni una sua amica mi ha molestato», ha raccontato a Neville. «Poi mi hanno mandato in Africa per imparare la disciplina, ma subito sono stato rimandato indietro». Di nuovo in Inghilterra, Dele Alli ha detto di aver iniziato a fumare e, molto presto, si è avvicinato alla droga, spacciando con la sua bicicletta. «Una persona anziana mi disse che non avrebbero mai fermato un bambino», ha spiegato il calciatore. «Nascondevo gli stupefacenti sotto al pallone». Un’attività che lo ha portato a inimicarsi diverse persone, tanto che a 11 anni un uomo lo appese da un ponte. Soltanto l’anno successivo è arrivata l’adozione da parte della famiglia Hickford. «Sono fantastici, non avrei potuto mai chiedere persone migliori».

Dele Alli è rimasto sempre con loro, che lo hanno aiutato a esordire nel calcio professionistico a 16 anni con la squadra della sua città, l’Mk Dons. Vero enfant prodige del calcio britannico, tanto da essere considerato fra i giovani più promettenti della nazione, nel 2015 sbarcò al Tottenham firmando un quinquennale. Sotto la guida di Mauricio Pochettino la vera consacrazione. In un anno convinse tutti, tanto da ottenere nel 2016 il titolo di miglior giovane della Premier League ed entrare nella Top 11 della stagione. La sua carriera seguì una parabola ascendente fino al 2019, quando con gli Spurs si spinse fino alla finale di Champions League, poi persa contro il Liverpool per 2-0. Con l’addio di Pochettino e l’arrivo di José Mourinho però, la svolta, in negativo. «Smise di farmi giocare», ha ricordato Dele Alli con un nodo alla gola. «Pensai di ritirarmi anche se avevo solo 24 anni».

Dele Alli parla al podcast di Gary Neville: «Usavo sonniferi e alcol, ma in clinica mi sono ripreso la mia vita. Mourinho? Pensai al ritiro».
Dele Alli ai tempi del Tottenham con José Mourinho (Getty Images).

L’Everton, il Besiktas e la definitiva decisione di entrare in clinica

Ai margini della rosa, Dele Alli interruppe il suo rapporto con il Tottenham il primo febbraio 2022, chiudendo sette anni di cui cinque da protagonista. Per il rilancio scelse l’Everton, ma anche con i Toffees di Goodison Park andò male. Dopo 13 apparizioni venne mandato in prestito in Turchia al Besiktas, senza riuscire però mai a imporsi. Al rientro, il crollo. «Mentalmente stavo male», ha spiegato al podcast di Neville. «Usavo alcol e sonniferi per intorpidire i miei sentimenti, quindi ho deciso di entrare in clinica». Dopo sei settimane di riabilitazione, a fine giugno ha lasciato la struttura, ritrovando la serenità. «Ringrazio l’Everton per avermi supportato al 100 per cento», ha concluso, augurandosi un nuovo inizio. Ha infatti ancora un contratto che lo lega ai Toffees per la stagione 2023-24, che spera possa riportarlo nel giro della nazionale inglese.

Prime Video, presentate le novità: LOL 2, il nuovo progetto di Lillo e lo show di De Luigi

È stata presentata ieri, martedì 12 luglio 2023, la nuova stagione di Prime Video tra serie, original, film e show. Tanta comicità ed ironia per un palinsesto ricco di novità e riconferme.

Prime Video 2023/2024, i grandi ritorni e le novità

La stagione 2023-2024 vedrà il ritorno di alcune delle serie più amate dagli utenti come Sono Lillo, interpretata da Lillo Petrolo alle prese con il suo alter-ego, Prisma di Ludovico Bessegato sull’identità di genere e gli adolescenti di periferia e Monterossi ispirata ai romanzi gialli di Alessandro Robecchi con protagonista Fabrizio Bentivoglio. Per i più piccoli ci sarà la seconda serie dei Me contro Te. Come anticipato nella presentazione del palinsesto, ci saranno poi diverse novità come:

  • la serie natalizia Elf me, dove Lillo Petrolo è un elfo di babbo Natale mandato ad aiutare un bambino bullizzato;
  • Amazing – Fabio De Luigi, una sorta di one man show con l’attore che si trova in un albergo con un premio da ricevere e diventa vittima dei suoi stessi amici;
  • No activity: niente da segnalare, una serie tutta italiana in sei episodi che racconta le vicende di tre coppie, tutte in attesa di un carico di droga che non arriva (due criminali, Rocco Papaleo, e Fabio Balsamo, due poliziotti, Luca Zingaretti e Alessandro Tiberi, due operatrici della centrale, Carla Signoris ed Emanuela Fanelli).

Tra le novità assolute c’è attesa per Gigolò per caso con Pietro Sermonti che si ritrova a ereditare dal padre, ormai troppo vecchio per fare il gigolò, l’attività e le clienti. Ma non solo comicità, Prime darà spazio anche a tematiche sociali più impegnative ma sempre in chiave ironica, come nella serie Antonia scritta e interpretata da Valerio Mastandrea insieme alla compagna Chiara Martegiani nella quale, in maniera leggera, si tratterà dell’endometriosi.

Film e show arricchiranno la scelta della piattaforma

Oltre alla nuova stagione di LOL, per gli amanti dell’intrattenimento arriverà Karaoke Night – Talenti senza vergogna, il talent capitanato da Dargen D’Amico che guiderà una sfida tra orchestre di voci di non professioniste in una serie di round, alla fine dei quali si dovrà votare la migliore e la peggiore performance degli altri colleghi. Tra i film, invece, arriverà nella stagione 2023-2024 Pensati sexy interpretato da Diana Del Bufalo. Infine, dopo la trilogia di film Sul più bello, Ancora più bello e Sempre più bello, arriverà sulla piattaforma anche la serie.

Margot Robbie senza trucco è «mid»: fan scatenati su Twitter in difesa dell’attrice

Twitter ha un nuovo tema sul quale gli utenti di tutto il mondo si scontrano ormai da ore: Margot Robbie. L’attrice australiana, protagonista del film Barbie diretto da Greta Gerwing e nelle sale in Italia dal prossimo 20 luglio, ha postato una foto senza trucco sui social. Nulla di strano, se non fosse che alcuni hanno rilanciato il post definendola mid, un termine che secondo Urban Dictionary «è usato per insultare o denigrare, per descrivere qualcosa che non è né bella né brutta, “niente di particolare”». Un aggettivo che molti associano alla parola mediocre e che ha scatenato la rabbia di tanti fan, che la difendano a spada tratta. E adesso Margot Robbie è in tendenza sul social.

