Daily Archives: 13 Ottobre 2023

Raid aerei a Gaza, Hamas diffonde un video con bambini israeliani in ostaggio

Israele ha dato due ore di tempo per evacuare l’ospedale di Al Awda, dove il personale di Medici senza frontiere stava ancora «curando pazienti». A scriverlo è Msf in un tweet, condannando «il continuo spargimento di sangue indiscriminato e gli attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza», aggungendo: «stiamo cercando di proteggere il nostro personale e i nostri pazienti».

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Netanyahu: «È solo l’inizio»

«Quel sabato maledetto resterà scolpito nella storia di Israele. Non lo dimenticheremo». Sono le parole del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha aggiunto: «Stiamo colpendo i nostri nemici con una forza senza precedenti. I nostri nemici hanno iniziato a pagare il prezzo, non sanno cosa avverrà, è solo l’inizio. Distruggeremo e sradicheremo Hamas, arriveremo alla vittoria». Netanyahu, che ha parlato dopo l’inizio del riposo sabbatico, ha confermato il sostegno a Israele da parte del presidente Usa Joe Biden e altri leader mondiali. «Usciremo da questa guerra più forti», ha concluso.

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Raid nella Striscia di Gaza

Come reso noto dall’Idf sul proprio canale Telegram, le Forze di difesa israeliane stanno conducendo raid aerei su vasta scala su obiettivi terroristici appartenenti ad Hamas nella Striscia di Gaza. Si è trattato anche di raid che hanno coinvolto “forze di fanteria e corazzate”.

Il video di Hamas con bambini in ostaggio

In un video pubblicato da Hamas, la cui autenticità non è ancora verificabile, i miliziani armati si mostrano con in braccio diversi bambini israeliani in ostaggio. Si vede anche un neonato cullato in una carrozzina. L’organizzazione sostiene di aver girato le immagini in un kibbutz nel primo giorno dell’assalto.

Il Cile con Lula contro i bombardamenti a Gaza

Il governo del Cile si è unito alla preoccupazione del presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, per la situazione umanitaria nella striscia di Gaza chiedendo «l’immediata cessazione dei bombardamenti indiscriminati» e «l’apertura urgente di un corridoio umanitario che permetta ai rifornimenti essenziali di raggiungere la popolazione e all’evacuazione dei feriti». Si legge così nella nota del ministero degli Esteri che termina con «un appello alle parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani, tutelando l’intera popolazione civile, sia in Israele che in Palestina, senza distinzione di nazionalità, origine o credo religioso».

L’ultimatum per i palestinesi

Il portavoce in lingua araba delle forze armate, Avichay Adraee, ha fatto sapere che i palestinesi avevano tempo fino alle 20.00 (le 19 in Italia) per spostarsi a sud della Striscia. La mossa – secondo i media – indica che l’esercito si sta preparando per una massiccia operazione nel nord della Striscia. In un primo tempo l’esercito aveva dato 24 ore di tempo ai palestinesi per spostarsi da nord a sud. «Se siete preoccupati per voi e i vostri cari, dovreste andare a sud». Il ministero dell’Interno di Hamas a Gaza ha invitato la popolazione del nord della Striscia a non muoversi dalle proprie case definendo l’annuncio dell’esercito di Israele «propaganda».

Suicidio su TikTok: Paolo Picchio e la lettera-appello ai giovani e alle famiglie

Paolo Picchio, papà di Carolina, scomparsa nel gennaio 2013 a soli 14 anni, dopo essersi gettata dal balcone della sua cameretta, ha scritto una lettera in riferimento al caso del giovane suicida di Bologna, pubblicata integralmente dal quotidiano Repubblica.

«Sogni e speranze in frantumi»

«Come padre» – si legge – «ancor prima che in qualità di presidente onorario di Fondazione Carolina, esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia di questo ragazzo. Io ho perso Carolina quando aveva solo 14 anni, oggi avrebbe avuto più o meno l’età di questa ultima vittima del web. Ma c’è una cosa che accomuna queste due storie. Entrambi erano amati e pieni di amici, contatti e relazioni. In un attimo tutte le loro passioni, i sogni e le speranze sono andati in frantumi sotto la scure di una violenza becera, petulante e vigliacca».

«L’effetto domino di una bugia»

«La maldicenza» – prosegue Picchio – «quando coltivata online, è ancora più devastante. Perché una bugia, una calunnia o un’accusa, se reiterate con la facilità e la velocità di una condivisione, possono diventare per molti faciloni una verità artificiale. Un effetto domino simile a quello di una palla di neve, che rotola giù per il pendio fino a travolgere tutto. Ma io dico a voi, ragazzi: ne vale la pena? Siete così insensibili? “Le parole fanno più male delle botte”. Così scrisse ormai 10 anni fa mia figlia. La sua lucidità disperata ha costretto tutti ad aprire gli occhi sul fenomeno della violenza online, fino ad allora totalmente ignorato».

«Il grido di dolore di generazioni»

«Tragedie come quella di Bologna mi riportano nel baratro di quella notte in cui ho perso di colpo tutta la bellezza e la grazia del mio mondo. Il gesto di questo ragazzo, nel giro di poche ore è diventato il grido di dolore per intere generazioni. Milioni di giovani, i nostri giovani, che abbiamo abbandonato davanti agli schermi, che non sappiamo più ascoltare, che non riusciamo più ad abbracciare. Ragazzi che soffrono, per via di coetanei che si piegano alla cultura dell’odio e dell’indifferenza.

