Daily Archives: 16 Ottobre 2023

Attentato a Bruxelles in pieno centro

È di due morti e diversi feriti il bilancio provvisorio della sparatoria avvenuta nel centro di Bruxelles. La conferma arriva dalle autorità locali. Secondo i primi elementi, l’episodio è avvenuto intorno alle 19,15 di lunedì 16 ottobre nei pressi di Place Sainctelette, tra Boulevard d’Ypres e Boulevard du Ninième de ligne. Il Belgio intanto ha innalzato il livello di allerta a 4, il suo massimo, sinonimo di minaccia terroristica “grave e imminente”, come riportato dal media belga La Libre.

Prima di sparare ha urlato: «Allah akbar»

Nelle immagini scattate da un residente della zona, si vede un uomo con una giacca arancione fluorescente, un casco bianco e con un’arma in mano, salire su uno scooter per poi fuggire. Presumibilmente ha sparato prima nell’atrio di un edificio e poi ha colpito due persone in un taxi. Le vittime indossavano una maglia della nazionale svedese in occasione della partita Belgio-Svezia. Secondo fonti di polizia citate dai media locali, l’uomo che ha aperto il fuoco con un kalashnikov  ha urlato «Allah akbar».

Il video e la rivendicazione

Il sospetto autore dell’attacco, secondo il sito SudInfo La Capital, giornale vallone, avrebbe girato un video, rivendicando la sua appartenenza all’Isis e vantandosi di aver ucciso degli infedeli. «Mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno», avrebbe affermato il presunto attentatore nel filmato.

La partita Belgio Svezia, in corso allo stadio Re Baldovino, è stata sospesa. I giocatori svedesi, dopo l’intervallo, si sono rifiutati di giocare il secondo tempo, ha riferito VTM. Come riportato da un inviato sul posto di De Standaard, per il momento, «nessuno può uscire dallo stadio e tutti devono restare ai propri posti». Chiuse le stazioni della metro vicine alla struttura.

L’Unità di crisi: «evitare gli spostamenti»

Il Centro di crisi, con un post su X, ha chiesto ai cittadini di prestare la massima attenzione e di «evitare gli spostamenti e i viaggi non necessari».

Bayern, il caso Noussair Mazraoui e il post pro Palestina

Un video postato su Instagram e una frase pronunciata da una voce esterna: «Dio, aiuta i nostri fratelli oppressi in Palestina, affinché ottengano la vittoria. Possa Dio concedere la grazia ai morti, possa Dio guarire i feriti». Il “caso” Mazraoui è scoppiato dopo che, nei giorni scorsi, il difensore marocchino del Bayern Monaco, in ritiro con la propria nazionale, ha condiviso sui social il breve contenuto, senza fare alcun riferimento alle vittime israeliane e invocando la vittoria dei palestinesi.

La reazione del club tedesco

«Il Bayern ha immediatamente contattato Noussair Mazroui dopo i suoi post su Instagram domenica. Il giocatore è attualmente in Africa con la nazionale del Marocco. Dopo il suo ritorno è previsto un incontro personale dettagliato con la dirigenza del club a Monaco» ha reso noto il club tedesco. «Tutti» si legge nella nota «ogni dipendente e ogni giocatore, sanno quali valori rappresenta il Bayern. Li abbiamo già espressi pubblicamente e inequivocabilmente subito dopo l’attacco terroristico contro Israele. Abbiamo a cuore i nostri amici in Israele e siamo al loro fianco. Allo stesso tempo, speriamo in una coesistenza pacifica di tutti i popoli del Medio Oriente».

«Caro Bayern, cacciatelo subito»

Anche la politica è scesa in campo per condannare il post di Mazraoui. «Il club di Kurt Landauer, che fu chiamato “club ebreo” dai nazisti, non può lasciar passare questa situazione così. Caro Bayern Monaco, per favore cacciatelo subito. Inoltre, dovrebbero essere sfruttate tutte le possibilità a livello statale per espellerlo dalla Germania». Sono le parole del deputato Cdu Johannes Steiniger, tra i più giovani del parlamento tedesco, che ha chiesto al Bayern l’allontanamento del difensore.

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni

Si è svolta lunedì 16 ottobre 2023 al Palazzo del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio di amministrazione di Eni Giuseppe Zafarana e dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, la cerimonia di premiazione degli Eni Award. Giunto alla sua 15esima edizione, l’evento è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente e testimonia l’importanza che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica hanno per Eni e il suo impegno a favorire la sostenibilità e l’accesso all’energia, in accordo con i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Dalla sua istituzione nel 2008, le candidature al premio sono state più di 11 mila. La commissione scientifica, che ha valutato le ricerche presentate, è composta da scienziati che appartengono ai più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale e negli anni ha visto la partecipazione di sei premi Nobel.

I vincitori degli Eni Award 2023

Per la sezione transizione energetica, rivolta a ricerche nel campo dell’efficienza energetica nonché della cattura, utilizzo e sequestro dell’anidride carbonica, il premio è stato assegnato ex aequo a Yu Huang, della University of California (Los Angeles, USA), per la ricerca Celle a combustibile a idrogeno economiche e sostenibili per la decarbonizzazione dei trasporti, e a Jeffrey R. Long, della University of California (Berkeley, USA), per la ricerca Adsorbimento cooperativo in materiali MOF per la cattura di gas. Yu Huang ha sviluppato catalizzatori innovativi molto efficienti per celle a combustibile a idrogeno (HFC), migliorandone significativamente sia le prestazioni che l’economicità e la sostenibilità di produzione. In particolare, ha ideato uno strato protettivo su scala nanometrica che impedisce il deterioramento di tali catalizzatori durante la loro operatività nonché una tecnologia basata sull’utilizzo di nanofili che permette la radicale riduzione dell’utilizzo di platino, elemento critico e ad alto costo. Le HFC sono un’alternativa ai motori a combustione interna e perciò un valido contributo alla decarbonizzazione dei trasporti.

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni
Yu Huang con Sergio Mattarella, Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi (Imagoeconomica).

Jeffrey R. Long ha invece progettato e sviluppato materiali cristallino-nanoporosi, conosciuti con l’acronimo MOF, che, opportunamente funzionalizzati, sono in grado di separare selettivamente molecole specifiche da miscele anche complesse. L’applicazione principale riguarda l’anidride carbonica che viene separata, ad esempio, da gas di combustione e persino dall’aria. Questi materiali, caratterizzati da elevata capacità adsorbente e bassa energia di rigenerazione, operano con un meccanismo di adsorbimento cooperativo, mai osservato in precedenza. Ciò ha favorito un loro impiego in processi industriali di cattura dell’anidride carbonica dall’aria (Direct Air Capture, DAC).

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni
Jeffrey Long con Sergio Mattarella, Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi (Imagoeconomica).

Nella sezione frontiere dell’energia, per ricerche sulle fonti rinnovabili e sullo stoccaggio dell’energia, il premio è stato assegnato a Matthew Rosseinsky della University of Liverpool (UK) per il suo lavoro sulle tecniche digitali per la progettazione e scoperta di materiali per l’energia di nuova generazione. Matthew Rosseinsky e il suo team hanno aperto nuove prospettive nel campo della scienza dei materiali, inclusi quelli per applicazioni energetiche, mediante l’utilizzo delle nuove tecniche computazionali. Questo approccio integrato e innovativo, che combina intelligenza artificiale, machine learning e modelli fisici computazionali con l’automazione, rende più rapida la scoperta di materiali ad alte prestazioni prevedendone sia le proprietà che la stabilità. Tali nuovi materiali sono necessari per rispondere alla sfida net zero, quali ad esempio assorbitori solari senza componenti tossiche, nuovi elettroliti con elevate proprietà di trasporto per batterie, fino a un ossido con la più bassa conduttività termica mai registrata finora per applicazioni termoelettriche.

