Daily Archives: 2 Ottobre 2023

Musk prende in giro Zelensky su X con un meme

Elon Musk ha preso in giro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su X, postando sul suo social network una versione modificata del meme “Trying to Hold a Fart Guy”, corredata dalla scritta: «Quando sono passati cinque minuti e ancora non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti».

L’ironia di Musk non è piaciuta al popolo del web

Il post, che voleva sottolineare l’insistenza del leader ucraino nel chiedere aiuti per far fronte all’invasione russa, e dunque criticarlo, ha inevitabilmente sollevato polemiche. Il presidente della Verchovna Rada, Ruslan Stefanchuk, ha commentato: «Il tizio ha provato a conquistare lo spazio, ma qualcosa è andato storto e in cinque minuti era nella merda fino al collo». Così il parlamentare ucraino Oleksiy Goncharenko: «Mi chiedo, passa mai un giorno senza che Musk dica qualcosa di stupido?». Questo il commento dello stand-up comedian Anton Tymoshenko: «Insomma, hai comprato il social media per intimidire le persone che muoiono perché amano la libertà. Visionario». Il blogger Pravda Gerashinko ha scritto: «Non è possibile non capire che l’Ucraina sta proteggendo l’intera Europa». Altri ironizzano scrivendo che «una cosa del genere la si può scrivere solo mentre si è al telefono con Vladimir Putin». E c’è chi ha sovrapposto il volto del patron di X e Tesla a quello del meme, commentando: «Quando sono passati cinque minuti senza che tu abbia sparso propaganda russa».

Musk prende in giro Zelensky su X con un meme: «Quando sono passati cinque minuti e ancora non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti».
Elon Musk (Getty Images).

Aveva fatto discutere anche il post contro le Ong tedesche 

Un’altra uscita spericolata di Musk sul suo X, arrivata a stretto giro da quella di venerdì 29 settembre, quando l’imprenditore sudafricano ha condiviso un post di RadioGenoa, che prima accusava le navi delle Ong tedesche «finanziate dal governo di Berlino» di «raccogliere immigrati clandestini da sbarcare in Italia», per poi augurarsi la vittoria di Alternative für Deutschland alle elezioni in Germania «per fermare questo suicidio europeo». Condividendo il post, il miliardario quindi si è chiesto: «I tedeschi ne sono consapevoli?». Negli stessi giorni però è volato al confine con il Messico, irrompendo nel dibattito sull’emergenza migranti negli Usa, sottolineando la necessità di «modificare il sistema dell’immigrazione illegale e consentire l’ingresso a chi lavora duramente, è onesto e può contribuire agli Stati Uniti».

Musk prende in giro Zelensky su X con un meme: «Quando sono passati cinque minuti e ancora non hai chiesto un miliardo di dollari di aiuti».
Volodymyr Zelensky (Getty Images).

Musk si è dimostrato ondivago anche sulla guerra in Ucraina

Noto per le posizioni politiche a dir poco ondivaghe (d’altra parte ha fatto della libertà di espressione la sua crociata), Musk anche sulla guerra in Ucraina ha adottato lo stesso approccio. Inizialmente ha messo a disposizione di Kyiv la rete satellitare Starlink, per consentire di mantenere comunicazioni in ambito civile e militare. Poi i rapporti si sono progressivamente deteriorati, sia per i costi (alla fine coperti da Washington), sia per una serie di uscite estemporanee a favore di negoziati di pace con Mosca. Secondo una biografia sul miliardario scritta da Walter Isaacson, nel 2022 Musk avrebbe addirittura sospeso la fornitura del servizio nei pressi dell’area costiera della Crimea, per evitare un attacco ucraino alla flotta russa, circostanza smentita dallo stesso magnate.

Il Premio Nobel per la Medicina 2023 a Katalin Karikó e Drew Weissman

Katalin Karikó e Drew Weissman sono i due vincitori del Premio Nobel per la Medicina 2023, assegnato lunedì 2 ottobre 2023 a Solna (Svezia) dai membri del Karolinska Institutet. I due scienziati sono riusciti a conquistare il riconoscimento per il loro prezioso contributo allo sviluppo dei vaccini contro il Covid-19 grazie ai loro studi sull’acido ribonucleico (l’Rna).

L’annuncio del Premio Nobel per la Medicina 2023

Il comitato del Nobel presso il Karolinsta Institutet ha confermato la notizia attraverso un comunicato social e una relativa nota in cui ha spiegato le motivazioni dietro alla scelta. «Attraverso le loro scoperte fondamentali sull’importanza delle modifiche di base nell’mRna, i premi Nobel di quest’anno hanno contribuito in modo cruciale a questo sviluppo trasformativo durante una delle più grandi crisi sanitarie del nostro tempo», ha spiegato l’organismo che ha così assegnato ai due scienziati un premio complessivo di 11 milioni di corone svedesi (circa 1 milione di euro). La tecnologia sviluppata dai due, inoltre, non sarà utile in futuro soltanto per la creazione dei vaccini ma anche per la cura di molte altre gravi malattie, tra cui il cancro.