Il richiamo alle istituzioni

Il papà di Carolino Picchio, termina così il suo intervento: «In questa grande emergenza dei nostri tempi, le istituzioni hanno una grande responsabilità. In questi anni ho sperimentato sulla mia pelle la politica degli annunci, le strette di mano e le promesse di un mondo adulto ripiegato su se stesso. Torniamo a viverli questi nostri figli, facciamoli uscire dalle loro camere e consegniamo a loro le chiavi del mondo. Altrimenti le lacrime di questi giorni non avranno alcun senso».

Alluvione di Livorno: condannato l’ex sindaco Filippo Nogarin

L’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin è stato condannato a tre anni di reclusione per omicidio colposo plurimo aggravato nel processo per l’alluvione di Livorno del settembre 2017, in cui risultava unico imputato. Furono otto le persone che persero la vita, tra cui Filippo Ramacciotti, di soli quattro anni, morto insieme ai genitori e al nonno. Secondo le accuse, Nogarin si comportò con negligenza prima e durante l’alluvione, senza attuare tutto il possibile per impedire l’esondazione dei due torrenti, nonostante l’allerta arancione diramata dalla protezione civile regionale.

L’arringa e la sentenza

La sentenza è arrivata nella giornata di venerdì 13 ottobre, dopo che il giudice Ottavio Mosti si è ritirato in camera di consiglio. L’avvocato della difesa Sabrina Franzone, durante l’udienza, ha basato l’arringa finale anche sull’imprevedibilità di un fenomeno tanto violento, alla quale hanno poi replicato i pm e le parti civili. L’allora dirigente della protezione civile comunale e comandante della polizia municipale, Riccardo Pucciarelli, era stato invece già assolto nel processo con rito abbreviato.

Pisa, crolla il tetto di un casolare: muore 17enne

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 13 ottobre a Fornacette, in provincia di Pisa. Erano circa le 17.45 quando il tetto di un edificio abbandonato è crollato, investendo il 17enne rimasto schiacciato sotto le macerie. Il giovane, residente a Pontedera, si trovava nel casolare insieme ad alcuni amici. Spetterà ora ai carabinieri ricostruire la dinamica dei fatti.

Il cadavere estratto dai vigili del Fuoco

Secondo quanto appreso, ci potrebbe essere un gioco legato a video e foto, fatti all’interno e fuori dal casolare, e poi da postare sui social, che spiegherebbe la presenza del gruppo di ragazzi nello stabile abbandonato, anche se i militari stanno ancora ascoltando i testimoni.  I vigili del fuoco intervenuti con due squadre, in via delle Case Bianche, nel comune di Calcinaia, hanno estratto il cadavere dell’adolescente.

Under 21, pugno e setto nasale rotto a Matteo Ruggeri: cacciato Marco Nasti

C’è una lite con epilogo violento alla base della decisione del tecnico della nazionale di calcio Under 21, Carmine Nunziata, di mandare a casa Marco Nasti. L’attaccante del Bari, riporta l’Ansa, ha colpito con un pugno il compagno di nazionale Matteo Ruggeri, dell’Atalanta, provocandogli la sospetta frattura del setto nasale.

Le scuse e l’espulsione

Dopo l’accaduto, Ruggeri è tornato a Bergamo per le cure, mentre Nasti ha presentato le sue scuse, pubblicandole anche sui social: «Ho grande rispetto per i valori dello sport e della maglia azzurra. Mi dispiace molto per quanto accaduto nel ritiro della Nazionale, questa deve essere e sarà per me un’occasione di crescita». Le sue parole non sono tuttavia bastate a evitare il provvedimento di esclusione dal gruppo degli azzurrini.

Faida dei trapper: condannato Simba La Rue

Quattro anni per Simba La Rue e altre cinque condanne fra gli otto mesi e i tre anni e otto mesi. Confermati dunque entrambi i capi d’accusa per lesioni e rapina. Si tratta dell’esito del patteggiamento avvenuto all’interno del processo in abbreviato noto come la faida tra trapper.

L’aggressone alla gang rivale

L’episodio risale al mese di marzo del 2022, quando il gruppo di Simba affrontò una gang rivale che faceva capo a Baby Touché, con calci, pugni e un coltello, in via Settala, a Milano. Due persone finirono al pronto soccorso. Per gli stessi  fatti, altre due persone sono state già condannate. Durante la penultima udienza, la difesa di Simba a cura dell’avvocato Nicolò Vecchioni, aveva sostenuto che il giovane non aveva rubato il telefono, così da far cadere l’accusa di rapina, che tuttavia non avvenne.

Le condanne

A ricevere la condanna maggiore tra gli imputati è stato proprio Simba La Rue, il cui vero nome è Mohamed Lamine Saida. La giudice Rossana Mongiardo ha poi condannato a 3 anni e 8 mesi Mevljudin Hetem, a 3 anni e 5 mesi Sara Ben Salha, alla quale è stata riconosciuta un’attenuante per “concorso anomalo”, e ancora a 10 mesi Ndiaga Faye e a 8 mesi gli altri componenti della crew: Pape Ousmane Loum e Chakib Mounir. Ha invece patteggiato 3 anni e 4 mesi Alan Momo.