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni
Matthew Rosseinsky con Sergio Mattarella, Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi (Imagoeconomica).

Nella sezione soluzioni ambientali avanzate, dedicata a valorizzare l’innovazione scientifica e tecnologica per la tutela e l’uso sostenibile delle risorse naturali, il premio è stato assegnato a Thalappil Pradeep dell’Indian Institute of Technology per la sua ricerca relativa a tecnologie accessibili per la potabilizzazione dell’acqua mediante materiali avanzati. Thalappil Pradeep ha scoperto nanomateriali per la rimozione dall’acqua di contaminanti tossici, quali l’arsenico e l’uranio, con i quali ha sviluppato una soluzione avanzata, sostenibile ed economica, per ottenere acqua potabile. Attualmente in India 1,3 milioni di persone beneficiano ogni giorno di questa invenzione, a un costo estremamente conveniente, pari 2,1 paise per litro di acqua trattata. Questa tecnologia, caratterizzata da facilità di manutenzione e smaltimento, da bassi costi e impatto ambientale, è stata approvata per l’implementazione su scala nazionale in India.

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni
Thalappil Pradeep con Sergio Mattarella, Giuseppe Zafarana e Claudio Descalzi (Imagoeconomica).

Conferiti quattro premi nella sezione Giovani talenti dall’Africa

La sezione Giovani talenti dall’Africa, istituita nel 2017 in occasione del decennale di Eni Award e dedicata ai giovani talenti dal Continente Africano, ha conferito quattro premi, a Gloria Amo-Duodu, della Durban University of Technology (Sud Africa) a Elshaday Mulu Fetene, della Moi University (Kenya), a Tsion Ayalew Kebede, della Addis Ababa University (Etiopia), e Natnael Tilahun Sinshaw, della Addis Ababa Science and Technology University (Etiopia). I premiati riceveranno una borsa di studio che permetterà loro di frequentare un corso di dottorato presso prestigiosi atenei italiani per approfondire e sviluppare le loro idee innovative. Gloria Amo-Duodu ha studiato nanoparticelle metalliche con proprietà magnetiche per migliorare la qualità del biogas prodotto da acque reflue mediante digestione anaerobica. Elshaday Mulu Fetene ha analizzato la possibilità di effettuare un upgrade del biogas attraverso l’utilizzo di assorbenti naturali e modificati, quali le ceneri di legno, l’argilla e le zeoliti. Tsion Ayalew Kebede, sfruttando le tecniche di remote sensing e i meccanismi di machine learning, si è concentrata sugli effetti che l’utilizzo del territorio e i cambiamenti legati alla copertura del suolo hanno sul clima. Natnael Tilahun Sinshaw, infine, ha sviluppato un modello predittivo, usando sistemi di deep learning, per riconoscere in tempo reale le malattie che colpiscono le coltivazioni.

Il premio giovane ricercatore dell’anno a due studiosi 

Per la categoria Giovane ricercatore dell’anno, che premia due ricercatori che hanno conseguito il dottorato di ricerca in università italiane, i riconoscimenti sono stati assegnati a Michele Ghini e Hilmar del Carmen Guzmán Medina. Michele Ghini, che ha condotto il proprio dottorato presso l’Istituto italiano di tecnologia in collaborazione con l’Università di Genova, ha studiato una tecnologia basata su nanocristalli di ossidi metallici per un innovativo sistema di conversione, accumulo, e rilascio di energia solare sotto forma di cariche elettriche. Le sue scoperte aprono la strada a una vasta gamma di applicazioni future nei campi dell’optoelettronica e dei dispositivi autoalimentati, nonché nello sviluppo di soluzioni di stoccaggio diretto di energia solare. Hilmar del Carmen Guzmán Medina, che ha conseguito il dottorato presso il Politecnico di Torino, ha condotto uno studio per trasformare, mediante riduzione elettrochimica, l’anidride carbonica in prodotti quali etanolo e metanolo. In particolare, ha implementato elettrodi scalabili e riproducibili, che lavorano a condizioni ambientali. Questo processo può portare a una transizione più rapida verso un’economia a basse emissioni di carbonio perché compatibile con l’attuale infrastruttura energetica.

Eni Award 2023, assegnati i premi alla ricerca scientifica di Eni
Eni Award 2023 (Eni).

I premi della sezione Riconoscimento all’Innovazione Eni

Per la sezione Riconoscimento all’Innovazione Eni, che elegge i progetti più innovativi sviluppati da ricercatori ed esperti tecnici Eni, sono stati premiati:

  • Aldo Bosetti, Carmen Samà (Eni), Luca Madia Massimo Zampato (Eniprogetti) per aver brevettato un reattore a configurazione “shell & tube” per processi di ossidoriduzione ad alte temperature, da abbinare, ad esempio, agli impianti solari a concentrazione;
  • Antonio Amico, Giulio Assanelli, Lucia Bonoldi, Marcello Notari, Riccardo Po’ e Luca Serbolisca (Eni) per la soluzione tecnologica innovativa di un rivestimento con particelle di grafite con molteplici proprietà (antimicrobiche, antibatteriche, antivirali, anticorrosive e anti-sporcamento);
  • Francesco Argento, Andrea Vignali (Eni) e Mauro Favaretto (Eniprogetti) per la soluzione tecnologica di un drone certificato ATEX, ovvero abilitato ad operare in ambienti a rischio di esplosione, per il monitoraggio di emissioni di metano negli impianti oil&gas.

La menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship

Anche quest’anno Eni, attraverso Joule, la sua scuola per l’impresa, ha assegnato la Menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship destinata a team, spin off universitari e startup volta a favorire l’applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie promuovendo nel contempo la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile. La menzione è stata assegnata a tre startup che si sono particolarmente distinte per l’innovatività e la sostenibilità dei progetti imprenditoriali proposti:

  • RECO2, startup di Pontecorvo (Frosinone) che ha brevettato un processo virtuoso di economia circolare per la produzione di un’ampia gamma di prodotti utili per l’edilizia sostenibile e l’arredo urbano attraverso il riutilizzo di materiali di scarto industriale;
  • Ohoskin, startup di Catania che ha creato e brevettato un tessuto alternativo alla pelle animale per utilizzi nei settori della moda, automotive e arredamento, prodotto da scarti di arance e pale di fichidindia;
  • 20energy, startup di Spoleto che ha sviluppato, prodotto e commercializzato un dispositivo intelligente che converte l’energia cinetica dissipata dalle automobili in fase di rallentamento in energia elettrica utilizzabile in loco o distribuita alla rete.

Tutti i numeri da record di Fazio che certificano il suicidio della Rai

Non deve essere stato un risveglio sereno in Rai. La diffusione dei dati Auditel avrà fatto andare di traverso il caffè ai dirigenti della tivù pubblica targata Meloni. Che ha fatto un enorme regalo a Nove e al gruppo Warner Bros Discovery Italia. Regalo che ha un nome e un cognome: Fabio Fazio. Il debutto del conduttore e del suo Che tempo che fa ha infatti quintuplicato la media di rete toccando il 10,5 per cento di share pari 2,1 milioni di telespettatori. Numeri che crescono ulteriormente grazie alla decisione di mandare la prima puntata in simulcast su tutti i canali dell’editore. In definitiva il talk ha tenuto incollate davanti al televisore 2,6 milioni di persone volando al 13 per cento, diventando la seconda trasmissione più seguita della serata (solo Cuori 2 su Rai1 ha fatto meglio) e il programma più visto di sempre nella storia dei canali Warner Bros Discovery Italia.