L'attrice Margot Robbie è stata definita «mid» dopo una foto senza trucco: polemiche sui social e i fan la difendono
La foto di Margot Robbie senza trucco (Twitter).

Margot Robbie è mid? In molti la difendono: «Folli»

La tesi di alcuni uomini è che «Margot Robbie è stata scelta per Barbie perché non è abbastanza bella da allontanare il pubblico femminile». A supporto degli attacchi c’è la foto senza trucco, con l’attrice a mostrare la propria bellezza acqua e sapone. I fan non ci stanno: «Mid? Siete folli». Chi si scaglia contro gli hater ha anche una spiegazione per le loro critiche alla 33enne star di Hollywood: «Hanno dimenticato l’aspetto delle donne a causa della loro dipendenza da materiale pornografico». A difesa di Margot Robbie, se ce ne fosse bisogno, ci sono anche le classifiche. L’attrice australiana è da anni inserita nelle posizioni più alte tra le donne più belle al mondo.

Il precedente: le critiche per le foto in costume 

Ma non si tratta della prima volta in cui gli utenti social dibattono sulla bellezza della star del cinema. Nel gennaio 2022 una sua foto in vacanza in costume ha scatenato le polemiche, dopo che alcuni uomini l’hanno postata parlando di «flaccidume» e «delusione». In quel caso sono state migliaia le donne accorse in difesa di Margot Robbie e Dua Lipa, altra star di cui sono state condivise le foto.

L'attrice Margot Robbie è stata definita «mid» dopo una foto senza trucco: polemiche sui social e i fan la difendono
Margot Robbie sul red carpet alla prima di Barbie (Getty).

Orsa Jj4 e Mj5, entro lunedì la sentenza sull’abbattimento

Il Consiglio di Stato non si pronuncerà più oggi, giovedì 13 luglio 2023, riguardo alle sorti delle due orse Jj4 e Mj5. A differenza di quanto precedentemente annunciato, il parere arriverà nelle prossime ore.

La sentenza sul destino di Jj4 e Mj5 attesa a breve: lunedì è il termine ultimo

La decisione rispetto all’abbattimento dei due plantigradi potrebbe in realtà arrivare già nella giornata di domani, venerdì 14 luglio, o in alternativa (al massimo) all’inizio della prossima settimana. A confermarlo in queste ore all’Adnkronos è stato l’avvocato della Lega Nazionale della difesa del cane, Paolo Letrari, ascoltato insieme agli avvocati delle associazioni Leal, Lav e Oipa quest’oggi dal Consiglio di Stato. In questa stessa occasione, Letrati ha dichiarato: «Sono 10 anni che portiamo avanti le nostre battaglie e nel corso degli anni abbiamo visto un peggioramento costante. Noi non vogliamo che la questione diventi motivo di campagna elettorale». A parlare della questione, oggi stesso, è stato anche Massimo Vitturi, responsabile LAV per gli animali selvatici, che ha sottolineato come alla luce dei fatti si rischi di arrivare a un paradosso giudiziario: «Se il ricorso dell’associazione dovesse essere rigettato, e quindi gli orsi dovessero essere uccisi, il Tar di Trento, che il 14 dicembre dovrà decidere nel merito dei ricorsi depositati dall’associazione, si troverebbe nella paradossale posizione di decidere sulla legittimità dei decreti di abbattimento emessi da Fugatti quando gli orsi potrebbero essere stati già uccisi».

Le associazioni animaliste si preparano a dare battaglia

L’orsa Jj4 è la stessa che lo scorso aprile aveva aggredito e ucciso il runner Andrea Papi nei boschi sopra Calves, in Trentino Alto-Adige. L’orsa Mj5, invece, è l’animale che ha aggredito lo scorso marzo l’escursionista Alessandro Cicolini. Proprio alla luce della loro storia “problematica”, i due animali potrebbero presto essere abbattuti per evitare che si possano rendere protagonisti di nuovi attacchi agli esseri umani. La tensione sul tema è però altissima e le associazioni animaliste non hanno intenzione di retrocedere nemmeno di un centimetro. Nel merito della questione il Partito animalista europeo ha già indetto due imminenti manifestazioni, con il suo presidente Stefano Fuccelli che ha tuonato: «Saremo davanti ai cancelli del Casteller determinati a fare da scudo umano per impedirne l’uccisione».

Palinsesti Discovery, Fazio: «Libertà fondamentale per fare tv. Tweet di Salvini? Nulla di nuovo»

Si è svolta questa mattina, 13 luglio, la conferenza stampa di presentazione dei palinsesti Warner Bros Discovery, nel corso della quale sono state presentate tutte le novità che verranno trasmesse sulla rete a partire dalla prossima stagione, quella 2023/2024. Tra i presenti all’incontro con i giornalisti anche la nuova star della rete, Fabio Fazio, che entrerà a far parte della squadra Warner Bros Discovery proprio con Che tempo che fa, la trasmissione che per tanti anni ha condotto in Rai. Scontato dire che la sua fosse la presenza più attesa di tutte, anche e soprattutto alla luce del recente chiacchierato addio a Viale Mazzini.

Palinsesti Warner Bros Discovery, tutte le novità del nuovo Che tempo che fa di Fabio Fazio

La partenza della nuova edizione della trasmissione è prevista sul canale Nove per domenica 15 ottobre alle ore 19.30. Che tempo che fa non manterrà soltanto il team composto dallo stesso Fabio Fazio e dalla sua immancabile spalla Luciana Littizzetto, ma anche la struttura: la trasmissione vanterà infatti un’anteprima, il blocco delle interviste e infine il tavolo con gli ospiti. Tornerà Nino Frassica, che con Fazio si occuperà dell’apertura del programma, anche il tris per il tavolo composto da Mara Maionchi, Maurizio Ferrini e Francesco Paolantoni. Ci sono però almeno due importanti new entry da segnalare e confermate in conferenza stampa: stiamo parlando di Ornella Vanoni e del comico e imitatore Ubaldo Pantani, che saranno a loro volta presenza fissa in trasmissione. Sempre in questa stessa occasione Fazio ha smentito i rumor che volevano tra gli ospiti fissi anche Tommaso Zorzi, che però potrà certamente partecipare alla trasmissione di tanto in tanto.