I precedenti

Sul rapper Simba La Rue pende anche un processo con Baby Gang, noto trapper, e altri giovani, per una sparatoria nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, in cui rimasero feriti due senegalesi. Per l’esito di questo processo, bisognerà attendere il 15 novembre.

Pallavolo: Davide Mazzanti lascia l’Italdonne, l’addio è ufficiale

La notizia è ufficiale: Davide Mazzanti non è più il ct della nazionale femminile di pallavolo. Ad annunciarlo è la stessa federazione, spiegando che «la Fipav e il tecnico marchigiano hanno stabilito che non ci fossero più i presupposti per proseguire il loro cammino insieme» con l’Italdonne. In un clima di «commozione generale tutti i membri del Consiglio Federale hanno ascoltato con grande attenzione e partecipazione l’intervento appassionato di Mazzanti, che ha ripercorso i sette anni del suo mandato e in particolare l’ultima stagione».

Le vittorie delle azzurre con l’ex ct

Sotto la guida di Mazzanti, in carica dal 2017, le azzurre hanno conquistato l’oro ai Campionati Europei 2021, l’oro alla Nations League 2022, l’argento ai mondiali 2018, l’argento al World Grand Prix 2017, il bronzo ai mondiali e un bronzo agli europei 2019. Al termine di questo percorso comune, si legge nella nota ufficiale della Fipav, il presidente Manfredi e tutto il Consiglio Federale «ci tengono a sottolineare, nei confronti di Davide, la stima e l’apprezzamento per le sue qualità umane e tecniche, ringraziandolo per l’eccellente lavoro svolto e al tempo stesso augurandogli le migliori fortune per il suo futuro professionale».

 

Finte identità per gli appuntamenti per i passaporti: cinque indagati, giro da 300 mila euro

La Procura di Milano ha chiuso le indagini su cinque persone che chiedevano dai 200 ai 250 euro per prenotare gli appuntamento per ottenere i passaporti. Ora sono accusati di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sull’identità o sulle qualità personali proprie o di altri e di interruzione di pubblico servizio. Tra le vittime del giro di furti d’identità c’è anche la cantante Ornella Vanoni.

Tra settembre 2022 e luglio 2023 circa 2 mila appuntamenti

L’agenzia indagata avrebbe prenotato circa 2 mila appuntamenti, tra il settembre 2022 e il luglio 2023, utilizzando nomi e generalità di clienti che sbrigavano altre pratiche o identità false. Una volta fatto, il nome delle falsa prenotazione veniva cambiato con quello del cliente reale, che così poteva presentarsi in questura. I cinque indagati , con questo sistema, avrebbero guadagnato circa 300 mila euro.

Finte identità per gli appuntamenti per i passaporti cinque indagati, giro da 300 mila euro
Il controllo di un passaporto in aeroporto (Imagoeconomica).

La questura: «Turbata la regolarità del servizio

La questura ha spiegato: «Le prenotazioni fittizie, benché non abbiano inficiato globalmente la funzionalità e l’accessibilità del sistema, capace di generare oltre undicimila appuntamenti al mese per tutta la provincia di Milano, hanno comunque contribuito a saturare le quotidiane disponibilità di prenotazione, turbando la regolarità del servizio di rilascio del passaporto elettronico e degli uffici preposti a tale attività».

Il caso di Bergamo

Il problema legato alle lunghe attese per i passaporti continua a flagellare diverse città d’Italia. Una di queste è Bergamo. Secondo l’Eco, dopo la pandemia c’è stato un boom di domande, passando da circa 35 mila l’anno a oltre 75 mila.

Chi sono i leader di Hamas nel mirino di Israele

Distruggere Hamas. Questo è l’ordine perentorio che viene dalle autorità di Israele. L’assedio totale di Gaza, e la probabile invasione di terra, sono pensati oltre che per fiaccare la resistenza del popolo palestinese e liberare i più di 100 ostaggi israeliani, soprattutto per colpire con forza il gruppo radicale islamista e i suoi combattenti, in modo che non si ripeta mai più un attacco come quello del 7 ottobre. Eliminare gli alti funzionari di Hamas «è una priorità assoluta» per l’esercito, ha confermato il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Daniel Hagari questa settimana. Dopo anni in cui Israele ha convissuto con la minaccia del gruppo che diversi Paesi considerano terrorista ora è arrivato il momento dello scontro frontale. «Hamas deve essere schiacciato come l’Isis», ha affermato senza mezzi termini il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Chi sono i leader di Hamas nel mirino di Israele
Il campo profughi di Jabalia a Gaza dopo i bombardamenti israeliani (Getty Images).

In cima alla kill list di Tel Aviv c’è Mohammed Deif, mente dell’operazione Diluvio di Al-Aqsa

In cima alla lista di Tel Aviv c’è Mohammed Deif, il leader delle brigate Ezzedine al-Qassam, l’ala militare di Hamas, tra le menti dell’operazione Diluvio di Al-Aqsa. Secondo la rete di notizie libanese Al Mayadeen, i jet israeliani hanno colpito nei giorni scorsi la casa di suo padre a Khan Younis, nella Striscia, uccidendo alcuni suoi familiari. Non Deif che è riuscito a sfuggire all’attacco. Il suo vero nome è Mohammed Diab Ibrahim al Masri, ha 58 anni, ed è sopravvissuto ad almeno sette attentati da parte degli israeliani, ma si dice sia rimasto mutilato e forse costretto in sedia a rotelle dal 2006. L’ultima volta che comparve in pubblico fu nel 2021, con un messaggio audio. Tra i ricercati più in vista c’è poi il collaboratore più stretto di Deif, Marwan Issa, sfiorato da un attacco mirato nel 2007.