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Perche? il debutto da record di Fazio certifica il suicidio della Rai
Un meme su Fazio e Salvini (di Sirio, da X)

Canale 5 e Gerry Scotti lontani dai 2 milioni di telespettatori

Nel dettaglio la fiction sull’ammiraglia della tivù di Stato ha conquistato 2 milioni 879 mila spettatori pari al 16,8 per cento. Canale 5 e Caduta libera – I migliori si fermano all’11,5 e 1 milione 622 mila teste collegate. Dritto e rovescio di Rete 4 viaggia sugli 837 mila telespettatori e il 6,2 per cento. Seguono Italia1 e Fbi: Most Wanted a 1 milione 53 mila pari al 5,6 per cento di share e Il collegio di Rai2 che ha interessato 899 mila teste (4,8 per cento). Quindi In onda che ha tenuto su La7 568 mila persone (3,2 per cento). In attesa del ritorno della Gialappa’s Band (in programma per la sera del 16 ottobre), Tv8 ha proposto il film Spider-Man: Far From Home che è stato seguito da 441 mila spettatori con il 2,6 per cento di share.

In una settimana Ranucci e Report hanno perso il 4 per cento di share

Un discorso a parte merita Rai3 che per anni è stata la casa di Fazio e Che tempo che fa. A riempire il vuoto lasciato dal conduttore di Savona, Luciana Littizzetto e Filippa Lagerback è stato chiamato, tra i borbottii dell’interessato, Sigrido Ranucci con Report. «Se qualcuno vuole mettere in difficoltà la trasmissione, spostandola in condizioni difficili, sbaglia», aveva commentato lui. Il programma che occupava il lunedì sera del terzo canale ha dovuto quindi traslocare alla domenica per il bene dei numeri. E, se al suo ritorno dalle vacanze l’8 ottobre, senza Fazio come competitor, si era difeso bene (secondo più visto con 2 milioni 61 mila telespettatori e l’11,4 per cento), ma sette giorni dopo ha perso circa 600 mila appassionati scendendo al 7,6 per cento. Nella scorsa stagione la domenica sera Che tempo che fa teneva sui Rai3 in media 2 milioni 388 mila persone pari all’11,95 per cento di share. Poco sotto al 9 per cento viaggiava, invece, Report il lunedì sera. Insomma, al momento, la Rai meloniana sembra aver fatto un buco nell’acqua, l’ennesimo ormai.

Perché il debutto da record di Fazio certifica il suicidio della Rai
Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

Per Fazio il debutto migliore da quando andava in onda su Rai1

Certo, siamo solo all’inizio: il debutto di Fazio su Nove era molto atteso dopo tutte le chiacchiere sul suo addio alla tivù pubblica, lo scontro per la proprietà dei canali social del programma e tutto il resto. È anche vero che per trovare numeri più alti per una prima puntata di Che tempo che fa bisogna andare indietro ai tempi in cui andava in onda su Rai1. Al suo ritorno dalle vacanze, nel 2022, su Rai3 la trasmissione aveva infatti registrato l’11,30 per cento con 2 milioni 221 mila persone collegate. Ospiti di quella puntata c’erano, tra gli altri, Enrico Letta, Bebe Vio e Marco Mengoni. Non da meno i volti invitati alla prima sui canali Warner Bros Discovery Italia: da Giovanni Floris alla Gialappa’s Band passando per David Grossman, Liliana Segre, The Kolors, Andrij Shevchenko e il Mago Forest. Senza dimenticare il debutto nel debutto: quello di Ornella Vanoni con una (al momento surreale) rubrica in cui la cantante commenta aspetti e vicende della sua vita a partire dagli appunti che prende su un quadernetto che è già cult.

Aldo Grasso: «Su Nove è trasmigrato un pezzo della Rai migliore»

Una pausa di leggerezza in una serata in cui si è molto parlato di guerra in Medio Oriente con due volti che, come ha fatto notare su il Corriere della Sera Aldo Grasso, il servizio pubblico avrebbe dovuto portare in tivù: «Come Liliana Segre e David Grossman hanno affrontato la tragedia del massacro dei terroristi di Hamas e la conseguente risposta di Israele è una lezione che dovremmo fare nostra, un incontro sofferto di ragione e sentimento che i pasdaran da talk show (e i loro difensori d’ufficio) ignorano totalmente», ha scritto il critico. Che ha bollato il passaggio di Che tempo che fa sul Nove come «un guadagno per Discovery, una perdita secca per la Rai. Non in termini di ascolti, non perché ha perso un programma che si è trasferito armi e bagagli su un’altra rete, ma perché ha scippato alla Rai una buona dose di servizio pubblico che Viale Mazzini non è ancora stato in grado di sostituire». Secondo il giornalista è come se «su Nove fosse trasmigrato non un programma, non Fabio Fazio, ma un pezzo della Rai migliore». Quella che, non è un mistero, non è mai piaciuta a Giorgia Meloni, Matteo Salvini & friends.

Guinea, almeno 12 giornalisti arrestati durante una protesta

Sono almeno 12 i giornalisti arrestati dalle forze di sicurezza in Guinea. I cronisti sono stati fermati durante una protesta contro la censura della giunta militare. La manifestazione è stata dispersa con i gas lacrimogeni, secondo quanto hanno spiegato gli organizzatori ai media locali. Il sindacato guineano della stampa privata Sppg aveva organizzato una marcia nella capitale Conakry per chiedere alle autorità di revocare le restrizioni applicate al sito di informazioni Guinee Matin.

Guinee Matin vittima di censura

Da agosto, infatti, il sito è accessibile in Guinea soltanto con una connessione di rete virtuale privata (Vpn). L’organizzazione non governativa Reporter senza frontiere ha creato un sito che consente ai cittadini guineani di leggere i contenuti di quello oscurato. La giunta della Guinea, al potere da settembre 2021, non ha dato spiegazioni sulla censura applicata. Tra i giornalisti arrestati figura anche il segretario del sindacato, Sppg. I reporter sono stati condotti davanti al tribunale accusati di partecipazione criminale a un’assemblea illegale.

Proteste vietate dal 2022

Le proteste in Guinea sono vietate dall’anno scorso e quattro associazioni della stampa hanno affermato in un comunicato congiunto di «condannare questa violenza gratuita contro i giornalisti» e di «chiedere il loro immediato e incondizionato rilascio», appellandosi alla comunità nazionale e internazionale «per testimoniare il grave declino della libertà di espressione e di democrazia» in Guinea.

Caso Segre-Seymandi, lei ha ritirato la querela contro l’ex fidanzato

La storia che ha animato l’estate, con lo scambio di accuse tra l’imprenditrice Cristina Seymandi e l’ex fidanzato, il banchiere Massimo Segre, sembra vicina alla sua conclusione. A distanza di oltre due mesi dalla festa durante la quale l’uomo ha lasciato pubblicamente la donna, accusandola di tradimento, lei ha deciso di ritirare la querela presentata in tribunale contro di lui. La vicenda si concluderà con un accordo economico tra le parti. Toccherà alla Procura stabilire se si potrà agire d’ufficio o se tutto verrà archiviato.

Cos’è successo a inizio agosto

A inizio agosto, ha fatto il giro del mondo un video girato durante una festa organizzata da Massimo Segre e Cristina Seymandi. I due avrebbero dovuto annunciare agli amici e ai parenti le nozze imminenti. Il banchiere, però, al microfono ha letto una lunga lettera con cui ha chiuso i rapporti, accusandola di averlo tradito più volte. La clip è stata poi pubblicata sui social, scatenando numerose polemiche. La stessa Seymandi ha dichiarato, pochi giorni dopo, di essere stata vittima di «un femminicidio mediatico».

