Daily Archives: 11 Ottobre 2023

Erdogan apre i negoziati con Hamas per liberare gli ostaggi

Secondo fonti ufficiali, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avviato i negoziati con Hamas per ottenere la liberazione degli ostaggi israeliani. A nome della Turchia «siamo pronti a fare tutto quello che è in nostro potere», compresa la conduzione di una «mediazione» e di un «arbitrato equo», per far uscire rapidamente la regione da questo conflitto, ha dichiarato Erdogan citato da Anadolu. Il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha così riferito ai giornalisti: «Pensiamo siano pochissimi gli ostaggi Usa di Hamas. In questo momento pensiamo che il numero sia molto piccolo, meno di una manciata. Ma questo potrebbe cambiare nel tempo». Intanto si è spenta l’unica centrale elettrica di Gaza, rimasta senza carburante, come confermato da un funzionario dell’Autorità per l’energia della Striscia, che resta così al buio.

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Zelensky in Israele

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, avrebbe espresso l’intenzione di recarsi in Israele. L’intento sarebbe quello di mostrare solidarietà al governo di Tel Aviv mentre si avvicina l’inizio dell’operazione di terra nella Striscia di Gaza. A riferirlo è Axios, citando funzionari ucraini e israeliani, secondo i quali l’ufficio di Zelensky avrebbe inviato una richiesta ufficiale all’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, per coordinare una visita. L’ambasciatore ucraino in Israele Yevhen Korniychuk ha reso noto che «L’Ucraina inizierà a evacuare i suoi cittadini da Israele», come riportato dal Kyiv Independent.

Smentito il lancio di razzi dal Libano

Il lancio dei razzi in arrivo dal Libano è stato smentito dall’esercito israeliano: «Al momento non ci sono lanci dal Libano. Non ci sono allarmi» ha detto il portavoce dell’esercito Daniel Hagari in una dichiarazione televisiva. «Si è trattato di un errore che stiamo esaminando. Verificheremo se si tratta di un malfunzionamento tecnico o di un errore umano». Nelle scorse ore si era parlato di una possibile «infiltrazione» dal Libano.

Uccisi membri degli staff dell’Onu e della Croce Rossa

«Cinque membri della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) sono rimasti uccisi a Gaza e in Israele». A renderlo noto è la stessa Croce Rossa in una nota da Ginevra. «Nove membri del nostro personale sono stati uccisi negli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza da sabato» ha fatto sapere Unrwa, l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi, sul suo profilo X. «La protezione dei civili è fondamentale, anche in tempi di conflitto. I civili dovrebbero essere protetti in conformità con le leggi di guerra» ha sottolineato.

Zaki: «Poca attenzione sui palestinesi uccisi»

Patrick Zaki, intervistato dal Tg1 a proposito degli attacchi di Hamas in Israele, ha affermato: «Non posso essere a favore di nessuna uccisione di civili. Per altro verso sento che non stiamo puntando l’attenzione sull’alto numero di palestinesi uccisi per anni e bombardati negli ultimi giorni a ogni ora. Nessuno vi sta prestando attenzione. Dovremmo  essere concentrati sui civili di entrambe le parti. Un mio caro amico è un docente di un’università palestinese e ha perso dieci familiari. Quando guardiamo cosa sta accadendo, non dobbiamo dimenticare il contesto, cosa è accaduto negli ultimi anni e come si è arrivati a questo punto».

Trentino, altri due orsi trovati morti: la denuncia della Lega italiana difesa animali e ambiente

Le carcasse di altri due orsi sono state rinvenute nei territori comunali di Bresimo e Ronzone, in Trentino. Il primo dei due esemplari è già stato recuperato dal corpo forestale della Provincia di Trento e consegnato all’istituto zooprofilattico delle Venezie.

Due settimane fa, la morte dell’orsa F36

Solo lo scorso 28 settembre era stata rinvenuta, nel comune di Sella Giudicarie, la carcassa dell’orsa F36. L’esemplare era stata identificata dalle analisi genetiche come la responsabile dell’aggressione avvenuta lo scorso 30 luglio in località Mandrel ai danni di due giovani e del falso attacco a una coppia di escursionisti registrato, il successivo 6 agosto, in località Dos del Gal. A inizio settembre, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, aveva firmato l’ordinanza di prelievo tramite abbattimento, poi sospesa dal Tar di Trento per il ricorso delle associazioni animaliste.

La LEIDAA farà denuncia

Michela Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente, ha annunciato: «La nostra LE.I.D.A.A. farà denuncia e chiederà che si faccia chiarezza sulle cause della morte. Parteciperemo anche all’autopsia sulla carcassa di F36, l’orsa condannata a morte dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti e poi trovata senza vita qualche settimana dopo. Sul territorio è stato instaurato e alimentato un clima di paura e di odio che propizia atti di bracconaggio. Grazie alla campagna elettorale di Fugatti, la tensione ha raggiunto il culmine storico. Tutto ciò è intollerabile».

