Russia, le purghe dopo la rivolta di Prigozhin: «Arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin»

L’Fsb ha arrestato, interrogato e rilasciato almeno 13 alti ufficiali, fra cui Sergei Surovikin. E ne ha sospesi o licenziati altri 15. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti anonime. L’obiettivo è «ripulire i ranghi da coloro che non sono più fidati», ha spiegato una delle fonti del quotidiano statunitense, sottolineando che diverse fra le persone fermate o allontanate hanno legami con la Wagner.

Russia, purghe dopo la rivolta di Prigozhin: arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin. Un generale: «Licenziato per critiche a vertici militari».
Sergei Surovikin e Vladimir Putin (Getty Images).

Surovikin è comparso in pubblico l’ultima volta il 23 giugno

Diversi ufficiali, tra cui appunto il capo delle Forze aerospaziali Surovikin, sono stati interrogati dai vertici militari del Cremlino per poi essere rilasciati. Surovikin non è accusato di essere coinvolto nell’insurrezione, ma c’è la convinzione che fosse a conoscenza dei piani di Yevgeny Prigozhin. L’ufficiale russo è comparso in pubblico l’ultima volta il 23 giugno, in un video in cui chiedeva al leader della Wagner di non continuare la rivolta. Il 12 luglio Andrei Kartapolov, presidente della Commissione Difesa della Duma, ha dichiarato che il generale Surovikin, «adesso è a riposo» e che «non è disponibile». La notizia del suo arresto, già circolata, era stata smentita dalla figlia. Insieme al capo delle Forze aerospazionali, sarebbero stati interrogati anche il vice Andrei Yudin, il tenente e vice capo dell’intelligence militare Vladimir Alexeyev e il colonnello Mikhail Mizintsev, ex vice ministro della Difesa.

Russia, purghe dopo la rivolta di Prigozhin: arrestati alti ufficiali fra cui Surovikin. Un generale: «Licenziato per critiche a vertici militari».
Sergei Surovikin (Getty Images).

Popov, il generale congedato per le critiche ai suoi superiori

Sono invece una quindicina gli ufficiali sospesi dal servizio o licenziati. Tra essi c’è il generale Ivan Popov, il quale ha accusato i vertici militari di Mosca di averlo rimosso dal suo incarico per aver denunciato la difficile situazione al fronte. Le dichiarazioni di Popov, a capo della 58esima unità, sono state raccolte in un messaggio vocale divulgato dal legislatore russo Andrei Gurulyov. Il generale ha parlato della morte dei soldati russi, denunciando la mancanza di un adeguato sistema di contrasto al fuoco di artiglieria e di mezzi da ricognizione: «I miei superiori apparentemente percepivano una sorta di pericolo e, per liberarsi di me, hanno rapidamente messo a punto un ordine del ministero della Difesa. L’esercito ucraino non è riuscito a sfondare i ranghi russi al fronte, ma i nostri vertici ci hanno colpito alle spalle, decapitando l’esercito nel momento più difficile».

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