Daily Archives: 12 Ottobre 2023

Hamas: l’attacco a Israele era in preparazione da due anni

L’attacco di Hamas a Israele era in preparazione da due anni. Lo ha rivelato a Russia Today tv un dirigente di Hamas, Ali Baraka, secondo il quale anche i Paesi alleati sono stati informati solo dopo l’inizio delle azioni militari. Durante l’intervista diffusa dall’emittente, Baraka ha riferito che «si poteva contare sulle dita di una mano» il numero di dirigenti che sapeva con precisione il momento di inizio dell’attacco. Intanto, i militari dell’esercito israeliano hanno trovato manuali di al Qaida sul corpo dei terroristi. Ad affermarlo, il portavoce delle Forze di difesa israeliane citato da Haaretz.

Via libera dalla Knesset al governo d’emergenza 

Sempre secondo Haaretz, è arrivato il via libera dalla Knesset al governo di emergenza nazionale. Il parlamento israeliano ha approvato le nomine dei membri del partito di Unità Nazionale, Benny Gantz, Gadi Eisenkot, Gideon Saar, Chilli Tropper e Yifat ShashaBiton a ministri senza portafoglio. Durante la sessione, il premier Benyamin Netanyahu ha annunciato l’attivazione di alcune clausole che permetterebbero di «dichiarare guerra o intraprendere azioni militari significative», delegando l’autorità al comitato di gabinetto di emergenza che include lo stesso premier, il ministro della Difesa Yoav Gallant e Gantz.

«Netanyahu informato ad avvio attacco, non prima»

Il premier Netanyahu è stato informato dell’attacco di Hamas solo dopo il suo avvio e non prima. Lo ha reso noto l’ufficio del premier riferendosi alle notizie stampa secondo le quali Netanyahu sarebbe stato invece aggiornato con anticipo delle ostilità, in base a consultazioni telefoniche svoltesi nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 ottobre, tra i responsabili del sistema di sicurezza, motivate da informazioni preoccupanti da parte dell’intelligence.

Attentato a Gerusalemme: neutralizzato il terrorista

«È stato neutralizzato il terrorista armato che con un mitragliatore ha aperto il fuoco contro alcuni agenti di polizia all’ingresso della stazione di polizia di Shalem, nel distretto di Gerusalemme», vicino alla porta di Erode. Lo ha fatto sapere la polizia israeliana, precisando che «dopo la sparatoria il terrorista ha tentato di fuggire, ma gli agenti lo hanno inseguito e neutralizzato. Ingenti forze di polizia sono state inviate sul posto e stanno conducendo perquisizioni nella zona per escludere eventuali complici».

Confermata la decapitazione dei bambini

Su X, il Jerusalem Post ha confermato la decapitazione di bambini durante l’attacco di Hamas al kibbutz di Kfar Aza, nel sud di Israele, sulla base di “foto verificate”. Secondo il quotidiano, le notizie sono corrette. «Che il loro ricordo sia di benedizione», si legge nel tweet.

 

Turchia, cinque giovani attivisti torinesi fermati dalla polizia

Stavano partecipando a una conferenza stampa indetta dal partito d’opposizione Sinistra Verde (YSP), i cinque giovani, tra i 22 e i 27 anni, che sono stati arrestati dalle forze di sicurezza turche nella città settentrionale di Sanliurfa (Riha in curdo), durante una manifestazione per il Kurdistan. Come riportato da Repubblica, i ragazzi e le ragazze erano stati invitati per condannare la guerra di aggressione turca nel Rojava.

I video condivisi dai presenti

Dai filmati condivisi dai partecipanti, si vedono i poliziotti bloccare i manifestanti, picchiarli con i manganelli per poi portare via alcuni di loro. Secondo le informazioni diffuse dal quotidiano, tra le persone ammanettate e condotte alla stazione di polizia, ci sono anche 15 ragazzi di un gruppo di giovani provenienti da Germania, Italia e Francia, che comprende i cinque torinesi arrestati.

 

Forze dell’ordine a Coverciano, a colloquio con Zaniolo e Tonali

Poche ore dopo le dichiarazioni in questura di Fabrizio Corona, la polizia giudiziaria incaricata dalla procura di Torino, è arrivata a Coverciano, sede del ritiro della Nazionale, attorno alle 18 di giovedì 12 ottobre, per ascoltare i due centrocampisti di Galatasaray e Newcastle Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Gli ex giocatori di Milan e Roma, sono coinvolti anche loro nell’inchiesta della procura di Torino sul calcio scommesse, la stessa che riguarda Nicolò Fagioli, centrocampista della Juventus.

La dichiarazione della Figc

«La Federazione» – si legge nella nota della Figc – «comunica che, nel tardo pomeriggio di oggi, la procura della Repubblica di Torino ha notificato atti di indagine ai calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, attualmente in raduno con la Nazionale presso il Centro tecnico federale di Coverciano. A prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni in programma nei prossimi giorni, la Federazione ha deciso di consentire il loro rientro presso i propri club, anche a tutela degli stessi».

 

 

Al via la 4 Weeks 4 Inclusion: inclusione e diversità sempre più importanti per le aziende

L’attenzione sui temi della diversità e dell’inclusione all’interno del mondo aziendale è cresciuta significativamente nel corso degli ultimi anni ed è destinata a crescere nel prossimo triennio. A evidenziarlo è una ricerca Ipsos, presentata giovedì 12 ottobre 2023 in occasione dell’avvio della quarta edizione della 4 Weeks 4 Inclusion, alla presenza di Helena Dalli, commissaria europea all’Uguaglianza, di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, e Salvatore Rossi, presidente di TIM.