 

Napoli, incendio in un appartamento al Vomero

Il rogo si è sviluppato nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 ottobre in via Suarez, nel quartiere Vomero a Napoli, dove un appartamento al primo piano di un edificio è andato in fiamme. Secondo le prime informazioni, l’incendio sarebbe divampato in cucina. Il bilancio è di un morto e due intossicati.

IL VIDEO

La vittima è un uomo di 55 anni, trovato esanime all’interno dell’abitazione. Altre due persone, la madre 95enne dell’uomo e la badante, sono state soccorse e trasportate in ospedale. Sul luogo dell’incendio sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco di Vomero e Pianura con autoscala e carro-aria. La polizia indaga sulle cause del rogo.

Morto Antonio Rosellini, l’agente Fifa che portò in Italia nomi come Falcao e Careca

Aveva compiuto 89 anni lo scorso gennaio: Antonio Rosellini, decano degli agenti Fifa, è morto in Brasile, dove aveva scelto di vivere anche se non aveva mai dimenticato le sue origine umbre, di Foligno. Il nome di Rosellini è legato ai tanti campioni brasiliani arrivati in Italia dopo l’apertura delle frontiere nel 1980: Junior al Torino, Falcao e Cerezo alla Roma, Careca e Alemao al Napoli sono solo alcuni dei suoi colpi.

La carriera

Dopo aver lavorato nelle assicurazioni e poi alla Siae, Rosellini a cavallo degli anni 60-70 diventa dirigente del Foligno. Organizza amichevoli e comincia i suoi viaggi in Sud America per portare in Europa i club più blasonati. Quando nel 1980 l’Italia, dopo 14 anni, riapre agli stranieri, Rosellini vive in Brasile e praticamente tutti i club si rivolgono a lui che fu l’artefice dello sbarco nel nostro campionato di tantissimi giocatori. «Alemao lo avevo proposto a Cataldo del Lecce per quattro centesimi, non lo prese, lo vendetti in Spagna per dieci volte tanto e poi ancora di più in Italia» raccontò Rosellini in una intervista.

Adescava gli uomini e li narcotizzava: chiesti 15 anni per la Mantide della Brianza

La procura di Monza ha chiesto una condanna a 15 anni di carcere per Tiziana Morandi, la 48enne di Roncello ribattezzata “la mantide della Brianza”, a processo con l’accusa di aver adescato almeno 10 uomini dai 27 agli 84 anni, per poi derubarli dopo averli narcotizzati con le benzodiazepine. La donna era stata scoperta a seguito della denuncia ai carabinieri di uno degli uomini da lei raggirato. La difesa ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove.

Sono 21 i capi di imputazione

Secondo il pm Carlo Cinque, titolare del fascicolo di inchiesta a carico della donna su cui pendono 21 capi di imputazione che vanno dalla rapina, alle lesioni, al procurato stato di incapacità e che è in carcere dal luglio scorso, «è stato solo un caso che nessuna delle sue vittime sia morta». Per adescarli utilizzava annunci per massaggi. Il magistrato ha chiesto anche tre mesi di libertà vigilata a fine pena.

Assisi: ricatto a sfondo sessuale nei confronti di un religioso

Un cittadino di origini albanesi è accusato di avere compiuto una estorsione a sfondo sessuale nei confronti di un religioso di Assisi. Secondo quanto denunciato, il 32enne avrebbe preteso il pagamento di varie somme di denaro, a seguito di una prestazione sessuale, minacciando di diffondere i particolari del loro incontro.

L’interrogatorio e l’arresto

Dopo l’interrogatorio di garanzia nell’istituto detentivo perugino di Capanne, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e lo ha poi rimesso in libertà, dopo aver disposto l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria. Secondo quanto appreso, il frate avrebbe conosciuto l’uomo in un sito di incontri.

Mimmo Lucano, condanna ridotta a un anno e 6 mesi: assolto da quasi tutte le accuse

Le accuse nei confronti dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano sono quasi tutte cadute. I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria lo hanno condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa, stravolgendo la prima sentenza. Nel processo Xenia infatti, nato da un’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel comune calabrese, Lucano era stato condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi, e 700mila euro di danni.

Le accuse

Nel settembre 2021, l’ex primo cittadino era stato condannato dal tribunale di Locri per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. I sostituti procuratori generali Adriana Fimiani e Antonio Giuttari avevano chiesto una condanna a 10 anni e 5 mesi, una pena minore dunque a quella comminata in primo grado. La difesa, rappresentata dagli avvocati Andrea Daqua e l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha contestato la tesi dell’accusa chiedendo l’assoluzione e definendo la ricostruzione un «accanimento non terapeutico», evidenziando «uno stravolgimento dei fatti» e «un uso distorto delle intercettazioni».

Perché l’attacco di Hamas in Israele preoccupa la Cina

La guerra tra Israele e Gaza ha compromesso il disegno diplomatico che la Cina aveva pensato per il Medio Oriente e Nord Africa (Mena). Area nella quale Pechino intendeva mettere a punto investimenti e accordi economici con l’obiettivo, nel medio-lungo periodo, di estendere gradualmente la propria influenza dal punto di vista commerciale e geopolitico.