Chi sono i due vincitori 

Katalin Karikó è una biochimica americano-ungherese che in passato è stata vicepresidente e poi vicepresidente senior dell’azienda farmaceutica tedesca BioNTech Rna, la stessa che ha commercializzato il vaccino Pfizer. Dal 2021 lavora come docente presso l’Università di Szeged in Ungheria e come professoressa a contratto presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. Drew Weissman, invece è un esperto immunologo americano, formatosi presso il Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School. Nel 1997 ha fondato un suo personale gruppo di ricerca presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. È attualmente direttore del Penn Institutite per le innovazioni sull’Rna, oltre a essere professore di ricerca dei vaccini.

Busto Arsizio, mamma a 11 anni: condannato il vicino di casa che la violentò

È stato condannato a 10 anni di carcere il 27enne che nel cortile di casa violentò una bambina di 11 anni di Busto Arsizio (Varese), la quale rimase incinta e partorì un bimbo. A darne notizia è stato il quotidiano La Prealpina. L’uomo, in carcere dal 22 agosto 2023, ha ricevuto una pena superiore a quella richiesta inizialmente dal pubblico ministero. I fatti risalgono a dicembre 2021, quando i genitori della bimba decisero di portarla da un medico per trovare una spiegazione ai dolori lancinanti all’addome che lamentava. Solo in quel momento è stata scoperta la verità, poi confermata dal racconto della bambina. Sono stati effettuati i test del Dna che hanno levato ogni dubbio sulla paternità del 27enne vicino di casa.

Spagna, notte di lavoro tra le macerie delle discoteche di Murcia

Si è continuato a lavorare e a scavare tra le macerie delle discoteche di Murcia totalmente distrutte dellincendio scoppiato all’alba di domenica 1 ottobre 2023 che ha provocato almeno 13 morti e 24 feriti. Nel palasport accanto, dove le autorità hanno raccolto i parenti delle vittime, continua la triste procedura dei riconoscimenti dei ragazzi morti, solo grazie al test del Dna. Quanto al bilancio delle persone scomparse, nella notte tra 1 e 2 ottobre mancavano all’appello cinque nomi. Nella mattinata di lunedì, il numero è sceso a due perché tre di loro, nella nottata, hanno contattato i rispettivi familiari. Intanto sono iniziati i tre giorni di lutto decisi dalla Regione di Murcia e alle 12 di lunedì 2 ottobre verrà osservato un minuto di silenzio alle porte dei municipi e nelle sedi delle principali istituzioni in omaggio alle vittime.

Incidente sulla Prenestina, morto l’addetto alla sicurezza Fabrizio Paolelli

È di una vittima e due feriti il bilancio dell’incidente avvenuto nella notte del 1° ottobre 2023 a Roma nel tratto di strada di via Prenestina compreso tra via Modolo e via della Riserva Nuova.

Nel sinistro coinvolte una moto e due auto

Il sinistro si è verificato intorno all’1.30 e a perdere la vita è stato Fabrizio Paolelli, di professione addetto alla sicurezza. Al momento della tragedia l’uomo si trovava a bordo della sua moto quando si è scontrato con altre due auto. L’impatto è stato violentissimo e ha sbalzato il motociclista sull’asfalto provocandogli ferite gravissime che non gli hanno lasciato scampo (secondo quanto riporta Roma Today l’uomo sarebbe infatti morto sul colpo). Nell’incidente sono rimasti feriti, seppur più lievemente, anche gli altri due automobolisti coinvolti: almeno per il momento, in ogni caso, la dinamica precisa dell’incidente è da accertare.

Chi era Fabrizio Paolelli

Paolelli era un responsabile della sicurezza capitolino piuttosto conosciuto in città. 50 anni e grande tifoso della Roma, era un dipendente della Colosseum Luxury Service. Amici, colleghi e affetti lo hanno ricordato sui social come un uomo «buono e sincero». Tra i messaggi apparsi online a poche ore dal decesso anche quello della società dove lavorava, che gli ha dedicato questo messaggio: «Sei stato quello che ci ha regalato mille sorrisi in sevizio e fuori dal lavoro». Ettore Iacomussi, sindaco di Morlupo (città di origine di Paolelli), ha poi tenuto ad esprimere a nome tutta l’amministrazione comunale «un caloroso e addolorato cordoglio per la sua scomparsa». In una nota pubblicata dal Comune si legge inoltre: «Fabrizio, morlupese di origine e cresciuto nel nostro paese, ora viveva a Roma, ma era sempre molto legato alle sue origini e sempre disponibile nella sua attività di security per tutti gli eventi sul territorio di Morlupo, per i quali svolgeva il suo lavoro con grande passione, competenza e professionalità. Dopo il servizio al Palio dei Rioni, si è recato a lavorare a Roma presso un altro evento. Al ritorno a casa il tragico incidente mortale. Con Fabrizio se ne va un amico, un uomo perbene, un grande professionista che amava Morlupo».