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Le accuse reciproche

La questione si è poi spostata in tribunale. Segre ha accusato Seymandi di aver prelevato soldi da un conto comune e chiesto il sequestro cautelare urgente del conto della donna. Lei, invece, lo ha querelato per violazione della privacy e ha parlato di reati riconducibili alla violenza privata, riferendosi al video. Il caso è stato protagonista anche in televisione, con diverse interviste a Cristina Seymandi. In una di queste, Zona Bianca su Rete4, ha affermato: «Non mi sarei aspettata l’umiliazione. Riguardo alla mia affermazione “da che pulpito viene la predica” riferita ai tradimenti veri o presunti di Massimo nel passato è un altro tema che ha tenuto impegnati i cronisti. Non ho prove che Massimo mi abbia tradita. Tuttavia confermo che lui mi confidò di aver commesso anche lui degli errori e di essere stato poco trasparente nelle precedenti relazioni di coppia»

Manovra 2024, cosa prevede: Irpef, pensioni, canone Rai e superbonus

Il Consiglio dei ministri riunitosi lunedì 16 ottobre 2023 ha approvato la manovra finanziaria 2024. Le risorse a disposizione saranno poco meno di 24 miliardi di euro, investite in diverse misure a sostegno di famiglie e lavoro. Ad annunciarle in conferenza stampa, oltre alla premier Giorgia Meloni, anche i ministri dei Trasporti Matteo Salvini e dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Taglio del canone Rai in bolletta

La legge di Bilancio prevede che il canone Rai venga tagliato da 20 a 15 euro al mese. I contribuenti pagheranno così 70 euro all’anno al posto degli attuali 90, con lo sconto che arriverà direttamente in bolletta.

Asili nido gratis per il secondo figlio e un mese in più di congedo parentale

Per dare incentivo alla natalità e sostenere i nuclei familiari, è stato disposto l’asilo nido gratis dal secondo figlio. A questa misura si aggiunge il taglio dei contributi a carico delle madri lavoratrici che abbiano almeno due figli (la quota loro spettante sarà pagata dallo Stato) con i seguenti limiti: il taglio è valido fino all’età di 10 anni del secondo figlio e fino a 18 anni per chi ha dai tre figli in su. Per quanto riguarda, il congedo parentale, viene allungato di un mese per i genitori di bambini fino a sei anni di età con stipendio pagato al 60 per cento.

Addio al superbonus

Dal prossimo anno il superbonus dovrebbe scomparire dal panorama normativo italiano, con la cancellazione della possibilità della sconto in fattura e la cessione del credito. Gli sconti per l’edilizia torneranno così sui vecchi binari del 65 per cento e del 50 per cento da spalmare in 10 anni.

Pensione minime più alte e proroga di Quota 103 

Per quanto riguarda il capitolo previdenza, non sono previste rivoluzioni. Viene infatti prorogata Quota 103 e verranno leggermente alzate le pensioni minime a partire dai 65 anni di età. Gli importi inferiori o uguali al minimo Inps saliranno dunque a 618 euro dal 1° gennaio 2024. L’anno scorso gli assegni inferiori o uguali ai minimi erano stati aumentati per gli over 75, con questa manovra si allarga dunque la platea beneficiaria. Un’altra novità riguarda il fatto che Ape sociale e Opzione donna vengono superate e accorpate in un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, disoccupati, lavori gravosi e disabili e 35 anni per le donne.

Taglio del cuneo fiscale

Confermato l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi più bassi, iniziato nel 2022 con il governo Draghi e salito ulteriormente con il decreto lavoro del 1 maggio 2023. Il taglio attualmente in vigore e che sarà prorogato di un altro anno è del 6 per cento per i lavoratori con reddito fino a 35 mila euro e del 7 per cento per chi ha un reddito non superiore a 25 mila euro l’anno (1.923 euro al mese).

Deduzioni per assunzioni a tempo indeterminato

Decisa la deduzione al 120 per cento per le assunzioni tempo indeterminato e al 130 per cento per chi assume madri, under 30, percettori del Reddito di cittadinanza e persone con disabilità. Questa misura sostituisce quella che era prevista fino al 2023 per giovani e donne, ma si somma con quella prevista per chi assume nelle regioni meridionali come previsto nel decreto sull’istituzione della Zona speciale unica del Mezzogiorno.

Arriva l’Irpef con tre scaglioni (e non più quattro)

Oltre alla legge di Bilancio, il governo ha dato il via libera anche a due decreti attuativi della delega fiscale che contengono una delle misure più importanti previste per il 2024, ovvero l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Gli scaglioni si riducono dunque da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23 per cento. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono dunque così determinate: fino a 28.000 euro, 23 per cento; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35 per cento; oltre 50.000 euro 43 per cento. Si amplia inoltre fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. La misura è finanziata al momento solo per un anno, ovvero fino a dicembre 2024.

Serie A, stallo sui diritti tv: la decisione sulle offerte è stata rinviata

Lo stallo sui diritti tv della Serie A per il triennio 2024-2027 o per il quinquennio 2024-2029 prosegue. La Lega ha reso noto che nell’odierna assemblea non è stata presa alcuna decisione riguardo alle offerte presentate da Dazn, Mediaset e Sky. In una nota hanno spiegato che «dopo un’analisi delle offerte pervenute oggi da parte dei broadcaster che hanno partecipato alle 5 giornate di trattative private, sono stati approfonditi anche i modelli di realizzazione del canale ufficiale della Lega Serie A».

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Serie A, stallo sui diritti tv la decisione sulle offerte è stata rinviata
Il monitor di servizio di una telecamera a bordo campo (Getty Images).

Il 23 ottobre nuovo incontro e scadenza per le offerte

La nota prosegue: «Le società hanno deciso di dedicare tutta la settimana corrente ad incontri quotidiani di studio e analisi dei possibili scenari, ivi inclusa l’ipotesi di attivazione del canale. I club torneranno a riunirsi in assemblea in presenza, presso la sede della Lega, il prossimo 23 ottobre, giorno di scadenza della validità delle offerte presentate oggi dai broadcaster». Già in estate erano stati diversi i rinvii dopo l’apertura delle buste.

Iervolino: «Assemblea è spaccata»

A spiegare quanto sta accadendo è stato il patron della Salernitana, Danilo Iervolino: «È stato tutto rimandato, la proposta dei broadcaster a mio avviso è molto molto bassa e quindi non soddisfa me come altre squadre che hanno espresso perplessità. Io spingo per il canale di Lega, credo sia un atto di grande coraggio e modernità. Dobbiamo spingere a un modello di coinvolgimento differente anche per i giovani quindi è giusto che ci sia un canale dedicato e gestito dalla Lega Offerte? Anche la migliore, che comprende Dazn e Sky, è bassa. A me non piace, poi ognuno la valuterà lunedì prossimo in un’altra assemblea di Lega. Mediaset ancora in corsa? Parrebbe di no. Le ipotesi sono tutte non soddisfacenti. Stiamo aspettando lunedì, se non convergiamo sulle proposte dei due broadcaster apriremo l’offerta dei fondi. L’assemblea è spaccata, non tra big e piccole ma tra chi vede un futuro roseo stando in equilibrio come oggi e chi invece ha il coraggio di cambiare e vedere un futuro differente. Abbiamo visioni e strategie differenti, ci sono proprietari e manager, non c’è omogeneità totale. Mi sembra che insieme a Fiorentina e Napoli abbiamo espresso chiaramente il nostro pensiero a favore del canale».