Fabio Fazio alla conferenza stampa dei palinsesti Warner Bros Discovery: «Libertà fondamentale per fare tv. Tweet di Salvini? Nulla di nuovo»

Una volta presa la parola sul palco, con gli occhi di tutti puntati addosso, Fabio Fazio si è sentito in dovere di ringraziare la nuova azienda che ha deciso di accoglierlo a braccia aperte, sottolineando anche quanto sia per lui importante poter fare televisione senza vincoli di sorta. Fabio Fazio a proposito ha commentato: «Io penso sinceramente che l’ingrediente fondamentale per fare televisione sia essere liberi, che non vuol dire essere liberi di dire tutto ciò che ti passa per la testa. Prima di esprimere un’opinione ci devi pensare 100 volte, ma c’è un aspetto della libertà che è irrinunciabile per chi fa televisione: la libertà di essere contemporanei. La televisione non può avere limite di nessuna narrazione precostituita, perché altrimenti non riesci a raccontare la realtà e a essere contemporaneo». La domanda da parte dei presenti era a questo punto scontata, ovvero se Fazio si sentisse più libero ora di quand’era in Rai, e nel merito della questione il conduttore ha commentato: «Sì, assolutamente, c’è un’aria di leggerezza. Tornare a fare il nostro mestiere parlando delle cose che facciamo è qualcosa che ho cercato di fare sempre nella mia vita, ma non è che prima non fossi libero, io sono sempre stato libero e infatti eccomi qua». Dopo aver specificato di non essere stato in alcun modo «epurato» dall’azienda di Viale Mazzini, Fazio ha avuto l’occasione di rispondere ad un recente tweet di Matteo Salvini, felice per il suo trasloco. Rispetto al cinguettio in questione, il presentatore ha replicato: «Il tweet di Salvini dopo il mio addio alla Rai? Nulla di nuovo, era già successo. Io non voglio essere difeso dalla politica e da nessuno, ma solo dai miei risultati».

L’Italia comprerà i carri armati Leopard 2

Dando via al primo programma di riarmo scaturito dalla guerra in Ucraina, l’Italia ha deciso di comprare i tank tedeschi Leopard 2. La conferma è arrivata dalla sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, durante un’interrogazione parlamentare del M5s. L’acquisto sarà inserito nel ormai prossimo Documento Programmatico Pluriennale 2023-2025. Trovano così conferma le indiscrezioni della Rivista Italiana Difesa sulla volontà del governo Meloni di potenziare le forze corazzate.

L’Italia comprerà i carri armati Leopard 2. Le esigenze oscillano tra 100 e 200 tank. La commessa avrà un valore di 4 miliardi.
I Leopard 2 sono dall’azienda tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Getty Images).

L’esercito deve far fronte alle esigenze nazionali e alle necessità imposte dagli impegni Nato

Rauti ha indicato in 250 carri armati il requisito dell’Esercito Italiano per far fronte alle esigenze nazionali e alle necessità imposte dagli impegni Nato. Un numero superiore ai 200 carri armati Ariete C1 attualmente in dotazione (di cui solo la metà fosse pronta al combattimento): la soluzione individuata è quella di dotarsi di «carri armati Leopard 2 di ultima generazione, in versione combat e configurazione A8 e delle relative piattaforme derivate nelle versioni recupero e soccorso, gittaponte e pioniere», ha spiegato Rauti. Parallelamente, proseguirà l’ammodernamento dei carri Ariete, «finalizzati ad intervenire su 125 piattaforme, con lo scopo di incrementare la mobilità tattica e le condizioni di sicurezza degli equipaggi a bordo dei carri».

L’Italia comprerà i carri armati Leopard 2. Le esigenze oscillano tra 100 e 200 tank. La commessa avrà un valore di 4 miliardi.
L’Italia acquisterà Leopard 2 di ultima generazione, in versione combat e configurazione A8 (Getty Images)

Le risorse previste dalla Difesa per i Leopard 2 ammontano a quattro miliardi di euro

Le risorse previste dalla Difesa per i Leopard 2 sono pari a quattro miliardi di euro a partire dal 2024, a fronte di un’esigenza complessiva stimata di circa il doppio. Prodotto dall’azienda tedesca Krauss-Maffei Wegmann, il Leopard 2 è il principale carro armato da combattimento della Bundeswehr, le forze armate della Germania. Immesso in servizio a partire dal 1979, è stato continuamente aggiornato per mantenerlo al passo con gli sviluppi tecnologici e operativi e, nel corso dei decenni, è stato esportato in molti Paesi del mondo.

Santanchè: «Perché dovrei fare passi indietro? Dai giornali solo bugie, guadagnerò con le querele»

Daniela Santanchè torna a parlare dell’inchiesta che riguarda le società Visibilia, di cui è fondatrice, e Ki Group, di cui è stata socia, ribadendo di non essere intenzionata a fare alcun passo indietro dall’incarico che ricopre a livello governativo. Ad oggi, ha dichiarato la ministra, non le è stato notificato alcun avviso di garanzia ed è per questo pronta a querelare gli organi di stampa che riportano falsità: «Alcuni giornali scrivono delle grandi bugie e per questo faremo la nostra querela e chiederemo il nostro risarcimento danni. Sono tranquilla».

Santanchè: «Nessuno mi ha mai accusato nelle mie funzioni di ministro»

Dal palco dell’assemblea annuale di Confagricoltura, l’esponente di Fratelli d’Italia si è agganciata alle parole pronunciate a Vilnius dalla premier Giorgia Meloni, che ha definito l’intero caso come una questione extrapolitica: «Nessuno mi ha mai accusato nelle mie funzioni di ministro. Non capisco per quale motivo dovrei fare un passo indietro». E ancora: «Mio nonno mi ha insegnato a non aver paura se non fai niente di male . Io vado avanti assolutamente tranquilla. Io poi sono un cittadino, non partecipo ai processi mediatici, mi difendo nei tribunali. E peraltro, come anche chi scrive in questi giorni sa benissimo, sui tribunali sto andando molto bene. Ho già portato a casa due desistenze». Per il caso Visibilia in particolare la ministra risulta indagata dalla procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta. Insieme a lei anche il compagno Dimitri Kuntz D’Asburgo e la sorella Fiorella Garnero.