A Como parroco invita chi non ce l’ha a occupare una casa

Fa discutere a Como l’invito a occupare casa, per chi non ce l’ha, lanciato da don Giusto Della Valle nel suo editoriale sul numero di settembre del periodico Il Focolare della parrocchia della frazione di Rebbio (Co). Il parroco è partito dall’analisi della situazione comasca in cui, a suo avviso, se sei migrante non trovi casa. Ha dunque notato con dolore il divario che c’è sul lago, tra chi dorme in alberghi a cinque stelle e chi invece dorme sotto le stelle. Ha inoltre segnalato gli spazi comunali chiusi all’accoglienza definendo «un’attitudine da Ponzio Pilato» quella di chi li amministra e ignora la questione perché, ha notato il sacerdote, utilizzarli toglierebbe consenso elettorale.

Gli appelli ai sindacati di Como e all’amministrazione comunale

Constatando che «quando non ci si unisce per raggiungere gli obiettivi, chi comanda ne trae profitto», il prete ha fatto alcune proposte per il diritto alla casa. La prima è rivolta ai sindacati di Como: «Lottate, non adeguatevi al sistema capitalistico». La seconda si rivolge «a chi temporaneamente amministra la città di Como», con l’invito «ad affidare gli appartamenti comunali non a norma non all’Aler, ma alle associazioni della città che sono in grado di mettere a norma gli appartamenti stessi». Per esempio, la parrocchia di Rebbio «è in grado di mettere a norma una decina di appartamenti ogni anno e di deciderne con il Comune la destinazione». Infine, «come ultima opzione», ed è questo il passaggio che ha fatto discutere a Como e non solo, «se qualche famiglia avente diritto alla casa si trovasse messa in strada, propongo di passare in casa parrocchiale a Rebbio perché le si dia la lista degli appartamenti comunali vuoti, affinché ciò che ingiustamente non viene dato venga occupato. Darò loro una mano ad entrare, presenterò loro i vicini di casa, li inviterò a rispettare le regole del condominio e se dovessero esserci sospensioni di energia elettrica chiamerò in aiuto l’elemosiniere del Papa Francesco. Saluti cari e buona lotta», si è concluso l’editoriale, «perché tutti abbiano casa».

Forza Italia, Tajani: «Puntiamo al 20 per cento»

«Sono convinto che tra un anno o due arriveremo al 20 per cento perché abbiamo delle buone idee». Lo ha detto Antonio Tajani a Paestum, chiudendo la tre giorni di Forza Italia cominciata con il BDay in ricordo del Cav. Una previsione ottimistica, quella del vicepremier e ministro degli Esteri, visto che il partito fatica a rialzarsi dopo la morte del fondatore. Secondo gli ultimi sondaggi, Forza Italia è data infatti al 6,9 per cento e portarla a due cifre non sarà certo una passeggiata.

La Forza Italia di Tajani: pugno duro ai morosi e il nome Berlusconi nel simbolo

Tajani ha presentato il nuovo statuto, approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale, in cui è inserito il pugno duro con chi non è in regola con i pagamenti delle quote (chi non versa i 900 euro mensili decadrà dagli incarichi). Sono previsti inoltre l’elezione di quattro vicesegretari, compreso un vicario (il più votato), la blindatura del simbolo con il nome Berlusconi, «maggiori poteri» ai congressi provinciali che per la prima volta eleggeranno i delegati nazionali. Senza dimenticare la proposta di intitolare il Ponte di Messina al Cavaliere.

Forza Italia, Tajani: «Puntiamo al 20 per cento»
Maurizio Gasparri, Licia Ronzulli e Antonio Tajani (dal profilo Fb di Licia Ronzulli).

L’appello all’unità e la tregua con Ronzulli

Tajani ha aperto la fase congressuale di Forza Italia attaccando una certa stampa che dipinge Forza Italia come un partito in dissoluzione. Il vicepremier ha dunque invitato all’unità: messaggio indiretto per le correnti interne soprattutto in vista delle Europee del 2024. L’intervento dell'”avversaria” Licia Ronzulli, che ha preceduto quello di Tajani, in questo senso conferma la tregua all’interno della compagine azzurra. «Tajani ci ha dato l’obiettivo della doppia cifra e noi non possiamo deluderlo», ha detto la presidente dei senatori di FI. «Sono certa che Antonio vuole guardare insieme a noi al futuro di questa creatura politica». Ronzulli è salita sul palco mostrando una pesca. «Da giorni la sinistra si accanisce su una pesca e su un riuscitissimo spot pubblicitario, peraltro facendo dei parallelismi improbabili con il governo dimostrando di non avere ricette credibili per gli italiani», ha detto. «Sono talmente ubriachi di ideologia da aver scambiato l’inclusione con l’imposizione di un solo modello di famiglia e di società, ma noi siamo per i diritti sì ma anche per i doveri, perché un mondo di soli diritti sarebbe ingovernabile»