L’equilibrismo di Xi Jinping in Medio Oriente

Se la Cina fin qui, con una certa abilità, era riuscita a evitare le rivalità tra gli attori dello scacchiere mediorientale, l’attacco di Hamas contro Israele ha complicato i piani. La ricetta del gigante asiatico per dimostrare al mondo di riuscire laddove avevano fallito i rivali statunitensi – ovvero pacificare il riottoso Mena e renderlo un luogo sicuro – si basa su un pragmatismo camaleontico accompagnato da fiumi di denaro per avviare partnership con i vari governi locali. Sforzi azzerati da un conflitto che ora rischia di espandersi a macchia d’olio. Xi Jinping, già equilibrista tra Ucraina e Russia, è adesso chiamato a un esercizio ancora più complesso: fare altrettanto con Israele e Territori palestinesi. Tenendo bene in mente quali sono le rivendicazioni delle due parti che potrebbero di far emergere contraddizioni e creare imbarazzi in seno al Partito Comunista Cinese. Taiwan docet.

Perché l'attacco di Hamas in Israele preoccupa la Cina
Xi Jinping (Getty Images).

Gli investimenti cinesi in Israele: dall’hi-tech alle infrastrutture

Impossibile, dunque, per la Cina esporsi in maniera esplicita nella crisi israelo-palestinese. Da un lato Pechino deve infatti salvaguardare i rapporti commerciali con Tel Aviv, e dall’altro mantenere in vita i legami con le autorità palestinesi, in linea con il profilo di Paese leader globale che il Dragone desidera mostrare alla comunità internazionale. Certo, i rapporti commerciali tra Pechino e Tel Aviv non sono minimamente paragonabili a quelli con i Territori. Secondo i dati dell’Observatory of Economic Complexity (OEC), nel 2021 le esportazioni cinesi verso Israele hanno toccato i 13,2 miliardi di dollari mentre nei Territori non raggiungono i 250 milioni. Non stupisce dunque che tra il 2007 e il 2020, il Dragone abbia investito quasi 20 miliardi di dollari nelle imprese israeliane, in primis hi-tech – come HexaTier, Visualead e Pixellot – mediante l’apporto di aziende del calibro di Baidu, Alibaba, Huawei e Haier. A Xi interessano le tecnologie israeliane, ma corteggia anche i settori infrastrutturali ed energetici del Paese. In questo senso, la Cina ha partecipato a vari progetti, come la costruzione della prima linea della metropolitana di Tel Aviv e del nuovo terminale commerciale nel porto di Haifa e Ashdod.

Perché l'attacco di Hamas in Israele preoccupa la Cina
Xi Jinping e Benjamin Netanyahu nel 2017 (Getty Images).

La visita di Mahmoud Abbas a Pechino e gli accordi con la Cina

Lo scorso giugno, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas ha visitato Pechino, dove ha incontrato il suo omologo cinese. La visita ha portato un balzo in avanti nelle relazioni con Pechino con cui è stata concordata una partnership strategica. I Territori palestinesi parteciperanno alla Belt and Road di Xi e a tre nuovi piani che Pechino ha svelato negli ultimi mesi – l’Iniziativa per la sicurezza globale, l’Iniziativa per la civiltà globale e l’Iniziativa per lo sviluppo globale – che mirano collettivamente a presentare al mondo intero un modello alternativo di relazioni internazionali. Anche se Cina e Territori hanno attivato una serie di piani economici mirati ad aumentare gli scambi commerciali, l’interscambio reciproco, comprensibilmente, resta pressoché irrisorio. In ogni caso, tra il 1949, anno di fondazione della Cina comunista, e il periodo delle riforme cinesi, fine Anni 70, il Dragone ha sempre sostenuto i governi arabi e i movimenti di liberazione nazionale, compreso quello palestinese. La situazione è cambiata nel 1979, quando Pechino ha iniziato a trattare con Israele in maniera più pragmatica, fino a stabilizzare a pieno titolo le relazioni con lo Stato ebraico nel 1992.

Perché l'attacco di Hamas in Israele preoccupa la Cina
L’incontro tra Mahmud Abbas e Xi Jinping a Pechino il 14 giugno 2023 (Getty Images).

L’invito (interessato) di Pechino alla pace e il sostegno alla soluzione dei due Stati

Ma quale è, allora, la posizione della Cina? Fedele al principio ufficiale di “non ingerenza” negli affari di altri Stati, Pechino si è trovata spiazzata dall’offensiva di Hamas. Il ministero degli Esteri, attraverso il portavoce Mao Ning, ha chiesto un rapido cessate il fuoco, condannato le violenze contro i civili e ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati. «Crediamo sempre che il dialogo e i negoziati siano fondamentali. Per risolvere il ciclo di conflitti tra israeliani e palestinesi è necessario riavviare i colloqui di pace, attuare la soluzione dei due Stati, promuovere una soluzione rapida e adeguata dei problemi attraverso strumenti politici», ha dichiarato Mao, sottolineando che la Cina è un’amica tanto di Israele quanto dell’Autorità palestinese. Agli occhi degli Stati Uniti, la posizione della Cina è a dir poco ambigua. È per questo che il leader della maggioranza democratica al Senato Usa, Chuck Schumer, ora in visita in Cina, ha fatto presente al capo della diplomazia cinese, Wang Yi, di essere rimasto «molto deluso» dalla dichiarazione di Pechino, e del fatto che la Cina non abbia «mostrato vicinanza o sostegno per Israele». Poco importa. Xi sa che mantenere la terzietà è la mossa più saggia per salvaguardare gli interessi nella regione.