Chi sono i leader di Hamas nel mirino di Israele
Mohammed Deif, una delle menti dell’attacco a Israele (Ansa).

Yahya Sinwar, chi è il capo politico di Hamas a Gaza che Israele considera «un uomo morto»

Ai primi posti sulla kill list di Israele si trova Yahya Sinwar, leader politico di Hamas a Gaza. Da giovane Sinwar è diventato capo dall’ala della sicurezza di Hamas, le future brigate al-Qassam. Conosciuto come “il macellaio di Khan Younis” per la sua efferatezza e condannato a quattro ergastoli è rimasto in carcere 23 anni finché Israele nel 2011 non lo ha scambiato con altri 1000 prigionieri per un soldato israeliano. Nel 2017 fu eletto a capo del gruppo e venne confermato nel 2021. Nonostante dichiarazioni di apertura verso un dialogo con Israele, mediato dall’Egitto, secondo gli analisti Sinwar ha optato progressivamente per la linea dura, appoggiando la strategia delle brigate al-Qassam. Per il dipartimento di Stato Usa è un terrorista come Deif. Per Israele è «un uomo morto».

Chi sono i leader di Hamas nel mirino di Israele
Yahya Sinwar, capo politico di Hamas a Gaza (Getty Images).

I leader in esilio: da Ismail Haniyeh a Khalil al Hayya

Molte altre figure di spicco di Hamas si trovano in esilio all’estero come Ismail Haniyeh, leader politico e braccio destro del fondatore del gruppo, Ahmed Yassin, ucciso in un attacco aereo nel 2004. Non si sa precisamente dove si trovi, ma potrebbe essere ancora a Doha, in Qatar, come Khalil al Hayya, dirigente di lungo corso eletto come vice leader del consiglio del gruppo a Gaza nelle elezioni interne del 2017. Altri vivono soprattutto in Libano, dove Hamas gode della collaborazione del partito-milizia sciita Hezbollah, come Khaled Meshal o Saleh al Arour. Qualcuno è riparato in Turchia sebbene la protezione del presidente Recep Tayyip Erdogan sia intermittente.

Chi sono i leader di Hamas nel mirino di Israele
Ismail Haniyeh (Getty Images).

I membri del politiburo del gruppo caduti sotto le bombe Jawad Shammala e Zakaria Abu Amar

Proprio la dispersione dei capi e le reti di cui godono rendono per Israele complicato eliminare le menti di Hamas. È più credibile che Tel Aviv riesca infliggere pesanti perdite all’organizzazione all’interno di Gaza. Le Idf hanno dichiarato di avere colpito in cinque giorni almeno 3.600 obiettivi nella Striscia. Tra questi anche il centro di comando delle Nukhba, truppe scelte delle brigate al-Qassam, protagoniste dell’operazione con cui il gruppo fondamentalista è penetrato in profondità nello Stato ebraico. Due membri del “politburo” di Hamas sono già caduti sotto le bombe: sono Jawad Shammala e Zakaria Abu Amar. Risultano uccisi anche uno dei capi delle operazioni marittime di Hamas, Mohammad Abu Shamla, e Mustafa Shahin, un miliziano identificato tra i responsabili degli eccidi nei villaggi israeliani. Difficile però pensare che anche l’invasione di terra e una battaglia casa per casa a Gaza comportino la distruzione totale di Hamas. Il gruppo gode di un sempre più ampio sostegno popolare anche fuori dalla Striscia. Soprattutto, le sue file sono nutrite e ben armate. Secondo Israele, Hamas può contare su oltre 30 mila combattenti e un ampio arsenale di razzi, compresi alcuni con una gittata di 250 chilometri. Hamas può inoltre servirsi del sistema di tunnel sotterranei che escono dall’enclave e che Tel Aviv sta cercando di bombardare. Per alcuni analisti, peraltro, leader del gruppo come Deif potrebbero essersi già allontanati da Gaza dopo l’attacco contro Israele.

Salta il dialogo tra attori e produttori di Hollywood

Salta, almeno al momento, il tavolo della contrattazione tra attori e produttori di Hollywood. Il dialogo era stato aperto due settimane fa, quando cioè gli Studios e i lavoratori in sciopero dal 14 luglio erano tornati a confrontarsi sul contratto triennale degli interpreti impegnati nelle produzioni di cinema e tivù.

La contrattazione salta per mancanza di vedute comuni

Nella giornata di mercoledì 11 ottobre, così come si apprende nella nota emanata dall’alleanza dei produttori, «i negoziati tra Amptp (l’Alleanza che riunisce le case di produzione e tradizionali e i servizi di streaming) e Sag-Aftra (il sindacato degli attori) sono stati sospesi dopo che Sag-Aftra ci ha sottoposto la sua proposta». «Dopo significative conversazioni» aggiungono i produttori «ci risulta chiaro che la distanza tra Amptp e Sag-Aftra è incolmabile e il dialogo non è più produttivo».