400 partner hanno aderito all’iniziativa

Al più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione, ideato e promosso da TIM, hanno aderito ben 400 partner fra imprese, università, associazioni ed enti no profit, con l’obiettivo di favorire la cultura dell’inclusione e del diritto individuale alla diversità fuori e dentro le aziende. Secondo la ricerca A che punto siamo con la DE&I in Italia di Ipsos, per oltre l’85 per cento delle imprese intervistate l’attenzione alle politiche di diversità e inclusione accelererà nei prossimi anni, grazie anche all’adozione crescente di politiche aziendali orientate all’inclusione. Lo studio evidenzia inoltre che il 60 per cento delle aziende partner della 4W4I già realizza da diversi anni iniziative specifiche in questa direzione, riscuotendo il favore dei dipendenti (oltre il 90 per cento di consensi). Ipsos evidenzia inoltre che le iniziative sono focalizzate sulla parità di genere (85 per cento), la disabilità (67 per cento), l’identità di genere (53 per cento) e l’età (51 per cento), mentre il tema su cui si concentra la maggiore attenzione per il futuro è quello della disabilità (74 per cento). In oltre tre quarti dei casi (77 per cento) esistono già policy di comportamento non discriminatorio.

La commissaria Dalli: «Obiettivo costruire un’unione dell’uguaglianza»

«L’uguaglianza, la diversità e l’inclusione sono valori fondamentali dell’Unione Europea ed una priorità per la Commissione Europea», ha sottolineato Helena Dalli, commissaria europea all’Uguaglianza. Che ha aggiunto: «Eventi come la 4 Weeks 4 Inclusion, promossa da TIM, sono un’opportunità per fare il punto sui progressi compiuti, condividere buone pratiche e stimolare cambiamenti positivi. Il nostro obiettivo è costruire un’unione dell’uguaglianza in cui tutti si sentono apprezzati e abbiano la possibilità di crescere secondo le proprie aspirazioni. A questo fine ci siamo dotati di strategie concrete che promuovono la parità di genere, l’uguaglianza LGBTIQ, l’antirazzismo, l’inclusione dei Rom e i diritti delle persone con disabilità. Promuovere le pari opportunità nell’accesso al mercato del lavoro è anche una necessità per affrontare la carenza di manodopera e di competenze a cui tante imprese devono fare fronte in Europa».

La ministra Locatelli: «Unire le energie per garantire diritti ai più fragili»

Le ha fatto eco Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità: «Ringrazio TIM per questa iniziativa che si conferma un appuntamento importante per tenere alta l’attenzione sull’inclusione e sulle buone pratiche che ogni giorno contribuiscono a valorizzare le diversità. Per rispondere alle sfide del futuro serve rafforzare, con sempre più coraggio, la collaborazione a tutti i livelli: soltanto se uniamo le energie tra Istituzioni, Terzo settore, mondo privato e del privato sociale, potremo garantire servizi adeguati e una vita dignitosa e di qualità a ogni persona, anche a quelle più fragili, partendo dalla consapevolezza che in ognuno ci sono talenti e competenze da valorizzare. È una grande sfida che deve vederci tutti impegnati e che ci consentirà di costruire comunità più inclusive e accoglienti per tutti».

Rossi (TIM): «Diritto all’inclusione opportunità di crescita economica»

Queste infine le dichiarazioni di Salvatore Rossi: «Vedere questa manifestazione, giunta alla quarta edizione, crescere anno dopo anno è per me motivo di grande soddisfazione. Dalla prima edizione, che contava 27 partner, siamo arrivati al coinvolgimento di oltre 400 fra imprese, università, associazioni ed enti no profit. Questo successo è la dimostrazione di come si stia diffondendo sempre più la consapevolezza che promuovere il diritto universale all’inclusione non è solo un dovere ma è anche un’opportunità di crescita economica. Sostenere con progetti concreti le pari opportunità e il percorso verso un mondo del lavoro che includa le diversità esaltandone potenzialità e unicità sono azioni che generano ricadute positive ad ogni livello ed è per questo che ne facciamo parte del nostro impegno quotidiano».

Ilaria Cucchi minacciata da una stalker: indaga la procura

La senatrice del gruppo di Alleanza Verdi-Sinistra, Ilaria Cucchi, ha presentato una denuncia per stalking alla procura di Roma. Nella giornata di giovedì 12 ottobre, è stata infatti sentita dal pubblico ministero Delio Spagnolo, lasciando il palazzo di giustizia a metà pomeriggio, come riportato dal quotidiano Repubblica.

«Devi morire come tuo fratello»

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, agli atti ci sarebbero quindici mail, inviate una dietro l’altra, dal contenuto minaccioso e offensivo: «Tu devi morire peggio di tuo fratello cui hai mangiato i soldi». A scriverlo sarebbe una donna che si cela dietro un indirizzo del dominio Gmail. Tra le offese: «Nana de fogna de periferia romana. Impostrice (sic). Leggi lettera o vai in carcere».

Avviata un’indagine penale

Tra i destinatari di una delle mail, c’è anche il procuratore antimafia Giovanni Melillo, come riporta il quotidiano: «Scrivi alla sporca etero Ilaria Cucchi che è arrestata se non legge la mia lettera…». La stalker si è rivolta a Ilaria Cucchi scrivendo anche: «A me spiace mandare a casa le persone ma siete mafiosi». Sarà ora compito della polizia postale cercare di risalire all’identità della donna.

L’Inghilterra vieta le bandiere israeliane a Wembley: le reazioni

Nessuna bandiera israeliana allo stadio di Wembley, in Inghilterra, anche se, prima dell’amichevole con l’Australia, prevista per venerdì 13 ottobre, sarà osservato un minuto di silenzio, e i giocatori indosseranno fasce nere al braccio per ricordare le vittime degli attacchi terroristici in Israele. Ai tifosi che assisteranno alla partita sarà vietato inoltre di introdurre nello stadio bandiere diverse da quelle delle due squadre che giocano, per evitare manifestazioni filo-palestinesi o filo-israeliane.

«Una risposta senza spina dorsale»

La Federcalcio inglese ha anche respinto la proposta del consigliere del governo sull’antisemitismo, Lord John Mann, di illuminare l’iconica struttura di Wembley nella serata di giovedì 12 ottobre invece che durante la partita. La FA e la Football Australia avevano pensato di spegnere le luci dell’arco di Wembley in segno di rispetto. Immediata la condanna arrivata dal Chelsea Jewish Supporters Group, che ha postato su X: «Questa risposta senza spina dorsale è il motivo per cui abbiamo bisogno che le persone si esprimano contro il terrorismo».

«E la solidarietà ai russi?»