«Mi auguro di avere un bel gruzzoletto del mio risarcimento danni»

Riguardo infine alle domande che le sono state rivolte dai giornalisti su questo tema, ha aggiunto: «Non ho alcun imbarazzo. Anzi io dico ai giornali: bene la libertà di stampa, scrivete quello che volete. Poi anche lì ci sarà qualcuno che dirà se le cose erano vere o se erano false. Mi auguro tra qualche anno di avere un bel gruzzoletto del mio risarcimento danni. Potrò magari aiutare qualcuno che ha più bisogno di me».

 

 

Ainett Stephens: età, figlio e marito della modella nota per Il mercante in fiera

Ainett Stephens, nata a Ciudad Guayana (Venezuela) il 28 gennaio 1982, è una modella e personaggio televisivo. È conosciuta per aver condotto il programma Real TV dal 2005 al 2007 oltre che per aver posato per diversi calendari sexy.

Ainett Stephens: biografia e carriera

Nel 2000 Ainett è giunta tra le semifinaliste di Miss Venezuela e, dopo aver sfilato diversi anni in Sud America, nel 2004 è arrivata in Italia, realizzando tra i primi lavori il calendario Fox Uomo per il 2006. Quell’anno si è affermata in tv nel ruolo della «gatta nera» accanto a Pino Insegno ne Il Mercante in Fiera. L’anno seguente, nel 2007, ha affiancato Daniele Bossari nel programma Azzardo, quiz in onda su Italia 1. Nel 2008 ha presentato, insieme a Taiyo Yamanouchi, la terza stagione della trasmissione comica di Rai 3 La tintoria. Poi dal 2011 è diventata ospite fissa di Saturday Night Live from Milano, uno show comico andato in onda su Italia 1.

Ainett Stephens, carriera e vita privata
Ainett Stephens alla Milano Fashion Week nel 2012 (Getty Images).

Dal 2007 al 2009 ha condotto il Festival internazionale del Circo di Monte Carlo su Rai 3. Nel 2011, invece, ha debuttato come attrice di cinema nel film Amici miei – Come tutto ebbe inizio diretto da Neri Parenti. Nella primavera 2014 è entrata a far parte del cast fisso, insieme a Chiara Nasti e Sofia Valleri, del programma di Italia 1 Chiambretti Supermarket. Recentemente ha partecipato al Grande Fratello Vip 6 su Canale 5.

Ainett Stephens: la vita privata

Nel 2015 Ainett ha sposato Nicola Radici, un imprenditore e dirigente sportivo con cui si era fidanzata nove anni prima. Dalla loro unione è nato Christopher, un bambino affetto da una leggera forma di autismo. Parlando di lui, la modella ha confessato: «Questa esperienza mi ha cambiato la vita. I primi mesi sono stata molto male, ma dopo, grazie anche alla preghiera, ho deciso di andare avanti. Mio figlio aveva bisogno di una madre forte e coraggiosa. Mi auguro di vederlo crescere e di riuscire a sviluppare al meglio, insieme a lui, le sue capacità». Non è attualmente noto se Ainett e Nicola siano ancora insieme – lei era entrata da single nella casa più spiata d’Italia.

Facci silurato dalla Rai e gli altri spifferi di giornata

I protagonisti di tivù e politica nella serata del 13 luglio hanno un appuntamento in agenda: la presentazione dei palinsesti Mediaset a Roma, nello scenario di Villa Miani. «Chissà se si affaccerà Barbara D’Urso», scherzano alcuni giornalisti delle reti berlusconiane: si prevedono comunque ingorghi sulla via Trionfale, la strada che porta alla villa situata a Monte Mario.

Facci verso la sospensione dalla Rai

La mossa della disperazione non è bastata: nonostante l’intervista al Corriere in cui ammetteva candidamente, tra le altre cose, che «non ho soldi e il contratto in Rai mi servirebbe parecchio», Filippo Facci quel contratto molto probabilmente non lo avrà. Da Viale Mazzini trapela lo scenario di una decisione ormai presa: soppressione in culla della striscia quotidiana su Rai2, I facci vostri, che avrebbe dovuto condurre il giornalista di Libero. Niente da fare: tutta colpa, come ormai è noto, di quell’articolo scritto sul caso del presunto stupro di cui si sarebbe reso protagonista il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. In particolare, il passaggio “incriminato”, che parlava della ragazza che ha denunciato l’accaduto, era questo: «Fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache la Russa». Nei giorni successivi è anche uscita la notizia di Facci denunciato dalla ex per stalking, con lui che ha cercato di minimizzare: «Non le sono piaciute alcune mail». Sui social il giornalista aveva provato a esorcizzare il momento alla sua maniera: «Finirà bene, perché nascondo un grande segreto: non me ne frega un cazzo». Non è finita bene.

Facci: «Senza il contratto Rai sono rovinato, ma rifarei tutto. Cercavano l’incidente e alla fine l’hanno trovato».
Filippo Facci (Imagoeconomica).

Gianni Letta ricorda Silvio

È Roma il suo territorio, e così Gianni Letta nella Capitale era in prima fila nella basilica di Sant’Eustachio, a due passi dal Senato della Repubblica e dal bar famoso per il suo caffè, per ricordare Silvio Berlusconi a un mese dalla sua scomparsa. Lunga la fila dei forzisti quasi in ginocchio davanti all’Eminenza Azzurrina.

Facci silurato dalla Rai e gli altri spifferi di giornata
Gianni Letta (Imagoeconomica).

Chiara Colosimo dove va? A un premio

La sua elezione alla presidenza della Commissione parlamentare antimafia è stata accompagnata da forti polemiche: Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia, aveva definito la nomina di Chiara Colosimo «sconcertante» e «inaccettabile» a causa delle foto che la immortalavano con il Nar Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna del 1980. Chiara Colosimo però ha tirato dritto, scegliendo comunque un bassissimo profilo. E dove si fa vedere? Tra la mondanità: come il 12 luglio, mercoledì, quando in serata si è presentata a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia (sì, proprio la nazione che ha protestato contro la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi per la sua simpatia politica verso la destra), per partecipare all’evento del Premio Myllennium, caro alla famiglia Barletta.

Facci silurato dalla Rai e gli altri spifferi di giornata
Chiara Colosimo (Imagoeconomica).