La richiesta degli attori costerebbe 800 milioni di dollari l’anno

Nella nota dei produttori si specifica che a far saltare l’accordo è stata la proposta ricevuta da Sag-Aftra che «includeva un bonus per le opere in streaming che, da solo, ci costerebbe più di 800 milioni di dollari l’anno: un onere economico insostenibile». Si ricorda che l’obiettivo degli attori è ottenere il 2 per cento dei profitti di ogni film o serie tv che viene trasmessa su una piattaforma di streaming, che dovrebbe andare ad aggiungersi alla loro percentuale sui diritti d’immagine.

L’accordo raggiunto con gli sceneggiatori

Diverso è il discorso che riguarda gli sceneggiatori i quali, il 24 settembre, dopo 148 giorni di sciopero, hanno raggiunto un accordo con gli Studios. In particolare è stato deciso per loro un bonus economico nel caso in cui le opere dovessero superare determinate soglie di successo in streaming, cioè di visualizzazioni domestiche e internazionali. «Su aumenti salariali, diritti d’autore e bonus per lo streaming» si legge nella nota delle case di produzione «abbiamo offerto (agli attori, ndr) gli stessi termini che il sindacato dei registi (Dga) e quello degli sceneggiatori (Wga) hanno accettato. Eppure la Sag-Aftra ha rifiutato l’offerta».

Cos’è il bonus colonnine e come richiederlo

Il governo, per incentivare il passaggio alla mobilità elettrica di cittadini e imprese, ha previsto il bonus colonnine che permette la copertura del 40 per cento delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione dei dispositivi di ricarica.

Il bonus copre le spese effettuate dopo il 4 novembre 2021

A poter beneficiare del bonus colonnine, come detto, sono le imprese nazionali di qualsivoglia dimensione e i singoli professionisti che, accedendo alla misura, possono ottenere il rimborso del 40 per cento delle spese sostenute per le colonnine di ricarica elettrica acquistate dal 4 novembre 2021 e oggetto di fatturazione elettronica. Le spese coperte dal bonus riguardano l’installazione:

  • delle colonnine;
  • degli impianti elettrici;
  • delle opere edili strettamente necessarie;
  • degli impianti;
  • dei dispositivi per il monitoraggio.

Inoltre, il contributo governativo copre fino al massimo del 10 per cento delle spese sostenute per l’acquisto e la messa in opera degli impianti, così come quelle relative alla connessione della rete elettrica e alla progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi.

Le domande entro il 30 novembre

I cittadini e le imprese interessati al bonus colonnine devono farne espressa richiesta ed inviare la domanda nel periodo compreso tra il 10 e il 30 novembre 2023. Già dalle ore 10 del 26 ottobre 2023, tuttavia, sarà possibile compilare la richiesta sulla piattaforma digitale di Invitalia. La stessa agenzia governativa mette a disposizione dei cittadini un numero verde gratuito, 800 77 53 97, e una scheda contatto online nell’area riservata sul sito www.invitalia.it.

Bonus colonnine
Colonnine elettriche per la ricarica delle auto (Pixabay).

87,5 milioni di euro a sostegno del bonus colonnine

A sostegno della misura sono stati stanziati dal governo 87,5 milioni di euro, 70 dei quali volti a sostenere le imprese che acquistano colonnine elettriche di ricarica per un valore complessivo inferiore ai 375 mila euro. Altri 8,75 milioni di euro sono riservati alle imprese che superano nel costo complessivo la suddetta soglia, mentre ulteriori 8,75 milioni sono rivolti ai professionisti.

Il ministro Pichetto Fratin: «Vogliamo accompagnare la crescita della mobilità elettrica»

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si è così espresso sul bonus colonnine: «Vogliamo accompagnare la crescita della mobilità elettrica nel Paese, già fortemente sostenuta dal Pnrr». A tal proposito si ricorda che il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede un investimento di 700 milioni di euro che, entro il 2026, consentiranno lo sviluppo di oltre 20 mila infrastrutture fra aree urbane e superstrade.

Le telefonate truffa e il software che maschera il numero chiamante

La chiamata arriva da un numero di cellulare anche se in verità appartiene a un call center situato con tutta probabilità all’estero. L’inchiesta condotta da Repubblica sul fenomeno noto ai tecnici come Call ID Spoofing, alterazione dell’identificativo chiamante, svela le tecniche delle nuove telefonate truffa.

Il chiamante è in possesso dei dati

Quando l’ignaro consumatore riceve la chiamata, magari da parte di un gestore di energia elettrico o telefonico, scopre che l’operatore dall’altra parte del telefono è in possesso di tutti suoi dati, motivo per cui spesso sono in tanti a fidarsi e a lasciarsi convincere. Un elemento che dovrebbe allertare, dovrebbe essere quello della proposta del cambio contratto, ma non solo. Andando a richiamare il numero da cui è partita la chiamata, si scopre essere poi inesistente.