La decisione non è stata presa con favore neanche dal Jewish Leadership Council: «La FA ha mostrato solidarietà ai russi che sono stati colpiti dalla risposta ucraina alla sua invasione?» L’arco di Wembley infatti era stato illuminato con i colori della bandiera ucraina a distanza di 24 ore dopo l’invasione da parte della Russia. Intanto, la bandiera israeliana è stata proiettata a Downing Street e su altri monumenti di Londra.

Il momento di uccidere stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 12 ottobre 2023 alle ore 21.10 sul canale Rai Movie andrà in onda il film Il momento di uccidere. Il regista è Joel Schumacher mentre la sceneggiatura è stata scritta da Akiva Goldsman. Nel cast ci sono Sandra Bullock, Kevin Spacey, Samuel L. Jackson e Matthew McConaughey.

Il momento di uccidere è il film che andrà in onda questa sera su Rai Movie, ecco trama, cast e curiosità della pellicola.
Matthew McConaughey nel film (X).

Il momento di uccidere, trama e cast del film stasera 12 ottobre 2023 su Rai Movie

La trama racconta la storia dell’operaio afroamericano Carl Lee (Samuel L. Jackson) che vive un evento drammatico: sua figlia Tonia viene stuprata da due uomini ubriachi. Questi ultimi, dopo aver creduto di averla uccisa, la gettano in un fiume. La piccola sopravvive ma Carl vuole che i due abbiano una pena esemplare. Tuttavia, attraverso l’amico avvocato Jake Brigance (Matthew McConaughey) viene a sapere che molto probabilmente i ragazzi se la caveranno con una pena molto leggera. Accecato dalla rabbia e senza nulla da perdere, Carl decide di farsi giustizia da solo e uccide con una mitragliatrice i due colpevoli all’uscita del tribunale.

Carl viene subito arrestato e decide di scegliere come avvocato difensore Jake. Quest’ultimo viene aiutato anche dalla giovane e brillante studente di legge Ellen Roark (Sandra Bullock) e prepara un’ottima strategia di difesa. Tuttavia, c’è una questione etica che in tribunale si dovrà chiarire: quando arriva il momento di uccidere per una persona che ha subito un crimine? Tra colpi di scena e varie opinioni, questo processo diventerà un caso nazionale e coinvolgerà anche questioni razziali importanti per l’intero paese.

Il momento di uccidere, cinque curiosità sul film

Il momento di uccidere, il ruolo iniziale di Matthew McConaughey

Inizialmente, Matthew McConaughey si candidò per il ruolo di Freddie Lee Cobb ma dopo aver letto lo script chiese al regista se si potesse candidare per il ruolo di Jake Brigance. Il regista acconsentì e l’attore ottenne un ruolo di rilievo nella produzione. In seguito, il ruolo di Cobb andò a Kiefer Sutherland.

Il momento di uccidere, il soggetto non è originale

Il soggetto da cui è tratta la sceneggiatura non è originale. Infatti, questa pellicola è la trasposizione cinematografica del primo libro del noto autore statunitense John Grisham dal titolo omonimo.

Il momento di uccidere è il film che andrà in onda questa sera su Rai Movie, ecco trama, cast e curiosità della pellicola.
Una scena con i due protagonisti (X).

Il momento di uccidere, la scelta dell’attore protagonista era diversa

Inizialmente, la produzione aveva scelto come attore protagonista Kevin Costner. Tuttavia, quest’ultimo voleva completo controllo sul progetto e si scontrò diverse volte con il produttore John Grisham. Per questa ragione, l’attore scelse di rifiutare il ruolo.

Il momento di uccidere, altri due attori considerati per il ruolo di protagonista

Altri due attori prima di Matthew McConaughey vennero considerati per interpretare il ruolo del protagonista. Il primo fu Woody Harrelson ma John Grisham si oppose ancora una volta, proprio come aveva fatto precedentemente con Costner. Il regista Joel Schumacher, allora, provò a convincere Val Kilmer a prendere parte al progetto ma l’attore rifiutò.

Il momento di uccidere, il film d’esordio per un’attrice premio Oscar

Questo rappresenta il film d’esordio dell’attrice premio Oscar Octavia Spencer. La Spencer ha un piccolo ruolo e interpreta l’infermiera di Ellen, i cui panni sono vestiti da Sandra Bullock.

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura

«Conosco solo la parola meritocrazia», diceva, a luglio 2023, Pino Insegno al Corriere della sera commentando il suo chiacchierato ritorno nelle prime file dei palinsesti Rai. Una consapevolezza del significato del termine che non deve avergli regalato giorni sereni visto il rumorosissimo flop del suo programma, Il mercante in fiera, che dopo essere passato da Mediaset alla tivù pubblica in seguito ad anni di stop, è in onda da lunedì a venerdì su Rai2 tra le 19.55 e le 20.30. Un fallimento tale che già dopo i primi giorni di programmazione aveva fatto parlare di ricollocazione, rivisitazione del format, ma anche, e soprattutto, di chiusura anticipata.

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura
Pino Insegno e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Le novità della Rai meloniana non piacciono al pubblico

Una batosta non indifferente per uno dei conduttori di punta della nuova Rai meloniana. Una Rai piena di novità che al pubblico non piacciono. Sono i numeri a dirlo. Ma ai dirigenti poco importa. Meritocrazia vorrebbe che un programma vecchio, senza guizzi, condotto da un presentatore inviso al pubblico anche perché considerato imposto dalla politica (più precisamente dalla, ops, dal premier Giorgia Meloni), lasciasse spazio alle repliche di qualsiasi serie tivù americana che in passato hanno portato più telespettatori davanti al secondo canale. Invece no.

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura
Pino Insegno (Getty).