Il Live Aid diventa un musical teatrale grazie a Bob Geldof

Il 13 luglio 1985, circa 1,5 miliardi di persone si piazzarono davanti alla televisione per guardare il Live Aid. A distanza di quasi 40 anni, il concerto per alleviare la carestia in Etiopia diventerà un musical teatrale. Lo ha annunciato dal palco dell’Old Vic Theatre di Londra Bob Geldof, organizzatore con Midge Ure dell’evento benefico che riunì, tra gli altri, artisti del calibro di Queen, U2, Phil Collins e Paul McCartney. «Non sarà un tributo», ha spiegato l’artista durante la conferenza di presentazione. «Sarà una storia d’amore ispirata agli eventi reali che si svilupperà grazie alle canzoni». Il debutto è previsto per il 26 gennaio 2024, con repliche fino al 30 marzo. Il 10 per cento del ricavato dai biglietti sarà devoluto in beneficenza al Band Aid Charitable Trust, fondo britannico che finanzia missioni umanitarie per combattere la fame e la crisi sanitaria in Africa.

Il concerto del 1985 Live Aid sarà un musical a teatro nel 2024. Fra gli organizzatori Bob Geldof: «Non un tributo, ma una storia d'amore».
Phil Collins sul palco del Live Aid nel 1985 (Getty Images).

Bob Geldof sul musical: «Spero che l’eredità del Live Aid sopravviva»

Stando alle anticipazioni riportate dalla Bbc, il musical si chiamerà Just For One Day, prendendo in prestito un versetto del brano Heroes di David Bowie, presente all’evento originale. Protagonista sarà proprio Bob Geldof, che sul palco avrà il volto di Craige Els, già apparso in alcune serie televisive tra cui Dottor Who. «Voglio essere schietto, è già abbastanza brutto essere me stesso», ha spiegato l’artista. «Vedere qualcun altro che finge di essere me è ancora peggio, ma lui (Els, ndr.) ha una voce straordinaria quindi va bene». Eccezion fatta per Geldof, nessun altro cantante del Live Aid comparirà in scena. «Non aspettatevi una persona vestita da Freddie Mercury che indossa dei baffi schifosi», ha raccontato schiettamente l’artista. «Daremo spazio a persone che racconteranno la loro vera esperienza di quel giorno».

Il concerto del 1985 Live Aid sarà un musical a teatro nel 2024. Fra gli organizzatori Bob Geldof: «Non un tributo, ma una storia d'amore».
Bob Geldof, organizzatore del Live Aid (Getty Images).

Principale organizzatore e promotore del musical sul Live Aid, Bob Geldof non ne è l’ideatore. Il progetto infatti è nato grazie a John O’Farrell, già autore dell’adattamento teatrale di Mrs. Doubtfire, celebre film con protagonista Robin Williams. Assieme a lui lavorerà Luke Sheppard, regista del musical & Juliet con musiche originali del cantautore svedese Max Martin. «Sono venuti da me convinti che avrei detto di no», ha proseguito Geldof. «Quando mi hanno mostrato cosa avevano in mente, sono però rimasto stupefatto». Oltre a raccogliere ancora fondi per aiutare i più bisognosi, l’obiettivo del musical è quello di perpetuare l’eredità del Live Aid anche fra le generazioni future. «Il punto non sono i soldi», ha concluso Geldof. «Ci sarà mai un altro ragazzo che penserà di realizzare qualcosa del genere? Io spero di sì».

Dai Queen a Paul McCartney, chi c’era fra Londra e Philadelphia

Il Live Aid del 1985 riunì sul palco di Wembley a Londra e JFK Stadium di Philadelphia i più grandi artisti della scena musicale mondiale. Oltre a quella dei Queen, giudicata dai più come la migliore dell’evento e fra le più coinvolgenti di sempre («Freddie rubò la scena a tutti», disse Elton John in un’intervista), durante il live britannico suonò un cast di star indimenticabile. David Bowie interpretò Heroes, lo stesso Elton John si esibì con I’m Still Standing e Rocket Man, mentre gli U2 cantarono Bad e Pride (In the Name of Love). Negli States invece ci furono Phil Collins, ma anche Bryan Adams, Bob Dylan con la sua Blowin’ in the Wind, Tina Turner e i Rolling Stones. Sul palco americano anche Madonna, i Duran Duran, Eric Clapton, i Black Sabbath e tanti altri. In chiusura, la band USA for Africa cantò We Are the World sotto la direzione di Lionel Richie.

Nuoro, spari dopo la festa in paese: grave un uomo di 42 anni

Un uomo di 42 anni, Nico Piras, è rimasto gravemente ferito in seguito a una sparatoria avvenuta nella notte tra domenica 1 e lunedì 2 ottobre 2023 a Lula (Nuoro), al termine della manifestazione Cortes Apertas in zona Su Vivaiu. Il 42enne è stato operato all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove è ricoverato in gravi condizioni. La prognosi resta riservata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Lula e della Compagnia di Bitti che stanno cercando di far luce sull’accaduto per risalire agli autori della sparatoria. Piras è già noto alle forze dell’ordine. Era stato condannato a 24 anni di carcere insieme alla moglie Alice Flore, dalla Corte d’appello di Sassari, per l’omicidio del fratello Angelo Piras, nel 2015. Ma la Cassazione aveva annullato quella sentenza e rimandato la coppia a processo davanti alla Corte d’appello di Cagliari, tutt’ora in corso.