La Rai si affida alla Scuola Holden

Giorni fa alla Rai si piangeva per i pochi autori disponibili sul mercato, e ora scatta la mossa: l’alleanza con la Scuola Holden, quella di Alessandro Baricco. Il mezzo sarà la “Holden.ai StoryLab”, che gode di questa definizione: «Un laboratorio e un osservatorio nato all’interno della Scuola Holden che si occupa di fare ricerca, divulgazione e formazione, oltre che di organizzare eventi sul fenomeno delle intelligenze artificiali generative e sui cosiddetti “media sintetici”, con particolare attenzione alle loro applicazioni al mondo della narrazione, della comunicazione e della creatività». Promotore dell’intesa è Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, e al Festival Videocittà di Roma che si svolge il 13 luglio al Gazometro e caro all’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, per dare il via all’iniziativa andrà in scena il panel “Intelligenza artificiale e media sintetici: le nuove frontiere della narrazione e della creatività”, con Simone Arcagni e Riccardo Milanesi, direttori di Holden.ai StoryLab, e Carlo Rodomonti responsabile marketing strategico e digital di Rai Cinema.

Cadono pini a piazza Venezia

Agli americani il giorno 13 fa paura: fatto sta in questa data, proprio davanti a una comitiva di turisti statunitensi, alle ore 8, a piazza Venezia, sono caduti improvvisamente due pini situati di fronte all’Altare della Patria, a due passi dalla basilica dedicata a San Marco, dalla parte di Palazzo Venezia. Sì, quello del balconcino caro a Benito Mussolini. Non sarà un segnale per il governo di Giorgia Meloni?

Strassoldo di Cervignano, sbanda per evitare un albero caduto: morto un uomo di 61 anni

Il maltempo che in queste ultime ore ha flagellato gran parte del Nord Italia ha purtroppo anche fatto, indirettamente, una prima vittima. Un uomo di 61 anni ha infatti perso la vita a causa di un incidente stradale causato da una pianta caduta sulla carreggiata a Strassoldo di Cervignano, in provincia di Udine.

Uomo morto a Strassoldo di Cervignano per evitare un albero caduto

La tragedia si è consumata intorno alle 3.30 di notte (tra martedì 12 e mercoledì 13 luglio 2023) in via Cisis. In base alle primissime ricostruzioni delle autorità, che sono ancora al lavoro per chiarire la dinamica precisa del sinistro, sembra che la vittima, Nicola Campion, si sia ritrovata obbligata ad una manovra d’emergenza per evitare all’ultimo un albero che era caduto sulla carreggiata. La sterzata improvvisa ha portato l’uomo a sbandare e il mezzo che stava guidando, un furgoncino Doblò Fiat Bianco, è così andato fuori strada, si è ribaltato ed è finito in modo violento contro un muretto di cemento che circonda il giardino di una casa nelle vicinanze.

Chi era la vittima 

L’uomo che ha perso la vita nello schianto era un noto imprenditore del settore ittico locale. Pare che al momento dell’incidente si trovasse a bordo della sua auto perché si stava recando presso il suo allevamento di trote al fine di controllare che il violento temporale in corso non avesse fatto troppi danni. L’intervento sul posto da parte dei vigili del fuoco, dei carabinieri di Palmanova e dell’equipaggio di un’ambulanza e un’automedica è stato rapido. I soccorritori arrivati sul posto hanno fatto il possibile per salvare la vita a Nicola Campion, che al momento del loro arrivo si trovava in arresto cardiaco. Purtroppo però a nulla sono servite le manovre di rianimazione e i medici si sono presto trovati costretti a constatarne il decesso.

Ruben Biskupec morto a 25 anni: ha avuto un malore a un festival techno

Addio al giovane studente italiano Ruben Biskupec, morto all’improvviso a soli 25 anni mentre si trovava a un festival techno nei Paesi Bassi. Negli ultimi tempi viveva Oltralpe per portare avanti il suo percorso universitario, avendo scelto di iscriversi alla specializzazione in cybersecurity presso l’Università di Eindhoven.

Ruben Biskupec morto a 25 anni nei Paesi Bassi

In base alle prime ricostruzioni sulla tragedia, sembra che il giovane abbia avuto un malore nella giornata di sabato 8 luglio 2023 durante un festival di musica techno e che sia stato immediatamente ricoverato nel più vicino ospedale, dov’è poi deceduto dopo due giorni. Le autorità giudiziarie olandesi, nel frattempo, si sono messe all’opera per cercare di ricostruire cosa possa aver condotto alla morte il ragazzo. Almeno per il momento, ad ogni modo, le circostanze precise e le cause della morte restano ignote.

Il ricordo della sua squadra di rugby

Biskupec viveva a Modena con la sua famiglia (originaria di Capo d’Istria), che gestisce attualmente la pizzeria Taurus. Volto piuttosto noto in città, aveva conseguito la laurea in Ingegneria informatica presso la Unimore. Grande appassionato di sport, aveva giocato nelle fila del Modena Rugby e si era anche cimentato nel football americano con i colori dei Modena Vipers. Qui le parole strazianti del team di rugby che, con un comunicato, ha voluto ricordare il suo compianto giocatore: «È con immenso dolore che apprendiamo la notizia della scomparsa di Ruben Biskupec. Giocatore dalle doti atletiche non comuni, ragazzo straordinario fuori e dentro al campo, Ruben ha passato la palla troppo presto, lasciando un grosso vuoto in tutti noi. L’intera famiglia del Modena Rugby 1965 si stringe attorno ai genitori di Ruben e alle tante persone che gli volevano bene. Buon viaggio, Ruben».

Paolo Cioni: biografia e carriera dell’attore de I delitti del Barlume

Paolo Cioni, nato a Pisa il 3 novembre 1982, è un attore di teatro, cinema e televisione. Per circa sette anni ha recitato in Chi è di scena, giallo comico teatrale ideato da Alessandro Benvenuti, suo collega ne I delitti del Barlume.

Paolo Cioni: biografia e carriera

Dopo aver studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma ed essersi diplomato nel 2007, Paolo ha iniziato la sua carriera nel cinema con i film I Primi della lista (2011) e Fino a qui tutto bene (2014), entrambi diretti di Roan Johnson, regista anche de I delitti del Barlume. Oltre a questi due film, è è stato anche nel cast della pellicola I Calcianti di Stefano Lorenzi del 2015 con Caterina Murino e Francesco Scianna. Per la sua interpretazione ne I delitti del Barlume ha ricevuto anche un premio speciale, come miglior attore, dalla giuria del SulFF, presieduta da Enrico Ghezzi.