Lautaro Martinez condannato, la moglie replica: «La famiglia della ragazza si approfitta di noi»

Lautaro Martinez e la moglie Agustina Gandolfo hanno rotto il silenzio e commentato la notizia della condanna del tribunale di Milano all’attaccante per licenziamento illegittimo. Su Instagram, i due hanno fatto chiarezza e attaccato la famiglia della 27enne babysitter, prima assunta e poi licenziata dopo le tante assenze per una grave malattia. Agustina ha scritto che la giovane: «Era un’amica e l’abbiamo aiutata. La sua famiglia si approfitta di noi».

La famiglia Martinez: «Abbiamo fatto tanto»

Nella story su Instagram, condivisa anche dal marito Lautaro Martinez, Agustina Gandolfo ha scritto: «Avevo deciso di rimanere in silenzio per rispetto. Ma non permetterò che venga infamata la mia famiglia. Abbiamo assunto una persona che era già malata, nostra amica da una vita. Abbiamo fatto molto per lei e la sua famiglia. Abbiamo pagato viaggi, aiutato a trovare i letti in ospedale, aiutato con le cure, con la sistemazione della famiglia che abbiamo dovuto convincere affinché venisse ad occuparsi della figlia che stava morendo».

L’attacco: «Che razza di persone siete?»

Poi l’attacco ai familiari: «E la sua famiglia, mentre la figlia stava morendo, ha tentato di ottenere soldi da noi, ha tentato di approfittarsi della situazione anche dopo la morte. Noi l’aiuto, un grande aiuto, lo abbiamo dato a lei quando aveva bisogno. E ora tentate di infamarci? Che razza di persone siete che tentate di approfittare della morte di un figlio per ottenere denaro?».

Lautaro Martinez condannato, la moglie replica «La famiglia della ragazza si approfitta di noi»
La story pubblicata sia da Agustina Gandolfo sia da Lautaro Martinez (Instagram).

Stilista impiccata, assolto in appello l’ex compagno

È stato assolto Marco Venturi, imputato per il caso della stilista e fidanzata di Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio 2016. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’appello Milano, che ha ribaltato la sentenza di primo grado di condanna a sei anni per “morte come conseguenza di altro reato”, ossia un suicidio o un atto dimostrativo finito in tragedia legato a vessazioni, fisiche e psicologiche subite dalla vittima.

La madre: «Spero che Carlotta non veda, non c’è giustizia»

Venturi è stato assolto dall’accusa di ‘”morte come conseguenza di altro reato’”, legata allo stalking nei confronti della compagna, che gli era valsa la condanna in primo grado, sia da quella di omicidio volontario, per cui la Procura generale aveva chiesto 30 anni, sostenendo che la donna sarebbe stata strangolata quella notte, dopo l’ennesima lite, dall’allora compagno, il quale poi avrebbe inscenato il suicidio. Per l’episodio di lesioni è intervenuta invece la prescrizione. Le motivazioni dell’assoluzione saranno rese note tra 40 giorni. «Spero che Carlotta non veda, non ho parole, non c’è giustizia», ha dichiarato a caldo Giovanna Palazzi, madre di Carlotta Benusiglio, dopo la sentenza d’appello a Milano che ha assolto l’ex compagno della figlia.

Portofino, finti turisti fanno un colpo da 100 mila euro in un hotel

Portandosi appresso una valigia, si è finto cliente di un lussuoso hotel di Portofino e in pochi minuti è riuscito a rubare in una camera orologi, gioielli e contanti per 100 mila euro per poi dileguarsi con un’auto guidata da un complice. Il fatto è avvenuto ad agosto 2023, ma solo a distanza di due mesi i carabinieri della compagnia di Santa Margherita Ligure sono riusciti a raggiungere e a denunciare per furto aggravato i due ladri dopo lunghe indagini basate sui video registrati dall’albergo.

I ladri avevano studiato attentamente le vittime per poi seguirle in albergo

I facoltosi turisti, avvocati provenienti dal Sud Italia, sono stati studiati attentamente dai due ladri e poi seguiti in albergo dove, individuata la loro stanza, hanno messo a segno il colpo. Il complice ha atteso nella hall stando in contatto con il ladro entrato nella camera attraverso messaggini, pronto ad avvertirlo di eventuali problemi. Della refurtiva nessuna traccia nel campo nomade di Torino dove vivevano i due denunciati. Si indaga per capire se siano anche gli autori di un altro colpo commesso con una simile modalità operativa in un prestigioso hotel toscano.