Casini a luglio parlava di «massimo 30 giorni»

A luglio il presidente Lorenzo Casini ha spiegato i motivi della prima proroga: «L’amministratore delegato ha avvisato i club delle trattative in corso. L’assemblea ha deciso di deliberare una proroga per le trattative private, che proseguiranno nelle prossime settimane. Siamo arrivati nel momento decisivo. Abbiamo semplicemente replicato quanto previsto dalle linee guida e dal bando. Le trattative private possono essere prorogate di un ulteriore termine, massimo 30 giorni. Nei giorni scorsi avevamo ipotizzato che questo lavoro di trattativa potesse concludersi oggi. Ma è un lavoro molto intenso che va avanti e necessitava della proroga. Siamo nel pieno delle trattative». E ancora: «Io non comunico cifre. Le buste sono state aperte, ma non è stato comunicato l’importo in assemblea, visto che non è stato considerato un importo definitivo, proprio perché le trattative sono in corso».

Serie A, stallo sui diritti tv la decisione sulle offerte è stata rinviata
Lorenzo Casini (Imagoeconomica).

Cimici del letto, nel Regno Unito si usano i cani in hotel e case

Anche il Regno Unito è preda delle cimici del letto. Dopo le numerose segnalazioni in Francia, soprattutto a Parigi, e quelle a Milano, in diverse città britanniche aumentano le richieste di disinfestazione. Una ditta di Solihull, nelle West Midlands, ha pensato di addestrare due cani per scovarle in poco tempo e quindi moltiplicare gli interventi sul territorio. La K9 Detection Services si serve infatti di Milo e Kobie, due springer spaniel, che sono in grado di trovare i piccoli insetti non soltanto fra le lenzuola, ma anche dentro le fessure dei mobili e persino nella rete elettrica. «Producono un odore pungente che anche un uomo può sentire», ha detto al Guardian Gary Jakeman, Ceo dell’azienda. «I cani addestrati però impiegano soltanto pochi minuti, mentre una persona può necessitare di ore».

Cimici del letto, per i cani occorre oltre un anno di addestramento

«Stiamo riscontrando un sensibile aumento delle segnalazioni», ha spiegato Jakeman. «Abbiamo assistito a una crescita del 25 per cento soltanto rispetto a giugno». Per poter fronteggiare le numerose richieste di intervento, ha deciso di far affidamento sui due amici a quattro zampe. «Sono imbattibili, nulla infatti può superare un naso ben addestrato». Per affinare la tecnica, però, occorrono dai 12 ai 18 mesi di allenamento seguendo le tecniche usate per gli esemplari antidroga. Gli esperti cinofili hanno spiegato che, per quanto riguarda le cimici del letto, gli animali fiutano un feromone che gli insetti emettono per raggrupparsi. Dato che di solito non si allontanano mai oltre un metro dal luogo di nutrizione, per loro è facile scovarli.

Crescono le segnalazioni di cimici del letto anche nel Regno Unito. Per scovarle si ricorre ai cani in hotel e case private.
In Francia le cimici del letto hanno invaso hotel, case private e luoghi pubblici (Getty Images).

Più che dal punto di vista fisico, come hanno spiegato gli esperti britannici, un’infestazione di cimici del letto può avere effetti importanti a livello psicologico. Molti cittadini infatti associano gli insetti alla scarsa igiene o a cattive condizioni di vita, mentre sono numerosi gli avvistamenti anche in alberghi a cinque stelle. «Il fenomeno isola le persone», ha detto Richard Naylor, direttore della Bed Bug Foundation che collabora con le scuole di addestramento cinofilo. «Molti provano talmente tanta vergogna da non far visita ad amici e parenti, altri nemmeno dormono sentendo qualcosa camminare sulla pelle, anche se non c’è nulla». Una paura incrementata dai tanti avvistamenti in Francia e Italia. «Gran parte delle volte ci chiamano per falsi allarmi», ha concluso Jakeman. «La gente legge i giornali e si scatena il panico. Sarà peggio al rientro dalla Francia per i Mondiali di rugby».

Dalla Francia all’Italia, si moltiplicano i video sui social

Difficili da sfrattare in quanto molto invadenti e di piccole dimensioni, le cimici del letto stanno ancora causando una forte apprensione in Francia, soprattutto a Parigi. Come ha sottolineato il Daily Mail, infatti, una femmina può deporre dalle tre alle cinque uova al giorno. Entro sei settimane, i piccoli raggiungono poi la maturità e nel giro di sei mesi possono riprodursi in centinaia di esemplari. Sui social, da TikTok a Instagram, si moltiplicano i video e le foto di avvistamenti in alberghi e abitazioni private, ma anche sedili dei trasporti pubblici, mezzi a lunga percorrenza e panchine. Le cimici del letto hanno raggiunto l’aeroporto Charles de Gaulle, la Torre Eiffel e diverse aree centrali della capitale transalpina. Senza dimenticare l’Italia. A Milano sono numerose le segnalazioni di punture sul corpo, che possono provocare irritazione. Nel Belpaese tutto è partito da una coppia di turisti australiani che ha raccontato la sua esperienza su un treno notturno sui social.

Secondo il segretario di Federbet «il 90 per cento dei calciatori scommette»

«Secondo me il 90 per cento dei calciatori scommette, e la cosa non mi sorprende affatto, ho parlato con tantissimi di loro. Hanno molto tempo libero, amano l’adrenalina, hanno spirito di competitività e hanno tanti soldi. E questo li rende molto inclini al gioco d’azzardo, è un problema enorme». Lo ha detto Francesco Baranca, segretario generale di Federbet, organizzazione internazionale che lotta contro le scommesse illegali nello sport, parlando ai microfoni della spagnola Cadena Ser.

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Secondo il segretario di Federbet, Francesco Baranca, «il 90 per cento dei calciatori scommette. Non parliamo di partite truccate».
Nicolò Fagioli (Getty Images).

«Non parliamo di partite truccate, ma di scommesse»

Il problema è tornato d’attualità in Italia. Ma ciò che è successo con la Nazionale per Baranca è solo la punta dell’iceberg: «Se andiamo a vedere tutti i calciatori che scommettono, nella nazionale italiana o in un’altra andiamo a giocare voi e io. Negli ultimi 10 anni non è cambiato nulla». In ogni caso «non parliamo di partite truccate, ma di scommesse», ha specificato Baranca, evidenziato che (almeno per adesso) il caso che vede al centro Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo è molto diverso da altri che in passato hanno travolto il calcio italiano.

Secondo il segretario di Federbet, Francesco Baranca, «il 90 per cento dei calciatori scommette. Non parliamo di partite truccate».
Nicolò Zaniolo e Sandro (Getty Images).

«Il profilo del calciatore è il più simile a quello del ludopatico»

«Il profilo del calciatore è il più simile a quello di un ludopatico e ora c’è bisogno di parlarne apertamente e di cambiare mentalità. Invece, purtroppo, dopo una settimana ce ne dimentichiamo tutti, la verità è questa», ha continuato Baranca. «Dovremmo parlare ogni settimana dei rischi che si corrono, e creare un vero codice etico: pensate al Newcastle, ha speso 80 milioni per Tonali e ora rischia di vederselo squalificare, che danno è per il club? Io direi enorme».

Naldo, è morto il figlio di quattro anni: lutto per l’ex calciatore di Bologna e Udinese

Una terribile tragedia ha sconvolto la vita di Naldo, ex calciatore di Bologna e Udinese. È infatti morto suo figlio di quattro anni, vittima qualche settimana prima di un tremendo incidente stradale.

Morto il figlio di Naldo: era da un mese in terapia intensiva

La notizia è giunta dalla Turchia, dove attualmente Naldo sta giocando nelle fila del Antalyaspor. Circa un mese e mezzo prima il piccolo era rimasto coinvolto in un grave sinistro stradale che aveva costretto i medici a intubarlo in terapia intensiva con la speranza di riuscirlo a rianimare. Speranze vane, purtroppo, visto che alla fine il piccolo non ce l’ha fatta. A confermare la tragedia è stato proprio il club turco, con un post pubblicato sui social che riporta: «Non ti dimenticheremo mai, Davi! Abbiamo appreso con profonda tristezza la notizia della morte di Davi, figlio del nostro calciatore Naldo Pereira, che un mese fa ha avuto un incidente. Che Dio possa avere pietà del piccolo Davi. Esprimiamo le nostre condoglianze al nostro calciatore Naldo e alla sua famiglia, in particolare ai suoi tifosi, ai parenti e a tutta la comunità».