Paolo Cioni, carriera e vita privata
Paolo Cioni e Lucia Mescino (Facebook).

Tra i film che Cioni ha interpretato ci sono Finché c’è prosecco c’è speranza di Antonio Padovan (2017), Si muore solo da vivi di Alberto Rizzi (2020) e il più recente Margini di Nicolò Falsetti (2022), vincitore del premio del pubblico al Festival del cinema di Venezia. Oltre che al cinema, l’attore è molto apprezzato anche a teatro. Sul palcoscenico ha lasciato il segno grazie al ruolo in Pinocchio per la regia di Ugo Chiti, una rappresentazione molto amata dalla critica e dal pubblico.

Paolo Cioni: la vita privata

Della vita privata di Paolo Cioni non si sa molto, essendo l’attore una persona molto riservata e poco all’attenzione del mondo del gossip. Non è infatti noto se sia sposato, sia single o abbia dei figli.

Jorit, murale a Mariupol e accuse al «regime di Kyiv»

Street artist partenopeo famoso in tutto il mondo per i suoi murales giganti, Jorit ha realizzato un’altra opera: il volto di una ragazzina su una palazzina di Mariupol, città del Donbass occupata dai russi. E, nel presentare il suo ultimo lavoro, ha apertamente puntato il dito contro Kyiv: «Diffidate da quelli che vorrebbero farci la morale, hanno le mani sporche di sangue. Qui non c’è nessuno da liberare. È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in tv».

«Ora ho le prove: sul Donbass ci stanno mentendo»

«La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da otto anni per liberarsi da un regime; quello di Kyiv che di democratico oramai non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto per interessi economici. Ci dicono che mandano missili spendendo miliardi di euro perché sono buoni e altruisti, ma i bambini del Donbass sono stati sotto le bombe per otto anni e in quel caso nessuno ha mosso un dito. Per queste persone alcuni bambini sono più uguali degli altri», ha scritto Jorit, al secolo Ciro Cerullo. «Ci hanno mentito sul Vietnam, ci hanno mentito sull’Afghanistan, ci hanno mentito sull’Iraq, sui Balcani, sulla Libia e sulla Siria. E ora ho le prove: ci stanno mentendo anche sul Donbass», ha aggiunto l’artista su Instagram.

Murales di Jorit a Mariupol, lo street artist sotto accusa: «Filorusso». Tante critiche, ma anche il plauso di Di Battista.
Jorit all’opera a Napoli (Getty Images).

Di Battista sta dalla sua parte: «Grazie per il tuo coraggio»

Nel presentare la sua opera, Jorit ha citato poi alcune dichiarazioni di politici ucraini: «Cosa fare con questi otto milioni di Russi che sono rimasti in territorio ucraino? Bisogna tirargli una bomba atomica», attribuita a Yulia Tymoshenko, prima ministra dell’ Ucraina nel 2005 e nuovamente dal 2007 al 2010. E poi «I nostri figli andranno negli asili e nelle scuole, i loro vivranno nelle cantine», che sarebbe stata pronunciata da Petro Porošenko, presidente dal 2014 al 2019. Tantissime le critiche, ma anche qualche plauso per Jotir, tra cui quello di Alessandro Di Battista, il quale gli ha scritto:  «Grazie per il tuo coraggio».

Murales di Jorit a Mariupol, lo street artist sotto accusa: «Filorusso». Tante critiche, ma anche il plauso di Di Battista.
Vladimir Putin (Getty Images).

Putin lo aveva elogiato per il ritratto di Dostoevskij

Jorit, che da inizio luglio si trova in Russia, non è nuovo a polemiche del genere: durante i primi mesi del conflitto, era stato accusato di essere filorusso a causa di un murale raffigurante Fedor Dostoevskij realizzato sulla facciata del Liceo Righi di Fuorigrotta, a Napoli. A poche settimane dall’invasione, l’Università Bicocca di Milano, sull’onda emotiva delle sanzioni alla Russia, aveva cancellato un corso sull’autore di Delitto e castigo e Jorit si mise all’opera contro ogni censura, a sostegno della cultura come valore universale da difendere: in un discorso, Vladimir Putin era arrivato a elogiare l’opera dell’artista napoletano: «Dà ancora speranza, che attraverso la simpatia reciproca delle persone, attraverso una cultura che collega e unisce tutti noi, la verità sicuramente si farà strada».

Hollywood, gli attori verso lo sciopero: saltato l’accordo

Gli attori di Hollywood sono pronti allo sciopero. Dopo un mese di trattative, i negoziati con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp) che rappresenta le case di produzione si sono conclusi con un nulla di fatto. Il contratto degli interpreti è così ufficialmente scaduto a mezzanotte del 12 luglio e persino la disperata mossa di ricorrere a un mediatore federale si è rivelata infruttuosa. Come ha riportato Deadline, una volta approvato formalmente dal consiglio nazionale del sindacato Sag-Aftra, lo stop dovrebbe partire già la mattina di venerdì 14 luglio. Si tratterà del primo sciopero degli attori contro l’industria cinematografica dal 1980. Risale a 20 anni prima invece l’ultima protesta contemporanea di interpreti e sceneggiatori, che hanno incrociato le braccia il 2 maggio.

Sciopero degli attori di Hollywood, l’esito degli ultimi negoziati

La linea dura ha avuto la meglio dopo che anche gli ultimi tentativi di trovare un accordo sono falliti nella tarda serata del 12 luglio. «Volevamo un contratto che rispondesse in modo adeguato alle esigenze degli artisti», ha spiegato a Deadline il presidente di Sag-Aftra Fran Drescher. Gli attori infatti chiedevano un adeguamento salariale all’era dello streaming, maggiori assicurazioni sui profitti e un intervento diretto per definire il ruolo dell’intelligenza artificiale nel cinema. «Le risposte degli studi sono state però offensive e irrispettose». In una nota, riportata anche da Reuters, Drescher ha accusato le aziende cinematografiche e gli streamer di essersi rifiutati di impegnarsi in modo significativo e di aver ostacolato le trattative. «Fin quando non negozieranno in buona fede, non si potrà raggiungere un’intesa».

Falliti i negoziati a Hollywood fra attori e case di produzione. Si va verso lo sciopero dal 14 luglio. A rischio la Mostra di Venezia.
Le proteste per le strade di Los Angeles (Getty Images).