Tom Hanks contro lo studio dentistico che ha usato la sua immagine generata al computer

In un messaggio postato ai suoi 9,5 milioni di follower su Instagram, Tom Hanks ha denunciato che la sua immagine, in realtà falsa in quanto creata utilizzando l’intelligenza artificiale, è stata utilizzata senza il suo permesso da uno studio dentistico. «Attenzione! C’è un video che promuove un piano dentale con una mia versione AI. Non c’entro niente», ha scritto la star di Hollywood sullo screenshot di un’immagine di sé stesso generata al computer.

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Hanks aveva già espresso preoccupazioni per l’uso dell’AI

L’attore due volte Premio Oscar aveva già espresso in passato preoccupazioni legate all’uso dell’intelligenza artificiale nei film e in tv. Parlando con il comico britannico Adam Buxton nel suo podcast il 18 aprile, pochi giorni prima dell’inizio dello sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, Hanks aveva detto: «Lo avevamo previsto. Sapevamo che ci sarebbe stata la capacità di prendere zeri e uno all’interno di un computer e trasformarli in un volto e un personaggio». E poi, anticipando quanto stava per accadere: «Posso dirvi che ci sono discussioni in corso all’interno del sindacato, nelle agenzie e in tutti gli studi legali per far sì che la mia faccia e la mia voce, e quella di tutti gli altri, siano inostra proprietà intellettuale».

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Tom Hanks contro lo studio dentistico che in una pubblicità ha usato la sua immagine generata con l'intelligenza artificiale.
Tom Hanks a Cannes (Getty Images).

In Here sarà ringiovanito grazie a un sistema ideato da Metaphysic

«In questo momento, se volessi, proporre una serie di sette film con Tom Hanks 32enne protagonista, da far uscire nei prossimi anni. Nel frattempo potrei anche morire, le performance andrebbero avanti. Chiunque può ora ricreare se stesso a qualsiasi età tramite l’intelligenza artificiale o la tecnologia deepfake», aveva denunciato l’attore. Che, curiosamente, nel film Here – in uscita nel 2024 – interpreterà versioni più giovani del suo personaggio utilizzando un nuovo sistema di controllo e gestione dei dati personali, dalla voce al volto realizzato da Metaphysic, azienda tecnologica specializzata in intelligenza artificiale generativa.

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Alexander McQueen, l’ultima sfilata di Sarah Burton alla Paris Fashion week

«La sfilata è dedicata alla memoria di Lee Alexander McQueen, il cui desiderio è stato sempre quello di dare potere alle donne e alla passione, al talento e alla lealtà del mio team». Queste alcune delle parole contenute in una lettera lasciata sui posti degli ospiti della presentazione, alla Parigi Fashion Week, della collezione di pret a porter per la primavera/estate 2024 della Alexander McQueen. Un messaggio di addio di Sarah Burton, direttore creativo della maison del gruppo Kering che lascia il suo ruolo dopo 13 anni. La commozione è stata forte quando la designer britannica è uscita a fine defilè e ha abbracciato alcune persone tra cui François-Henri Pinault, numero uno del gruppo Kering. «Questa collezione si ispira all’anatomia femminile, alla regina Elisabetta I, alla rosa rosso sangue e a Magdalena Abakanowicz, un’artista trasgressiva e fortemente creativa che ha rifiutato di compromettere la sua visione», ha precisato nella lettera d’addio la riservata stilista succeduta al fondatore della maison.

Sulla passerella le amiche che l’hanno accompagnata nella sua carriera

Per la sua ultima sfilata sono salite in passerella alcune delle supermodelle amiche che l’hanno accompagnata durante la sua carriera, da Kaia Gerber che ha aperto il defilè a Naomi Campbell che lo ha chiuso. Tra le due top, Vittoria Ceretti, Mariacarla Boscono e Adut Akech. La sfilata è stata un insieme di outfit che hanno riassunto gli stilemi della maison fondata dall’enfant terrible della moda britannico, morto suicida a 41 anni, nel 2010, ma vissuto il tempo necessario a lasciare un segno indelebile nella moda globale. Pennellate di ricami rosso sangue, rose rosse, colori cupi, sensualità sottolineata da corsetti-armatura che hanno celebrato lo stile dark della maison.

Egitto, maxi incendio in stazione della polizia a Ismalia: 100 feriti

Sono decine le persone rimaste ferite nell’incendio alla stazione di polizia di Ismalia, nel nord est dell’Egitto. Si temono morti, ma le autorità del Cairo non hanno confermato il bilancio delle vittime. Lo ha riferito l’emittente Al-Arabiya spiegando che la maggior parte dei feriti riporta ustioni e difficoltà respiratorie. Sul posto sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. Le immagini diffuse mostrano anche il fumo alzarsi dall’edificio a più piani, completamente annerito.