Chi è Naldo

Edinaldo Gomes Pereira, da tutti conosciuto con il nomignolo di Naldo, è nato nel 1988 in Brasile, dove ha giocato al fianco di colleghi del calibro di Cruzeiro e Gremio prima di trasferirsi in Europa per giocare con il Granada in Spagna. I suoi primi passi in Italia li ha mossi con il Bologna, per poi passare all’Udinese e tornare ancora una volta in Spagna con il Getafe. Prima di ritornare all’Antalyaspor, ha lavorato in Russia per il Krasnodar, poi ancora nella Serie A spagnola con l’Espanyol. Per un anno, inoltre, è stato in prestito al Al-Taawoun in Arabia Saudita. Nel suo curriculum c’è anche lo Sporting Lisbona, con cui ha vinto una Supercoppa del Portogallo.

Le polemiche sulla decisione di Malagò di non realizzare la pista da bob a Cortina

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha annunciato nella mattinata del 16 ottobre che a Cortina D’Ampezzo non verrà costruita alcuna nuova pista per disputare le gare di bob, slittino e skeleton durante le Olimpiadi invernali del 2026. Si punterà, quindi, su impianti esteri. Una scelta che è stata applaudita dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha dichiarato: «Credo che, con rispetto di Cortina e del mio collega sindaco, sia una decisione giusta trovare un’altra alternativa alla pista di bob. Se fosse Saint Moritz a noi andrebbe molto bene perché farebbe risparmiare». A criticare Malagò, invece, è stato il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro: ««Non ci meritiamo di essere visti come quelli che non sono in grado di raggiungere l’obiettivo nel contesto internazionale. Non se lo merita il Veneto e non se lo merita l’Italia».

Zaia deluso: «Chiederemo di avere qualche altra disciplina»

Tra i più delusi c’è il presidente del Veneto, Luca Zaia. Il governatore del Veneto ha dichiarato che chiederà altre discipline da disputare nella sua Regione agli organizzatori dei Giochi olimpici: «A Cortina si terranno le Olimpiadi e se non ci sarà più il bob, a questo punto su dovremo ragionare su quante discipline delle Olimpiadi invernali 2026 si faranno a Cortina. Non è tutto mummificato. Vedo che c’è chi esulta perché il bob non c’è più. Vorrà dire che faranno un sacrificio e ci daranno qualche disciplina olimpica che oggi hanno».

Le polemiche sulla decisione di Malagò di non realizzare la pista da bob a Cortina
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto (Imagoeconomica).

Avs ed Europa Verde: «La pista uno spreco di denaro pubblico»

Dai partiti d’opposizione sono arrivate molte critiche a Zaia e al governo. Tra i primi a commentare la notizia, attaccando il ministro Matteo Salvini, ci sono stati la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, e il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli: «Salvini ha continuato a sostenere, con la sua consueta leggerezza, che si dovesse costruire la pista proprio a Cortina: se ne dovrà fare una ragione, fosse per lui cementificherebbe l’ultimo cm quadrato verde rimasto libero. La pista sarebbe stata uno spreco di denaro pubblico ad altissimo impatti ambientale».

I 5 stelle contro Zaia: «Ha perso lui»

A criticare direttamente Zaia, invece, sono stati il deputato Enrico Cappelletti e la senatrice Barbara Guidolin, in quota Movimento 5 stelle: «Alla fine sono prevalsi il buon senso, la tutela dell’ambiente e la volontà di non buttare ingenti risorse pubbliche dalla finestra. Ha vinto la società civile che è riuscita a far sentire forte la propria voce, hanno vinto le tante associazioni che si sono opposte al progetto, hanno vinto i gruppi di opposizione come il M5s che su questo progetto avevano sollevato una sfilza di perplessità, inanellate non da ultimo nella conferenza stampa tenuta al Senato, solo qualche giorno fa. Ha perso Zaia e chi, come lui, ha dimostrato di non possedere un grande interesse sull’utilizzo, senza sprechi, di fondi pubblici: non a caso la regione Veneto ospita Pedemontana, una superstrada che da sola ha registrato oltre 10 miliardi di sovra costi, ben difficili da giustificare».

Le polemiche sulla decisione di Malagò di non realizzare la pista da bob a Cortina
Barbara Guidolin, senatrice del Movimento 5 stelle (Imagoeconomica).

Andrea Martella del Pd: «Governo ha sottovalutato la situazione»

E contro il governo si è schierato anche Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto: «Hanno colpevolmente sottovalutato la complessità della situazione. Le difficoltà relative alla pista da bob, infatti, erano assolutamente note ed è molto grave che il Governo abbia informato il Coni solo due giorni fa e, soprattutto, che non lo abbia ancora fatto pubblicamente e nelle sedi istituzionali opportune».

Valgerola, l’imprenditore Fabio Spandrio morto durante un’escursione in bici

La tragedia è avvenuta sui sentieri della Valgerola, a Sondrio, dove Fabio Spandrio, imprenditore 55enne, stava facendo un’escursione con la sua mountain bike, quando ha perso il controllo del mezzo. L’incidente si è verificato nella giornata di domenica 15 ottobre, a 1.600 metri di quota. A trovare il corpo, poco dopo le 17, sono stati alcuni escursionisti.

Le operazioni di soccorso

Sul posto sono intervenuti gli operatori del Soccorso Alpino della VII Delegazione Valtellina e Valchiavenna, i militari del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di finanza e i vigili del fuoco. Il corpo è stato riportato a valle con un elicottero di Areu. Fabio Spandrio era sposato e padre di due figli. Insieme al fratello gestiva un’azienda di posa piastrelle molto nota nella zona.

Il valico di Rafah resta chiuso, Israele nega il cessate il fuoco

Per Tel Aviv sono 199 gli ostaggi in mano ad Hamas che, secondo l’Iran, sarebbe pronta al rilascio dei prigionieri se Israele mettesse fine agli attacchi sulla Striscia. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Teheran Nasser Kanaani, ma per il momento la presa di posizione in tal senso dell’organizzazione terroristica non trova conferma. Intanto vanno avanti i raid di Tel Aviv e aumentano i morti palestinesi: almeno 2.700, a cui si aggiungono 9.700 feriti. Sono invece 1.300 le vittime israeliane. «Non c’è per il momento un cessate il fuoco né l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri», ha reso noto l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu commentando notizie diffuse in precedenza circa l’apertura del valico di Rafah. Secondo una fonte israeliana, citata da Haaretz, il presidente americano Joe Biden – che ha definisce «un grosso errore» l’eventuale occupazione di Gaza da parte degli israeliani – potrebbe arrivare in Israele mercoledì 18 ottobre.

Il valico di Rafah chiuso, Israele nega il cessate il fuoco. 4 mila i morti. 199 gli ostaggi in mano ad Hamas. Biden forse mercoledì in Israele.
Tel Aviv, manifestanti per il rilascio degli ostaggi (Ansa).

A Rafah completati i preparativi ma finora nessun transito

Al valico di Rafah i funzionari hanno completato tutti i preparativi per l’apertura ma finora nessun aiuto umanitario è entrato dall’Egitto verso Gaza e nessuno cittadino straniero o palestinese con doppia nazionalità è passato nel deserto del Sinai. Lo riferiscono fonti locali, secondo cui «la situazione è statica». l ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha detto che il governo israeliano deve ancora fare i passi necessari per consentire l’apertura del valico.Intanto sono almeno 600 mila i palestinesi che hanno abbandonato il nord della striscia di Gaza, mentre nel sud gli israeliani hanno riattivato le condutture dell’acqua.