In Iran Armita Geravand resta ancora in coma e in fin di vita

Le condizioni di salute di Armita Geravand, 16enne picchiata brutalmente nella metro di Teheran, si aggravano. Lo denuncia Hengaw, l’ong che per prima ha diffuso notizie sulla giovane. La ragazza iraniana si trova in gravi condizioni, in coma e in fin di vita a causa di un trauma cranico subito a seguito delle percosse da parte della polizia morale. Secondo la ong che si è occupata del caso sin dall’inizio, la sua salute è talmente precaria da impedire ai genitori di visitarla in ospedale per alcuni giorni. La madre è stata messa sotto custodia e solo lunedì ha avuto il permesso di presentarsi dalla figlia.

In Iran Armita Geravand resta ancora in coma e in fin di vita
Armita Geravand (Ansa).

Aggredita perché indossava male il velo

Armita Geravand è stata ridotta in fin di vita nella metro di Teheran il primo ottobre a causa di brutali percosse ricevute dalla polizia morale iraniana per aver indossato male il velo. Il video dell’aggressione è stato pubblicato sui social e successivamente rilanciato dal Guardian e mostrava alcune donne in chador nero che la lasciano sul binario immobile e priva di sensi.

Il video in cui Armita Geravand viene portata via di peso e lasciata sui binari (X – Ex Twitter)

La storia di Armita come quella di Mahsa Amini

La vicenda ricorda quanto accaduto il 16 settembre 2022 alla 22enne curda Mahsa Amini, arrestata e picchiata a morte per non aver indossato correttamente l’hijab. La storia di Mahsa ha generato delle violente proteste, per questo motivo i media statali hanno negato la storia di Armita diffondendo un video diverso.

La tivù di Stato nega la violenza: «È svenuta»

La versione delle tivù di Stato è che la giovane sia svenuta sul treno, probabilmente a causa di un calo di pressione, e abbia sbattuto con forza la testa contro un lato del vagone. I genitori della 16enne hanno assecondato la versione ufficiale e rilasciato un comunicato all’agenzia di stampa Fars chiedendo di pregare per la guarigione della figlia.

In Slovacchia Fico ha trovato un accordo per il governo

Fumata bianca in Slovacchia. Robert Fico ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con i partiti di centrosinistra e nazionalisti per formare un governo di coalizione tripartitico che potrebbe riportarlo in carica per la quarta volta. L’accordo oltre a Smer, il partito dell’ex premier, comprende Hlas, un partito moderato nato come costola di Smer, e l’ultranazionalista Partito nazionale slovacco (Sns).

Con il nuovo governo la Slovacchia ridurrà l’aiuto militare a Kyiv e si avvicinerà a Orban

Smer il primo ottobre ha vinto le elezioni parlamentari con quasi il 23 per cento dei consensi, ottenendo 42 seggi su 150. Hlas, guidato dall’ex vice di Fico Peter Pellegrini, è arrivato terzo con 27 seggi e SNS ne ha conquistati 10. Si prevede che il nuovo governo riduca il sostegno militare all’Ucraina come promesso in campagna elettorale da Fico e avvicini Bratislava all’Ungheria di Viktor Orban. L’intesa non prevede alcuno strappo con l’Ue e la Nato.  Nella spartizione degli incarichi, Smer indicherà il premier e sei ministri, Hlas il presidente del parlamento e sette ministri mentre SNS tre ministri. Dal canto suo Fico ha detto che spera di rappresentare la Slovacchia al prossimo vertice Ue di fine ottobre. «Nomi e ministeri specifici saranno inclusi nell’accordo di coalizione», ha affermato l’ex premier. «Presto presenterò alla presidente (Zuzana ?aputová, ndr) la lista dei ministri».

Fico detta le priorità: tagliare il deficit e fermare l’immigrazione illegale

Secondo alcuni analisti il coinvolgimento del più moderato Hlas potrebbero ammorbidire la linea di Fico rispetto al passato. Resta però l’incognita di SNS caratterizzato da una violenta retorica anti-immigrazione ed evidenti simpatie filorusse. Per dare un’idea, il suo leader, Andrej Danko, lo scorso luglio aveva addirittura dichiarato che i territori occupati dai russi storicamente non erano ucraini. Intanto il premier in pectore ha già annunciato le sue priorità: tagliare il deficit di bilancio  e «proteggere la sovranità e gli interessi nazionali», impegnandosi in particolare a fermare il flusso di immigrazione illegale nel Paese.

Tutte lo vogliono stasera sul Nove: trama, cast e curiosità

Stasera 11 ottobre 2023 andrà in onda sul canale Nove il film Tutte lo vogliono, alle ore 21.25. Il regista è Alessio Maria Federici che ha contribuito anche alla sceneggiatura in collaborazione con Alessandra Di Pietro, Valentina Gaddi e Maria Teresa Venditti. Nel cast ci sono Enrico Brignano, Vanessa Incontrada, Giulio Berruti e Ilaria Spada.

Tutte lo vogliono è il film che andrà in onda questa sera sul Nove, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
L’attore Enrico Brignano in una scena (X).