Sergio tutela Insegno in vista del debutto a L’eredità

Roberto Sergio, amministratore delegato della Rai, l’11 ottobre gli ha fatto scudo: «Sono indignato per la violenza mediatica e preventiva nei confronti di Pino Insegno e del suo programma. Insegno ha una storia professionale di 40 anni, è un professionista serio, che ha accettato una sfida in una programmazione molto complessa. Voglio dare una notizia: il suo programma non viene chiuso, vari blog amplificano notizie false e questo è inaccettabile», ha detto. È probabile che venga, quindi, rispolverata l’idea, riportata da TvBlog, di avere concorrenti vip. Magari qualche fan dei “prezzemolini” del piccolo schermo potrebbe essere spinto a collegarsi ogni tanto. D’altronde Insegno va tutelato anche in vista del suo prossimo impegno: L’eredità. Dal primo gennaio 2024 il conduttore si appresta infatti a prendere il testimone di Flavio Insinna in una fascia oraria in cui Rai1 regna, a livello di ascolti, con costanza.

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura
L’ad della Rai Roberto Sergio (Imagoeconomica).

Il mercante in fiera è sprofondato fino all’1,6 per cento

Investitori pubblicitari state sereni, verrebbe da dire guardando i risultati che l’ex volto della Premiata Ditta porta in dote da Rai2. Un debutto, il 25 settembre, al 3,4 per cento con 638 mila spettatori. La metà dei quali 24 ore dopo non hanno voluto ripetere l’esperienza. E fu subito crollo al 2 per cento. Ma il peggio doveva ancora arrivare: l’1,6 del 3 ottobre dopo una serie di 2,3 e 2,4 passando anche per l’1,9 per cento. Si salvi chi può, insomma. Ed ecco allora il solito trucchetto per provare a contenere i danni: dividere in più segmenti la trasmissione. Ma niente da fare. Il 5 ottobre Il mercante in fiera – Fuori due ha convinto 322 mila persone (1,9 per cento), mentre Il mercante in fiera ha tenuto incollate alla tivù 387 mila teste, pari al 2 per cento. Nei giorni successivi qualche briciolina l’ha guadagnata, ma poca roba.

Nel preserale regna Rai1, Canale 5 sotto di 11 punti

L’11 ottobre, per esempio, nel preserale ha regnato Rai1 col suo Reazione a catena che è oscillato tra 24,8 per cento e il 27,8 per cento. Sotto di 11 punti Canale5 con Caduta libera. Bisogna scendere al 4,1 per cento per trovare C.S.I. Miami di Italia 1 e al 5,7 per Blob su Rai3. Viaggia, invece, al 3,3 per cento Tempesta d’amore di Rete 4. Fanalino di coda Insegno che, presa la linea al 3,5 per cento di Castle, si è portato prima al 2 e poi al 2,7.

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura
Pino Insegno conduce Il mercante in fiera (Imagoeconomica).

Il mercante in fiera costa 32 mila euro a puntata

La seconda rete 12 mesi fa in quella fascia oraria faceva tutti altri numeri. In onda c’era la serie Blue Bloods che racimolava un mediocre 4 per cento. Che oggi agli investitori deve sembrare El Dorado. Aveva fatto meglio di Insegno anche Drusilla Foer col suo Almanacco del giorno dopo che ha occupato lo slot che oggi è destinato allo sfortunato game show con una prima edizione in onda tra giugno e luglio 2022 e la seconda tra dicembre 2022 e gennaio 2023, portando a casa una media del 4,11 per cento in estate e del 3,4 in inverno. Tutto questo a fronte anche dell’investimento economico che la tivù pubblica ha fatto su Il mercante in fiera che costerebbe a Viale Mazzini 32 mila euro a puntata.

Gatta nera e controversa: la polemica con Ainett Stephens

Senza dimenticare che il programma gode, o soffre, di battage mediatico che dura da mesi. Vuoi per il rapporto ultra ventennale con retrogusto di raccomandazione e polemiche annesse di Insegno con Giorgia Meloni. Vuoi per la controversia sul ruolo della Gatta nera, una sorta di valletta vecchio stile che risultata determinante nelle dinamiche del gioco. A luglio, infatti, il conduttore aveva dichiarato che Ainett Stephens non sarebbe tornata a interpretare quel ruolo dopo averlo fatto nelle precedenti edizioni in onda su Mediaset. La motivazione? «È diventata un po’ più grande. Bisogna sempre cercare di cambiare un minimo le cose perché sono passati 15 anni». Stephens aveva quindi accusato l’ex collega – che non ha voluto scusarsi – di age shaming, dicendosi delusa nel «vedere che ci sono persone che hanno anche loro un’età importante e sono rimaste ancorate ai vecchi retaggi secondo cui le donne a 40 anni sono vecchie».

Il mercante in fiera di Pino Insegno tra flop e rischio chiusura
Ainett Stephens (da Instagram).

Un mese dopo, la modella Candelaria Solorzano, scelta come nuova e giovane Gatta nera per lo sbarco in Rai del format, è stata scartata dalla tivù di Stato dopo un video pubblicato sui social network in cui sembrava stesse facendo uso di cannabis. Per una gatta che va, un’altra ne arriva. Eccoci, quindi, alla scelta definitiva: Lavinia Abate. Polemiche finite? Certo che no. Perché il personaggio è stato stroncato dai media. Quel suo «richiamo neanche troppo velato al mondo del bondage», secondo Mario Manca di Vanity Fair, andrebbe contro i valori della nuova Rai «che si impegna a tramandare il concetto della famiglia tradizionale pura e retta propagandato dal governo in carica». Inoltre, come sottolineato dallo stesso Manca e da alcuni colleghi, l’immagine di una donna bella e muta sarebbe fuori tempo massimo. Eppure a mandarla in onda è proprio il servizio pubblico.

Firenze, 91enne viene aggredito per strada e nessuno lo aiuta: il video

Aggredito per un orologio d’oro. Gianpaolo Matteuzzi, 91 anni, stava attraversando via degli Orti Oricellari, nel centro storico di Firenze, quando è stato raggiunto da un ragazzo sui trent’anni che prima lo ha avvicinato, e poi all’improvviso, lo ha afferrato per le spalle picchiandolo per portargli via l’orologio. L’episodio, riportato dal Corriere Fiorentino, è avvenuto il 6 ottobre in pieno giorno.

A ferire la vittima, ex campione italiano di staffetta, è stata «l’indifferenza dei passanti» che non sono accorsi in suo aiuto. «Che amarezza», ha commentato al quotidiano. «Non riesco a rassegnarmi all’idea che Firenze sia cambiata. Ciò che colpisce è l’indifferenza della gente. Rivedo la scena dell’altro giorno come fosse un film. Nessuno è intervenuto».