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Il valico di Rafah chiuso, Israele nega il cessate il fuoco. 4 mila i morti. 199 gli ostaggi in mano ad Hamas. Biden forse mercoledì in Israele.
Edifici di Gaza distrutti dai missili israeliani (Ansa).

Obitori al collasso, a Gaza cadaveri nei furgoncini dei gelati

Con gli obitori degli ospedali al collasso, a Gaza vengono utilizzate le celle frigorifere dei furgoncini dei gelati per preservare i cadaveri delle vittime dei bombardamenti. Sono molti i video e le foto che rimbalzano sui social, con medici e volontari che utilizzano i mezzi per adagiare i corpi avvolti nei lenzuoli bianchi. «Gli obitori degli ospedali sono piccoli e non possono ospitare tutti i cadaveri di questi giorni, per questo siamo costretti ad utilizzare i freezer dei furgoncini dei gelati o del cibo delle aziende della zona per poter conservare i cadaveri», ha spiegato un medico.

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Il valico di Rafah chiuso, Israele nega il cessate il fuoco. 4 mila i morti. 199 gli ostaggi in mano ad Hamas. Biden forse mercoledì in Israele.
Carro armato israeliano (Getty Images).

Hezbollah rivendica la distruzione di telecamere al confine israelo-libanese

Nel tentativo di impedire a Israele di monitorare i movimenti sul lato libanese del confine, Hezbollah ha distrutto alcune telecamere di sorveglianza poste dall’esercito israeliano vicino alla frontiera. «Il Libano è nell’occhio del ciclone. La regione si trova in una situazione difficile e nessuno può prevedere cosa potrebbe accadere», ha detto il primo ministro Najib Mikati, citato da Al-Jazeera.

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Un avvocato di Navalny è scomparso dopo l’arresto di altri tre colleghi

Alexander Fedulov, uno degli avvocati dello staff legale di Alexey Navalny, lunedì 16 ottobre non si è presentato all’udienza nel tribunale a Kovrov (regione di Vladimir). Un  suo socio, Leonid Volkov, ha dichiarato che Fedulov è partito per la regione di Vladimir ma, per ragioni ancora sconosciute, non si è presentato in Aula. Di lui si sono perse completamente le tracce: non ha dato alcun preavviso e il suo telefono risulta spento. Secondo il direttore della Fondazione anti-corruzione (Fbk) fondata da Navalny è ancora troppo presto per ipotizzare che siano in corso indagini a carico di Fedulov, ma non è escluso.

L’arresto di tre avvocati di Navalny per partecipazione a una associazione estremista

Il 13 ottobre scorso, tre avvocati di Navalny – Igor Sergunin, Vadim Kobzev e Alexey Liptser – erano stati arrestati con l’accusa di partecipazione a una associazione estremista e processati a Mosca. Una delle accuse che pende anche su Navalny condannato a 19 anni in una colonia penale a regime speciale. Diversi alleati politici dell’attivista hanno accusato Mosca di volerlo privare in questo modo di uno dei pochissimi canali di comunicazione con l’esterno.

Un avvocato di Navalny è scomparso dopo l'arresto di altri tre colleghi
L’avvocato Igor Sergunin in tribunale a Mosca (Getty Images).

 

Andrea Vavassori insultato e minacciato dopo una sconfitta: «Muori all’inferno»

Il tennista italiano Andrea Vavassori ha denunciato sui social network quanto gli è successo dopo una sconfitta. Il 28enne torinese, venerdì 13 ottobre, ha perso ai quarti di finale del Challenger di Malaga contro il connazionale Mattia Bellucci (6-3, 7-5). Un ko amaro, ancora di più perché il giorno dopo, sabato 14, è sceso nuovamente in campo per tentare di raggiungere il tabellone principale del torneo Atp 250 di Stoccolma passando dalle qualificazioni. Pur trattandosi sulla carta di un match agevole, contro il libanese Benjamin Hassan, Vavassori ha perso al tie break del terzo set dopo un match durato tre ore. E dopo aver perso l’incontro, il tennista è stato minacciato e insultato da alcuni utenti su internet.

Andrea Vavassori insultato e minacciato dopo una sconfitta «Muori all'inferno»
Andrea Vavassori (Getty Images).

Insulti e minacce: «Muori all’inferno, tennista corrotto»

Sui suoi profili social, Andrea Vavassori ha fatto i conti con insulti e minacce. C’è chi gli ha scritto: «Muori all’inferno, tennista corrotto». Mentre un altro: «Spero che tu possa romperti entrambe le gambe». Lui stesso lo ha raccontato su Instagram e si è difeso. Il tennista ha dichiarato: «Sono arrivato alle 4 del mattino da Malaga, ho testato le condizioni qui a Stoccolma appena 30 minuti prima della partita. Ho giocato una partita fantastica contro un tennista davvero bravo che alla fine ha giocato in modo fantastico sotto pressione: 3 match point e una partita combattuta fino alla fine. Questo è ciò che merito. Grazie».

Il precedente caso di Maestrelli

Non si tratta della prima volta. Quello di Vavassari ricorda un altro episodio simile. Al 20enne Francesco Maestrelli, infatti, venne contestata una sconfitta con modalità simili. Il giovane tennista lo ha raccontato al Corriere, ricordando alcune delle frasi che gli sono state rivolte. C’è chi gli ha scritto «ritardato» o «bastardo» e «idiota». Chi gli ha rivolto insulti omofobi e chi ha attaccato la sua famiglia: «Spero che tua madre muoia nel dolore più grande per il cancro». A causare insulti e minacce potrebbero essere le scommesse sportive, con la rabbia di chi punta tutto sul tennis e perde centinaia o migliaia di euro.

Spagna, trovato il corpo del calciatore del Cordoba Alvaro Prieto: è giallo sulla morte

Era scomparso la mattina del 12 ottobre scorso, Alvaro Prieto, il calciatore del Cordoba appena diciottenne il cui cadavere è stato rinvenuto nella stazione di Siviglia-Santa Justa. Il corpo si trovava tra due vagoni, come riportato da El País, nella stessa stazione in cui, una settimana fa, era scomparso mentre cercava di tornare nella sua casa di Cordoba.

Le prime ipotesi

Il giocatore, che si trovava a Siviglia per una festa, secondo le prime ipotesi potrebbe essere stato travolto da un treno. Grazie a un filmato della Rtve, la tv nazionale spagnola, nel quale si intravedeva la presenza di un paio di gambe nello spazio tra due vagoni di un mezzo in sosta, è stato possibile individuare il corpo del giovane. Le ricerche sono state effettuate anche con il coinvolgimento dei cani.

La smentita di Renfe

L’ipotesi dell’incidente è stata smentita dalla Renfe, la compagnia ferroviaria spagnola, che sui social ha spiegato: «Il treno dove è stato trovato il corpo del giovane scomparso era fuori servizio da settimane. Era guasto e durante questi giorni non ha fatto alcun movimento né è stato sottoposto a nessuna revisione o manutenzione. Il treno era parcheggiato su un binario di separazione del centro di trattamento tecnico di Santa Justa e non si era mosso dal 24 agosto. Quel treno stava eseguendo una manovra interna senza fornire un servizio di viaggiatori». Renfe si è messa a disposizione della polizia per fornire tutti i dati necessari per l’indagine.