Tutte lo vogliono, trama e cast del film in onda stasera 11 ottobre 2023 sul Nove

La trama racconta la storia di Chiara (Vanessa Incontrada), una food designer. Una professione che consiste nel preparare cibo bello da vedere che possa soddisfare le esigenze dei clienti della società della madre snob. Tuttavia soffre di un problema che rende la sua vita più difficile delle altre donne che incontra: è anorgasmica. Questo significa che non riesce a trovare la soddisfazione che cerca in un rapporto, anche se magari potrebbe provare ad avere una nuova relazione con l’affascinante Raffaello (Giulio Berruti), suo amore adolescenziale.

Parallelamente, il goffo Orazio (Enrico Brignano) è il commesso di un negozio di animali che cerca di sbarcare il lunario anche grazie a dei video divertenti con i cuccioli che pubblica online. Orazio è da tempo che non vive una relazione ed è più interessato agli animali che alle donne. Per una serie di equivoci, si incontrerà con Chiara e verrà scambiato con il GPS, il Generoso Partner Sessuale che potrà finalmente dare alla donna la gioia che cerca. Tra gag e situazioni imbarazzanti, tra i due nascerà una storia d’amore.

Tutte lo vogliono, quattro curiosità sul film

Tutte lo vogliono, le location per le riprese

Le riprese del film si sono svolte a Roma in aree come il Bioparco, Villa Giulia, via Pinciana, Villa Borghese e Piazza della Repubblica. Parte delle riprese sono state effettuate in Abruzzo, precisamente nella località di Campo Imperatore.

Tutte lo vogliono, gli incassi del film

Come riporta il sito superguidatv.it, la pellicola ha incassato nelle prime tre settimane di programmazione quasi 2 milioni di euro. Si tratta di un ottimo risultato al botteghino per questa commedia, specialmente se si considera la cifra di 658 mila euro incassata nel primo weekend.

Tutte lo vogliono, il commento di Vanessa Incontrada

In un’intervista rilasciata al sito cinematographe.it, Vanessa Incontrada ha parlato del suo ruolo e delle sensazioni che ha provato girando il film «Mi è piaciuto e mi ha divertita molto anche perché sono argomenti un po’ delicati però giocati con dolcezza sia da parte mia che da parte di Enrico, che davvero ha una dolcezza incredibile. Questa cosa mi ha molto colpita perché in realtà noi sì ci conoscevamo, però era la prima volta che lavoravamo così fianco a fianco e lui è un uomo estremamente timido, sensibile».

Tutte lo vogliono è il film che andrà in onda questa sera sul Nove, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
I protagonisti del film (X).

Tutte lo vogliono, il commento di Enrico Brignano sul suo ruolo

Enrico Brignano nel corso della conferenza stampa per la presentazione del film, ha dichiarato in merito al suo ruolo: «Non mi era mai capitato un ruolo di questo tipo. L’imbranato lo so fare, ci aggiungo qualcosa, ne tolgo qualche altra».

Omicidio Willy Monteiro, tolto l’ergastolo ai fratelli Bianchi: le motivazioni

Secondo i giudici della Corte d’assise d’appello di Roma, i fratelli Bianchi «hanno accettato il rischio di uccidere». È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza bis sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte, che hanno ridotto la condanna dall’ergastolo a 24 anni. Riconosciute le attenuanti generiche: entrambi non erano presenti al diverbio iniziale e sono dunque «del tutto estranei al contrasto che ha provocato la violenta aggressione», infatti la loro condotta «si è esaurita in un breve lasso di tempo», pertanto «il pestaggio è ascrivibile anche agli altri imputati».

La lite iniziale e il primo calcio

I quattro imputati, hanno sottolineato i giudici, si sono accaniti sul giovane cuoco di Paliano con una violenza tale da escludere del tutto che avessero agito al solo fine di causare lesioni alla vittima. Prima del loro arrivo, nel corso della lite iniziale tra un amico di Willy e altri ragazzi, c’era stato solo qualche spintone. Il primo calcio era stato sferrato con arti marziali da Gabriele Bianchi, che aveva steso Willy rimasto a terra. Subito dopo sono arrivati i colpi di Marco Bianchi, di Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

Un «eccesso di clamore mediatico»

La Corte d’Assise d’Appello ha evidenziato come «deve ritenersi con certezza che tutti gli imputati abbiano attivamente preso parte al pestaggio» contro Willy. Un altro elemento evidenziato dai giudici è stato quello relativo a  «un eccesso di clamore mediatico» di cui sono stati vittima i fratelli Bianchi, mentre il precedente per estorsione e spaccio, che li ha visti condannare in via definitiva per aver rifornito di droga Artena, Velletri e Lariano aggredendo a colpi di MMA chi non pagava le dosi, sarebbe di «non particolare rilievo».

Paola Ambrogio contro Zaki: «Si vergogni per le parole contro Israele»

La senatrice Paola Ambrogio, di Fratelli d’Italia, ha attaccato Patrick Zaki dopo il tweet sul conflitto in Israele, chiedendo anche che venga annullata la partecipazione del ricercatore al Salone del Libro di Torino. Ha dichiarato: «Pensare che Patrick Zaki, dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele, possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del Libro di Torino lascia sinceramente sgomenti». L’attivista parteciperà il 17 ottobre al Sermig al primo appuntamento di Aspettando il Salone. Non ci sarà, invece, il 15 ottobre negli studi di Che tempo che fa, programma condotto da Fabio Fazio, che debutterà su Nove.