Sull’altro fronte, l’Amptp ha puntato il dito contro il sindacato, criticandolo per aver abbandonato il tavolo dei negoziati. «Siamo profondamente delusi», si legge in una dichiarazione ufficiale. «Sag-Aftra ci ha messo su un percorso che aggraverà ancor di più le difficoltà finanziarie degli attori». Secondo l’associazione che rappresenta le produzioni, il sindacato ha rifiutato «importanti aumenti salariali, interventi sui contributi pensionistici e aiuti per l’assicurazione sanitaria». Senza dimenticare infine la protezione dall’intelligenza artificiale con «un rivoluzionario progetto per cautelare le sembianze digitali degli attori».

Le première di Oppenheimer e Barbie e l’impatto su Venezia

L’annuncio ha animato sin da subito il mondo di Hollywood. Come riporta la stampa statunitense, Warner Bros ha anticipato di un paio d’ore la première di Barbie, svoltasi il 12 luglio a Londra, temendo che il cast rinunciasse a partecipare per via dello sciopero. Discorso simile per quella di Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan, che si è svolta contemporaneamente a Parigi. Paura per i festival cinematografici, tra cui la Mostra del Cinema di Venezia in programma per fine agosto. In virtù della protesta, gli attori potrebbero disertare i red carpet, svuotando il cartellone delle rassegne. Non è ancora chiaro se l’eventuale assenza di star e registi possa portare persino a un ritiro definitivo dei film.

Falliti i negoziati a Hollywood fra attori e case di produzione. Si va verso lo sciopero dal 14 luglio. A rischio la Mostra di Venezia.
Margot Robbie alla premiere di Barbie, anticipata per lo sciopero (Getty Images).

Dettori ‘assunto’ da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani

Luigi Di Maio si è sistemato: da rappresentante speciale dell’Ue nel Golfo persico oltre allo status di diplomatico e l’immunità, percepisce uno stipendio da 12 mila euro al mese. Ma non a tutti gli scissionisti del M5s è andata così liscia. Chi lo aveva seguito nell’avventura, naufragata alle urne, di Impegno civico sta infatti cercando una ricollocazione nei Palazzi o un lavoro. L’ultimo della lista è Pietro Dettori, già deus ex machina del Movimento e Rousseau, vicinissimo a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio. Come scrive Repubblica dopo aver seguito Di Maio alla Farnesina e nel nuovo raggruppamento, si è dato alle consulenze e adesso è stato inquadrato come «prestatore di servizi» nello staff dell’eurodeputata forzista Lara Comi, quattro anni fa finita ai domiciliari per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Ue e coinvolta in altre grane giudiziarie, tra cui il Qatargate, inchiesta in cui è stata trascinata da Antonio Panzeri.

Dettori 'assunto' da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani
Pietro Dettori con Gianroberto Casaleggio nel 2014 (Imagoeconomica).

Battelli è entrato in +Europa presieduta da Federico Pizzarotti

Dettori, sposato con l’ex M5s dimaiana Iolanda Di Stasio, non è però l’unico ad aver voltato pagina. Partiamo da Sergio Battelli, due legislature in curriculum. Dopo la batosta elettorale si era ritirato a vita privata per «disintossicarsi» ponendosi due obiettivi: «La reunion della band di gioventù, in stile Blues Brothers» e «aprire un chiringuito sulla spiaggia». Dopo qualche mese però il richiamo della politica ha avuto la meglio e si è così iscritto a +Europa. «Un partito piccolo, ma con le idee molto molto chiare, lontano dai compromessi, lontano dalle ambiguità, vero, radicale, davvero progressista e innovativo», aveva spiegato. «Ho deciso di dare una mano, di entrare in punta di piedi con rispetto e abnegazione, sapete il motivo? Perché più Europa è figo, parla ai giovani per i giovani, guarda al futuro per migliorarlo, con rispetto per il passato». Ironia della sorte: nel partito di Riccardo Magi, Battelli si è trovato come presidente Federico Pizzarotti, l’ex sindaco di Parma tra primi grillini a sbattere la porta a Grillo, Casaleggio e a tutto il Direttorio.

Dettori 'assunto' da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani
Sergio Battelli (Imagoeconomica).

Laura Castelli folgorata da ‘Scateno’ De Luca

Che dire poi di Laura Castelli, ex sottosegretaria all’Economia folgorata da Sud chiama Nord di ‘Scateno’ De Luca di cui è portavoce, perché «Cateno ha mostrato di sapere amministrare più città, ha le idee chiare, in tutto quello che fa ci mette il cuore». Con lei un’altra ex dimaiana, Caterina Licatini che dell’ex sindaco di Messina ha cantato le lodi: «Hai riacceso in me la passione per la bella Politica. La Politica è fatta di gioie e dolori, ma sempre al fianco dei Cittadini e per il bene comune». Maiuscole incluse. Gianfranco Di Sarno invece aveva scaricato Di Maio poco prima delle elezioni passando con Fratelli d’Italia. La speranza di essere rieletto nelle file meloniane però è sfumata. Poca fortuna anche per Federica Dieni che aveva abbracciato la causa di Italia viva.

Dettori 'assunto' da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani
Laura Castelli (Imagoeconomica).

Spadafora non esclude il ritorno

Tra i big dimaiani che si sono eclissati come dimenticare il braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora. Dopo aver smentito categoricamente il presunto avvicinamento al Pd, lo scorso aprile a Omnibus aveva dichiarato non essersi pentito della scissione, non risparmiando stilettate al M5s «oggi legato solo al reddito con nessuna prospettiva politica». E nel futuro? Spadafora, alla Califano, non esclude il ritorno. Per il momento lavora con organizzazioni come Terre des Hommes ma progetta di costruire una casa politica per quei giovani che non si riconoscono in questo centrosinistra.

Dettori 'assunto' da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani
Vincenzo Spadafora (Imagoeconomica).