Indagini concluse in tre giorni

Il 91enne ha tuttavia ricevuto la solidarietà del proprietario di un hotel e di un ristoratore, che gli hanno fornito i video dell’aggressione e una testimonianza, elementi che hanno consentito alla squadra mobile fiorentina di chiudere le indagini tre giorni dopo lo scippo. «Sono immensamente riconoscente al commissario Bruno Toma per aver ritrovato l’orologio: era finito già ad Arezzo. Per me ha un valore affettivo e rappresenta un pezzo delle mia vita lavorativa: è un dono della famiglia Agnelli per i 30 anni da dirigente in Fiat».

Milan, Scaroni: «Il nuovo stadio sarà il più bello del mondo, nel 2028 la prima partita»

Il presidente del Milan Paolo Scaroni fa sognare i tifosi rossoneri. Durante un’intervista a Sky Sport, il numero uno del club ha parlato della struttura che nel prossimo futuro dovrebbero sorgere a San Donato. Scaroni ha dichiarato: «Vogliamo costruire lo stadio più bello del mondo. Nei nostri piani la prima partita sarà all’inizio della stagione 2028-2029. Quindi direi luglio-agosto 2028». E analizzando il progetto ha spiegato: «Sarà un luogo che vivrà tutto l’anno. Ci saranno partite e concerti. Sarà un’area viva. Faremo un’attività commerciale, ci saranno ristoranti e attività di entertainment».

Scaroni: «Sarà da 70 mila spettatori ed ecofriendly»

Il presidente del Milan ha proseguito: «Sarà un impianto da 70 mila spettatori ed ecofriendly. Vogliamo portare valore a un’area isolata e persa. Intorno a Milano ci sono tanti comuni che sono vicini al centro della città. Questa è una soluzione da grandi club. Ci piaceva anche San Siro, meno costosa perché avremmo diviso tutto, ma non ci avrebbe dato quel senso di identità che ci darà il nuovo stadio. Così abbiamo deciso di fare lo stadio da soli a San Donato. Sarà un investimento miliardario, ci sarà una parte di capitali propri, circa un terzo del valore della costruzione, e due terzi di denaro preso a prestito».

Milan, Scaroni «Il nuovo stadio sarà il più bello del mondo, nel 2028 la prima partita»
Tifosi del Milan (Getty Images).

Su San Siro: «La questione si è trascinata»

Poi Scaroni ha parlato anche dello storico stadio San Siro: «Sto lavorando da anni su questo tema. Fin dal primo giorno, parlando con il sindaco Sala, ho cercato di convincerlo nello scegliere San Siro. La questione si è trascinata per anni, poi è arrivato il colpo di grazia con l’indicazione della Sovrintendenza sul secondo anello di San Siro. Questo non ha chiuso la questione definitivamente, ma ha bloccato i sogni di Milan e Inter. E così abbiamo iniziato a valutare la possibilità di costruire un nuovo stadio da soli. Se nel 2018 fossimo riusciti a convincere l’amministrazione a costruire il nuovo San Siro, ora lo stadio sarebbe probabilmente già in costruzione. Abbiamo perso tempo, ma a volte gli ostacoli si trasformano in opportunità. E per me San Donato lo è. Deve diventare iconico come San Siro».

L’Ue richiama anche TikTok: «Stop ai contenuti terroristici»

Dopo X e Meta, Bruxelles mette in guardia anche TikTok sulla disinformazione e i contenuti illegali apparsi sulla piattaforma a seguito dell’attacco di Hamas in Israele. In una lettera indirizzata a Shou Zi Chew, amministratore delegato della piattaforma di video sharing cinese, il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, ha avvertito che TikTok «ha l’obbligo particolare di proteggere i bambini e gli adolescenti dai contenuti violenti e dalla propaganda terroristica», facendo riferimento a brevi filmati che «raffigurano la presa di ostaggi». La piattaforma ha 24 ore per rispondere alle contestazioni Ue, illustrando la sua strategia per frenare la disinformazione e la diffusione di contenuti terroristici.

Salario minimo, al Cnel passa il documento che affossa la proposta dei 9 euro l’ora

L’assemblea del Cnel ha approvato a maggioranza il documento finale sul lavoro povero e salario minimo, che di fatto archivia la proposta avanzata dalle opposizioni di discutere sulla soglia di nove euro l’ora. Come prevedibile, hanno votato contro Cgil, Uil e Usb. In particolare, sui 62 componenti presenti 39 hanno votato a favore e 15 contro, otto consiglieri non hanno partecipato al voto. Nel documento si valorizza “la via tradizionale” della contrattazione collettiva. Non è passata così la proposta presentata dai cinque esperti, tra quelli nominati dal presidente della Repubblica, sulla sperimentazione della tariffa retributiva minima da affiancare alla contrattazione salariale. Il documento ora sarà inviato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Brunetta: «Testo sostenuto dalla stragrande maggioranza»

Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, il presidente del Cnel Renato Brunetta. «È l’esito di uno straordinario percorso che in 60 giorni è arrivato a produrre un testo importante approvato a larga maggioranza», ha commentato. «In passato il sindacato era unitario», ha aggiunto. «Ora solo la Cisl è rimasta sulla stessa idea, con il no a una legge sul salario minimo. Non più Cgil e Uil. Se il sindacato si è diviso, legittimamente, anche il Cnel ha dovuto tenere conto di questo».

Elly Schlein: «Il tentativo di Meloni di usare il Cnel per affossare la proposta è fallito»

Dura la reazione della segretaria dem Elly Schlein: «Il tentativo della presidente Meloni di usare il Cnel per affossare la proposta di salario minimo delle opposizioni è miseramente fallito. L’esito delle votazioni sul documento finale sancisce una divisione così forte all’interno del Cnel da far si che le conclusioni offerte al governo ne risultino fortemente indebolite». E quindi ha rilanciato: «Aspettiamo al varco governo e maggioranza. Non ci stancheremo di incalzarli se decideranno di fuggire, ancora una volta, rimandando il disegno di legge in commissione».  «La destra usa il Cnel per dire No al salario minimo», ha ribadito in una nota il capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera Arturo Scotto. «Non hanno il coraggio di farlo alla luce del sole e si rifugiano dietro organismi di rilevanza costituzionale che andrebbero preservati da strumentalizzazioni politiche. Questo accade nel giorno in cui il Cnel si spacca, fatto senza precedenti nella storia. La proposta di rinvio del salario minimo in Commissione è una fuga vigliacca dal Paese reale e dalla crisi del potere d’acquisto di milioni di persone. Per noi rinviare ancora è semplicemente irricevibile».