Paola Ambrogio contro Zaki «Si vergogni per le parole contro Israele»
Patrick Zaki (Imagoeconomica).

Ambrogio: «L’evento va annullato»

La senatrice ha lanciato un appello agli organizzatori: «Auspico che la direzione del Salone, di concerto con il Sermig, decida di annullare l’evento: sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale». Ambrogio poi ha aggiunto, come riportato da Repubblica, che il posto di Zaki è un insieme di «frasi e posizioni che strizzano l’occhio ai fondamentalisti islamici di Hamas. I tragici eventi in corso, riportati puntualmente e fedelmente dalle cronache internazionali, non ammettono ambiguità. C’è una linea sottile ma invalicabile tra la libertà di espressione e la libertà di odiare, e Patrick Zaki l’ha ampiamente superata».

La senatrice: «Una pugnalata al cuore di chi gli ha dato la libertà»

Paola Ambrogio ha poi concluso: «Quella di Zaki è una pugnalata al cuore di quell’occidente che gli ha restituito la libertà. Spero provi almeno un briciolo di vergogna». Dal Salone di Torino non è ancora arrivata alcuna replica. L’attivista per i diritti umani presenterà il suo primo libro dal titolo Sogni e illusioni di libertà – La mia storia. Al suo interno, il racconto del tempo passato in carcere e in isolamento, tra la speranza di tornare libero e le torture subite.

Eni celebra 70 anni di storia, Descalzi: «Pionieri dei cambiamenti»

Il presidente del Consiglio di amministrazione di Eni Giuseppe Zafarana e l’amministratore delegato della società Claudio Descalzi hanno celebrato i 70 anni di Eni ospitando l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in presenza di una delegazione di ministri del Governo italiano. L’incontro è avvenuto martedì 10 ottobre 2023 presso il contesto architettonico del Gazometro di Roma Ostiense, di proprietà Eni e dove l’azienda ha avviato il primo distretto di innovazione tecnologica dedicato alle nuove filiere energetiche, aperto a collaborazioni di ricerca industriale applicata in sinergia con il mondo della ricerca e dell’università.

Zafarana: «Leadership tecnologica tra i nostri elementi distintivi»

L’incontro è stato un’occasione per parlare di energia e della storia dell’Italia, con uno sguardo rivolto al futuro. «Dal 1953 a oggi Eni ha accompagnato l’Italia attraverso le grandi trasformazioni economiche e sociali della nostra epoca, guidando da protagonista le fasi del cambiamento», ha dichiarato Zafarana. «Questo grazie a elementi distintivi come la leadership tecnologica, la capacità di creare partnership di valore e di rispondere alle sfide complesse, che le hanno consentito di affermarsi come una realtà internazionale e che ora ne sostengono una transizione energetica che dovrà essere giusta, equa e garantire nel contempo la sicurezza e la sostenibilità economica degli approvvigionamenti. Eni oggi fa onore ai suoi 70 anni di storia, e guarda con passione e fiducia al suo futuro potendo contare su professionalità e competenze tecniche d’eccellenza. Puntando sul grande patrimonio rappresentato dalle sue persone», ha aggiunto.

Eni celebra 70 anni di storia, Descalzi: «Pionieri dei cambiamenti»
Claudio Descalzi e Giuseppe Zafarana (Imagoeconomica).

Descalzi: «Siamo l’esempio dell’Italia forte»

Gli ha fatto eco Descalzi: «In questi 70 anni di storia Eni è stata capace di evolvere costantemente, di innovare, di essere pioniere dei cambiamenti, di anticiparli. Allo stesso modo, negli ultimi anni, nel creare e intraprendere il nostro percorso di transizione energetica ci siamo trasformati in modo profondo, non solo in termini di strategia e azioni ma di cultura interna. Un processo molto complesso, per una società articolata, multidisciplinare e che opera in molte aree del mondo dove culture, lingue ed esperienze differenti si intrecciano in un patrimonio di grande valore. Abbiamo tutti imparato a pensare e agire in modo diverso: nuovi modelli industriali, nuovi business, ricerca e innovazione continua, con un approccio costantemente volto all’integrazione. Abbiamo accresciuto la capacità di integrarci nelle comunità dei Paesi in cui operiamo, lavorando per supportarne lo sviluppo, costruendo una relazione e una fiducia tali da essere considerati parte delle loro realtà. Un grande valore nel lungo periodo, che supera quello del profitto nel breve. Per noi, infatti, lavorare in un Paese significa lasciare al mercato domestico buona parte dell’energia che produciamo, creare lavoro e diffondere l’accesso all’energia, promuovere sviluppo sanitario, imprenditoriale, agricolo, scolastico. Un approccio che ci consente di creare vere e proprie alleanze. Questa Eni è l’esempio dell’Italia forte, positiva, rispettosa, capace di adattarsi e trasformarsi, e di raggiungere risultati incredibili. L’Italia che portiamo ogni giorno nel mondo, con orgoglio».