Stato di emergenza negli ospedali della città

Fonti di Al Arabiya e Al Hadath hanno riferito che è stato dichiarato lo stato di emergenza in tutti gli ospedali della città del Canale di Suez per accogliere i feriti. Il ministro degli Interni egiziano, il generale Mahmoud Tawfiq, ha spiegato che sta seguendo le operazioni antincendio. È stata avviata un’indagine per individuare la causa dell’incendio e come si sia diffuso così rapidamente.

Fabrizio Corona: «Belen? Se non fossi andato in carcere De Martino non sarebbe esistito»

Fabrizio Corona torna a parlare della sua storica ex Belen Rodriguez durante l’intervista concessa a Domenica In l’1 ottobre 2023. Come è sua abitudine, il re dei paparazzi si è espresso senza filtri raccontando alla padrona di casa Mara Venier nuovi dettagli sul suo rapporto naufragato da anni con la showgirl argentina.

Fabrizio Corona su Belen: «Non sta bene»

«Anche Belen è molto fragile, in questo momento non sta bene. Io le voglio talmente bene che metà basta. Avrebbe bisogno di un aiuto ora. Ma non entriamo nelle sue cose», ha dichiarato senza però entrare più di tanto nel merito della questione. Corona ha dimostrato invece maggior trasparenza rispetto a ciò che aveva condotto, ai tempi, alla fine della loro chiacchierata relazione sentimentale.

Intervistato a Domenica In Fabrizio Corona ha parlato della sua ex Belen Rodriguez e di cosa sarebbe successo se non fosse stato arrestato.
Belen Rodriguez e Stefano De Martino (Instagram).

«Per me Belen può recuperare e riprendere le sue doti di artista. Oggi lei ha accettato i miei errori. E poi c’è da dire che anche lei mi ha lasciato di fronte a 13 anni di galera. E se io non fossi entrato in galera, forse De Martino non sarebbe mai nato, anzi mai esistito», ha affermato Corona che, con la sincerità che lo contraddistingue, ha poi precisato: «Se non fossi andato in carcere saremmo stati insieme. Per me poi iniziò un periodo assurdo, sapevo che avevo un conto alla rovescia, sapevo che mi condannavano. Ho fatto tutto, divertimento, rapporti di letto, lavoro. Tutto. Come mi sono lasciato con Belen? Di colpo non l’ho mai più vista. Poi a dicembre, lei era incinta, capitiamo sullo stesso volo. Mi guarda con la faccia triste: ha pianto tutto il volo. De Martino era a prenderla all’aeroporto, io sono andato via col mio autista e basta, più visti».

Mara Venier conferma le voci su Belen Rodriguez a Domenica In

Il riferimento alla soubrette argentina da parte di Corona ha offerto il gancio a Mara Venier per confermare l’indiscrezione di una sua imminente partecipazione al programma domenicale in veste di ospite. «Sai che doveva venire qui proprio oggi? Le voglio bene, so anche io chi è in profondità, ma comunque verrà prossimamente», ha spiegato la conduttrice.

Istat, ad agosto +59 mila occupati: +523 mila in un anno

Ad agosto 2023, dopo il calo registrato a luglio, l’occupazione torna a crescere segnando +59 mila unità (+0,3 per cento) rispetto al mese precedente, soprattutto tra i dipendenti a termine (+1,3 per cento, pari a +39 mila). Il tasso di occupazione sale al 61,5 per cento (+0,1 punti). Rispetto ad agosto 2022 si registra un aumento di 523 mila unità (+2,3 per cento), sulla spinta dei dipendenti permanenti (+3,7 per cento, pari a +550 mila). Lo ha comunicato l’Istat.

Tra giugno e agosto 2023 occupazione aumentata dello 0,5 per cento

Ad agosto il tasso di disoccupazione totale è sceso al 7,3 per cento (-0,2 punti sul mese precedente), quello giovanile al 22,0 per cento (-0,1 punti). Sempre nel confronto mensile, il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito di 62 mila unità (-3,2 per cento), dato che coinvolge sia uomini sia donne e riguarda tutte le classi d’età.  Confrontando il trimestre giugno-agosto 2023 con quello precedente (marzo-maggio 2023), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,5 per cento, per un totale di 129 mila occupati. L’incremento si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,2 per cento, pari a -81 mila unità) e degli inattivi (-0,5 per cento, pari a -58 mila unità).

Nicola Rignanese: età, biografia e carriera dell’attore

Nicola Rignanese, nato a Foggia il 6 dicembre 1965, è un attore e cabarettist italiano. Nel 1992 ha esordito in televisione nel programma Su la testa! e nel 1995 in Mai dire gol.