Scioglimento dei Comuni, come funziona e quando viene disposto

Su proposta del ministro dell’Interno, il presidente della Repubblica può adottare un decreto di scioglimento di un Consiglio comunale o provinciale in esito a una procedura avviata dal prefetto competente per territorio. A disciplinare i casi in cui può avvenire questa circostanza, a cui segue la nomina di un  commissario che ha il compito di amministrare l’ente fino all’elezione del nuovo Consiglio, è l’art. 141 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Tra gli ultimi Comuni sciolti quello di Caivano.

Scioglimento dei Comuni: come funziona e quando avviene

In base alla suddetta normativa, un Comune può essere sciolto:

  • quando abbia compiuto atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico;
  • quando non possa essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per le seguenti cause: impedimento permanente, rimozione, decadenza, decesso del sindaco (in tal caso subentra, fino alle nuove elezioni, il vicesindaco), dimissioni del sindaco, cessazione dalla carica per dimissioni contestuali della metà più uno dei membri assegnati (non computando a tal fine il sindaco), riduzione del Consiglio, per impossibilità di surroga, alla metà dei suoi componenti;
  • quando non sia approvato nei termini il bilancio;
  • quando l’ente, con più di 1.000 abitanti, sia sprovvisto dei relativi strumenti urbanistici generali e questi non siano adottati entro 18 mesi dalla data di elezione degli organi (in questo caso, il decreto di scioglimento è adottato su proposta del Ministro dell’interno di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti);
  • quando emergono elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi (in tal caso, l’ipotesi di scioglimento è prevista dagli articoli 143-146 del D.Lgs. 267/2000).

In quest’ultimo caso lo scioglimento è disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. La gestione è assicurata non da un commissario monocratico ma da una commissione straordinaria composta da tre membri scelti fra funzionari pubblici e magistrati, in servizio o in quiescenza (di solito due provengono dalla carriera prefettizia e uno è dirigente amministrativo dell’Amministrazione civile dell’Interno).

Top Gun, arriva la docuserie sulla scuola per piloti della Marina Usa

Top Gun sta per tornare, ma stavolta non c’entra Tom Cruise. National Geographic, rete disponibile in Italia sulla piattaforma streaming Disney+, ha infatti avviato la produzione di una docuserie che farà immergere gli spettatori nella Navy Fighter Weapons School, la nota scuola di combattimento per piloti dell’aviazione statunitense. Il titolo provvisorio del progetto, come hanno anticipato Deadline e Hollywood Reporter, è Top Gun: The Next Generation e seguirà un gruppo di ufficiali durante il loro percorso di addestramento. Gli studenti del più esclusivo percorso di formazione della Marina statunitense narreranno in prima persona il loro sogno di salire a bordo di un caccia d’élite F-35C Lightning II, orgoglio dei cieli americani. Produttore e sceneggiatore sarà Karen Edwards, mentre alla regia ci sarà Lana Salah. Nessuna conferma circa anche un possibile coinvolgimento di Tom Cruise.

Top Gun, le anticipazioni sulla docuserie e i record dei film

Sebbene non sia ancora nota la data di uscita ufficiale della docuserie, si conoscono alcuni dettagli sul suo contenuto. Il racconto seguirà gli aspiranti piloti dell’aviazione sia durante le lezioni in classe sia nel corso delle sessioni di volo all’esterno della base in Nevada. Sarà possibile scoprire anche la loro vita personale, entrando nelle loro case per conoscerne famiglia, ma anche carattere e aspirazioni. Grande attenzione però sarà dedicata all’addestramento sugli F-35C, tra cui alcune manovre ad alto tasso di difficoltà richieste per superare l’esame. Fra queste, spicca l’atterraggio su una portaerei in mare, già visto in numerose scene dei due film con Tom Cruise. «Ciascun protagonista ha la sua storia da raccontare», ha spiegato a Deadline Tom McDonald di National Geographic. «Offriremo un viaggio sbalorditivo e affascinante nel volo d’élite».

National Geographic realizzerà una docuserie sulla Top Gun, la scuola militare americana resa celebre dai film con Tom Cruise.

Sbarcato in sala nel maggio 2022, Top Gun: Maverick ha fatto registrare incassi eccellenti in tutto il mondo. Con 718 milioni di dollari negli Usa e altri 777 milioni nel mondo ha raggiunto il totale di 1,49 miliardi al box office, issandosi al 12esimo posto della classifica all time. Acclamato anche dalla critica, ha ottenuto il 96 per cento di recensioni positive su Rotten Tomatoes con un voto medio di 8,2 su 478 recensioni. In termini di riconoscimenti, si è aggiudicato un Oscar (Miglior sonoro) su sei nomination, tra cui quella a Miglior film. Spazio anche per due candidature ai Golden Globes e altrettante ai Grammy per Lady Gaga, autrice della colonna sonora Hold my Hand. Il primo capitolo del 1986 si era aggiudicato la statuetta dell’Academy per la miglior canzone con Take my Breath Away di Giorgio Moroder eseguita dai Berlin.

Caivano, il Cdm scioglie il Comune: nominati tre commissari

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Caivano, alle porte di Napoli. Sono stati nominati tre commissari. Il comune era stato già commissariato lo scorso 3 agosto, con la nomina di Gianfranco Tomao da parte del Prefetto di Napoli Claudio Palomba. Ed è stato allora che è stato avviato l’iter per lo scioglimento dell’organo consiliare, che intanto ha visto dimettersi 13 consiglieri su 24.

LEGGI ANCHECaivano, don Patriciello in Senato: «Tornano coi kalashnikov per sfidare lo Stato»

Meloni a fine agosto: «Il territorio di Caivano sarà radicalmente bonificato»

A fine agosto, durante la sua visita a Caivano, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata chiara: «Questo territorio sarà radicalmente bonificato. Presto vedrete i frutti». E ancora: «Partendo da questo territorio che oggi è conosciuto per le sue problematiche, l’obiettivo è che domani sia un modello: da problema a esempio. E questo è l’obiettivo del governo con la collaborazione di tutte le istituzioni. Le direttrici della nostra azione si basano sulla fermezza dello Stato contro la criminalità, la droga». Poi ha concluso, durante la conferenza stampa: «Io penso che uno Stato serio e una politica coraggiosa devono mettere la faccia sulle cose difficili da risolvere assumendosene la piena responsabilità. Non siamo qui solo per la pur doverosa condanna e solidarietà, siamo venuti a qui a dire che ci mettiamo la faccia».

Il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Caivano, alle porte di Napoli. Sono stati nominati tre commissari. Il comune era stato già commissariato lo scorso 3 agosto, con la nomina di Gianfranco Tomao da parte del Prefetto di Napoli Claudio Palomba. Ed è stato allora che è stato avviato l'iter per lo scioglimento dell'organo consiliare, che intanto ha visto dimettersi 13 consiglieri su 24. LEGGI ANCHE: Caivano, don Patriciello in Senato: «Tornano coi kalashnikov per sfidare lo Stato»

Meloni a fine agosto: «Il territorio di Caivano sarà radicalmente bonificato»

A fine agosto, durante la sua visita a Caivano, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata chiara: «Questo territorio sarà radicalmente bonificato. Presto vedrete i frutti». E ancora: «Partendo da questo territorio che oggi è conosciuto per le sue problematiche, l’obiettivo è che domani sia un modello: da problema a esempio. E questo è l’obiettivo del governo con la collaborazione di tutte le istituzioni. Le direttrici della nostra azione si basano sulla fermezza dello Stato contro la criminalità, la droga». Poi ha concluso, durante la conferenza stampa: «Io penso che uno Stato serio e una politica coraggiosa devono mettere la faccia sulle cose difficili da risolvere assumendosene la piena responsabilità. Non siamo qui solo per la pur doverosa condanna e solidarietà, siamo venuti a qui a dire che ci mettiamo la faccia».
Giorgia Meloni e don Maurizio Patriciello a Caivano (Imagoeconomica). 
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