Conte: «Meloni sul salario minimo la faccia non l’ha messa»

Sulla stessa linea il leader del M5s Giuseppe Conte: «La presidente Meloni ama ripetere che ci mette la faccia, ma lo fa quando si tratta di fare qualche passerella mediatica. Sul salario minimo la faccia non ce l’ha messa perché ha rimandato la palla al Cnel di Brunetta e oggi si compie il delitto perfetto», ha detto all’Adnkronos. «Con Schlein continueremo la battaglia in Parlamento».

Le Mans ’66 – La grande sfida stasera su Rai 2: trama, cast e curiosità

Stasera 12 ottobre 2023 andrà in onda sul canale Rai 2 alle ore 21.20 il film Le Mans ’66 – La grande sfida. Il regista è James Mangold mentre la sceneggiatura è stata scritta da Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e Jason Keller. Nel cast ci sono Christian Bale, Matt Damon, Jon Bernthal e Caitriona Balfe.

Le Mans '66 - La grande sfida è il film che andrà in onda questa sera su Rai 2, ecco trama, cast e curiosità.
Matt Damon e Christian Bale nel film (X).

Le Mans ’66 – La grande sfida, trama e cast del film in onda stasera 12 ottobre 2023 su Rai 2

La trama racconta la storia della grande sfida che avvenne sul circuito di Le Mans per la nota gara di 24 ore nel 1966. Nel 1963 la Ford Motor Company contatta Enzo Ferrari (Remo Girone) per una trattativa, ma quest’ultimo rifiuta perché non vuole vendere la Scuderia Ferrari. Henry Ford (Tracy Letts) non accetta questo rifiuto e le continue vittorie della scuderia italiana alla gara di Le Mans, dal 1960 al 1965 sempre al primo posto. L’imprenditore americano decide quindi di creare una squadra di ingegneri che possano realizzare un’auto da corsa Ford in grado di vincere a Le Mans nella gara che si terrà nel 1966.

A capo di questa squadra c’è il visionario Carroll Shelby (Matt Damon), vincitore della summenzionata gara nel 1959 ma costretto ad abbandonare il mondo delle corse come pilota a causa di un problema di salute. Shelby vuole realizzare un progetto storico e ha anche individuato il pilota perfetto per la sua nuova vettura: l’eccentrico inglese Ken Miles (Christian Bale). Dopo un grande impegno e tanti contrasti, nascerà la storica Ford GT40, pronta a dominare il mondo delle corse e a spodestare la Ferrari.

Le Mans ’66 – La grande sfida, cinque curiosità sul film 

Le Mans ’66 – La grande sfida, la preparazione di Christian Bale

Christian Bale, per prepararsi a interpretare il ruolo del pilota Ken Miles, ha preso lezioni di guida alla Bondurant High Performance Driving School. Non solo, visto che il titolare della scuola era un intimo amico di Ken Miles, Christian Bale ha potuto ascoltare anche storie e aneddoti sull’iconico pilota.

Le Mans ’66 – La grande sfida, ciò che ha spinto Matt Damon a prendere parte al progetto

Matt Damon ha rivelato qual è stata la ragione principale che l’ha spinto a prendere parte a questo progetto: poter lavorare sul set con un attore del calibro di Christian Bale.

Le Mans ’66 – La grande sfida, Christian Bale e l’ennesima perdita di peso

Per riuscire a interpretare il suo personaggio, Christian Bale ha dovuto perdere circa 30 chili prima delle riprese. Questo perché precedentemente era ingrassato per interpretare Dick Cheney in Vice – L’uomo nell’ombra. Matt Damon ha dichiarato che è rimasto stupito di vedere l’attore all’opera perché ha dimostrato una disciplina pari a quella di un monaco.

Le Mans '66 - La grande sfida è il film che andrà in onda questa sera su Rai 2, ecco trama, cast e curiosità.
Christian Bale in una scena (X).

Le Mans ’66 – La grande sfida, il cambio del titolo in Italia e in altri paesi

In realtà, questo film è stato lanciato negli USA con il titolo Ford vs. Ferrari. Tuttavia, in Italia e in altri paesi europei il titolo è stato cambiato in Le Mans ’66 – La grande sfida.

Le Mans ’66 – La grande sfida, il cameo tagliato di una star di Hollywood

Secondo quanto riportato dai commenti riportati sul suo profilo Instagram, Josh Brolin doveva apparire nel film in una scena e prendere parte a un divertente cameo. Tuttavia, la sua scena è stata tagliata in fase di montaggio.

Incidente Mestre: la perizia sul guardrail affidata all’esperto del Morandi

Placido Migliorino, l’ispettore del Mit già consulente di alcune indagini sul ponte Morandi, è stato nominato dalla Procura di Venezia per la perizia tecnica sul guardrail del cavalcavia di Mestre, teatro dell’incidente che il 3 ottobre scorso è costato la vita a 21 persone. L’esperto ha compiuto giovedì 12 ottobre un sopralluogo «del tutto informale». Le attività operative cominceranno il 25 ottobre e la relazione è attesa entro 120 giorni. «Il mandato riguarda principalmente il funzionamento svolto dalle barriere laterali di protezione, la loro conservazione e quella della struttura che le sosteneva, per chiarire la dinamica dell’incidente», ha chiarito Migliorino.

Primi tre indagati per la tragedia del bus a Mestre

Nel frattempo, sono tre le persone indagate al momento per l’incidente. Come riportato da Il Gazzettino, si tratta dell’amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del mezzo, e di due funzionari del Comune di Venezia: il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale.