Nicola Rignanse: biografia e carriera

Rignanese si è diplomato alla Scuola di arte drammatica Paolo Grassi di Milano insieme ad Antonio Albanese, con sui si è anche esibito come cabarettista in diversi villaggi turistici. Dopo il diploma ha cominciato la sua carriera da attore di teatro, per poi recitare nel film tv Italia Germania 4-3 di Andrea Barzini e nella pellicola per il grande schermo Vesna va veloce di Carlo Mazzacurati. Insieme ad Antonio Albanese ha lavorato nei film Qualunquemente e Tutto tutto niente niente, diretti entrambi da Giulio Manfredonia. Al cinema è apparso anche in Marpiccolo di Alessandro Di Robilant (2009), Il paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa (2011) e La pecora nera di Ascanio Celestini, presentato alla Mostra di Venezia nel 2010. Nel 2014 è stato diretto ancora da Giulio Manfredonia in La nostra terra, ritornando sul grande schermo nel 2019 con il film di Alessandro Siani, Il giorno più bello del mondo.

Nicola Rignanese, tra carriera e vita privata
Nicola Rignanese (Facebook).

Nella sua carriera ha recitato anche in diverse serie tv e fiction come Padre Pio, regia di Alberto Rondalli (1997), Questo nostro amore, regia di Luca Ribuoli (2012 – in corso), Pietro Mennea – La freccia del Sud, regia di Ricky Tognazzi (2014), Le nozze di Laura, regia di Pupi Avati (2015), La mafia uccide solo d’estate, regia di Luca Ribuoli (2016), Il paradiso delle signore (2018-2019 e 2020-2021), Romulus (2020), Bang Bang Baby, regia di Michele Alhaique (2022) e The Good Mothers, regia di Julian Jarrold e Elisa Amoruso (2023).

Nicola Rignanese: la vita privata

Della vita privata dell’attore si sa poco. Nel 2020, in occasione di un furto ai suoi danni, aveva dichiarato: «Ad Arezzo ho solo una gioia ed è mia figlia, per il resto è una tragedia».

Chi è Sara Penelope Robin, attrice e tiktoker con milioni di visualizzazioni

Sara Penelope Robin, 32 anni, di Caivano, è un’attrice e tiktoker che conta quasi 270 mila follower, e 115 mila su Instagram. Nella bio si descrive ironicamente come «un’anima principesca in cerca di giustizia». Adesso sta spopolando anche su Twitter. A diventare virale su TikTok è stato un video girato mentre l’influencer fa il contouring, una diffusa tecnica di trucco mirata a valorizzare le linee del viso. «La mia anima, la parte femminile, si chiama Penelope. Il mio spirito, la parte maschile, si chiama Saverio, ma Penelope lo chiama Robin perché è raffinata e sostiene che il nome “Saverio” sia volgare. La terza parte, in realtà, non si chiama Sara. È la mente, è un computer, è un ricevitore di input che emette output. Sara è la mia identità integrale, è il nome che mi hanno dato i miei genitori e che mi rappresenta in tutte le mie persone», ha detto parlando del suo nome d’arte in un’intervista a La Stampa.

Spazia tra diversi temi, dalla politica alla vita quotidiana

Nel monologo in napoletano tenta di rappresentare quello che pensa davvero una donna mentre applica il correttore su occhiaie e imperfezioni della pelle. «Che fai non te lo metti il correttore aranciato? Si na femmn’ e merd’. Fino al giorno prima nun me ne futtev’ proprio, poi all’improvviso mi sono detta: cosa penserà di me Jennifer Lopez? Che song’ ‘na femmn’ e merd», dice nel video che ha raccolto oltre due milioni di visualizzazioni su TikTok. «Chi me l’ha mis ‘ncap?», aggiunge. Ma la 32enne è anche un’attrice e si destreggia tra recitazione, canto, chitarra classica e danza. Ha collaborato anche con i 99 Posse, con cui ha cantato in occasione del concerto all’Arena Flegrea. Ha partecipato anche a programmi televisivi, in Rai e su La7 con Propaganda Live. Nei suoi video tratta numerosi temi, dalla politica a spaccati di vita quotidiana. Sulla sua terra d’origine, Caivano, aveva detto ad aprile: «Caivano non è una realtà difficile, lo risulta solo perché c’è molta inettitudine di fondo. Nonostante io non rinneghi mai le mie radici e, quindi, i miei primi diciotto anni di vita, non posso essere ipocrita e non riconoscere che i problemi dell’hinterland napoletano provengono soprattutto da una mancanza di volontà. Tuttavia, c’è un fascino dietro il grigiore di questi posti, una malinconia che fa pendant con la pioggia, che può arrivare a essere quasi stimolante, d’ispirazione. Lo è stato per molti musicisti, colleghi attori e content creators, persino nello sport».

Trump: «Sarò in aula al processo contro di me a New York»

Donald Trump ha annunciato la sera di domenica che lunedì 2 ottobre si presenterà all’apertura del processo civile a New York in cui è accusato di aver gonfiato per anni il valore del patrimonio immobiliare e finanziario della sua società.

Trump: «In tribunale per difendere la mia reputazione»

«Lunedì mattina andrò in tribunale per combattere per il mio nome e la mia reputazione», ha scritto l’ex presidente americano e favorito repubblicano per le presidenziali Usa del 2024 in un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth, dove descrive il procuratore generale di New York come «corrotto» e il giudice incaricato del caso come «squilibrato».