Fagioli a rischio squalifica per scommesse illecite: «Si è autodenunciato ed è sereno»

Il calciatore della Juventus Nicolò Fagioli, indagato perché avrebbe effettuato scommesse online su siti non autorizzati, rischia fino a tre anni di squalifica. Dopo il caso plusvalenze, la manovra stipendi e la penalizzazione, ancora scossa per la positività al doping di Paul Pogba, un altro guaio per il club bianconero. Ma il centrocampista classe 2001, che si «è autodenunciato» alla giustizia sportiva, è «sereno» sulla vicenda che lo vede indagato dalla Procura della Repubblica di Torino. Lo fanno sapere all’Ansa i due legali Luca Ferrari e Armando Simbari.

Fagioli della Juventus a rischio squalifica per scommesse illecite, i legali: «Si è autodenunciato ed è sereno».
Nicolò Fagioli (Getty Images).

«Nicolò è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato»

«Nicolò è sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato», hanno dichiarato i due avvocati. «In riferimento alle notizie apparse sulla stampa, possiamo rappresentare che il nostro assistito sta affrontando con responsabilità la vicenda, in un’ottica di massima trasparenza e collaborazione con l’Autorità giudiziaria ordinaria e sportiva, come dimostra il fatto di essersi attivato per primo e tempestivamente nei confronti della Procura Federale».

Von der Leyen: «Da Hamas atto di guerra, rivedremo i fondi Ue»

L’Unione europea ha deciso che avvierà un’ampia revisione degli aiuti alla Palestina, ma stabilendo che gli aiuti umanitari continueranno a essere erogati. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: «Il nostro sostegno umanitario al popolo palestinese non è in discussione. Ma è importante rivedere attentamente la nostra assistenza finanziaria alla Palestina. I finanziamenti dell’Ue non sono mai andati e non andranno mai a Hamas o a qualsiasi entità terroristica», lo ha detto in occasione del minuto di silenzio celebrato dal collegio dei commissari europei in onore delle vittime degli attentati terroristici in Israele. Von der Leyen ha spiegato che il conflitto in atto «avrà un impatto notevole sulla regione» e «dovremo lavorare per contenerne gli effetti destabilizzanti, anche sul riavvicinamento tra Israele e i suoi vicini arabi. Dovremo anche monitorare da vicino la posizione dell’Iran, dato il suo sostegno di lunga data a Hamas».

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Von der Leyen: «Da Hamas atto di guerra, rivedremo i fondi Ue»
Alcuni palestinesi trasportano dei sacchi contenenti degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite (Getty Images).

Il 60 per cento della popolazione palestinese dipende dagli aiuti internazionali

La decisione di sospendere gli aiuti, che ammontano a 691 milioni di euro, era stata presa il 9 ottobre 2023 dal commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato, Olivér Várhelyi, suscitando forti critiche da parte di numerose organizzazioni umanitarie nonché di alcuni Paesi dell’Ue, tra cui Spagna, Irlanda, Lussemburgo e Francia, che hanno chiesto di punire la popolazione palestinese per le azioni di Hamas. La sospensione degli aiuti umanitari avrebbe avuto un impatto devastante sulla popolazione palestinese, che già vive in condizioni di povertà e precarietà. Secondo le Nazioni Unite, l’80 per cento della popolazione palestinese vive al di sotto della soglia di povertà e il 60 per cento dipende dagli aiuti internazionali. 

Tajani alla Lega araba: «Salvare gli ostaggi in mano ad Hamas è la priorità assoluta»

Al segretario generale della Lega araba «ho chiesto la priorità assoluta di salvare la vita degli ostaggi in mano ad Hamas e ho insistito sui due cittadini italiani con doppio passaporto che probabilmente sono tra gli ostaggi. Stamani ho parlato con il figlio e ho confermato che il governo italiano sta facendo di tutto per liberare i due cittadini probabilmente ostaggi di cui non abbiamo notizie». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo aver incontrato il Segretario Generale Ahmed Abdoul Gheit al Cairo.

Il vertice al Cairo per la guerra e l’immigrazione

Tajani è in Egitto non solo per discutere della crisi israeliana, ma anche per stringere nuovi accordi in tema di immigrazione con Il Cairo con il presidente Abdel Fatah al Sisi e l’omologo ministro degli Esteri Sameh Shoukry. Sul piano israeliano-palestinese, l’obiettivo italiano è chiedere all’Egitto di favorire la de-escalation del conflitto e l’istituzione di corridoi umanitari per la liberazione degli ostaggi a Gaza.

Tajani condanna Hamas

A seguito dell’incontro con la Lega Araba, il ministro Tajani su X ha ribadito di aver portato nel consiglio la sua ferma condanna agli «attacchi terroristici di Hamas». «Pronti a favorire la de-escalation regionale. La Lega Araba ha un ruolo chiave per la creazione di corridoi umanitari e nelle mediazioni per liberazione degli ostaggi», ha aggiunto.

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