Valenti alla relazioni istituzionali di Federtennis e Di Stefano advisor di Axiom Space

Hanno lasciato la politica invece Simone Valente e Manlio Di Stefano. Il primo, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio alle dipendenze dell’allora ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, ora è nelle relazioni istituzionali di Federtennis. Il secondo, grillino ultra ortodosso anti Nato che nel 2016, come scriveva sul Sacro Blog, aveva «avuto il piacere di rappresentare il M5s al congresso di Russia Unita, il partito di Putin», non solo si è convertito alla causa dimaiana ma, come rivelato dal Foglio, è diventato senior advisor della Axiom Space, società aerospaziale statunitense. Secondo quanto risulta a La Verità, l’accordo «ha la durata di un anno (1 novembre 2022-31 ottobre 2023), è, con ogni probabilità, rinnovabile e da gennaio a marzo ha fatto incassare a Di Stefano, spalmati in cinque bonifici (ordinati dalla Axiom space operating, con sede a Wilmington, Delaware) circa 85 mila euro». Se fossero, come probabile, i primi mesi di stipendio significherebbe che Di Stefano incassa 17 mila euro al mese, più di quanto prendesse da sottosegretario agli Esteri (del Conte i, Conte II e del governo Draghi).

Dettori 'assunto' da Lara Comi: dove sono finiti gli ex dimaiani
Manlio Di Stefano (Imagoeconomica).

Mattia Fantinati, altro ex sottosegretario ma per la pubblica amministrazione, è presidente dell’associazione Internet governance forum in Italia, emanazione di una struttura consultiva voluta dalle Nazioni Unite. Infine l’ex deputato romano Stefano Vignaroli è passato alle pratiche spirituali, con la sua compagna russa Pramika esperta in materia. Del resto per comprendere in pieno l’esperienza di Impegno civico, può sempre tornare utile.

 

Enrica Guidi: età, biografia e vita privata dell’attrice de I delitti del Barlume

Enrica Guidi, nata a Cecina (Toscana) il 17 febbraio 1985, è un’attrice ma anche ballerina di danza classica e contemporanea. È famosa per alcuni ruoli al cinema, come quello nel recente film di Edoardo Leo Lasciarsi un giorno a Roma (2021).

Enrica Guidi: biografia e carriera

Dopo la laurea in Scienze motorie, Enrica ha deciso di intraprendere la carriera nel mondo della recitazione ottenendo la sua prima parte nella serie televisiva I delitti del Barlume dove interpreta il ruolo di Tiziana. Nel 2014 è stata scelta per il film Tutto molto bello di Paolo Ruffini mentre nel 2017 ha recitato in Innamorati di me di Nicola Prosatore e nella coproduzione italo-britannica Humanism dove ha vestito i panni di Robin Cox. Nel 2018 ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista in Mò Vi Mento – Lira di Achille di Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi, presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel film Enrica ha interpretato il ruolo di Elena Guarracino.

Enrica Guidi, tra carriera e vita privata
Enrica Guidi, Filippo Timi e Lucia Mascino (Facebook).

In L’Eroe, pellicola presentata al 64 ° Taormina Film Fest 2019, l’attrice ha interpretato il ruolo di una madre disperata e nello stesso anno è stata premiata come migliore attrice italiana emergente al Lamezia Film Fest. Durante la sua carriera ha partecipato come concorrente a Celebrity MasterChef, prima edizione (2017), e a Name That Tune – Indovina la canzone (2021). Nel 2018 ha anche condotto Cinepop su Sky Cinema.

Enrica Guidi: la vita privata

Per quanto riguarda la sua vita privata, Enrica è una persona molto riservata. L’attrice attualmente sarebbe single e maggiormente concentrata sulla sua carriera cinematografica e televisiva. In passato pare sia stata innamorata di un ragazzo che l’avrebbe avvicinata al cinema. Guidi è impegnata anche nel sociale, soprattutto in difesa dei diritti delle ragazze più deboli vittime di violenze domestiche.

Qatar 2022, la Fifa distribuisce 187 milioni ai club per i giocatori forniti: la Juventus è la squadra italiana che incassa di più

Dopo la Coppa del Mondo in Qatar 440 club di 51 associazioni affiliate hanno ottenuto dalla Fifa 187 milioni di euro per per il rilascio dei giocatori che hanno preso parte al torneo con le rispettive Nazionali. Sono 27 i club italiani hanno ricevuto questo “rimborso” dalla Fifa. La Juventus è quella che ha incassato di più con 2,7 milioni di euro. Al secondo posto l’Inter con 2 milioni, poi il Milan con 1,4, la Fiorentina con 1,3, l’Atalanta con 1,2. Non solo big e club abituati a disputare le coppe: il Benevento ha ricevuto infatti 200 mila euro, il Mantova 86 mila euro, il Venezia oltre 74 mila e la Cremonese 59 mila. In tutto la Figc ha ricevuto 16,7 milioni di euro, pari all’11,7 per cento dei proventi destinati alla Uefa.

Qatar 2022, la Fifa distribuisce 187 milioni ai club per i giocatori forniti: la Juventus è la squadra italiana che incassa di più.
Lo juventino Adrien Rabiot, che ha giocato il Mondiale con la Francia (Getty Images).

Ai club Uefa sono andati in tutto 142,5 milioni di euro

Per quanto riguarda le federazioni continentali, alla Uefa sono andati 142,5 milioni di euro (divisi tra 275 club), all’Afc asiatica 21,3 milioni (67 club), alla Concacaf del Nord e Centro America 13,8 milioni (53 club), alla Conmebol sudamericana 5,2 milioni (divisi tra 26 società), alla Caf africana 4,1 milioni (18 club) e alla Ofc dell’Oceania 86 mila euro (tutti a un’unica società, il Wellington Phoenix). All’interno della Uefa, la maggior fetta dei rimborsi è andata alla Federazione inglese, che ha avuto 33,8 milioni. Davanti alla Figc anche la federazione spagnola con 21,7 milioni e quella tedesca con 18,8.

Qatar 2022, la Fifa distribuisce 187 milioni ai club per i giocatori forniti: la Juventus è la squadra italiana che incassa di più.
Gianni Infantino, presidente della Fifa (Getty Images).

La cifra aumenterà in vista dei Mondiali 2026 e 2030

La Fifa distribuirà un importo giornaliero di 10.950 dollari per ogni giocatore, indipendentemente da quanti minuti abbia giocato durante il torneo: la somma per ogni atleta verrà divisa e distribuita alla/e squadra/e con cui il giocatore era registrato nei due anni che hanno preceduto la competizione. Il CBP fa parte di un memorandum d’intesa tra la Fifa e l’Eca, che è stata prorogata fino al 2030 in occasione dell’Assemblea generale dell’Eca a Budapest di marzo. La stessa cifra era stata erogata anche dopo Russia 2018, ma aumenterà in vista dei Mondiali del 2026 e del 2030.

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