 

Il Cio ha sospeso il Comitato olimpico nazionale russo

Il Cio ha sospeso il Comitato olimpico nazionale russo «con effetto immediato», per aver posto sotto la sua autorità diverse organizzazioni delle regioni ucraine occupate, ovvero Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia. Il Comitato olimpico russo, afferma il Cio, non ha più il diritto di operare come Comitato olimpico nazionale e non può perciò ricevere alcun finanziamento dal movimento a cinque cerchi.

Il Cio deve ancora decidere sulla partecipazione dei russi a Parigi

La «decisione unilaterale della Russia», ha detto a Mumbai il portavoce del Cio Mark Adams, costituisce una violazione della Carta Olimpica perché intacca l’integrità territoriale del Comitato olimpico nazionale dell’Ucraina. Il Cio si riserva il diritto di decidere sulla partecipazione di singoli atleti neutrali con passaporto russo ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 al momento opportuno. Tra le altre conseguenze della sospensione c’è l’esclusione dalla distribuzione dei fondi destinati periodicamente ai comitati olimpici nazionali.

Il Cio ha sospeso il Comitato olimpico nazionale della Russia: Mosca ha violato il regolamento a cinque cerchi.
Thomas Bach, presidente del Cio (Ansa).

L’Ucraina ha minacciato di boicottare i Giochi olimpici del 2024

Dall’inizio dell’invasione, il Cio ha vietato agli atleti russi e bielorussi di gareggiare anche sotto una bandiera neutrale. A marzo del 2023 è arrivata una apertura per una partecipazione degli atleti come neutrali. Ma la decisione non è stata presa. Intanto, l’Ucraina ha minacciato di boicottare i Giochi di Parigi se non verrà rispettato il divieto totale per gli atleti russi e bielorussi. A fine settembre, con una votazione in Bahrain, il Comitato Paralimpico Internazionale ha stabilito che, dopo l’esclusione ai Giochi invernali di Pechino 2022, gli atleti russi potranno partecipare alle Paralimpiadi di Parigi 2024: con ogni probabilità gareggeranno senza bandiera in qualità di atleti neutrali.

La Juventus pensa a un Bernardeschi-bis dopo i casi Pogba e Fagioli

Non c’è pace in casa Juventus: dopo il caso di doping di Paul Pogba e le nuove vicende giudiziarie riguardanti sul presunto vizio scommesse di Nicolò Fagioli, si apre l’emergenza a centrocampo. L’inevitabile squalifica del francese e le possibili sanzioni sul giovane centrocampista italiano hanno portato la società torinese a riflettere se intervenire sul mercato. Alla Continassa si fa il nome di Federico Bernardeschi, classe 1994 attualmente in forze al Toronto, ceduto proprio dalla Juve nell’estate del 2022 e non certo rimpianto dai tifosi. Il giocatore però ha la stima del tecnico Massimiliano Allegri e gradirebbe un rientro in Italia, anche in ottica Nazionale. L’operazione, se si concretizzerà, prenderà forma nel mercato di riparazione di gennaio.

Roberto Saviano a processo per diffamazione: «Comportamento di Giorgia Meloni un’intimidazione»

La procura di Roma ha chiesto che Roberto Saviano venga condannato a 10 mila euro di multa nel procedimento per diffamazione nei confronti della premier Giorgia Meloni. Lo scrittore, durante un’ospitata a Piazzapulita, programma in onda su La7, ha definito «bastarda» la premier, allora leader di Fratelli d’Italia. Era dicembre 2020 e il tema della discussione erano, anche in quel caso, i migranti.

Saviano: «Il comportamento di Meloni è intimidazione»

Lo scrittore ha reso alcune dichiarazioni spontanee in aula: «Ritengo il comportamento di Giorgia Meloni un’intimidazione. Pur nell’assurdità di essere portato a giudizio dal presidente del Consiglio per averla criticata, non c’è onore più grande che può essere dato a uno scrittore che vedere le proprie parole mettere paura a un potere tanto menzognero». Saviano ha poi proseguito: «Può il potere politico difendersi non nel processo ma dal processo? Rivendico la legittimità della mia critica. Quando un giorno ci si chiederà come è stato possibile lasciar annegare tutte queste persone in mare il mio nome non sarà tra quelli dei complici. Oggi sono qui senza Michela Murgia, che mi è sempre stata accanto».

«Davvero stiamo accettando che il potere politico pretenda che il potere giudiziario delimiti il periodo nel quale può muoversi uno scrittore?», ha aggiunto Saviano. «È così difficile notare la sproporzione tra chi ha il potere politico e chi ha solo le proprie parole? Sono abituato a pagare un prezzo per ogni parola. È importante però che il tribunale sappia che la scelta è stata fatta”. “Impedire il dissenso significa colpire a morte il cuore pulsante della democrazia».

Roberto Saviano a processo per diffamazione «Comportamento di Giorgia Meloni un'intimidazione»
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Il legale di Meloni: «Bastardo è sempre un insulto»

A controbattere è stato l’avvocato Luca Libra, legale di Giorgia Meloni: «Bastardo non è una critica ma sempre un insulto, anche per il dizionario è sempre un termine dispregiativo. Il diritto di critica anche per la Cassazione non può travalicare nell’uso dei termini e dal rispetto delle persone. Sostenere che Giorgia Meloni stia perseguitando qualcuno è assolutamente falso. L’imputato ha usato un linguaggio eccessivo, volgare e aggressivo; è possibile fare critica ma nessuno è al di sopra del codice penale». L’avvocato ha chiesto un risarcimento di 75 mila euro e una provvisionale non inferiore a 50 mila.

Forti piogge si abbattono sul Sud del Brasile

Mercoledì 12 ottobre, dopo due giorni di tempo calmo, sono tornati i temporali nel Sud del Brasile. La regione più colpita è la Valle di Itajaí, al centro dello Stato, e i comuni dell’ovest vicino al confine con l’Argentina. I meteorologi prevedono precipitazioni fino a 100 mm, scariche elettriche e forti venti. Si prevede che il maltempo colpirà anche lo Stato confinante di Rio Grande do Sul. I temporali iniziati la scorsa settimana a Santa Catarina hanno colpito 198 città, mentre sono 98 i comuni in stato di “emergenza” con persone sfollate dalle loro case. A settembre, Santa Catarina è stata parzialmente colpita da un ciclone extratropicale che ha provocato almeno 50 morti e vari dispersi nel Rio Grande do Sul.