Antonio Albanese: età, biografia e carriera dell’attore

Antonio Albanese, nato a Olginate (Lombardia) il 10 ottobre 1964, è un attore, comico, cabarettista, imitatore e regista. Nel 2018 ha vinto un Nastro d’argento come miglior attore in un film commedia per Come un gatto in tangenziale, di Riccardo Milani, seguito nel 2023 da un altro Nastro d’argento sempre come miglior attore in un film commedia per Grazie ragazzi dello stesso regista.

Antonio Albanese: biografia e carriera

Albanese ha iniziato la sua carriera in alcune radio private della provincia di Lecco negli Anni 80, poi si è iscritto alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano conseguendo il diploma nel 1991. Poco dopo ha iniziato a esibirsi al Zelig di Milano come comico, ottenendo diversi consensi. Dopo questo esordio come attore di cabaret, ha partecipato nel 1992 al Maurizio Costanzo Show. In seguito è stato ospite fisso del varietà condotto da Paolo Rossi Su la testa! (1992), con i personaggi Alex Drastico ed Epifanio portati anche nella trasmissione della Gialappa’s Band Mai dire gol. Tra il 2004 e il 2005 ha partecipato a Mai dire Domenica e Mai dire Lunedì, ideati ancora una volta dalla Gialappa’s Band ma condotti dal Mago Forest. Ha esordito al cinema nel 1996 con il film Uomo d’acqua dolce, diretto da lui stesso. Nello stesso anno ha continuato a essere presente sul grande schermo con Vesna va veloce per la regia di Carlo Mazzacurati, e nel 1999 ha scritto, diretto e recitato nel film La fame e la sete. L’anno seguente ha girato con Fabrizio Bentivoglio La lingua del santo di Carlo Mazzacurati. Ma la sua consacrazione è giunta con il film di Pupi Avati La seconda notte di nozze.

Antonio Albanese, tra la carriera e la vita privata
Antonio Albanese con Maria Maddalena Gnudi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015 (Getty Images).

Nel 2007 ha recitato nel film di Silvio Soldini Giorni e nuvole, mentre due anni dopo è stato accanto a Kim Rossi Stuart in Questione di cuore. Nel 2011 è uscito nelle sale il suo film Qualunquemente, uno dei maggiori successi dell’anno al botteghino, seguito nel 2012 dal sequel Tutto tutto niente niente, entrambi di Giulio Manfredonia. Nel 2016 ha recitato accanto a Carlo Verdone nel film L’abbiamo fatta grossa, mentre nel 2017 è stato protagonista di Mamma o papà? e Come un gatto in tangenziale con Paola Cortellesi. Nel 2018, 16 anni dopo la sua ultima regia, è ritornato dietro la macchina da presa per dirigere il film Contromano e nel 2019 è stato distribuito nelle sale il suo film Cetto c’è, senzadubbiamente, che chiude la trilogia.

Antonio Albanese: la vita privata

Per quanto riguarda la sua vita privata, Antonio è legato sentimentalmente a Maria Maddalena Gnudi, donna lontana dal mondo dello spettacolo. I due si sono conosciuti dopo il divorzio di Albanese dalla moglie, che lo aveva reso padre della sua prima figlia Beatrice. Dall’unione tra Antonio e Maria Maddalena è nato, nel 2010, Leonardo.

Kyiv, un morto e sei feriti nel bombardamento russo nel Kherson

Il bombardamento russo nella regione meridionale di Kherson, in Ucraina, ha ucciso almeno una persona e ne ha ferite sei, tra cui due bambini: lo ha detto lunedì 2 ottobre il governatore regionale Oleksandr Prokudin, come riporta il The Guardian.

Prokudin, governatore regionale: «Sulla città di Kherson 20 attacchi»

Il governatore ha dichiarato su Telegram che le forze russe hanno lanciato 71 attacchi tra domenica 1 ottobre e lunedì 2  «mirati ai quartieri residenziali», nonché a negozi e infrastrutture mediche. Secondo quanto riferito dal governatore della regione, sono stati 20 gli attacchi aerei e terrestri che hanno colpito la città di Kherson.

 

Migranti, Meloni contro la sentenza di Catania che annulla i trattenimenti

«Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania». In un lungo post su Fb la premier Giorgia Meloni critica la decisione del tribunale siciliano che ha rimesso in libertà un immigrato fermato in base alle norme dell’ultimo decreto immigrazione. La giudice Iolanda Apostolico non aveva infatti convalidato il fermo di quattro profughi ospiti del centro di Pozzallo perché il provvedimento «difetta di ogni valutazione su base individuale delle esigenze di protezione manifestate, nonché della necessità e proporzionalità della misura».

Meloni: «Un pezzo d’Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale»

 

«Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà a ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto», mette in chiaro la premier ricordando come sia «un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta», aggiunge con riferimento alle tensioni con la Germania, «e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza».

L’attacco alla magistratura: «Si scaglia contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto»

Motivazioni che sui social Meloni definisce senza giri di parole «incredibili»: «Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania», scrive la presidente del Consiglio, «che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto». «Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima», continua Meloni. «Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura».

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