Un software per mascherare il numero

Sono in molti a chiedersi come una telefonata, magari proveniente dall’Est Europa, arrivi invece da un numero di cellulare italiano. Alcuni call center, riporta il quotidiano, usano una tecnica illegale: mascherano il numero reale attraverso l’utilizzo di un software. In questo modo, aggirano il filtro impostato dall’utente per le chiamate spam. Per risolvere il problema, basterebbe un investimento di poche decine di migliaia di euro sulla rete, attualmente eseguito solo da Wind Tre e Tiscali mentre Vodafone si sta per adeguare. Da Tim, riporta Repubblica, fanno sapere di essere in attesa di una delibera da parte di Agcom.

Roma, scontri tra studenti e polizia durante un corteo pro Palestina

Dopo i fatti di Torino dello scorso 3 ottobre, nuovo scontro tra studenti e forze di polizia durante un corte. Stavolta è successo a Roma, dove diversi collettivi studenteschi hanno animato la manifestazione pro Palestina, organizzata nella Capitale. Al grido «siamo tutti antifascisti», liceali e universitari hanno sfilato lungo le vie di Roma, con fumogeni rossi, megafoni, mani alzate e cartelli con scritto «Fight far right». Il corteo, però, ha cambiato strada rispetto a quanto preventivato, spostandosi verso via dei Frentani invece di prendere via dei Liburni. Lì è intervenuta la polizia, che si è scontrata con i giovani.

Uova contro la polizia

Gli studenti hanno lanciato uova contro il cordone della polizia, poco prima dello scontro. A Repubblica, uno studente di 19 anni di sociologia della Sapienza ha spiegato: «Legittimare il fatto che l’Italia ospiti un raduno internazionale di destra ed estrema destra significa normalizzare degli ideali in cui non ci identifichiamo». Il riferimento è all’evento organizzato anche dalla Lega, con ospiti diversi rappresentanti dell’estrema destra giovanile europea e mondiale, dal titolo Abbracciamo le nostre tradizioni per costruire il nostro futuro. Tra i partecipanti, membri del Rassemblement National di Marine Le Pen, del movimento di Viktor Orban, il Fidesz, e dell’Afd tedesca.

A Napoli manifestanti in Piazza Garibaldi

«Non c’è pace sotto occupazione. Palestina libera». Questo lo striscione in Piazza Garibaldi, a Napoli, dove si stanno radunano i sostenitori del popolo palestinese per un’iniziativa alla quale hanno aderito varie realtà, soprattutto della galassia antagonista. Attualmente i manifestanti sono fermi e sventolano bandiere della Palestina e di Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. A vigilare la Piazza alcuni furgoni delle forze dell’ordine.

Roma, scontri tra studenti e polizia durante un corteo pro Palestina
Striscione a Napoli (ANSA).

Sara uccisa durante la migrazione verso l’Africa: la strage dei capovaccai

Una foto scattata a fine agosto in Basilicata ritrae due capovaccai adulti che sorvegliano il loro figlio, nato tre mesi prima. La madre di questa famiglia si chiama Sara, nata in cattività al Centro rapaci minacciati, in Toscana, e liberata in Puglia nel 2015. Una migrazione, quella di Sara verso l’Africa, che si concluderà nel peggiore dei modi: il 19 settembre viene infatti uccisa a fucilate nel Canale di Sicilia, tra l’Isola di Marettimo, nelle Egadi, e Capo Bon, in Tunisia.

Le vittime del bracconaggio

Sconosciute le sorti del compagno e del figlio di Sara, considerato che non erano dotati di gps, al contrario della madre, che negli anni scorsi era riuscita a concludere cinque migrazioni verso l’Africa. Come raccontato dal Cerm, nel 2022 «Sara aveva nidificato per la prima volta e aveva allevato due giovani». Grazie ai dati forniti dal suo gps si è riusciti a scoprire che il bracconaggio sta decimando i capovaccai: poco lontano da dove ha trovato la morte Sara, cadde Agata nel 2015 ed è stato ucciso Tommy nel 2022. Gli uccelli migratori vengono infatti immessi nel mercato degli uccelli imbalsamati.

«Il triangolo delle Bermude dei capovaccai»

Sempre secondo quanto dichiarato dal Cerm «a 90 km dalle coste italiane, si estende una sorta di triangolo delle Bermude che inghiotte i capovaccai e, probabilmente, risucchia anche molti individui appartenenti ad altre specie che percorrono, spesso a migliaia, questa rotta verso l’Africa come Aquila anatraia minore, Aquila minore, Falco di palude, Albanella minore, Falco pecchiaiolo, Cicogna bianca e Cicogna nera».

Sequestro da un milione di euro per il fratellastro di Antonio Cassano

 

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per circa un milione di euro al 51enne Giovanni Cassano, fratellastro dell’ex calciatore Antonio. Tra i due non ci sono rapporti da anni e l’ex atleta di Roma, Milan, Real Madrid e Nazionale ha sempre preso le distanze. L’uomo, soprannominato U curt, avrebbe accumulato un ingente patrimonio dagli anni Novanta a oggi tramite attività illecite, come furti, ricettazioni, rapine ed estorsioni, anche utilizzando armi e violenza. Le giudici Annachiara Mastrorilli, Marika Schilardi e Alessandra Susca, all’interno del provvedimento, definiscono Giovanni Cassano «connotato da pericolosità sociale».