Trump contro Forbes per l’esclusione dalla lista dei più ricchi negli Usa

Donald Trump ha chiesto le scuse ufficiali di Forbes per essere stato escluso, a sua detta ingiustamente, dalla lista delle 400 persone più ricche degli Stati Uniti. È la seconda volta che accade dopo il 2021, unico precedente dagli Anni 90 in cui non era entrato in classifica. La rivista ha sottolineato come l’ex presidente Usa abbia perso 600 milioni di dollari in un anno per colpa di Truth Social, da lui fondato dopo l’espulsione da tutti i maggiori network a seguito dell’assalto al Campidoglio dei suoi sostenitori. «Pretendo le scuse complete della fallimentare rivista Forbes», ha sbottato online. «È colpa di giornalisti davvero stupidi, incaricati di colpirmi duramente». Il tycoon si è poi vantato di avere un netto vantaggio nei sondaggi repubblicani per la sua corsa alla Casa Bianca nel 2024 nonostante i processi a suo carico. Nell’elenco 2023 Trump occupa solo il 1201esimo posto della lista.

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Trump contro Forbes: «Una rivista di proprietà del governo comunista cinese»

Nel suo lungo post su Truth Social, Trump si è scagliato contro la rivista Forbes e diversi giornalisti della redazione. «È di proprietà del governo comunista cinese», ha scritto online. «La Cina farà sempre di tutto per contrastare il Make America Great Again (suo slogan elettorale, ndr.)». A maggio 2023 tuttavia un imprenditore statunitense di 28 anni, Austin Russell, ha acquistato l’82 per cento delle quote, con le restanti in mano a una società di investimento di Hong Kong. Sui social, Trump ha poi accusato Forbes di aver collaborato con Letitia James, procuratrice generale democratica dello stato di New York che lo aveva citato in giudizio per frode. «È una persona razzista e incompetente», ha sbottato il tycoon.

Donald Trump ha chiesto le scuse ufficiali di Forbes per averlo escluso ingiustamente dalla lista delle 400 persone più ricche degli Usa.
Il post di Trump su Truth Social (Alexander, X).

Durante la sua invettiva contro Forbes, Donald Trump ha avuto modo di attaccare in particolare il reporter Dan Alexander, «autore di tanti articoli falsi e diffamatori». Redattore senior della rivista, nel 2020 aveva anche pubblicato il libro White House Inc: How Donald Trump Turned the Presidency into a Business. «Se vuoi sottolineare una singola fake in quello che ho scritto, fai pure», ha risposto Alexander su X. «Intanto continuerò a verificare attentamente ogni tua parola».

Da Elon Musk a Michael Bloomberg, chi sono i 10 più ricchi d’America

Secondo la classifica di Forbes «Trump Free», come l’ha simpaticamente definita il Guardian, la persona più ricca degli Usa è ancora una volta Elon Musk. Il patron di Tesla, X e SpaceX ha infatti un patrimonio da 251 miliardi di dollari, 90 in più del secondo in classifica. Sul podio infatti ci sono l’ex Ceo di Amazon Jeff Bezos (161 miliardi) e Larry Ellison, cofondatore di Oracle, con 158 miliardi. Seguono l’imprenditore Warren Buffett con 121 miliardi e tre magnati della tecnologia. In lista infatti Larry Paige di Google con 114 miliardi di dollari, il fondatore di Microsoft Bill Gates con 111 e Sergey Brin, cofondatore del colosso di Menlo Park, con 110 miliardi. Chiudono la Top 10 il Ceo di Meta Mark Zuckerberg con 106 miliardi, l’ad di Microsoft Steve Ballmer con 101 e Michael Bloomberg, il primo senza la tripla cifra, con 96,3 miliardi.

Donald Trump ha chiesto le scuse ufficiali di Forbes per averlo escluso ingiustamente dalla lista delle 400 persone più ricche degli Usa.
Elon Musk è il più ricco degli Usa secondo Forbes (Getty Images).

Milano: nasce la visita medica “sospesa” per fragili e poveri

Nasce a Milano la cosiddetta visita sospesa, che si ispira alla tradizione del caffè sospeso di Napoli, per dare la possibilità a chi non può, di avere un trattamento sanitario di qualità. Welcomed, il centro sanitario dedicato ai bambini e alle famiglie milanesi in particolare alle più fragili, ha aperto la sua terza sede a Milano che è stata inaugurata alla presenza del sindaco, Giuseppe Sala.

La struttura con 17 ambulatori

Si tratta di uno spazio in via degli Olivetani di oltre 668 metri quadrati, su due piani, con 17 ambulatori di diverse specialità, una palestra e uno spazio dedicato al potenziamento dello studio e ai corsi per i genitori. L’offerta complessiva arriva così a tre sedi, con 31 studi specialistici e oltre 1100 metri quadrati di spazi dedicati alla salute dei bambini e delle loro famiglie. Nei primi sei mesi del 2023 sono state erogate da Welcomed 6.887 prestazioni gratuite, il 70 per cento delle quali a favore di minori.

Visita sospesa: a chi è riservata

Welcomed reinveste in visita sospesa il margine di ogni prestazione in solvenza, ma i fondi provengono anche da persone, aziende, fondazioni, enti pubblici. Dal 2016 sono state erogate 35.968 visite gratuite, con il 70 per cento dei pazienti con meno di 14 anni. «Le prestazioni gratuite sono dedicate a chi ha un ISEE sotto gli 8 mila euro» – ha spiegato Paolo Colonna, presidente di Welcomed Ets – «quest’anno ne faremo 12 mila su 41 mila complessive». È stata introdotta da quest’anno anche anche la visita sospesa parziale per chi ha un ISEE di 15 mila euro «perché può essere in crisi anche la classe media della città se magari c’è una terapia che va fatta per più tempo o se ci sono trattamenti da affrontare di lungo corso», ha concluso Giulia Di Donato, amministratrice delegata dell’impresa sociale Welcomed.

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