Cassano vanta un lungo elenco di precedenti

Repubblica parla anche dei precedenti di Cassano. Un lungo elenco, tra cui ricettazione, furti d’auto, rapina, violenza, violazione di domicilio, evasione, estorsione, diversi furti in abitazione, oltraggio a pubblico ufficiale, violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, lesioni personali, omissione di soccorso, ricettazione, detenzione di armi. Ora il nuovo provvedimento, arrivato dopo un’indagine che ha riguardato il periodo tra il 2008 e il 2022.

Case e auto per le «ingenti disponibilità finanziarie»

Il provvedimento è scaturito quando i finanzieri, analizzando atti di compravendita e atti pubblici dei membri del suo intero nucleo familiare, hanno scoperto che la sua capacità reddituale lecita, «quasi inesistente», non bastava a giustificare le spese. Si parla di un «accrescimento patrimoniale avvenuto negli anni in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto investigato». Cassano avrebbe acquisito «ingenti disponibilità finanziarie», con cui ha poi acquistato case e auto, intestandole ai propri familiari.

Potenza, un altro giudice non convalida il trattenimento di un migrante

Il giudice del Tribunale di Potenza Filippo Palumbo non ha convalidato il trattenimento, disposto dal questore di Forlì, di un cittadino tunisino richiedente asilo nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza). Interpellata dall’ANSA, l’avvocato Angela Maria Bitonti, referente per la Basilicata dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), ha confermato la notizia.

Il migrante possiede un passaporto e «la Tunisia non può essere considerata sicura»

Il migrante, arrivato in Italia nel 2022, aveva inizialmente avanzato richiesta di asilo a Palermo. La sua domanda è stata però reiterata e gli è stato dato appuntamento per il primo ottobre 2023, ma la questura di Forlì ne ha disposto il trattenimento. Una misura che il giudice ha ritenuto illegittima anche perché il cittadino possiede un passaporto e la sua consegna alle autorità è ritenuta elemento sufficiente e alternativo al trattenimento quand’anche fosse ritenuto necessario. Tra le motivazioni del provvedimento «anche quella che ricorda che le procedure di frontiera si applicano solo a chi arriva da un Paese sicuro, e la Tunisia, secondo la recente pronuncia dei giudici di Firenze, non può essere considerata un Paese sicuro».

A Catania si continua a non convalidare i trattenimenti

Non si arresta dunque la scia di provvedimenti dei giudici delle sezioni immigrazione contro il decreto Cutro, che prevede il trattenimento dei migranti provenienti da Paesi ritenuti sicuri durante lo svolgimento della procedura di frontiera. Dopo il caso Apostolico, il tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento di cinque migranti a Pozzallo disposto dal questore di Ragusa. Ad adottare il provvedimento il giudice Rosario Cuprì, collega della sopracitata Apostolico – che non si ferma nonostante lo scontro col governo e ha emesso un altro dispositivo per quattro tunisini.

Netflix House, nel 2025 arrivano negozi fisici con esperienze a tema

Netflix intende aprire i suoi negozi fisici focalizzati sull’intrattenimento. Come ha anticipato Bloomberg, il colosso dello streaming avrebbe avviato i progetti delle sue Netflix House, una catena globale di più centri dedicati alla fruizione di esperienze a tema, all’acquisto di prodotti e persino alla cucina di piatti tipici delle serie tv o dei film di maggiore successo. Sebbene i dettagli siano ancora pochi, le prime strutture sarebbero previste nel 2025 in due città degli Stati Uniti. Fra le più gettonate New York e Los Angeles, anche se non si escludono mete più periferiche. Già prevista poi l’espansione nel resto del mondo, con ulteriori negozi in arrivo in Europa e Asia. «Sarà meglio di Disneyland», ha spiegato il Ceo della società Ted Sarandos. «Non si tratterà di un’esperienza da una volta l’anno, ma più volte al mese».

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Netflix House, cosa sappiamo sui nuovi negozi fisici della società

Stando alle prime – seppur ridotte – anticipazioni disponibili, le Netflix House si presenteranno come un luogo di ritrovo per appassionati e neofiti. Al suo interno infatti i fan potranno acquistare capi di abbigliamento e gadget ispirati ai loro show preferiti, ma anche fare esperienze a tema. Non si escludono percorsi e sfide a ostacoli in stile Squid Game, come testimoniato dal primo reality show dal vivo che ricalcherà in maniera fedele il gioco della serie sudcoreana originale. Il rapporto di Bloomberg cita anche la possibilità di gustare prodotti culinari speciali presenti nel menù di film e serie tivù. Probabile, per esempio, potersi sedere a tavola come se ci si trovasse al Baratie, la nave ristorante di One Piece. «Abbiamo visto quanto i fan amino immergersi nel mondo dei nostri prodotti», ha spiegato Josh Simon, Vice President of Consumer Products. «Abbiamo quindi pensato a come portare tutto ciò a un livello superiore».

Prodotti, pietanze culinarie ed esperienze a tema basati su film e serie tv. Nel 2025 arrivano le Netflix House negli Usa, poi in Europa.
Il logo di Netflix durante la premiere di uno show (Getty Images).

In attesa di avere notizie più dettagliate, i media americani hanno iniziato a interrogarsi sulle potenziali serie che potrebbero fare capolino nelle Netflix House. Impossibile non citare Stranger Things, fra gli show più popolari sulla piattaforma non soltanto negli States, ma anche nel resto del mondo. Nel 2025 inoltre dovrebbe aver portato a conclusione la storia di Undici, Mike, Dustin e compagni, consentendo di esplorare ancora più a fondo Hawkins e il Sottosopra. Possibile anche un riferimento a The Witcher, in attesa di Liam Hemsworth al posto di Henry Cavill nei panni del protagonista Geralt di Rivia. E ancora, probabile spazio per One Piece – di cui si vocifera la produzione di molte stagioni – ma anche Lupin, The Sandman, Catlevania e Umbrella Academy. Quanto ai film si possono citare Red Notice o Tyler Rake, fra i prodotti di maggiore successo in termini di visualizzazioni online.

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I Ferragnez fanno il sopralluogo nella nuova casa: le foto

«È quasi pronta». A scriverlo è la stessa Chiara Ferragni sui social, riferendosi alla nuova casa in cui si trasferirà con Fedez e i figli Leone, Vittoria e, naturalmente Paloma, l’ultima arrivata. Il post, con diverse immagini degli interni, mostra l’attico su due piani in fase di ultimazione, con dettagli e particolari dei diversi ambienti, dalla scala a chiocciola al camino, fino al bagno principale. L’appartamento si trova in uno dei palazzi di nuova costruzione di CityLife a Milano, nel complesso Residenze Libeskind 2, realizzato dall’architetto di fama mondiale Daniel Libeskind.

I consigli di stile dei follower

In tanti hanno commentato il post dell’imprenditrice, tra chi si è complimentato per lo stile e chi invece ha criticato alcune scelte scrivendo: «Ma chi sono i vostri arredatori? Quel marmo nero brrrr…cambiate» e ancora «Troppo marmo. Sembra un mausoleo» o «Quanto marmo in una casa per giovani, ostentazione inutile, gusto discutibile». Dopo le recenti dimissioni di Fedez dall’ospedale Fatebenefratelli, non è mancato l’affetto di coloro che hanno postato frasi positive come: «Che vi porti tanta gioia e serenità» e «Quale modo migliore per mettersi alle spalle un brutto periodo».

Kanye West sarà alla Rcf Arena: concerto il 20 ottobre

Si terrà venerdì 20 ottobre 2023 il concerto di Kanye West alla Rcf Arena di Reggio Emilia. Lo ha riportato online il Resto del Carlino sciogliendo le indiscrezioni e i dubbi degli ultimi giorni. La richiesta di autorizzazione è arrivata nella tarda mattinata di venerdì 13 ottobre in prefettura. Ora manca solo la messa in vendita dei biglietti da parte dell’organizzazione dello show del rapper americano. Per lunedì 16 ottobre, intanto, il prefetto Maria Rita Cocciufa ha già convocato il tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico al fine di predisporre il piano di gestione dell’evento. Sono attese 80 mila persone.

Un meteorite cade vicino ad Armungia, l’annuncio dell’Istituto nazionale di astrofisica

L’Istituto nazionale di astrofisica ha reso noto che un meteorite è caduto vicino ad Armungia (Sud Sardegna). I tecnici hanno confermato la caduta di un grosso frammento della massa che, l’8 ottobre 2023, è entrata nell’atmosfera terrestre e ha percorso gli ultimi 51 chilometri in meno di 4 secondi. «Tra i fireball progenitori di meteoriti triangolati dalla rete Prisma ne mancava uno insulare. Con l’evento dell’8 ottobre 2023 delle 23.53 ora locale, questa lacuna è stata colmata e l’isola fortunata è stata la Sardegna», ha scritto l’Inaf.

Una parte del meteorite sarebbe rimasta intatta 

Questo quanto comunicato dagli esperti: «Tutto è iniziato con la ripresa del fireball in caduta da parte di due camere Prisma sarde, quella del Sardinia Radio Telescope e del Gennargentu. Anche con i dati di due sole camere si può triangolare e ricostruire la dinamica del meteoroide. In base ai risultati dei calcoli fatti dal team di Prisma, il fireball si è reso visibile a 78,3 km di altezza e si è estinto a 28,0 km. La traiettoria di 51,5 km di lunghezza è stata percorsa in soli 3,6 secondi». Nel documento diramato dall’Istituto nazionale di astrofisica, inoltre, i tecnici hanno spiegato che date le caratteristiche dell’oggetto e la sua velocità è possibile che una parte del meteoroide originario sia rimasta intatta. Quindi, pur essendo piccola, «vale la pena di cercarla».

Chi dovesse trovarlo è invitato a contattare gli esperti

I calcoli degli studiosi prevedono che il pezzo sia caduto nella periferia del centro abitato di Armungia, paesino di 400 abitanti posto a 65 chilometri da Cagliari. Secondo Raffaele Salerno del centro Meteo Expert, il pezzo è di forma allungata e si trova a circa 1,1 km a Nord-Ovest del centro di Armungia, una zona impervia e ricca di boschi. Il “sasso” dovrebbe essere di colore molto scuro, opaco e di qualche centimetro di diametro. L’appello per chi lo dovesse trovare è il seguente: «Non toccate niente, fate una foto con lo smartphone, prendete nota delle coordinate Gps e inviate il tutto via email al Project Office di Prisma ([email protected]). I nostri esperti vi risponderanno il prima possibile per dirvi se si tratta di una meteorite e come raccoglierla nel modo più corretto».

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